INFERMIERI E CODICE DEONTOLOGICO fra l essere e il dover essere

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1 INFERMIERI E CODICE DEONTOLOGICO fra l essere e il dover essere Collegio IPASVI Como P. Verga

2 Obbiettivi del corso Contribuire allo sviluppo della competenza etica clinica in relazione alle questioni deontologiche fondamentali Intraprendere una riflessione sulla eventuale distanza fra l essere e il dover essere del professionista. Fornire al professionista strumenti relazionali (relazione con sé e con gli altri) per aumentare la propria competenza etica.

3 Agenda (1) 1.Tre incontri, in cui il Codice Deontologico, nei suoi capitoli verrà assunto come guida per la riflessione e il confronto: - premessa, principi etici, norme generali; - i rapporti con la persona assistita - i rapporti con i colleghi, con altri operatori e con le istituzioni

4 Agenda (2) 2.Lavoro individuale al fine di aumentare la consapevolezza di ogni partecipante in relazione a: - il proprio essere e il proprio dover essere; - i propri margini di crescita e di azione professionale eticamente orientata; - le proprie risorse e le proprie insicurezze

5 Agenda (3) 3.Lavori in gruppo, per socializzare le esperienze, per favorire il confronto e per potenziare la capacità di dialogare. 4. E desiderato e auspicato il contributo di ognuno.

6 Agenda (4) Premesse: E necessaria qualche precisazione concettuale; Vale la Pratica ma anche la Grammatica : riferimenti teorici e di pensiero sono imprescindibili per accostarsi al fare del comportamento deontologicamente orientato.

7 PARTENDO DA LONTANO: Perché esiste una questione etica nell ambito delle professioni sanitarie?

8 Che cosa è l uomo perché te ne ricordi, Il figlio dell uomo perché te ne curi? Eppure l hai fatto poco meno degli angeli, Di gloria e di onore lo hai coronato: Gli hai dato potere sulle opere delle tue mani, Tutto hai posto sotto i suoi piedi. Salmo 8, 5-75

9 L uomo ha potere sul mondo ma si interroga anche se gli è consentito fare tutto ciò che è capace di fare. L uomo riflette sulle proprie scelte e sulle proprie azioni valutandone il senso.

10 ETICA (1) da ethos - che si riferisce al carattere di una gruppo umano o di un intera popolazione È la scienza che studia il comportamento umano dal punto di vista del bene e del male,, in relazione ai principi e alle norme che guidano questo stesso comportamento

11 ETICA (2) Alle proprie domande l uomo risponde situandosi a diversi livelli di consapevolezza etica: Livello intuitivo Livello critico o riflessivo Livello pratico di saggezza

12 ETICA (3) Livello intuitivo Si fonda su un modo si sentire consuetudinario, derivante dalla cultura della società di appartenenza.

13 ETICA (4) Livello critico o riflessivo Viene attivato quando ci sono conflitti di doveri o principi (caso cruciale, dilemma etico) che impongono una scelta spesso esistenziale.

14 ETICA (5) Livello pratico di saggezza In cui viene messa in campo la capacità di prendere le decisioni opportune al momento giusto

15 ETICA (6) Come risultato delle proprie esperienze, l uomo crea dei Codici Ideali d azione che diventano: Codici morali di tipo personale (criterio di vita) Codici morali di tipo professionale (codici deontologico)

16 ETICA (7) Nell età contemporanea esistono atteggiamenti morali diversificati: il codice etico non è più dato (non è più divino ), ma è frutto delle esperienze morali dell uomo, condizionate storicamente e culturalmente.

17 ETICA (8) Le esperienze umane (diversificate dal punto di vista morale) danno origine a diversi tipi di: Etica normativa (insieme di norme derivanti dai corrispettivi principi etici) Etica applicata (normatività applicata ai casi concreti di carattere generale) Etica clinica (studio degli specifici e singoli casi etici)

18 Deontologia Termine che deriva dal greco Déon-ontos ontos = dovere + Logos = discorso Devoto G., Oli G.C.,Il Dizionario della lingua Italiana, Le Monnier, 1990

19 Codice Deontologico (1) Regolamentare una professione con un codice deontologico diventa sempre più importante in climi di diffuso relativismo etico, ove è difficile trovare una definizione a senso unico della persona e allora si cerca nell etica pubblica ove il tema è quello del consenso sui principi da rispettare Cottini G., Intervento all incontro al Teatro carcano, Milano, Ottobre 1999.

20 Codice Deontologico (2) Il codice deontologico nasce allora come garanzia di un gruppo professionale che attesta che tutti i membri che svolgono questa professione la svolgano secondo criteri di correttezza, ispirandosi ai principi nei quali la professione si identifica.

21 Codice Deontologico (3) Cosa un Codice non può dare? Nessuna regola contenuta può determinare in sé l azione personale a compiere il bene: se la libertà del soggetto non ne riconosce il valore, la regola non è sufficiente.

22 Codice Deontologico (4) Cosa un Codice non può dare? Il Codice può offrire un metodo, può dettare degli atteggiamenti, può assicurare le regole della correttezza professionale, ma non può sostituirsi alla libertà del professionista mentre agisce concretamente.

23 Codice Deontologico: precondizioni (1) Affinché sia possibile tradurre in azione concreta i principi deontologici, sono necessarie alcune condizioni di fondo nella persona,, altrimenti il contenuto del codice rischia di rimanere qualcosa di estraneo e lontano.

24 Codice Deontologico: precondizioni (2) Nel professionista ci deve essere la coscienza del bene da compiere, non solo dal punto di vista della coerenza ai principi che esistono a priori,, ma anche in relazione al fine del suo agire nei confronti del destinatario delle sue prestazioni.

25 Codice Deontologico: precondizioni (3) Il professionista deve essere portatore di attenzione alla realtà, intesa nel suo duplice aspetto di micro- e macrocosmo.

26 Codice Deontologico: precondizioni (4) Il professionista deve avere coscienza delle proprie capacità e dei propri limiti, per utilizzarli/presidiarli entrambi.

27 Codice Deontologico: precondizioni (5) Il professionista deve essere capace di rispetto totale dell altra persona, nella sua diversità e nella sua alterità

28 Se esistono queste pre-condizioni nel professionista, allora il Codice Deontologico può essere colto nella sua capacità di valorizzare i tre principi a fondamento di ogni professione che voglia porsi al servizio dell uomo: di solidarietà di comunicazione di sussidiarietà

29 Principio di solidarietà E da intendersi come un giudizio, come la coscienza di un bene che è possibile realizzare con l altro e per l altro. solidarietà come senso di appartenenza al genere umano che chiama a una responsabilità.

30 Principio di comunicazione La comunicazione è intesa come come capacità di entrare in relazione con l altro; Non c è infatti relazione autentica se non c è comunicazione; In questo senso, nella comunicazione, l altro deve sperimentare un significato, un valore;

31 Principio di sussidiarietà Nel rapporto con l altro non è possibile l espropriazione del suo Io, della sua soggettività, delle responsabilità che gli sono proprie.

32 La responsabilità Questi principi vanno a sostanziare il concetto di responsabilità intesa nella sua accezione etimologica di responsare responsare, derivata da responso, cioè della capacità che ha qualcuno di dare risposte. Il professionista responsabile lo è nella misura in cui raccoglie la domanda dell altro e dà una risposta in termini di Solidarietà, Comunicazione, Sussidiarietà. Devoto G., Oli G.C.,Il Dizionario della lingua Italiana, Le Monnier, 1990

33 C.D. del : contesto storico Entra in vigore in un momento di cambiamenti complessi del sistema sanitario e della professione infermieristica: Riordino del Servizio Sanitario Nazionale: D. Lgs n. 502; D. Lgs ; D.Lgs n.229: Introducono i criteri dell aziendalizzazione, della privatizzazione, della responsabilizzazione e del decentramento al fine di aumentare produttività del S.S.N. e controllarne la spesa.

34 C.D. del : contesto storico Accreditamento Le strutture sanitarie pubbliche e private, attraverso l accreditamento, ottengono la possibilità di operare nel contesto del Servizio Sanitario Nazionale (L n. 724 e DPR n.37). Anche gli infermieri sono interessati all esplicitazione dei requisiti minimi di lavoro.

35 C.D. del : contesto storico Predisposizione delle carte dei Servizi delle A.S., sulla base del DPCM del Il decreto prevede la determinazione e il rispetto degli standard di quantità e qualità.

36 C.D. del : contesto storico Istituzione del corso di diploma universitario per infermiere La formazione infermieristica si inserisce in un percorso universitario. (D. Lgs. 502/92; D. Lgs 517/93)

37 C.D. del : contesto storico Profilo professionale dell infermiere Il diploma universitario abilita all esercizio professionale; Vengono definiti ambiti funzionali e di responsabilità, Vengono definiti scopi e ambiti della formazione infermieristica post-base.

38 C.D. del : contesto storico Abrogazione del mansionario (DPR ) E, con la Legge n. 42 viene affermato che l infermiere esercita una professione sanitaria. Il campo di attività e responsabilità è determinato dal profilo professionale, dall ordinamento didattico del corso di diploma universitario, dal codice deontologico.

39 C.D. del Il codice del 1999 è preceduto dal Patto infermierecittadino del 12 Maggio 1996, con il quale - tramite la forma del discorso diretto - l infermiere espone gli impegni che solennemente prende di fronte al cittadino. Vi è consonanza fra Patto e Codice ma il tono linguistico è diverso: più diretto e decifrabile da chiunque (appunto, il cittadino) il primo, maggiormente articolato e specialistico il secondo.

40 C.D. del Premessa Cinque articoli che dichiarano chi è l Infermiere, le sue responsabilità, che servizi eroga, le funzioni del Codice. Principi etici della professione Dichiara quali sono i principi a fondamento dell esercizio professionale. Norme Generali Derivano dai principi di cui sono l emanazione sul piano generale

41 C.D. del Rapporti con la persona assistita Rapporti professionali con colleghi e altri operatori Rapporti con le istituzioni Su un piano di dettaglio, si esplicita una normatività più dettagliata relativa al rapporto con i diversi tipi di interlocutori del professionista

42 C.D. del Disposizioni finali Alle norme precedenti vie attribuito il carattere del vincolo Conferiscono il potere sanzionatorio, di magistratura interna al Collegio professionale.

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