L architettura in Valle d Aosta dal 1945 al 2015
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- Giulia Landi
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1 L architettura in Valle d Aosta dal 1945 al 2015 Selezione delle opere di rilevante interesse storico artistico arch. Giuseppe Nebbia (Supervisione scientifica) arch. Roberto Dini (attività di ricerca)
2 Temi della modernità in Valle d Aosta Passando in rassegna la produzione architettonica valdostana nel corso della seconda metà del Novecento, appare con evidenza una molteplicità di linguaggi, culture e tendenze, ancora poco studiate, che sono state determinanti nella produzione del paesaggio costruito, ancora oggi, sotto i nostri occhi. Lo studio ha evidenziato quelli che sono i dispositivi progettuali messi in atto, gli elementi linguistici persistenti e le matrici generative dei differenti approcci progettuali.
3 Il collante del paesaggio. Turismo, identità e welfare Aspetto centrale nello studio dell architettura del dopoguerra in Valle d Aosta è la condizione di particolarità amministrativa e culturale dettata dallo statuto di Regione autonoma che, anche dal punto di vista insediativo, ha notevolmente influito ed orientato i processi di trasformazione e di modernizzazione. L elaborazione di una visione unitaria ed omogenea di paesaggio è l aspetto che ha permesso, nel dopoguerra, di tenere assieme particolarismo culturale e linguistico, ambiente, innovazione e turismo. Una possibile chiave di lettura delle trasformazioni architettoniche e insediative della Regione può, dunque, costituirsi a partire dall analisi dell indissolubile intreccio dei temi del turismo, dell identità e del welfare e della relativa convergenza sulla questione paesaggistica.
4 Modernità alpina Un aspetto centrale in questa trattazione è la necessità di individuare delle chiavi di lettura che consentano di interpretare la produzione architettonica moderna in Valle d Aosta ponendola in relazione con ciò che è avvenuto nel più generale dibattito dell architettura italiana del dopoguerra. A tal proposito è possibile riscontrare come in quegli anni il territorio alpino, ed in particolare quello valdostano, abbia rappresentato una sorta di terreno di sperimentazione per la cultura progettuale dell epoca. Ci troviamo in un momento di ridiscussione dei principi del razionalismo e del Movimento Moderno che vedranno una profonda revisione dei propri caratteri oggettivizzanti a favore di una riconsiderazione della dimensione locale
5 La Valle d Aosta, si trova ad essere nel dopoguerra lo spazio di confronto ideale tra posizioni, atteggiamenti e teorie. Il luogo privilegiato in cui misurare il rapporto tra modernità, architettura, paesaggio, preesistenze, tradizioni e culture locali. Senza dimenticare il fatto che è proprio sul territorio valdostano che si trovano alcune delle architetture simbolo della modernità italiana (si ricordano le opere dei maestri Mollino, Albini, Fiori, Dolza, Sottsass, ecc.), va sottolineato che la produzione architettonica di qualità in Valle d Aosta si caratterizza non tanto per l esistenza di un numero elevato di opere di eccellenza quanto per la frequenza e le modalità con cui i temi del dibattito culturale e teorico nazionale si sono riverberati sulla produzione edilizia ordinaria. Non si può, dunque, parlare di architettura moderna regionale in senso di riconoscibilità stilistica ma si lo si può, invece, fare nella misura in cui sul territorio sono riscontrabili in modo alquanto omogeneo tematiche e questioni riconducibili al dibattito sovralocale.
6 In particolare, si è cercato di comprendere in che modo la cultura architettonica locale ha intercettato i temi generali e li ha fatti propri, talvolta declinandoli in modo fedele, talvolta sviluppando linguaggi e discorsi autonomi. La ricerca ha illustrato alcuni temi e chiavi di lettura con cui è possibile rileggere il patrimonio costruito della modernità e che costituiscono, in via sintetica, le direzioni principali lungo le quali si è mossa la cultura progettuale in Valle d Aosta nel corso della seconda metà del Novecento: Progettare nel paesaggio Progettare con il paesaggio Rileggere la tradizione Costruire nuove urbanità Ridare nuovi significati al patrimonio storico
7 Progettare nel paesaggio
8 Progettare nel paesaggio
9 Progettare nel paesaggio
10 Progettare nel paesaggio
11 Progettare con il paesaggio
12 Rileggere la tradizione
13 Rileggere la tradizione
14 Rileggere la tradizione
15 Costruire nuove urbanità
16 Costruire nuove urbanità
17 Costruire nuove urbanità
18 Costruire nuove urbanità
19 Ridare nuovi significati al patrimonio
20 Ridare nuovi significati al patrimonio
21 Ridare nuovi significati al patrimonio
22 Conclusioni: a cosa serve questo lavoro? Conoscere il patrimonio del secondo Novecento: Conoscere parte della nostra storia in un secolo di grandi trasformazioni; Conoscere e comprendere i linguaggi della Modernità e i modi con cui questa concettualizza la città e la montagna; Comprendere la Modernità per conoscere meglio il presente e per progettare consapevolmente il futuro; Promuovere la cultura architettonica del modernismo; Tutelare e conservare il patrimonio del Novecento; Il patrimonio del secondo Novecento come risorsa per i territori: Migliorare la qualità progettuale attraverso la creazione di una base di riferimento per chi trasforma il territorio come amministratori e progettisti; Promuovere il patrimonio come risorsa turistica.
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