POLITICHE PUBBLICHE ANALISI ECONOMICA DELLE POLITICHE DELLO STATO SOCIALE
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1 POLITICHE PUBBLICHE ANALISI ECONOMICA DELLE POLITICHE DELLO STATO SOCIALE
2 IL TASSO DI POVERTÀ POVERTÀ RELATIVA Il Tasso di Povertà (o percentuale di popolazione a rischio povertà) è dato dalla percentuale di popolazione il cui reddito familiare è al di sotto di un certo livello predefinito, chiamato soglia di povertà. In Europa la soglia di povertà è fissata al 60% del reddito mediano del Paese. Per esempio, se il reddito mediano è euro, allora una famiglia con un reddito di euro sarebbe classificata come povera in termini relativi. Una famiglia viene definita povera in termini relativi se la sua spesa per consumi è pari o al di sotto della soglia di povertà relativa, che viene calcolata sui dati dell indagine sui consumi delle famiglie.
3 % Popolazione a rischio povertà e soglie povertà relativa 2015
4 Esercizio misure di diseguaglianza e povertà Individui Reddito pi quote quantile qi pi-qi Totale reddito sum n-1 pi sum n-1 qi Rapporto interquan Indice tile Gini Mediana Soglia Ind rischio povertà % ind a rischio povertà
5 ESERCIZIO: Indice Gini, rapporto interquantile, rischio povertà pre e post intervento Stato Sociale Individui Reddito pre Tasse Sussidi Reddito post Tot
6 POVERTÀ ASSOLUTA La soglia di povertà assoluta corrisponde, invece, alla spesa mensile minima necessaria per acquisire il paniere di beni e servizi considerati essenziali, nel contesto italiano e per una determinata famiglia, a conseguire uno standard di vita minimamente accettabile. Nel 2015, per una famiglia di due componenti adulti (18-59 anni) di un piccolo comune la soglia mensile di povertà assoluta era pari a 1030 euro, se residente nel Nord, e a 802 euro, se residente nel Mezzogiorno; saliva a 1582 euro e 1265 euro rispettivamente se nel nucleo vi fossero stati 2 figli adolescenti.
7 LA POVERTÀ IN ITALIA In Italia nel 2016 l incidenza di povertà assoluta per le famiglie era pari al 6,3 per cento (ISTAT). Le famiglie in condizioni di povertà relativa erano (10,6 per cento del totale) per un totale di individui. La soglia di povertà relativa in Italia è posta dall ISTAT al livello di una spesa media per persona di 1061,35 euro mensili.
8 Incidenza di povertà assoluta e relativa per ripartizione geografica (Anni )
9 POLITICHE PER LA RIDUZIONE DELLA POVERTA SALARIO MINIMO SICUREZZA SOCIALE IMPOSTA NEGATIVA SUL REDDITO TRASFERIMENTI IN NATURA (IN KIND)
10 LEGGI SUL SALARIO MINIMO Le leggi sul salario minimo hanno l obiettivo di garantire un tenore di vita accettabile per gli standard del sistema economico. La critica posta ad un livello del salario minimo imposto per legge è che determina un certo livello di disoccupazione. La grandezza di questo effetto dipende dall elasticità al prezzo della domanda di lavoro: più è elastica, maggiore è l effetto di riduzione della domanda. La globalizzazione ha fatto sì che la domanda di lavoro sia diventata più elastica: i lavoratori soprattutto quelli meno qualificati sono più facilmente sostituibili. Questo si verifica ancora più chiaramente nel lungo piuttosto che nel breve periodo.
11 Carta dei Diritti fondamentali dell'unione Europea Articolo 34 - Sicurezza sociale e assistenza sociale L'Unione riconosce e rispetta il diritto di accesso alle prestazioni di sicurezza sociale e ai servizi sociali che assicurano protezione in casi quali la maternità, la malattia, gli infortuni sul lavoro, la dipendenza o la vecchiaia, oltre che in caso di perdita del posto di lavoro, secondo le modalità stabilite dal diritto dell'unione e le legislazioni e prassi nazionali. Al fine di lottare contro l'esclusione sociale e la povertà, l'unione riconosce e rispetta il diritto all'assistenza sociale e all'assistenza abitativa volte a garantire un'esistenza dignitosa a tutti coloro che non dispongano di risorse sufficienti, secondo le modalità stabilite dal diritto dell'unione e le legislazioni e prassi nazionali.
12 SICUREZZA SOCIALE Il termine Sicurezza Sociale si riferisce ai diversi programmi di assistenza pubblica che forniscono un sostegno economico alle famiglie in difficoltà. Per esempio: assegni familiari, pensioni di invalidità, detrazioni fiscali, bonus bebè, reddito di inclusione, etc.
13 IMPOSTA NEGATIVA (SUSSIDIO) L imposta negativa sul reddito prevede che chi ha un basso reddito - a prescindere dallo stato di necessità o dalle motivazioni - dovrebbe ricevere dallo stato un sussidio (imposta negativa). Il reddito di inclusione, o il cosiddetto reddito di cittadinanza rientrano in questa categoria. Le critiche a questo sistema riguardano un possibile effetto negativo sugli incentivi a procurarsi un reddito da lavoro.
14 Le Politiche di Assistenza Sociale I programmi assistenziali possono essere categoriali o means-tested ossia condizionati alla prova dei mezzi. Programmi di assistenza categoriale: interventi assistenziali limitati a gruppi identificati da una particolare caratteristica demografica: per esempio, madri single o disabili. Programmi di assistenza condizionati alla prova dei mezzi : interventi assistenziali limitati solo dal livello reddituale o patrimoniale. In Italia lo strumento di «prova dei mezzi» è l ISEE (Indicatore di Situazione Economica Equivalente)
15 Gli effetti distorsivi del sistema dei trasferimenti Means-tested I sistemi di trasferimenti condizionati alla prova dei mezzi causano effetti distorsivi. Consideriamo una versione semplificata dello strumento. I benefici del trasferimento B sono dati da: B = G (τ S L) G è la prestazione minima garantita, τ è il tasso di riduzione della prestazione, S il salario orario e L le ore lavorate.
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17 Trade-off equità efficienza nei programmi redistributivi Se lo Stato abbassa la garanzia di minima prestazione, sicuramente incoraggerà a lavorare e ridurrà i costi, ma ridurrà l effetto di redistribuzione dei redditi. Non è possibile variare né il tasso di riduzione della prestazione né la garanzia di minima prestazione in modo da riuscire simultaneamente a incoraggiare a lavorare, redistribuire di più e abbassare i costi.
18 Approcci alternativi Trasferimenti assistenziali categoriali Meccanismi dissuasivi (Ordeal Mechanisms) Trasferimenti in kind
19 TRASFERIMENTI CATEGORIALI Il moral hazard sorge perché lo Stato non è in grado di controllare efficacemente i comportamenti. Se fosse possibile legare le prestazioni alla capacità di guadagno, non ci sarebbe alcun moral hazard. Che cosa determina un buon meccanismo di targeting? Difficoltà di modificare il comportamento per acquisire il diritto alla prestazione. Focalizzazione su persone con bassa capacità di guadagno. Esempio: madri single
20 Meccanismi dissuasivi Meccanismi dissuasivi (ordeal mechanisms): aspetti dei programmi assistenziali che li rendono poco attraenti, inducendo un autoselezione dei beneficiari più bisognosi. Il paradosso dei meccanismi dissuasivi: Se lo Stato fornisce una prestazione che è poco attraente per i non bisognosi, ma dà una mano a chi ha veramente bisogno, il targeting sarà più efficiente. Il paradosso dei meccanismi dissuasivi, perciò, è che peggiorare apparentemente la situazione dei meno capaci in realtà la migliora.
21 TRASFERIMENTI IN KIND I trasferimenti in kind sono in forma di beni e servizi piuttosto che in denaro. Buoni alimentari, contributi sul pagamento di bollette elettriche e gas, asili nido, assistenza sanitaria, alloggi, sono esempi di beni e servizi erogati alle famiglie in difficoltà. Lo stato agisce in modo paternalistico scegliendo per la famiglia il tipo di bene o servizio da acquistare.
22 Spesa prestazioni sociali rank social services
23 Spesa prestazioni sociali rank cash benefits
24 Spesa pubblica per prestazioni sociali
25 At-risk-of-poverty rate before and after social transfers, 2015
26 FEDERALISMO FISCALE La teoria del Federalismo Fiscale studia la distribuzione ottimale delle competenze fiscali nei vari livelli di governo. Non tutte le comunità locali potrebbero permettersi certi livelli di beni e servizi. Le risorse sono raccolte dallo Stato centrale, e riallocate tra le varie amministrazioni locali tenendo conto di principi di perequazione (redistribuzione). Da una parte la fornitura locale dei beni e servizi pubblici consente di rispondere meglio alle esigenze (preferenze) dei cittadini. Dall altra, il principio di efficienza richiede che la produzione di beni e servizi pubblici non sia troppo frammentata nel territorio.
27 FEDERALISMO FISCALE Titolo V della Costituzione (2001): costituzionalizzazione del decentramento amministrativo. Comuni, Regioni e Province devono poter finanziare integralmente le funzioni loro attribuite. Allo Stato resta un ruolo di perequazione a favore dei territori svantaggiati. Legge delega n. 42 del 2009: indica principi e criteri per l attuazione dell autonomia finanziaria di entrata e spesa dei livelli di governo inferiori Ma la crisi economica del 2008 porta a decreti legge che vanno in senso contrario: ri-centralizzazione.
28 FEDERALISMO FISCALE IN ITALIA
29 FEDERALISMO FISCALE IN ITALIA FONTI DI FINANZIAMENTO DELLE REGIONI Imposta regionale sulle attività produttive (IRAP) prelevata sul valore aggiunto prodotto da attività dirette allo scambio di beni e servizi. Addizionale all IRPEF (imposta sul reddito delle persone fisiche) Compartecipazione al gettito dell IVA (imposta sul valore aggiunto) Comuni: addizionale IRPEF; imposta mobiliare unica (IMU); tributo sui servizi indivisibili (TASI); tassa sui rifiuti (TASI).
30 FEDERALISMO FISCALE IN ITALIA FONTI DI FINANZIAMENTO DEI COMUNI Addizionale all IRPEF Imposta unica comunale (IUC), composta da: Imposta municipale unica (IMU) Tributo sui servizi indivisibili (TASI) Tassa sui rifiuti (TARI). L IMU è un imposta patrimoniale, le altre sono tasse, che rispondono al principio della controprestazione (a fronte di servizi)
31 IL MODELLO DI TIEBOUT Per i beni pubblici forniti dal governo centrale non esistono né scelta tra più fornitori né concorrenza. Ma, quando i beni pubblici sono forniti a livello locale, la concorrenza riemerge. Gli individui possono votare con i piedi spostandosi di città in città verso la fornitura di beni pubblici ottimale. Questa minaccia di abbandono può stimolare l efficienza nella produzione locale di beni pubblici. Secondo il modello di Tiebout (1956), date certe condizioni, la fornitura di beni pubblici a livello locale sarà pienamente efficiente: i cittadini scelgono il livello ottimale di «acquisto» di beni e servizi pubblici in base alle loro preferenze.
32 IL MODELLO DI TIEBOUT Il modello di Tiebout si basa su ipotesi non particolarmente realistiche: Le persone sono perfettamente mobili. Sono perfettamente informate su imposte e benefici. Devono essere in grado di scegliere tra una varietà di città che potrebbero corrispondere ai loro gusti in materia di beni pubblici. La fornitura dei beni pubblici non richiede una scala o dimensione sufficiente. Inoltre, il modello di Tiebout richiede un finanziamento del bene pubblico uguale per tutti i residenti, cioè un tributo in somma fissa (lump-sum tax): un prelievo fiscale indipendente dal reddito personale, dal consumo di beni e servizi o dalla ricchezza.
33 IL MODELLO DI TIEBOUT Il modello di Tiebout assume che i beni pubblici abbiano effetti solo in una data città e che tali effetti non trabocchino sulle città vicine. Ma molti beni pubblici locali hanno caratteristiche di esternalità o traboccamento: per esempio, polizia locale, lavori pubblici, scuole, presidi sanitari. Se si verificano traboccamenti, i comuni caratterizzati da imposte basse e pochi benefici possono comportarsi come free rider nei confronti dei comuni ad alte imposte e alti benefici.
34 IL MODELLO DI TIEBOUT Le persone votano non solo con i piedi, ma anche con il portafoglio, nella forma di prezzi delle case Modello Edonico: capitalizzazione nel prezzo delle abitazioni. Il prezzo di una casa include valori negativi (comprese le imposte locali sugli immobili) e valori positivi (compresi i beni pubblici locali) collegati all abitare in quella casa. Le aree con rapporto (beni e servizi pubblici)/(tasse locali) più elevato dovrebbero avere prezzi delle case più alti: i cittadini saranno disposti a pagare di più per una casa in un comune che fornisce bene e servizi pubblici locali in modo più efficiente
35 IL MODELLO DI TIEBOUT Il modello di Tiebout implica che la fornitura locale di beni pubblici dovrebbe essere determinata da tre fattori: 1. Collegamento imposta-beneficio: i beni con forti collegamenti imposta-beneficio dovrebbero essere forniti localmente. 2. Traboccamenti: i beni pubblici locali con grandi effetti di traboccamento su altre comunità, sono forniti in misura insufficiente da ogni comunità, e quindi devono essere finanziati da un livello più alto 3. Economie di scala: i beni pubblici con grandi economie di scala sono forniti in modo più efficiente da livelli istituzionali superiori.
36 IL MODELLO DI TIEBOUT Il modello di Tiebout prescrive che la spesa locale dovrebbe concentrarsi su programmi che interessano gran parte della cittadinanza, presentano poche esternalità ed economie di scala relativamente poco significative. Le comunità locali non dovrebbero fornire beni pubblici redistributivi, con ampi effetti di traboccamento e grandi economie di scala. Se imposte e benefici sono collegati e non sono presenti spillover né economie di scala, allora la fornitura locale di beni pubblici si avvicina all ottimo.
37 IL MODELLO DI TIEBOUT Nel modello di Tiebout la disuguaglianza nella fornitura di beni e servizi pubblici è il risultato di una scelta ottimale da parte dei cittadini. Il comune ha scarse entrate ed è parsimonioso nelle spese perché i residenti hanno scelto un basso livello di beni pubblici. Date le loro preferenze (ed il loro budget), l esito è efficiente. Tuttavia, al di là della plausibilità delle assunzioni del modello, in una società si può ritenere importante una redistribuzione, anche territoriale, dei beni e servizi pubblici necessari per garantire un tenore di vita accettabile per tutta la popolazione.
38 Strumenti di redistribuzione: trasferimenti Il principale strumento di redistribuzione è costituito dai trasferimenti tra livelli di governo. I trasferimenti possono essere di tre tipi: Matching grant: un trasferimento il cui importo è legato all ammontare della spesa dell ente locale. Block grant: un trasferimento di ammontare fisso senza vincolo di destinazione. Conditional block grant: un trasferimento di ammontare fisso con vincolo di destinazione.
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43 EFFETTI DEI TRASFERIMENTI I differenti tipi di trasferimento influenzano gli incentivi in modi diversi. I matching grant fanno ruotare verso l esterno il vincolo di bilancio, agendo come un sussidio. Sono appropriati in caso di esternalità, poiché sono mirati. I block grant spostano all esterno l intero vincolo di bilancio, aumentando la spesa per tutti i beni. Sono appropriati in caso di redistribuzione. I conditional block grant si distinguono dai block grant se l ammontare del trasferimento è più grande della spesa iniziale.
44 CONCLUSIONI Il modello di Tiebout indica che la spesa dovrebbe avvenire a livello locale quando: la spesa riguarda beni per i quali le preferenze locali sono relativamente simili; la maggior parte dei residenti può usufruire di questi beni. In base alle preferenze sociali circa la distribuzione del benessere nel sistema, le conclusioni del modello di Tiebout idealizzato possono essere in parte disattese. Se il governo di livello superiore decide di redistribuire tra i livelli inferiori, può farlo attraverso diversi tipi di trasferimento. La scelta appropriata del tipo di trasferimento dipende dall obiettivo del finanziamento del governo.
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