LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE
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- Amedeo Castellani
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1 SEMINARIO FORMATIVO LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE dedicato al personale del Dipartimento della Protezione Civile e delle altre componenti del Sistema Nazionale Linee Guida per un Progetto Operativo sperimentale di rilievo nazionale
2 1) PREMESSA La protezione civile italiana ha raggiunto negli ultimi anni un profilo estremamente elevato, sia in termini di tempestività d intervento che di professionalità, tali da renderla un vero e proprio fiore all occhiello che può essere accostato al prezioso Made in Italy che il nostro Paese esporta nel mondo. Una qualità garantita da tutto il sistema nazionale della protezione civile, grazie al contributo di tutte le sue componenti. Un ruolo determinante in questa crescita è indiscutibilmente rappresentato dagli Enti Locali (Regioni, Provincie e Comuni) che sempre più garantiscono un sistema efficiente diffuso capillarmente sul territorio nazionale che, partendo proprio dalla specifica conoscenza del proprio territorio, riescono a garantire una puntuale e corretta pianificazione d emergenza e un intervento di soccorso tempestivo. Un dato evidente se si tiene conto di come nell ultimo decennio, da un lato sia notevolmente cresciuta la capacità, per i rischi naturali ed antropici prevedibili, di evacuare preventivamente la popolazione in caso di pericolo, dall altro di garantire soccorsi locali efficaci e immediati, tali da gestire localmente eventi calamitosi che in passato si sarebbero trasformati immediatamente in emergenze nazionali. Un importante vera e propria rivoluzione culturale ed organizzativa, non derivata da una minore intensità degli eventi calamitosi degli ultimi anni (che anzi aumentano in frequenza e gravità, soprattutto per quel che concerne il dissesto idrogeologico), ma da sistemi locali efficienti in grado di rispondere alla necessità della tutela dell integrità della vita, dei beni, degli insediamenti e dell ambiente dai danni o dal pericolo di danni derivanti da calamità naturali, da catastrofi e da altri eventi calamitosi. E evidente che un sistema di protezione civile come quello italiano non può prescindere, per mantenere i suoi standard di altissimo livello, da un costante esercizio di aggiornamento delle sue procedure, delle specializzazioni di intervento, della formazione dedicata alle sue componenti, con particolare attenzione proprio al mondo del volontariato. In altre parole un sistema che deve continuamente confrontarsi con una società che è in costante e continua evoluzione, dove in ogni emergenza si aprono nuovi scenari per il futuro, nuove problematiche non pianificate in precedenza e spunti organizzativi interessanti e innovativi. L Italia si caratterizza sempre di più come una società multietnica. Basti pensare che nel 2009 l ISTAT registrava ben residenti stranieri (a fronte dei del 2008 e i del 2007), circa il 7% della popolazione complessiva, cui vanno aggiunti coloro che non hanno richiesto e/o ottenuto la residenza nel nostro Paese (clandestini, permesso di soggiorno per motivi turistici, ecc.). Un flusso migratorio quindi in costante crescita per un fenomeno sempre più naturale e fisiologico in una società moderna e globale come la nostra. Questo dato rende la popolazione esposta ai rischi naturali ed antropici sempre più eterogenea e diversificata, con nuovi residenti provenienti dalla Romania ( ), dall Albania ( ), dal Marocco ( ), dalla Cina ( ), dalla Tunisia (93.601), dall India (77.432), dal Senegal (62.620), dal Bangladesh (55.242), dalla Nigeria (40.641), ecc. Al 1 gennaio 2008 in Italia erano presenti in Italia con permesso di soggiorno cittadini extracomunitari (di cui richiedenti asilo, rifugiati e beneficiari di protezione umanitaria). Nuovi cittadini che portano all Italia un importante bagaglio di idee, energie, passioni e saperi che ci arricchiscono, che rappresentano un insostituibile occasione di crescita collettiva, economica, demografica, culturale e socio lavorativa, se si è capaci di realizzare un necessario percorso virtuoso di integrazione.
3 Se questo è vero per tante tematiche trasversali che attraversano la società, è anche vero per le attività di protezione civile, sia intese come intervento in emergenza, che come attività di pianificazione, prevenzione e informazione alla popolazione. Il sistema deve sempre più interagire non solo con lingue diverse, ma con tradizioni, culture, abitudini e religioni diverse, che spesso non hanno consolidata una cultura di protezione civile (a volte non ne conoscono la funzione e la necessità) e una conoscenza dei rischi naturali (in molti paesi di origine non si conosce ad esempio il rischio sismico). Una mancanza di conoscenza che, in caso di calamità o di pericolo, può trasformarsi nella non comprensione di procedure ormai consolidate in Italia (evacuazioni preventive, itinerari sicuri previsti dai piani di emergenza, autorevolezza delle indicazione degli operatori di protezione civile, ecc.). Un dato tanto più attuale per quella popolazione migrante più marginale, che spesso dimora in situazioni alloggiative informali proprio lungo le sponde dei fiumi, in aree ad alto rischio idrogeologico. L evacuazione in caso di piena si rivela, e si è rivelato, tutt altro che semplice e non solo per le problematiche connesse alla lingua. Problematica che è risultata particolarmente evidente, e complessa, in occasione dell esondazione dell Aniene del 2008 quando si è resa necessaria l evacuazione di un centro di accoglienza per rifugiati politici di nazionalità sudanese. Ma se è vero che molti stranieri hanno una scarsa conoscenza del sistema di protezione civile, è vero anche il contrario. Dalla gestione di una mensa all allestimento di un area di ricovero per la popolazione, dall erogazione di servizi sanitari al garantire la possibilità di culto, la protezione civile italiana non ha ancora sufficientemente messo al centro delle sue procedure la mediazione interculturale. L esperienza del Sisma che ha colpito L Aquila e la sua Provincia ha ulteriormente evidenziato queste problematiche. Infatti in un evento di tale portata, che ha determinato l allestimento di tendopoli dedicate ad un altissimo numero di cittadini per un arco temporale ampio, la carenza di servizi ed attenzioni rivolte a contesti culturali non italiani ha creato momenti di tensione e difficoltà. Gli operatori di protezione civile specializzati nel sanitario si sono trovati di fronte a scenari complessi da gestire, in un evento dove si è andato ben oltre il pronto intervento, ma si è dovuto ricostruire l intero servizio sanitario del territorio, dall ostetricia alla ginecologia, dai medici di base alle visite specialistiche. Problematiche di piccole dimensioni, che hanno però evidenziato come spesso le componenti di protezione civile non fossero adeguatamente formate e preparate per queste attività, che rappresentano una vera e propria nuova specializzazione di protezione civile. La mediazione linguistica e culturale e un attività interdisciplinare e specialistica tesa a facilitare la comunicazione, fornendo interventi, non solo di traduzione, ma soprattutto di decodifica culturale dei messaggi, di aiuto alla persona straniera nella risoluzione di alcuni problemi pratici che nascono dalla non comprensione del nuovo contesto sociale e culturale. In altre parole la mediazione culturale costituisce il veicolo attraverso il quale due culture - la nostra e quella straniera - possono arrivare a comprendersi. Un ponte per tradurre le parole, i codici culturali, i significati, i riti e le credenze. 2) LA FONDAZIONE La nasce nel Dicembre 2010 al fine di perseguire finalità di solidarietà nei confronti di persone appartenenti a categorie sociali deboli. Una mission che parte dalla
4 pluriennale esperienza dei due soggetti fondatori, Legambiente Onlus e la Cooperativa Sociale Abitus, al fine di integrare e rafforzare le rispettive qualificate competenze ed energie. In particolare, La Fondazione intende sviluppare specifiche attività, in ambito nazionale ed internazionale, attraverso la promozione e l attuazione di iniziative e di interventi diretti all assistenza ed al miglioramento morale, economico e sociale di dette categorie sociali più fragili, allo sviluppo economico e culturale delle aree svantaggiate e degradate, nonché al sostegno dell integrazione sociale. In particolare la formazione, l orientamento e l inserimento professionale rappresentano azioni strategiche che la Fondazione sviluppa per rendere concreto ed efficace il sostegno nella costruzione di un percorso volto al raggiungimento di un autonomia di qualità per quelle categorie sociali più fragili, con particolare riferimento agli immigrati. La Fondazione Integra/Azione è particolarmente impegnata proprio nelle attività di mediazione culturale rivolta agli immigrati extracomunitari e alle azioni di formazione degli operatori su questa specifica specializzazione, attraverso studi, ricerche e attività d informazione. 3) OBIETTIVI Il progetto la mediazione interculturale nelle attività di protezione civile può rappresentare un primo laboratorio sperimentale per questa innovativa specializzazione evidentemente multidisciplinare, al fine di mettere in relazione e creare connessioni tra il mondo della protezione civile, con i suoi specifici saperi e con le sue specifiche necessità, e il mondo di coloro che operano nel mondo delle migrazioni, con le loro peculiari professionalità e conoscenze. Un primo passo per rinnovare la volontà di coniugare il continuo sviluppo dell organizzazione di protezione civile con innovative specializzazioni che sappiano rispondere alle esigenze della società in continua evoluzione. Il seminario si rivolge al personale del Dipartimento della Protezione Civile e delle componenti del sistema nazionale nonchè al mondo degli Enti Regionali.La selezione puntuale dei partecipanti al seminario potrà essere concordata e pianificata di concerto con il Dipartimento della Protezione Civile, come d altronde la stesura del programma definitivo dei lavori. Questa nuova ambiziosa nuova specializzazione rappresenta un importante opportunità di crescita, oltre che per tutto il sistema nazionale, per le associazioni di volontariato, agevolando l aggregazione di nuovi volontari e accrescendo i settori di intervento in emergenza, nelle attività di prevenzione, pianificazione ed informazione alla popolazione. Nello stesso tempo il volontariato di protezione civile rappresenta un insostituibile chiave di integrazione per i cittadini stranieri. Sentirsi protagonisti dell aiutare è un modo per restituire quella solidarietà, quel sostegno e quell aiuto ricevuto nel nostro Paese. Il far parte di gruppi di protezione civile permette infine di entrare in contatto con una parte sana della società italiana, accrescendo l integrazione sociale, amicale e culturale.
5 Il progetto si pone molteplici qualificanti obiettivi, ed in particolare: a) fornire spunti di riflessione in relazione alle problematiche, ma anche alle opportunità, dell operare in contesti sempre più multietnici e stimolare la messa in rete delle tante esperienze realizzate sul tema della mediazione linguistica e culturale nelle attività di protezione civile; b) creare e sperimentare un esperienza che si possa configurare come buona pratica, quindi replicabile in altri contesti; c) promuovere e realizzare percorsi di formazione permanente a favore del volontariato di protezione civile nazionale e regionale su questi innovativi e qualificanti aspetti. 4) IL SEMINARIO FORMATIVO L idea progettuale consiste nel realizzare presso l Auditorium del Dipartimento della Protezione Civile una giornata di approfondimento e formazione rivolta al volontariato di protezione civile proprio sulla tematica della mediazione culturale nelle attività di protezione civile, con particolare riferimento ai contesti complessi come le emergenze. Il percorso immaginato contempla lezioni frontali di esperti nel settore, role playing e momenti di discussione su come i singoli contenuti appresi si rispecchiano in problematiche, e quindi possibili soluzioni e prospettive, nelle attività di protezione civile, dall assistenza socio-sanitaria alla gestione di un area di accoglienza per la popolazione, dall aggregazione di nuovi volontari all informazione alla popolazione immigrata dei contenuti dei paini d emergenza e, più in generale, della cultura di protezione civile. In particolare si intendono trattate: la mediazione culturale e i principali contesti di origine dei migranti, con particolare riferimento alle peculiarità culturali, religiose e sociali; il coaching interculturale, strumento di facilitazione per una corretta relazione con le categorie più fragili e vulnerabili delle comunità immigrate; I permessi di soggiorno e i servizi fondamentali, per conoscere e riconoscere le diverse tipologie dei documenti e quali servizi possono essere basilari nella vita di un migrante, anche in funzione della necessità di garantirne la corretta erogazione in contesti d emergenza; la gestione di un campo di accoglienza a forte presenza di comunità migranti, consigli pratici per stimolare e supportare una corretta vita di campo e una fattiva convivenza; Migranti nuovi volontari, ovvero le potenzialità aggregative, di partecipazione e possibile implementazione delle specializzazioni dei gruppi locali di volontariato di protezione civile.
6 5) I COSTI Il progetto LA MEDIAZIONE INTERCULTURALE NELLE ATTIVITA DI PROTEZIONE CIVILE non prevede la richiesta di oneri specifici da parte del Dipartimento della Protezione Civile. L esperienza e il know how della Fondazione Integra/Azione sono garantiti dai propri formatori specializzati a titolo assolutamente gratuito.
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