RETE IRRIGUA DEI DISTRETTI RICADENTI NELLA VALDICHIANA SENESE ALIMENTATA DALL INVASO DI MONTEDOGLIO

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1 RETE IRRIGUA DEI DISTRETTI RICADENTI NELLA VALDICHIANA SENESE ALIMENTATA DALL INVASO DI MONTEDOGLIO RELAZIONE TECNICO ILLUSTRATIVA Progetto Preliminare INTRODUZIONE L intervento si propone di realizzare parte della rete irrigua secondaria di derivazione dalla diga di Montedoglio nel Comune di Montepulciano, per complessivi circa 950 ettari su di un totale di circa ettari, che sale a circa ettari tenendo conto anche del distretto di Chiusi. Sulla base delle risorse economiche disponibili, il progetto si pone come obiettivo di estendere sul territorio di Montepulciano, per quanto possibile le principali condotte di distribuzione dalle quali, anche in futuro derivare a costi contenuti le diramazioni locali e secondarie. Il progetto prevede la realizzazione da parte dell Ente Irriguo Umbro Toscano di un serbatoio di compenso, collocato nel distretto C (evidenziato nelle tavole allegate alla presente) in Loc. Macchia finalizzato all alimentazione della rete in progetto. Nello specifico, l intervento attuale si identifica all interno del territorio comunale come suddiviso in due distretti, denominati A e B che a loro volta sono stati nuovamente suddivisi in n. 9 sub-distretti funzionali per conferirne una migliore gestione relativamente all esecuzione dei lavori. L obbiettivo di tale progettazione consiste nella identificazione di una condotta principale che, partendo dal serbatoio di compenso, scende e si dirama creando una rete di irrigazione finalizzata a raggiungere il maggior numero possibile di appezzamenti di terreni formati da particelle fondiarie riconducibili a stesse proprietà, tenendo conto dei limiti e vincoli presenti sul territorio, adottando ove possibile un sistema di alimentazione a maglia chiusa (vedi tavola allegata alla presente). L identificazione dei sub-distretti permette un maggior controllo durante l esecuzione ma anche una miglior pianificazione a livello progettuale in rapporto alle risorse economiche. In merito a tale criterio si è evidenziata l utilità di tale operazione in linea con le indicazioni vigenti relativamente ad evitare il drenaggio del Lago a causa dei prelievi idrici per fini agricole o altri, in quanto verrebbe messo a repentaglio il canneto e la tipica flora e fauna delle zone umide così come specificato in particolare dall art. 71 delle N.T.A del Regolamento Urbanistico del Comune di Montepulciano: Le Direttive Regionali esplicitate attraverso la MISURA 125 b) del PSR Interventi di adduzione irrigua nei distretti dello schema di Montedoglio, in Val di Chiana Aretina e Senese e in Valtiberina toscana, prevedono il miglioramento e lo sviluppo delle infrastrutture in parallelo con lo sviluppo e l adeguamento dell agricoltura e della silvicoltura (art. 20, b, v/art. 30 Reg.(CE) 1698/2005). ( Interventi di adduzione irrigua nei distretti dello schema di Montedoglio, in Val di Chiana aretina e senese e in Valtiberina toscana, parte di iniziativa regionale "). Con la realizzazione della rete irrigua sono previste modifiche ai diritti di proprietà attraverso l esecuzione di espropri (manufatti fuori terra) e di apposizioni di vincoli di servitù (condotte 1

2 interrate), le cui procedure sono disciplinate dalla normativa nazionale (D.P.R. 327/2001) e regionale (L.R. 30/2005). Presupposto per la dichiarazione di pubblica utilità dell opera e quindi procedere legittimamente ad acquisire o ridurre il diritto di proprietà è l apposizione del vincolo preordinato all esproprio. L art. 9 comma 1 del D.P.R. 327/2001 individua l atto con il quale viene apposto il vincolo: Approvazione con efficacia degli S.U. o di una loro variante (art. 9 c.1) Approvazione di atti e procedimenti che comportano una variante agli S.U. (art. 10 c.1) Variante semplificata degli S.U. (art. 10 c.2 e art. 19) La L.R. 30/2005 all art. 7 c.1 indica quali siano, nella Regione Toscana, gli S.U. attraverso i quali apporre i vincoli preordinati all esproprio: Piani Strutturali o loro varianti (lett. a), nei casi in cui PIT e PTC diano prescrizioni all interno degli ambiti territoriali per la localizzazione degli interventi di interesse rispettivamente regionale e provinciale; Regolamenti Urbanistici o loro varianti (lett. b) Piani complessi di intervento (lett. c) Piani attuativi (lett. d) Varianti ai Piani Regolatori Generali (lett. e). Nel caso della rete irrigua, l opera è in linea di principio conforme con le varie destinazioni urbanistiche del territorio con cui andrà ad interferire lungo il tracciato, siano queste agricole (la maggior parte) oppure ambiti urbani o produttivi (per una minima parte). La variante allo S.U. è quindi funzionale, non tanto a modificare la destinazione d uso del territorio, bensì ad individuare le aree su cui realizzare l opera pubblica e garantire la legittimità degli atti amministrativi che modificano il diritto di proprietà. L analisi del Quadro Conoscitivo dei Vincoli Paesaggistici ha permesso di verificare, appunto, i vincoli paesaggistici che caratterizzano l area di intervento. Questi sono relativi al Vincolo Boschivo L.R. 39/2000, Siti Unesco, Riserve Naturali Regionali, Riserve Naturali Statali, Aree Naturali Protette di interesse locale, S.I.R. L.R. 56/2000, Vincoli Paesaggistici PIT. L approccio progettuale fondato sul continuo parallelismo tra le diverse esigenze, tecniche, di analisi ambientale/vincolistica e della committenza ha permesso di non interferire con l area più importante che risulta essere quella relativa alla Riserva Naturale Regionale e Sito di Interesse Regionale L.R. 56/2000 Lago di Montepulciano. L intervento infatti si ferma ai limiti delle aree interessate dalla perimetrazione, ponendosi sul lato opposto della carreggiata della viabilità che perimetrano l area. Il Piano Regolatore Generale del comune di Montepulciano è stato approvato con Del. G.R. n.295/02, con varianti approvate fino a dicembre Fino alla definitiva approvazione del Regolamento Urbanistico comunale, le attività urbanistico- edilizie sul territorio comunale restano disciplinate dal vigente PRG riguardo alle destinazioni d uso ed alla zonizzazione del territorio, rimanendo escluso il presente intervento dalle limitazioni riportate ai commi 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8 e 9 dell art. 67, Salvaguardie generali, delle NTA del Piano Strutturale, poiché trattasi di opere poste in essere da ente pubblico. 2

3 In base alla tavola della zonizzazione del territorio comunale, la rete di progetto risulta ricadere prevalentemente in aree agricole, di tipo ZAP (zone agricole di pianura ad alta potenzialità produttiva). I tratti di rete irrigua che costeggiano dall una e dall altra parte la linea ferroviaria Firenze- Roma nella zona di Podere San Marco e la condotta principale nel tratto compreso tra la vasca di compenso e la fascia boscata di Podere Oppiata attraversano aree agricole di tipo ZAC (zone agricole collinari a prevalente vocazione cerealicola zootecnica). La rete insiste in porzioni di confine di aree D, aree produttive industriali ed artigianali, localizzate ai margini dell autostrada del Sole, a sud dell area di servizio di Montepulciano, e ai due lati della ferrovia Firenze- Roma, in corrispondenza dell intersezione con via Lauretana. Lungo l autostrada la rete attraversa aree R, zone di rispetto. La porzione occidentale della rete irrigua di progetto interferisce parzialmente con zone SA lungo il tratto di fosso Reglia di Valiano compreso nell ambito di intervento ed in corrispondenza dell attraversamento del fosso Salcheto all altezza del Podere San Ferdinando. In vicinanza della s.p. Lauretana nei pressi del podere Macchia e del podere San Pietro tratti della rete di progetto ricadono nell area di rispetto del potabilizzatore, in una zona classificata come SP, attrezzature e servizi pubblici. L area di servizio di Montepulciano, lungo l autostrada del Sole, attraversata marginalmente da un tratto di rete, è classificata come area S attrezzature e servizi a gestione privata, circondata da aree PR aree averde privato. Altra area S attraversata dalla rete di progetto è quella presente all interno dell area industriale Le Caselle. Il nucleo urbano di Salcheto è tipizzato come zona B tessuti urbani o nuclei da completare. Il Piano Strutturale: Il Piano Strutturale del comune di Montepulciano è stato adottato con D.C.C. n.76 del 28/06/2006. Le Norme tecniche di Attuazione sono state approvate con Del. C.C. n.63 del La legge regionale 3 gennaio 2005, n.1 Norme per il governo del territorio prescrive per ogni strumento di pianificazione territoriale la dotazione di un documento, lo Statuto del territorio, che, nel caso del Piano Strutturale, individua e definisce: a) le risorse che costituiscono la struttura identitaria del territorio comunale definita attraverso l individuazione dei sistemi e dei sub-sistemi territoriali e funzionali; b) le invarianti strutturali; c) i principi del governo del territorio; d) i criteri per l utilizzazione delle risorse essenziali nonché i relativi livelli minimi prestazionali e di qualità con riferimento a ciascuno dei sistemi territoriali e funzionali di cui alla lettera a); e) la disciplina della valorizzazione del paesaggio, nonché le disposizioni di dettaglio per la tutela dell ambiente, dei beni paesaggistici e dei beni culturali in attuazione del piano di indirizzo territoriale e del piano territoriale di coordinamento; f) le aree e gli immobili dichiarati di notevole interesse pubblico Il Piano Strutturale contiene inoltre: a) il quadro conoscitivo idoneo a individuare, valorizzare o recuperare le identità locali integrandosi, a tale scopo con quello delle risorse individuate dal piano territoriale di coordinamento; 3

4 b) la ricognizione delle prescrizioni del piano territoriale di coordinamento e del piano di indirizzo territoriale; c) le azioni e le strategie per la conservazione, il recupero, la riqualificazione e la valorizzazione del paesaggio, delle aree e dei beni costituenti i valori riconosciuti del territorio, al fine di garantirne la tutela e la valorizzazione nei processi evolutivi. Invarianti strutturali Le risorse, i beni e le regole relative all uso, nonché i livelli di qualità e le relative prestazioni minime, costituiscono invarianti strutturali del territorio da sottoporre a tutela al fine di garantirne lo sviluppo sostenibile. Il confronto tra l andamento dei tracciati della rete di progetto e la tavola di progetto di Piano Strutturale Invarianti strutturali, ha messo in evidenza la possibile interferenza tra l opera in esame e le seguenti risorse territoriali: SISTEMA DELLE ACQUE Reticolo idrografico; Rete dei canali scolanti; Corpi idrici EMERGENZE DELLA VEGETAZIONE Seminativi di fondovalle con presenza significativa dell arborato a vite; Tessuto agrario a maglia fitta con prevalenza dell olivo e del promiscuo; Tessuto agrario a maglia fitta della bonifica e dei seminativi di fondovalle Territori ricoperti da boschi; Rete dei corridoi ecologici; IL PATRIMONIO INSEDIATIVO Beni storici architettonici del PTC (BSA); Altri beni storici extraurbani Edifici di interesse storico o con elementi di interesse storico; Centri storici minori ed edificato presente nel 1954; Aree di pertinenza degli aggregati e dei BSA (PTC); Aree di pertinenza dei centri urbani (PTC) La disciplina delle invarianti strutturali, contenuta nell art. 33 e, per quanto riguarda le tessiture agrarie, nell art.34, costituisce norma di salvaguardia fino alla definitiva approvazione del Regolamento Urbanistico del comune di Montepulciano. Gli elementi dell ambiente naturale costituiscono la rete ecologica del territorio comunale e sono così elencati dall art.33 delle Norme di Piano strutturale approvate: Boschi; 4

5 boschetti e gli alberi isolati o a piccoli gruppi con particolari funzioni ecologiche o con carattere di monumentalità e peculiarità legati a specie, età e dimensione; tutte le forme vegetazionali con funzione di collegamento ecologico, - le siepi e filari alberati; - la rete delle praterie e delle radure dei crinali; - i corsi d'acqua; - la rete idraulica agraria; - le zone umide; - le pozze e raccolte d'acqua a cielo aperto; - i corridoi aperti tra dorsale e fondovalle; - i colli di bottiglia delle rotte migratorie L art. 33 prescrive che In presenza di opere infrastrutturali si dovranno prevedere opere atte a mitigarne gli effetti ed in particolare misure per il superamento della frammentazione degli habitat. Ulteriori, più specifiche prescrizioni che hanno come oggetto gli elementi dell ambiente naturale sono riportate nelle Norme Tecniche del Regolamento Urbanistico. I corsi d acqua comprendono i fiumi, torrenti, rii, canali e i loro elementi costitutivi (alvei, argini, briglie, formazioni ripariali, opere di regimazione idraulica). L art.33 prescrive di limitare gli interventi a quelli definiti mediante rinaturalizzazione dei corsi d acqua, integrazione o ricostituzione della vegetazione ripariale, tramite tecniche di ingegneria naturalistica. Le superfici boscate, indipendentemente dalla composizione floristica, lo stato vegetazionale in cui si trovano, dalla forma di governo e dall età del soprassuolo, sono da tutelare e non è possibile prevederne l eliminazione o la riduzione se non per motivi di eccezionale interesse pubblico. L eliminazione non è ammissibile se non per indispensabili e comprovati motivi e deve essere autorizzata e assoggettata ad interventi compensativi. Il PS considera poi, quali elementi da sottoporre a tutela in tutto il territorio comunale, le piante forestali isolate, a gruppi, a filari o costituenti siepi, non ricomprese nei boschi e situate al di fuori dei centri urbani, che rivestono carattere di monumentalità, eccezionalità o peculiarità (determinabile in base a specie, età e dimensione della pianta o particolare ubicazione), dotate delle seguenti caratteristiche: a) le piante aventi: 1) diametro maggiore di 40 centimetri per: Quercus sp. pl. querce Fagus sylvatica L. faggio Acer sp.pl. aceri Tilia sp.pl. tigli 5

6 Ulmus sp.pl. olmi Fraxinus excelsior L. frassino maggiore Pinus pinea L. pino domestico Castanea sativa Mill. castagno 2) diametro maggiore di 30 centimetri per: Cupressus sempervirens L. cipresso comune 3) diametro maggiore di 10 centimetri per: Taxus baccata L. tasso. b) singole piante specificamente individuate, per tipologia e localizzazione, dalla comunità montana e dalla Provincia; c) siepi, filari o altre formazioni forestali che non presentano le dimensioni, la densità o la copertura del suolo del bosco, specificamente individuate, per tipologia e localizzazione, dalla comunità montana e dalla Provincia. Paesaggio agrario Il Piano Strutturale riconosce quali emergenze del paesaggio agrario da tutelare le tessiture agrarie di pregio e le altre emergenze individuate e localizzate nella carta dello Statuto del territorio, le Invarianti strutturali. Tali emergenze sono rappresentate dalle tessiture agrarie a maglia fitta dell olivo e del promiscuo, caratteristiche delle zone collinari, dalla maglia fitta di pianura o con permanenze del tessuto agrario della bonifica, tipica di alcune zone pianeggianti e di bonifica, dalla tessitura agraria dei seminativi con significativa presenza dell arborato a vite, dalle aree calanchive. Nello specifico, le tessiture agrarie vengono così distinte: - a maglia fitta - quelle caratterizzate dalla permanenza di associazioni colturali tradizionali - vite/ulivo/seminativi - della forma e dimensione dei campi, della viabilità poderale e dei confini, in genere coincidenti con la rete scolante principale; - a maglia media - quelle caratterizzate dalla eliminazione delle colture arboree, con accorpamento e semplificazione dei campi, mantenendo tuttavia alcuni elementi originari quali la viabilità poderale e la forma dei confini più ampi con permanenza di siepi e di presenze arboree; - - a maglia larga - quelle caratterizzate dalla ristrutturazione totale della maglia dei campi, della rete scolante e della viabilità poderale, con accorpamenti su grandi dimensioni dei campi, nonché eliminazione pressoché totale delle colture arboree tradizionali e di ogni forma di vegetazione arborea e arbustiva. Per la tessitura agraria a maglia fitta l art.34 delle Norme di Piano Strutturale indica che possono essere eliminate le piantate residue poste all'interno dei campi con eccezione di quelle di bordo o poste in fregio alla viabilità campestre. É inoltre da tutelare la viabilità campestre e il disegno esterno dei campi derivanti da accorpamenti. Nelle zone a maglia larga si legge che devono essere conservate le ormai limitatissime tracce della tessitura agraria precedente (presenze arboree, fossi bordati da vinchi, salici e gelsi, viabilità campestre). Le trasformazioni che interessino aree con tessiture agrarie come sopra descritte devono essere corredate da un analisi progettuale che ne dimostri le caratteristiche migliorative dal punto di vista idraulico, tecnico-agronomico e paesisitico-ambientale Indipendentemente dalla loro collocazione (maglia fitta, media o larga) le sistemazioni idraulico-agrarie 6

7 (terrazzamenti, ciglionamenti, muri di contenimento lungo le strade), anche se non censite specificamente, sono da conservare integralmente. Le emergenze del paesaggio agrario individuate dal Piano Strutturale, interferite dalla rete di progetto, sono: Seminativi di fondovalle con presenza significativa dell arborato a vite; Tessuto agrario a maglia fitta con prevalenza dell olivo e del promiscuo; Tessuto agrario a maglia fitta della bonifica e dei seminativi di fondovalle Il paesaggio agrario è anche oggetto da parte dl Piano di specifica attenzione riguardo ai sistemi storico- paesistici che lo caratterizzano: le norme di Piano si soffermano nell indicare indirizzi e prescrizioni di ordine generale, da rispettare e specificare ulteriormente nel corso della elaborazione del Regolamento Urbanistico, che attualmente è in via di definitiva approvazione. In particolare, insieme all analisi ed agli indirizzi che riguardano generalmente le tessiture di pregio del paesaggio agrario, che divengono specifici tessuti con particolare destinazione agricola nella definizione dei sistemi agrari emergenti sopra elencati, il Piano Strutturale si occupa dei manufatti della bonifica, della viabilità storica, dei sentieri e delle strade vicinali e poderali, delle sistemazioni idraulico agrarie tradizionali. L art.40 delle Norme di Piano indica i Criteri generali d intervento nel territorio aperto. In riferimento all intervento in esame, del citato articolo si riporta: Negli insediamenti rurali dovranno essere conservati ben leggibili i segni delle destinazioni d uso che hanno determinato i caratteri organizzativi e,architettonici degli spazi aperti, nei loro rapporti con il territorio agricolo, nelle diverse parti funzionali (aie, orti, spazi di raccolta, spazi di sosta) e nei loro elementi di servizio e di arredo. In particolare le sistemazioni esterne dovranno essere progettate nel rispetto della peculiarità dei luoghi evitando opere incongrue, ovvero:.; non è consentito intervenire sugli spazi aperti attraverso l eliminazione di costruzioni tradizionali, manufatti ed elementi di arredo; per il patrimonio edilizio esistente in zona agricola dovranno essere mantenuti e/o ripristinati i caratteri rurali degli edifici Questi caratteri dovranno essere rispettati anche nelle strutture e negli spazi di pertinenza, quali le eventuali recinzioni e separazioni fisiche in genere.. Si legge che si rimanda al Regolamento Urbanistico per.- disciplinare la realizzazione degli impianti a rete prevedendone, di norma, la localizzazione nei corridoi già presenti, lungo le strade, le testate dei campi e comunque in modo da recare il minor pregiudizio possibile alla conservazione dell ambiente naturale e alla immagine paesaggistica complessiva e per prevedere apposita disciplina per gli interventi di impianto, sia in aree urbane che rurali, con l uso esclusivo di specie autoctone o di specie compatibili, quali i cipressi,considerate ormai parte integrante del paesaggio locale Nel riferirsi alle azioni di conservazione, valorizzazione e tutela dei manufatti della bonifica, da adottare in sede di eventuali trasformazioni fisiche del territorio, il Piano Strutturale rimanda alle specifiche di Regolamento Urbanistico in merito alla disciplina che governi azioni di mantenimento e/o il ripristino delle alberature residue, delle viabilità poderali, la rinaturalizzazione delle aree attraverso la localizzazione di alberature, vegetazione non colturale, la salvaguardia delle vedute di valore paesaggistico In riferimento alla viabilità storica, sentieri, strade vicinali e poderali, I tracciati storici, compreso quelli che costituiscono la rete viaria minore, si legge nelle Norme di Piano che gli 7

8 interventi di trasformazione in genere devono comunque comportare la conservazione dei conservare dei principali elementi caratterizzanti di corredo (vegetazione non colturale, manufatti storici ed opere d arte). L art.51 delle Norme di Piano disciplina il Sistema funzionale della produzione agricola, dettando indirizzi per il controllo delle azioni di trasformazione disciplinate dal Regolamento Urbanistico. In particolare: la salvaguardia e tutela ed in alcuni casi il recupero e ripristino, degli elementi significativi dell'ambiente rurale, quali siepi, fossi e canalette di scolo, formazioni lineari arboree ed arbustive non colturali e colturali (viti, piante da frutto, aceri, ecc.), individui arborei di carattere monumentale, viabilità minore, rete scolante principale e secondaria.; gli interventi a tutela degli alberi notevoli in forma di filari o isolati, ecc.; la protezione e la manutenzione dei boschetti, delle siepi, delle scarpate alberate o con copertura arbustiva o erbosa, delle formazioni lineari ovunque collocate; Patrimonio insediativo Il Piano Strutturale differenzia i beni ed i centri urbani in base al loro valore ed interesse storico architettonico, al valore paesaggistico che assumono in rapporto al contesto all interno del quale sono inseriti, alla loro collocazione in territorio extraurbano, all interno di ambiti urbani o in aree di margine ai centri o nuclei minori. I beni possono essere di tipo puntuale o conformarsi come nuclei di interesse storico e paesistico. Bei beni puntuali e delle aree di pertinenza, che il Piano Strutturale individua nella tavola delle Invarianti strutturali, e degli altri elementi e sistemi del patrimonio insediativo il Piano indica criteri ed indirizzi per la loro tutela e la valorizzazione, rimandando, ancora una volta, agli approfondimenti a riguardo contenuti nel Regolamento Urbanistico. Il Piano Strutturale, accogliendo ed estendendo il censimento già operato dal Piano Regolatore Generale, individua dunque i seguenti beni e sistemi urbani di interesse storico, architettonico e paesaggistico, inserendoli tra le Invarianti dello Statuto di Piano. Di questi si elencano di seguito quelli interferiti dal passaggio della rete in progetto: beni storico architettonici del territorio aperto e loro pertinenze; altri beni storici extraurbani; aree di pertinenza dei centri del sistema urbano provinciale; aggregati; aree di pertinenza degli aggregati; centri storici minori ed edificato presente al 1954 BENI STORICO ARCHITETTONICI DEL TERRITORIO APERTO E LORO PERTINENZE Sono costituiti dalle ville, dai giardini, dai castelli, dalle fattorie ed edifici specialistici quali chiese, pievi, monasteri e mulini e rappresentano una delle componenti fondamentali del sistema insediativo senese. Gli immobili e le relative aree di pertinenza sono sottoposte a particolare normativa di tutela paesaggistica al fine di mantenere il contesto figurativo agricolo ed ambientale. In riferimento alle aree di pertinenza di tali beni, il Piano Strutturale, rimandando comunque agli approfondimenti di Regolamento Urbanistico, prescrive l obbligo del mantenimento dei rapporti tra queste e i beni di riferimento, attraverso anche la conservazione di tutti gli 8

9 elementi dell organizzazione degli spazi aperti (viali alberati, viabilità poderale, case rurali, vegetazione tradizionale non colturale, piantate residue, piante arboree e siepi) e l eventuale ripristino delle parti perdute se documentate. La rete di progetto interferisce parzialmente con aree di pertinenza dei seguenti beni storico architettonici: Podere san Marco; Villa Stuart; ALTRI BENI STORICI EXTRAURBANI Comprendono tutti gli edifici già censiti dal Piano Regolatore generale, classificati secondo l interesse storico architettonico. Anche per questi si rimanda alla disciplina specifica di Regolamento Urbanistico comunale. L interessamento da parte dei tracciati di rete di aree di pertinenza dei beni storici extraurbani è stato accuratamente evitato in questa prima fase progettuale. Il rapporto esistente tra la configurazione della rete di progetto ed i beni è evidenziato nella tavola allegata Ambiti sensibili e potenziali interferenze. AREE DI PERTINENZA DEI CENTRI DEL SISTEMA URBANO PROVINCIALE Si tratta di aree di particolare pregio ambientale e paesaggistico, per la presenza e l elevato grado di conservazione delle sistemazioni agrarie tradizionali e per l importante funzione legata alla corretta percezione degli stessi valori urbani. A causa della loro prossimità alle strutture urbane e ai tessuti residenziali più recenti, sono però potenzialmente soggette ad un uso periurbano e ad interventi quali sistemazioni esterne, recinzioni, realizzazione di manufatti, ecc., estranei alle caratteristiche rurali proprie dei luoghi. Il Piano Strutturale, nella tav.p08, individua i perimetri delle aree di pertinenza, ovvero di quelle aree che sono da considerarsi intorno territoriale contiguo degli ambititi urbani. In merito l art.33 riporta, tra l altro..si dovrà favorire il ripristino della tessitura agraria, della vegetazione non colturale, dei percorsi campestri e dei sentieri e dei valori di integrità paesaggistico-ambientale, Sono attraversate aree di pertinenza dei centri urbani nella porzione di territorio di intervento compresa tra l autostrada, la strada che costeggia podere San Pietro e podere Macchia di Mezzo e quella che costeggia podere Giuncheta. AGGREGATI ED AREE DI PERTINENZA DEGLI AGGREGATI I nuclei minori sparsi, ovvero gli aggregati in prevalenza costituiti da borghi lineari e corti rurali, rappresentano una peculiare forma insediativa del territorio. Le aree di pertinenza degli aggregati sono aree sottoposte a particolare normativa di tutela paesaggistica al fine di salvaguardare l ambiente e il paesaggio. Vengono per brevi tratti attraversati dalla rete idrica le aree di pertinenza dell aggregato Tre Berte. Nell art.33 si legge che per gli spazi esterni si devono preveder e azioni di conservazione e ripristino che non siano in contrasto con i caratteri morfologici e paesaggistici In riferimento agli aggregati ed alle relative aree di pertinenza, in relazione alle trasformazioni che possono interessare tali ambiti, le norme di Piano rimandano comunque alla specifica disciplina di Regolamento Urbanistico. 9

10 Sistemi e subsistemi territoriali Il Piano Strutturale suddivide il territorio in sistemi territoriali, individuati in base alla sintesi tra caratteristiche fisico-morfologiche dei luoghi e dei sistemi insediativi, alle attività che vi si svolgono ed alle connotazioni di paesaggio. I tre Sistemi Territoriali, ai quali si affiancano nella parte progettuale del Piano anche corrispondenti Sistemi Funzionali, sono così individuati: Sistema territoriale della collina interna; Sistema territoriale pedecollinare; Sistema territoriale della pianura. Il Sistema prevalentemente attraversato dalla rete esaminata è quello della pianura. Soltanto il tratto di condotta principale che va dalla vasca di compenso all attraversamento della s.c. Fornace ricade nel Sistema territoriale pedecollinare, così come i tratti compresi tra la linea ferroviaria Empoli Chiusi ed il limite di intervento ad ovest. I tre macrosistemi territoriali sono a loro volta suddivisi in Subsistemi di Paesaggio, che, sulla base delle caratteristiche di omogeneità riscontrate, costituiscono il riferimento per la valorizzazione e la tutela dell integrità paesistica del territorio. Nel territorio di Montepulciano sono riconosciuti dieci sub-sistemi di paesaggio. Quelli attraversati dalla rete in progetto sono i seguenti: 9 La pianura bonificata ; 8 i colli di Valiano, nel tratto iniziale della condotta principale che si diparte dalla vasca di accumulo; 7 Cervognano e Cerraie, nei tratti di rete compresi tra la rete ferroviari Empoli Chiusi, il confine occidentale dell intervento e il fosso Salcheto; 6 la collina insediata, nei tratti di rete compresi tra il fosso Salcheto, a sud, la linea ferroviaria Empoli Chiusi ed il limite occidentale dell intervento Obiettivo generale del P.S. in riferimento ai subsistemi di paesaggio è la tutela, nelle trasformazioni che interessano il territorio e le sue parti, non tanto di un singolo elemento, quanto della relazione tra i numerosi elementi che compongono il paesaggio e la sua percezione d insieme. Tra gli obiettivi specifici c è la definizione delle condizioni per la realizzazione di infrastrutture esterne ai centri urbani e degli impianti a rete e per il loro inserimento paesaggistico. Per ogni Subsistema le norme descrivono sinteticamente le caratteristiche, gli aspetti geologici e idrogeologici, l uso del suolo, la caratterizzazione agraria, gli elementi di pregio e le criticità presenti. Sono inoltre definiti gli indirizzi e le prescrizioni per la tutela paesistica in riferimento alle trasformazioni ammissibili. In particolare, tra le prescrizioni definite per ciascun subsitema territoriale e i miglioramenti ambientali prioritari proposti, si riportano quelli che potrebbero costituire riferimento per le azioni di attenuazione o annullamento dei potenziali impatti, che possono attuarsi attraverso accorgimenti e approfondimenti progettuali da porre in essere nelle successive fasi di progettazione o attraverso le misure di mitigazione da prevedere. 10

11 Tenuto conto della natura degli interventi, e quindi del limitato corridoio interessato per l effettuazione degli scavi, per il posizionamento e per la ricopertura delle condotte, del carattere temporaneo degli effetti delle lavorazioni, della previsione di tempi rapidi di ripristino delle condizioni ambientali e paesaggistiche preesistenti agli interventi per la realizzazione delle opere, dell attenzione già posta in questa fase, e che sarà adottata anche in sede di approfondimento progettuale, per l eliminazione, ovunque sia possibile, delle potenziali interferenze con gli elementi ed i sistemi oggetto di prescrizione da parte del Piano strutturale e del Regolamento Urbanistico comunale, si possono assumere i riferimenti prescrittivi sotto citati primariamente come guida per l ottimizzazione degli interventi di mitigazione paesaggistico - ambientale. Per il subsistema 9 La pianura bonificata, tra i miglioramenti ambientali riportati all art. 49 delle Norme approvate di Piano Strutturale, si tiene presente l indicazione di ricostituzione della rete dei corridoi ecologici. Per il subsistema 8 I colli di Valiano, tra le prescrizioni ed i miglioramenti ambientali prioritari riportati all art. 48, ci fa riferimento ai seguenti:si dovrà tendere ad un miglioramento della rete ecologica esistente ricostituendo siepi vive di divisione dei campi, riducendo in modi tecnicamente opportuni le loro dimensioni, piantando filari alberati lungo le principali strade, anche tramite olivi di bordo; l intorno degli edifici dovrà mantenere una caratterizzazione agricola ed è auspicabile una ricostituzione delle sistemazioni agrarie tradizionali (le alberate o gli oliveti promiscui a seconda delle zone). Per il subsistema 7 Cervognano e Cerraie, si terrà presente che visto il notevole pregio ambientale del subsistema e la sua relativa integrità, tutte le trasformazioni dovranno essere limitate e attentamente valutate. In linea generale si dovrà tendere ad un miglioramento della rete ecologica esistente ed al suo potenziamento, ricostituendo siepi al confine dei campi, filari alberati lungo le principali strade, anche tramite olivi di bordo. si dovrà migliorare la rete dei corridoi ecologici. La vegetazione non colturale, qui costituita da alberature segnaletiche, boschetti, siepi, dovrà comunque +essere mantenuta o aumentata. Per il subsistema 6 la collina insediata, lungo le strade e la viabilità secondaria, compatibilmente coi dettami del codice, dovranno essere ricostituiti viali alberati in coerenza col contesto di riferimento (olivi di bordo, olmi, aceri campestri, siepi miste, cipressi etc). Le norme di Piano Strutturale rimandano, per quanto riguarda le specifiche prescrittive riferite ai sistemi ed ai subsistemi territoriali ed alle invarianti strutturali, all approfondimento normativo effettuato in sede di redazione del Regolamento Urbanistico; i riferimenti prescrittivi da norme di attuazione del Regolamento Urbanistico quale, per ogni componente territoriale ed ambientale potenzialmente interferita dalla rete in progetto, sono riportati nel paragrafo successivo. U.T.O.E. Il Piano Strutturale prevede la definizione dell entità delle trasformazioni fisiche e funzionali relativamente a sette Unità Territoriali Organiche Elementari (UTOE), che comprendono i nuclei abitati principali del territorio comunale. Le UTOE costituiscono strumenti di controllo e gestione delle trasformazioni territoriali e delle azioni pubbliche e private attivabili e in riferimento alle quali le politiche e strategie di governo devono essere definite in modo complessivo ed unitario. 11

12 La loro perimetrazione discende dalla necessità di coordinare le azioni di trasformazione entro ambiti organici e distinti, per i quali si attribuiscono disposizioni che specificano e integrano quelle riferite ai sistemi territoriali e funzionali. Gli ambiti urbani ricompresi all interno delle UTOE sono distinti in: città antica, città consolidata, città nuova, aggregati urbani. L opera in progetto è compresa all interno delle seguenti UTOE: n.7 Valiano, n.4 Acquaviva, n.6 Stazione di Montepulciano. La rete attraversa prevalentemente territori compresi all interno dell UTOE Acquaviva. I tratti della rete situati a nord- ovest all interno dell ambito di progetto ricadono nell UTOE Stazione di Montepulciano ; la porzione di rete posta a nord- est nell ambito di progetto, compresa tra la traversa della Lauretana, la strada poderale che costeggia podere Via del Campo fino alla linea ferroviaria Roma- Firenze, la linea ferroviaria fino al nodo J7, il confine di proprietà di Podere Maggesoni, il canale Maestro della Chiana ed il fosso Reglia di Valiano, ricade all interno dell UTOE Valiano. La rete di progetto ricade solo in alcuni brevi tratti, in posizione marginale, all interno degli aggregati di Salcheto e di Tre Berte, appartenenti all UTOE Acquaviva, mentre attraversa, sempre con brevi tratti, le aree di città nuova della UTOE n.4 in corrispondenza di Podere Parcese, dell area industriale ed artigianale a nord di località Le Caselle e dell area a ridosso dell autostrada del Sole a nord di podere Barbesi. Le prescrizioni specifiche da osservare nell effettuazione delle trasformazioni all interno dei nuclei minori, aggregati, indicati anche come invarianti del Piano Strutturale, sono contenute nelle NTA del Regolamento Urbanistico comunale. Pericolosità idraulica Il Piano strutturale, nella tavola della Pericolosità idraulica, distingue i territori comunali in base a differenti classi di pericolosità, riprendendo anche le definizioni e le distinzioni delle classi come riportate nel Piano di Assetto Idrogeologico: classe 1 pericolosità irrilevante; classe 2 _ pericolosità bassa; classe 3_ pericolosità media; classe 4_ pericolosità elevata L intervento interessa prevalentemente aree ricadenti in zone di classe di pericolosità idraulica 4 ed aree di classe di pericolosità 1, 2, 3 in località Tre Berte. Rientrano in classe di pericolosità idraulica 4 le aree di fondovalle non protette da opere idrauliche per le quali ricorrono entrambe le seguenti condizioni: - vi sono notizie storiche di inondazioni; - sono morfologicamente in situazione sfavorevole, di norma a quote altimetriche inferiori rispetto alla quota posta a ml. 2 sopra il piede esterno dell argine o, in mancanza, sopra il ciglio di sponda. Per le specifiche indicazioni riguardanti gli interventi possibili e le prescrizioni per la loro attuazione in aree con classe di pericolosità 4 e nelle altre aree il Piano Strutturale rimanda alle norme di Regolamento urbanistico comunale. La tavola citata riporta anche i sistemi di arginature esistenti lungo il canale Maestro della Chiana, il fosso Salcheto ed il canale consorziale Val di Seste Montanaro, che si diparte dal 12

13 canale Maestro in corrispondenza del confine settentrionale della Riserva del Lago di Montepulciano. VINCOLI E SALVAGUARDIE Il Piano strutturale accoglie e riporta le disposizioni vincolistiche sovraordinate. Riporta dunque, nella Carta dei Vincoli e delle salvaguardie del Quadro conoscitivo: i vincoli paesaggistici ai sensi degli articoli 136 e 142 del Codice dei Beni culturali e del paesaggio (D.Lgs.42/2004); la perimetrazione delle aree appartenenti al Sistema delle Aree Protette, ai sensi della L.R: 11 aprile 1995, n.49, Norme sui parchi, le riserve naturali e le aree naturali protette di interesse locale e della Deliberazione Consiglio Regione Toscana n. 296 del 1988 Sistema regionale delle aree protette attuazione del disposto di cui all art. 1 bis sulla formazione dei piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali ; la perimetrazione dei Siti di Interesse Regionale (Del. G.R. 5 luglio 2004, n Attuazione art. 12, comma 1, lett. a) della L.R. 56/00 Norme per la conservazione e la tutela degli habitat naturali e seminaturali, della flora e della fauna selvatiche. Approvazione norme tecniche relative alle forme e alle modalità di tutela e conservazione dei Siti di importanza regionale (SIR); aree sottoposte a vincolo idrogeologico, ai sensi della L.R. n.39 del 2000; fasce di rispetto delle infrastrutture stradali, ai sensi dell art.26 del D.P.R. 16/12/1992, n.495; fasce di rispetto delle infrastrutture ferroviarie, ai sensi dell art.49 del D.P.R. 11/07/1980, n.753; vincolo cimiteriale, ai sensi dell art.338 del T.U. Leggi sanitarie R.D. n.1265 del27/07/1934. La Deliberazione del Consiglio Regione della Toscana n. 296 del 1988, Sistema regionale delle aree protette attuazione del disposto di cui all art. 1 bis sulla formazione dei piani urbanistico-territoriali con specifica considerazione dei valori paesistici e ambientali ; riporta la classificazione tipologica delle aree protette regionali, distinguendole in aree di tipo a, b, c e d. L art. 10 della legge Regionale n.52 del 1982, Norme per la formazione del sistema delle aree protette dei Parchi e delle Riserve naturali in Toscana, differenzia le aree protette in base alla presenza, consistenza e prevalenza, grado di conservazione dei beni e risorse individuate, definendo le aree a come aree che presentano interesse paesaggistico ambientali d'insieme, con carattere prevalentemente estensivo. A tali categorie di aree si applicano misure di salvaguardia, che consistono in vincoli immediati, ma temporanei: la delimitazione e le norme di salvaguardia delle aree a rimangono valide fino a quando non sarà definitivamente approvato il P.T.C. che, per la parte relativa ai sistemi paesaggistici ed ambientali, sostituirà integralmente il disposto della D.C.R. 296/88. In attesa della definitiva approvazione del Regolamento Urbanistico e, comunque, per un periodo non superiore a 3 anni dalla data di adozione del Piano Strutturale, si applicano le norme di salvaguardia definite dall art.33 della L.R. 5/95 e, in riferimento alle aree protette di categoria a del Sistema Regionale delle Aree protette, restano in vigore i vincoli, le prescrizioni e le salvaguardie indicate nella D.C.R. 296/88. 13

14 AMBITI DI RISPETTO FLUVIALE La tavola di quadro conoscitivo Ambiti fluviali illustra la perimetrazione e l estensione degli Ambiti A, Ambiti B e della Pianura alluvionale. La rete in progetto ricade prevalentemente all interno di aree della pianura alluvionale ed in aree di ambito B. Alcune parti della rete ricadono anche in ambiti A. L art.13 delle norme di Piano Strutturale approvate riporta: Per le aree ricadenti all interno dell ambito A definito come "di assoluta protezione del corso d`acqua", che corrisponde agli alvei, alle golene, agli argini dei corsi d acqua di cui al punto b del comma 2 dell art. 65 del PIT, nonché alle aree comprese nelle due fasce della larghezza di ml. 10 adiacenti a tali corsi d acqua, misurate a partire dal piede esterno dell argine o, in mancanza, dal ciglio di sponda" (art. 75 P.I.T.),., è escluso su tali aree qualsiasi intervento di nuova edificazione, manufatti di qualsiasi natura e trasformazioni morfologiche, ad eccezione delle opere idrauliche, di attraversamento del corso d acqua, degli interventi trasversali di captazione e restituzione delle acque, nonché degli adeguamenti di infrastrutture esistenti senza avanzamento verso il corso d acqua, a condizione che si attuino le precauzioni necessarie per la riduzione del rischio idraulico, relativamente alla natura dell intervento ed al contesto territoriale e si consenta comunque il miglioramento dell accessibilità al corso d acqua stesso. L art.14 delle norme di Piano Strutturale riporta: Per le aree ricadenti all interno dell ambito B.. che non siano state oggetto di studi idraulici particolareggiati dai quali si evidenzi l assenza di condizioni di rischio, il Regolamento Urbanistico potrà prevedere.. localizzazioni puntuali di nuove infrastrutture a rete o puntuali che comportino nuove costruzioni o trasformazioni morfologiche., alle condizioni spiegate nelle norme e specificate nella disciplina di Regolamento Urbanistico. Si specifica inoltre che sono esclusi dalla norma riportata sopra in stralcio i nuovi piani attuativi e le varianti ai piani attuativi vigenti che non comportano trasformazioni morfologiche e che non prevedono incrementi di superficie coperta superiori a mq AREE DI PERTINENZA FLUVIALE Su ambedue le sponde dei corsi d acqua individuati dal Piano è istituita una fascia di rispetto di larghezza minima pari a 10 ml. a partire dal piede esterno dell argine o in mancanza di questo dal ciglio di sponda; questa fascia, oltre a garantire la conservazione delle funzioni biologiche dell ecosistema ripariale, serve ad assicurare la piena efficienza delle sponde e la funzionalità delle opere idrauliche, oltre a facilitare le operazioni di manutenzione delle stesse. Per le ulteriori limitazioni e prescrizioni inerenti le aree di pertinenza fluviale si rimanda alla trattazione del Regolamento Urbanistico comunale. I corsi d acqua L art.23 delle Norme di regolamento Urbanistico prescrive su ambedue le sponde dei corsi d acqua già indicati nelle tavole di piano Strutturale una fascia di rispetto di 10 metri, che comprende anche le sponde interne e l alveo In questa fascia di rispetto: è vietato qualsiasi tipo di edificazione comprese le recinzioni; sono consentiti solamente interventi di sistemazione a verdi, senza attrezzature fisse; è vietato ogni tipo di impianto tecnologico salvo le opere attinenti alle derivazioni e alle captazioni per approvvigionamento idrico e, sono vietati i movimenti di terra che alterino in modo sostanziale e/o 14

15 stabilmente il profilo del terreno. All art.24 si legge ancora: In tutto il territorio rurale I canali, i fossi, i corsi d acqua in genere devono, prioritariamente, mantenere inalterate le loro caratteristiche originarie nei relativi aspetti strutturali, quali il tracciato,la giacitura, la dimensione. Canalizzazioni agricole: Tutti gli interventi che coinvolgono parti di terreno agricolo dovranno essere volti al mantenimento dell efficienza delle canalizzazioni, provvedendo, in ogni caso,al ripristino della loro funzionalità laddove questa risulti essere stata manomessa dagli interventi Paesaggio agrario Si legge all art.101 delle norme, in riferimento alla realizzazione di nuovi impianti a rete: Art. 101.Nel territorio rurale sono ammissibili, nell osservanza di ogni relativa specifica vigente disposizione, la manutenzione, l adeguamento, la ristrutturazione, la realizzazione di impianti a rete e puntuali per l'approvvigionamento idrico, per. Gli impianti a rete, nei casi di nuova realizzazione, devono essere, in tutto il territorio rurale, preferibilmente interrati. Si dovrà comunque: - localizzarli nei corridoi già presenti, lungo le strade, le testate dei campi e comunque in modo da recare il minor pregiudizio possibile alla conservazione dell ambiente rurale e alla immagine paesaggistica complessiva; - evitare che vengano localizzati in posizione visivamente dominante ed è vietato disporli lungo i crinali. In tutto il territorio rurale, eccettuati i boschi in genere, sono inoltre ammissibili la manutenzione, la ristrutturazione e la realizzazione di piccoli impianti tecnici.. In ogni altro caso i piccoli impianti tecnici predetti devono essere preferibilmente seminterrati e comunque, salve insopprimibili esigenze di carattere tecnologico, avere superficie coperta non superiore a 4 metri quadrati, e altezza non superiore a 2,20 metri. Qualora i suddetti impianti debbano o possano essere tinteggiati, lo devono essere con colori chiari e tipici del territorio interessato, quali il giallo, l ocra, altre tonalità comunque tendenti alle terre di Siena. Essi devono in ogni caso essere opportunamente mascherati con specie vegetali tipiche, autoctone o naturalizzate. Di tale prescrizione si terrà conto nella predisposizione delle opere di attenuazione dell impatto paesaggistico connesso con l inserimento dei nodi tecnici emergenti e di tutti gli altri elementi considerabili come impianti tecnici non interrati, anche di piccole dimensioni. Il territorio rurale comprende le aree ad esclusiva e prevalente funzione agricola. In coerenza con il Piano Strutturale, nel territorio rurale le trasformazioni e le utilizzazioni devono garantire la conservazione, il ripristino e la valorizzazione: - delle aree di rilevante valore paesaggistico; - degli assetti poderali; dell'assetto della viabilità poderale ed interpoderale; - delle tracce e dei segni sul territorio che testimonino precedenti assetti morfologici e di proprietà; - delle colture tradizionali, nonché delle forme tradizionali di integrazione produttiva tra colture; 15

16 - degli individui vegetali, singoli, od in filari, od in gruppi, appartenenti alle specie autoctone o tradizionali. All interno del territorio rurale, ove si riconoscono, anche se non censiti, vanno mantenuti in essere nei loro caratteri formali, di presidio idrogeologico e come elementi di qualificazione del paesaggio agrario: le parti con sistemazioni agrarie storiche, in cui sono visibili e sufficientemente conservate sistemazioni dei terreni realizzate ai fini delle pratiche colturali agricole, effettuate secondo tecniche tradizionali;- la viabilità storica, campestre, i sentieri e le caratteristiche planoaltimetriche dei percorsi;- le opere di regimazione idraulica, il microreticolo idrografico, le opere e le sistemazioni di raccolta e di convogliamento delle acque;- le siepi e le alberature segnaletiche.. Per quanto riguarda i percorsi poderali ed interpoderali, l art.102 prescrive: devono essere tutelate, conservate e, se necessario, ripristinate: le opere di raccolta e convogliamento delle acque, le opere d'arte, le opere di sistemazione e contenimento del terreno, le alberature tradizionali segnaletiche e quelle ai lati dei tracciati. Si legge anche che è necessario prevedere la sistemazione ed i materiali del fondo stradale coerenti con la preesistenza; è vietata l asfaltatura delle strade bianche e sono consentiti esclusivamente interventi di modesta entità al fine di evitare il sollevamento di polveri in prossimità delle abitazioni private, attraverso l impiego di asfalti o altri materiali ecologici che non alterino l effetto cromatico originario Il PS riconosce tre forme di tessiture agrarie, fitta, media e larga, alle quali corrispondono tre diversi gradi di trasformabilità. In particolare nelle Zone a maglia fitta vige la massima tutela delle sistemazioni idraulico agrarie e della vegetazione non colturale, per cui valgono le seguenti prescizioni: - si dovrà mantenere la rete della viabilità campestre e la vegetazione tradizionale in tutte le forme che segnano il paesaggio (filari, siepi, alberature isolate, a gruppi, vegetazione riparia, ecc.), anche attraverso operazioni di ripristino, sostituzione e integrazione. Eventuali trasformazioni anche sostanziali degli elementi sopra indicati, potranno essere ammesse purché corredate da un analisi progettuale che dimostri le caratteristiche migliorative dell intervento, dal punto di vista idraulico, tecnicoagronomico e paesisiticoambientale L art.25, riferito al suolo e sottosuolo, per le Reti interrate prescrive: La messa in opera degli impianti a rete tecnologici dovrà evitare, di norma, la variazione e/o l alterazione del reticolo di deflusso delle acque superficiali. I lavori di chiusura degli scavi dovranno garantire il ripristino delle condizioni morfologiche preesistenti. Patrimonio insediativo BENI STORICO ARCHITETTONICI DEL TERRITORIO APERTO E LORO PERTINENZE La rete di progetto interferisce parzialmente con aree di pertinenza dei seguenti beni storico architettonici: Podere san Marco; 16

17 Villa Stuart; In riferimento all art.76 delle Norme di Regolamento Urbanistico le scelte di progetto e le opere di mitigazione paesaggistico - ambientale si attengono, soprattutto in fase di realizzazione dei tracciati e delle opere accessorie, alla prescrizione che prevede che la percezione dei beni non venga alterata. ALTRI BENI STORICI EXTRAURBANI Il Regolamento Urbanistico comprende, tra i documenti di progetto, le Tavole della Disciplina del territorio aree extra urbane e gli allegati Schede del rilievo dell edificato del territorio aperto, con relative specifiche prescrittive in caso di interventi di trasformazione sugli edifici o sulle aree di pertinenza degli stessi. Gli edifici esistenti nel territorio rurale, infatti, sono stati oggetto di catalogazione ed il Regolamento Urbanistico ha attribuito ad ognuno di essi una classe di valore in base alle loro caratteristiche specifiche e al loro stato di conservazione. In ambito rurale le classi di valore attribuite agli edifici sono: Classe I: Edifici o complessi di valore architettonico: edifici che per conservazione di elementi decorativi o costruttivi tradizionali, per caratteristiche tipologiche, per epoca di costruzione, per grado di integrazione con il paesaggio, sono riconosciuti di notevole valore. Sono qui ricompresi anche gli edifici notificati di interesse storico o artistico ai sensi del D.lgs. 42/04; Classe II: Edifici di valore tipologico. Corrispondono 4. È sempre ammesso l impianto di specie arboree e arbustive proprie del contesto locale (ad esempio noce, quercia, leccio, acero, gelso, cipresso, piante da frutto, siepi di bosso, di biancospino, rosmarino, lavanda, glicine, rose rampicanti), con esclusione delle conifere estranee all'ambiente tradizionale. agli edifici o complessi di edifici, di valore architettonico minore o con singoli elementi architettonici di pregio, ma comunque rappresentativi dell insediamento tradizionale; edifici significativi per la loro tipologia ed il loro inserimento nel contesto paesaggistico; Classe III: Edifici di medio valore o alterati: edifici o complessi di edifici, di valore architettonico modesto o alterati rispetto alle caratteristiche originarie. Gli altri edifici del territorio rurale, di valore storico- architettonico nullo, sono stati comunque schedati e riportati sulla tavola di Regolamento Urbanistico Disciplina del territorio aree extraurbane. Alcuni dei beni classificati e schedati o soltanto censiti sono inseriti nel Catalogo dei Beni immobili di interesse storico- artistico della Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio della provincia di Siena e Grosseto. La rete di progetto non interessa aree di pertinenza degli edifici censiti, ma alcuni tratti sono localizzati in prossimità di edifici del territorio rurale, che risultano così essere recettori sensibili per i potenziali impatti in fase di costruzione dell opera. Gli edifici in vicinanza dei quali è previsto l alloggiamento delle condotte sono di seguito elencati. In aggiunta sono indicate le classi di valore degli edifici ed i riferimenti eventuali della schedatura effettuata dalla Soprintendenza per i Beni architettonici e per il Paesaggio della provincia di Siena e Grosseto. A 040 Cl.2; A074 Cl.3; A075 Cl.2; A077 Cl.3; A078 Cl.2, A079 Cl.3, A080 Cl.2; A143A, - Podere Granai Cl.1; A 152 Cl.2; A170; A 175 Podere Corniale Cl.2; A 181 Cl.3; A019 podere san Ferdinando Cl.1_ Sch ; A029 Podere Salcheto Cl.1; A031 Podere I renai Cl.1; A032 Podere Riccardo Cl.1; A033 Podere Raffaello 17

18 Cl.3; A034 Podere Michelangelo Cl.3; A035 Podere del Lago Cl.3; A036 Podere Adele_sch ; A037 Podere Fornacelle Cl.2; A039 Podere Le Cinque Vie Cl.1; A063 Cl.3; A183 Cl.2; A186A Cl.3; A186B; A187 Cl.3; A192 Cl.3; A195 Cl.2; A324 Cl.3; A326A Villa Stuart Cl.1 sch ; A326B Podere San Marco I Cl.1; A328 Cl.2, A369 Cl.2; A370 Cl.2; ST008 Cl.2; ST028 Cl.3; ST029 Cl.3; ST047 Podere Macchia di Mezzo Cl.2; ST048 La Macchia_ Cl.2; ST054 Podere Giunchetta Cl.2; V004 Podere Oppiata- Cl.2; V005 podere Castellina Cl.1; V020 Cl.3; V021 Cl.2; V022 Cl.2; V023 Podere Viola Cl.2; V024 Podere via del Campo I e II Cl.3; V048. L art.80 disciplina le trasformazioni che interessino le aree di pertinenza degli edifici del territorio aperto: Per gli interventi sugli spazi aperti eccedenti la manutenzione è richiesta la redazione di un progetto dettagliato relativo all'intera area di pertinenza, basato su di un rilievo topografico che riporti tutti gli elementi vegetali e artificiali che la costituiscono, con l'indicazione e la puntuale descrizione grafico testuale di tutti gli interventi previsti.. Per le aree di pertinenza dei singoli fabbricati, in genere destinate a giardini, orti, aie, corti, piazzali lastricati e resede, è previsto il mantenimento e il ripristino degli assetti originari anche attraverso opere di demolizione di manufatti incongrui Va inoltre conservata la unitarietà degli spazi esterni con le loro sistemazioni differenziate, le recinzioni originarie, le alberature di corredo pregiate (noce, quercia, leccio, acero, gelso, cipresso, siepi di bosso, di rosa canina, di biancospino, ecc.), compreso le pergole ed i filari di vite maritata.. È sempre ammesso l impianto di specie arboree e arbustive proprie del contesto locale (ad esempio noce, quercia, leccio, acero, gelso, cipresso, piante da frutto, siepi di bosso, di biancospino, rosmarino, lavanda, glicine, rose rampicanti), con esclusione delle conifere estranee all'ambiente tradizionale...in tutto il sistema funzionale della produzione agricola è sempre vietato il deposito all'aperto di materiali di demolizione, rifiuti, residui di lavorazione Le previsioni di tracciamento della rete idrica in oggetto sono state formulate tenendo puntualmente conto della presenza dei manufatti, censiti e non, del territorio rurale, con lo scopo di non interferire con le relative aree di pertinenza. Nel corso delle successive definizioni progettuali, se dovessero risultare interferite dai tracciati della rete aree di pertinenza si rispetteranno le prescrizioni sopra riportate. Sistemi e sub sistemi territoriali Per il subsistema 9 La pianura bonificata, tra i miglioramenti ambientali riportati dalle norme di Regolamento Urbanistico, si tiene presente l indicazione di ricostruzione della rete dei corridoi ecologici; ricostituzione e manutenzione, lungo le strade e la viabilità secondaria, di viali alberati in coerenza col contesto di riferimento (olmi, aceri campestri, gelsi, siepi miste, ecc). Per il subsistema 8 I colli di Valiano, tra le prescrizioni ed i miglioramenti ambientali prioritari riportati, si fa riferimento ai seguenti:si dovrà tendere alla ricostituzione della rete dei corridoi ecologici con l impianto di siepi vive, vegetazione non colturale ed olivi lungo le 18

19 capezzagne, le strade di servizio ed la rete scolante principale,... - alla ricostruzione intorno ai poderi della tessitura agraria tradizionale, con l impianto di essenze arboree o arbustive non colturali lungo i fossi, le capezzagne, i confini naturali e il reimpianto di alberi isolati nei campi Per il subsistema 7 Cervognano e Cerraie, l art.67 delle Norme tecniche di Attuazione riporta: Si considera prioritario il miglioramento e la ricostituzione della rete dei corridoi ecologici con l impianto di siepi vive, vegetazione non colturale ed olivi lungo le capezzagne, le strade di servizio e la rete scolante principale. In particolare, per appezzamenti vitati di ampie dimensioni, si considerano miglioramenti ambientali gli interventi atti a migliorare e ricostituire la rete ecologica Per il subsistema 6 la collina insediata, l art. 68 delle NTA considera, tra le altre, prioritarie: le sistemazioni con essenze arbustive ed arboree tipiche del paesaggio rurale, nelle aree vocate o nelle pertinenze degli insediamenti rurali;- la ricostituzione, lungo le strade e la viabilità secondaria, di viali alberati in coerenza col contesto di riferimento (olivi di bordo, olmi, aceri campestri, gelsi, siepi miste, cipressi etc) Ambiti di rispetto fluviale L art.51 prevede: In prossimità dei corsi d acqua o comunque fino ad un minimo di m 10,00 dal piede dell argine è vietato qualsiasi tipo di nuova costruzione e di infrastruttura anche a carattere precario. Vincoli, Tutele e Fasce di Rispetto I vincoli, le tutele e le fasce di rispetto esistenti sull ambito di progetto sono riportati sulla tavola Vincoli, tutele e salvaguardie. - Vincolo idrogeologico Sono sottoposte a vincolo idrogeologico le aree individuate ai sensi del R.D. n 3267 del e quelle previste dalla L.R. 39/2000, anche se non comprese nella perimetrazione del R.D. del 1923 (art. 37 e 38 L.R. 39/2000). Gli interventi su dette aree sono regolati, oltre che dalle nome sopra citate, dal relativo Regolamento Forestale Regionale 08 agosto 2003, n.48. Le aree boscate individuate sul territorio comunale di Montepulciano, nell ambito di intervento, secondo quanto previsto dall art. 37 L.R. n. 39/2000, sono sottoposte a vincolo idrogeologico e a vincolo paesaggistico. Tali aree sono riportate sulle tavole Vincoli, Tutele e Salvaguardie ed Ambiti sensibili allegate. Ogni intervento di trasformazione di queste aree che preveda interventi sul suolo eccedenti le normali pratiche agrarie è soggetto al nulla osta secondo le procedure dettate dalla Legge Forestale e dai suoi regolamenti di attuazione. 19

20 - Boschi Per quanto riguarda le trasformazioni in aree boscate si fa riferimento alla Legge Forestale 21 marzo 2000, n.39 e successive integrazioni e modifiche ed al Regolamento forestale, D.P.G.R 8 agosto 2003, n. 48/R. Per l analisi degli impatti sull ambiente boschivo connessi con la realizzazione dell opera si rimanda al capitolo successivo. - Vincolo paesaggistico ambientale Sono sottoposti a vincolo paesaggistico le aree ricadenti negli ambiti di cui all art.142 del D. Lgs.42/2004. Per tali ambiti e comunque sui beni paesistici assoggettati alle disposizioni del D.Lgs. 42/2004 le modalità di rilascio delle autorizzazioni di tipo ambientale sono regolate dalla legge. Per quanto riguarda la perimetrazione e l individuazione delle aree sottoposte a vincolo paesaggistico, ai sensi del D. Lgs.42/2004, gli strumenti urbanistici comunali riportano gli ambiti individuati dal Piano Territoriale di Coordinamento Provinciale. - Fasce di rispetto stradali e ferroviarie Come riportato nell art. 54 delle Norme di Ru, le fasce di rispetto ferroviarie, ai sensi del DPR 753 del 11/07/1980, corrispondono ad almeno m 30 dalla più vicina rotaia per costruzione, ricostruzione o ampliamento di manufatti di qualsiasi specie. Fermo restando il vincolo dei m 30 per ogni nuova edificazione, i soggetti attuatori potranno chiedere all autorità competente deroghe per ridurre le fasce fino a m 20 per gli edifici e fino a m 15 per parcheggi, strade e opere di urbanizzazione in genere. Il Progetto Un primo progetto di massima delle opere, completo di studi agro-economici, studi di impatto ambientale e stima dei lavori venne acquisito nel 1992, che venne approvato dalla Amministrazione Provinciale di Siena e del quale, successivamente, fu redatto un progetto esecutivo nel Nel 2004 il progetto è stato adeguato alle nuove normative sul lavori pubblici uscite successivamente all approvazione del progetto, quali L. 109/94, il Regolamento DPR 554/99, la direttiva cantieri 494/96. In questo nuovo quadro normativo, è stato deciso di adeguare il progetto redatto nel L irrigazione della Val di chiana Senese, fa parte del piano generale irriguo dell Ente Irriguo Umbro Toscano, già Ente autonomo per la Bonifica, l Irrigazione e la Valorizzazione Fondiaria delle province di Arezzo, Perugia, Siena e Terni. L area della Val di Chiana in provincia di Siena fa parte del Sistema Occidentale del piano generale, e comprende ha in provincia di Arezzo, in provincia di Siena e in provincia di Perugia, per complessivi ha. L approvvigionamento idrico del Sistema Occidentale, che prevede complessivamente erogazioni per 148 milioni di mc d acqua annui, è assicurato principalmente dalla diga di Montedoglio sul fiume Tevere e dalle acque del Torrente Sovara, che vengono immesse nel sistema attraverso una galleria di valico. Fa inoltre parte del Sistema Occidentale l invaso sul torrente Chiassaccia, le cui acque sono principalmente destinate all approvvigionamento idrico della città di Arezzo. L invaso sul Tevere in località Montedoglio, ubicato nei territori comunali di Sansepolcro, Anghiarie Pieve Santo Stefano, è ormai completato ed invasato, e sono attualmente in corso di completamento i lavori di costruzione delle adduttrici principali e delle vasche di compenso giornaliero, sia in direzione Val Tiberina Toscana fino a Città di 20

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