LA PERNICE ROSSA Silvio Spanò

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1 morfologia Collana diretta da Renato Dotta FAUNA SELVATICA biologia e gestione LA PERNICE ROSSA Silvio Spanò Indice Capitolo 1 GENERALITÀ Origine Sistematica Distribuzione Capitolo 2 MORFOLOGIA Aspetto generale Piumaggio adulto Apparato digerente Sensi e modi di comunicazione Capitolo 3 INDICI DI PRESENZA Le tracce Il canto Capitolo 4 ECO-ETOLOGIA Habitat Home ranges Ritmi di attività giornaliera Fasi comportamentali annuali Alimentazione Riproduzione Fattori limitanti Struttura e dinamica delle popolazioni Capitolo 5 RICONOSCIMENTO DEL SESSO E DELL ETÀ In natura Maschio o femmina? Pulcino, giovane o adulto? In mano Maschio o femmina? Pulcino, giovane o adulto? Capitolo 6 GESTIONE Unità di gestione Conteggi Densità primaverile dei riproduttori (coppie) Successo riproduttivo (brigate) Piani di prelievo Filosofia della caccia e carnieri Interventi gestionali Interventi relativi all ambiente Interventi relativi alle pernici Situazione della pernice rossa in Francia, Spagna e Italia Francia e Spagna Italia Capitolo 7 CONSIDERAZIONI SULLA SITUAZIONE GENETICA BIBLIOGRAFIA I numeri posti fra parentesi nel testo fanno riferimento ai volumi riportati nella bibliografia cui si fa rinvio. 1

2 FAUNA SELVATICA biologia e gestione La pernice [Foto M. rossa Campora] Capitolo 1 GENERALITÀ 1.1. Origine generalità I paleontologi datano i primi fossili di forme affini nel Miocene: Palaeoperdix, Palaealectoris. Comunque il genere Alectoris è già noto in Europa nel Terziario. Il gruppo di specie verosimilmente più antico comprende le forme nordafricane ed arabiche (Alectoris barbara, A. melanocephala e A. philbyi): ciò porta a supporre che un primo centro di diffusione del genere fosse localizzato Primo piano di pernice rossa. [Foto C. Galasso] 4 5

3 generalità FAUNA SELVATICA biologia e gestione La pernice rossa in Nord Africa, ancora separato dall Eurasia dal Mare Tetide. La scomparsa di quest ultimo avrebbe permesso una migrazione verso l Asia centrale, dove, ai limiti occidentali dell Himalaya, è presente il più alto numero di sottospecie su un area minima, perciò è ipotizzabile un secondo centro di diffusione. D altra parte, essendo Alectoris chukar la specie originatasi a seguito di questa espansione, appare accettabile indicare la localizzazione di questo secondo centro nella porzione intermedia dell attuale vasto areale della ciukar. La diffusione successiva, verosimilmente orientata verso est e verso ovest, ha portato a sud-est all Alectoris magna e ad occidente all Alectoris rufa (la pernice rossa), attraverso l Alectoris graeca (la coturnice). L areale del genere è quindi sostanzialmente continuo attraverso l Eurasia, dall Atlantico fin quasi al Pacifico. L affermazione che il secondo centro di diffusione sia più recente è confermata dalla nota interfecondità naturale tra ciukar e coturnice, ai confini fra Grecia e Bulgaria, sui Monti Rhodope e tra coturnice e pernice rossa, ai confini tra Francia sud-orientale e Italia, sulle Alpi Marittime. Dati storici ricordano questo fenomeno anche sull Appennino settentrionale, quando la coturnice vi era ancora discontinuativamente presente. Certamente la fecondità interspecifica pone qualche dubbio se queste entità abbiano realmente superato il confine della specie e se, pertanto, non sarebbe stato meglio riunirle in un entità sistematica più ampia, la superspecie, suddivisa in semispecie (le specie qui descritte). Tuttavia successive ricerche sia eco-etologiche sia di genetica molecolare hanno concordemente confermato la separazione a livello specifico, rientrando l interfecondità nella grande affinità riproduttiva rilevata nei Galliformi in cattività anche tra generi (es. Gallus x Numida, ossia gallo per faraona) e addirittura fra famiglie diverse (Phasianus x Meleagris, ossia fagiano per tacchino). Ad ogni modo la suddetta presenza di piccole popolazioni ibride nella fascia di contatto tra ciukar e coturnice e in quella tra coturnice e pernice rossa conferma l alta affinità fra queste coppie di specie e probabilmente anche la superiorità competitiva della pernice rossa (più recente) sulla pernice sarda (più antica) riscontrata in popolazioni isolane dove, in seguito all introduzione delle due specie, di norma la prima ha bloccato l espansione della seconda, se non l ha del tutto eliminata, senza che si siano registrati casi di ibridazione in natura (mentre l incrocio è possibile in cattività). È ancora molto dubbia l origine delle popolazioni di pernice rossa presenti in alcune isole sia mediterranee sia atlantiche. Quasi certamente queste popolazioni sono il frutto di introduzioni, attività diffuse tra gli antichi navigatori e coloni, che hanno assai confuso il quadro biogeografico di molte specie animali. Solo per la pernice sarda e la pernice rossa, rispettivamente in Sardegna ed in Corsica, esiste una remota possibilità che abbiano raggiunto spontaneamente queste destinazioni in seguito al collegamento miocenico (Terziario) tra l Africa settentrionale e le coste della Provenza, sia postulando l esistenza della Tirrenide sia invocando il notevole abbassamento di livello del Mediterraneo verificatosi in seguito ad una temporanea chiusura di Gibilterra, con l emergenza di numerosi possibili ponti di espansione (31). Rossa fra le stoppie: notare lo straordinario mimetismo. [Foto C. Galasso] 6 7

4 FAUNA SELVATICA biologia e gestione [Foto La R. Cottalasso/ pernice rossa M. Magno] Capitolo 3 INDICI DI PRESENZA 3.1. Le tracce indici di presenza In natura è più facile rilevare la presenza di una specie dalle tracce che gli individui lasciano; per quelle terragnole, come le pernici in genere, tali segni sono reperibili a livello del suolo. Solo un cenno va fatto sul reperimento di nidi attivi o di uova sparse (a volte alcune deposte a caso, verosimilmente per depistare i predatori Le tipiche orme nella polvere fine rivelano con buona certezza la presenza della specie. [Foto S. Spanò] 30 31

5 eco-etologia FAUNA SELVATICA biologia e gestione La pernice rossa 4.5. Alimentazione Nella ricerca del cibo la pernice rossa è meno razzolatrice della starna, utilizza maggiormente il becco più robusto e di conseguenza occupa una nicchia trofica parzialmente differenziata, diminuendo così il fattore competitivo. Dopo la prima quindicina di giorni, durante i quali il pulcino ha una dieta prevalentemente proteica, il regime alimentare diventa vegetariano. La dieta adulta comunque varia a seconda delle stagioni, anche se nel complesso i semi/frutti (secchi e carnosi), nel Portogallo sud-orientale, sembrerebbero preferiti (60% del volume), seguiti dalle parti verdi (19%), dalle radichette (15%), dai fiori e bottoni floreali e dagli insetti (3%). Questi alimenti sono così ripartiti: in autunno (agosto-ottobre), prevalentemente frutti/semi (45%), radichette (40%), insetti (10%), parti verdi di piante erbacee (5%); ad esempio sull Appennino ligure sono state osservate pernici rosse sulle carrarecce nell atto di cibarsi delle castagne rotte dal passaggio dei carri. La ripartizione percentuale dei vari alimenti cambia nelle altre stagioni: in inverno (novembre-gennaio) frutti/semi (70%), parti verdi di piante erbacee (20% tra frumento, erba medica e diverse specie spontanee) e radichette; in primavera (febbraio-aprile) parti verdi (50%), frutti/semi (27%), fiori e boccioli (23%); in estate (maggioluglio) frutti/semi (65%), fiori e boccioli (13%), radichette (12%) e insetti (v. grafico) (38). Spettro alimentare della pernice rossa in diversi momenti del ciclo annuale agosto ottobre novembre gennaio febbraio aprile maggio luglio FIORI E BOCCIOLI PIANTE ERBACEE INSETTI RADICHETTE FRUTTI E SEMI [Fonte: Vizeu Pinheiro, 1977] Gli insetti sono appetiti anche dagli adulti (cavallette in particolare), ma indispensabili ai pulcini nella prima settimana, come già accennato: si tratta prevalentemente di ninfe di Emitteri ed Omotteri, di Imenotteri (formiche), piccoli Ortotteri, Coleotteri ed Afidi, Aracnidi, anche se fin dai primi giorni è reperibile nell alimentazione materiale vegetale, dovuto ad una più precoce attitudine del ventriglio a triturare semi, già a 2 giorni, rispetto alla starna (a circa 10 giorni). È verosimile che ciò risulti vantaggioso per il successo riproduttivo in determinati ambienti, ad esempio in ambienti trattati con insetticidi e/o con certe condizioni climatiche (basse temperature e ripetute precipitazioni o, al contrario, siccità eccessive e prolungate), che, influenzando negativamente la densità degli insetti, limiterebbero la disponibilità alimentare aumentando di conseguenza la mortalità dei pulcini. È stato infatti osservato che le esigenze energetiche del pulcino di rossa sono più elevate rispetto a quello di starna (18). In Gran Bretagna (Sussex) la dieta animale non costituirebbe più del 17 % del contenuto del gozzo dei pulcini nella prima settimana di vita, diminuendo gradualmente a 2,8% entro la sesta, facendo così fronte ad una scarsa disponibilità di insetti. Anche terreni apparentemente poveri possono offrire alla pernice una buona alimentazione. [Foto R. Cottalasso] 44 45

6 riconoscimento FAUNA SELVATICA biologia e gestione La pernice rossa dalla femmina a distanza, con qualche migliore possibilità se si hanno sott occhio, a confronto, entrambi i componenti di una coppia: il maschio è più massiccio e con il capo più grosso e squadrato. Solo in condizioni particolarmente favorevoli è rilevabile la presenza dello sperone maschile Pulcino, giovane o adulto? Ovviamente è possibile valutare anche a distanza, meglio con l ausilio di un buon binocolo, l età fino a giorni sia per le dimensioni tanto meglio se confrontate con quelle dei genitori (la metà dell adulto a circa 6 settimane) sia per il piumaggio giovanile nettamente più screziato e incompleto (tanto a livello del collare nero che delle penne ornamentali dei fianchi). Oltre 90 giorni di vita, l assunzione di dimensioni e livrea molto simili a quelle adulte rende aleatoria la valutazione. La presenza dell ultima (15ª) remigante secondaria, quella adiacente al corpo, ancora da mutare (e pertanto più chiara e screziata) fino a circa 15 settimane d età, rivela con certezza l appartenenza alla classe giovane dell anno, ma è di difficile (nella maggior parte dei casi impossibile) apprezzamento in natura In mano L importanza anche gestionale, oltre alla curiosità del cacciatore, di conoscere sesso ed età dell animale incarnierato, ma anche di quello catturato vivo o semplicemente allevato per studio e/o ripopolamento, ha permesso di approfondire esaurientemente la conoscenza dei caratteri distintivi del sesso e dell età Maschio o femmina? Le caratteristiche accennate per il riconoscimento in natura diventano più chiare per quello con l animale in mano, vivo o morto che sia. Tipici speroni metatarsali del maschio. [Foto S. Spanò] In natura è possibile indicativamente stimare l età di questo giovane in 6 settimane (zampe rosa/rosse, becco ancora scuro, abbondante piumaggio screziato giovanile sul dorso). Si noti la prima serie di piume ornamentali. [Foto M. Campora] Cloaca di maschio nel periodo di accoppiamento: è evidente il bottone penico. [Foto M. Campora] 68 69

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