Pericolo- Rischio- Danno Prevenzione - protezione

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1 Pericolo- Rischio- Danno Prevenzione - protezione

2 Concetto di PERICOLO RISCHIO DANNO PREVENZIONE PROTEZIONE

3 Concetto di PERICOLO DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIA Situazione o motivo cui sono associati uno o più elementi capaci di compromettere più o meno gravemente la stabilità o la sicurezza: la sua vita è in p.; il malato è ormai fuori p.; visto il p., se la dette a gambe; segnale di p. generico, segnale di prudenza. D.Lgs. 81/2008 Proprietà o qualità intrinseca di un determinato fattore avente il potenziale di causare danni UNI Causa o origine di un danno o di una perdita di potenziali UNI EN ISO Fonte di possibili lesioni o danni alla salute. Il termine pericolo è generalmente usato insieme ad altre parole che definiscono la sua origine o la natura della lesione o del danno alla salute previsti: pericolo di elettrocuzione, di schiacciamento, di cesoiamento, di intossicazione. OHSAS 18001, 3.4 (ora 45001) Fonte o situazione potenzialmente dannosa in termini di lesioni o malattie, danni alle proprietà, all ambiente di lavoro, all ambiente circostante o una combinazione di questi

4 DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIA Eventualità di subire un danno (più incerto di quello implicito in pericolo ): la strada è ghiacciata, c'è il r. di scivolare; ho corso il r. di perdere il treno; mettere a r. la propria reputazione; mettersi, esporsi al r. di.. In varie determinazioni del linguaggio economico, commerciale, contabile, l'eventualità di una perdita: assicurarsi contro il r. di un incendio; la merce viaggia a r. del committente, avviso col quale l'amministrazione postale declina ogni responsabilità sui danni della merce. D.Lgs. 81/2008 Probabilità di raggiungimento del livello potenziale di danno nelle condizioni di impiego o di esposizione ad un determinato fattore o agente oppure alla loro combinazione UNI Insieme della possibilità di un evento e delle sue conseguenze sugli obiettivi UNI EN ISO Combinazione della probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel danno OHSAS 18001, 3.4 (ora 45001) Combinazione della probabilità e della conseguenza del verificarsi di uno specifico evento pericoloso Concetto di RISCHIO

5 DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIA Concetto di DANNO Diminuzione, più o meno grave ed evidente, di efficienza o di consistenza, di prestigio o di valore, dovuta a cause fortuite o volontarie. "subire un d. morale«in medicina, termine genericamente usato per lesione, disfunzione, alterazione. D.Lgs. 81/ UNI Lesione fisica o danno alla salute UNI EN ISO Combinazione della probabilità di accadimento di un danno e della gravità di quel danno

6 PERICOLO PERICOLO fattore di rischio RISCHIO Il pericolo è una proprietà intrinseca (della situazione, oggetto, sostanza, ecc.) non legata a fattori esterni; è una situazione, oggetto, sostanza, etc. che per le sue proprietà o caratteristiche ha la capacità di causare un danno alle persone. Il rischio è un concetto probabilistico, è la probabilità che accada un certo evento capace di causare un danno alle persone. La nozione di rischio implica l esistenza di una sorgente di pericolo e delle possibilità che essa si trasformi in un danno.

7 R = P Rischio Probabilità x D Danno

8 DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIA Concetto di PREVENZIONE Tutela nei confronti di qlco. di dannoso attraverso opportuni accorgimenti: p. delle malattie, degli infortuni; complesso delle misure di protezione adottate: effettuare una buona p. D.Lgs. 81/2008 Il complesso delle disposizioni o misure necessarie anche secondo la particolarità del lavoro, l'esperienza e la tecnica, per evitare o diminuire i rischi professionali nel rispetto della salute della popolazione e dell'integrità' dell'ambiente esterno Le misure di prevenzione sono di tipo strutturale o organizzativo, come: L'informazione, la formazione e l'addestramento dei lavoratori La progettazione, costruzione e corretto utilizzo di ambienti, strutture, macchine, attrezzature e impianti L'evitare situazioni di pericolo che possano determinare un danno probabile (rischio) L'adozione di comportamenti e procedure operative adeguate.

9 Concetto di PROTEZIONE DIZIONARIO DELLA LINGUA ITALIA Azione protettiva, difesa contro ciò che potrebbe recare danno. Elemento che si interpone tra qlco. che può subire un danno e ciò che lo può causare. La protezione attiva è quella che gli stessi operatori devono attivare (Estintori, Arresti di emergenza), indossare (caschi, scarpe). La protezione passiva interviene anche senza il comando umano (impianto rilevazione incendio).

10 Prevenzione: complesso di misure da attuare al fine di anticipare il potenziale sviluppo di un pericolo Un efficace prevenzione riduce la necessità di ricorrere a misure di protezione L obiettivo finale è quello di migliorare le condizioni di sicurezza di un ambiente di lavoro, attraverso un analisi capillare dei processi e delle attività, con lo scopo ultimo di ridurre gli infortuni sui luoghi di lavoro.

11 Principio di precauzione Criterio di gestione del rischio in condizioni di incertezza scientifica circa possibili effetti dannosi ipoteticamente collegati a determinate attività, installazioni, impianti, prodotti, sostanze. Tutela Ambientale Tutela della Salute Umana Donne in gravidanza Differenze di genere Età Paese di provenienza Tipologia contrattuale

12 Principio di precauzione: lavoratici in stato di gravidanza TUTELA NORMATIVA Costituzione Italiana - Art.37 Le condizioni di lavoro devono consentire l'adempimento della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una speciale adeguata protezione D.Lgs. 81/2008 Art. 28 comma 1 La valutazione deve riguardare tutti i rischi per la sicurezza e la salute dei lavoratori, ivi compresi. quelli riguardanti le lavoratrici in stato di gravidanza,..nonché quelli connessi alle differenze di genere, all età, alla provenienza da altri Paesi e quelli connessi alla specifica tipologia contrattuale attraverso cui viene resa la prestazione di lavoro. D.Lgs. 151/2001 Testo Unico delle disposizioni legislative in materia di tutela e sostegno della maternità e della paternità Permessi retribuiti in gravidanza Astensione obbligatoria Astensione facoltativa (o congedo parentale) Riposi giornalieri Congedi di malattia del figlio TUTELA ECONOMICA Queste tutele si applicano in caso di figli naturali, adottivi o in affidamento

13 Decreto Legislativo 26 marzo 2001, n. 151 Art. 7. Lavori vietati 1. E' vietato adibire le lavoratrici al trasporto e al sollevamento di pesi, nonché ai lavori pericolosi, faticosi ed insalubri. [ ] 3. La lavoratrice è addetta ad altre mansioni per il periodo per il quale è previsto il divieto. 6. Quando la lavoratrice non possa essere spostata ad altre mansioni, il servizio ispettivo del Ministero del lavoro, competente per territorio, può disporre l'interdizione dal lavoro per tutto il periodo di cui al presente Capo, in attuazione di quanto previsto all'articolo L'inosservanza delle disposizioni contenute nei commi 1, 2, 3 e 4 è punita con l'arresto fino a sei mesi.

14 Lavori pericolosi, faticosi ed insalubri

15 Allegato B (Decreto legislativo 25 novembre 1996, n. 645, allegato 2) ELENCO NON ESAURIENTE DI AGENTI E CONDIZIONI DI LAVORO DI CUI ALL'ART. 7 A. Lavoratrici gestanti di cui all'art. 6 del testo unico. 1. Agenti: a) agenti fisici: lavoro in atmosfera di sovrapressione elevata, ad esempio in camere sotto pressione, immersione subacquea; b) agenti biologici: toxoplasma; virus della rosolia, a meno che sussista la prova che la lavoratrice è sufficientemente protetta contro questi agenti dal suo stato di immunizzazione; c) agenti chimici: piombo e suoi derivati, nella misura in cui questi agenti possono essere assorbiti dall'organismo umano. 2. Condizioni di lavoro: lavori sotterranei di carattere minerario. B. Lavoratrici in periodo successivo al parto di cui all'art. 6 del testo unico. 1. Agenti: a) agenti chimici: piombo e suoi derivati, nella misura in cui tali agenti possono essere assorbiti dall'organismo umano. 2. Condizioni di lavoro: lavori sotterranei di carattere minerario.

16 Gravidanza Puerperio mesi anni Concepimento Parto Astensione obbligatoria Astensione facoltativa Cambio mansione Astensione obbligatoria Cambio Astensione mansione facoltativa Interdizione al lavoro Cambio mansione Astensione obbligatoria Cambio Astensione mansione facoltativa

17 Principio di precauzione: differenze di genere Tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali. Art.3 Costituzione Italiana Art.32 Costituzione Italiana La Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività, e garantisce cure gratuite agli indigenti. Nessuno può essere obbligato a un determinato trattamento sanitario se non per disposizione di legge. La legge non può in nessun caso violare i limiti imposti dal rispetto della persona umana.

18 Principio di precauzione: differenze di genere Sesso: differenze che la biologia determina tra uomini e donne e che sono universali e immutabili Genere: differenze sociali tra donne e uomini, che sono apprese, possono cambiare nel tempo e presentano notevoli variazioni tra differenti culture. Chi lavora è maschio 1993: primo libro di testo in medicina del lavoro con un capitolo specifico sui rischi del lavoro femminile Differenze uomo-donna: Risposta biologica ai comuni rischi lavorativi quali: il lavoro fisico/pesante, il lavoro a turno, Tossicocinetica: assorbimento e ritenzione, metabolismo ed escrezione di sostanze nocive,

19 Diversa la valutazione dei rischi Uomini e donne possono essere esposti a rischi diversi e possono rispondere in maniera diversa alla stessa esposizione al rischi, con diversa incidenza degli infortuni. Esistono malattie «di genere» ossia patologie professionali che colpiscono in modo diverso uomini e donne e danneggiano la loro stessa capacità riproduttiva. Occorre cogliere le differenze biologiche (sessuali) e socio-ambientali (di genere) nei diversi aspetti della valutazione.

20 Esempio di diversa la valutazione dei rischi: MOVIMENTAZIONE MANUALE DEI CARICHI art. 167 del D.Lgs. 81/08 Le operazioni di trasporto o di sostegno di un carico ad opera di uno o più lavoratori, comprese le azioni del sollevare, deporre, spingere, tirare, portare o spostare un carico, che, per le loro caratteristiche o in conseguenza delle condizioni ergonomiche sfavorevoli, comportano rischi di patologie da sovraccarico biomeccanico, in particolare dorso-lombari. 20 Kg per le donne adulte 30 Kg per gli uomini adulti Le donne in gravidanza non possono essere adibite al trasporto e al sollevamento di pesi

21 Alcuni esempi di determinanti biologici Uomini Donne superficie cutanea statura volume polmonare rapporto tra esposizione a rumore di bassa intensità e danni extra-uditivi localizzati a carico dell'apparato riproduttivo Malattie professionali Uomini Donne Stress biomeccanici all apparato muscolo scheletrico Infezioni vie respiratori Incidenti e infortuni Tumori Tendiniti Sindrome del tunnel carpale Patologie vascolari degli arti inferiori Asma Allergie Infezioni per contagio interumano dipende dal settore occupazionale

22 Principio di precauzione: età L età cronologica non è un indicatore dell età fisiologica né mentale D.Lgs 216/2003 recepisce la Direttiva comunitaria 2000/78/CE, «divieto di discriminazione per età» Quando si diventa anziani? la letteratura sul tema ha individuato: l uscita dal mercato del lavoro l uscita dell ultimo figlio da casa la nascita del primo nipote la perdita del coniuge il peggioramento delle condizioni di salute Medicina Accrescimento Diritto Sociale ~20 anni 18 anni Diritto di voto 18 anni «Giovani lavoratori» Invecchiamento Età adulta «Lavoratori maturi» 66 anni e 7 mesi Pensione Adulti Mezza età Giovani anziani Grandi anziani 29 anni 55 anni 65 anni 75 anni

23 CAPACITA FISICHE E SENSORIALI STRATEGIE COMPENSATORIE: Fisiche (esercizio) Fattori che espongono i giovani a rischi maggiori: Sviluppo psico-fisico non ancora completo Competenze e conoscenze insufficienti (anche dell ambiente di lavoro) Limitata conoscenza dei propri diritti e degli obblighi del datore di lavoro Remore nel parlare con qualcuno età Competenze Saggezza Capacità di giudizio Pensiero strategico Mancato riconoscimento, da parte dei datori di lavoro, della tutela supplementare che occorre garantire ai giovani lavoratori. Il D.Lgs 81/2008 tutela il lavoro minorile ma nulla dice riguardo ai lavoratori anziani. I rischi riguardanti i lavoratori più anziani comprendono in particolare: Lavoro fisico pesante Pericoli connessi al lavoro a turnazione Lavoro in ambienti rumorosi o in condizioni di temperatura bassa o elevata Parziale compromissione delle capacità intellettive e della memoria recente

24 Al fine della valutazione dei rischi sarà necessario considerare i seguenti aspetti: disturbi/patologie muscolo-scheletrici (movimentazione manuale dei carichi) disturbi/patologie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori riduzione di capacità visiva riduzione di capacità uditiva lavoro notturno lavoro a turni stress correlato al lavoro

25 Il Datore di Lavoro (e conseguentemente il Servizio Prevenzione e Protezione) dovrebbe: conoscere l age profiling dei dipendenti includere la gestione dell invecchiamento nella politica delle risorse umane anche per quanto riguarda gli sviluppi e le opportunità di carriera considerare nel disegno delle mansioni il fattore anzianità anche attraverso l adozione di tecniche e di soluzioni organizzative innovative favorire l apprendimento permanente anche per l adeguamento ai cambiamenti tecnologici favorire la trasmissione dell esperienza dei lavoratori anziani a quelli più giovani: gruppi intergenerazionali, programmi di mentoring o coaching

26 Principio di precauzione: differenze di provenienza Criticità : barriere linguistiche differenze culturali usi e abitudini art. 36 comma 4 del D.Lgs. 81/08 Il contenuto della informazione deve essere facilmente comprensibile per i lavoratori e deve consentire loro di acquisire le relative conoscenze. Ove la informazione riguardi lavoratori immigrati, essa avviene previa verifica della comprensione della lingua utilizzata nel percorso informativo. Controllo della comprensione della lingua italiana: in sede di colloquio, dal selezionatore in occasione dei successivi momenti informativi e formativi, dal RSPP in occasione della visita medica preventiva, dal medico competente.

27 Tenere in considerazione le specificità di alcune culture per la percezione: della esposizione al pericolo della comprensione e accettazione del rischio del rispetto delle misure delle regole e delle persone ESEMPIO: appartenenza religiosa prestazione resa dal lavoratore di fede islamica durante il periodo del Ramadan in quanto il digiuno rappresenta una condizione che espone il soggetto ad un pericolo più alto soprattutto nello svolgimento di attività faticose Ramadan Dalla sera del giorno: domenica 5 maggio Fino alla sera del giorno: martedì 4 giugno

28 Principio di precauzione: tipologia contrattuale Tempo indeterminato Contratto a termine Apprendistato Contratto di inserimento Tirocinio formativo MEDESIMI: Distaccati RISCHI MISURE DI PREVENZIONE E PROTEZIONE DPI Trasfertisti Part-time PASSIVITÀ NEI CONFRONTI DELLA PROPRIA SICUREZZA MINOR ATTENZIONE ALL AMBIENTE E AL LAVORO

29 I lavoratori, le cui mansioni prevedono una bassa discrezionalità decisionale, sarebbero più inclini agli infortuni in quanto investiti da minori responsabilità in merito al conseguimento dei risultati, rispetto ai lavoratori con mansioni di livello superiore, con maggiori conoscenze e maggior esperienza lavorativa. Imparare per imitazione

30 GLI INFORTUNI SUL LAVORO e le MALATTIE PROFESIONALI

31 Analisi degli infortuni sul lavoro Infortunio Dal latino fors (sorte, destino) e in (avverso, contrario) Testo unico delle disposizioni per l assicurazione obbligatoria contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali Alterazione dell organismo per causa violenta in occasione di lavoro, da cui sia derivata la morte o un inabilità permanente al lavoro, assoluta o parziale, ovvero un inabilità temporanea assoluta che comporti l astensione del lavoro per più di tre giorni

32 INABILITA Si distinguono: inabilità permanente assoluta: la conseguenza di un infortunio che tolga completamente e per tutta la vita l'attitudine al lavoro; inabilità permanente parziale: la conseguenza di un infortunio che diminuisca in misura superiore al 15% e per tutta la vita l'attitudine al lavoro; inabilità temporanea assoluta: la conseguenza di un infortunio che impedisca totalmente e di fatto per più di tre giorni di assenza dal lavoro.

33 DANNO BIOLOGICO Il danno biologico consiste nella menomazione permanente e/o temporanea dell'integrità psicofisica della persona, comprensiva degli aspetti personali, dinamico-relazionali, passibili di accertamento e di valutazione medico legale e indipendente da ogni riferimento alla capacità di produrre reddito.

34 Incidente evento improvviso ed imprevisto che altera il normale andamento dell attività lavorativa e determina danni materiali ad impianti ed attrezzature Infortunio l evento scatenante è improvviso e violento trasferimento di energia che supera le capacità adattive del corpo umano, determinandone alterazioni biofisiche Malattia professionale le cause sono lente e diluite nel tempo Caratteristiche dell infortunio Evento: non voluto ad accadimento improvviso in occasione del lavoro sull organismo umano

35 L evento deve avvenire durante il lavoro e deve verificarsi per il lavoro Occasione di lavoro sul posto di lavoro durante l orario di lavoro Deve esistere un rapporto, anche indiretto, di causa-effetto tra l attività lavorativa svolta dall infortunato e l incidente che causa l infortunio Appurato dall esame eziologico, ossia l esame delle cause dell infortunio Sono esclusi dalla tutela: gli infortuni conseguenti ad un comportamento estraneo al lavoro, quelli simulati dal lavoratore o le cui conseguenze siano dolosamente aggravate dal lavoratore stesso. Sono tutelabili: gli infortuni accaduti al lavoratore per colpa del datore di lavoro (imperizia, negligenza o imprudenza)

36 Classificazione degli infortuni Cause Elemento causa dell infortunio Una causa violenta è ogni aggressione che dall esterno danneggia l integrità psicofisica del lavoratore Macchine Mezzi di trasporto e di maneggio Materiali, sostanze (tossiche), radiazioni Ambiente di lavoro (condizioni climatiche e microclimatiche) Agenti microbiologici (batteri, virus, parassiti, ) Sforzi fisici Modalità di accadimento Modalità di verificarsi dell infortunio a contatto con oggetti sostanze o altri fattori lesivi Caduta di persone Caduta di oggetti Calpestamento di oggetti, urto contro oggetti o da parte di oggetti Esposizione o contatto con elettricità Esposizione o contatto con sostanze dannose e radiazioni... Conseguenze natura e sede della lesione Fratture Lussazioni Storte o slogature Commozioni o altri traumi interni Amputazioni...

37 Causa degli infortuni ~5% DISGRAZIA 30% MANCANZA DI CONDIZIONI DI SICUREZZA 65% DISTRAZIONE dell infortunato o del collega. FATTORE UMANO: comportamento azzardato o scorretto, negligenza, assenza DPI, non conoscenza delle attrezzature, Un infortunio non avviene MAI per una o due cause sole MA per un MIX di cause

38 DISGRAZIA MANCANZA DI CONDIZIONI DI SICUREZZA DISTRAZIONE Il preposto ha il dovere di rilevare e segnalare a chi possiede i poteri decisionali e di spesa (dirigente, datore di lavoro), le situazioni di carenza nelle misure di sicurezza. Mettere in atto le misure di prevenzione individuate dai propri superiori. Vigilare e controllare l applicazione delle misure di prevenzione. Stanchezza fisica e mentale Ritmi eccessivi/saturazione tempi Stress o ansia Preoccupazioni/Responsabilità Monotonia e/o ripetitività Rischio di perdita del lavoro Stati d'animo euforici/frustrazioni Problemi fisici Eccessiva sicurezza Pensiero della pensione Imprevisti/Stimoli esterni

39 Statistiche degli infortuni e indici Le statistiche degli infortuni permettono di verificare l'andamento infortunistico di un tipo di attività, una tipologia di azienda, di un comparto industriale o di un gruppo di lavorazioni. Le rilevazioni sistematiche sugli infortuni permettono di tracciare linee di tendenza che non possono essere attribuite a pura e semplice casualità. Per ottenere delle statistiche di infortunio omogenee e confrontabili è necessario standardizzare la metodologia di calcolo. La necessaria omogeneizzazione è ottenuta attraverso due indici infortunistici: Indice di incidenza Indice di frequenza Indice di gravità

40 Indice di incidenza = n infortuni n lavoratori x1 000 Indice di frequenza = n infortuni n ore lavorate x Indice di gravità = n giorni totali Infortuni (temporanei+permanenti+mortali) n ore lavorate x1 000

41 Il registro infortune- e la sua abrograzione Fino a dicembre 2015 Il datore di lavoro ha l obbligo di annotare su di un apposito registro gli infortuni che comportano l assenza dal lavoro per più di un giorno. Il registro deve essere conservato sul luogo di lavoro a disposizione dell organo di vigilanza. Il datore di lavoro ha inoltre l obbligo di denunciare gli infortuni indennizzabili all INAIL. Il D.Lgs. 151/2015 introduce la soppressione del riferimento al registro infortuni nell articolo 53 del D.Lgs. 81/2008 e - in coordinamento con quanto previsto all'articolo 21, comma 4 l abolizione dell'obbligo di tenuta del registro infortuni a decorrere dal novantesimo giorno successivo all'entrata in vigore del decreto 151/2015, entrato in vigore il 24 settembre Dunque l abolizione sarà effettiva dal 23 dicembre 2015 Le denunce vengono tutte effettuate attraverso il sito dell INAIL

42 INAIL tiene conto anche di: Infortunio in itinere Utilizzo di un mezzo privato Consumo di alcool, droga e di psicofarmaci Assistenza dai patronati

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44 Near miss Infortuni sfiorati QUASI INCIDENTE: nessun danno né a materiali né a persone INCIDENTE SEMPLICE: nessun rischio per il lavoratore senza conseguenze o al massimo danni materiali INCIDENTE «NEAR MISS» "infortunio mancato o sfiorato" o "QUASI INFORTUNIO" Rischio per il lavoratore «per un pelo» «che strano, ho sempre fatto in questo modo, ma non era mai successo nulla» Grazie al cielo, per una "fortunosa circostanza", nessuno si è fatto male Punto di vista legale e formale: netta differenza tra incidenti e infortuni Punto di vista prevenzione: tutti da considerazione attentamente

45 Fare la spia Essere una spia PREZIOSA Alla spia si presta la massima attenzione! LA SICUREZZA E AFFARE DI TUTTI!

46 Analisi post-incidentale E un indagine strutturata in fasi successive con lo scopo di individuare la vera causa di un incidente e le procedure necessarie per eliminarla Le domande da farsi: CHE COSA E SUCCESSO? PERCHE E SUCCESSO? QUALI SONO LE CAUSE PIU VICINE ALL EVENTO? QUALI SONO I PROCESSI O I SISTEMI CHE IMPLICANO TALI CAUSE? QUALI SONO LE STRATEGIE DA ATTUARE PER IMPEDIRE CHE L EVENTO SI RIPETA?

47 D. Lgs. N.81/2008 art. 29 comma 3 La valutazione e il documento di cui al comma 1 debbono essere rielaborati [ ] in occasione di modifiche del processo produttivo o dell organizzazione del lavoro [ ] o in relazione al grado di evoluzione della tecnica, della prevenzione e della protezione o a seguito di infortuni significativi o quando i risultati della sorveglianza sanitaria ne evidenzino la necessità. A seguito di tale rielaborazione, le misure di prevenzione debbono essere aggiornate. Infortuni Registro infortuni Statistiche Analisi dei dati Riduzione infortuni Applicazione di sistemi di prevenzione e protezione e azioni di miglioramento

48 Malattie professionali Malattia professionale - Definizione Patologia la cui causa agisce lentamente e progressivamente sull organismo (causa diluita e non causa violenta e concentrata nel tempo). Per le malattie professionali deve esistere un rapporto causale, o concausale, diretto tra il rischio professionale e la malattia. Provocata dalla lavorazione oppure dall ambiente in cui la lavorazione stessa si svolge (cosiddetto rischio ambientale ).

49 Infortuni - Incidente Malattie professionali

50 Malattie professionali Tabellate [malattia come causa di servizio]: 24 malattie per il settore dell agricoltura 85 malattie per il settore dell industria (silicosi, asbestosi e malattie da raggi X del personale sanitario) Il lavoratore è sollevato dall onere di dimostrare l origine professionale della malattia Non tabellate: Il lavoratore deve dimostrare la causa ed effetto dell insorgere della malattia con l attività lavorativa

51 Malattie professionali nell industria 1) malattie causate da antimonio, leghe e composti: a) anemia emolitica b) pneumoconiosi non sclerogena; c) dermatite irritativa da contatto d) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad antimonio, leghe e composti; 2) malattie causate da arsenico, leghe e composti: a) anemia emolitica b) polineuropatia periferica c) dermopatie: cheratosi palmo plantare, ulcere, melanoderma d) epatopatia cronica e) carcinoma del polmone f) epitelioma cutaneo g) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad arsenico, leghe e composti; 3) malattie causate da berillio, leghe e composti: a) granulomatosi polmonare (berilliosi) b) dermatite allergica da contatto c) granulomi cutanei d) carcinoma del polmone e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a berillio, leghe e composti; 4) malattie causate da cadmio, leghe e composti: a) broncopneumopatia cronica ostruttiva b) nefropatia tubulare c) osteomalacia d) carcinoma del polmone e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a cadmio, leghe e composti; 5) malattie causate da cromo, leghe e composti: a) ulcere e perforazioni del setto nasale b) dermatite ulcerativa c) dermatite allergica da contatto d) asma bronchiale e) carcinoma del polmone f) carcinoma dei seni paranasali g) carcinoma delle cavità nasali h) altre malattie causate dalla esposizione professionale a cromo, leghe e composti; 6) malattie causate da manganese, leghe e composti: a) parkinsonismo manganico b) psicosindrome organica c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a manganese, leghe e composti; 7) malattie causate da mercurio, amalgame e composti: a) sindrome cerebellare-extrapiramidale (tremore, atassia, diplopia) b) encefalopatia tossica c) polineuropatia periferica d) nefropatia e) gengivostomatite f) altre malattie causate dalla esposizione professionale a mercurio, amalgame e composti; 8) malattie causate da nichel, leghe e composti: a) dermatite allergica da contatto b) asma bronchiale (c) carcinoma del polmone d) carcinoma delle cavità nasali (e) carcinoma dei seni paranasali f) altre malattie causate dalla esposizione professionale a nichel, leghe e composti; 9) malattie causate da osmio, leghe e composti: a) dermatite irritativa da contatto (b) cheratocongiuntivite c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a osmio, leghe composti; 10) malattie causate da piombo, leghe e composti: a) neuropatia periferica b) encefalopatia tossica c) nefropatia d) anemia saturnina e) colica saturnina f) altre malattie causate dalla esposizione professionale a piombo, leghe e composti; 11) malattie causate da piombo tetraetile e tetrametile: a) encefalopatia tossica b) altre malattie causate dalla esposizione professionale a piombo tetraetile e tetrametile; 12) malattie causate da selenio, leghe e composti: a) dermatite irritativa da contatto b) encefalopatia tossica c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a selenio, leghe e composti; 13) malattie causate da stagno, leghe e composti: a) stannosi b) dermatite irritativa da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a stagno, leghe e composti; 14) malattie causate da tallio, leghe e composti: a) neuropatia periferica b) alopecia c) nefropatia d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a tallio, leghe e composti; 15) malattie causate da uranio e composti (effetti non radioattivi): a) nefropatia tubulare b) altre malattie causate dalla esposizione professionale a uranio e composti (effetti non radioattivi); 16) malattie causate da vanadio, leghe e composti: a) asma bronchiale b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a vanadio, leghe e composti; 17) malattie causate da zinco, leghe e composti: a) pneumoconiosi benigna b) altre malattie causate dalla esposizione professionale a zinco, leghe e composti; 18) malattie causate da bromo e suoi composti inorganici: a) tracheobronchite b) dermatite irritativa da contatto c) acne d) bromismo e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a bromo e suoi composti inorganici; 19) malattie causate da cloro e suoi composti inorganici: a) tracheobronchite b) dermatite irritativa da contatto c) acne (d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a cloro e suoi composti inorganici; 20) malattie causate da iodio e suoi composti inorganici: a) tracheobronchite b) dermatite irritativa da contatto c) acne d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a iodio e suoi composti inorganici; 21) malattie causate da fluoro e suoi composti inorganici: a) tracheobronchite b) dermatite irritativa da contatto c) osteofluorosi d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a fluoro e suoi composti inorganici; 22) malattie causate da ossido di carbonio: a) ossicarbonismo; 23) malattie causate da cloruro di carbonile o fosgene: a) edema polmonare tardivo b) dermatite irritativa da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a cloruro di carbonile o fosgene; 24) malattie causate da composti inorganici del fosforo: a) necrosi del mascellare b) alveoliti del mascellare c) epatopatia tossica d) dermatite irritativa da contatto e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti inorganici del fosforo; 25) malattie causate da composti organici del fosforo: A) polineuropatia B) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti organici del fosforo; 26) malattie causate da acido solforico: a) blefarocongiuntivite b) erosioni dentarie c) broncopneumopatia cronica ostruttiva d) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad acido solforico; 27) malattie causate da solfuro di carbonio: a) encefalopatia tossica b) polineuropatia c) vasculopatia coronarica d) vasculopatia cerebrale e) vasculopatia arti inferiori f) nefroangiosclerosi g) vasculopatia retinica h) altre malattie causate dalla esposizione professionale a solfuro di carbonio; 28) malattie causate da idrogeno solforato: a) tracheobronchite b) congiuntivite c) sindrome neuroasteniforme con amnesia d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a idrogeno solforato; 29) malattie causate da n-esano e altri idrocarburi alifatici lineari e ciclici a) polineuropatia periferica b) encefalopatia tossica c) dermatite irritativa da contatto d) tumori del sistema emolinfopoietico e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a n-esano e altri idrocarburi alifatici lineari e ciclici; 30) malattie causate da etere di petrolio: a) encefalopatia tossica b) dermatite irritativa da contatto c) nefropatia d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a etere di petrolio; 31) malattie causate da acqua ragia minerale (white spirit): a) encefalopatia tossica b) dermatite irritativa da contatto c) nefropatia d) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad acqua ragia minerale; 32) malattie causate da idrocarburi aromatici mononucleari: a) sindrome emocitopenica b) leucemia mieloide c) encefalopatia tossica d) dermatite irritativa da contatto e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a idrocarburi aromatici mononucleari; 33) malattie causate dalla esposizione a idrocarburi policiclici aromatici: a) tumore del polmone b) epitelioma cutaneo c) tumore della vescica d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a idrocarburi policiclici aromatici; 34) malattie causate dal cloruro di vinile: a) acroosteolisi falangi ungueali delle mani e dei piedi b) sindrome raynaud-simile delle mani e dei piedi c) epatopatia fibrotica d) angiosarcoma epatico e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a cloruro di vinile; 35) malattie causate da derivati alogenati e/o nitrici degli idrocarburi alifatici (escluso il cloruro di vinile) a) encefalopatia tossica b) dermatite irritativa da contatto c) epatopatia tossica d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati alogenati e/o nitrici degli idrocarburi alifatici; 36) malattie causate da derivati alogenati e/o nitrici degli idrocarburi aromatici: a) encefalopatia tossica b) dermatite allergica da contatto c) emopatia da metaemoglobinemia d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati alogenati e/o nitrici degli idrocarburi aromatici; 37) malattie causate da terpeni: a) asma bronchiale b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a terpeni; 38) malattie causate da amine alifatiche e derivati: a) dermatite irritativa da contatto b) dermatite allergica da contatto c) asma bronchiale d) lesioni corneali e) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad amine alifatiche e derivati; 39) malattie causate da amine aromatiche e derivati: a) emopatia da metaemoglobinemia b) dermatite allergica da contatto c) asma bronchiale d) tumori della vescica e) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad amine aromatiche e derivati; 40) malattie causate da ammidi: a) dermatite irritativa da contatto b) neuropatia periferica c) epatopatia tossica d) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad ammidi; 41) malattie causate da acido cianidrico, cianuri, nitrili, isocianati: a) asma bronchiale b) dermatite irritativa da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad acido cianidrico, cianuri, nitrili, isocianati; 42) malattie causate da chetoni e derivati alogenati: a) encefalopatia tossica (g92) 3 anni b) dermatite irritativa da contatto c) polineuropatia periferica d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a chetoni e derivati alogenati; 43) malattie causate da aldeidi e derivati: a) tumori del nasofaringe b) dermatite allergica da contatto c)dermatite irritativa da contatto d) tracheobronchite e)asma bronchiale f) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad aldeidi e derivati; 44) malattie causate da chinoni e derivati a) dermatite allergica da contatto b) cheratite c) leucodermia (vitiligo) d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a chinoni e derivati; 45) malattie causate da alcoli, tioli e derivati alifatici e aromatici a) neurite ottica b) dermatite irritativa da contatto c) dermatite allergica da contatto d) encefalopatia tossica e) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad alcoli, tioli e derivati alifatici e aromatici; 46) malattie neoplastiche causate dalla esposizione per la produzione di alcol isopropilico: a) tumori delle cavità nasali b) tumori dei seni paranasali; 47) malattie causate da eteri e loro derivati: a) encefalopatia tossica b) tumori del polmone c) tumori del sistema emolinfopoietico d) altre malattie causate dall esposizione professionale a eteri e loro derivati; 48) malattie causate da acido carbammico, acido tiocarbammico, carbammati, tiocarbammati: a) dermatite irritativa da contatto b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad acido carbammico, tiocarbammico, carbammati, tiocarbammati; 49) malattie causate da esteri organici e derivati: a) encefalopatia tossica b) asma bronchiale c) dermatite irritativa da contatto d) dermatite allergica da contatto e) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad esteri organici e derivati; 50) malattie causate da esteri organici dell acido nitrico: a) crisi anginose b) cefalea vascolare c) dermatite allergica da contatto d) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad esteri organici dell acido nitrico; 51) asma bronchiale con le sue conseguenze dirette causato dai seguenti agenti non compresi in altre voci: a) Polveri e farine di cereali b) Semi di soia, ricino, caffè verde, carrube c) Polveri di legno d) Enzimi e) Lattice Produzione ed utilizzo di articoli in lattice f) Gomma Arabica g) Derivati animali: dermici (forfora, peli, piume), liquidi biologici (sangue e urine), escrementi h) Acari (delle derrate e del pollame) i) Miceti l) Prepolimeri, Oligomeri, catalizzatori della polimerizzazione di resine sintetiche m) Metalli (platino, cobalto, palladio) n) Colofonia o) Persolfati p) Farmaci: esposizione a farmaci (compresi i principi attivi e gli intermedi) ad azione allergizzante nell industria farmaceutica e nelle attività sanitarie e veterinarie. q) Anidridi (ftalica, maleica, trimellitica); 52) alveolite allergica estrinseca con o senza evoluzione fibrotica causata da: a) Actinomiceti termofili b) Miceti (aspergilli, penicilli, altri) c) Derivati proteici animali; d) Altri agenti di natura chimica e vegetale che possono causare la alveolite allergica estrinseca; 53) antracosi; 54) baritosi; 55) siderosi; 56) pneumoconiosi da polveri di pietra pomice (liparosi); 57) malattie da asbesto (esclusa l asbestosi): a) placche e ispessimenti pleurici con o senza atelettasia rotonda b) mesotelioma pleurico c) mesotelioma pericardico d) mesotelioma peritoneale e) mesotelioma della tunica vaginale e del testicolo f) carcinoma polmonare; 58) malattie da erionite: a) placche e ispessimenti pleurici b) mesotelioma pleurico c) mesotelioma peritoneale; 59) pneumoconiosi da talco (talcosi);

52 60) pneumoconiosi da mica; 61) pneumoconiosi da caolino; 62) pneumoconiosi da polveri di silicati del tipo argille; 63) malattie causate da polveri e fumi di alluminio: a) fibrosi polmonare da polveri di alluminio b) pneumoconiosi benigna (alluminosi); 64) malattie causate da metalli duri (carburi metallici sinterizzati) a) fibrosi polmonare; 65) bissinosi; 66) broncopneumopatia cronica ostruttiva; 67) malattie neoplastiche causate da polveri di legno duro: a) tumori delle cavità nasali b) tumori dei seni paranasali; 68) malattie neoplastiche causate da polveri di cuoio: a) tumori delle cavità nasali b) tumori dei seni paranasali; 69) dermatite allergica da contatto causata da agenti non compresi in altre voci; 70) dermatite irritativa da contatto causata da agenti non compresi in altre voci; 71) dermatite follicolare da olii minerali; 72) cloracne; 73) dermatite irritativa o mista da fibre di vetro; 74) dermatite irritativa o mista da malta cementizia e calcestruzzo; 75) ipoacusia da rumore; 76) malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano braccio: a) sindrome di raynaud secondaria (dita, mani) b) osteoartropatie (polso, gomito, spalla) c) neuropatie periferiche (n. mediano e ulnare); 77) ernia discale lombare; 78) malattie da sovraccarico biomeccanico dell arto superiore: a) tendinite del sovraspinoso b) tendinite del capolungo bicipite c) tendinite calcifica (morbo di duplay) d) borsite e) epicondilite f) epitrocleite g) borsite olecranica h) tendiniti e peritendiniti flessori/estensori (polso-dita) i) sindrome di de quervain l) sindrome del tunnel carpale; 79) malattie da sovraccarico biomeccanico del ginocchio: a) borsite b) tendinopatia del quadricipite femorale c) meniscopatia degenerativa; 80) malattie causate da lavori subacquei ed in camere iperbariche: a) otopatie barotraumatiche b) sinusopatie barotraumatiche c) osteoartropatie (malattia dei cassoni, malattia dei palombari) d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a lavori subacquei ed in camere iperbariche; 81) malattie causate da radiazioni ionizzanti: a) radiodermite b) opacità del cristallino c) sindrome emocitopenica d) tumori solidi e) tumori del sistema emolinfopoietico; 82) malattie causate da radiazione laser: a) lesioni retiniche b) lesioni della cornea c) opacità del cristallino d) opacita del corpo vitreo e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a radiazioni laser; 83) malattie causate dalle radiazioni infrarosse: a) opacita del cristallino b) eritema permanente; 84) malattie causate dalle radiazioni u.v. comprese le radiazioni solari: a) cheratosi attiniche b) epiteliomi cutanei delle sedi fotoesposte c) altre malattie causate dalla esposizione professionale alle radiazioni u.v. comprese le radiazioni solari; 85) malattie causate dall ancylostoma duodenalis: a) anchilostomiasi. Malattie professionali nell agricoltura 1) malattie da arsenico e composti: a) carcinoma del polmone b) epiteliomi cutanei c) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad arsenico e composti; 2) malattie causate da composti inorganici del fosforo: a) epatopatia tossica b) dermatite irritativa da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti inorganici del fosforo; 3) malattie causate da composti organici del fosforo: a) polineuropatia b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti organici del fosforo; 4) malattie causate da derivati alogenati degli idrocarburi alifatici: a) encefalopatia tossica b) dermatite irritativa da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati alogenati degli idrocarburi alifatici; 5) malattie causate da derivati del benzene ed omologhi: a) encefalopatia tossica b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati del benzene ed omologhi; 6) malattie causate da composti del rame: a) pneumopatia granulomatosa b) epatopatia granulomatosa c) dermatite irritativa da contatto d) dermatite allergica da contatto e) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti del rame; 7) malattie causate da derivati dell acido carbammico e tiocarbammico: a) sindrome parkinsoniana b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale all acido carbammico e tiocarbammico; 8) malattie causate da composti organici dello stagno: a) encefalopatia tossica b) epatopatia granulomatosa c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a composti organici dello stagno; 9) malattie causate da derivati dell acido ftalico e ftalimide: a) dermatite irritativa da contatto b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati dell acido ftalico e ftalimide; 10) malattie causate da derivati del dipiridile: a) fibrosi polmonare b) dermatite allergica da contatto c) nefropatia tossica d) altre malattie causate dalla esposizione professionale a derivati del dipiridile; 11) malattie da formaldeide: a) asma bronchiale allergico b) dermatite allergica da contatto; 12) malattie causate da zolfo e anidride solforosa: a) broncopneumopatia cronica ostruttiva b) altre malattie causate dalla esposizione professionale a zolfo e anidride solforosa; 13) malattie causate da olii minerali: a) dermatite follicolare b) dermatite allergica da contatto c) altre malattie causate dalla esposizione professionale ad olii minerali; 14) dermatite allergica da contatto causata da: a) derivati degli arilsolfoni Lavorazioni che espongono ad arilsolfoni. b) derivati delle diazine e delle triazine c) composti azotati d) cianocomposti Lavorazioni che espongono a cianocomposti. e) chinoni Lavorazioni che espongono a chinoni. f) additivi per mangimi: antibiotici, sulfamidici, antielmintici g) conservanti, stabilizzanti ed emulsionanti per mangimi h) cera d api, propoli. i) derivati di piante e fiori (primula, crisantemi, gerani, tulipani) l) composti organici di origine vegetale (piretroidi, rotenone, benzoato di benzile); 15) dermatite irritativa da contatto causata da: a) polisolfuro di calcio o di sodio b) derivati clorurati dell acido benzoico c) composti azotati; 16) cloracne causata da: a) derivati clorurati del fenolo e omologhi b) derivati clorurati dei composti ammidici c) fenossi derivati; 17) asma bronchiale causato da: a) Polveri di granaglie b) Semi di cotone, lino, soia, ricino, girasole c) Pollini da coltivazioni di graminacee, oleacee composite (girasole) d) Spore fungine (alternaria, cladosporium, aspergilli, penicilli) e) Acari (del pollame e delle derrate) f) Derivati dermici (forfora, peli, piume), deiezioni animali; 18) alveoliti allergiche estrinseche con o senza evoluzione fibrotica causate da: a) spore di actinomiceti termofili b) miceti (aspergilli, penicilli, altri) c) derivati proteici (aviari, suini, bovini); 19) malattie causate da radiazioni solari: a) cheratosi attiniche b) epiteliomi cutanei delle sedi fotoesposte c) altre malattie causate dalla esposizione professionale alle radiazioni solari; 20) ipoacusia da rumore; 21) malattie causate da vibrazioni meccaniche trasmesse al sistema mano braccio: a) sindrome di raynaud secondaria b) osteoartropatie del polso, del gomito, della spalla c) neuropatie periferiche del nervo mediano e ulnare; 22) ernia discale lombare; 23) malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori: a) tendinite della spalla, del gomito, del polso, della mano b) sindrome del tunnel carpale c) altre malattie da sovraccarico biomeccanico degli arti superiori; 24) malattie cusate dall ancylostoma duodenalis: a) anchilostomiasi. Non è previsto, per la denuncia, un

53 Esempi di malattie non tabellate: Lista 1 malattie professionali INAIL la cui origine lavorativa è di elevata probabilità: Gruppo 1 Malattie da agenti chimici Gruppo 2 Malattie da agenti fisici Gruppo 3 Malattie da agenti biologici Gruppo 4 Malattie dell apparato respiratorio non comprese in altre voci Gruppo 5 Malattie della pelle Gruppo 6 Tumori professionali Lista2 malattie professionali INAIL la cui origine lavorativa è di limitata probabilità Gruppo 1 Malattie da agenti chimici Gruppo 2 Malattie da agenti fisici Gruppo 6 Tumori professionali Gruppo 7 Malattie psichiche e psicosomatiche da disfunzioni dell organizzazione del lavoro Lista 3 malattie professionali INAIL la cui origine lavorativa è possibile Gruppo 1 Malattie da agenti chimici Gruppo 2 - Malattie da agenti fisici Gruppo 6 Tumori professionali

54 Rilevazione delle malattie professionali Esposizione al rischio Sviluppo della malattia professionale Fase precoce Tecniche di laboratorio Fase avanzata Segni e sintomi della malattia I lavoratori tutelati dall INAIL per l insorgere di malattia professionale, sono tutti i lavoratori dipendenti pubblici e privati, parasubordinati ed alcune tipologie di lavoratori autonomi come artigiani e coltivatori diretti.

55 Caratteristiche delle malattie professionali: Tempo di latenza clinica Le malattie professionali insorgono in seguito al protrarsi più o meno lungo di esposizioni a rischio Frazione attribuibile all esposizione professionale Ogni malattia ha un suo decorso particolare. Ci sono malattie remittenti, che possono momentaneamente recedere e ripresentarsi a intervalli più o meno lunghi, sia in base a particolari condizioni di rischio che a condizioni individuali del soggetto colpito. Altre malattie sono irreversibili e una volta insorte possono solo essere attenuate nella loro manifestazione mediante provvedimenti terapeutici, ma non contemplano una restituito ad integrum Andamento reversibile-remittente/irreversibile-ingravescente Molte delle attuali malattie professionali sono a-specifiche, ossia possono insorgere sia in seguito a esposizioni lavorative che per esposizioni voluttuarie o semplicemente per cause naturali (invecchiamento). Effetto lavoratore sano

56 Esempio di malattia professionale: IPOACUSIA Livelli di rumore oltre al TLV (Threshold Level Value) MALATTIA PROFESSIONALE livelli sonori al di sotto dei massimi Tali ipoacusie potranno essere attribuite a tale fattore di rischio?

57

58 Le fonti statistiche

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60 Come misurare il rischio? con scale di probabilità e analisi matriciale R = P x D Rischio Probabilità o frequenza del verificarsi delle conseguenze = x Magnitudo (gravità) delle conseguenze (danno ai lavoratori)

61 Scala delle probabilità P Livello di probabilità Criterio di valutazione 4 Altamente probabile 3 Probabile 2 Poco probabile 1 Improbabile -Esiste una correlazione diretta tra la mancanza rilevata ed il verificarsi del danno ipotizzato per i lavoratori -Si sono già verificati danni per la stessa azienda o in aziende simili o in situazioni operative simili - Il verificarsi del danno conseguente la mancanza rilevata non susciterebbe alcuno stupore in azienda - La mancanza rilevata può provocare un danno, anche se in modo automatico o diretto. - È noto qualche episodio di cui alla mancanza ha fatto seguire il danno. - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe una moderata sorpresa in azienda. - La mancanza rilevata può provocare un danno solo in circostanze sfortunate di eventi. - Sono noti solo rarissimi episodi già verificatisi. - Il verificarsi del danno ipotizzato susciterebbe grande sorpresa. - La mancanza rilevata può provocare un danno per la concomitanza di più eventi poco probabili, indipendenti. - Non sono noti episodi già verificatisi. - Il verificarsi del danno susciterebbe incredulità

62 Scala della gravità del danno P Livello del danno Criterio di valutazione 4 Gravissimo - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti letali o di invalidità totale. - Esposizione cronica con effetti letali e/o totalmente invalidanti. 3 Grave - Infortunio o episodio di esposizione acuta con effetti di invalidità parziale. - Esposizione cronica con effetti irreversibili e/o parzialmente invalidanti. 2 Medio - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità reversibile. - Esposizione cronica con effetti reversibili. 1 Lieve - Infortunio o episodio di esposizione acuta con inabilità rapidamente reversibile. - Esposizione cronica con effetti rapidamente reversibili

63 DANNO Stima del rischio PROBABILITA RISCHIO Altissimo Alto Medio Basso

64 La stima numerica del rischio permette di identificare una scala di priorità degli interventi per ridurre il rischio Livello del rischio Programmazione degli interventi R > 8 Azioni correttive necessarie da programmare con urgenza 4 R 8 Azioni correttive e/o migliorative necessarie da programmare nel breve termine 2 R 3 Azioni correttive e/o migliorative necessarie da programmare nel medio termine R = 1 Eventuali misure da considerare in sede di riesame della valutazione

65 Riduzione del rischio Gli interventi devono quindi ridurre il rischio fino a: Rischio tollerabile: rischio accettato in seguito alla ponderazione del rischio. Il rischio tollerabile è anche detto rischio non significativo o rischio accettabile. Il rischio tollerabile non dovrebbe richiedere ulteriore trattamento. Rischio residuo: Rischio rimanente a seguito del trattamento del rischio. Il rischio residuo comprende anche i rischi non identificabili. UNI Gestione del rischio

66 Riduzione del rischio Prevenzione agisce riducendo la probabilità di accadimento R = P x D Protezione agisce diminuendo la gravità del danno

67 Protezione P Prevenzione G

68 Attività di gruppo In gruppi di due

69 Interventi possibili Eliminazione del pericolo Misure di sicurezza Riduzione del Rischio M. Preventive: agiscono sulla Probabilità del danno M. Protettive: agiscono sulla Gravità del danno

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