CONCETTI DI PROGRAMMAZIONE DELL ALLENAMENTO PROF. MARCHI ERNESTO
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- Gregorio Lupi
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1 CONSULENZA categoria: categorie correlate: SCUOLA CALCIO SETT. GIOV. AGONISTICO CONCETTI DI PROGRAMMAZIONE titolo / oggetto: NIENTE AL CASO: LA PROGRAMMAZIONE DELL ALLENAMENTO autore / docente / tutor: PROF. MARCHI ERNESTO 1
2 NIENTE AL CASO: LA PROGRAMMAZIONE DELL ALLENAMENTO INTRODUZIONE La PROGRAMMAZIONE dell allenamento costituisce uno degli aspetti fondamentali dell allenamento stesso e rappresenta il momento centrale della PROGETTAZIONE DIDATTICA. Per ogni allenatore è di fondamentale importanza SAPERE dove vuole arrivare e attraverso quale METODO o STRATEGIA farlo. È enormemente sbagliato improvvisare, limitandosi a preparare gli allenamenti sul momento pochi minuti prima del loro inizio. Ogni allenatore dovrà avere sempre ben chiaro, nella propria mente, la struttura generale e specifica del suo programma, grazie al quale sviluppare le varie sedute di allenamento. PROGRAMMAZIONE NELLA SCUOLA CALCIO La PROGRAMMAZIONE nella SCUOLA CALCIO dovrà avvenire per MODULI DI LAVORO, ciascuno dei quali sarà a sua volta strutturato sulla base di singole UNITA DIDATTICHE della durata, di solito, di un mese. Nella stesura della programmazione modulare non occorrerà conferire eccessiva importanza ai singoli EVENTI AGONISTICI (PARTITE). Nella SCUOLA CALCIO si parlerà fondamentalmente di programmazione del CARICO DIDATTICO. Il CARICO DIDATTICO dovrà essere somministrato in forma graduale e progressiva. La qualità degli esercizi che caratterizzeranno il CARICO DIDATTICO dovrà risultare inizialmente composta da elementi considerati di semplice attuazione e poi via via più complessi. Il grado di semplicità e/o complessità delle esercitazioni dipenderà sempre dalle potenzialità intrinseche dei giovani calciatori a disposizione. 2
3 In sintesi, la connotazione di facile e/o difficile, relativa a ciascuna esercitazione, sarà sempre la risultante della CONDIZIONE PSICOMOTORIA posseduta dagli allievi nel momento in cui affronteranno l esercitazione stessa. Per questi motivi, potrà appunto capitare che un esercitazione in apparenza semplice per alcuni, possa risultare complessa per altri, così come un esercitazione in apparenza complessa per alcuni, possa risultare di facile attuabilità per altri. Nella SCUOLA CALCIO, ancora meglio, sarebbe opportuno parlare di CARICO PSICOLOGICO sulla base della capacità cognitive coinvolte, ATTENZIONE e CONCENTRAZIONE su tutte. PROGRAMMAZIONE NEL SETTORE GIOVANILE AGONISTICO La PROGRAMMAZIONE nel SETTORE AGONISTICO dovrà avvenire per CICLI DI LAVORO che verranno strutturati sulla base dei singoli EVENTI AGONISTICI (PARTITE). Nel Settore Agonistico si parlerà fondamentalmente di PROGRAMMAZIONE del CARICO DI LAVORO ATLETICO attraverso la modulazione dei principali parametri che serviranno a definire l identità del carico stesso: INTENSITA (QUALITA DEL CARICO); VOLUME o DURATA (QUANTITA DEL CARICO). Durante i cicli di partite ritenuti dall allenatore più difficili, si adotterà un INTENSITA del carico molto ALTA, sia come approccio esecutivo, che dovrà essere massimale o molto vicino ad esso, sia come scelta dei mezzi di allenamento (esistono mezzi di allenamento che intrinsecamente risulteranno più intensi di altri: tipo esercizi per la rapidità). Durante i cicli di partite ritenute più facili dall allenatore, si adotterà, al contrario, un VOLUME del carico molto ALTO, sia come durata delle singole sedute che dei singoli mezzi di allenamento (anche in questo caso, come nel precedente, si opterà per la scelta di mezzi di allenamento che intrinsecamente risulteranno più voluminosi di altri: tipo gli esercizi per lo sviluppo della resistenza). 3
4 In poche parole, con questo tipo di programmazione si cercherà di perseguire il raggiungimento della TOP FORM (MASSIMO GRADO DI FORMA) in coincidenza di ben determinati eventi agonistici (PARTITE). FASI DELLA PROGRAMMAZIONE 1. ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA Per l effettuazione di una corretta ANALISI DELLA SITUAZIONE DI PARTENZA ci si dovrà avvalere di osservazioni (DATI SOGGETTIVI) e rilevazioni (DATI OGGETTIVI) utili a produrre valutazioni individuali e collettive che, pur nella loro approssimazione, consentiranno di acquisire informazioni sugli esiti degli INTERVENTI DIDATTICI precedenti e della CONDIZIONE PERSONALE relativa al momento dell analisi. Occorrerà, inoltre, inquadrare il comportamento globale dei soggetti a disposizione, in termini di DISPONIBILITA AD IMPARARE, e la capacità di AUTO CONTROLLARSI ed AUTO REGOLAMENTARSI, sia durante l attività didattica che nelle situazioni immediatamente precedenti e successive ad essa (negli spostamenti, nello spogliatoio ). 2. DEFINIZIONE DEGLI OBIETTIVI Gli OBIETTIVI rappresentano TRAGUARDI DELL APPRENDIMENTO. Sono riconducibili all acquisizione di cognizioni, capacità ed abilità da parte degli allievi affinché possano divenire competenti nella disciplina praticata (nel nostro caso, ovviamente, il calcio). Per il perseguimento dei diversi obiettivi didattici occorrerà creare una PROCEDURA OPERATIVA ordinata che stabilisca la gerarchizzazione, o meglio la tassonomizzazione, degli obiettivi da raggiungere. In che modo? Classificando gli OBIETTIVI DIDATTICI (dal basso in alto, dal facile al difficile, dal semplice al complesso) e ponendoli in relazione alla tipologia ed alle potenzialità del gruppo a disposizione (loro conoscenze, abilità, atteggiamenti, competenze). 4
5 La stesura di un piano che ipotizzi gli OBIETTIVI da raggiungere dovrà partire dalla conoscenza approfondita dell allievo e del gruppo a disposizione e delle loro capacità ed abilità acquisite, parametri che, grazie al raffronto con l età cronologica, ci daranno utili informazioni per individuare gli OBIETTIVI OPERATIVI necessari. 3. SELEZIONE DEI CONTENUTI La scelta dei CONTENUTI, oltre ad essere orientata all acquisizione di determinate condotte e comportamenti, dovrà privilegiare attività con un elevato COINVOLGIMENTO EMOTIVO in grado di suscitare interesse ed entusiasmo e creare quel clima magico dove la voglia di stare assieme ad allenarsi rappresenti sempre una forte spinta motivazionale. 4. SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI MATERIALI E DEGLI STRUMENTI La scelta dei materiali e degli strumenti dovrà rispondere al PRINCIPIO DELLA VARIETA DEGLI STIMOLI DI APPRENDIMENTO. Essa può contribuire a sollecitare maggiori interessi e motivazioni da parte dei giovani calciatori nell affrontare le attività proposte. Tale varietà didattica può essere senza dubbio facilitata se il tecnico giovanile potrà disporre di ATTREZZATURE didattiche specifiche, sia sul piano dei numeri (quantità) che della corrispondenza e coerenza didattica (qualità). L ATTREZZO dovrà essere preso in seria considerazione da tutti gli allenatori del SETTORE GIOVANILE poiché, se ben selezionato, potrà risultare di grande aiuto alla didattica ed all apprendimento. Oltre naturalmente agli ATTREZZI convenzionali, come i delimitatori di spazio (meglio conosciuti come cinesini ), i coni, i paletti, gli ostacolini, ne sarebbero utili altri, quali: gli step (alti cm.), le tavolette propriocettive, il triangolo di legno, la cosiddetta forca, tappetini e funicelle. 5. SCELTA ED ORGANIZZAZIONE DEI METODI Gli allenatori del Settore Giovanile dovrebbero possedere le BASI PEDAGOGICHE DELL INSEGNAMENTO in modo da poter adattare le loro CONOSCENZE e COMPETENZE alle reali esigenze degli allievi. 5
6 Affinché ciò possa avvenire occorrerà che gli allenatori sappiano OGANIZZARE le attività da proporre secondo METODI APPLICATIVI ben precisi. Nell ambito dell Educazione Motoria (o meglio delle Scienze dell Educazione) da tempo ci si è orientati a definire 2 precise modalità di approccio metodologico. Una caratterizzata da forme di apprendimento costruite sulla base di esperienze INDOTTE nell allievo (METODO INDUTTIVO), l altra realizzata mediante la DIRETTIVITA dell insegnante (METODO DEDUTTIVO). METODO DEDUTTIVO: l insegnante possiede adeguate informazioni che trasmette ai propri allievi in relazione alla maturità da essi conseguita per poterle ricevere e valorizzare. METODO INDUTTIVO: l insegnante deve sempre essere in possesso di adeguate informazioni da trasmettere ai propri allievi, ma saranno gli alunni, in base alle proprie capacità, a scoprire autonomamente le conoscenze ed a fare, con la guida dell insegnante, esperienze adeguate ai diversi stadi evolutivi e maturativi raggiunti. 6. PROCEDIMENTI DI VALUTAZIONE Per VALUTAZIONE s intende un processo organizzato che servirà ad individuare i LIVELLI DI PARTENZA, il decorso dell apprendimento mediante il CONTROLLO IN ITINERE DEL PROGRAMMA, i RISULTATI FINALI. 6
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