IL COLLEGIO DI ROMA. [Estensore] Finanziario

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1 composto dai signori: IL COLLEGIO DI ROMA Avv. Bruno De Carolis Presidente Prof. Avv. Pietro Sirena Dott.ssa Claudia Rossi Avv. Michele Maccarone Membro designato dalla Banca d'italia Membro designato dalla Banca d'italia [Estensore] Membro designato dal Conciliatore Bancario Finanziario Prof.ssa Avv. Maddalena Rabitti Membro designato da C.N.C.U. nella seduta del 11/07/2013, dopo aver esaminato il ricorso e la documentazione allegata; le controdeduzioni dell intermediario e la relativa documentazione; la relazione istruttoria della Segreteria tecnica, Fatto La controversia portata all attenzione dell Arbitro il attiene al comportamento dell intermediario che, senza il consenso del ricorrente, ha compiuto svariate operazioni di accredito e di storno del suo conto corrente con conseguenti disagi per il suo titolare. Il ricorrente, titolare di un conto corrente acceso l , riferisce di aver ricevuto a giugno del 2012 una comunicazione con la quale l intermediario convenuto gli ingiungeva di reintegrare entro 5 giorni la provvista del conto. La richiesta esperita in termini assai perentori- era motivata dall esigenza dell intermediario di rettificare un operazione di accredito di 156,00 effettuata per errore dall intermediario stesso nel corso dell anno precedente, ovvero il In tale occasione il ricorrente si accorgeva, dall esame dell estratto conto, di numerose indebite operazioni di accredito e di storno, effettuate ad opera dell intermediario in tempi diversi, operazioni alle quali il ricorrente si dichiarava del tutto estraneo. Pag. 2/8

2 Conseguentemente il ricorrente, rappresentato da un legale di fiducia, sporgeva in data un primo reclamo, chiedendo conto di tali errori, lamentando altresì il disagio avvertito in considerazione dell inattendibilità del saldo del conto, il tono perentorio delle richieste di immediato reintegro del conto e il tempo trascorso -dal all tra il compimento dell errore e la segnalazione al cliente. Il reclamo del ricorrente non veniva riscontrato dall intermediario il quale, viceversa, ingiungeva ulteriormente al cliente, con due distinte note del di reintegrare nuovamente nel termine perentorio di cinque giorni- la provvista sul conto corrente a seguito di ulteriori erronei accrediti avvenuti il e il , effettuati dall intermediario per rispettivamente 312 e 394 euro. Le movimentazioni erronee e gli storni non autorizzati sul conto venivano ripetuti, a discapito delle lamentele del ricorrente che riferiva di essersi talvolta trovato in maniera del tutto improvvisa privo di disponibilità sul proprio conto corrente, sul quale veniva accreditato lo stipendio, sua unica fonte di reddito, utilizzata anche per il pagamento del fitto del proprio alloggio, con notevoli disagi. A seguito di tali disagi, apparentemente irrisolvibili, nonostante i contatti intercorsi con l agenzia di radicamento del proprio conto, il ricorrente chiedeva all intermediario il la risoluzione del proprio rapporto di conto corrente e, al proprio datore di lavoro, di versargli lo stipendio in altra forma. Ciononostante il veniva registrato sul suo conto un ulteriore accredito di 468,00 euro da parte di un soggetto sconosciuto; sicché il il ricorrente sporgeva attraverso il proprio legale un nuovo reclamo sulla intera vicenda con il quale avanzava un istanza di risarcimento del danno, nella misura onnicomprensiva di euro, e il rimborso delle operazioni non autorizzate. Inoltre, il il ricorrente veniva contattato dai Carabinieri, con riferimento ad una denuncia, sporta da uno sconosciuto, di appropriazione indebita: denuncia che il ricorrente ipotizza possa ricollegarsi agli errori di contabilizzazione di cui è stato vittima. Con il presente procedimento il ricorrente chiede all ABF di accertare la legittimità, o meno, dell operato dell intermediario che ha effettuato operazioni di accredito e storno prive del suo consenso e che, in caso contrario, venga disposto il risarcimento del danno patito, nei termini prospettati in reclamo, nonché Pag. 3/8

3 l applicazione di sanzioni all intermediario e la trasmissione degli atti alla Procura della Repubblica. Nelle controdeduzioni rassegnate il l intermediario chiede che il ricorso, ritenuto infondato, venga respinto e fornisce per la prima volta- la spiegazione degli errori di contabilizzazione riscontrati: il numero identificativo del conto corrente intestato al ricorrente, aperto l è composto da sette cifre - abcde00 -, terminanti con due zeri ed è pressoché identico al numero identificativo del conto corrente intestato ad un fondo integrativo sanitario di pertinenza dei dipendenti di un gruppo economico di rilevanza nazionale, contrassegnato dalla numerazione abcde000, composto da 8 cifre e con numerazione terminante con tre zeri anziché due. Con la conseguenza che, come afferma il convenuto, dal mese di luglio 2011e fino all agosto del 2012 sul conto (del ricorrente) sono affluiti erroneamente n.ro 13 (tredici) versamenti in conto corrente di competenza di altro correntista il cui conto è simile a quello del (ricorrente). Asserisce l intermediario che di tali tredici versamenti -prodotti in atti - in nove casi (l intermediario) non ha alcuna responsabilità trattandosi di meri errori manuali di scrittura da parte dei versanti e nei residui 4 casi si è verificato un errore di digitazione dell operatore di sportello che a fronte dell esatta compilazione del modulo d ordine di versamento ha digitato in modo incompleto il numero di conto del beneficiario. Quanto al comportamento tenuto successivamente, l intermediario rivendica il diritto di effettuare rettifiche contabili, sulla base delle condizioni del contratto di conto corrente e, in particolare, dell art. 5, comma 10 secondo il quale Fatto salvo quanto previsto dal Contratto Quadro, il Correntista autorizza preventivamente (l intermediario) ad addebitare sul Conto corrente, in qualsiasi momento, gli importi non dovuti al Correntista relativi a somme indebitamente e/o erroneamente accreditate sul conto. L intermediario afferma di aver comunque regolarizzato tutte le posizioni in discorso eccettuate tre per le quali il ricorrente ha erroneamente prelevato l importo giacente sul conto, determinando un incapienza che ha reso impossibile procedere alla sistemazione contabile ; si tratterebbe di tre operazioni, erroneamente accreditate il , il e il , di rispettivamente 312,00, 312,00 e 468, per un complessivo importo di 1.092,00. Pag. 4/8

4 Fa inoltre presente che è pacifico che il ricorrente non possa trattenere somme non di sua competenza. Il convenuto segnala altresì di aver posto, a partire dall un blocco limitato ad alcune forme di operazioni di accreditamento da parte di terzi sul conto del cliente in modo da evitare ulteriori accrediti erronei da parte di sconosciuti. Quanto alla responsabilità degli errori, l intermediario resistente afferma di aver effettuato una verifica interna sull operato degli incaricati della digitazione delle operazioni in questione e di aver riscontrato che gli stessi avrebbero agito con specchiatezza, precisione e massima regolarità. A sua ulteriore difesa l intermediario afferma di aver sedimentato nel tempo un trattamento rigoroso ed una validazione qualificata di altissimo livello nelle operazioni contabili e che il tasso di errore di tale operatività. è tuttora estremamente limitato ed esclusivamente a situazioni come quella il ricorso. Conclude chiedendo il rigetto integrale del ricorso in quanto infondato. Diritto Il ricorso è fondato nei limiti di seguito indicati. La vicenda all attenzione di questo Collegio pone diversi ordini di problemi con riguardo: alla responsabilità degli errori, invero numerosi e concentrati in uno stretto lasso temporale, nella gestione dello specifico servizio di pagamento offerto al cliente; alla legittimità delle operazioni di storno effettuate di iniziativa dall intermediario; alla legittimità del comportamento del ricorrente che risulta allo stato attuale debitore di somme indebitamente incamerate, talora inconsapevolmente ovvero contro la propria volontà. Quanto al primo aspetto, questo Collegio ritiene di osservare in primo luogo come dalla esposizione dei fatti da parte dell intermediario e dalla documentazione dallo stesso versata in atti emerga che i tredici errori rilevati siano la diretta conseguenza del sistema utilizzato dall intermediario per l assegnazione dei numeri identificativi dei conti correnti. Errori, questi, che la parte resistente minimizza ma che risultano compiuti sia dagli operatori incaricati dall intermediario dell esecuzione delle operazioni, sia dai soggetti che effettuavano i versamenti Pag. 5/8

5 In particolare, dalla documentazione in atti (cfr. all.2 alle controdeduzioni) emerge che, dei tredici versamenti erroneamente accreditati al ricorrente in poco più di un anno, tutti i versamenti erano stati correttamente intestati all effettivo beneficiario, e che in quattro casi era stato correttamente compilato anche il numero del conto dell effettivo destinatario e solo in nove casi i versanti avevano omesso di inserire la ottava cifra (terzo zero) del conto dell effettivo beneficiario. Sicché, contrariamente a quanto asserito dall intermediario, è evidente che nei tredici i casi riferiti l intermediario incaricato del servizio di pagamento ha omesso di verificare la intestazione in chiaro del conto del beneficiario, che risultava correttamente indicata dai versanti, oltre a compiere taluni (quattro) errori di digitazione del numero del conto restando evidentemente responsabile degli errori compiuti, nonostante la vantata eccellenza in materia, eseguendo in maniera inesatta ( accreditando il conto di un soggetto diverso: nella fattispecie, quello del correntista) le disposizioni di pagamento impartite dai versanti (i soggetti aderenti al citato fondo sanitario). Sicché risulta evidente la responsabilità dell intermediario nell accaduto, avendo offerto al ricorrente, nonché ai tredici soggetti che avevano impartito le disposizioni di pagamento, un sistema di pagamenti scarsamente affidabile e privo di adeguati controlli operativi. Per giunta, non sembra che l intermediario abbia posto tempestivi rimedi ai disguidi quando con molto ritardo- ha acquisito la consapevolezza degli errori: risulta infatti, dalle dichiarazioni dell intermediario, che solo dall ottobre del 2012, esso ha adottato accorgimenti, comunque parziali, per evitare il ripetersi degli errori di contabilizzazioni sui due conti, omettendo, di dar corso a soluzioni di maggiore speditezza e radicalità (quale ad es., la proposta al ricorrente di chiusura del conto dalla numerazione ambigua e la contestuale apertura di un altro con diversa numerazione). In tale comportamento il Collegio ritiene che sia stata disatteso l obbligo di diligenza che compete all intermediario, il quale ha offerto al cliente un servizio privo dei requisiti di sicurezza necessari. In proposito, si richiama il principio giurisprudenziale secondo cui La banca, svolgendo attività professionale, deve adempiere a tutte le obbligazioni, con la diligenza particolarmente qualificata dell'accorto banchiere, assunte nei confronti dei propri clienti, non solo con riguardo all'attività di esecuzione di contratti bancari in senso stretto, ma anche in Pag. 6/8

6 relazione ad ogni tipo di operazione oggettivamente esplicata (art c.c.). Pertanto la banca risponde di tutti i rischi tipici della sua sfera professionale per la cui eliminazione non ha provveduto alla adozione di mezzi idonei (Cass. Civ., sez. I, 12 giugno 2007, n ). Questo Collegio, inoltre, non può non osservare come l intermediario, omettendo di dar seguito ai legittimi reclami avanzati dal ricorrente, non solo ha ritardato l esito della controversia e amplificato i termini della vertenza, ma ha anche disatteso le Disposizioni vigenti in materia che prescrivono che gli intermediari rispondano ai reclami entro trenta giorni. Quanto allo storno di operazioni contabili, effettuato dall intermediario a distanza di mesi e senza alcun preavviso, né tanto meno con il preventivo consenso del titolare del conto interessato, esso deve valutarsi come illegittimo, non potendo la banca decurtare unilateralmente il conto, neppure in caso di errore materiale nell accredito (cfr. Dec. n.844/2010; nello stesso senso, cfr. Dec. n.1481/2011). Inoltre il comportamento dell intermediario risulta contrario alle previsioni di cui agli artt. 5 e 17 del d. lgs. n. 11 del che regola la materia dei servizi di pagamento, che indicano, in linea di principio, come imprescindibile il consenso del titolare del conto per la revoca degli ordini di pagamento, nel presupposto della definitività delle operazioni di pagamento. Le disposizioni del citato decreto legislativo non possono in alcun modo essere vanificate dalla clausola contrattuale citata dall intermediario secondo il quale lo stesso sarebbe autorizzato ad addebitare in qualsiasi momento sul conto corrente del cliente gli importi non dovuti relativi a somme erroneamente accreditate sul conto. Una clausola, questa, che si pone in contrasto con le disposizioni di legge sopra citate e inoltre, per l evidente significativo squilibrio che determina tra le parti, risulta vessatoria ai sensi degli artt. 33 e 36 del d. lgs. n. 206/2005 (cd. Codice del consumo) e quindi, anche sotto questo profilo, non applicabile nei confronti del ricorrente. Sicché a parere di questo Collegio le operazioni di storno effettuate all insaputa del ricorrente sono illegittime e comportano l obbligo di risarcire il danno prodotto. Sotto altro profilo, in linea di principio, si osserva come la pretesa dell intermediario, di non poter dare seguito alla regolarizzazione, nei confronti degli autori dei versamenti contestati -in particolare nei confronti degli autori dei tre citati versamenti di complessivi euro- confligge con quanto previsto dall art. Pag. 7/8

7 25 del citato d. lgs. n. 10/2011, e in particolare con quanto stabilito ai commi 1 e 2, secondo i quali: il prestatore dei servizi di pagamento del pagatore è responsabile nei confronti di quest ultimo della corretta esecuzione dell ordine di pagamento ricevuto. e rimborsa senza indugio al pagatore l importo dell operazione di pagamento non eseguita o eseguita in modo inesatto. Da tutto quanto precede, emerge un negligente comportamento dell intermediario che ha determinato, a danno del ricorrente, costi e disagi di entità rilevante, quali l improvviso azzeramento del conto che in talune occasioni lo avrebbe lasciato totalmente privo di disponibilità nonché l esigenza di farsi assistere da un legale per porre fine alla serie di inconvenienti ai quali l intermediario si era ben guardato di porre rimedio, nonostante le successive denunce presentate dal ricorrente. Pertanto il Collegio, in parziale accoglimento del ricorso, dispone che l intermediario provveda al risarcimento dei danni a favore del ricorrente che liquida, in via equitativa, in complessivi euro 1.200,00, oltre agli interessi dal reclamo al soddisfo. P.Q.M. Il Collegio accoglie parzialmente il ricorso nei sensi di cui in motivazione. Dispone, inoltre, ai sensi della vigente normativa, che l intermediario corrisponda alla Banca d Italia la somma di Euro 200,00 (duecento/00) quale contributo alle spese della procedura e al ricorrente quella di Euro 20,00 (venti/00) quale rimborso della somma versata alla presentazione del ricorso. firma 1 IL PRESIDENTE Pag. 8/8