Croatina. Pecile M., Zavaglia C., Ciardi A.

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1 Pecile M., Zavaglia C., Ciardi A. 1. RIFERIMENTI NORMATIVI Nome: N. Codice: 071 Sinonimi ufficiali: Bonarda* Annotazioni: * Esclusivamente per la designazione dei vini delle DOP Oltrepò Pavese e Colli Piacentini Data di ammissione: 25/05/1970, decreto pubblicato sulla G.U. 149 del 17/06/ INFORMAZIONI GENERALI Le informazioni presentate in questa sezione sono tratte da: G. Dalmasso, M. Cacciatore ed A. Corte - "", in Principali vitigni da vino coltivati in Italia - Volume II, Sinonimi (ed eventuali errati) Il nome "" subisce nella pratica varie deformazioni, che non sono proprie di determinate zone e località, ma derivano evidentemente da pronunce individuali diverse e da conseguenti diverse grafie adottate dai trattatisti. Così: "Crovattina, Croattina, Croata, Crovattino, Croatino, Crovalino, Crovettina" ecc. Comunque, questo nome e le sue varianti (o taluna delle sue varianti) in uso nell'oltrepò pavese, sono quasi ignorati nelle zone viticole del Novarese, del Vercellese, del Piacentino, ecc. dove pure il vitigno di cui si tratta è assai diffuso e dove invece si riscontrano, per esso, dei veri sinonimi - come: "Uga del zio" (Uva dello zio) largamente usato in provincia di Novara; "Bonarda" in uso a Rovescala (donde "Bonarda di Rovescala") ai confini tra le provincie di Pavia e Piacenza e, di qui, nel Piacentino, ecc. - ed anche dei nomi errati - come "Nebbiolo" (dialettalmente: "Nibiò") o "Spanna-nebbiolo" ("Span-nibiò") a Gattinara ed a Ghemme ed un po' in tutto il Vercellese ed il Novarese; "Borgogna" a Sizzano e "Dolcetto" a Gattico, sempre nel Novarese. Il Molon riporta anche i sinonimi: "Neretto" (per l'oltrepò pavese) e (desumendolo da De Maria e Leardi) quello di "Uva Vermiglia" (per Voghera) assai più adoperati in passato che non oggi; ed il nome errato di "Freisa" o "Fresa" per Borgomanero, dove però è, di certo oggi, rarissimamemente usato Descrizione Ampelografica La seguente descrizione del vitigno "" è stata fatta usufruendo, per la provincia di Novara, di un clone situato nel territorio del comune di Boca e, per la provincia di Pavia, di un clone posto nel territorio del comune di Casteggio. Tuttavia, specialmente nel periodo tra lo sviluppo completo delle foglie e la maturazione dell'uva, i caratteri vennero confrontati e controllati con quelli di vari altri ceppi dello stesso vitigno, nelle zone viticole considerate. La descrizione ha potuto essere molto agevolmente concordata in un testo unico, perché fra i caratteri dei due cloni non si notarono mai differenze di notevole importanza. Sono però state segnalate di volta in volta, nel corso della descrizione stessa, le poche e lievi differenze riscontrate, che riguardano essenzialmente qualche accidentalità nella forma delle foglie e nella distribuzione dei viticci. Germoglio di cm Apice: forma media (tra espansa e globosa), cotonoso; bianco con bordi carminati e lievi macchie sparse pure carminate. Foglioline apicali (dalla 1a alla 3a): generalmente un po' a coppa; cotonose, ma con intensità che rapidamente degrada (anche sulla pagina inferiore) dalla prima alla terza fogliolina; la pagina superiore è decisamente cotonosa nella prima fogliolina, meno nella seconda e quasi aracnoidea nella terza. Color verde-giallo chiaro (con riflessi bronzei e ramati) con sfumature carminate prevalentemente marginali sulla pagina superiore; bianco, rapidamente degradante dalla prima alla terza fogliolina sulla pagina inferiore, la quale nella prima fogliolina può avere lievi riflessi carminati e nella terza mostra già il verde chiaro attraverso al tomento. Foglioline basali (dalla 4a in poi): per lo più a coppa, talvolta spiegate specialmente sul clone novarese. Lievemente lanugginose sulla pagina inferiore, leggermente aracnoidee sulla pagina superiore. Color verde chiaro su entrambe le pagine: con riflessi dorati sulla pagina superiore e riflessi bianchi - per il tomento - sull'inferiore. Asse del germoglio: leggermente ricurvo. Rimarchevole la spiccata uniformità del germogliamento. Germoglio alla fioritura Apice: espanso, leggermente lanugginoso, verde chiaro lievemente volgente al dorato. Pagina 1 di 5 documento generato il , 00:11

2 Foglioline apicali: in taluni casi a forma di coppa più o meno accentuata, in altri casi spiegate. Leggermente lanugginose, un po' di più sulla pagina inferiore. Color verde chiaro con lievi sfumature bronzee. Foglioline basali: in genere leggermente a coppa. Glabre sulla pagina superiore, cotonose sulla pagina inferiore. Color verde cupo. Asse del germoglio: mediamente ricurvo. Tralcio erbaceo: sezione trasversale circolare. Contorno all'apparenza liscio, ma con rugosità molto leggere, percepibili al tatto. Glabro. Colar verde con riflessi rosso-violacei sul lato soleggiato, verde oliva sul lato opposto, diffuso interamente. Internodi medio-corti. Viticci: intermittenti; bifidi o trifidi; lunghi e grossi; di color verde con striature rosse dal lato soleggiato. Formula: (a volte, sul clone novarese, anche: ; oppure: ). Il primo viticcio trovasi generalmente sul 7-8 nodo dall'inserzione del tralcio erbaceo. Infiorescenza: grande, conica, alata. Fiore: piriforme quasi globoso, di media grandezza; ermafrodita; corolla di color verde, aprentesi a cappuccio (al momento dell'antesi), di color tabacco. Foglia: di media grandezza, pentagonali, più lunghe che larghe; quinquelobate o trilobate (prevalenza di foglie quinquelobate sul clone novarese, di foglie trilobate sul clone pavese), nelle foglie trilobate sono però accennati i due seni laterali inferiori. Seno peziolare a V aperto con lati un pò concavi, seni laterali superiori profondi con lati concavi quasi a lira stretta e chiusa, spesso con bordi sovrapposti, seni laterali inferiori a V stretto, generalmente poco profondi. Pagina superiore glabra, pagina inferiore aracnoidea, con le nervature di l -2-3 ordine pure aracnoidee. Lembo alquanto piegato a coppa, abbastanza consistente, con superficie liscia o molto lievemente ondulata. Lobi un po' contorti, lobo superiore per lo più di forma caratteristicamente slanciata. Angolo alla sommità dei lobi terminali acuto. Denti laterali sensibilmente regolari a due grandezze, convessi (prevalentemente) o rettilinei, a base larga. Colore verde cupo sulla pagina superiore, con nervature principali più chiare, verde chiaro sulla pagina inferiore, con nervature principali sfumate di rosso all'inserzione sul picciolo. Lucentezza opaca sulla pagina superiore. Nervature non sporgenti dal 4 ordine in avanti. Picciolo: medio-corto o corto (rispetto alla nervatura mediana, è a volte appena un po' più corto, a volte notevolmente più corto); piuttosto grosso; glabro; a sezione trasversale con canale poco evidente; verde con sfumature rosse talvolta assai accentuate. Colorazione autunnale delle foglie: dapprima verde con larghe chiazze di color rosso vinoso, poi rossa e gialla. Acino erbaceo: sferoide o appena visibilmente ellissoide. Grappolo a maturità industriale: grande (centimetri 20-25); conico, alato; di media compattezza o compatto. Peduncolo di lunghezza media (circa un terzo della lunghezza del grappolo), semi-legnoso, piuttosto grosso, ben visibile. Pedicelli medio-corti, di color rosso feccioso; cercini evidenti, di color rosso violaceo più carico di quello dei pedicelli; pennelli corti ed incolori. Acino: medio, di forma sferoide o appena visibilmente ellissoide, regolare; sezione trasversale circolare; ombelico non persistente; buccia abbastanza pruinosa, di color turchino regolarmente diffuso, piuttosto spessa consistente e coriacea; succo incolore; polpa succosa, a sapore semplice. Vinaccioli: generalmente due per acino, piuttosto piccoli che medi, con becco poco allungato e poco appuntito. Nessun acino è senza vinaccioli. Tralcio legnoso: lungo, robusto, poco ramificato, glabro. Corteccia bene aderente, superficie striata, con striature piuttosto fitte, ma poco rilevate e più che altro sensibili al tatto. Meritalli corti o medi (cm 7-11 e fino a 14); nodi poco rilevati; sezione trasversale appena sensibilmente ellittica. Midollo pari alla metà del diametro del tralcio; diaframmi piuttosto spessi. Colore dei meritalli: nocciola chiaro volgente al canarino, abbastanza fittamente cosparso di punti neri (più rari) o rugginosi (più fitti). Il colore, uniformemente distribuito sui meritalli, è appena un po' più carico sui nodi. Gemme arrotondate, rossastre, sporgenti, glabre. Cercine peziolare marcato. Tronco: robusto Fenologia Condizioni di osservazione: dati relativi ai cloni situati in provincia di Novara (A) e Pavia (B). Ubicazione Il clone (A) si trova in comune di Boca, regione Castello, in un vigneto di proprietà del sig. Giromini Federico; il clone (B) si trova nel comune di Casteggio, località Mairano, in un vigneto di proprietà dei signori Venco Fratelli. Longitudine: 4 03' O (M. Mario) (A); 9 07' O (M. Mario) (B). Latitudine: 45 42' N (A); 45 0' N (B). Altitudine: m 400 circa s.l.m (A); m 115 s.l.m (B). Esposizione: sud-ovest (A); sud-ovest (B). Portinnesto: Rip. x Rup (A); 3309 (B). Età delle viti: anni 30 (A) (A); 40 anni (B). Sistema di allevamento: quello detto localmente "Maggiorino" Il (dal comune di Maggiora) o "a quadretti". Le viti sono piantate a gruppi di due, alla distanza di m 4 in quadrato fra i singoli gruppi, e sono allevate a piramide quadrangolare capovolta (ricavando due branche principali da ciascuna vite fino all'altezza di m l,50-1,60 da terra) (A); a filari piuttosto alti, con diramazioni trasversali a guisa Pagina 2 di 5 documento generato il , 00:11

3 di cordoni, senza regola fissa, a circa m 2 da terra (B). Forma di potatura: lunga e ricca; schematicamente: da ciascuna branca principale ascendente si fanno derivare (dirigendole orizzontalmente ed in sensi opposti) due branche secondarie, che porteranno i tralci annuali a frutto. Questi variano assai di numero e di sviluppo (secondo la robustezza della branca che li alimenta) e le branche - sia le primarie che le secondarie - hanno durata non definita, dipendente dalla frequenza colla quale il potatore ritiene di dover allevare tralci di sostituzione (A); lunga e ricca, una sorta di Guyot multiplo con capi a frutto in generale lunghi e numerosi (B). Terreno: collinare, in pendio piuttosto ripido. Di natura argillosa (derivante da roccia feldspatica con ossidi di ferro, molto friabile), che non s'impasta con l'acqua, profondo, fresco, di facile sgrondo (A); medio impasto (B). Fenomeni vegetativi Germogliamento: generalmente nella terza decade di Aprile. Fioritura: verso il 20 giugno. Invaiatura: verso il agosto. Lignificazione: verso il 5 agosto. Maturazione dell'uva: fra la I e la IV epoca, prima decade di Ottobre. E' da notare che generalmente verso il 5 Ottobre l'uva "" raggiunge la colorazione definitiva, però l'arrossamento del graspo, che è considerato il vero indice della maturazione, non si verifica che alcuni giorni dopo. Non è tuttavia da escludere che, in condizioni particolarmente favorevoli, la maturazione possa avvenire in III epoca tardiva, e cioè appunto verso il 5 Ottobre. Caduta delle foglie: dalla fine di Ottobre alla metà di Novembre Caratteristiche ed Attitudini colturali Vigoria: molta, senza essere eccezionale. Esige pota tura lunga e ricca. E' adatta per sistemi di allevamento espansi, quali vengono tradizionalmente usati nelle zone considerate; sistemi che, per altro, sono suscettibili di perfezionamenti o di sostituzioni. Produzione: generalmente abbondante. Per quanto riguarda la sua costanza, come già fu detto nelle premesse alla descrizione ampelografica, tanto i viticoltori novaresi quanto quelli pavesi fanno distinzione fra una "" ad internodi corti ed una "" ad internodi lunghi, ed affermano che la seconda ha una produttività assai meno costante della prima. Va tuttavia notato che l'incostanza della produzione di questo vitigno è soprattutto lamentata dai viticoltori pavesi e quasi affatto dai novaresi; tanto che, mentre nell'oltrepò pavese si va riducendo l'area di coltivazione della "" proprio a motivo della produzione incostante, nella zona collinare novarese essa mantiene la sua posizione di primato fra tutti i vitigni ivi coltivati. Posizione del primo germoglio fruttifero: per lo più sul 4 nodo, spesso sul 3, talvolta sul 5. Numero di infiorescenze per germoglio: per lo più due, abbastanza sovente tre. Fertilità delle femminelle: saltuaria. I grappoli sulle femminelle sono abbastanza frequenti, ma non giungono a maturazione. Resistenza alle avversità: la presenta una resistenza abbastanza notevole all'oidio; alla peronospora, invece, una resistenza non superiore alla comune. E' pure abbastanza resistente al marciume dell'uva, almeno nelle annate non molto piovose. Teme le tignole. In talune primavere manifesta inaspettatamente una scarsa emissione di grappoli fiorali. Comportamento rispetto alla moltiplicazione per innesto: i portinnesti oggi più usati sono il 420 A ed il Kober 5BB, per i quali la "" dimostra buon adattamento; come pure al 3309 ed al , che, quantunque su scala più limitata, trovano ancora buon impiego nel Novarese, mentre la Rupestris du Lot, già molto usata, è ora in abbandono Utilizzazione L'uva viene utilizzata essenzialmente per la vinificazione. Tuttavia, dato il suo sapore zuccherino e dato che, per la sua resistenza al marciume, si conserva bene in fruttaio, trova anche un buon impiego per il consumo diretto. 3. COLTIVAZIONE 3.1 Classificazione Consigliata In tutta la regione: Piemonte Idonea In tutta la regione: Lombardia, Emilia-Romagna, Sardegna Nella provincia di: Verona 3.2 DOP ed IGP La varietà è ammessa nelle seguenti denominazioni di origine e/o indicazioni geografiche DOC Bonarda dell'oltrepo' Pavese, Bramaterra, Buttafuoco dell'oltrepo' Pavese o Buttafuoco, Casteggio, Cisterna d'asti, Colli di Parma, Colli Piacentini, Colli Tortonesi, Colline Novaresi, Coste della Sesia, Gutturnio, Oltrepo' Pavese, Piemonte, San Colombano al Lambro o san Colombano, Sangue di Giuda dell'oltrepo' Pavese o Sangue di Giuda, Valli Ossolane IGT Alto Mincio, Barbagia*, Bergamasca*, Colli del Limbara*, Collina Pagina 3 di 5 documento generato il , 00:11

4 del Milanese*, Trevenezie, Emilia o dell'emilia, Forli, Isola dei Nuraghi*, Marmilla*, Nurra*, Ogliastra*, Parteolla*, Planargia*, Provincia di Mantova, Provincia di Nuoro*, Provincia di Pavia*, Quistello*, Ravenna, Romangia*, Ronchi Varesini, Rubicone, Sabbioneta, Sebino, Sibiola*, Alpi Retiche*, Terre Lariane*, Tharros*, Trexenta*, Vallagarina, Valle del Tirso*, Valli di Porto Pino*, Veneto*, Verona o Provincia di Verona o Veronese * è ammessa la menzione di questa varietà in etichetta 4. CLONI ISCRITTI AL REGISTRO Codice Nome Data emanazione Codice proponente G.U. del 001 I - RAUSCEDO D.P.R. 1164/69 in G.U I - MI-CR G.U I - MI-CR G.U I - MI-CR G.U I - PC-BO G.U I - PC-BO G.U I - CVT /70/34 G.U I - CVT /70/34 G.U I - Cro /92 G.U I - Cro /92 G.U I - Cro /92 G.U I - CVT /76 G.U I - CVT /76 G.U I - CVT /76 G.U I - 1 Vitiver /99 G.U I - Ampelos /60/78/96/97 G.U I - Ampelos /60/78/96/97 G.U I - VCR G.U I - VCR G.U I - VCR G.U I - 8 VITIVER G.U Legenda codici proponenti 2 ) - Vivai Cooperativi di Rauscedo 76 ) - Centro Sperimentale Vitivinicolo Regionale "Tenuta Cannona" 7 ) - Università degli Studi di Milano, Istituto di Patologia Vegetale 78 ) - Vivai Cantone di Gandini Ercolano e Domenico 12 ) - CNR - IVV Istituto di Virologia Vegetale - Unità Staccata di Grugliasco 92 ) - ERSAF Lombardia - Ente Regionale per i Servizi all'agricoltura e alle Foreste 16 ) - Università Cattolica del "Sacro Cuore" - Facoltà di agraria di Piacenza Istituto di Fruttiviticoltura 96 ) - Vivai Sommadossi s. s. agr. 34 ) - Università degli Studi di Bologna - DI.S.T.A. Dipartimento di Scienze e Tecnologie Agroambientali 97 ) - Vivai Sommadossi Enzo 59 ) - Vivaio ENOTRIA s.s. 98 ) - Consorzio per la Valorizzazione dei Prodotti Ortoflorovivaistici Veronesi 60 ) - C.I.V.V. AMPELOS 99 ) - Provincia di Verona - Servizio Agricoltura 70 ) - Università degli Studi di Torino - Facoltà di Agraria - Di.Va.P.R.A. Dipartimento di Valorizzazione e Protezione delle Risorse Agroforestali Pagina 4 di 5 documento generato il , 00:11

5 5. SUPERFICIE VITATA Evoluzione della superfice vitata dal 1970 ad oggi, rilevata dai censimenti ISTAT (dati espressi in ettari) PRODUZIONE VIVAISTICA Di seguito sono riportate le produzioni di barbatelle innestate, divise per categoria di materiale, dal 2009 all'ultimo dato disponibile. Anno Standard Certificato Base Iniziale * * : la categoria "Iniziale" è stata introdotta nel 2005 Pagina 5 di 5 documento generato il , 00:11

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