MIGLIORAMENTO GENETICO
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- Silvio Quarta
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1 MIGLIORAMENTO GENETICO
2 MIGLIORAMENTO GENETICO SCIENZA CHE STUDIA LA TRASMISSIONE, L ESPRESSIONE E L ASSEMBLAGGIO DI CARATTERI UTILI SVILUPPA E APPLICA METODOLOGIE CAPACI DI INDIVIDUARE NELL AMBITO DI POPOLAZIONI VARIABILI - NATURALI O ARTIFICIALMENTE ORIGINATE - I GENOTIPI SUPERIORI
3 GENE: fattore ereditario (segmento di DNA che codifica per la manifestazione di un determinato carattere) ALLELI: forme alternative di un gene L allele può essere DOMINANTE se si manifesta sempre, oppure recessivo, se si manifesta solo in assenza del dominante OMOZIGOSI: presenza di due alleli uguali ETEROZIGOSI: presenza di due alleli diversi GENOTIPO: costituzione genetica (es. GG, eterozigote) FENOTIPO: espressione del carattere (es. giallo, rugoso)
4 Ogni organismo diploide nelle sue cellule somatiche ha due serie di cromosomi omologhi, una di origine materna e l altra paterna. I cromosomi rappresentano le unità strutturali dei nuclei che portano i geni. I locus è il sito occupato da un gene nel cromosoma. Ad un certo locus sono c o n t e m p o r a n e a m e n t e possibili fino a due forme alternative di uno stesso gene, cioè due alleli. Un allele può essere dominante quando è capace di esprimere compiutamente il suo effetto fenotipico anche in presenza di un altra forma allelica che risulta pertanto mascherata (allele recessivo)
5 MIGLIORAMENTO GENETICO NELLE PIANTE ARBOREE Alcune peculiarità dovute a : 1. Ciclo poliennale. Fase improduttiva, stazione produttiva ed economica, senescenza 2. Cicli fisiologici. Fasi fenologiche 3. Possibilità delle propagazione vegetativa
6 Altri aspetti: giovanilità in quelle propagate per seme elevata eterozigosi Poliploidia autoincompatibilità
7 STRUTTURA E PRODUTTIVITà DELL ALBERO Vigore, Habitus, Fertilità, Efficienza produttiva ADATTABILITà ALL AMBIENTE FISICO Aspetti eco-fisiologici, resistenza agli stress RESISTENZA ALLE AVVERSITà BIOTICHE FATTORI QUALITATIVI DEL PRODOTTO
8 Principale obiettivo della riproduzione miglioramento Genetico Creazione di nuovi genotipi con specifiche caratteristiche attraverso una scelta accurata dei parentali (genitori) Processo di selezione nella progenie ottenuta per individuare i genotipi che manifestano i geni ricercati presenti nei genitori
9 CONDIZIONI PER UN PROGRAMMA DI MG CHIAREZZA DEGLI OBIETTIVI CONOSCENZA DEL GERMOPLASMA DISPONIBILE CONOSCERE GRADO DI ETEROZIGOSI DI UNA SPECIE E POSSIBILITà DI EFFETTUARE L AUTO FECONDAZIONE
10 La variabilità genetica intraspecifica CULTIVAR e CLONE
11 Cultivar (cultivated variety) insieme di individui morfologicamente simili distinguibile da altri insiemi per almeno un carattere che possa essere mantenuto attraverso la propagazione In viticoltura il termine vitigno viene di norma indicato come sinonimo di cultivar con una definizione specifica (Roselli e Scaramuzzi, 1974); Il vitigno deriva da un processo di selezione antropica ed è costituito da un insieme di individui che provengono dalla propagazione vegetativa (moltiplicazione) di una unica pianta madre capostipite La variabilità morfologica riscontrabile all interno di una cultivar (biodiversità intravarietale) dovrebbe essere di limitata entità
12 presenza di una certa variabilità fenotipica all interno delle varietà coltivate (variabilità intra-varietale) Quali sono le cause? 1) FATTORI GENETICI : mutazioni gemmarie a partire da una unica pianta capostipite 2) FATTORI NON GENETICI /AMBIENTALI: -fattori sanitari (malattie da virus e virus-simili) -fattori ambientali (sito, tecnica colturale, annata)
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14 Espressione fenotipica normale Espressione fenotipica alterata
15 mutazioni geniche Possono essere dovute a due meccanismi fondamentali: n mutazione per sostituzioni di basi (fenomeno più frequente) è un cambiamento in un gene tale che una coppia di basi (es. AT) viene sostituita da un'altra coppia di basi (es. GC);
16 mutazioni geniche mutazione per inserzione o delezione di basi : comporta uno spostamento della lettura del codice dal punto della delezione o inserzione in poi, perciò come conseguenza vengono codificate proteine completamente differenti da quelle originarie e, quasi sempre, il gene perde la propria funzione.
17 Conseguenze di mutazioni geniche Le mutazioni geniche sono quasi sempre di natura recessiva perché comportano la perdita di qualche funzione. In linea generale sono piuttosto rare e in genere le mutazioni geniche con lievi effetti fenotipici hanno una frequenza più elevata di quelle con effetti forti. Le mutazioni geniche possono apportare modifiche limitate e consentire così di isolare un clone all interno di una specifica varietà Tasso di mutazione Su 100 mutazioni analizzabili 25 sono letali; tra le non letali 3-4 producono ancora qualche effetto visibile, mentre le rimanenti (circa 70) non hanno effetti dannosi visibili.
18 Raffigurazione schematica della dislocazione dei diversi istogeni in un apice meristematico dove possono avvenire mutazioni gemmarie (somatiche). L1 L2 L3 Epidermidi Mesofillo fogliare, mesocarpo, organi riproduttivi Parte interna corteccia e dei vasi
19 Mutazione totale Mutazione mericlinale Apice normale non mutato Mutazione periclinale Mutazione settoriale Possibili chimere derivanti per mutazione da un apice gemmario normale
20 Possibili chimere derivanti per mutazione da un apice gemmario normale
21 CAUSE DELLE MUTAZIONI Le mutazioni possono avvenire spontaneamente (mutazioni naturali) o possono essere indotte per azione di agenti mutageni chimici o fisici. Le mutazioni spontanee sono mutazioni che avvengono naturalmente: per errori nei processi di replicazione del DNA; per azione di agenti mutageni presenti nell'ambiente (es. radiazioni solari UV; stress termici o idrici). La possibilità di mutare è un fattore indispensabile per la sopravvivenza delle specie nei periodi lunghi.
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24 1. Selezione clonale in vite La selezione clonale è attualmente considerata a livello internazionale uno dei più rapidi ed efficaci mezzi di miglioramento genetico. Tale tecnica consente l individuazione e la moltiplicazione di biotipi ritenuti migliori per caratteri agronomici, produttivi, qualitativi ed enologici geneticamente determinati nell ambito della variabilità presente all interno di un vitigno, particolarmente efficace quando applicato a varietà vecchie. In Italia si è sviluppata dai primi anni 70 in seguito all esigenza di risolvere il problema del decadimento di molte varietà e di regolamentare la produzione e la commercializzazione del materiale di moltiplicazione.
25 Selezione clonale E uno dei più rapidi ed efficaci mezzi di miglioramento genetico Consente l individuazione e la moltiplicazione di biotipi ritenuti migliori per caratteri agronomici, produttivi, qualitativi ed enologici geneticamente determinati, particolarmente efficace quando applicato a varietà vecchie. In Italia si è sviluppata dai primi anni 70 in seguito all esigenza di risolvere il problema del decadimento di molte varietà e di regolamentare la produzione e la commercializzazione del materiale di moltiplicazione.
26 OBIETTIVI DELLA SELEZIONE CLONALE E SANITARIA Esprimere al meglio la variabilità della cultivar con numerosi cloni diversi fra loro Individuare cloni con attitudini agronomiche diversificate Individuare cloni con attitudini enologiche ottimali Ottenere un elevato standard sanitario nei confronti dei virus e delle virosi
27 Clone una discendenza vegetativa derivata da una pianta di vite capostipite scelta per la sua identità varietale, i suoi caratteri fenotipici (morfologici, agronomici, produttivi ed enologici) ed il suo stato sanitario nei confronti delle malattie virali. Tutte le piante di una discendenza clonale sono identiche fra di loro e con la pianta originaria.
28 BASI TEORICHE DELLA SELEZIONE CLONALE La selezione clonale si basa sulla presenza di una certa variabilità all interno delle varietà coltivate (variabilità intravarietale). Quali sono le cause di tale variabilità fenotipica? 1) FATTORI GENETICI : mutazioni gemmarie a partire da una unica pianta capostipite 2) FATTORI NON GENETICI /AMBIENTALI: -fattori sanitari (malattie da virus e virus-simili) -fattori ambientali (sito, tecnica colturale, annata)
29 CAUSE DELLE MUTAZIONI Le mutazioni possono avvenire spontaneamente (mutazioni naturali) o possono essere indotte per azione di agenti mutageni chimici o fisici. In termini generali le mutazioni sono un processo ricorrente e quelle favorevoli sono state fissate dalla selezione naturale o, nelle piante coltivate, dall'uomo. La possibilità di mutare è un fattore indispensabile per la sopravvivenza delle specie nei lunghi periodi.
30 - Direttiva CEE n. 68/193 del 1968 (recepita in Italia con Dpr 1164 del 1969) che stabilisce la classificazione dei materiali di coltivazione della vite (materiali di base, certificati e standard) e che i materiali commercializzabili devono essere solo quelli certificati (definiti successivamente quelli ottenuti da un processo di selezione clonale realizzato secondo un protocollo preciso successivamente messo a punto) - Istituzione del Registro Nazionale delle Varietà - Istituzione della figura del Costitutore
31 Attualmente, per contenere i rischi di erosione genetica e di riduzione della variabilità, anche nell ambito delle stesse varietà, è stata revisionata e snellita la procedura per l ottenimento della registrazione dei cloni.
32 Nuovo protocollo di selezione clonale per i vitigni ad uva da vino (Decreto del ; G.U n.139 del 18/06/2001) Anche con lo scopo principale di ridurre i tempi tecnici per ottenere nuovi cloni, è stato proposto dal MIPAF un nuovo protocollo tecnico di selezione clonale che, pur mantenendo i principi teorici del precedente, prevede alcune modifiche e si articola nelle seguenti fasi principali: 1. Indicazione delle caratteristiche di base per le quali viene effettuata la selezione clonale;
33 2. Indagine sulla variabilità della popolazione varietale con individuazione e scelta delle piante madri dei presunti cloni in base alle caratteristiche prescelte e prelievo del materiale di moltiplicazione. L individuazione dei presunti cloni viene effettuata da ricognizioni in tutto l areale di diffusione, comprese le aree marginali. Importante è prelevare molto materiale per evitare di perdere eventuale variabilità intravarietale.
34 3. Propagazione dei biotipi prescelti ed esecuzione dei test previsti dal protocollo fitosanitario (selezione sanitaria) per valutare la presenza di eventuali virosi. Impianto dei campi di conservazione delle piante reperite e autoradicate ove il materiale viene mantenuto per successive moltiplicazioni. Lo scopo di tali campi è quello di conservare la variabilità genetica e costituire una fonte di materiale di propagazione.
35 4. Impianto di almeno 1 vigneto di confronto (campo di omologazione) nella zona di individuazione o di diffusione del vitigno in selezione con almeno 20 ceppi per ogni biotipo su 1 portinnesto (terreno esente da nematodi vettori di virus, non coltivato a vite precedentemente, ecc..) Costituzione del campo di confronto clonale
36 5. Esecuzione di rilievi ed analisi per almeno tre annate (vigneto in piena produzione) Rilievi vegeto-produttivi indispensabili: - epoche fenologiche (germogliamento, fioritura, invaiatura e maturazione); - fertilità delle gemme - peso medio del grappolo - produzione per ceppo - incidenza delle principali malattie - curve di maturazione (prelievo di campioni di acini nel corso della maturazione e determinazione del contenuto in zuccheri, acidità totale e ph) + rilievi specifici legati allo scopo della selezione.
37 6. Valutazione delle potenzialità enologiche varietà con uva a bacca colorata: a) profilo degli antociani della buccia. b) profilo degli acidi idrossicinnaminici legati all acido tartarico della buccia e della polpa. c) profilo dei flavonoli della buccia. d) indici di antociani totali a maturazione e) microvinificazione per almeno 2 annate con analisi chimiche e sensoriali. varietà con uva a bacca bianca: a) microvinificazione per almeno 2 annate con analisi chimiche e sensoriali.
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39 Selezione sanitaria La selezione sanitaria ha lo scopo di eliminare gli agenti patogeni che determinano effetti negativi e viene operativamente attuata parallelamente alla selezione clonale.
40 Selezione sanitaria Principali malattie virali 1) complesso della degenerazione infettiva (arricciamento GFLV Grapevines fanleaf virus) Nepovirus trasmessi dai nematodi (Xiphinema index) 2) complesso dell accartocciamento fogliare (GLRaV Grapevines Leafroll associated virus) Clostero virus trasmessi da cocciniglie (numerati da 1 a 9; i più gravi GLRaV 1, 2 e 3). 3) complesso del legno riccio Rupestris stem pitting (butteratura di V. rupestris); Kober stem grooving (scanalatura del K5BB); corky bark (suberosi corticale) 3 tipi GVA GVB-GRSPaV, trasmessi da cocciniglie 4) maculatura infettiva o fleck (GFKv) virosi latente si esprime su V. rupestris (portinnesti) - necrosi delle nervature e mosaico delle nervature ed Enazioni sono tollerate per vitigni di Vitis vinifera, ma non per i portinnesti (Flavescenza dorata vite (fitoplasma cicalina Scaphoideus titanus) Mal dell esca )
41 SCHEMA DELLE FASI DELLA SELEZIONE CLONALE Protocollo in vigore dal 2001 FASE 1. Individuazione in campo controlli morfologici e sanitari Campo di conservazione controlli morfologici e sanitari Selezione sanitaria più rigida Biotipi sani Biotipi virosati FASE 2. 3 anni di rilievi ampelografici vegeto-produttiviqualitativi ed enologici 1 Campo di confronto: Termoterapia/ micropropagazione risanamento FASE 3. omologazione Anno 6 1 Campo di confronto: omologazione Anno 9
42 SELEZIONE CLONALE E SANITARIA CORRETTO APPROCCIO METODOLOGICO SALVAGUARDIA BIODIVERSITA' OTTIMIZZAZIONE STATO SANITARIO OTTIMIZZAZIONE POTENZIALITA' ENOLOGICHE Conoscenza vitigno Estesi sopralluoghi Conservare biotipi esclusi CONTROLLO VIROLOGICO ELISA PCR Viti indicatrici MICROVINIFICAZIONE Controllo virologico RISANAMENTO Coltura di meristemi Termoterapia Analisi sensoriale Analisi polifenoli Analisi terpeni
43 Selezione clonale (attuata da Enti pubblici e/o privati COSTITUTORI ) documentazione sui biotipi selezionati inviata all esame del Comitato Nazionale per l esame delle Varietà di Vite valutazione dei risultati OMOLOGAZIONE del MATERIALE e iscrizione al Catalogo Nazionale delle Varietà di Vite
44 Virosi: sono malattie causate da agenti infettivi sistemici (virus) che possono causare alterazioni, talora gravi, alle piante e che permanendo nei tessuti di queste ultime si trasferiscono alle loro discendenze quando propagate.
45 Le principali virosi della vite sono a) la degenerazione infettiva o complesso dell arricciamento, causato da nepovirus (grapevine fanleaf virus GFLV; b) l accartocciamento fogliare, causato da infezioni singole o miste di Ampelovirus (grapevine leafroll associated virus 1 e 3 GLRaV-1 e 3) e da Closterovirus (grapevine leafroll associated virus 2 GLRaV-2); c) il legno riccio, di cui si conoscono quattro sindromi, il kober stem grooving causato dal grapevine virus A (GVA), il corky bark o suberosi corticale associato al grapevine virus B, il rupestris stem pitting riferibile al grapevine rupestris stem pitting associated virus (RSPaV) e l LN33 stem grooving, il cui agente causale specifico è ancora sconosciuto; d) la maculatura infettiva, causata dal grapevine fleck virus (GFkV); e) esistono infine alcune malattie simil-virali, quali il mosaico e la necrosi delle nervature, i cui agenti non sono ancora stati individuati
46 AUTOFECONDAZIONE Per verificare livello eterozigosi Indagare base genetica di specifici caratteri Rivelare stato chimerico Ottenere segregazione dei caratteri INCROCIO PROPRIAMENTE DETTO (intra-specifico) Prelievo polline da un genotipo (cultivar) per fecondare l ovocellula di un altro genotipo REINCROCIO Incrocio dell F1 con uno dei due genitori IBRIDAZIONE (incrocio inter-specifico) Per accrescere il livello di variabilità genetica
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48 Metodologia pratica dell incrocio Step 1: Raccolta del polline I fiori della pianta padre si raccolgono qualche giorno prima della piena antesi e messi in ambiente protetto oppure si insacchettano sulla pianta fioritura delle pianti maschili contemporanea a quelle femminili fioritura delle pianti maschili anticipata fioritura delle piante maschili posticipata. conservazione a a -80 C o in azoto liquido per l anno successivo.
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50 Step 2: preparazione delle piante femmine Sulla pianta madre (specialmente se autocompatibile) occorre eliminare la corolla per evitare visite dei pronubi e le antere (demasculazione) Varietà scelta come madre viene sottoposta a demasculazione (eliminazione della caliptra e delle antere) e poi insacchettata (per evitare l impollinazione anemofila)
51 Step 3: incrocio Quando la varietà-madre è in fioritura, si procede alla impollinazione artificiale con il polline prelevato dalla varietà - padre con un pennello.
52 Step 4: Raccolta del seme, conservazione e semina In frutti fisiologicamente maturi il seme viene sottoposto a stratificazione In vite i grappoli prodotti dall incrocio vengono raccolti e i vinaccioli estratti dai singoli acini. Per separare i vinaccioli fecondati dai semi vani vengono immersi in un piccolo beaker contenente dell acqua. Quelli che risultano buoni vengono puliti e conservati a -20 C.
53 Stratificazione per favorire la germinazione e ridurre l incidenza di marciumi a -1 C in contenitori sigillati e con carta inumidita di soluzione anticrittogamica dai 3 ai 6 mesi hydrogen peroxide and or gibberellic acid
54 In viti stenospermocarpiche si procede all espianto del seme prima della piena maturazione del frutto Allevamento del seme espiantato in embriocoltura
55 In Marzo, i vinaccioli vengono seminati in dei piccoli contenitori e lasciati germinare in serra. Quando non c è più rischio di gelate vengono trasferiti all aperto in un sito riparato con la possibilità di essere coperti. In giugno, le giovani piantine sono trasferite in un campo irrigato. Intense cure culturali per favorire il rapido raggingimento della maturità fisiologica
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59 Primo stadio. Rilievi fenologici e morfologici in campo. Accorciamento della fase improduttiva mediante impiego di portinnesti nanizzanti o trattamenti che inducono la fioritura. Selezione naturale osservazione dei caratteri così come si presentano Selezione artificiale applicazione di stress abiotici o biotici Selezione assistita da marcatori morfologici o biochimici o molecolari
60 Secondo stadio. Propagazione agamica dei semenzali scelti e messa a dimora degli esemplari in due diverse località in campi di selezione che presentano anche varietà commerciali. Terzo stadio. Soggetti esterni al costitutore effettuano valutazione precommerciale sulle selezioni che risutano decisamente superiori Consumer test Determinazione della shelf life
61 Rappresenta l'unione sessuale tra due individui di specie diverse. Elemento fondamentale per iniziare un lavoro di ibridazione è la conoscenza delle diverse specie cioè dei geni che le singole specie possiedono. Nel genere vitis le specie americane presentano numerosi geni di resistenza alle avversità biotiche e abiotiche, mentre la Vitis vinifera, caratterizzata da alti livelli qualitativi, non presenta geni per la resistenza ad esclusione di quelli per la salinità e calcare.
62 Nella vite è stato applicato prevalentemente per: -ottenere varietà di uve da vino che presentassero le caratteristiche qualitative di V.vinifera unite con resistenza a patogeni di varia origine. -ottenere nuovi portinnesti
63 Queste ricerche sono state condotte inizialmente in Francia allo scopo di ottenere individui aventi produzioni con livelli qualiquantitativi della V.vinifera + la resistenza alla fillossera e ad altre malattie crittogamiche delle viti americane. Inizialmente si sono ottenuti ibridi di prima generazione che si sono diffusi in Francia e limitatamente in Italia Ad es. sono ancora oggi presenti Isabella o uva fragola (forse V. vinifera x V.labrusca) Clinton (V. labrusca x V. Riparia).
64 Dieci nuovi vitigni ibridi iscritti quest anno al Registro Nazionale ottenuti da un programma di selzione dell università di Udine alllo scopo di ridurre l utilizzo di fitofarmaci in viticoltura (in Europa attività agricola tra le più impattanti sull ambiente -pur occupando soltanto il 3,3% della superficie agricola, utilizza il 65% di tutti i funghicidi impiegati in agricoltura) Bacca bianca: Fleurtai, Soreli, Sauvignon Kretos, Sauvignon Nepis, Bacca rossa: Sauvignon Rytos, Cabernet Eidos, Cabernet Volos, Merlot Khorus, Merlot Kanthus, Julius,
65 Ibridi Produttori diretti Produttori Portinnesti
66 senza impiego di portinnesti: IBRIDI PRODUTTORI DIRETTI di prima generazione. Clinton (V.riparia x V.labrusca) Noah (V.labrusca x V. riparia) i vini derivati mantenevano quasi tutti il caratteristico odore-sapore di Foxy, altrimenti detto volpino, della labrusca. Nonostante gli sforzi dei genetisti, la qualità organolettica non poté essere migliorata senza perdere le caratteristiche di resistenza alla fillossera e ad altre malattie fungine.
67 fine dell'800 IBRIDI tra la vite europea (Vitis vinifera) e le altre specie di viti presenti nel mondo VITE IDEALE le qualità organolettiche della vitis vinifera + resistenza alle malattie (fillossera, oidio peronospora) delle viti americane
68 incrocio con specie di vite americane, ma anche asiatiche: molto noti gli ibridi di prima generazione con utilizzo di portinnesto: IBRIDI PRODUTTORI di seconda generazione Ibridi di prima generazione x V. vinifera Specie pure x V. vinifera Clinton, Isabella, Noah, Bacò, Seyval, Villard Blanc, ecc. IBRIDI PRODUTTORI di terza generazione Ibridi di seconda generazione x V. vinifera Syrius, Cayuga white
69 Seibel Seyve villard 5276
70 Il gruppo di Udine ha lavorato finora con due resistenze monogeniche a peronospora (Rpv3, Rpv12), provenienti rispettivamente da specie americane e asiatiche, e due resistenze monogeniche ad oidio (Ren1 e Run1), la prima delle quali identificata in alcune varietà di 'vinifera' coltivate in alcune repubbliche dell'asia centrale (Uzbekistan, Tadjikistan, Daghestan, Moldova, Armenia, Russia, Georgia); la seconda presente in Muscadinia, un genere affine al genere Vitis, su cui in passato hanno lavorato per alcuni decenni i francesi e introgressa in vinifera dai ricercatori di quel Paese. Gli ibridi interspecifici fertili ottenuti all'inizio del XX secolo da Detjen, nonostante il diverso numero di cromosomi che caratterizza le due specie ( 2n = 38 per Vitis e 2n = 40 per Muscadinia) hanno permesso, con una serie di incroci successivi, di ottenere discendenze con corredo cromosomico 2n = 38, fertili, con il gene RUN1 e caratteristiche interessanti delle bacche. Ovviamente per le resistenze identificate in viti americane e asiatiche non si è partiti dalle specie selvatiche, ma si è fatto uso dei risultati di incroci operati da ricercatori di altri Paesi, come Germania, Francia, Ungheria, Austria, Repubblica Serba e Uzbekistan. Si tratta di selezioni avanzate, alcune già in coltivazione in diversi Paesi dell'ue e fuori Europa. Le selezioni resistenti utilizzate negli incroci sono Bianca, Regent, 20/3, Seyval, Pannonia, SK-00-1/2 e altre. Si tratta di varietà con pedigree a volte molto complessi, che riflettono il grande lavoro svolto da istituti di ricerca stranieri in 50 e a volte più anni di attività
71 PORTINNESTI Riparia Gloire de Montpellier (selezione di Vitis riparia) Rupestris du Lot (selezione di Vitis rupestris) Più fortuna delle specie capostipiti hanno avuto i loro ibridi, detti americani. Principalmente si sono avuti ibridi a due vie: 1. Vitis riparia x Vitis Rupestris 2. Vitis Berlandieri x Vitis riparia 3. Vitis Berlandieri x Vitis Rupestris
72 Gruppo Vitis riparia x Vitis rupestris vigore moderato, adatti a terreni di discreta fertilità scarsa resistenza alla siccità ma non sopportano neppure i ristagni idrici, la compattezza dei terreni e tenori elevati di calcare attivo. inducono anticipo di maturazione e sono quindi consigliati per ambienti settentrionali Non eccellono nell'affinità di innesto. Tra questi citiamo il 3306, il 3309, il , il e lo "Schwarzmann".
73 Gruppo Vitis berlandieri x Vitis riparia resistenza alla clorosi tendono a conferire precocità nella fase di maturazione; sono da preferire in terreni fertili, sciolti, profondi, poco siccitosi Sono maggiormente diffusi nelle regioni settentrionali e centrali buona affinità d innesto con i diversi vitigni Tra i più utilizzati si citano : SO4, 420 A, 34 EM, C, Kober 5BB.
74 Gruppo Vitis berlandieri x Vitis rupestris maggiore vigoria alla marza particolarmente indicati per i terreni più difficili per quanto concerne il potere clorosante, l aridità, il basso contenuto in elementi nutritivi il loro utilizzo ha maggiormente interessato le regioni meridionali Tra i più diffusi abbiamo: 140 Ru, 1103 P, 775 P, 779 P.
75 Un ulteriore passo nel processo di ibridizzazione dei portinnesti viene compiuto con l'introduzione nella linea genetica di altre specie e in particolare della Vitis Vinifera introdotta per apportare maggiore affinità di innesto e maggiore resistenza al calcare. Si hanno così tutta una serie di ibridi complessi difficilmente caratterizzabili in gruppi. I più diffusi in Italia: 41B ibrido di Chasselas x Vitis Berlandieri è caratterizzato da una resistenza notevole al calcare e alla siccità, media vigoria ma per contro una media resistenza alla fillossera. 333 EM da Cabernet Sauvignon x Vitis Berlandieri, anch'esso resistente a calcare, da cui è derivato il Fercal considerato il portinnesto più resistente al calcare attivo.
76 Resistenza e sensibilità alla fillossera delle varie specie e portinnesti Scarsa Medie Resistenti V. vinifera V. cinerea V. rotundifolia V. labrusca V. aestivalis V. riparia V. vinifera x V. labrusca V. candicans V. rupestris V. californica V. solonis V. cordifolia 2G Riparia x Rupestris Ramsey V. monticala 1202 C Mourvèdre x Rupestris Vinifera x Berlandieri V. arizonica Aramon x Rupestris Grezot 1 o G1 (16.16 x Rup. du Lot) x (Aramon x Rup. Ganzin 1) V. lincecumii Riparia x Rupestris C Berlandieri x Rupestris Dod Ridge Harmony Berlandieri x Riparia APPROFONDIMENTO DC0838:IT:HTML
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78 SEQUENZIAMENTO GENOME DELLA VITE Articles Sabbatini P., Stanley Howell G. e Herrera J. C., Ibridi di Vitis: storia, status e futuro. Italus Hortus 20 (2): 33-43
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