NUMERI E SUCCESSIONI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "NUMERI E SUCCESSIONI"

Transcript

1 NUMERI E SUCCESSIONI Giovanni Maria Troianiello 1 Notazioni insiemistiche. Numeri naturali, interi, razionali Notazioni insiemistiche Si sa cosa s intende quando si parla di insieme (o famiglia, o classe) S e si dice che x è un suo elemento (o punto), in simboli x S o S x. Se ci si sente di indicare con x, y,... gli elementi che costituiscono S si scrive S = {x, y,... }; se gli elementi di S sono tutti quelli caratterizzati da una certa proprietà P si scrive S = {x x soddisfa P}. Se S è privo di elementi si tratta dell insieme vuoto, indicato con. Sia T un altro insieme. L insieme che ha per elementi quelli di S e quelli di T è l unione di S e T, o se si preferisce di T ed S, indicata con S T o T S. L insieme costituito dagli elementi di S che stanno anche in T il che è come dire dagli elementi di T che stanno anche in S è l intersezione di S e T, o se si preferisce di T ed S, indicata con S T o T S; quando è l insieme vuoto diciamo che S e T sono disgiunti. L insieme costituito dagli elementi di S che non stanno in T è la differenza insiemistica di S e T in quest ordine indicata con S\T : si noti che essa coincide con S\(S T ). Esercizio 1.1 Quali sono le coppie di insiemi S e T tali che S \ T = T \ S? L insieme costituito da un elemento x di S ed un elemento u di T, presi senza tener conto dell ordine, è {x, u} = {u, x}. Se però stabiliamo che l elemento di S dev essere preso prima di 1

2 quello di T otteniamo la coppia ordinata (x, u). Il prodotto cartesiano S T è l insieme delle coppie ordinate (x, u) che soddisfano la proprietà P di avere x in S e u in T : S T = {(x, u) x S, u T }. Se S = T utilizziamo il simbolo di potenza S 2 = S S. Il passaggio ai prodotti cartesiani di k insiemi ed alle potenze k esime di un insieme, k > 2, si fa senza difficoltà. Quando l insieme T è costituito tutto di punti che stanno in S diciamo che si tratta di un sottoinsieme di S e scriviamo T S o S T ; se in aggiunta a ciò specifichiamo che esistono elementi di S non appartenenti ad S, cioè S \ T, diciamo che T è un sottoinsieme proprio di S e scriviamo T S o S T. Si noti che nelle nostre notazioni si distingue tra un elemento x di S ed il sottoinsieme di S il cui unico elemento è x: x S mentre {x} S. Numeri naturali, interi, razionali I numeri naturali sono 1, 2, 3,... e il loro insieme è indicato con N. Di ogni insieme S che possa essere posto in corrispondenza biunivoca con {1, 2,..., n} per un opportuno valore di n N diciamo che è finito (e che ha esattamente n elementi). Un insieme non vuoto che non è finito viene chiamato infinito. Un insieme infinito che può essere posto in corrispondenza biunivoca con N è detto numerabile. (Per il momento stiamo dando per noto il concetto di corrispondenza biunivoca cosı come, tra un attimo, quello di applicazione. Ci torneremo sopra all inizio del prossimo capitolo.) L insieme Z dei numeri interi è costituito dai naturali 1, 2, 3,..., dai loro opposti 1, 2, 3,... e dallo 0. I simboli usati più comunemente per indicare generici numeri interi, o in particolare naturali, sono m, n, p, q. Cosı, un generico numero pari o dispari n si può scrivere, rispettivamente, come n = 2m o n = 2m 1 con m N. Quando si ha a che fare coi numeri interi tutti hanno, o devono avere, familiarità con l addizione e la sottrazione, cosı come con le disuguaglianze in senso stretto o in senso largo. Esercizio 1.2 Dire quali delle disuguaglianze sono vere: 3 3, 3 < 4, 3 4. A partire da N definiamo l importantissima nozione di successione a valori in un qualche fissato insieme A. Si tratta di un applicazione N A, che possiamo indicare con {a 1, a 2, a 3,... }, con {a n } n N o più semplicemente {a n }, con {a N }, con {a k }, eccetera. Generalizzando, si possono far variare gli indici a partire da un qualunque p Z invece che da 1. Utilizzeremo anche notazioni come {a n } A. Gli a n sono i termini della successione. La successioni più semplici a cui si possa pensare sono quelle costanti: si fissa un elemento a di A e si pone a n = a per ogni valore di n N. Subito dopo nella scala della semplicità viene la successione dei naturali, cioè a n = n per ogni valore di n N. Bisogna fare attenzione a distinguere tra la successione {a n } ed il sottoinsieme di A costituito dai valori da essa assunti, cioè {α A α = a n per qualche n N}. 2

3 Ad esempio le due successioni a n = ( 1) n e b n = ( 1) n+1, a valori in A = R o se vogliamo in A = Z, differiscono termine a termine, ma l insieme dei valori assunti sia dall una che dall altra è { 1, 1}. Esercizio 1.3 Sia {a n } la successione ottenuta dalla successione {n} dei naturali scambiando il primo termine col secondo, il terzo col quarto, e cosı via. (i) Scrivere la legge di formazione della successione appena descritta qualitativamente, cioè determinare il valore di a n in corrispondenza al generico n N. (ii) Confrontare tra di loro {n}, {a n } e gli insiemi dei valori rispettivamente assunti. I numeri razionali sono i rapporti m/n, m n o mn 1, dove tanto m che n sono interi e inoltre attenzione n è necessariamente diverso da 0: né qui né mai altrove ha senso scrivere 0 a denominatore, o parlare di inverso di un qualunque numero senza specificare, o controllare, che sia diverso da 0! L insieme dei razionali è indicato con Q. Due razionali m/n e p/q sono uguali se si verifica che m = p e contemporaneamente n = q. Ma non solo: se ad esempio moltiplichiamo per 23 sia il numeratore che il denominatore di 3/2 otteniamo ( 69)/( 46), ancora uguale a 2/3. Formalizziamo questa regola di identificazione scrivendo m n = p q mq = np. Da qui segue fra l altro che m/n = ( m)/( n), per cui nello studio dei razionali potremo limitarci, ogni volta che ci farà comodo, ai rapporti m/n con n in N invece che in Z \ {0}. Per intenderci, 5 27 = 5 ( 27) = 5 27, e fra le tre scritture la più comoda è la terza. In Q si definiscono un addizione, una moltiplicazione ed un ordinamento nel modo seguente: dati comunque m, p Z e n, q N, (1.1) (1.2) m n + p q mq + np =, nq m n p q = m p n q = mp nq, (1.3) m n p q mq np. I razionali con denominatori uguali ad 1 hanno dunque le stesse proprietà algebriche degli interi, coi quali li identifichiamo scrivendo m al posto di m/1. Dalla (1.1) segue che l opposto m/n di m/n è ( m)/n: ad esempio, ( 5)/27 è l opposto (5/27) di 5/27. Dalla (1.2) si deduce che, se m non è nullo, n/m è l inverso di m/n. L equivalenza nella (1.3) dipende in maniera essenziale dal segno positivo dei denominatori n e q, che infatti non sono stati genericamente presi in Z \ {0}. Esercizio 1.4 Trovare dei valori di n per i qual è senz altro vero che (1/3) n <

4 2 Sviluppi decimali Uno sviluppo (o allineamento) decimale è individuato da tre elementi, che sono nell ordine: un segno che vale + oppure (e nel primo caso viene omesso a meno che non non sia preceduto da un altro sviluppo decimale), un intero 0 che scriviamo prima della virgola, ed infine i termini di una successione a valori nell insieme delle cifre {0, 1, 2, 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9} che scriviamo dopo la virgola. A seconda che il segno sia + o lo sviluppo si chiama positivo o negativo; lo sviluppo nullo è quello fatto tutto di zeri. Ecco qualche esempio: 52, ; 43, 568; 0, = 0, ; 31, = 31, Si tratta di sviluppi positivi, ad eccezione del secondo che è negativo. Lo sviluppo del terzo numero è periodico, con 07 come periodo (secondo una terminologia criticabile ma comoda), e questo è espresso senza ambiguità dalla notazione del secondo membro, mentre quella del primo lo suggerisce appena. Quello che si intende è che nella successione delle cifre dopo la virgola si trova 0 se il posto è pari, dal quarto in poi, e invece 7 se il posto è dispari, dal quinto in poi. Anche il quarto sviluppo è periodico, stavolta di periodo 64302, solo che stavolta la descrizione puramente verbale sarebbe fastidiosamente sovraccarica. Anche il secondo sviluppo può essere interpretato come periodico, ma il suo periodo è 0 e non si corre nessun rischio di ambiguità ad ometterlo: 43, 568 = 43, = 43, Infine, la scrittura 52, può tranquillamente essere completata in uno tra infiniti modi per farne uno sviluppo periodico, anche di periodo 0, ma può anche, altrettanto tranquillamente, denotare uno degli infiniti sviluppi decimali che non ammettono nessun periodo. L algoritmo elementare della divisione di un numero naturale m per un numero natu-rale n associa loro, in maniera univoca, uno sviluppo decimale periodico. Il motivo è che ad ogni passaggio l algoritmo fa comparire un resto positivo o nullo, necessariamente minore di n, che quando non è nullo va moltiplicato per 10 e diviso per n. Indichiamo il primo di questi resti con ϱ 1, il secondo (quando ϱ 1 non è nullo) con ϱ 2, e cosı via. Dopo un numero di passaggi non superiore a n 1 otteniamo un resto ϱ k che, se non è lo zero, coincide con uno dei valori già comparsi in precedenza. Di nuovo lo moltiplichiamo per 10, poi lo dividiamo per n, e il ciclo ricomincia. Possiamo dunque identificare ai numeri razionali positivi quei decimali periodici positivi che si scrivono come risultati delle divisioni tra numeri naturali, e per passare ai negativi basta prendere il segno meno davanti agli uni e agli altri. Quando il periodo è 0, ad esempio parliamo di frazioni decimali. 43, 568 = , Esempio 2.1 Dividiamo 435 per 165. Otteniamo innanzitutto 2 col resto di 105 = ϱ 1, e dunque = = Dividiamo 1050 per 165: otteniamo 6 col resto di 60 = ϱ 2, per cui = e quindi = 2,

5 Dividiamo 600 per 165: otteniamo 3 col resto, un altra volta, di 105 = ϱ 1, per cui = A questo punto già sappiamo che e quindi = 2, = 2, Il discorso si inverte, però con un distinguo: ogni sviluppo decimale positivo periodico, purché di periodo diverso da 9, è il risultato della divisione di due numeri naturali. Esercizio 2.1 A quale numero razionale m/n va identificato 0, 3 7 2? Il ragionamento che si utilizza nella risoluzione dell Esercizio 2.1 può essere generalizzato per mostrare che ogni sviluppo decimale positivo periodico di periodo diverso da 9 si scrive come somma (2.1) p 10 h + q 10 k (10 l 1) per un opportuna scelta di p, q, h, k interi e di l intero positivo. Esercizio 2.2 Scrivere 36, sotto la forma (2.1) esplicitando h, k, l. Abbiamo cosı visto che l algoritmo della divisione di un naturale m per un naturale n permette di porre in corrispondenza biunivoca, quindi di identificare tra loro, i numeri razionali e gli sviluppi decimali periodici di periodo diverso da 9. Però lo stesso algoritmo non può mai condurre ad una rappresentazione decimale di periodo 9. Se questo accadesse, infatti, a partire da un certo resto ϱ h il divisore n starebbe 9 volte nel numero 10ϱ h con resto ϱ h+1, poi 9 volte nel numero 10ϱ h+1 con resto ϱ h+2 e cosı via fino a stare (per un valore di k h non superiore ad n 1) 9 volte nel numero 10ϱ k 1 con resto ϱ k = ϱ h. Come dire: fino a 10ϱ h = 9n + ϱ h+1, 10 2 ϱ h = 90n + 10ϱ h+1 = 90n + 9n + ϱ h+2 = 99n + ϱ h+2 10 k h ϱ h = n + ϱ k = n + ϱ h (dove è la scrittura posizionale del numero 9 10 k h ), ovvero ϱ h = [10 k h 1]ϱ h = n, cioè ϱ h = n e quindi un assurdo perché tutti i resti nella divisione per n devono essere numeri interi (positivi o nulli) minori di n. E se provassimo a trasferire agli sviluppi di periodo 9 il procedimento seguito nella risoluzione dell Esercizio 2.2? Ebbene, l unico razionale a cui per esempio potrebbe essere identificato 0, 37 9 è 38/100; però la divisione di 38 per 100 dà come sviluppo decimale del risultato 0, 38 e non 0, Certo, viene in mente di interpretare 0, 37 9, anche se non è stato ottenuto con l algoritmo della divisione, come un altra scrittura della frazione decimale 0, 38, e di questo daremo una piena giustificazione quando torneremo sull argomento nell Osservazione 6.1. Per il momento tuttavia è meglio evitare una doppia notazione decimale che creerebbe vari fastidi. 5

6 3 I reali Passiamo all insieme R dei numeri reali, di solito indicati genericamente da simboli come x, y, z oppure a, b, c oppure u, v, w, che identifichiamo con gli sviluppi decimali, sia periodici purché di periodo diverso da 9 che non periodici. Questi ultimi, cioè i reali che non sono razionali, vengono chiamati irrazionali. Gli unici numeri reali che possiamo scrivere, e con cui possiamo fare i conti sia noi che (meglio di noi) calcolatrici e calcolatori, sono i razionali: non possiamo certo scrivere per esteso uno sviluppo decimale x che non sia periodico. Però possiamo sempre fissare un intero n 0 e introdurre l arrotondamento (netto) di x all ordine n, cioè la frazione decimale x (n) ottenuta sostituendo con 0 ogni cifra dopo la virgola dall (n + 1) esima in poi. Ad esempio, se x = 3, il suo arrotondamento all ordine 3 è x (3) = 3, 793, quello all ordine 8 è x (8) = 3, Al variare di n gli arrotondamenti n esimi costituiscono una successione (a valori in Q o, se vogliamo entrare più in dettaglio, nel sottoinsieme di Q costituito dalle frazioni decimali). Essi costituiscono un po i prototipi della nostra idea di approssimazione numerica: conoscere x (n) significa né più né meno che conoscere x fino all n esima cifra, e quindi con un margine di errore tanto più ristretto quanto più elevato è n. Quando si dice che x può essere almeno approssimativamente calcolato si vuol dire che in linea di principio si dispone di una regola per scrivere x (n) con n comunque fissato. Impossibile qui fare a meno di pensare a π, che per il momento ci accontentiamo di considerare definito come l area del cerchio di raggio 1. L irrazionalità di π è nota da non molto tempo (1761, Lambert). In compenso le più antiche tracce a noi pervenute del suo calcolo approssimato, esatto fino al primo ordine, risalgono al secondo millennio prima dell era volgare (Babilonia, Egitto). Celeberrimo poi il calcolo di Archimede, esatto fino al second ordine: π (2) = 3, 14. Saltiamo avanti nel tempo. Non possiamo certo trascrivere l arrotondamento π (1, ) ottenuto da Kanada, Ushio e Kuroda nel Dicembre 2002; accontentiamoci di segnalare l arrotondamento π (9) = 3, noto già a Viète nel Le disuguaglianze tra numeri reali si riconducono, per definizione, a quelle tra frazioni decimali e quindi, alla fin fine, tra numeri interi. Infatti diciamo che x è minore di y e scriviamo x < y se esiste un intero n 0 tale che (3.1) x (n) < y (n) ; quando questo non succede scriviamo x y. Ad esempio, x = 4, e y = 5, verificano x < y (qui n = 0), cosı come anche x = 13, e y = 13, (qui n = 6). È facile vedere che quando x e y sono razionali la disuguaglianza x < y vale nel senso dell ordinamento dato a Q nella Sezione 1 se e solo se essa vale nel senso dell ordinamento, detto lessicale, che abbiamo appena dato ad R. Tenendo conto che valgono le disuguaglianze x (n) x < x (n) + 10 n oppure x (n) 10 n < x x (n) a seconda che x sia positivo o negativo (ma quelle in senso stretto anche indipendentemente dal segno di x), possiamo dire che l n esimo termine x (n) approssima x con un errore inferiore a 10 n. Dalla (3.1) segue che x (N) < y (N) e quindi x (N) + 10 N y (N) 6

7 per ogni N n. Anzi esiste senz altro un valore di N n tale che l ultima cifra di x (N) non è un 9, e quindi (3.2) x (N) + 10 N < y (N) : si prendano, ad esempio, x = 27, e y = 27, 35 con n = 2 ed N = 6. Se y 0, e quindi y (N) y, la (3.2) implica x < x (N) + 10 N < y. Se y < 0 si ripete il ragionamento precedente sostituendo x con y ed y con x, poi si torna indietro. In conclusione, abbiamo dimostrato la fondamentale proprietà detta di densità di Q in R: Teorema 3.1 Dati comunque x ed y in R con x < y esiste r in Q tale che x < r < y. Più in là (Esercizio 8.3) daremo un altra dimostrazione del Teorema 3.1. La proprietà archimedea dei reali si formula cosı: dato un qualunque numero reale x esiste un numero naturale N tale che x < N. Basta infatti prendere, ad esempio, N = 1 se x 0 e N = x (0) + 1 altrimenti. Nel seguito ci farà comodo utilizzare con qualche disinvoltura i simboli di infinito = + e e di meno infinito. Scriveremo ( ) = ; inoltre x < se x R (nel qual caso potremo anche dire che x è finito, facendo bene attenzione a non confondere questa accezione del termine con quella introdotta nella Sezione 1 per gli insiemi) oppure x = ; infine x > se x <. Il modulo, o valore assoluto, di x R è indicato con x ed è definito cosı: x = x se x 0, x = x se x 0. Dunque x = x è sempre positivo o nullo, ed è nullo se e solo se x = 0; inoltre le disuguaglianze x < b e x b, dove b è un reale positivo o nullo, sono rispettivamente equivalenti alle disuguaglianze b < x < b e b x b. Ecco una lista di termini e notazioni di uso frequente. Siano a, b R. Se a b indichiamo con [a, b] l insieme dei reali x tali che a x b. Se a < b indichiamo con [a, b[ l insieme dei reali x tali che a x < b, con ]a, b] l insieme dei reali x tali che a < x b e con ]a, b[ l insieme dei reali x tali che a < x < b. Indichiamo poi con ], a] ( ], a[) l insieme dei reali a (< a) e con [a, [ (]a, [) l insieme dei reali a (> a). Tutti questi sono degli intervalli, di estremo sinistro a (numero reale o a seconda dei casi) ed estremo destro b (numero reale o a seconda dei casi); gli [a, b], ], b] e [a, [, con < a < b <, nonché ], [, sono intervalli chiusi; gli ]a, b[ (e qui a < b ) sono aperti (e quindi ], [, cioè R, è sia chiuso che aperto); gli [a, b[ e gli ]a, b] sono, rispettivamente, semiaperti a destra e a sinistra. Un punto di R è interno ad S R se è contenuto in un intervallo aperto contenuto in S. Se tutti i punti di S sono interni ad S diciamo che S è un aperto; diciamo che S è un chiuso se è il complementare di un aperto. Un aperto che contiene c R è un intorno di c. Sia S R. Se esiste L R (l R) tale che L x (l x) per ogni x S diciamo che S è limitato superiormente (inferiormente), e che L è un suo maggiorante (che l è un suo minorante). Diciamo che S è limitato se è tanto superiormente che inferiormente limitato, e questo si può riformulare dicendo che esiste un numero reale L > 0 tale che x L per ogni x S. Esercizio 3.1 Far vedere che R è tanto superiormente che inferiormente illimitato. Esercizio 3.2 (i) Come si esprime la richiesta che un numero reale L non sia un maggiorante di S? (ii) Come si esprime con gli L la richiesta che S sia illimitato (cioè, non sia limitato) superiormente? 7

8 Diciamo che una successione reale è (il)limitata, inferiormente (il)limitata o superiormente (il)limitata a seconda che sia tale l insieme S dei valori da essa assunti. Supponiamo che S non solo sia limitato superiormente (limitato inferiormente), ma in più contenga un elemento M (un elemento m) tale che M x (tale che m x) per ogni x S. Diciamo allora che M è il massimo max S (che m è il minimo min S) di S. Esercizio 3.3 Dimostrare che [0, 1[ è privo di massimo. 4 Le quattro operazioni in R Come si eseguono le quattro operazioni in R? In altri termini: dati due numeri reali x e y, quanto valgono i numeri reali x + y, x y = x + ( y), xy, x/y = x(1/y) (quest ultimo, s intende, con y 0)? Quando sia x che y sono in particolare dei numeri razionali non c è nessun problema: li scriviamo come quozienti di interi (con denominatori 0), e procediamo con le regole viste nella Sezione 1. Ma se anche uno soltanto di essi è irrazionale questa strada ci è preclusa. Tuttavia, siccome i numeri razionali x (n) e y (n) approssimano rispettivamente x e y, dobbiamo aspettarci che i risultati delle quattro operazioni relative ad x (n) e y (n) approssimino i corrispondenti risultati relativi ad x e y; in particolare, nella divisione per un numero reale y 0 si tiene presente che dev essere y (n) 0 per ogni valore n sufficientemente grande, diciamo n n 0, e quindi l inverso 1/y, o y 1, di y è approssimato dalla successione {1/y (n) } degli inversi degli y (n) con n n 0. Ma allora: visto che dobbiamo sempre e comunque ricondurci ad eseguire i nostri calcoli sui numeri razionali, e che anzi sono essi gli unici che possiamo compiutamente conoscere, perché preoccuparci di un entità metafisica come sono i numeri irrazionali? Una risposta immediata è che i razionali non ci bastano se vogliamo essere in grado di attribuire una misura perlomeno alle cose del mondo che ci sono più familiari, come, in un quadrato di lato 1, la diagonale. Ebbene, la lunghezza c di quest ultima deve verificare c 2 = 2 in conseguenza del Teorema di Pitagora, e non esiste nessun numero razionale c con questa proprietà. Vediamo perché. Esempio 4.1 Supponiamo che esista un numero razionale c = m/n, dove m, n N, tale che c 2 = 2. Possiamo sempre ricondurci ad m ed n primi tra di loro, dal momento che se non fossero tali già in partenza dovremmo solo dividerli per ogni loro fattor comune. In particolare escludiamo che m ed n possano essere tutti e due pari. Ora, m 2 n 2 = 2 m2 = 2n 2, e questo significa che m 2 è pari. Dunque è pari anche m (altrimenti il suo quadrato sarebbe dispari), ovvero m = 2p per un p N. Ne segue che m 2 = 4p 2 = 2n 2, cioè n 2 = 2p 2. Quindi n 2 è pari, e ciò significa che anche n, come m, è pari. Ma questo era stato escluso. Abbiamo cosı mostrato che l avere assunto l esistenza di un razionale di quadrato uguale a 2 porta ad una contraddizione, e quindi che un tale razionale non può esistere. Parlando delle quattro operazioni in R abbiamo sorvolato su un punto delicato, che è come, preliminarmente, esse si definiscono. Vien fatto di rispondere che si definiscono attraverso la maniera in cui si eseguono: in altri termini, i risultati delle quattro operazioni relativi ad x e y sono 8

9 definiti come quei numeri che vengono approssimati dai corrispondenti risultati relativi ad x (n) e y (n). Ebbene, questa risposta è sostanzialmente corretta, ma andrebbe appoggiata su argomentazioni abbastanza sottili che rimandiamo in appendice (Sezione 20). Grazie ad esse si potrebbe poi dimostrare con le approssimazioni che si trasferisce da Q ad R la proprietà di essere un campo totalmente ordinato. Accettiamo questo risultato: indicando con x, y, z numeri reali, abbiamo x + y = y + x, (x + y) + z = x + (y + z), xy = yx, (xy)z = x(yz), x + 0 = x, x + ( x) = 0, x0 = 0, x1 = x, xx 1 = 1 per x 0, (x + y)z = xz + yz, x y = x + z y + z, x y = xz bz per z 0. Alla prima riga troviamo la commutatività e l associatività dell addizione; alla seconda quelle della moltiplicazione; alla quinta la distributività dell addizione rispetto alla moltiplicazione. Altre proprietà delle operazioni sui reali si deducono facilmente dalle precedenti. Ad esempio, quando un prodotto è 0 almeno uno dei fattori dev essere 0. Se, infatti, xy = 0 con x 0 basta applicare le proprietà di campo (per la precisione, l associatività della moltiplicazione e l esistenza di x 1 ) per ottenere y = x 1 xy = 0. Da qui si deduce poi il seguente rafforzamento dell ultima riga (relativo all unico caso non banale): (4.1) x < y = xz < yz per z > 0. Infatti basta tener conto che dev essere xz yz e che (distributività) xz = yz equivale ad (x y)z = 0, cosa impossibile nel caso presente. E cosı via. Osservazione 4.1 Adesso che disponiamo della divisione in R possiamo riformulare la proprietà archimedea cosı: dati comunque due numeri reali positivi a e b esiste un numero naturale N tale che (N > a/b e quindi) Nb > a. Ciò significa tra l altro che, preso comunque un segmento di lunghezza b (non importa quanto piccola purché positiva) come unità di misura lineare, possiamo servircene per misurare la lunghezza a di ogni altro segmento (non importa quanto grande purché finita). Esercizio 4.1 Trovare l insieme dei reali x tali che 1 x < 3. Esercizio 4.2 Caratterizzare le coppie di numeri reali non nulli x e y che verificano x < y ma non verificano 1/x > 1/y. Lo svolgimento del prossimo esercizio potrebbe utilmente appoggiarsi su uno studio grafico. 9

10 Esercizio 4.3 Determinare l insieme dei reali x tali che 1 3x x + 7. Le potenze x k sono definite quando x R esattamente come quando x Q. Se y è il valore di x k diciamo che x è una radice k esima di y. Esiste un numero irrazionale di quadrato uguale a 2, cioè una radice quadrata di 2? Sı: ci torneremo su tra breve. Importantissima è l identità (4.2) 1 + x x n = 1 xn+1 1 x, valida per ogni x R diverso da 1 e per ogni n N. Esercizio 4.4 Dimostrare la (4.2). Si vede subito che il modulo della somma verifica la disuguaglianza triangolare (4.3) x + y x + y per x, y R. Infatti sommando membro a membro le disuguaglianze si ottengono le disuguaglianze che si riassumono nella (4.3). La (4.3) è equivalente alla x x x e y y y ( x + y ) x + y x + y, x y x y per x, y R. 10

11 SOLUZIONI DEGLI ESERCIZI Esercizio 1.1 Quali sono le coppie di insiemi S e T tali che S \ T = T \ S? Svolgimento. Tutte e sole quelle con S = T e quindi con S \ T = T \ S =. Esercizio 1.2 Dire quali delle disuguaglianze sono vere: Svolgimento. Tutte e tre. 3 3, 3 < 4, 3 4. Esercizio 1.3 Sia {b n } la successione ottenuta dalla successione {a n } dei naturali scambiando il primo termine col secondo, il terzo col quarto, e cosı via. (i) Scrivere la legge di formazione della successione appena descritta qualitativamente, cioè determinare il valore di b n in corrispondenza al generico n N. (ii) Confrontare tra di loro {a n }, {b n } e gli insiemi dei valori rispettivamente assunti. Svolgimento. (i) Due modi: o a n = n + 1 se n è dispari, a n = n 1 se n è pari, oppure a 2m 1 = 2m, a 2m = 2m 1. (ii) Per ogni n si ha a n n, ma l insieme dei valori assunti sia dall una che dall altra successione è N. Esercizio 1.4 Trovare dei valori di n per i qual è senz altro vero che (1/3) n < Svolgimento. La disuguaglianza in questione equivale alla 3 n > 10 57, e siccome 3 3 > 10 basta prendere n = Esercizio 2.1 A quale numero razionale m/n va identificato 0, 3 7 2? Svolgimento. Trattando il decimale 0, con le regole di calcolo che valgono per i razionali constatiamo che 372, è uguale sia al prodotto , che alla somma , Questo significa 10 3 m n = m n e quindi Ne segue (10 3 1) m n = 372. m n = Esercizio 2.2 Scrivere 36, sotto la forma (2.1) esplicitando h, k, l. Svolgimento. 36, = 36, 106 0, =

12 Dunque h = k = 3, l = 4. Esercizio 3.1 Far vedere che R è tanto superiormente che inferiormente illimitato. Svolgimento. Se un numero reale L > 0 verificasse L x per ogni x R verificherebbe anche L n per ogni n N, e dalla proprietà archimedea segue che questo è impossibile. Esercizio 3.2 (i) Come si esprime la richiesta che un numero reale L non sia un maggiorante di S? (ii) Come si esprime con gli L la richiesta che S sia illimitato (cioè, non sia limitato) superiormente? Svolgimento. (i) Esiste un x S (dipendente da L) tale che x > L. (ii) S è illimitato superiormente se, dato comunque un numero reale L, questo non è un maggiorante di S, cioè esiste un x S (dipendente da L) tale che x > L. Esercizio 3.3 Dimostrare che [0, 1[ è privo di massimo. Svolgimento. Un qualunque x [0, 1[ non può verificare x x per ogni x [0, 1[ perché verifica x < x per ogni x ]x, 1[ [0, 1[. Esercizio 4.1 Trovare l insieme dei reali x tali che 1 x < 3. Svolgimento. Innanzitutto dobbiamo imporre x 0 perché il primo membro abbia senso. A questo punto dobbiamo distinguere tra x > 0 ed x < 0. Quando x > 0 possiamo applicare la (4.1) moltiplicando prima per x e poi per 1/3, ottenendo cosı x > 1/3. Ma non basta: non dobbiamo dimenticare di occuparci degli x < 0, che verificano tutti la disuguaglianza richiesta. La risposta è dunque ], 0[ ]1/3, [. Esercizio 4.2 Caratterizzare le coppie di numeri reali non nulli x e y che verificano x < y ma non verificano 1/x > 1/y. Svolgimento. È necessario e sufficiente che x < 0 < y. Esercizio 4.3 Determinare l insieme dei reali x tali che 1 3x x + 7. Svolgimento. I punti x = 1/3 ed x = 7 sono quelli dove si annullano, rispettivamente, gli argomenti dei moduli del primo e del secondo membro. Per x 1/3 bisogna imporre la disuguaglianza 3x 1 x + 7 ovvero x 4; l intersezione dei due intervalli [1/3, [ e ], 4] è [1/3, 4]. Per 7 < x < 1/3 va richiesto che 1 3x x + 7 ovvero x 3/2; l intersezione dei due intervalli ] 7, 1/3[ e [ 3/2, [ è [ 3/2, 1/3[. Infine per x 7 la disuguaglianza diventa 1 3x x 7 ovvero x 4; 12

13 l intersezione dei due intervalli ], 7] e [4, [ è l insieme vuoto. In conclusione, la disuguaglianza in questione è soddisfatta se e solo se 3/2 x 4. Esercizio 4.4 Dimostrare la (4.2). Svolgimento. Grazie alla distributività risulta (1 x)(1 + x x n ) = 1 + x x n x(1 + x x n ) = 1 + x x n (x 2 + x x n+1 ) = 1 x n+1, e l uguaglianza tra il primo e l ultimo membro è effettivamente la (4.2). 13

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI

APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI APPUNTI DI MATEMATICA LE FRAZIONI ALGEBRICHE ALESSANDRO BOCCONI Indice 1 Le frazioni algebriche 1.1 Il minimo comune multiplo e il Massimo Comun Divisore fra polinomi........ 1. Le frazioni algebriche....................................

Dettagli

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria).

Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Politecnico di Milano. Facoltà di Ingegneria Industriale. Corso di Analisi e Geometria 2. Sezione D-G. (Docente: Federico Lastaria). Aprile 20 Indice Serie numeriche. Serie convergenti, divergenti, indeterminate.....................

Dettagli

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0

4 3 4 = 4 x 10 2 + 3 x 10 1 + 4 x 10 0 aaa 10 2 10 1 10 0 Rappresentazione dei numeri I numeri che siamo abituati ad utilizzare sono espressi utilizzando il sistema di numerazione decimale, che si chiama così perché utilizza 0 cifre (0,,2,3,4,5,6,7,8,9). Si dice

Dettagli

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE

LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE LE SUCCESSIONI 1. COS E UNA SUCCESSIONE La sequenza costituisce un esempio di SUCCESSIONE. Ecco un altro esempio di successione: Una successione è dunque una sequenza infinita di numeri reali (ma potrebbe

Dettagli

Lezioni di Matematica 1 - I modulo

Lezioni di Matematica 1 - I modulo Lezioni di Matematica 1 - I modulo Luciano Battaia 16 ottobre 2008 Luciano Battaia - http://www.batmath.it Matematica 1 - I modulo. Lezione del 16/10/2008 1 / 13 L introduzione dei numeri reali si può

Dettagli

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0.

L espressione torna invece sempre vera (quindi la soluzione originale) se cambiamo contemporaneamente il verso: 1 < 0. EQUAZIONI E DISEQUAZIONI Le uguaglianze fra espressioni numeriche si chiamano equazioni. Cercare le soluzioni dell equazione vuol dire cercare quelle combinazioni delle lettere che vi compaiono che la

Dettagli

Dimensione di uno Spazio vettoriale

Dimensione di uno Spazio vettoriale Capitolo 4 Dimensione di uno Spazio vettoriale 4.1 Introduzione Dedichiamo questo capitolo ad un concetto fondamentale in algebra lineare: la dimensione di uno spazio vettoriale. Daremo una definizione

Dettagli

SCHEDA DI RECUPERO SUI NUMERI RELATIVI

SCHEDA DI RECUPERO SUI NUMERI RELATIVI SCHEDA DI RECUPERO SUI NUMERI RELATIVI I numeri relativi sono l insieme dei numeri negativi (preceduti dal segno -) numeri positivi (il segno + è spesso omesso) lo zero. Valore assoluto di un numero relativo

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

razionali Figura 1. Rappresentazione degli insiemi numerici Numeri reali algebrici trascendenti frazionari decimali finiti

razionali Figura 1. Rappresentazione degli insiemi numerici Numeri reali algebrici trascendenti frazionari decimali finiti 4. Insiemi numerici 4.1 Insiemi numerici Insieme dei numeri naturali = {0,1,,3,,} Insieme dei numeri interi relativi = {..., 3,, 1,0, + 1, +, + 3, } Insieme dei numeri razionali n 1 1 1 1 = : n, m \{0}

Dettagli

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme

Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme 1. L insieme R. Per lo svolgimento del corso risulta particolarmente utile considerare l insieme R = R {, + }, detto anche retta reale estesa, che si ottiene aggiungendo all insieme dei numeri reali R

Dettagli

Anno 3. Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza

Anno 3. Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza Anno 3 Funzioni: dominio, codominio e campo di esistenza 1 Introduzione In questa lezione parleremo delle funzioni. Ne daremo una definizione e impareremo a studiarne il dominio in relazione alle diverse

Dettagli

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da

f(x) = 1 x. Il dominio di questa funzione è il sottoinsieme proprio di R dato da Data una funzione reale f di variabile reale x, definita su un sottoinsieme proprio D f di R (con questo voglio dire che il dominio di f è un sottoinsieme di R che non coincide con tutto R), ci si chiede

Dettagli

Alessandro Pellegrini

Alessandro Pellegrini Esercitazione sulle Rappresentazioni Numeriche Esistono 1 tipi di persone al mondo: quelli che conoscono il codice binario e quelli che non lo conoscono Alessandro Pellegrini Cosa studiare prima Conversione

Dettagli

I sistemi di numerazione

I sistemi di numerazione I sistemi di numerazione 01-INFORMAZIONE E SUA RAPPRESENTAZIONE Sia dato un insieme finito di caratteri distinti, che chiameremo alfabeto. Utilizzando anche ripetutamente caratteri di un alfabeto, si possono

Dettagli

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.

SOMMARIO. 13.1 I radicali pag. 3. 13.2 I radicali aritmetici pag. 5. 13.3 Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag. SOMMARIO CAPITOLO : I RADICALI. I radicali pag.. I radicali aritmetici pag.. Moltiplicazione e divisione fra radicali aritmetici pag.. Potenza di un radicale aritmetico pag.. Trasporto di un fattore esterno

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Parte 2. Determinante e matrice inversa

Parte 2. Determinante e matrice inversa Parte. Determinante e matrice inversa A. Savo Appunti del Corso di Geometria 013-14 Indice delle sezioni 1 Determinante di una matrice, 1 Teorema di Cramer (caso particolare), 3 3 Determinante di una matrice

Dettagli

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI

4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI 119 4 Dispense di Matematica per il biennio dell Istituto I.S.I.S. Gaetano Filangieri di Frattamaggiore EQUAZIONI FRATTE E SISTEMI DI EQUAZIONI Indice degli Argomenti: TEMA N. 1 : INSIEMI NUMERICI E CALCOLO

Dettagli

Codici Numerici. Modifica dell'informazione. Rappresentazione dei numeri.

Codici Numerici. Modifica dell'informazione. Rappresentazione dei numeri. Codici Numerici. Modifica dell'informazione. Rappresentazione dei numeri. A partire da questa lezione, ci occuperemo di come si riescono a codificare con sequenze binarie, quindi con sequenze di 0 e 1,

Dettagli

11) convenzioni sulla rappresentazione grafica delle soluzioni

11) convenzioni sulla rappresentazione grafica delle soluzioni 2 PARAGRAFI TRATTATI 1)La funzione esponenziale 2) grafici della funzione esponenziale 3) proprietá delle potenze 4) i logaritmi 5) grafici della funzione logaritmica 6) principali proprietá dei logaritmi

Dettagli

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE

CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE CONCETTO DI LIMITE DI UNA FUNZIONE REALE Il limite di una funzione è uno dei concetti fondamentali dell'analisi matematica. Tramite questo concetto viene formalizzata la nozione di funzione continua e

Dettagli

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile

Corso di Informatica Generale (C. L. Economia e Commercio) Ing. Valerio Lacagnina Rappresentazione in virgola mobile Problemi connessi all utilizzo di un numero di bit limitato Abbiamo visto quali sono i vantaggi dell utilizzo della rappresentazione in complemento alla base: corrispondenza biunivoca fra rappresentazione

Dettagli

Capitolo 2. Operazione di limite

Capitolo 2. Operazione di limite Capitolo 2 Operazione di ite In questo capitolo vogliamo occuparci dell operazione di ite, strumento indispensabile per scoprire molte proprietà delle funzioni. D ora in avanti riguarderemo i domini A

Dettagli

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765

ESEMPIO 1: eseguire il complemento a 10 di 765 COMPLEMENTO A 10 DI UN NUMERO DECIMALE Sia dato un numero N 10 in base 10 di n cifre. Il complemento a 10 di tale numero (N ) si ottiene sottraendo il numero stesso a 10 n. ESEMPIO 1: eseguire il complemento

Dettagli

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete.

Le equazioni. Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Le equazioni Diapositive riassemblate e rielaborate da prof. Antonio Manca da materiali offerti dalla rete. Definizione e caratteristiche Chiamiamo equazione l uguaglianza tra due espressioni algebriche,

Dettagli

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k

u 1 u k che rappresenta formalmente la somma degli infiniti numeri (14.1), ordinati al crescere del loro indice. I numeri u k Capitolo 4 Serie numeriche 4. Serie convergenti, divergenti, indeterminate Data una successione di numeri reali si chiama serie ad essa relativa il simbolo u +... + u +... u, u 2,..., u,..., (4.) oppure

Dettagli

Matematica generale CTF

Matematica generale CTF Successioni numeriche 19 agosto 2015 Definizione di successione Monotonìa e limitatezza Forme indeterminate Successioni infinitesime Comportamento asintotico Criterio del rapporto per le successioni Definizione

Dettagli

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI FUNZIONI ELEMENTARI - ESERCIZI SVOLTI 1) Determinare il dominio delle seguenti funzioni di variabile reale: (a) f(x) = x 4 (c) f(x) = 4 x x + (b) f(x) = log( x + x) (d) f(x) = 1 4 x 5 x + 6 ) Data la funzione

Dettagli

1 Serie di Taylor di una funzione

1 Serie di Taylor di una funzione Analisi Matematica 2 CORSO DI STUDI IN SMID CORSO DI ANALISI MATEMATICA 2 CAPITOLO 7 SERIE E POLINOMI DI TAYLOR Serie di Taylor di una funzione. Definizione di serie di Taylor Sia f(x) una funzione definita

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione

2.1 Definizione di applicazione lineare. Siano V e W due spazi vettoriali su R. Un applicazione Capitolo 2 MATRICI Fra tutte le applicazioni su uno spazio vettoriale interessa esaminare quelle che mantengono la struttura di spazio vettoriale e che, per questo, vengono dette lineari La loro importanza

Dettagli

risulta (x) = 1 se x < 0.

risulta (x) = 1 se x < 0. Questo file si pone come obiettivo quello di mostrarvi come lo studio di una funzione reale di una variabile reale, nella cui espressione compare un qualche valore assoluto, possa essere svolto senza necessariamente

Dettagli

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora:

Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora: Iniziamo con un esercizio sul massimo comun divisore: Esercizio 1. Sia d = G.C.D.(a, b), allora: G.C.D.( a d, b d ) = 1 Sono state introdotte a lezione due definizioni importanti che ricordiamo: Definizione

Dettagli

Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8. Cognome:... Nome:... Matricola:...

Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8. Cognome:... Nome:... Matricola:... Prova parziale di Geometria e Topologia I - 5 mag 2008 (U1-03, 13:30 16:30) 1/8 Cognome:................ Nome:................ Matricola:................ (Dare una dimostrazione esauriente di tutte le

Dettagli

ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA. 2. Insiemi numerici. A. A. 2014-2015 L.Doretti

ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA. 2. Insiemi numerici. A. A. 2014-2015 L.Doretti ISTITUZIONI DI MATEMATICHE E FONDAMENTI DI BIOSTATISTICA 2. Insiemi numerici A. A. 2014-2015 L.Doretti 1 INSIEMI NUMERICI rappresentano la base su cui la matematica si è sviluppata costituiscono le tappe

Dettagli

STRUTTURE ALGEBRICHE

STRUTTURE ALGEBRICHE STRUTTURE ALGEBRICHE Operazioni in un insieme Sia A un insieme non vuoto; una funzione f : A A A si dice operazione binaria (o semplicemente operazione), oppure legge di composizione interna. Per definizione

Dettagli

Numeri naturali numeri naturali minore maggiore Operazioni con numeri naturali

Numeri naturali numeri naturali minore maggiore Operazioni con numeri naturali 1 Numeri naturali La successione di tutti i numeri del tipo: 0,1, 2, 3, 4,..., n,... forma l'insieme dei numeri naturali, che si indica con il simbolo N. Tale insieme si può disporre in maniera ordinata

Dettagli

1. PRIME PROPRIETÀ 2

1. PRIME PROPRIETÀ 2 RELAZIONI 1. Prime proprietà Il significato comune del concetto di relazione è facilmente intuibile: due elementi sono in relazione se c è un legame tra loro descritto da una certa proprietà; ad esempio,

Dettagli

19. Inclusioni tra spazi L p.

19. Inclusioni tra spazi L p. 19. Inclusioni tra spazi L p. Nel n. 15.1 abbiamo provato (Teorema 15.1.1) che, se la misura µ è finita, allora tra i corispondenti spazi L p (µ) si hanno le seguenti inclusioni: ( ) p, r ]0, + [ : p

Dettagli

PROPRIETA' ASSOCIATIVA La somma di tre o più addendi non cambia se al posto di alcuni di essi si sostituisce la loro somma.

PROPRIETA' ASSOCIATIVA La somma di tre o più addendi non cambia se al posto di alcuni di essi si sostituisce la loro somma. Addizione: PROPRIETA' COMMUTATIVA Cambiando l'ordine degli addendi la somma non cambia. 1) a + b = b + a PROPRIETA' ASSOCIATIVA La somma di tre o più addendi non cambia se al posto di alcuni di essi si

Dettagli

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI

CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI CAPITOLO 16 SUCCESSIONI E SERIE DI FUNZIONI Abbiamo studiato successioni e serie numeriche, ora vogliamo studiare successioni e serie di funzioni. Dato un insieme A R, chiamiamo successione di funzioni

Dettagli

IGiochidiArchimede-SoluzioniBiennio 22 novembre 2006

IGiochidiArchimede-SoluzioniBiennio 22 novembre 2006 PROGETTO OLIMPII I MTEMTI U.M.I. UNIONE MTEMTI ITLIN SUOL NORMLE SUPERIORE IGiochidirchimede-Soluzioniiennio novembre 006 Griglia delle risposte corrette Problema Risposta corretta E 4 5 6 7 8 9 E 0 Problema

Dettagli

ESTRAZIONE DI RADICE

ESTRAZIONE DI RADICE ESTRAZIONE DI RADICE La radice è l operazione inversa dell elevamento a potenza. L esponente della potenza è l indice della radice che può essere: quadrata (); cubica (); quarta (4); ecc. La base della

Dettagli

SISTEMI DI NUMERAZIONE IL SISTEMA DECIMALE

SISTEMI DI NUMERAZIONE IL SISTEMA DECIMALE SISTEMI DI NUMERAZIONE IL SISTEMA DECIMALE La base del sistema decimale è 10 I simboli del sistema decimale sono: 0 1 2 3 4 5 6 7 8 9 Il sistema di numerazione decimale è un sistema posizionale. L aggettivo

Dettagli

Esercizi su lineare indipendenza e generatori

Esercizi su lineare indipendenza e generatori Esercizi su lineare indipendenza e generatori Per tutto il seguito, se non specificato esplicitamente K indicherà un campo e V uno spazio vettoriale su K Cose da ricordare Definizione Dei vettori v,,v

Dettagli

LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ

LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ LE FUNZIONI E LE LORO PROPRIETÀ LE FUNZIONI REALI DI VARIABILE REALE COSA SONO LE FUNZIONI Dati due sottoinsiemi A e B non vuoti di R, una FUNZIONE da A a B è una relazione che associa ad ogni numero reale

Dettagli

Prodotto libero di gruppi

Prodotto libero di gruppi Prodotto libero di gruppi 24 aprile 2014 Siano (A 1, +) e (A 2, +) gruppi abeliani. Sul prodotto cartesiano A 1 A 2 definiamo l operazione (x 1, y 1 ) + (x 2, y 2 ) := (x 1 + x 2, y 1 + y 2 ). Provvisto

Dettagli

Proof. Dimostrazione per assurdo. Consideriamo l insieme complementare di P nell insieme

Proof. Dimostrazione per assurdo. Consideriamo l insieme complementare di P nell insieme G Pareschi Principio di induzione Il Principio di Induzione (che dovreste anche avere incontrato nel Corso di Analisi I) consente di dimostrare Proposizioni il cui enunciato è in funzione di un numero

Dettagli

Corrispondenze e funzioni

Corrispondenze e funzioni Corrispondenze e funzioni L attività fondamentale della mente umana consiste nello stabilire corrispondenze e relazioni tra oggetti; è anche per questo motivo che il concetto di corrispondenza è uno dei

Dettagli

CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE. lim a n = 0. (1) s n+1 = s n + a n+1. (2) CRITERI PER LE SERIE A TERMINI NON NEGATIVI

CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE. lim a n = 0. (1) s n+1 = s n + a n+1. (2) CRITERI PER LE SERIE A TERMINI NON NEGATIVI Il criterio più semplice è il seguente. CRITERI DI CONVERGENZA PER LE SERIE Teorema(condizione necessaria per la convergenza). Sia a 0, a 1, a 2,... una successione di numeri reali. Se la serie a k è convergente,

Dettagli

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010

MATEMATICA DEL DISCRETO elementi di teoria dei grafi. anno acc. 2009/2010 elementi di teoria dei grafi anno acc. 2009/2010 Grafi semplici Un grafo semplice G è una coppia ordinata (V(G), L(G)), ove V(G) è un insieme finito e non vuoto di elementi detti vertici o nodi di G, mentre

Dettagli

Il simbolo. è è = = = In simboli: Sia un numero naturale diverso da zero, il radicale. Il radicale. esiste. esiste 0 Il radicale

Il simbolo. è è = = = In simboli: Sia un numero naturale diverso da zero, il radicale. Il radicale. esiste. esiste 0 Il radicale Radicali 1. Radice n-esima Terminologia Il simbolo è detto radicale. Il numero è detto radicando. Il numero è detto indice del radicale. Il numero è detto coefficiente del radicale. Definizione Sia un

Dettagli

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0

LEZIONE 23. Esempio 23.1.3. Si consideri la matrice (si veda l Esempio 22.2.5) A = 1 2 2 3 3 0 LEZIONE 23 231 Diagonalizzazione di matrici Abbiamo visto nella precedente lezione che, in generale, non è immediato che, data una matrice A k n,n con k = R, C, esista sempre una base costituita da suoi

Dettagli

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi.

Statistica e biometria. D. Bertacchi. Variabili aleatorie. V.a. discrete e continue. La densità di una v.a. discreta. Esempi. Iniziamo con definizione (capiremo fra poco la sua utilità): DEFINIZIONE DI VARIABILE ALEATORIA Una variabile aleatoria (in breve v.a.) X è funzione che ha come dominio Ω e come codominio R. In formule:

Dettagli

Sistemi di Numerazione

Sistemi di Numerazione Fondamenti di Informatica per Meccanici Energetici - Biomedici 1 Sistemi di Numerazione Sistemi di Numerazione I sistemi di numerazione sono abitualmente posizionali. Gli elementi costitutivi di un sistema

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Corso di Calcolo Numerico

Corso di Calcolo Numerico Corso di Calcolo Numerico Dott.ssa M.C. De Bonis Università degli Studi della Basilicata, Potenza Facoltà di Ingegneria Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Sistemi di Numerazione Sistema decimale La

Dettagli

Esponenziali elogaritmi

Esponenziali elogaritmi Esponenziali elogaritmi Potenze ad esponente reale Ricordiamo che per un qualsiasi numero razionale m n prendere n>0) si pone a m n = n a m (in cui si può sempre a patto che a sia un numero reale positivo.

Dettagli

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26

Teoria in sintesi 10. Attività di sportello 1, 24 - Attività di sportello 2, 24 - Verifica conclusiva, 25. Teoria in sintesi 26 Indice L attività di recupero 6 Funzioni Teoria in sintesi 0 Obiettivo Ricerca del dominio e del codominio di funzioni note Obiettivo Ricerca del dominio di funzioni algebriche; scrittura del dominio Obiettivo

Dettagli

3 GRAFICI DI FUNZIONI

3 GRAFICI DI FUNZIONI 3 GRAFICI DI FUNZIONI Particolari sottoinsiemi di R che noi studieremo sono i grafici di funzioni. Il grafico di una funzione f (se non è specificato il dominio di definizione) è dato da {(x, y) : x dom

Dettagli

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano

Prof. Silvio Reato Valcavasia Ricerche. Il piano cartesiano Il piano cartesiano Per la rappresentazione di grafici su di un piano si utilizza un sistema di riferimento cartesiano. Su questo piano si rappresentano due rette orientate (con delle frecce all estremità

Dettagli

APPUNTI DI MATEMATICA ALGEBRA \ INSIEMISTICA \ TEORIA DEGLI INSIEMI (1)

APPUNTI DI MATEMATICA ALGEBRA \ INSIEMISTICA \ TEORIA DEGLI INSIEMI (1) ALGEBRA \ INSIEMISTICA \ TEORIA DEGLI INSIEMI (1) Un insieme è una collezione di oggetti. Il concetto di insieme è un concetto primitivo. Deve esistere un criterio chiaro, preciso, non ambiguo, inequivocabile,

Dettagli

11010010 = 1*2^7 + 1*2^6 + 0*2^5 + 1*2^4 + 0*2^3 + 0*2^2 + 1*2^1 + 0*2^0 = 210

11010010 = 1*2^7 + 1*2^6 + 0*2^5 + 1*2^4 + 0*2^3 + 0*2^2 + 1*2^1 + 0*2^0 = 210 Il sistema BINARIO e quello ESADECIMALE. Il sistema di numerazione binario è particolarmente legato ai calcolatori in quanto essi possono riconoscere solo segnali aventi due valori: uno alto e uno basso;

Dettagli

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue.

10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. 10. Insiemi non misurabili secondo Lebesgue. Lo scopo principale di questo capitolo è quello di far vedere che esistono sottoinsiemi di R h che non sono misurabili secondo Lebesgue. La costruzione di insiemi

Dettagli

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE

~ Copyright Ripetizionando - All rights reserved ~ http://ripetizionando.wordpress.com STUDIO DI FUNZIONE STUDIO DI FUNZIONE Passaggi fondamentali Per effettuare uno studio di funzione completo, che non lascia quindi margine a una quasi sicuramente errata inventiva, sono necessari i seguenti 7 passaggi: 1.

Dettagli

Funzioni. Funzioni /2

Funzioni. Funzioni /2 Funzioni Una funzione f è una corrispondenza tra due insiemi A e B che a ciascun elemento di A associa un unico elemento di B. Si scrive: f : A B l'insieme A si chiama il dominio della funzione f, l'insieme

Dettagli

FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI

FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI ANALISI MATEMATICA I - A.A. 0/0 FUNZIONI / ESERCIZI SVOLTI ESERCIZIO. Data la funzione f () = determinare l insieme f (( +)). Svolgimento. Poiché f (( +)) = { dom f : f () ( +)} = { dom f : f () > } si

Dettagli

Complemento al corso di Fondamenti di Informatica I corsi di laurea in ingegneria, settore dell informazione Università la Sapienza Consorzio Nettuno

Complemento al corso di Fondamenti di Informatica I corsi di laurea in ingegneria, settore dell informazione Università la Sapienza Consorzio Nettuno Rappresentazione di numeri Complemento al corso di Fondamenti di Informatica I corsi di laurea in ingegneria, settore dell informazione Università la Sapienza Consorzio Nettuno Un numero e un entità teorica,

Dettagli

4. Operazioni elementari per righe e colonne

4. Operazioni elementari per righe e colonne 4. Operazioni elementari per righe e colonne Sia K un campo, e sia A una matrice m n a elementi in K. Una operazione elementare per righe sulla matrice A è una operazione di uno dei seguenti tre tipi:

Dettagli

Applicazioni lineari

Applicazioni lineari Applicazioni lineari Esempi di applicazioni lineari Definizione. Se V e W sono spazi vettoriali, una applicazione lineare è una funzione f: V W tale che, per ogni v, w V e per ogni a, b R si abbia f(av

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t) CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti 1. Determinare lim M(sin) (M(t) denota la mantissa di t) kπ/ al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l esistenza dei limiti laterali. Identificare

Dettagli

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo

Logica Numerica Approfondimento 1. Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore. Il concetto di multiplo e di divisore. Il Minimo Comune Multiplo Logica Numerica Approfondimento E. Barbuto Minimo Comune Multiplo e Massimo Comun Divisore Il concetto di multiplo e di divisore Considerato un numero intero n, se esso viene moltiplicato per un numero

Dettagli

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO

UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO UNIVERSITÀ DEGLI STUDI DI TERAMO CORSO DI LAUREA IN ECONOMIA BANCARIA FINANZIARIA ED ASSICURATIVA (Classe 7) Corso di Matematica per l Economia (Prof. F. Eugeni) TEST DI INGRESSO Teramo, ottobre 00 SEZIONE

Dettagli

Sistemi di Numerazione Binaria NB.1

Sistemi di Numerazione Binaria NB.1 Sistemi di Numerazione Binaria NB.1 Numeri e numerali Numero: entità astratta Numerale : stringa di caratteri che rappresenta un numero in un dato sistema di numerazione Lo stesso numero è rappresentato

Dettagli

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6

EQUAZIONI DIFFERENZIALI. 1. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x 2 log t (d) x = e t x log x (e) y = y2 5y+6 EQUAZIONI DIFFERENZIALI.. Trovare tutte le soluzioni delle equazioni differenziali: (a) x = x log t (d) x = e t x log x (e) y = y 5y+6 (f) y = ty +t t +y (g) y = y (h) xy = y (i) y y y = 0 (j) x = x (k)

Dettagli

Esercizio 1 Dato il gioco ({1, 2, 3}, v) con v funzione caratteristica tale che:

Esercizio 1 Dato il gioco ({1, 2, 3}, v) con v funzione caratteristica tale che: Teoria dei Giochi, Trento, 2004/05 c Fioravante Patrone 1 Teoria dei Giochi Corso di laurea specialistica: Decisioni economiche, impresa e responsabilità sociale, A.A. 2004/05 Soluzioni degli esercizi

Dettagli

RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI. Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997

RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI. Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997 1 RAPPRESENTAZIONE BINARIA DEI NUMERI Andrea Bobbio Anno Accademico 1996-1997 Numeri Binari 2 Sistemi di Numerazione Il valore di un numero può essere espresso con diverse rappresentazioni. non posizionali:

Dettagli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli

Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli Parte 3. Rango e teorema di Rouché-Capelli A. Savo Appunti del Corso di Geometria 203-4 Indice delle sezioni Rango di una matrice, 2 Teorema degli orlati, 3 3 Calcolo con l algoritmo di Gauss, 6 4 Matrici

Dettagli

Raccolta degli Scritti d Esame di ANALISI MATEMATICA U.D. 1 assegnati nei Corsi di Laurea di Fisica, Fisica Applicata, Matematica

Raccolta degli Scritti d Esame di ANALISI MATEMATICA U.D. 1 assegnati nei Corsi di Laurea di Fisica, Fisica Applicata, Matematica DIPARTIMENTO DI MATEMATICA Università degli Studi di Trento Via Sommarive - Povo (TRENTO) Raccolta degli Scritti d Esame di ANALISI MATEMATICA U.D. 1 assegnati nei Corsi di Laurea di Fisica, Fisica Applicata,

Dettagli

Sistema di numerazione binario, operazioni relative e trasformazione da base due a base dieci e viceversa di Luciano Porta

Sistema di numerazione binario, operazioni relative e trasformazione da base due a base dieci e viceversa di Luciano Porta Sistema di numerazione binario, operazioni relative e trasformazione da base due a base dieci e viceversa di Luciano Porta Anche se spesso si afferma che il sistema binario, o in base 2, fu inventato in

Dettagli

Rette e curve, piani e superfici

Rette e curve, piani e superfici Rette e curve piani e superfici ) dicembre 2 Scopo di questo articolo è solo quello di proporre uno schema riepilogativo che metta in luce le caratteristiche essenziali delle equazioni di rette e curve

Dettagli

1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero

1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero 1 Giochi a due, con informazione perfetta e somma zero Nel gioco del Nim, se semplificato all estremo, ci sono due giocatori I, II e una pila di 6 pedine identiche In ogni turno di gioco I rimuove una

Dettagli

Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica

Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Matematica 1 - Corso di Laurea in Ingegneria Meccanica Esercitazione su massimi e minimi vincolati 9 dicembre 005 Esercizio 1. Considerare l insieme C = {(x,y) R : (x + y ) = x } e dire se è una curva

Dettagli

Informatica. Rappresentazione dei numeri Numerazione binaria

Informatica. Rappresentazione dei numeri Numerazione binaria Informatica Rappresentazione dei numeri Numerazione binaria Sistemi di numerazione Non posizionali: numerazione romana Posizionali: viene associato un peso a ciascuna posizione all interno della rappresentazione

Dettagli

Algebra e Geometria. Ingegneria Meccanica e dei Materiali Sez (2) Ingegneria dell Automazione Industriale Sez (2)

Algebra e Geometria. Ingegneria Meccanica e dei Materiali Sez (2) Ingegneria dell Automazione Industriale Sez (2) Algebra e Geometria Ingegneria Meccanica e dei Materiali Sez (2) Ingegneria dell Automazione Industriale Sez (2) Traccia delle lezioni che saranno svolte nell anno accademico 2012/13 I seguenti appunti

Dettagli

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA

UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA UNA LEZIONE SUI NUMERI PRIMI: NASCE LA RITABELLA Tutti gli anni, affrontando l argomento della divisibilità, trovavo utile far lavorare gli alunni sul Crivello di Eratostene. Presentavo ai ragazzi una

Dettagli

Le Frazioni Prof. Marco La Fata

Le Frazioni Prof. Marco La Fata Le Frazioni Prof. Marco La Fata Spesso ci troviamo di fronte a dover dividere una certa grandezza, ad esempio una pizza, una tavoletta di cioccolata, un segmento, ecc.., in TANTE PARTI UGUALI. Supponiamo,

Dettagli

Elementi di informatica

Elementi di informatica Elementi di informatica Sistemi di numerazione posizionali Rappresentazione dei numeri Rappresentazione dei numeri nei calcolatori rappresentazioni finalizzate ad algoritmi efficienti per le operazioni

Dettagli

Il principio di induzione e i numeri naturali.

Il principio di induzione e i numeri naturali. Il principio di induzione e i numeri naturali. Il principio di induzione è un potente strumento di dimostrazione, al quale si ricorre ogni volta che si debba dimostrare una proprietà in un numero infinito

Dettagli

la funzione è definita la funzione non è definita Si osservi, infatti, che la radice di un numero negativo non esiste nel campo dei numeri reali.

la funzione è definita la funzione non è definita Si osservi, infatti, che la radice di un numero negativo non esiste nel campo dei numeri reali. 1 y 4 CAMPO DI ESISTENZA. Poiché data è una irrazionale con indice di radice pari, il cui radicando è un polinomio, essa risulta definita solo per i valori della per i quali il radicando è positivo, ovvero

Dettagli

Utilizzo delle formule in Excel

Utilizzo delle formule in Excel Utilizzo delle formule in Excel Excel è dotato di un potente motore di calcolo che può essere utilizzato per elaborare i dati immessi dagli utenti. I calcoli sono definiti mediante formule. Ogni formula

Dettagli

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI

SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI SISTEMI DI NUMERAZIONE E CODICI Il Sistema di Numerazione Decimale Il sistema decimale o sistema di numerazione a base dieci usa dieci cifre, dette cifre decimali, da O a 9. Il sistema decimale è un sistema

Dettagli

Moto uniforme sul toro bidimensionale

Moto uniforme sul toro bidimensionale 4/3/06 Luigi Chierchia Moto uniforme sul toro bidimensionale 1. Il toro bidimensionale Denotiamo con R l insieme dei numeri reali e con Z l insieme dei numeri interi (con segno) {..., 2, 1, 0, 1, 2,...};

Dettagli

I NUMERI DECIMALI. che cosa sono, come si rappresentano

I NUMERI DECIMALI. che cosa sono, come si rappresentano I NUMERI DECIMALI che cosa sono, come si rappresentano NUMERI NATURALI per contare bastano i numeri naturali N i numeri naturali cominciano con il numero uno e vanno avanti con la regola del +1 fino all

Dettagli

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE

FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE FUNZIONE REALE DI UNA VARIABILE Funzione: legge che ad ogni elemento di un insieme D (Dominio) tale che D R, fa corrispondere un elemento y R ( R = Codominio ). f : D R : f () = y ; La funzione f(): A

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Esercizi svolti sui numeri complessi

Esercizi svolti sui numeri complessi Francesco Daddi - ottobre 009 Esercizio 1 Risolvere l equazione z 1 + i = 1. Soluzione. Moltiplichiamo entrambi i membri per 1 + i in definitiva la soluzione è z 1 + i 1 + i = 1 1 + i z = 1 1 i. : z =

Dettagli

5. La teoria astratta della misura.

5. La teoria astratta della misura. 5. La teoria astratta della misura. 5.1. σ-algebre. 5.1.1. σ-algebre e loro proprietà. Sia Ω un insieme non vuoto. Indichiamo con P(Ω la famiglia di tutti i sottoinsiemi di Ω. Inoltre, per ogni insieme

Dettagli

Schemi delle Lezioni di Matematica Generale. Pierpaolo Montana

Schemi delle Lezioni di Matematica Generale. Pierpaolo Montana Schemi delle Lezioni di Matematica Generale Pierpaolo Montana Al-giabr wa al-mukabalah di Al Khuwarizmi scritto approssimativamente nel 820 D.C. Manuale arabo da cui deriviamo due nomi: Algebra Algoritmo

Dettagli