PROTOCOLLO D INTESA L ISTITUTO SCOLASTICO VI CIRCOLO DIDATTICO DI SALERNO. L ASSOCIAZIONE AUTISMO - Chi si ferma è perduto DI SALERNO

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1 Pagina1 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca DIREZIONE DIDATTICA STATALE VI CIRCOLO DI SALERNO MEDAGLIE D ORO Via Paolo Vocca, 12, Tel 089/ Fax 089/ PROTOCOLLO D INTESA TRA L ISTITUTO SCOLASTICO VI CIRCOLO DIDATTICO DI SALERNO E L ASSOCIAZIONE AUTISMO - Chi si ferma è perduto DI SALERNO Promuovere iniziative rivolte alla scuola, che rendano possibile la divulgazione del metodo Applied Behavior Analysis e la sua traduzione in interventi concreti

2 Pagina2 Il giorno. del mese di gennaio 2015, presso la direzione del VI Circolo didattico di Salerno, si sono costituiti il dirigente scolastico protempore del VI Circolo didattico di Salerno, Vincenzo Giannone, e il presidente dell Associazione Autismo: Chi si ferma è perduto, Naddeo Grazia, per concordare e sottoscrivere un protocollo d intesa per Per l attuazione di un PROGETTO PSICOEDUCA- TIVO COGNITIVO COMPORTAMENTALE BASATO SULL ANALISI COMPORTAMENTALE APPLICATA (Applied Behavior Analysis ) per bambini affetti da sindrome dello spettro autistico, presenti nelle scuole dell infanzia e primaria del VI Circolo didattico di Salerno nel corrente anno scolastico 2014/15 e negli anni a futuro. Il presente protocollo avrà la durata di quattro anni e terminerà il 15 giugno del LE PARTI La Direzione didattica statale VI CIRCOLO DI SALERNO MEDAGLIE D ORO Via Paolo Vocca, 12, Tel 089/ Fax 089/ , è rappresentata dal Dirigente protempore Vincenzo Giannone. E L Associazione Autismo: Chi si ferma è perduto, residente in via G. Antonio Vitale, n Salerno, Codice fiscale , è rappresentata dal presidente signora Naddeo Grazia, nata a Salerno il 10/04/1952, C.F. NDDGRZ52D50H703Y PREMESSO - che il MIUR favorisce le autonomie scolastiche e la loro interazione con le autonomie locali, i settori economici e produttivi, gli enti pubblici, le associazioni del territorio e le Fondazioni per la definizione e la realizzazione di un piano formativo integrato, rispondente ai bisogni dell utenza e alle vocazioni locali; - che il MIUR ricerca le condizioni atte a realizzare nelle scuole, in attuazione dell'art. 21, comma 9 della Legge n. 59/97, la massima flessibilità organizzativa, la tempestività e l efficacia degli interventi, anche attraverso l apporto costruttivo di soggetti e risorse diversi, presenti a livello territoriale; 1 - che i disturbi pervasivi dello sviluppo e in particolare le sindromi dello spettro autistico, rappresentano una patologia dello sviluppo psicologico altamente invalidante che, nella quasi totalità dei casi, persiste anche in età adulta e il cui decorso è strettamente dipendente dalla precocità e specificità degli interventi abilitativi attivati in età evolutiva. - che gli individui affetti da DPS hanno diritto di essere tempestivamente individuati e diagnosticati anche al fine di attivare interventi clinici e abilitativi multidisciplinari in ambito scolastico - che il Sistema Nazionale Linee Guida dell Istituto Superiore di Sanità (SNLG) ha pubblicato nell ottobre del 2011 le Linea guida per Il trattamento dei disturbi dello spettro autistico nei bambini e negli adolescenti. - che la Società Italiana NeuroPsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza (SINPIA) ha pubblicato LE LINEE GUIDA PER L AUTISMO - LE SFIDE DELLA SCUOLA E L INTERVENTO EDUCATIVO PER L INTEGRAZIONE SCOLASTICA DEI BAMBINI E DELLE BAMBINE CON AUTISMO. 1 L'autonomia didattica è finalizzata al perseguimento degli obiettivi generali del sistema nazionale di istruzione, nel rispetto della libertà di insegnamento, della libertà di scelta educativa da parte delle famiglie e del diritto ad apprendere. Essa si sostanzia nella scelta libera e programmata di metodologie, strumenti, organizzazione e tempi di insegnamento, da adottare nel rispetto della possibile pluralità di opzioni metodologiche, e in ogni iniziativa che sia espressione di libertà progettuale, compresa l'eventuale offerta di insegnamenti opzionali, facoltativi o aggiuntivi e nel rispetto delle esigenze formative degli studenti. A tal fine, sulla base di quanto disposto dall'articolo 1, comma 71, della legge 23 dicembre 1996, n. 662, sono definiti criteri per la determinazione degli organici funzionali di istituto, fermi restando il monte annuale orario complessivo previsto per ciascun curriculum e quello previsto per ciascuna delle discipline ed attività indicate come fondamentali di ciascun tipo o indirizzo di studi e l'obbligo di adottare procedure e strumenti di verifica e valutazione della produttività scolastica e del raggiungimento degli obiettivi.

3 Pagina3 - che le raccomandazioni tecniche-operative per i servizi di neuropsichiatria dell età evolutiva redatte dalla Società Italiana di Neuropsichiatria dell Infanzia e dell Adolescenza (SINPIA) affermano con assoluta chiarezza che l Applied Behaviour Analysis (A.B.A.) è la terapia di scelta per questa gravissima patologia infantile. - che l orientamento internazionale sostiene l intervento abilitativo tempestivo, intensivo e strutturato, che cerchi di modulare gli approcci psicoeducativi adeguandoli alle esigenze individuali. - che la stesura della diagnosi e del profilo cognitivo e funzionale rappresentano la base conoscitiva per poter costruire il piano abilitativo individualizzato. - che la presenza di comportamenti cosiddetti problema deve essere valutata attentamente e trattata con adeguate strategie terapeutiche, abilitative-riabilitative ed educativo-didattiche speciali. - che il metodo ABA è l'uso dei principi scientifici dell'analisi comportamentale applicata per la modifica di comportamenti socialmente significativi e, data la definizione, non conosce limitazioni nella sua applicazione relative ad età o a patologie e che se applicato all autismo offre un programma per la riabilitazione educativa del bambino. - che le scelte curriculari (cioè cosa si decide di insegnare o su quali comportamenti/problema si decide di intervenire) dipendono dalla situazione personale del singolo soggetto e che la priorità dovrebbe essere l'insegnamento alla comunicazione spontanea, l'autonomia personale, l'insegnamento di abilità indipendenti e possibilmente vocazionali, l'estinzione di comportamenti problema. - che si possono applicare i principi comportamentali anche per il cambiamento di un solo comportamento, come: ridurre l'aggressività, incrementare la selezione di cibi, insegnare a farsi la doccia, ecc. - che con un programma intensivo, applicato quotidianamente e per un giusto numero di ore a scuola, in famiglia e nel tempo libero (coinvolgendo tutte le persone nella vita del bambino in maniera uniforme e lavorando su tanti comportamenti) si possono ottenere risultati maggiori. - che alcuni bambini possono fare grandi progressi da risultare, dopo diversi anni, indistinguibili da altri bambini in tutte le aree evolutive. - che al momento, gli interventi basati sull'aba rappresentano un approccio educativo scientificamente validato per l'autismo e che altri approcci possono essere considerati sperimentali. VISTI - L art. 33 della Costituzione italiana Uguaglianza - rimozione ostacoli ; - gli articoli 7 e 24 della Convenzione ONU disabilità Ratifica con legge 18/2009 e altri documenti a tutela persone disabili - L art. 2 della legge 517/77, che detta disposizioni per l'integrazione scolastica nelle scuole elementari. - L art. 13, comma 1, della legge 104/92 che recita: 1. L'integrazione scolastica della persona handicappata nelle sezioni e nelle classi comuni delle scuole di ogni ordine e grado e nelle università si realizza, fermo restando quanto previsto dalle leggi 11 maggio 1976, n. 360, e 4 agosto 1977, n. 517 e successive modificazioni, anche attraverso: a) La programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari, socio-assistenziali, culturali, ricreativi, sportivi e con altre attività sul territorio gestite da enti pubblici o privati. A tale scopo gli enti locali, gli organi scolastici e le unità sanitarie locali, nell'ambito delle rispettive competenze, stipulano gli accordi di programma di cui all'art. 27 della legge 8 giugno 1990, n Entro tre mesi dalla data di entrata in vigore della presente legge, con decreto del ministro della P.I., d'intesa con i ministri degli Affari sociali e della Sanità, sono fissati gli indirizzi per la stipula degli accordi di programma. Tali accordi di programma sono finalizzati alla predisposizione, attuazione e verifica congiunta di progetti educativi, riabilitativi e di socializzazione individualizzati, nonché a forme di integrazione tra attività scolastiche e attività integrative extrascolastiche. -L art. 13, comma 3 della legge 104/92 che prevede: «Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando, ai sensi del decreto del Presidente della Repubblica 24 luglio 1977, n. 616, e successive modificazioni, l obbligo per gli enti locali di fornire l assistenza per l autonomia e la comunicazione per-

4 Pagina4 sonale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l assegnazione di docenti specializzati.» - La sentenza del Consiglio di Stato n del 20 maggio 2009, avverso la decisione del TAR del Friuli, 2 con cui accoglieva il ricorso dei genitori di un bambino affetto da una grave forma di autismo, presentato ai sensi degli artt. 12 (Diritto all educazione e all istruzione) e 14 (Modalità di attuazione dell'integrazione) 3 della legge n. 104/1992 (e in bubordine ad essere integrato nella classe partecipando alle lezioni con l ausilio dell assistente alla comunicazione di cui all art. 13, comma 3, della legge n. 104/1992) 4 ha dichiarato l obbligo del Comune, al fine di evitare una regressione comportamentale per i reiterati cambiamenti delle figure di riferimento, di garantire al minore ricorrente la continuità educativo-didattica e in mancanza la possibilità di ottenere un educatore, scelto dalla famiglia, che garantisca continuità didattica, a carico del Comune. 5 - Il parere del Consiglio di Stato n. 245 del 20 maggio 1994, che confermando la sentenza del TAR della Lombardia, Sezione III, n. 27 del 27 gennaio 1993, [ ] che il sostegno da offrire all alunna dovesse essere personalizzato in funzione delle esigenze dettate dalla minorazione 6 ha respinto l appello dell Avvocatura dello Stato sostenendo nei punti 4.2 e 5 della DECISIONE: -4.2 Sennonché va osservato che, se è vero che, ai fini del sostegno, non può esigersi che ciascun alunno affetto da handicap sia affiancato da assistenti dotati di specializzazione nelle singole materie, essendo il sostegno medesimo preordinato a consentire l inserimento globale dell alunno nell istituzione scolastica (e non a caso la circolare ministeriale del 1988 fa riferimento, omnicomprensivamente, ad aree di interesse, in relazione all indirizzo prescelto), è altrettanto vero che il sostegno medesimo non può, però, tradursi in un vuoto simulacro di ottemperanza formale alla normativa Né l amministrazione può invocare, a sostegno della legittimità della propria azione, le disposizioni di carattere generale che le imponevano di scegliere solo in base alle graduatorie precostituite, essendo, evidentemente tali disposizioni da considerarsi inoperanti nella parte in cui non sono in grado, in singoli casi concreti, di contemperare il diritto degli aspiranti al posto di sostegno con le prevalenti e non altrimenti satisfattibili esigenze dell alunno da assistere. 2 Il TAR adito, con sentenza n. 55/2008, aveva respinto il ricorso proposto dai genitori sostenendo che le garanzie del diritto allo studio e all assistenza del minore disabile non possono trasmodare nelle scelte delle modalità concrete con cui il servizio di sostegno socio educativo viene svolto Il ministro della P.I. provvede alla formazione e all'aggiornamento del personale docente per l'acquisizione di conoscenze in materia di integrazione scolastica degli studenti handicappati, ai sensi dell'art. 26 del D.P.R. 23 agosto 1988, n. 399, nel rispetto delle modalità di coordinamento con il Ministero dell'università e della ricerca scientifica e tecnologica, di cui all'art. 4 della legge 9 maggio 1989, n Il ministro della P.I. provvede altresì a) all'attivazione di forme sistematiche di orientamento, particolarmente qualificate per la persona handicappata, con inizio almeno dalla prima classe della scuola secondaria di primo grado; b) all'organizzazione dell'attività educativa e didattica secondo il criterio della flessibilità nell'articolazione delle sezioni e delle classi, anche aperte, in relazione alla programmazione scolastica individualizzata; c) a garantire la continuità educativa fra i diversi gradi di scuola, prevedendo forme obbligatorie di consultazione tra insegnanti del ciclo inferiore e del ciclo superiore ed il massimo sviluppo dell'esperienza scolastica della persona handicappata in tutti gli ordini e gradi di scuola, consentendo il completamento della scuola dell obbligo fino al [ ] 4 3. Nelle scuole di ogni ordine e grado, fermo restando, ai sensi del D.P.R. 24 luglio 1977, n. 616, e successive modificazioni, l'obbligo per gli enti locali di fornire l'assistenza per l'autonomia e la comunicazione personale degli alunni con handicap fisici o sensoriali, sono garantite attività di sostegno mediante l'assegnazione di docenti specializzati. 5 I giudici di primo grado pur condividendo che le amministrazioni coinvolte dovevano tenere conto di tutte le problematiche connesse all effettivo svolgimento della continuità didattica, impiegando personale specializzato avevano ritenuto che la richiesta dei genitori, finalizzata alla scelta individuale dell educatore, contrastasse con il potere organizzativo della p.a. e che, comunque, non fosse configurabile un diritto alla continuità didattica nel senso invocato dai ricorrenti. Al riguardo, il Collegio osservava che la richiesta dei genitori era stata debitamente comprovata dall esigenza di contenere le reiterate regressioni comportamentali del figlio, causate dal continuo cambiamento delle figure professionali incaricate del sostegno didattico; tale richiesta sebbene formulata in termini di individuazione del nominativo del singolo operatore nella sostanza attiene alle concrete modalità di svolgimento degli obblighi di integrazione scolastica previsti dagli artt. 12 e 13 della legge n. 104/1992, ed in particolare alla programmazione coordinata dei servizi scolastici con quelli sanitari e socio-assistenziali di cui alla lett. a), comma 1 dell art. 13 citato Sennonché va osservato che, se è vero che, ai fini del sostegno, non può esigersi che ciascun alunno affetto da handicap sia affiancato da assistenti dotati di specializzazione nelle singole materie, essendo il sostegno medesimo preordinato a consentire l inserimento globale dell alunno nell istituzione scolastica (e non a caso la circolare ministeriale del 1988 fa riferimento, omnicomprensivamente, ad aree di interesse, in relazione all indirizzo prescelto), è altrettanto vero che il sostegno medesimo non può, però, tradursi in un vuoto simulacro di ottemperanza formale alla normativa.

5 Pagina5 PRESO ATTO 1) che la Delibera n dell 11 settembre 2009 della Regione Campania - Interventi a favore di minori con sindrome autistica: linee guida per l'intervento riabilitativo - attesta tra l altro: «Considerato che: - [ ] - i minori con sindrome autistica necessitano di interventi multidisciplinari specialistici che abbiano le caratteristiche della competenza specifica, della intensività e della presa in carico globale; - la diagnosi in età precoce e l avvio immediato dei relativi interventi integrati oltre a un miglioramento degli esiti del trattamento comporta inoltre una razionalizzazione delle risorse, umane ed e- conomiche coinvolte, in linea con i principi stabiliti nel Patto della salute e ratificati dalla Regione Campania nel Piano di rientro della adeguatezza delle prestazioni e del contenimento della spesa, con particolare attenzione agli interventi riabilitativi in età evolutiva». «Preso atto: - della necessità di interventi specialistici a favore di minori con sindrome autistica provenienti dal territorio ed in particolare da associazioni di familiari e da operatori sanitari impegnati da tempo nel settore, soprattutto in merito al potenziamento ed implementazione dei servizi sanitari e sociosanitari in materia.»- Obiettivi generali: [ ] - dare continuità alla diagnosi e alla presa in carico attraverso la messa in rete delle figure professionali di riferimento del bambino e della sua famiglia. Supporto agli organi territoriali per l integrazione socio-sanitaria e scolastica Per attuare un intervento educativo che possa concretamente condurre all inclusione scolastica e sociale, come indicato dal Tavolo Nazionale di Lavoro sull Autismo, è necessario costruire una stretta rete di collaborazione e di raccordi tra operatori sanitari, sociali, educativi e famiglie che possano favorire continuità ed efficacia alla collaborazione interprofessionale el attuazione compiuta di un intervento educativo che possa concretamente condurre all inclusione scolastica e sociale attraverso appositi Accordi di Programma che prevedano l implementazione e la messa in rete dei Piani delle Attività Territoriali (PAT) delle AASSLL, del Piani di Zona Sociali (PZS) dei Comuni associati in Ambiti Territoriali e dei Piani dell Offerta Formativa (POF) delle Istituzioni Scolastiche. Partnership e collaborazioni Istituzioni scolastiche, l obiettivo è coinvolgere insegnanti e scuole affinché sviluppino le necessarie conoscenze in merito al problema dell Autismo. L istituzione scolastica è essenziale per la gestione del problema, per l integrazione e la formulazione congiunta dei Programmi Educativi Individualizzati. La scuola dell infanzia e la scuola primaria ha un ruolo essenziale anche per un riconoscimento precoce della patologia e la segnalazione ai centri di riferimento di casi oltre che per l utilizzo dei presidi necessari a favorire l inclusione e l integrazione scolastica del bambino. 2) che la Regione Campania con DECRETO N. 46 DEL 15/05/2013 ha recepito lo schema di accordo tra Governo, Regioni e Province Autonome di Trento e Bolzano, le Province, i Comuni e le Comunità montane sulle Linee di indirizzo per la promozione ed il miglioramento della qualità e dell'appropriatezza degli interventi assistenziali nel settore dei Disturbi Pervasivi dello Sviluppo (DPS),con particolare riferimento ai disturbi dello spettro autistico. CONSTATO - che gli elementi di un programma intensivo comportamentale per bambini con autismo devono avere le seguenti caratteristiche: - Intervento Intensivo: minimo di ore settimanali - Coinvolgimento massiccio della famiglia - Curriculum individualizzato e comprensivo - Insegnamento strutturato - Insegnamento Incidentale - Generalizzazione programmata

6 Pagina6 - Insegnamento nell area della comunicazione - Gestione costante dei comportamenti problema - Supervisione frequente e qualificata ACCERTATO - Che per valutare il bambino nella sua quotidianità ed effettuare cambiamenti significativi nelle sue interazioni quotidiane ed evitare disomogeneità di comportamento si devono tenere riunioni periodiche nell'ambiente naturale del bambino (casa, scuola...) fra tutti i tutor, la famiglia, i docenti e gli operatori interessati al progetto di lavoro. - Che bisogna accrescere e diffondere le competenze necessarie a favorire il percorso di crescita individuale delle persone con autismo nei processi di inclusione scolastica e sociale. - Che la famiglia é parte integrante e fondamentale del programma ABA. - Che il genitore deve ricevere la stessa formazione dei terapisti ed è invitato (compatibilmente con le esigenze della famiglia, attitudine personale e capacità) a praticare alcune sessioni uno a uno. (In ogni caso il genitore è sempre istruito in tutti i programmi ed incoraggiato a svolgere la massima generalizzazione del lavoro. Oltre ad essere supportato per la gestione dei comportamenti problema). - Che la scuola rappresenta uno spazio privilegiato nel progetto terapeutico, poiché oltre a favorire gli apprendimenti accademici (lettura, scrittura, calcolo) permette di realizzare una parte di quel più generale programma finalizzato al miglioramento dell interazione sociale, all arricchimento della comunicazione funzionale ed alla diversificazione degli interessi e delle attività. - Che La presenza dei coetanei rende l ambiente scolastico un palcoscenico naturale, in cui il soggetto può generalizzare acquisizioni e competenze favoriti in setting strutturati in maniera terapeutica (terapia psicomotoria, logopedia, educazione strutturata in un rapporto uno a uno). - Che nelle situazioni in cui persiste una marcata compromissione funzionale nelle aree della socialità, della comunicazione e delle funzioni cognitive, l insegnante preposto alla presa in carico del soggetto deve conoscere le principali strategie d approccio (principi dell ABA, dell AAC, etc.) e che (con l aiuto degli operatori specialistici del Servizio) deve ad esse ispirarsi per la realizzazione degli obiettivi curriculari individuati in accordo alle esigenze del caso. RITENUTO - Che la scuola richiede un adeguamento del Pof circostanziato dalla presenza di alunna affetta da DPS (disturbo pervasivo dello sviluppo sindrome dello spettro autistico ) e di figure qualificate ad affrontare come da metodologia consigliata per legge ( ABA), la patologia in essere e valutato che l applicazione del metodo cognitivo comportamentale non riguarda solo questi soggetti ma puo essere esteso anche ad altre problematiche CONVENGONO E STIPULANO QUANTO SEGUE 1. E fatta salva la libertà dei genitori dei bambini con sindrome dello spettro autistico, che si iscriveranno in futuro nelle nostre scuole, di poter scegliere liberamente la metodologia da utilizzare per l educazione dei propri bambini. 2. L associazione s impegna a fornire gratuitamente figure specialistiche nel metodo Aba, a creare progetti mirati per i bambini autistici (progetto pilota per 5 bambini di circoli differenti), a fornire la formazione, mediante l organizzazione di seminari, corsi mirati e ws,, a organizzare convegni ed e- venti per far conoscere il problema dell autismo, a supportare tutto il corpo docente con rappresentazioni in classe e con materiale specialistico a convenzionarsi con Istituti specialistici, che si avvalgono di Comitati Scientifici, riconosciuti a livello nazionale ed internazionale nello studio del comportamento umano e nelle tecniche ABA. 3. La scuola si impegna ad applicare il metodo ABA su richiesta dei genitori e a richiedere agli enti preposti figure specialistiche, formate o da formare nella conoscenza ed applicazione del metodo ABA,

7 Pagina7 da inserire nelle classi dei bambini con DPS, che garantiscano la continuità e la disponibilità a partecipare al progetto ABA, che è un lavoro di equipe e non individuale, poiché i docenti di sostegno per i bambini autistici sono assegnati in base a graduatorie precostituite generiche che non richiedoni il possesso di titoli specialistici per l applicazione dell Applied Behaviour Analysis (A.B.A.). 4. Per l alunna N. G., frequentante la classe 2a nella scuola primaria Giacomo Costa sarà costituito un Gruppo di progetto composto: a) dal Dirigente dell Istituzione Scolastica. b) dall Insegnante curriculare e docenti tutti della classe. c) dalla Psicologa supervisor (Dott.ssa Chiara Ferrari MIPIA IESCUM) d) dalle Operatrici ABA (Autuori Antonia e Tedesco Elisa), e) dalla Psicologa responsabile dell attività del centro JUBA, Dott.ssa Silvia Trotta f) dal Responsabile ASL referente della scuola e dal NPI delle UOAAFA (Unita Operativa Assistenza, Appropriatezza Fasce Deboli ) dott. Giuseppe Pardo. h) dal responsabile del GLH della scuola i) dal personale specialistico assegnato secondo la normativa vigente dagli enti preposti o eventualmente formato dal team in essere, fatta salva la continuità d insegnamento garantita per legge. m) dai genitori della bambina. 5. Il progetto sperimentale l ABA sarà applicato nella classe 2 sez. A della scuola Giacomo Costa con il coinvolgimento del corpo docente e degli operatori Aba forniti dall associazione e di figure specialistiche richieste, formate o da formare, ai vari enti preposti (che per legge sono tenuti a fornire) e altro personale docente interno alla scuola da formare, per creare un gruppo mirato di insegnanti per gli alunni con DPS. 6. Nell ambito dell applicazione del progetto ABA nella classe su citata, l Associazione si impegna a insegnare ai docenti curriculari l ABA e come applicarlo; come analizzare i comportamenti socialmente significativi che necessitano di essere incrementati; come esaminare e interpretare i dati come parte di un processo di insegnamento; come esaminare la relazione funzionale tra comportamento (ciò che una persona fa) e le sue variabili di controllo (ciò che accade nell'ambiente). 7. All Associazione Autismo: chi si ferma e perduto è affidato il compito di: - organizzare e coordinare gli interventi delle varie figure specialistiche, che operano per la realizzazione del progetto stesso; - pianificare le strategie e la gestione del caso, che sarà affidato alla dott.ssa Chiara Ferrari che coordina accogliendo i bisogni di ogni attore, sviluppando le strategie per favorire al massimo la coerenza educativa. 8. Le operatrici aba favoriranno all interno della classe: - l operato dell insegnante curriculare - una migliore comunicazione tra il minore e I compagni - l implementazione delle autonomie scolastiche - la socializzazione e l inclusione del minore all interno della classe - gli apprendimenti scolastici 9. Le funzioni di verifica e controllo del progetto saranno affidate alla Dottoressa Chiara Ferrari in assoluta sinergia con Il dirigente scolastico e la Neuropsichiatra dell asl. 10. L Istituzione Scolastica si impegna a mettere a disposizione, per la realizzazione del progetto, gli spazi necessari aule ed impianti coperti e/o scoperti normalmente utilizzati per le attività e tutti i materiali necessari allo svolgimento delle attività previste (fuorché eventuali attrezzature specialistiche, che verranno fornite dall Associazione ).

8 Pagina8 11. Gli Insegnanti della classe (o classi future che ospiteranno bambini con la stessa sindrome autistica) pur affiancati dalle operatrici, svolgendo esse un ruolo attivo nella realizzazione delle attività e nella verifica delle finalità previste dal progetto, manterranno il loro ruolo di depositari dell attività didattica (frutto di un lavoro concertato nel PEI individualizzato ) e la responsabilità della vigilanza sugli alunni nel corso delle attività. 12. L attività prevista dal Progetto interesserà l intero ciclo scolastico della scuola primaria della bambina N. G. di cui al punto 4) della classe II A della scuola primaria Giacomo Costa. 13. La bimba N. G., come liberamente scelto dai genitori, seguirà il progetto Integrato basato sui principi ABA, integrato ed inclusivo perché coinvolge tutti i contesti e gli attori principali che ruotano e si interfacciano con il minore. Pertanto gli attori coinvolti saranno la famiglia, la scuola e l extratime. 14. Il progetto vedrà inclusa la formazione gratuita di tutti gli attori, che sarà offerta dal professionista, che una volta al mese si recherà nei contesti naturali (la scuola) per svolgere l osservazione. 15. Poiché l insegnante di sostegno statale assegnata alla bambina non conoscere le principali strategie d approccio dell ABA seguito dalla bambina N. G. dai primi anni della scuola dell infanzia, l associazione metterà gratuitamente a disposizione, come di fatto già fa, le figure esterne di educatore specialistico e figure d ombra. I costi per l attività svolta dalle figure specialistiche, il materiale e la formazioni dei diversi attori in campo saranno a carico dell associazione. Le operatrici saranno due e si alterneranno durante i giorni scolastici della settimana. 16. Le operatrici dell Associazione, autorizzate ad operare con la classe si impegnano a svolgere, una funzione di affiancamento e di consulenza dei docenti delle classi stesse e sono, quindi, responsabili della correttezza delle attività proposte, in coerenza con le finalità del progetto. Nel rapporto con i discenti, inoltre, le operatrici si impegnano ad attuare modalità di relazione e di comunicazione consone al ruolo educativo che sono chiamati a rivestire e, nel contempo, a favorire un clima di lavoro sereno ed un coinvolgimento attivo di tutti gli alunni partecipanti. 17. Il Ruolo dell equipe riabilitativa sarà di attivare percorsi e processi e di contribuire alla delineazione di interventi individualizzati e mirati supervisionando l intervento e controllando i risultati. Nelle situazioni in cui il livello comunicativo-linguistico e cognitivo sarà nel complesso soddisfacente, la variabile critica sul come agire risulterà determinata dalla disponibilità relazionale. Nelle situazioni di marcata compromissione di aggancio relazionale, abitualmente associate a comportamenti disadattivi, sarà determinante il ruolo degli operatori del Servizio. Essi, infatti, d accordo con gli operatori scolastici dovranno definire un dispositivo spazio-temporale adeguato e individuare le modalità affettivo-relazionali più idonee per favorire il lavoro sugli apprendimenti accademici. Nel caso in cui la bambina presenti anche sul piano relazionale una soddisfacente possibilità di aggancio, il lavoro sugli apprendimenti accademici dovrà essere comunque integrato dalla valorizzazione dei momenti di interazione e scambio che la scuola solo può fornire per l arricchimento della cognizione sociale. In questa prospettiva, risulteranno particolarmente utili gli incontri con gli operatori del Servizio nell ambito dei quali essi potranno illustrare agli insegnanti gli obiettivi prioritari del progetto. 18. In termini curricolari gli obiettivi da perseguire, indicati nel PEI, saranno: facilitare la consapevolezza delle intenzioni, delle preferenze e delle esperienze altrui; facilitare la capacità di raccontare le proprie esperienze relative ad eventi passati e futuri, fornendo nel contempo informazioni sufficienti per l ascoltatore; sviluppare l abilità di mantenere e di modificare il tema di conversazione secondo la prospettiva dell ascoltatore (per es., stimolarlo a prendere coscienza delle preferenze, dello stato emotivo, delle conoscenze di base di chi ascolta); sviluppare l uso del linguaggio per mediare e risolvere conflitti e/o divergenze di opinioni sviluppare l uso del linguaggio per esprimere sentimenti ed empatia con gli altri;

9 Pagina9 Per gli aspetti linguistici gli obiettivi saranno: facilitare l uso di linguaggio più avanzato per esprimere le differenze di significato (per es., le congiunzioni e le proposizioni subordinate); incoraggiare l acquisizione di convenzioni verbali per iniziare le interazioni, per interagire a turno e per terminarle; incoraggiare l acquisizione dei segnali non verbali e paralinguistici per rinforzare le intenzioni sociali (per es., lo sguardo, la posizione del corpo, il volume della voce); aumentare l abilità di interpretare ed usare il linguaggio in modo flessibile secondo il contesto sociale e i segnali non verbali dell interlocutore. Per l aspetto inclusivo saranno: l ambiente (aula adattata alla bambina); le continue sollecitazioni creanti interazione con i compagni; la traduzione ai compagni di classe di cosa è l autismo e come si interagisce con questi bambini; le attività ludiche (giochi, attività sportive, passeggiata nel parco, ecc. ); le continue interrogazioni dell insegnante curriculare, alla lavagna, dal posto insieme ad un compagno (generano, gradualmente consapevolezza, gratificazione e, certamente miglioramenti). L inclusione sarà attuata se che si avvicina alla bambina saprà cosa e come fare. Ciò premesso e concordato in diciotto punti, le parti si impegnano a realizzare quanto sopra dichiarato. Salerno, gennaio 2015 Il presidente dell Associazione Naddeo Grazia Il Dirigente scolastico Vincenzo Giannone

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