Report 2013 (esercizio contabile RICA 2011)

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1 L AGRICOLTURA IN TOSCANA CARATTERISTICHE STRUTTURALI E RISULTATI AZIENDALI Report 2013 (esercizio contabile RICA ) INEA Sede regionale per la Toscana a cura di Alessandro Bianchi Nadia Gastaldin rica.inea.it

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3 L AGRICOLTURA IN TOSCANA CARATTERISTICHE STRUTTURALI E RISULTATI AZIENDALI Report 2013 (esercizio contabile RICA ) Istituto Nazionale di Economia Agraria 2013

4 Coordinamento e responsabile nazionale del progetto RICA Alfonso Scardera Responsabile rete RICA regionale per Toscana Alessandro Bianchi Il rapporto è stato ideato ed impostato dal comitato tecnico scientifico del progetto RICA A. Arzeni, C. De Vivo, A. Giampaolo, A. Scardera Elaborazione dati e impostazione dei grafici realizzata da Andrea Arzeni Referente informatico del sistema AREA Mitia Mambella Copertina, elaborazione grafica, edizione internet a cura di Andrea Di Cesare Segreteria Anna Caroleo Fotografie di copertina tratte liberamente da internet È consentito la riproduzione citando la fonte. Né l Istituto né il personale che opera per suo conto può essere ritenuto responsabile per l uso che può essere fatto delle informazioni in esso contenuti. Rapporto non a stampa e non in vendita, chiuso a marzo 2014 disponibile sul sito RICA. Istituto Nazionale di Economia Agraria

5 Presentazione Il presente rapporto è stato realizzato nell ambito delle attività di ricerca del progetto RICA dell INEA, con l obiettivo di analizzare e commentare i dati regionali diffusi annualmente sul sistema informativo AREA del sito internet della RICA ( all interno del quale sono disponibili le informazioni sugli obiettivi istituzionali dell indagine, la metodologia contabile, l organizzazione del sistema di rilevazione, e le modalità di diffusione dei risultati. La struttura del rapporto, ideata dal comitato tecnico scientifico della RICA, è suddivisa in tre sezioni principali, ed è comune a tutte le regioni e province autonome italiane. Nella prima sezione viene presentato il quadro strutturale ed economico desunto rispettivamente dai risultati del 6 censimento dell agricoltura del 2010 e dai conti economici ISTAT del 2012, con un confronto dei principali indicatori territoriali rispetto al dato medio nazionale. Nella seconda parte vengono analizzati i risultati aziendali dell esercizio contabile, con i dati riportati all universo di riferimento dell indagine RICA, a partire dalle dotazioni strutturali delle aziende agricole e finire con i principali risultati economici raggiunti dalle aziende agricole distinte per classe tipologica. I risultati aziendali commentati nei vari capitoli di questa sezione sono stati rappresentati in forma di grafici a barre, all interno dei quali i dai territoriali sono messi a confronto con i risultati medi nazionali. Nella terza sezione vengono presentati i dati campionari dei principali processi produttivi delle coltivazioni agricole e degli allevamenti, oltre ai risultati economici dei prodotti trasformati rappresentati dal vino comune, dal vino di qualità e dall olio di oliva. Nell appendice statistica sono elencate le tabelle dei dati commentati nelle tre sezioni precedenti. I risultati sia aziendali che dei processi produttivi vengono confrontati con i valori medi dell ultimo biennio, a cui è aggiunto il trend dei valori esaminati.

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7 Sommario Un profilo sintetico dell agricoltura regionale... 7 I principali risultati dell indagine nel (universo RICA)... 9 Caratteristiche strutturali... 9 Situazione patrimoniale Risultati economici I risultati settoriali (dati campionari) Colture Allevamenti Prodotti trasformati Riferimenti Siti Glossario Appendice statistica... 37

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9 Un profilo sintetico dell agricoltura regionale A partire dalla seconda metà del si è manifestato in Toscana un nuovo rallentamento nella crescita dell economia regionale con comportamenti assai diversificati al suo interno. L agricoltura ha conosciuto un calo della produzione nel complesso relativamente contenuto, ma è da sottolineare la significativa crescita delle esportazioni toscane di prodotti agroalimentari che hanno compensato la diminuzione del valore delle produzioni. Le dinamiche dei costi rispetto a quelle dei prezzi di vendita non sono però sempre state favorevoli, incidendo sui margini di profitto delle imprese e accentuandone le difficoltà nei confronti del sistema bancario. Infatti la crescita dei prezzi delle materie prime e dei mezzi tecnici di produzione, quali sementi e fertilizzanti, prodotti fitosanitari e mangimi, ha determinato un rallentamento degli investimenti, causando incertezze ed ulteriori difficoltà nell attività imprenditoriale. Oltre alla volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli, ai mutamenti nella politica agricola comunitaria, nonché alle nuove sfide legate alla sostenibilità ambientale, il settore agricolo ha dovuto fare i conti con l ingresso sul mercato da parte di soggetti operanti in Paesi che precedentemente non facevano sentire il loro peso sull offerta mondiale: in sostanza il fenomeno della globalizzazione economica si è ulteriormente accentuato anche nel settore agroalimentare. Queste nuove sfide si riflettono anche sui mutamenti strutturali delle aziende italiane riscontrabili nel raffronto dei dati provenienti dai risultati del 6 Censimento Generale dell Agricoltura. I dati definitivi del Censimento 2010 fanno emergere un profondo cambiamento sul piano strutturale delle aziende agricole toscane, infatti la forte diminuzione del numero delle aziende e la contemporanea minor riduzione della superficie agricola utilizzata complessiva determina un aumento della SAU media aziendale. La superficie agricola utilizzata delle aziende toscane è aumentata di circa il 50%, passando da una media di 7 ettari nel 2000 a 10,4 ettari nel 2010 (figura 1). Per quanto riguarda gli allevamenti, i dati censuari rilevano che questi sono presenti solo nel 13,6% delle aziende toscane, con una riduzione del 46,6% nel decennio ed analoga tendenza alla diminuzione viene osservata anche a livello nazionale. Dai dati 2010 risulta che il numero medio di giornate prestate in azienda è pari a 195, con una media per ettaro di circa 19 giornate. Rispetto al censimento del 2000 le giornate di lavoro sono diminuite del 29%, a fronte di una riduzione su base nazionale del 23%. La conduzione prevalente resta quella diretta, basata sul lavoro dei componenti della famiglia coltivatrice, infatti i dati censuari confermano che la quota maggiore di manodopera (77%) è da riferirsi al conduttore e ai suoi familiari, mentre il restante 23% è costituito da manodopera extra familiare. 7

10 Figura 1 Scostamenti % Toscana / Italia per alcuni indicatori strutturali nel 2010 (valori medi regionali tra parentesi). SAU media aziendale (10,4 ettari) Giornate di lavoro per azienda (195,5 giorni) Giornate di lavoro ad ettaro (18,8 giorni) Quota di aziende zootecniche (13,6%) -10% -5% 0% 5% 10% 15% 20% 25% 30% 35% Fonte: ISTAT, Censimento 2010 Sotto il profilo dei risultati economici dai dati ISTAT si rileva che il valore della produzione agricola regionale, nel, raggiunge i milioni di euro, facendo riscontrare un aumento del 4,1% rispetto al Tale risultato complessivo è formato per il 63,3% dal valore realizzato dalle coltivazioni (1.639 milioni di euro) a cui si aggiunge la produzione degli allevamenti per il 18,8%. Il restante 17,9% è rappresentato dagli apporti delle attività di supporto e secondarie, di cui il 41% è costituito dalle attività connesse (figura 2). Figura 2 Composizione del valore della produzione regionale per attività economica e aggregato contabile Milioni di euro coltivazioni allevamenti servizi Consumi intermedi Valore aggiunto Fonte: ISTAT, Conti territoriali L analisi dei consumi intermedi evidenzia come questi abbiano presentato un andamento in crescita del 6,4%, che è superiore a quello sopra descritto per la produzione agricola regionale. Da ciò deriva che il valore aggiunto denota ancora un risultato positivo (+3%) rispetto all anno precedente, tuttavia di entità minore rispetto a quello conseguito dalla produzione agricola. 8

11 I principali risultati dell indagine nel (universo RICA) La finalità del presente studio è quella di consentire una diffusione dei dati sia tecnici che contabili rilevati nelle aziende agricole appartenenti alla Rete di Informazione Contabile Agricola Italiana (Indagine RICA) e disponibili nel sistema informativo AREA Rica predisposto dall INEA. Dal riporto dei risultati dell indagine campionaria RICA all universo delle aziende agricole appartenenti al campo di osservazione RICA si evidenzia che in media in Toscana nel triennio le aziende rappresentate sono pari all 4,7% delle oltre 753 mila aziende professionali italiane. L universo regionale di riferimento relativo all anno è formato da aziende, con una diminuzione del 1,3% rispetto al Caratteristiche strutturali Sotto il profilo strutturale (figura 3) le aziende toscane presentano per il una superficie agricola e forestale media di 37 ettari e una superficie agricola utilizzata (SAU) di 22,3 ettari, entrambi i dati sono più elevati rispetto a quelli nazionali che si attestano rispettivamente a 18,7 e a 15,7 ettari. Per quanto riguarda il possesso del fattore terra si rileva che, in Toscana, il 40% della superficie totale risulta in proprietà, a fronte di un dato nazionale che raggiunge il 49%. La superficie irrigabile media per azienda è in Toscana di 3,1 ettari, ben al di sotto di quanto si osserva in sede nazionale. L incidenza della superficie irrigata rispetto alla superficie agricola utilizzata è il 4,8%. Altro fattore caratterizzante la struttura delle aziende è rappresentato dalla dotazione di macchine agricole espressa in potenza motrice. Dai dati esaminati risulta che le aziende toscane dispongono nel mediamente di 135,7 kw di potenza motrice, valore superiore del 42,2% rispetto a quello nazionale. Le aziende toscane presentano un grado di meccanizzazione dei terreni per ettaro di 6,1 kw e un intensità di meccanizzazione, espressa in Kw per ULT di 76,7, in linea con i dati fatti registrare a livello italiano. Nelle aziende agricole toscane, nel, sono state impiegate mediamente 1,8 unità lavorative (UL), un risultato superiore a quello nazionale (1,2 UL), con un tasso di crescita più alto rispetto alla media italiana. Particolarmente rilevante è l apporto del lavoro familiare che si attesta mediamente al 75,3% del fabbisogno complessivo. La disponibilità di superficie agricola utilizzata per unità lavorativa (intensità del lavoro) è di 12,6 ettari, tale dato appare in linea con il dato nazionale. 9

12 Come già anticipato analizzando i dati ISTAT, gli allevamenti attraversano un periodo di criticità che sta portando ad una riduzione dei capi allevati sul territorio regionale. Nel la consistenza media aziendale si attesta su 3,3 UBA con una diminuzione di circa il 10% rispetto al A livello nazionale il dato relativo alle UBA medie per azienda risulta di 10,3, discostandosi notevolmente dal dato regionale. Figura 3 Scostamenti % Toscana / Italia per alcune dimensioni strutturali medie (valori regionali tra parentesi) Superficie Totale (37 ettari) Sup. Agric. Util. (22,3 ettari) Superficie in proprietà (14,8 ettari) Superficie Irrigabile (3,1 ettari) Potenza Motrice (135,7 KW) Unità di Lavoro annue (1,8 ULA) Unità di Lavoro Familiari (1,3 ULA) Unità Bovine Adulte (3,3 UBA) -100% -50% 0% 50% 100% 150% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Dal rapporto fra le UBA e le unità di lavoro impiegate in azienda si ha che, in Toscana, ciascun addetto deve provvedere a 1,8 unità di bovino adulto, mentre in sede nazionale questo dato sale a 8,4 UBA per UL. Anche il numero di UBA per ettaro di SAU, pari a 0,1, risulta notevolmente inferiore al dato italiano di 0,7 UBA. (figura 4). Figura 4 Scostamenti % Toscana / Italia per alcuni indici strutturali del (valori medi regionali tra parentesi) Intensità del lavoro (12,6 ettari) Incidenza della SAU irrigata (4,8 %) Incidenza superficie in proprietà (40,1 %) Grado intensità zootecnica (1,8 uba) Carico bestiame (0,1 uba) Incidenza manodopera familiare (75,3 %) Grado mecc. dei terreni (6,1 kw) Intensità di meccanizzazione (76,7 kw) -90% -80% -70% -60% -50% -40% -30% -20% -10% 0% 10% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA L analisi delle aziende classificate in base all orientamento tecnico economico mette in luce che la percentuale di aziende toscane specializzate nelle coltivazioni permanenti rappresenta il 47% delle aziende dell universo RICA per il. Tale dato appare 10

13 molto vicino a quello dell intero paese, che risulta inferiore di soli 3 punti percentuali rispetto al dato regionale. Al contrario le aziende specializzate in colture seminative sono il 21%, dato inferiore di 5 punti nei confronti di quello italiano. Assume notevole importanza in ambito regionale il settore delle aziende specializzate in ortofloricultura che raggiungono l 8% del totale del campione RICA, a livello nazionale questa specializzazione si ferma al 4%. Per quel che concerne le caratteristiche strutturali delle aziende distribuite per OTE si evidenzia come quelle specializzate in seminativi presentino valori maggiori sia in termini di SAU (45,8 ha) che di disponibilità di macchine (223 kw), mentre quelle specializzate in ortofloricoltura fanno registrare valori più alti di UL per azienda (2,9). Figura 5 La distribuzione percentuale delle aziende per classi nel da a meno di euro 59,7 Dimensione economica da a meno di euro da a meno di euro da a meno di euro 15,7 11,5 11,7 pari o superiore a euro 1,4 specializzate nei seminativi 21,2 specializzate in ortofloricoltura 8,2 Orientamento recnico-economico specializzate nelle coltivazioni permanenti specializzate in erbivori specializzate in granivori miste con policoltura miste con poliallevamento 6,5 0,6 12,2 0,0 47,3 miste coltivazioni ed allevamenti 4,0 Montagna interna 15,8 Zona altimetrica Montagna litoranea Collina interna Collina litoranea 0,0 12,7 60,8 Pianura 10, Toscana ITALIA Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Sotto il profilo della distribuzione delle aziende in base alle classi di dimensione economica si evidenzia che circa il 60% delle aziende presenta una produzione standard inferiore a 25 mila euro; segue, poi, la classe da 25 a 50 mila euro di produzione standard con il 15,7%, e le classi dimensionali da 50 a 100 mila e da 100 a 500 mila con circa il 12%. Solo l 1,4% di azienda presentano, invece, una produzione standard sopra i 500 mila euro. Analogo andamento percentuale viene riscontrato anche a livello nazionale. (figura 5). 11

14 L esame delle superfici aziendali per dimensione economica sottolinea la diretta correlazione tra queste variabili, infatti a classi di dimensione economica più grandi corrispondono aziende con una maggiore disponibilità di SAU, si va dagli 11,6 ettari della classe fino a 25 mila euro ai 124 ettari della classe con dimensione economica sopra i 500 mila euro. Allo stesso modo con il crescere delle classi di D.E. aumentano anche la potenza delle macchine, il lavoro aziendale e le UBA per azienda. 12

15 Situazione patrimoniale Dopo aver preso in considerazione la struttura aziendale nelle sue componenti fondamentali, ora è opportuno passare all esame degli aspetti patrimoniali e finanziari che vanno a comporre il quadro complessivo di un azienda. L analisi di tutto l insieme ci permetterà, poi, di giungere ad una più attenta valutazione degli elementi su cui si fonda la capacità reddituale, tenendo conto, anche, dell opera imprenditoriale e dei fattori pedo-climatici esterni. La tabella 3.1 riporta le componenti fondamentali dello stato patrimoniale del bilancio aziendale, riassumendo le voci delle attività e delle passività in esso elencate. Nella tabella sono rappresentate, opportunamente aggregate, le poste di primo livello che formano l attivo e il passivo del prospetto di bilancio. Per l attivo sono riportati il capitale fondiario e il capitale agrario che, assieme, rappresentano gli impieghi. Il capitale fondiario è costituito dal valore dei terreni e dei miglioramenti apportati nel tempo, dei fabbricati rurali e delle piantagioni agricole e da legno; in Toscana, presenta un importo medio aziendale pari a euro, superiore di circa il 50% rispetto a quello nazionale. Il capitale agrario, invece, è calcolato come somma del capitale agrario fisso (macchine motrici e attrezzi in pieno campo, impianti, attrezzature, animali ecc.) e di quello agrario circolante (ovvero prodotti agricoli di scorta, consistenza finale animali giovani da ingrasso e mezzi tecnici extra-aziendali ecc); il suo valore, nel, è di euro, di cui il 60% è rappresentato dal capitale circolante. Dalla figura 6 si evidenzia come mediamente in toscana le aziende presentino un valore degli impieghi superiore ai 500 mila euro, dato decisamente più elevato rispetto a quanto rilevato in sede nazionale. Tutto ciò conferma la propensione degli imprenditori agricoli regionali verso una strutturazione delle proprie aziende più ampia di quanto non avvenga, mediamente, a livello nazionale. Esaminando la distribuzione degli impieghi rispetto alla dimensione economica, si rileva come tale valore si incrementi al crescere delle classi di dimensione economica. In relazione alla localizzazione si osservano i valori maggiori nelle aziende situate nella collina interna ed, in subordine, in quelle localizzate in pianura. Le fonti di finanziamento comprendono le passività correnti, quelle consolidate oltre al patrimonio netto. 13

16 Figura 6 Composizione degli impieghi nel, confronto Toscana / Italia (valori medi aziendali) Euro (000) Toscana ITALIA Capitale fondiario Capitale agrario Capitale circolante Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Le prime due, sommate, rappresentano le fonti di finanziamento esterne, cioè il capitale di terzi. In Toscana, analizzando i dati relativi al ricorso al capitale di terzi, si osserva come le aziende siano indebitate nella misura di euro per passività correnti (debiti di funzionamento) e per euro per quelle consolidate (debiti a medio lungo termine e fondi accantonamento). L incidenza del capitale di terzi sul patrimonio netto è di circa il 5% contro l 1% a livello nazionale. Il patrimonio netto che costituisce il totale dei mezzi finanziari propri della azienda si compone del capitale netto e delle variazioni patrimoniali di esercizio (autofinanziamento). Nel esso raggiunge euro , risultando maggiore del 40% rispetto al dato nazionale. I nuovi investimenti effettuati dalle aziende toscane nel raggiungono i euro con un trend positivo nel triennio che sta a dimostrare la dinamicità dell imprenditoria agricola regionale. Ciò è confermato anche dal fatto che i nuovi investimenti in sede regionale risultano doppi rispetto a quelli italiani. Tale voce appare strettamente legata all attuazione delle misure strutturali del Programma di Sviluppo Rurale (PSR) che rappresenta una delle fonti più importanti di cofinanziamento per gli investimenti realizzati dalle aziende agricole. L analisi aziendale può essere approfondita ed articolata attraverso la formazione di appositi rapporti fra le voci strutturali e patrimoniali che la compongono, ottenendo interessanti indicatori, sintetici e confrontabili. 14

17 Il primo indice che viene evidenziato dalla figura 7 è la capitalizzazione fondiaria che esprime, in euro, il valore del capitale fondiario per unità lavorativa (KF/ULT) e si attesta a euro, con un scostamento positivo del 4% nei confronti del dato nazionale. Un altro indice utile all analisi del grado di intensità d uso del capitale fondiario rispetto alla SAU è l indice di intensità fondiaria che, in Toscana, nel è di euro , valore superiore del 5% rispetto al dato italiano. I rapporti patrimoniali del capitale agrario confermano (figura 7) anch essi, come quelli sopra analizzati, una maggior capitalizzazione delle aziende toscane rispetto ai corrispondenti valori fatti registrare nelle aziende Italiane. Nel, in Toscana, il valore del capitale agrario investito per ettaro di SAU è di euro (intensità agraria) mentre quello investito per ogni unità lavorativa impiegata è pari a euro. Più elevato del 34% rispetto al dato nazionale risulta essere, anche, l indice che misura il grado di dinamicità aziendale ottenuto rapportando il volume degli investimenti agli ettari di superficie agricola, che per il si attesta a circa 290 euro. Questo valore conferma ulteriormente la buona propensione degli imprenditori toscani a nuovi investimenti, come già sottolineato in precedenza. Appare, invece, sostanzialmente in linea con i dati complessivi italiani l indice di rotazione dei ricavi, che esprime il volume dei ricavi rispetto ai capitali investiti, attestandosi per il a 0,15. Figura 7 Scostamenti % Toscana / Italia per alcuni indici patrimoniali nel (valori medi regionali tra parentesi) Capitalizzazione fondiaria ( ) Intensità fondiaria ( ) Intensità agraria (2.679 ) Capitalizzazione agraria ( ) Indic. effic. Capitale (1,3 ) Indice della passività (0,022 ) Dinamicità aziendale (290 ) Rotazione dei ricavi (0,2 ) -50% 0% 50% 100% 150% 200% 250% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA 15

18 Risultati economici Dopo aver analizzato brevemente gli aspetti strutturali e patrimoniali delle aziende afferenti al campione RICA passiamo ora all analisi dei loro risultati economici. Per esaminare l aspetto economico reddituale della gestione di un azienda dobbiamo partire dall analisi del suo conto economico, sul quale, dopo un attenta riclassificazione, è possibile calcolare appositi indici di efficienza, di produttività e di redditività dell attività. Per la nostra analisi abbiamo utilizzato i dati del bilancio riclassificato INEA, sul quale sono stati calcolati solo alcuni indici di produttività e di redditività. Partendo dall analisi dei Ricavi Totali Aziendali (RTA), che sono dati dalla somma dei ricavi derivanti dall attività agricola e da quelli provenienti dalle attività complementari, secondo le stime dell indagine RICA per la Toscana, si evidenzia come le aziende agricole riescano a raggiungere dei valori molto più elevati (+35%) di quelli nazionali portandosi a euro per azienda. La maggiore ampiezza del risultato regionale, in termini assoluti, rispetto a quello complessivo mette in luce l impegno degli imprenditori agricoli toscani nella gestione delle proprie aziende nel operare le scelte opportune per aumentare la capacità produttiva rivolto ad ottenere ricavi più elevati, anche attraverso la ricerca di fonti complementari ed alternative di entrate. L analisi nel dettaglio della composizione dei ricavi complessivi delle aziende toscane, per l anno, mostra che il 90% di essi è rappresentato dalla Produzione Lorda Vendibile (PLV) con un valore di euro, mentre l altro 10% proviene da attività complementari. La metodologia RICA-INEA prevede che la PLV ricomprenda i ricavi derivanti dalla vendita, sia dei prodotti primari che trasformati, l autoconsumo, le regalie, i salari in natura, le variazioni di magazzino, la capitalizzazione dei costi per le costruzioni in economia e per le manutenzioni straordinarie, la rimonta interna di animali giovani ed anche gli aiuti pubblici in conto esercizio del primo pilastro della PAC. Per il tali aiuti rappresentano circa il 9% della PLV, con una variazione positiva del 1,4% rispetto al 2010, dovuta principalmente al ricalcolo del valore dei titoli aziendali. L apporto dei ricavi provenienti da attività complementari risulta molto significativo per le aziende toscane raggiungendo i euro a fronte di un dato nazionale che si ferma a euro. L entità di tali entrate sta a dimostrare come l imprenditore agricolo toscano abbia colto l opportunità di dirigere le proprie decisioni verso scelte che si stanno dimostrando efficaci e redditizie. I nuovi stimoli, soprattutto quelli rivolti ad investimenti nelle attività agrituristiche e ambientali, hanno portato a creare un legame tra mondo agricolo, territorio e tessuto sociale locale. Il reddito netto, che rappresenta la sintesi della gestione economica aziendale, raggiunge nel, in Toscana, un valore di euro superiore del 7% rispetto a 16

19 quello nazionale. Tale risultato deriva sì da ricavi ben più elevati a fronte, però, di costi complessivi ancora più alti rispetto a quanto non si rilevi in ambito italiano. Dalla figura 8, in cui sono rappresentati graficamente i risultati economici toscani confrontati con quelli della media italiana, si evince come a fronte di un reddito netto paragonabile al dato medio italiano, l entità dei costi sia nettamente superiore tanto da annullare il valore più alto dei ricavi totali aziendali. Infatti, dall esame dei costi si evidenzia che l incidenza sia di quelli fissi che dei salari e delle altre voci di saldo che derivano dalle gestioni extracaratteristiche è il 50% più elevata rispetto agli analoghi dati italiani. Tutto questo testimonia che le aziende toscane risultano essere maggiormente strutturate e che fanno maggiore ricorso a manodopera extraziendale. Per quanto riguarda i costi variabili si rileva che anch essi incidono in misura più elevata (+34%) in confronto a quelli nazionali, in quanto le aziende toscane realizzano processi produttivi più s0pecializzati e intensivi. Nella tabella 4.4 è riassunta l analisi degli aggregati economici per dimensione economica, ordinamento produttivo e circoscrizione geografica. Figura 8 Composizione dei ricavi nel, confronto Toscana / Italia (valori medi aziendali) 90 Euro (000) Reddito netto Redditi distribuiti e saldo gestione extracaratteristica Costi variabili Costi fissi 0 Toscana ITALIA Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Risulta evidente che l entità dei valori assoluti dei ricavi, dei costi e del reddito netto aumentino al crescere della dimensione economica aziendale. A livello di orientamento tecnico produttivo, le aziende specializzate in ortofloricoltura sono quelle che realizzano la migliore performance economica, e si collocano su un livello reddituale nettamente superiore rispetto agli altri OTE, che risultano grosso modo allineati. Fanno eccezione le aziende specializzate in granivori che evidenziano risultati particolarmente rilevanti, ma, si deve tener conto che, nel campione RICA, esse sono in numero ridottissimo e operano con sistemi altamente specializzati. 17

20 Per una più adeguata comprensione dell efficienza economica delle aziende agricole è utile analizzare alcuni indici economici e di redditività, che mettono in relazione i risultati economici con le caratteristiche strutturali dell azienda. Dalla figura 9, in cui sono rappresenti gli scostamenti percentuali di alcuni indici economici della Toscana rispetto alla media nazionale, si osserva come essi siano inferiori, nel, alla media nazionale, ad eccezione dell incidenza dei costi pluriennali. Considerando il fattore lavoro in Toscana la produttività totale, calcolata come rapporto tra i ricavi totali aziendali e le unità di lavoro, si è attestata a euro e la produttività agricola del lavoro, calcolata come rapporto tra la PLV e le unità di lavoro, a euro con uno scostamento negativo rispettivamente del 6% e del 13%. Per quanto concerne il fattore terra la sua produttività totale ottenuta rapportando i ricavi totali alla superficie agricola utilizzata risulta pari a euro; la produttività agricola della terra, ovvero la PLV per ettaro di SAU, raggiunge euro euro. Infine la produttività netta della terra, che è il valore aggiunto per ettaro di SAU, si attesta a euro. Tali indici come abbiamo già sottolineato appaiono minori rispetto agli analoghi indici nazionali, ma fanno registrare un trend di crescita tra il 2010 e il più marcato di quanto non risulti dai dati italiani. Gli indici che rilevano l incidenza delle diverse tipologie di costi rispetto a quelli totali, mostrano come quello relativo ai costi correnti è pari al 38%, mentre l indice che misura l incidenza dei costi pluriennali raggiunge il 13%. Tale valore è decisamente più elevato di quello rilevato in ambito nazionale (8%), per cui si evince che gli imprenditori toscani si avvalgono di aziende più strutturate. Figura 9 Scostamenti % Toscana / Italia per alcuni indici economici nel (valori medi regionali tra parentesi) Produttività totale del lavoro ( ) Produttività agricola del lavoro ( ) Produttività totale della terra (3.477 ) Produttività agricola terra (3.142 ) Produttività netta della terra (2.140 ) Incidenza dei costi correnti (38 %) Incidenza dei costi pluriennali (13 %) Incidenza delle attività agricole (90 %) Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA -20%-10% 0% 10% 20% 30% 40% 50% 60% 70% Nella figura 10 sono rappresentati graficamente gli scostamenti percentuali della Toscana rispetto alla media italiana dei principali indici di redditività. La redditività netta del lavoro aziendale, che misura la redditività unitaria del lavoro rispetto a tutte le attività praticate in azienda, è pari a euro, mentre la redditività 18

21 del lavoro familiare, data dal rapporto tra il reddito netto e le unità di lavoro familiari, è pari a euro. I due indici hanno avuto una variazione positiva, rispettivamente del 6,9% e del 2,2% rispetto al 2010 (tab. 4,3). Figura 10 Scostamenti % Toscana / Italia per alcuni indici di redditività nel (valori medi regionali tra parentesi) Redditività netta lavoro aziendale ( ) Redditività lavoro familiare ( ) Redditività lav. azi. ( ) Rendimento del lavoro aziendale ( ) Redditività netta della terra (1.086 ) Indice della produttività agricola (0,90) Indice della gestione straordinaria (1,03) Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA -30% -25% -20% -15% -10% -5% 0% 5% Analoga tendenza tra il 2010 e il viene riscontrata per la redditività lorda del lavoro aziendale che si raggiunge euro con una percentuale di aumento di 8 punti percentuali. Gli indici che fanno riferimento al fattore lavoro pongono in evidenza come le aziende toscane facciano ricorso ad una maggiore quantità di manodopera, sia famigliare che, ancor più, di provenienza extraziendale, tutto ciò in relazione a quanto si deduce dai dati nazionali. 19

22 Risultati settoriali (dati campionari) In questa seconda parte si commentano i dati tecnici ed economici relativi ad alcune colture, allevamenti e prodotti trasformati rilevati nell ambito del campione regionale RICA per l anno. Si desidera sottolineare che l analisi dei processi produttivi è condotta sui dati campionari senza la pretesa di alcun rigore statistico, inoltre si deve tenere presente che il campione RICA rilevato in ciascun anno risulta variabile sia nella sua numerosità che nella composizione delle aziende che vi partecipano. Infatti il fenomeno di caduta e di nuovi subentri rende i dati rilevati non omogenei e solo parzialmente confrontabili. Si è scelto di commentare quei processi produttivi maggiormente rappresentativi sia per la loro importanza locale che per la loro numerosità. I dati commentati sono riassunti nelle tabelle 5.1 (risultati economici delle principali colture), 5.2 (risultati economici dei principali allevamenti) e 5.3 (risultati economici dei prodotti trasformati) presenti nell appendice statistica. Nelle figura 12, 13 e 14 sono rappresentati in forma grafica gli scostamenti percentuali fra i dati della Toscana e quelli italiani dei risultati economici medi delle colture, degli allevamenti e dei prodotti trasformati. Colture Cereali Il comparto cerealicolo può essere considerato uno dei processi produttivi più rappresentati del panorama agricolo toscano. Tale comparto, nel suo complesso sta attraversando un periodo di grandi cambiamenti, fortemente influenzato da un lato dall aumentata instabilità dei mercati internazionali e dall altro dall evoluzione della politica agricola comunitaria, che ha contribuito a rendere le scelte degli imprenditori agricoli più orientate ai segnali di mercato e non vincolate alla struttura e all articolazione del sostegno comunitario. Non deve però essere sottovalutato un terzo elemento rappresentato dal mutevole andamento climatico che sempre più incide sui risultati del settore agricolo. Nel si assiste ad un calo delle quantità prodotte rispetto all anno 2010, da imputare sia alla minore superficie investita a cereali sia al mancato accestimento nel periodo invernale, dato che gran parte delle semine, a causa delle avverse condizioni climatiche, sono avvenute in ritardo. La ripartizione provinciale della superficie a cereali evidenzia il ruolo centrale delle provincie di Siena, Grosseto e Pisa. Tra i diversi cereali è il frumento duro a dominare il contesto regionale. 20

23 Tra le colture erbacee praticate in Toscana quella del frumento duro è il cereale autunno vernino maggiormente rappresentato nel campione RICA. Il numero delle aziende che praticano tale coltura è pari a 184 e risulta essere in diminuzione del 13% rispetto al biennio La superficie coltivata complessiva è di circa ettari con un valore medio per azienda di 22,21 ettari che risulta più elevato rispetto a quello delle altre colture cerealicole, in quanto a questa si dedicano numerose aziende di medie e grosse dimensioni. L'esame delle singole province pone in evidenza che il frumento duro è coltivato, nel campione RICA, principalmente nelle aree di Grosseto, Pisa, Siena e Arezzo, apparendo marginale, o addirittura assente, nelle altre province. La resa media si attesta intorno ai 33 quintali ad ettaro, di poco inferiore rispetto alla media nazionale (circa 37 quintali ad ettaro), mentre il prezzo risulta in sensibile ascesa (+30%) portandosi a circa 27 euro al quintale, dinamica che si riscontra in modo analogo anche a livello nazionale. Con queste premesse, la produzione lorda complessiva per ettaro evidenzia il legame con i risultati annuali e con i prezzi praticati, mostrando un andamento sostanzialmente in aumento rispetto al biennio precedente. La produzione lorda per ettaro presenta un valore di euro, in linea con il dato italiano. Le spese per ettaro presentano valori più alti rispetto al biennio precedente, si registra infatti un leggero aumento sia a livello regionale che nazionale, attestandosi in Toscana a euro 371 per ettaro. Il margine lordo deriva dall andamento della PLT e dei costi ed evidenzia un aumento nel portandosi intorno ai 630 euro per ettaro con uno scostamento del 4,5% rispetto al dato nazionale. Il Frumento tenero è una coltura che rivestiva una grande importanza nell agricoltura del passato: oggi ad essa vengono spesso preferiti altri cereali, quali il frumento duro o l orzo. Il frumento tenero interessa 78 aziende, corrispondenti a circa il 12,38% di quelle complessivamente rilevate. Rispetto al biennio si registra una sostanziale stabilità sia del numero delle aziende che praticano tale coltura che della superficie complessiva investita pari a 716 ettari. Di conseguenza anche la SAU media per azienda mostra una stabilità nel periodo preso in considerazione attestandosi a 9,18 ettari. L annata ha fatto registrare nelle aziende RICA una resa media per ettaro di circa 40 quintali, inferiore del 37% rispetto al dato nazionale. Il prezzo di vendita, invece, si è attestato sui 22,4 euro al quintale, sostanzialmente in linea con quello fatto registrare dalle aziende RICA rilevate in tutta Italia. 21

24 Il livello della PLT e del margine lordo è sostanzialmente simile con i valori riscontrati per il frumento duro, ma con uno scostamento negativo del 27% rispetto al dato nazionale. La coltura dell'orzo è ben presente nel campione RICA toscano con 113 aziende pari al 18% del totale. Questa coltura è simile a quella del frumento, sia tenero che duro, e a quella dell'avena. Infatti spesso queste risultano fra loro alternative e vengono utilizzate negli avvicendamenti da un anno all'altro. In generale, si riteneva che l'orzo fosse più indicato per i terreni più magri e di montagna, ma ormai esso viene spesso seminato anche in pianura, visto che la sua redditività tende ad avvicinarsi a quella delle altre colture cerealicole sopra citate. Nel le aziende che praticano tale coltura presentano una SAU media di 6,8 ettari in linea con il dato nazionale, mentre per quanto concerne la resa questa si attesta intorno ai 33 quintali per ettaro contro i 40 quintali ad ettaro fatti registrare in Italia. Andamento analogo viene riscontrato per il prezzo di vendita che in Toscana si ferma intorno ai 20 euro, contro i 21,5 fatti registrare a livello nazionale. Da tutto ciò deriva che sia la PLT che il margine lordo sono sostanzialmente più alti in Italia rispetto a quelli riscontrati in Toscana. La coltura dell'avena riguarda 91 aziende del nostro campione raggiungendo solo il 14,4% del totale. Nel si è verificata una diminuzione del 15% sia del numero delle aziende che della superficie investita rispetto al biennio La superficie media per azienda si attesta sugli 11 ettari, dato sostanzialmente più alto rispetto a quello nazionale di 6,60 ettari. La coltura ha fatto registrare una produzione media di 29,2 quintali ad ettaro ed un prezzo medio di vendita di 22,2 euro al quintale. Dati che risultano allineati con quelli della media nazionale. La redditività della coltura si attesta nel intorno ai 450 euro sia in Toscana che in Italia. Il Mais Ibrido, cereale primaverile estivo, è rappresentato nel campione RICA da 64 osservazioni e la superficie investita è pari a 739 ettari, circa la metà dei quali non fruisce di irrigazione. La resa media di 78 quintali ad ettaro di granella è inferiore a quella nazionale, poiché nel territorio toscano si fa meno ricorso all irrigazione. Il prezzo del mais si attesta intorno ai 22 euro al quintale, con uno scostamento positivo del 15% rispetto al dato nazionale. Fa registrare, invece, lo stesso valore di 1300 euro ad ettaro il margine lordo sia a livello toscano che italiano. 22

25 Foraggere La coltivazione di specie foraggere è piuttosto diffusa sul territorio regionale, specialmente nelle aziende con allevamento, in quanto i prodotti sono utilizzati per il reimpiego in azienda. Tra i numerosi processi produttivi rilevati abbiamo scelto l erba medica, che con 144 osservazioni e ettari di superficie investita, risulta essere una delle principali colture da foraggio. La resa media del prodotto principale (fieno) è di circa 68 quintali ad ettaro appareinferiore del 20% rispetto al dato nazionale a causa anche del minor ricorso all irrigazione (6,7%) della SAU irrigata rispetto ad dato italiano (23,7%). La quotazione del prodotto attestandosi a 10 euro risulta leggermente più basso del valore fatto registrare a livello nazionale, come sono più contenuti i costi specifici, sempre rispetto a quelli rilevati in tutto il campione RICA italiano, attestandosi intorno ai 130 euro per ettaro. Da quanto sopra esposto ne consegue che anche la redditività della coltura risulta ad ettaro ben al di sotto del dato nazionale raggiungendo i 543 euro in Toscana con uno scostamento negativo del 32%. Colture industriali Il Girasole è, tra le colture da rinnovo, l alternativa ideale nella collina asciutta, grazie alla buona capacità produttiva anche in assenza di irrigazione. Nel si è assistito ad un incremento delle semine di questa oleaginosa, determinato da un lato dall andamento climatico avverso che non ha consentito tutte le semine programmate per i cereali autunno vernini e un conseguente dirottamento delle scelte aziendali verso la semina primaverile di questa coltura, dall altro i prezzi alti registrati nella campagna precedente hanno fatto ben sperare. Nel campione RICA il Girasole è rappresentato da 82 osservazioni per una superficie investita complessiva di ettari. La resa in granella ed il prezzo di vendita, rispettivamente 26 quintali ad ettaro e 32 euro al quintale, sono perfettamente in linea con la media nazionale. La pratica irrigua è scarsamente diffusa, solo il 3,4% della superficie investita a girasole viene irrigata. La PLT della coltura risulta di circa 800 euro ad ettaro, dalla quale detratti i costi specifici si arriva ad un margine lordo di circa 500 euro ad ettaro. La coltivazione del tabacco in Toscana si concentra ormai in sole due province: Arezzo e Siena. La maggior parte della superficie, il 79%, ricade nella prima, mentre il restante 21% nella seconda. Nella provincia di Arezzo le superfici coltivate a Bright e quelle coltivate a Kentucky sostanzialmente si equivalgono, nella provincia di Siena, invece, si coltiva prevalentemente Bright. 23

26 Sebbene l incidenza del settore sull economia agroalimentare toscana non sia particolarmente elevata, il tabacco, ed in particolare la varietà Kentucky, costituisce una produzione tipica di queste zone e, nella maggior parte dei casi, è anche una rilevante fonte di reddito per le imprese agricole locali. Nel campione RICA il comparto è rappresentato da 17 osservazioni con una superficie complessiva di 168 ettari. La resa media risulta 22,5 quintali ad ettaro e il prezzo medio di vendita 427 euro al quintale. Il prezzo risulta di molto superiore alla media nazionale (223 euro al quintale) perché risente dell influenza della varietà Kentucky, impiegata a foglia intera per la produzione del sigaro toscano, che spunta prezzi molto più alti rispetto al Bright. La PLT del tabacco risulta pari a euro ad ettaro, dalla quale deriva un margine lordo di euro ad ettaro. Viticoltura Il comparto vitivinicolo è molto importante per l agroalimentare della regione, la Toscana, infatti, ha all attivo 48 denominazioni DOP e 6 IGP; in particolare, i vini DOP comprendono 9 tipologie DOCG e 39 DOC. L importanza del settore è sottolineata, anche, dal fatto che le DOP toscane pesano per il 12% sul totale delle DOP italiane. La Toscana risulta particolarmente vocata per la produzione di vini rossi, che rappresentano circa l 80% della produzione totale di vino e il 93,4% della produzione di vini DOP. Il comparto vitivinicolo, in questo delicato momento congiunturale, riveste particolare importanza in quanto fa da traino all intero settore agroalimentare toscano, grazie all andamento registrato nelle esportazioni che hanno fatto segnare un incremento del 12,2% rispetto al 2010,. La produzione vitivinicola nel è stata, nel complesso buona, minore sotto il profilo quantitativo, ma di elevata qualità. Il caldo anomalo tra fine marzo e aprile ha permesso un anticipo della ripartenza della vite, con un pericolo per le brinate primaverili che fortunatamente non si sono verificate. La raccolta è stata anticipata di 7 giorni rispetto al periodo normale. La nostra attenzione si è focalizzata su questa coltura, prima nel suo complesso seguendo la linea fin qui tracciata, poi si è ritenuto opportuno approfondire l analisi prendendo in considerazione quelle aziende che operano direttamente la trasformazione in vino e la sua commercializzazione. Si tratta di un aspetto importante ed assai diffuso nella regione toscana sia per l ampiezza del fenomeno che per l alta qualità del prodotto. La coltura della vite, assieme a quella dell olivo, è la più rappresentata nel nostro campione RICA, essendo praticata da 231 unità, pari al 37% delle aziende complessive e risulta localizzata soprattutto nelle province di Firenze, Siena, Grosseto, Arezzo, Livorno e Pisa. 24

27 Nel campione sono presenti 131 processi produttivi per la vite di qualità per una superficie complessiva di ettari che fanno registrare una produzione per ettaro di uva di 72 quintali. La produzione di uva per vino comune registra 110 osservazioni con una superficie complessiva di 106 ettari e una resa media di uva di 80 quintali ad ettaro. La PLT dei vigneti DOC-DOCG risulta inferiore del 10% rispetto al dato nazionale, a causa delle rese ad ettaro più basse fatte registrare in regione che non riescono ad essere compensate dai prezzi maggiori che, invece, spuntano gli agricoltori toscani (75,4 euro al quintale). I costi specifici sostenuti per ettaro dalle aziende toscane risultano più alti del 21% rispetto a quelli fatti registrare dalle altre aziende, ne consegue che la redditività ad ettaro di tale coltura tende a discostarsi in maniera negativa del 23% rispetto a quella nazionale facendo registrare un valore di euro ad ettaro. Per l uva da vino comune le differenze non sono così marcate arrivando a raggiungere una redditività per ettaro di euro con uno scostamento negativo del 19 percento. Olivicoltura La filiera toscana dell olio è complessa e articolata: dagli oliveti della provincia di Firenze, Siena e Arezzo, con piante prevalentemente ricostituite dopo il gelo del 1985, agli oliveti alti e fitti dei Monti Pisani e della Versilia, alle grandi piante della Maremma, l olivo rappresenta sempre una parte essenziale del paesaggio toscano. L olio è un prodotto simbolo per la Toscana, anche se oggi gli alti costi di produzione ne mettono spesso in discussione la redditività per le aziende. Dal 1990 è attivo il marchio IGP olio extravergine di oliva Toscano al quale si sono poi aggiunte alcune DOP per gli oli extravergini di oliva Chianti classico, Terre di Siena, Lucca e Seggiano. A testimonianza della capillare diffusione nel territorio regionale, la coltura dell olivo è rappresentata nel campione RICA con 353 osservazioni e una superficie media aziendale di circa 4 ettari. In generale nel la Toscana riscontra un forte calo produttivo che ha interessato il territorio regionale a macchia di leopardo in considerazione della grande varietà di situazioni microclimatiche e meteorologiche. La riduzione produttiva è imputabile, principalmente, alle basse temperature registrate in fase di fioritura e allo stress idrico subito in fase di fruttificazione, tra agosto e settembre. Nel campione RICA si registra una resa media di 18 quintali di olive ad ettaro, ben al di sotto della media nazionale. In Toscana è, praticamente, inesistente un mercato delle olive, poiché il prodotto viene interamente trasformato. L olivo realizza nel una PLT pari a euro ad ettaro ed un margine lordo di euro ad ettaro 25

28 Florovivaismo Il comparto florovivaistico toscano rappresenta un attività agricola molto circoscritta sotto il profilo della localizzazione, in quanto essa è concentrata soprattutto nella provincia di Pistoia. Tale comparto registra due dinamiche contrapposte: da un lato, la produzione floricola dell area pesciatina è sempre più in crisi, non solo per l aumento dei costi, ma soprattutto per le dilaganti importazioni da parte dei paesi terzi; dall altro si rafforza il vivaismo, che mostra una buona tenuta confermandosi sempre più settore di punta dell agricoltura toscana. Figura 11 Scostamenti % Toscana / Italia dei risultati economici medi per alcune colture (valori medi regionali tra parentesi) Frumento tenero in pieno campo Frumento duro in pieno campo Orzo in pieno campo Avena in pieno campo Mais ibrido in pieno campo Girasole In pieno campo Resa prodotto principale (38 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (803 /ha) ML - Margine Lordo (431 /ha) Resa prodotto principale (33 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (827 /ha) ML - Margine Lordo (469 /ha) Resa prodotto principale (32 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (603 /ha) ML - Margine Lordo (338 /ha) Resa prodotto principale (29 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (576 /ha) ML - Margine Lordo (341 /ha) Resa prodotto principale (71 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (1.411 /ha) ML - Margine Lordo (932 /ha) Resa prodotto principale (24 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (697 /ha) ML - Margine Lordo (376 /ha) -50% -25% 0% 25% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Sono soprattutto le aziende più grandi, che si rivolgono al mercato estero, che registrano le performance migliori, sia in termini di quantitativi esportati che di fatturato. A fronte di prezzi stabili o in leggero calo, tali aziende hanno reagito diversificando la produzione e rivolgendosi verso nuovi mercati: ciò ha permesso di incrementare le 26

29 quantità vendute e, di conseguenza, mantenere, se non aumentare i propri margini di redditività. Figura 12 segue Scostamenti % Toscana / Italia dei risultati economici medi per alcune colture (valori medi regionali tra parentesi) Tabacco In pieno campo Resa prodotto principale (22 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (7.069 /ha) ML - Margine Lordo (4.292 /ha) Altri vivai in pieno campo Resa prodotto principale (2.691 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale ( /ha) ML - Margine Lordo ( /ha) Erba medica in pieno campo Vite per vino comune In pieno campo Vite per vino DOC e DOCG In pieno campo Olivo per olive da olio In pieno campo Resa prodotto principale (70 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (702 /ha) ML - Margine Lordo (574 /ha) Resa prodotto principale (80 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (3.473 /ha) ML - Margine Lordo (2.399 /ha) Resa prodotto principale (72 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (5.503 /ha) ML - Margine Lordo (3.224 /ha) Resa prodotto principale (18 q.li/ha) PLT - Produzione Lorda Totale (1.277 /ha) ML - Margine Lordo (986 /ha) -75% -50% -25% 0% 25% 50% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Nel campione RICA sono 67 le aziende che realizzano le produzioni classificate come Altri vivai con una superficie complessiva di ettari

30 Il valore della PLT per ettaro raggiunge i euro a fronte dei euro rilevati nel a livello nazionale. A loro volta i costi specifici si attestano a euro superando del 14% quelli delle aziende italiane. Di conseguenza il margine lordo delle aziende esaminate realizza un valore di euro mantenendosi ancora ad un livello superiore rispetto ai euro registrato in sede nazionale. Allevamenti Secondo i dati ISTAT del 6 Censimento dell Agricoltura: la flessione delle aziende agricole sembra interessare in maniera ancor più evidente le unità con allevamenti; infatti nel 2010, in Toscana, sono state rilevate solo aziende che allevano capi di bestiame (si tratta del 13% delle aziende agricole complessivamente rilevate) contro un numero di unità pari a nel In Toscana, sempre secondo i dati ISTAT, il 35% delle aziende con allevamenti si dedica alla cura di bovini, il 32% di equini ed il 25% di ovini; le aziende con avicoli e suini si attestano rispettivamente attorno al 17% e 13%, mentre conigli e caprini sono allevati dal 7,4% delle aziende toscane. L analisi territoriale della distribuzione delle aziende zootecniche evidenzia che il 23% di queste è localizzato nella provincia di Grosseto, seguita da Firenze, dove sono collocate il 13% delle aziende agricole con allevamenti, Arezzo (12,5%), Lucca e Siena (entrambe con l 11,5% di aziende). Le provincie di Arezzo e Livorno si distinguono per la maggiore variazione percentuale negativa di aziende zootecniche, rispetto al 2000 (si tratta rispettivamente del -87% e del -85%). Secondo i dati RICA, le 75 aziende del campione hanno in totale capi di bestiame bovino (di cui da latte). Rispetto al biennio precedente c è stata una diminuzione dell 11% sia della consistenza che del numero di UBA. Anche il dato nazionale segue questa linea di tendenza, sia pure evidenziando variazioni negative di minor ampiezza (consistenza -3,7% e UBA -4,3%). La PLT dell allevamento bovino in Toscana risulta di euro ad UBA simile al dato nazionale. Tale risultato è costituito per oltre la metà dall Utile Lordo di Stalla (ULS), cioè dal valore dei capi venduti o in corso di allevamento. I costi specifici, invece, risultano leggermente inferiori rispetto alla media nazionale (- 11%), per cui ne deriva che il margine lordo si attesta su valori più elevati (+12,8%) rispetto a quelli fatti registrare in Italia. Dai dati RICA emerge che nel campione sono presenti 88 aziende con allevamento ovino, con una media aziendale di 333 capi, dei quali 246 da latte. Il valore della PLT per UBA delle aziende toscane si attesta a euro, mostrando un risultato decisamente più alto del dato italiano di euro 794. Anche i dati relativi all ULS registrano scostamenti positivi da quello complessivo italiano attestandosi a 468 euro. 28

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