Report 2013 (esercizio contabile RICA 2011)

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1 L AGRICOLTURA IN ABRUZZO CARATTERISTICHE STRUTTURALI E RISULTATI AZIENDALI Report 2013 (esercizio contabile RICA 2011) INEA Sede regionale per l Abruzzo a cura di Antonio Giampaolo Matteo Martino Stefano Palumbo rica.inea.it

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3 L AGRICOLTURA IN ABRUZZO CARATTERISTICHE STRUTTURALI E RISULTATI AZIENDALI Report 2013 (esercizio contabile RICA 2011) Istituto Nazionale di Economia Agraria 2013

4 Coordinamento e responsabile nazionale del progetto RICA Alfonso Scardera Responsabile rete RICA regionale per l Abruzzo Matteo Martino Il rapporto è stato ideato ed impostato dal comitato tecnico scientifico del progetto RICA A. Arzeni, C. De Vivo, A. Giampaolo, A. Scardera Elaborazione dati e impostazione dei grafici realizzata da Andrea Arzeni Referente informatico del sistema AREA Mitia Mambella Copertina, elaborazione grafica, edizione internet a cura di Andrea Di Cesare Segreteria Laura Odoardi, Anna Caroleo La responsabilità delle analisi è degli autori, si ringrazia Marco Gaito, il quale, in qualità di referee, con i suoi utili suggerimenti e la lettura critica ha permesso di migliorare la stesura definitiva del lavoro. Immagini di copertina tratte liberamente da internet È consentita la riproduzione citando la fonte. Né l Istituto né il personale che opera per suo conto può essere ritenuto responsabile per l uso che può essere fatto delle informazioni in esso contenuti. Rapporto non a stampa e non in vendita, chiuso a dicembre 2013 e disponibile sul sito RICA. Istituto Nazionale di Economia Agraria

5 Presentazione Il presente Report è stato predisposto nell ambito delle attività di ricerca del progetto RICA dell INEA, con l obiettivo di analizzare e commentare i dati regionali diffusi annualmente sul sistema informativo AREA del sito internet della RICA ( all interno del quale sono disponibili le informazioni relative agli obiettivi istituzionali dell indagine, alla metodologia contabile adottata, all organizzazione del sistema di rilevazione e alle modalità di diffusione dei risultati. I dati provenienti dal data-warehouse AREA ed analizzati in questo report consentono di comprendere e valutare nel dettaglio le dinamiche evolutive delle aziende agricole a livello territoriale, sia in termini produttivi e sia in termini patrimoniali e reddituali. La struttura del report, ideata dal comitato tecnico scientifico della RICA, è suddivisa in tre sezioni principali, ed è comune a tutte le regioni e province autonome italiane. Nella prima sezione viene presentato il quadro strutturale ed economico desunto rispettivamente dai risultati del 6 censimento dell agricoltura del 2010 e dai conti economici ISTAT del 2012, con un confronto dei principali indicatori territoriali rispetto al dato medio nazionale. Nella seconda parte vengono analizzati nel dettaglio i risultati aziendali dell esercizio contabile 2011, con i valori estesi all universo di riferimento dell indagine RICA, partendo dalle dotazioni strutturali e per finire con i principali risultati economici raggiunti dalle aziende agricole distinte per classe tipologica. I principali risultati aziendali commentati nei vari capitoli di questa sezione sono stati rappresentati in forma di grafici a barre, all interno dei quali i dati territoriali sono messi a confronto con i risultati medi nazionali. Nella terza sezione vengono presentati i dati campionari dei principali processi produttivi delle coltivazioni agricole e degli allevamenti, oltre ai risultati economici dei prodotti trasformati rappresentati dal vino comune, dal vino di qualità e dall olio di oliva. Nell appendice statistica sono elencate le tabelle dei dati commentati nelle tre sezioni precedenti. I risultati sia aziendali che dei processi produttivi vengono confrontati con i valori medi dell ultimo biennio, a cui è aggiunto il trend dei dati esaminati. Per l Abruzzo questa nuova edizione del Report RICA regionale 2013, curata da un gruppo di lavoro della sede INEA di Pescara, rappresenta una prosecuzione di una attività di analisi avviata nel 2003 con il rapporto L Agricoltura abruzzese attraverso la RICA a cui si sono succedute fino al 2008 altre due pubblicazioni a stampa realizzate in collaborazione con l ex-arssa della Regione Abruzzo. Con il presente Report annuale la sede INEA per l Abruzzo intende dare il proprio contributo alle analisi sulle dinamiche del sistema agroalimentare regionale, e si candida a diventare uno strumento conoscitivo a supporto sia dei singoli operatori del comparto per esaminare e confrontarsi con i sistemi produttivi in atto, sia degli amministratori locali per una corretta valutazione dell efficacia degli interventi attuati con gli strumenti della politica agricola comunitaria.

6 Dai risultati del campione RICA per l Abruzzo del 2011 emergono molte ombre o poche luci rispetto ai dati medi nazionali. Dopo un 2010 in netta ripresa rispetto al 2009 con percentuali di crescita superiori ai dati medi nazionali, si registra una brusca frenata nel 2011, sia in termini di fatturato e di redditi medi aziendali sia in termini di indici economici e di redditività, con un ritorno dei valori sui livelli del 2009 (tabella 4.1). Le aziende agricole abruzzesi sono caratterizzate, come sintetizzato anche nel capitolo 1, da una struttura produttiva molto più piccola della media nazionale (circa il 50%), sia in termini di SAU (tabella 2.1) che di capitali fissi (tabella 3.1). Nel 2011 la produttività del lavoro si è attestata intorno ai euro, una delle più basse tra le regioni italiane (tabella 4.2), a conferma delle difficoltà che il comparto agricolo abruzzese si trova ad affrontare rispetto alla congiuntura economicofinanziaria degli ultimi anni, e alla crescente volatilità dei prezzi dei prodotti agricoli. Inoltre, a parità di incidenza dei costi correnti sul fatturato (38%), tutti gli indicatori della redditività mostrano mediamente una variazione negativa rispetto al 2010, molto più marcata in Abruzzo (-19%) rispetto alla media nazionale (-3%). Tale risultato, in controtendenza rispetto ai dati macroeconomici ISTAT, è stato determinato in modo particolare dall andamento negativo del comparto dei seminativi (- 26% dei ricavi) e del polo della policoltura (-52% di ricavi). Il comparto dei seminativi comprende anche l orticoltura in pieno campo praticata soprattutto nella piana del Fucino, che nel 2011 ha subito notevoli danni da eventi metereologici. Questi ordinamenti produttivi, che rappresentano oltre il 34% dell universo regionale, hanno trascinato al ribasso il risultato medio regionale. Anche le aziende più rappresentative dell agricoltura abruzzese, come quelle del polo produttivo delle coltivazioni permanenti (47% dell universo RICA), nel 2011 hanno fatto registrare una decrescita rispetto al 2010, con una riduzione di un punto percentuale in termini di fatturato e quasi il 4% in meno di reddito netto. L indice della produttività del lavoro delle aziende oli-vitivinicole abruzzesi nel periodo si è attestato intorno ai euro, valore molto più basso rispetto allo stesso indice economico registrato a livello nazionale, pari a euro. Dai dati campionari dei processi produttivi (tabella 5.1) emergono invece risultati positivi rispetto ai dati aziendali con riporto all universo. La coltivazione della vite per vino di qualità ha fatto registrare nel 2011 una crescita della Produzione Lorda Totale (PLT) ad ettaro (4.800 euro) del 20% rispetto ai dati medi , mentre la performance media nazionale è stata del 6%, anche se la PLT ad ettaro in termini assoluti è più elevata (5.700 euro). Le attività zootecniche (tabella 5.2) hanno fatto segnare anch esse dei risultati positivi nel 2011, con valori della PLT per Unità di Bovino Adulto (UBA) in crescita rispetto ai risultati medi dell ordine del 12% per i bovini (1.700 euro/uba) e del 13% per gli ovini (660 euro/uba). Il valore medio del vino di qualità abruzzese prodotto nel 2011 (203 euro/q.le) è cresciuto di poco (+1,3%) rispetto al dato medio , mentre per il vino da tavola nello stesso periodo si è registrata una variazione negativa del 17%, con un valore medio al quintale di 123 euro (tabella 5.3). Per l olio abruzzese, secondo i dati

7 RICA, nel 2011 sono stati registrati incrementi significativi sia in termini di produzione lorda (+9%) sia in termini di prezzo di vendita (+4%). Dai risultati RICA del 2011, l Abruzzo rispetto alle altre regioni italiane si posiziona nell angolo basso a sinistra del grafico a bolle, dove viene raffigurata la redditività del lavoro (RN/ULT) collocata nel grafico in funzione della redditività netta della terra (RN/SAU) e dell intensità del lavoro aziendale (SAU/ULT). Nel grafico successivo vengono invece confrontati i risultati medi regionali, in termini di redditività del lavoro, del biennio rispetto al biennio Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Dai primi dati elaborati sui risultati del 2012 emerge un inversione di tendenza per i dati economici e reddituali delle aziende agricole abruzzesi, con incrementi significativi rispetto al 2011 di oltre il 40% per il fatturato ed il 50% per il valore aggiunto, evidenziando, in questa fase temporale della crisi economica, un andamento decisamente altalenante dei risultati aziendali.

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9 Sommario Un profilo sintetico dell agricoltura regionale... 9 I principali risultati dell indagine nel 2011 (universo RICA) Caratteristiche strutturali Situazione patrimoniale Risultati economici I risultati settoriali (dati campionari) Colture Allevamenti Prodotti trasformati Riferimenti Siti Glossario Appendice statistica... 65

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11 Un profilo sintetico dell agricoltura regionale Le aziende censite in Abruzzo nel 2010 sono state quasi 67 mila con circa 454 mila ettari di superficie agricola e 687 mila ettari di superficie totale. Rispetto al censimento del 2000 è stato registrato un calo delle aziende del 13% a fronte di una perdita complessiva del 32% dell Italia. Contrariamente ai risultati delle precedenti indagini censuarie del 1990 e del 2000, la superficie agricola dell Abruzzo è aumentata del 5%, con un recupero di 22 mila ettari concentrati quasi tutti nella provincia de L Aquila, nell ambito della quale la SAU media aziendale è cresciuta di conseguenza del 60%, passando dai 14,8 ettari del 2000 ai 23,7 del Una crescita della dimensione dovuta prevalentemente al calo del numero di aziende (-30%), inoltre gran parte delle aziende aquilane con superfici aziendali estese sono condotte in prevalenza da enti pubblici. ed investite prevalentemente a pascoli ed incolti produttivi. 1 Rispetto all andamento fatto registrare per le aziende del Centro Nord, in Abruzzo non si è verificato il fenomeno della divergenza evolutiva del numero di aziende e delle superfici che ha consentito, in alcuni contesti regionali, aumenti considerevoli della dimensione media delle aziende. Nonostante un incremento del 21% della SAU media aziendale, l Abruzzo è caratterizzato, più di altre regioni del centro-sud, da un processo di conservazione del tessuto aziendale costituito da micro-aziende, concentrate prevalentemente nelle zone della collina litoranea della provincia di Chieti. In quest ultima la SAU media (3,7 ettari) è nettamente inferiore sia alla media regionale (6,8 ettari) sia alla media nazionale (7,9 ettari) e più bassa anche rispetto alle regioni del Mezzogiorno (5,1 ettari), e con un tasso di crescita, dal 1982 ad oggi, inferiore al 10%. Il 78% delle aziende agricole abruzzesi ha una superficie agricola inferiore ai 5 ettari, la metà delle quali si trovano nella provincia di Chieti. Le aziende con una superficie agricola superiore ai 50 ettari rappresentano appena l 1,5% del totale, concentrate quasi tutte nella provincia de L Aquila. Le aziende condotte da una singola persona fisica (le ditte individuali) rappresentano il tipo di gestione delle aziende agricole più diffuso sia a livello nazionale (76%) che regionale (71%). In termini di superficie agricola si evidenziano forti differenze tra la provincia de L Aquila e le altre tre province, infatti nell aquilano il 40% della SAU è detenuta da aziende afferenti ad Enti pubblici e altri soggetti giuridici, al netto delle quali la SAU media delle aziende agricole aquilane scende a 14,3 ettari. La forza lavoro impiegata nel settore agricolo regionale appare ancora caratterizzata dalla larghissima prevalenza della manodopera familiare, che arriva a coprire oltre l 85% dell occupazione agricola. In linea con il dato medio nazionale, anche in Abruzzo oltre un terzo delle aziende sono condotte da persone ultrasessantacinquenni (37,2% Italia e 38,7% per l Abruzzo). Nel 2010 i conduttori di età inferiore ai 44 anni rappresentavano oltre il 38% a livello nazionale e il 35% a livello di regione Abruzzo. 1 Per maggiori dettagli si veda A. Giampaolo in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto

12 Il Censimento dell agricoltura del 2010 ha confermato il trend negativo delle aziende con allevamenti, che negli ultimi trent anni si sono ridotte drasticamente sino a scendere sotto le 8 mila unità. All inizio degli anni ottanta le aziende con allevamenti erano quasi 50 mila e rappresentavano il 40% delle aziende abruzzesi, attualmente, secondo i dati dell ultimo Censimento, rappresentano invece meno del 12% del totale. In media le aziende abruzzesi hanno realizzato, secondo i dati del Censimento del 2010, una Produzione Standard (PS) di euro, superiore a quella delle regioni del Sud ma inferiore alla media nazionale (31 mila euro). Il dato dell Abruzzo si avvicina alla media dell UE-27 (23 mila euro di produzione standard ad azienda). La PS media aziendale rilevata con il Censimento del 2010 per l universo di riferimento del campione RICA è stata di euro, quindi oltre il doppio di quella riferita all intero universo regionale delle aziende agricole abruzzesi. La PS media riportata all universo del campione RICA 2011, pari a euro, è simile al dato censuario. Dall analisi delle dimensioni economiche e degli ordinamenti tecnici prevalenti è possibile evidenziare come le aziende specializzate, considerate nel complesso, sono di gran lunga maggiori rispetto alle aziende miste, sia in termini di numero di aziende (84%), che di SAU occupata (86%) e di Produzione Standard totale (89%). Tra le specializzate il 72% è rappresentato da aziende con coltivazioni permanenti ed il 20% con i seminativi. In termini di dimensione economica le aziende agricole abruzzesi sono concentrate per oltre l 85% sotto la soglia dei 25 mila euro di Produzione Standard, di queste oltre 45 mila aziende (68%) hanno una dimensione economica inferiore agli 8 mila euro di produzione standard. A livello nazionale, invece, le aziende piccole e quelle medio piccole rappresentano rispettivamente il 62% e il 19% del totale complessivo delle aziende classificabili. Il grado di intensività del lavoro varia in funzione della specializzazione produttiva e cambia in modo significativo al variare della dimensione economica. Le aziende che assorbono maggiori quantità di lavoro sono quelle grandi (oltre 400 giornate/anno), rispetto ad una media regionale di 94 giornate. I cambiamenti emersi dal Censimento dell agricoltura del 2010 potrebbero, se correttamente monitorati e gestiti, attenuare quelle che sono alcune delle debolezze strutturali del sistema agricolo abruzzese, evidenziati nella Figura 1. L incremento del numero dei giovani che creano nuove imprese agricole, la ricerca di nuovi capitali e nuovi investimenti, il miglioramento delle capacità produttive, e la disponibilità della terra, sono le chiavi per uscire dalle difficoltà strutturali dell agricoltura abruzzese. I mutati rapporti tra la proprietà e l impresa agricola, come il ricorso all acquisizione del fattore terra mediante contratti di affitto, potrebbero favorire, alla luce delle strategie disegnate nei recenti regolamenti della PAC, l allargamento delle strutture produttive e quindi un maggiore sfruttamento delle economie di scala nei processi produttivi. Per una corretta interpretazione dei dati commentati nel presente rapporto, occorre ricordare che il campo di osservazione del campione RICA comprende le sole aziende 10

13 con un valore della produzione standard superiore ai euro (in Abruzzo la RICA rappresenta aziende su universo censito di ), pertanto i risultati economici e strutturali della RICA con riporto all universo possono presentare delle differenze rispetto ai dati censuari e alle stime dei conti economici territoriali dell ISTAT. Infatti la SAU media delle aziende del campione RICA (12 ettari nel periodo ) è quasi il doppio rispetto a quella rilevata nel censimento del Figura 1 Scostamenti % Abruzzo / Italia per alcuni indicatori strutturali nel 2010 (valori medi regionali tra parentesi). SAU media aziendale (6,8 ettari) Giornate di lavoro per azienda (112,7 giorni) Giornate di lavoro ad ettaro (16,6 giorni) Quota di aziende zootecniche (11,6%) -30% -25% -20% -15% -10% -5% 0% Fonte: ISTAT, Censimento 2010 Il 2011, secondo il rapporto annuale del CRESA 3, è stato un anno negativo per l economia generale della regione Abruzzo, con un calo del PIL, seppur lieve (-0,2%) ma in controtendenza rispetto ai segnali di recupero a livello nazionale (+0,4%). Le voci positive hanno riguardato essenzialmente i risultati eccellenti delle esportazioni, superiori al tasso di crescita medio nazionale, l incremento del numero delle imprese attive, in particolare per le società di capitali, ed l andamento positivo del mercato del lavoro, il migliore tra le regioni meridionali, ma in calo per il comparto agricolo. Secondo i dati di Infocamere, le imprese agricole abruzzesi risultate attive nel 2011 sono unità, con un calo del 2% rispetto al Le imprese agricole rappresentano il 23% delle 133 mila imprese registrate negli archivi delle Camere di commercio abruzzesi. Nel 2011 il valore della produzione agricola a prezzi di base è stata pari a milioni di euro, con un incremento, a valori correnti, di oltre il 7% rispetto al 2010; stessa variazione positiva (+6%) è stata registrata anche nel Per quest ultimo anno la variazione è stata nettamente superiore al dato nazionale (+1,8%). Anche in termini di Valore Aggiunto la branca dell agricoltura abruzzese ha fatto registrare nel 2011 un incremento netto rispetto al 2010 (+,6,8%), come pure nel 2012 rispetto al 2011 (+2%), con valori a prezzi correnti di 588 milioni di euro nel 2011 e 634 nel 2012 (Figura 2). I consumi intermedi dell agricoltura abruzzese (580 milioni di euro) sono aumentati nel 2011 in misura maggiore (+8%) rispetto alla variazione della produzione, anche se poi nel 2012 l incremento dei costi (604 milioni di euro) per l acquisizione dei mezzi tecnici e dei servizi per la produzione è stato più contenuto (+4%), ciò si è tradotto in un 2 Per maggiori dettagli sul piano di selezione del campione RICA si vede la relativa pagina web del sito RICA al link: 3 Il CRESA è il centro studi delle Camere di Commercio Abruzzesi. Per maggiori dettagli si veda 11

14 incremento del Valore Aggiunto ad un tasso superiore a quello della produzione. In Abruzzo l incidenza dei consumi intermedi sulla produzione (49% nella media ) è superiore a quella calcolata a livello nazionale (mediamente del 47% nello stesso periodo ). Si evidenzia il maggior peso del Valore Aggiunto prodotto dal settore agricolo abruzzese sull economia regionale (2,4%) rispetto alla situazione nazionale (+2%), che sommato al dato dell agroindustria rappresenta in Abruzzo quasi il 4,5% della ricchezza complessiva prodotta in regione nel Nell ultimo decennio il Valore Aggiunto del settore agricolo abruzzese è sceso di 18 punti percentuali, anche se la ripresa registrata nell ultimo triennio ( ) ha attenuato il trend negativo. La situazione di crisi per il comparto agricolo ha ampliato la forbice rispetto al Valore Aggiunto dell agroindustria che nello stesso periodo, invece, ha perso molto meno (-8%). Figura 2 Composizione del valore della produzione regionale per attività economica e aggregato contabile Milioni di euro coltivazioni allevamenti servizi Consumi intermedi Valore aggiunto Fonte: ISTAT, Conti territoriali A livello territoriale solo la provincia di Chieti ha visto un incremento positivo (+1,2%) del Valore Aggiunto dall agricoltura rispetto al 2010, con i sui 223 milioni di euro rappresenta oltre il 35% del Valore Aggiunto agricolo dell Abruzzo. Forti cali nelle provincie di Teramo (-7%) e de L Aquila (-6%), in lieve calo la provincia di Pescara. Il peso economico, in termini di Valore Aggiunto, sull economia generale dei singoli territori provinciali varia dal 3,6% di Chieti al 2,5% di Pescara. L andamento positivo del Valore Aggiunto è stato favorito dalla crescita dei prezzi dei prodotti agricoli (+8%), trascinati soprattutto dagli incrementi dei cerali (+36%) e dei prodotti vitivinicoli (+12%), accompagnato da un aumento meno marcato dei consumi intermedi (+6%). 12

15 La composizione della produzione agricola regionale vede, rispetto ai dati medi nazionali, una prevalenza del comparto delle coltivazioni (62% contro il 53% dell incidenza a livello nazionale, dati medi ), di conseguenza un minor peso degli allevamenti (14% contro il 33% nazionale). Nell ambito del comparto delle coltivazioni il valore della produzione delle colture erbacee (498 milioni di euro) rappresenta il 65% (in Italia il 54%), mentre il 32% (342 milioni di euro) è dato dalle legnose agrarie (40% incidenza nazionale), e il restante 3% dalle foraggere (23 milioni di euro). Tra le colture erbacee sono le colture orticole (comprese le patate) a prevalere (74% rispetto ad un incidenza media nazionale del 50%) con 368 milioni di euro, i cereali con un risultato nel 2012 pari a 106 milioni di euro rappresentano il 21% del valore della produzione delle colture erbacee annuali a fronte di un incidenza nazionale del 35%. Nel comparto delle legnose agrarie il 47% della produzione deriva dai prodotti vitivinicoli (113 milioni di euro), mentre la produzione dell olivicoltura, con 86 milioni di euro, incide per il 36% sul comparto. Anche le produzioni frutticole, con oltre 35 milioni di euro partecipano attivamente alla formazione della produzione agricola regionale. Nel comparto zootecnico, in Abruzzo prevalgono le produzioni delle carni (75% rispetto ad un incidenza media nazionale del 62%) con 233 milioni di euro, mentre per il lattiero-caseario nel 2011 è stata stimata una produzione di circa 35 milioni di euro (l 11% del comparto, contro un peso nazionale del 29%). 4 Le produzioni più rappresentative dal punto di vista economico, oltre al vino e all olio con le diverse tipicità, si trovano nel comparto degli ortaggi, dove l Abruzzo detiene oltre il 26% della produzione nazionale sia delle carote che delle insalate, tutte concentrate nella piana del Fucino. Quasi il 50% delle produzioni vitivinicole sono rappresentate da uve per vini di qualità, e dal punto di vista quantitativo l Abruzzo si posiziona tre le prime cinque regioni italiane in termini di volume di vino prodotto; scende invece di molte posizioni se si utilizza il Valore Aggiunto come termine di confronto, in quanto i prezzi dei vini abruzzesi, anche quelli di qualità, sono nettamente inferiori ai corrispondenti prodotti commercializzati dalle regioni vocate. Nel periodo della crisi economico-finanziaria, iniziata nel 2008 ed ancora in corso, tutte le principali produzioni regionali hanno fatto registrare, con valori a prezzi correnti, trend negativi con variazioni del 12% per i prodotti vitivinicoli, del 6% per quelli olivicoli, e del 4% per i prodotti lattiero-caseari. Solo il comparto delle orticole non ha subito effetti negativi, presentando un trend positivo del 2%, mentre il settore delle carni resta pressoché stabile (trend -0,3%). I risultati positivi del settore agricolo abruzzese evidenziati dai conti economici territoriali dell ISTAT per il 2011 e il 2012 devono essere letti quindi anche sul medio periodo nell ambito del quale l agricoltura regionale ha fatto registrare differenze negative rispetto alla tendenza nazionale, difficoltà che trovano conferma nella lettura dei dati microeconomici dell indagine RICA. 4 Per maggiori dettagli si veda E. Chiodo in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto

16 In Abruzzo per gli occupati in agricoltura (circa 20 mila addetti nel 2012, di cui 6 mila unità sono straniere) si è manifestato un trend negativo rispetto al periodo (nel 96 erano oltre 45 mila), anche se negli ultimi tre anni sono stati registrati tassi di crescita degli occupati, soprattutto per la componente dipendente, probabilmente dovuto anche ad una maggiore attenzione rispetto alle norme sul lavoro, in termini di regolarizzazione dei lavoratori stagionali, oltre al fatto che in un contesto di crisi occupazionale, il settore agricolo viene riscoperto anche da molti giovani che vogliono cimentarsi nella conduzione di un impresa agricola. Altro aspetto da considerare in questa breve analisi del contesto agricolo abruzzese è quello del credito che nel 2012 ha fatto registrare rallentamenti nei finanziamenti concessi dalle banche alle imprese agricole. Dai dati di Banca d Italia nel 2012 alle imprese agricole abruzzesi sono stati accordati finanziamenti per un valore di quasi 700 milioni di euro, di poco superiore al Valore Aggiunto del settore. Di questi finanziamenti solo il 4% è stato concesso a tasso agevolato (seppur l incidenza è superiore alla media nazionale che non va oltre l 1%). La concomitanza dell attuazione del Programma di Sviluppo Rurale ha contribuito a frenare la flessione dei prestiti fatta registrare negli altri settori produttivi dell economia regionale. 5 Le difficoltà strutturali che si trovano ad affrontare le aziende agricole abruzzese derivano in parte anche dalla quasi assenza dal lato dell offerta nel mercato della terra. Dall indagine INEA sul mercato fondiario emerge una variazione tendenziale in negativo rispetto al dato nazionale sia nel numero dei contratti realizzati sia nell apprezzamento dei terreni oggetto di contrattazione. Anche il mercato degli affitti ha fatto registrare negli ultimi anni variazioni negative, in parte influenzato dalla richiesta di superfici da destinare alla localizzazioni di impianti fotovoltaici, che hanno spinto i prezzi, per alcune aree collinari, su livelli molto alti, economicamente poco accessibili per gli imprenditori agricoli. Dai dati sul commercio con l estero dell ISTAT, in Abruzzo il saldo dei prodotti agroalimentari è positivo, di quasi 63 milioni di euro, con saldo normalizzato del 7%, dovuto in prevalenza ad una maggiore contrazione delle importazioni a fronte di un trend tendenzialmente positivo delle esportazioni. 6 Rispetto al trend nazionale l Abruzzo ha fatto registrare per le esportazione dei prodotti agroalimentari dei tassi di crescita significativi, anche se in termini relativi l Abruzzo ha un peso esiguo sulla bilancia commerciale dell agroalimentare italiano (l 1,5% delle esportazioni e l 1,1% delle importazioni). In valori assoluti le esportazioni dei prodotti agroalimentari hanno superato i 370 milioni di euro, l 83% dei quali sono prodotti dell agroindustria, e solo 54 milioni di euro sono prodotti agricoli (il 10% del Valore Aggiunto). Le esportazioni sono rappresentate principalmente dai prodotti dell industria molitoria ed in particolare dalla pasta, seguite dal comparto delle bevande, che in Abruzzo significa essenzialmente vino, con un controvalore di 113 milioni di euro. 5 Per maggiori dettagli si veda F. Pierri in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto Per maggiori dettagli si veda M. Perito in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto

17 A conclusione del presente capitolo riportiamo alcuni dati sull andamento della spesa pubblica erogata in agricoltura. Nel 2012 sono stati effettuati pagamenti a valere sullo sviluppo rurale per un importo pari a 54 milioni di euro, e quasi 94 milioni di euro per i pagamenti diretti. Circa il 60% della spesa erogata per il PSR nel periodo è concentrata, in parti quasi eguali, nelle province di Chieti e de L Aquila. I pagamenti derivanti dal primo pilastro della PAC sono concentrati per il 40% nella provincia di Chieti. L intensità degli aiuti, misurati in termini di unità di superficie, si attesta sui 250 euro/ettaro, di cui 150 euro ad ettaro per gli aiuti diretti e 55 euro/ettaro per gli aiuti del PSR. Valori nettamente inferiori ai dati medi nazionali. 7 La capacità di spesa del PSR in Abruzzo si è attestata al 46% nel 2012, di poco inferiore al dato medio nazionale. Nell ambito delle misure attivate l Abruzzo si caratterizza per un buon andamento della spesa impegnata ed erogata per le misure strutturali dell Asse 1, in particolare per le misure 121 e 123. Buone performance di spesa sono state raggiunte dalle misure agroambientali dell Asse 2. Gli interventi realizzati attraverso le risorse del PSR hanno riguardato essenzialmente gli incentivi alla crescita delle imprese, al sostegno dell agricoltura ecocompatibile, e gli incentivi per le zone svantaggiate. Minori risorse sono state invece erogate per lo sviluppo delle aree rurali e il miglioramento della vita delle popolazioni delle zone interne. Dall indagine INEA sulla spesa pubblica in agricoltura, emerge che nel periodo che va dal 2007 al 2009, il sostegno pubblico derivante dal bilancio regionale ha rappresentato oltre il 12% del Valore Aggiunto annuale del comparto, con un trend in diminuzione, imputabile ai vincoli di bilancio a cui è stata sottoposta la Regione Abruzzo negli ultimi anni a seguito del risanamento finanziario della spesa pubblica nella sanità. La spesa a valere sul bilancio della Regione Abruzzo si è attestata intorno ai 67 milioni di euro, che rappresentano poco più dell 1,5% del budget complessivo del bilancio. Di queste risorse circa il 24% è andato agli investimenti, mentre il 25% è stato destinato all assistenza tecnica. 8 L annata agraria 2011 è stata contrassegnata da un andamento climatico altalenante con danni causati dal maltempo che ha colpito l Abruzzo soprattutto nella prima parte dell anno. Le zone particolarmente colpite sono quelle del teramano e della piana del Fucino che hanno subito allagamenti di strade e campi, frane, e conseguente perdita dei raccolti. Anche alcune zone del chietino sono state investite da perturbazioni nevose e gelate che hanno distrutto diverse colture vernino-primaverili. Gli andamenti climatici sfavorevoli hanno provocato nel corso dell annata agraria la diffusione di fitopatie sulla coltivazione della vite (peronospora e tignoletta), dell olivo (mosca olearia) e di alcuni fruttiferi come il pesco (oidio e monilia). 9 L analisi dei dati macroeconomici, esaminati brevemente in questo capitolo, evidenzia gli elementi che caratterizzano il sistema agroalimentare abruzzese, le cui componenti ambientali, territoriali, storiche e culturali, che per molti aspetti sono il punto di forza del 7 Per maggiori dettagli si veda B. Camaioni in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto Per maggiori dettagli si veda S. Palumbo in L agroalimentare abruzzese tra crisi e crescita rapporto Per maggiori dettagli si veda Nota trimestrale nazionale sull andamento climatico edito da INEA

18 sistema Abruzzo, in alcuni casi diventano un vincolo per la crescita economica regionale, anziché che favorire lo sviluppo e il benessere delle popolazioni locali. A tal riguardo occorre ricordare che l Abruzzo è la regione italiana con la più alta incidenza delle aree protette (28% della superficie territoriale), e la seconda in termini assoluti con i suoi 350 mila ettari, di cui 335 mila gestiti dagli Enti Parchi nazionali e regionali, all interno dei quali l agricoltura ad alto valore aggiunto non trova molto spazio per la crescita. Dove invece dovrebbe essere attuata una politica agricola mirata all integrazione strutturale e funzionale del settore agricolo con quello del turismo nelle sue diverse forme e declinazioni. Dai dati dell assessorato al turismo della Regione Abruzzo, emerge che negli ultimi anni a fronte di un trend negativo delle presenze alberghiere si registra una crescita significativa delle presenze di turisti in strutture extralberghiere (+11%), tra le quali è compreso il turismo rurale (agriturismo), quello per le aree naturali e il turismo religioso (eremi e centri di culto). Le analisi sul settore agricolo dimostrano che gli impatti della crisi economica e finanziaria generale si manifestano con modalità e tempi diversi rispetto agli altri comparti produttivi. Questo fenomeno è ancora più evidente per l Abruzzo dove la tendenza degli ultimi quattro anni dell agroalimentare va oltre quelli che sono gli andamenti anticiclici del comparto agricolo in generale. Le ultime proiezioni confermano il perdurare della crisi anche per i prossimi anni, con esiti imprevedibili sul sistema agricolo ed in particolare sulle aziende agricole abruzzesi, per le quali nei prossimi anni si attendono i primi risultati della valutazione degli effetti indotti dall attuazione del Programma di Sviluppo Rurale, e l atteggiamento che assumeranno gli imprenditori agricoli rispetto alla riforma della PAC per il periodo di programmazione Nel contesto socio-economico in cui si trovano ad operare le imprese agricole abruzzesi, diventa quindi fondamentale e cruciale la definizione della strategia con la quale i decisori politici regionali intendono cogliere le opportunità offerte dalla nuova politica agricola, ed in particolare quella sullo sviluppo rurale, per il periodo di programmazione

19 I principali risultati dell indagine nel 2011 (universo RICA) Il campione RICA dell Abruzzo rilevato per l esercizio contabile 2011 si compone di 439 aziende, una numerosità quasi identica al campione del 2010 (441), seppur ridotto del 15% rispetto alla media dei campioni 2008 e 2009 (rispettivamente 523 e 508 aziende). La diversa numerosità tra il biennio e il biennio è dovuta all aggiornamento della metodologia di classificazione tipologica introdotta a partire dall esercizio contabile 2010, e che ha visto, a seguito dell emanazione del Regolamento CE 1242/2008, l abbandono dei Redditi Lordi Standard e l adozione delle Produzioni Standard. 10 Per la rilevazione dell esercizio contabile è stato definito, in accordo con ISTAT, un nuovo disegno campionario che ha determinato una revisione sostanziale della lista delle aziende da rilevare con la metodologia RICA. 11 Delle 439 aziende rilevate in Abruzzo nel 2011, 330 aziende (75%) derivano dal campione causale fornito da ISTAT per la RICA, le restanti 109 aziende sono state selezionate in funzione delle esigenze del piano di selezione teorico e in relazione alla disponibilità degli imprenditori a collaborare nell indagine RICA. 12 Il campione rilevato nel 2011 comprende 407 aziende rilevate anche per l esercizio 2010, quindi il campione costante è del 93%. Rispetto al biennio il panel rotativo si è attestato intorno al 27%, con un tasso di caduta o mancata risposta del campione casuale relativamente basso (23%) considerata la tipologia di indagine. Il campione teorico 2011 per l Abruzzo prevedeva infatti la rilevazione di 444 aziende estratte in modo casuale dall indagine SPA 2007 dell ISTAT. In termini di numerosità complessiva regionale il campione rilevato ha quindi rispettato il piano di selezione (98,9%), mentre a livello di ordinamento tecnico e classe economica si sono verificate variazioni più o meno consistenti. Nell ambito degli ordinamenti specializzati, per il polo dei seminativi sono state rilevate 127 aziende, il 32% di aziende in più rispetto al campione teorico (96 aziende), mentre per il polo delle ortofloricole sotto serra sono state contabilizzate solo 11 aziende rispetto alle 30 aziende individuate dal campione teorico. Per il polo delle coltivazioni permanenti sono state rilevate 158 aziende, il 35% in più rispetto al campione teorico che ne prevedeva 117. Per i poli specializzati negli allevamenti il numero di aziende rilevate è stato inferiore rispetto alla numerosità teorica, in particolare il 16% in meno per gli erbivori (64 invece di 76), e il 72% in meno per i granivori (13 aziende invece di 48 del piano teorico). Anche per i poli misti le 66 aziende rilevate con successo nel 2011 sono state inferiori al numero di aziende campionate nel piano di selezione teorico (77 aziende), con una mancata copertura del 14%. A livello di classe di dimensione economica le aziende rilevate per le classi estreme sono state inferiori a quelle del piano di selezione, in particolare il 37% in meno di aziende con una produzione standard inferiore ai euro (111 su 178), e l 85% in 10 Per maggiori dettagli sulla metodologia di classificazione tipologica, sui piani di selezione e sulle tecniche di riporto all universo si rimanda alle specifiche pagine web disponibili nella sezione Metodologia del sito RICA. 11 Il confronto con i dati del 2009 per alcune tipologie aziendali potrebbe essere influenzato dalla diversa metodologia di classificazione tipologica introdotta a partire dal A partire dall esercizio contabile 2011, l INEA ha reso disponibile per tutte le aziende agricole che partecipano all indagine RICA un servizio di consultazione, gratuita e protetta, del proprio bilancio aziendale, accessibile attraverso una specifica applicazione web denominata Cruscotto aziendale ( ). 17

20 meno per la classe economica con produzione standard superiore ai 500 mila euro (6 aziende invece di 39). Più aziende rispetto al piano di selezione sono state invece contabilizzate per le classi intermedie, nello specifico il 34% in più per la classe medio-piccola (94 invece di 70), il 31% per la classe delle aziende medie (88 invece di 67), e il 56% in più per la classe di dimensione economica medio-grandi (140 invece di 90 previste). Il confronto del campione rilevato rispetto a quello teorico mette in risalto la sotto-rappresentazione delle classi dimensionali piccole e grandi compensata da una maggiore rappresentatività delle classi intermedie che incidono quindi in modo più significativo nella determinazione dei risultati campionari. La differenza tra il campione teorico e quello rilevato è dovuta ad una serie di motivi che in parte dipendono dal modello organizzativo dell indagine dalla metodologia di campionamento, e in parte derivano dalla disponibilità dell azienda selezionata a collaborare. All avvio dell indagine o nel corso della rilevazione, alcune aziende possono aver cessato o abbandonato l attività agricola, altre aziende si trovano temporaneamente inattive, in alcuni casi il conduttore è assente o si rifiuta a collaborare, altre aziende possono risultare sotto la soglia economica di accesso al campione RICA, altre ancora non rientrano nel campo di osservazione RICA (es aziende esclusivamente forestali), ed infine alcune aziende possono essere escluse perché particolarmente anomale. Tali differenze richiedono, al termine della rilevazione (in fase di post-stratificazione), la determinazione di nuovi indici di ponderazione che tengono conto della rappresentatività di ogni azienda del campione medesimo, in modo da consentire di effettuare analisi spaziali e temporali senza essere influenzate dalla distribuzione e all numerosità del campione. La ponderazione dei dati aziendali consente di rendere rappresentativi solo alcune informazioni dell indagine contabile rispetto al relativo campo di osservazione dell universo censuario (riporto all universo). In questo capitolo vengono analizzati i risultati aziendali per i quali è stato possibile applicare i pesi campionari definiti secondo la metodologia RICA. 13 La distribuzione territoriale delle aziende RICA riflette le caratteristiche dell agricoltura abruzzese, fortemente connotata dalle produzioni oli-vitivinicole realizzate nell area collinare (dove si trova il 78% delle aziende dell universo RICA che detiene però il 41% della SAU), e dalle produzioni intensive realizzate nella Piana del Fucino, con l orticoltura di pieno campo, e in alcuni bacini della collina litoranea con sistemi ortofloroftrutticoli intensivi in coltura protetta. Nei successivi tre capitoli vengono analizzati, nell ordine, gli elementi strutturali che caratterizzano le aziende agricole abruzzesi, a cui segue una valutazione delle dotazioni patrimoniali, ed infine un analisi dettagliata sui principali risultati economici e reddituali messi a confronto sia con la serie storica sia con i dati medi nazionali. 13 INEA (2010), Metodologia di calcolo dei pesi e analisi dell affidabilità delle stime ISTAT (2009), V. Rondinelli, La calibrazione dei pesi campionari delle aziende RICA 18

21 Caratteristiche strutturali Gli elementi che caratterizzano la struttura delle aziende agricole sono il fattore terra, la potenza motrice, la forza lavoro impiegata, e per le aziende con allevamenti, la presenza di animali espressa in Unità Bovine Adulte (UBA). Essi rappresentano le variabili strategiche utilizzate per la definizione del campione RICA, stratificato secondo la tipologia aziendale (OTE e Dimensione economica) e la collocazione geografica. Una prima analisi dei dati RICA, per l esercizio 2011 conferma in parte quanto già emerso con la lettura sintetica dei dati censuari. Dal punto di vista strutturale infatti secondo il campione RICA in Abruzzo la Superficie Agricola Totale (SAT) media aziendale è di 12 ettari, il 36% in meno rispetto alla media nazionale. Nelle aziende rilevate la parte produttiva della superficie aziendale, la SAU (Superficie Agricola Utilizzata), rappresenta mediamente più del 93% della SAT, la restante parte della superficie dell azienda è costituita da tare e boschi (tabella 2.1). La SAU media delle aziende abruzzesi, che nel 2011 è di circa 11,20 ettari, è inferiore alla media nazionale (15,70) del 29%, mentre nel censimento del 2010 la differenza con la media di tutto l universo censuario nazionale era del 14%. Nonostante le superfici della SAT e della SAU sono aumentate del 5% rispetto al biennio , la variazione tendenziale dell ultimo quadriennio è negativa (-17% per la SAT e -20% per la SAU), in linea con il trend nazionale seppur con percentuali più elevate rispetto al dato Italia. Confermando quanto già fotografato con il censimento, ossia la fuoriuscita delle aziende marginali non si traduce automaticamente in un aumento delle dimensioni strutturali per le aziende che restano attive sul territorio. Figura 3 Scostamenti % Abruzzo / Italia per alcune dimensioni strutturali medie 2011 (valori regionali tra parentesi) Superficie Totale (12 ettari) Sup. Agric. Util. (11,2 ettari) Superficie in proprietà (5 ettari) Superficie Irrigabile (2,1 ettari) Potenza Motrice (107,5 KW) Unità di Lavoro annue (1,3 ULA) Unità di Lavoro Familiari (1,1 ULA) Unità Bovine Adulte (4,1 UBA) -80% -60% -40% -20% 0% 20% 40% Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA Analizzando la dimensione aziendale in funzione della zona altimetrica è possibile notare come la dimensione fisica delle aziende agricole abruzzesi varia in funzione delle caratteristiche del territorio. Le aziende montane hanno una maggiore estensione 19

22 con una SAU media di circa 28 ettari, mentre le colline interne e litoranee hanno una superficie agricola media rispettivamente di 10 e 8 ettari (tabella 2.3). Questa diversa dimensione è legata al tipo di agricoltura praticata. Nelle aree montane si tratta spesso di superfici destinate in parte alla coltivazione di cereali e foraggere e in parte utilizzate per il pascolo degli animali, mentre nell area del Fucino, nell area della Valle Peligna e nella collina litoranea le aziende sono indirizzate verso un agricoltura di tipo intensivo. In queste aree operano prevalentemente le aziende specializzate in orticoltura, cerealicoltura ed arboricoltura (vite ed olivo). Un altro elemento che contraddistingue la struttura aziendale abruzzese è la composizione della SAU aziendale rispetto al titolo di possesso. Dai dati RICA del triennio emerge che mediamente il 42% della superficie agricola aziendale è di proprietà, a livello nazionale l incidenza sale al 57% (tabella 2.2). Anche per quest aspetto è opportuno distinguere ed analizzare la tipologia aziendale all interno del territorio in cui l azienda opera. Le aziende che ricorrono all affitto di grandi superfici sono le aziende specializzate negli allevamenti zootecnici che operano nelle zone montane interne. Per questa tipologia di aziende l incidenza dei terreni in affitto sulla superficie aziendale risulta essere superiore all 82%, tali aziende sono solite acquisire, anche per periodi temporali brevi, terreni demaniali da destinare al pascolo. Le aziende ubicate nella collina interna e nella collina litoranea presentano un incidenza notevolmente più bassa dei terreni in affitto rispetto alla SAU aziendale, rispettivamente del 46% e del 37%. Altro aspetto interessante da valutare è la composizione della superficie aziendale in funzione della dimensione economica. Le aziende più piccole detengono circa il 60% della SAU in proprietà, al crescere della dimensione aziendale, invece, prevale il ricorso all affitto di terreni agricoli. Questo dato fotografa una realtà come quella abruzzese in cui l ampliamento della maglia aziendale è favorita essenzialmente dalla disponibilità, soprattutto nelle aree interne, di superfici in affitto, mentre la mobilità fondiaria per usi agricoli nelle aree a maggiore specializzazione produttiva (conche interne e collina litoranea) è praticamente nulla. A livello regionale, degli 11,20 ettari di SAU media del campione 2011, solo il 19% della superficie è irrigabile (2,1 ettari), incidenza piuttosto bassa se confrontata al dato medio nazionale in cui l incidenza raggiunge quasi il 39% della SAU aziendale (tabella 2.1). In Abruzzo è irrigabile mediamente solo un terzo della superficie rispetto alla situazione media nazionale (2 ettari in Abruzzo contro i 6 ettari dell Italia). Altro fattore caratterizzante la struttura delle aziende agricole è rappresentato dalla dotazione di macchine agricole espressa in potenza motrice. Dai dati esaminati risulta che le aziende abruzzesi dispongono mediamente di 108 kw di potenza motrice, valore superiore del 12,6% rispetto al dato nazionale. Se si analizza la potenza motrice in relazione alla specializzazione produttiva aziendale, risulta che le aziende con il più alto tasso di meccanizzazione (kw/ha) sono quelle afferenti al polo misto colture-allevamenti (136 kw/ha), seguite dalle aziende dei 20

23 poli-allevamenti (130 kw/ha), dalle aziende specializzate in erbivori (128 kw/ha), in seminativi (119 kw/ha) e in coltivazioni permanenti (103 kw/ha). L elevata meccanizzazione delle aziende agricole abruzzesi rispetto al dato medio nazionale, sia in termini di potenza media aziendale sia in termini di indici tecnici, è attribuibile alla minore dimensione aziendale che non consente di raggiungere economie di scala, realizzabili invece nelle aziende medio grandi. Nelle aziende agricole abruzzesi, nell ultimo triennio, sono state impiegate mediamente 1,3 unità lavorative (UL), un dato in linea con quello nazionale (1,2 UL), con un tasso di crescita più alto rispetto alla media nazionale. È interessante notare come le aziende a più alta concentrazione di forza lavoro sono quelle specializzate in ortofloricoltura (2,6 UL) e quelle zootecniche che impiegano in media 1,8 2,1 unità lavorative, che per le loro caratteristiche produttive richiedono un maggior impiego di monodopera. La componente della famiglia agricola gioca un ruolo importante soprattutto per la conduzione delle aziende piccole e medio piccole (una media di 1,3 UL), costituita dal 95% da forza lavoro proveniente dal nucleo familiare che convive con il conduttore. Tale incidenza si riduce al crescere della dimensione economica delle aziende. Le aziende che fanno maggior ricorso alla manodopera extra-aziendale sono quelle specializzate in ortofloricoltura in cui la componente non familiare è pari al 46%, mentre per gli altri settori di produzione è possibile affermare che la maggior parte del lavoro agricolo è svolto quasi esclusivamente con la manodopera familiare. Figura 4 Scostamenti % Abruzzo / Italia per alcuni indici strutturali del 2011 (valori medi regionali tra parentesi) Intensità del lavoro (8,8 ettari) Incidenza della SAU irrigata (12,8 %) Incidenza superficie in proprietà (41,9 %) Grado intensità zootecnica (3,2 uba) Carico bestiame (0,4 uba) Incidenza manodopera familiare (89,4 %) Grado mecc. dei terreni (9,6 kw) Intensità di meccanizzazione (84,3 kw) Fonte: nostre elaborazioni su dati INEA, indagine RICA -80% -60% -40% -20% 0% 20% 40% 60% 80% Rispetto al biennio la quantità di lavoro impiegata nelle aziende agricole abruzzesi tende a crescere ad un ritmo più elevato rispetto al dato nazionale. Un trend negativo (-24%) è stato registrato per l indice tecnico che misura l intensità di lavoro, e che per l Abruzzo è pari a 8,8 ettari per UL, rispetto ai 12,7 ettari disponibili per ogni unità di lavoro dell azienda media italiana. Nelle aziende con allevamenti (solo il 10% del campione RICA è costituito da aziende con una specializzazione zootecnica) il numero medio di UBA varia in funzione dell ordinamento tecnico, si passa dalle 35 UBA per le aziende specializzate in 21

24 erbivori alle 54 UBA delle aziende specializzate in granivori, mentre le aziende con allevamenti misti presentano una consistenza media di 27,3 unità. Il dato medio regionale rilevato nel triennio è di 5,9 UBA, nettamente inferiore al dato rilevato per lo stesso periodo a livello nazionale (11, 7 UBA/azienda). Nel 2011 è stato registrato un drastico calo del numero di UBA ad azienda nell ordine del -20% che ha determinato un trend particolarmente negativo rispetto all ultimo biennio (-60%). I dati della RICA confermano, dal punto di vista strutturale, quanto già attestato dal censimento dell agricoltura del Rapportando il numero delle UBA alla SAU aziendale è possibile ottenere l indicatore denominato carico di bestiame, esso misura la numerosità di capi per ettaro di SAU. Per l Abruzzo questo indice nel 2011 oscilla tra i 2,0 UBA delle aziende specializzate in erbivori sino a raggiungere gli 8,8 UBA delle specializzate in granivori. È interessante notare che analizzando lo stesso indice in funzione della zona altimetrica, risulta che le aziende con il maggior numero di UBA sono quelle ubicate nell area montana (12,8 UBA/ha) seguite da quelle ubicate nella collina interna (6,6 UBA/ha), mentre la zootecnia essendo poco presente nell area della fascia litoranea, determina un basso carico di UBA ad ettaro di SAU (1,1 UBA/ha). Anche gli indici tecnici degli allevamenti sono inferiori alla media rilevata a livello nazionale. Rispetto ai precedenti esercizi contabili sia il carico di bestiame ad ettaro che l intensità zootecnica sono tendenzialmente in calo (-22%). L incidenza della SAU irrigata rilevata nel 2011 per l Abruzzo è del 13%, in linea con il dato medio del triennio esaminato, ma nettamente inferiore alla media nazionale che fa registrare un incidenza del 25%, differenza determinata dalla caratteristiche del territorio, dalle tipologie produttive e dalla disponibilità della risorsa idrica, già evidenziata dall analisi dei dati relativi all incidenza della superficie irrigabile. Nella figura 5 è illustrata la distribuzione percentuale dell universo rappresentato dal campione RICA secondo la classe di dimensione economica, il polo produttivo e la zona altimetrica. Le stesse classi sono confrontate con il dato medio nazionale. Rispetto alle macro classi di dimensione economica, il campione RICA dell Abruzzo si concentra soprattutto nelle classi piccole (quasi l 83% del campione abruzzese ricade nelle prime due classi, a livello nazionale invece nelle stesse classi è concentrato il 78% delle aziende), mentre nelle classi di grandi dimensioni è compreso il 7% del campione rispetto all 11% del dato nazionale. La distribuzione dell universo rappresentato per ordinamento tecnico economico mostra, rispetto al dato medio nazionale, una maggiore concentrazione delle aziende negli ordinamenti delle coltivazioni permanenti (46,3% contro il 44,4% del dato nazionale) e in quello del polo delle aziende con policoltura (15,3% contro il 7,9%). Dall analisi dei dati 2011 risulta che il 46% delle aziende abruzzesi è specializzata in coltivazioni permanenti ( aziende), seguite con aziende dalle specializzate in seminativi (22%), mentre solo il 10% delle aziende risulta essere specializzato nella zootecnia (erbivori, granivori e poliallevamento), con aziende. 22

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