PILLOLE di ANATOMIA e FISIOLOGIA del TRAUMA
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- Alberto Cappelletti
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1 PILLOLE di ANATOMIA e FISIOLOGIA del TRAUMA
2 APPARATO LOCOMOTORE
3 L Apparato Locomotore è costituito da tre sistemi : Ossa Muscoli Articolazioni Ha funzione di sostegno e contenimento in ciascuna parte del corpo
4 È formato da : Testa Tronco Arto superiore Arto inferiore
5 La testa è composta da due parti : La scatola cranica è costituita da un insieme di ossa piatte che delimitano una cavità in cui è accolto e protetto il cervello (SNC) Il massiccio faciale è costituito dall insieme delle ossa e tessuti molli che costituiscono la faccia
6 Il cervello, prezioso contenuto della scatola cranica, è composto da : Encefalo Midollo allungato o Bulbo Cervelletto Talamo Ipotalamo Organo di controllo dell ambiente esterno ed interno Funzione di connessione tra i centri cerebrali ed il midollo spinale e di controllo del ritmo respiratorio, cardiaco, pressione arteriosa Sovrintende le attività dell apparato muscoloscheletrico Raccoglie e decodifica gli impulsi provenienti da recettori tattili, termici, articolari, gustativi Regola e controlla diversi sistemi: temperatura, pressione, centri della fame e della sazietà
7 Il tronco si suddivide in : Collo rachide cervicale Torace gabbia toracica Addome tratto lombare del rachide
8 La colonna vertebrale ha funzione di sostegno per la persona e di protezione per il midollo spinale Èformata da 33 vertebre sovrapposte che si articolano superiormente con la base del cranio ed inferiormente con il bacino
9 Ogni vertebra presenta un corpo ed un arco che vanno a delimitare un forame, l insieme delle vertebre l una impilata sopra l altra costituisce il canale vertebrale in cui è alloggiato e protetto il midollo spinale Il midollo spinale è collegato con il cervello attraverso il midollo allungato. È costituito da fibre nervose che, in diretta comunicazione con il cervello, consentono agli impulsi nervosi di transitare dal cervello alla periferia e viceversa
10 La Pelvi, il cui scheletro è costituito dal bacino, è considerata prima parte e cintura d attacco dell Arto Inferiore
11 TRAUMA Insieme delle lesioni riportate in seguito all azione di agenti fisici esterni all organismo : calore, elettricità, energia cinetica
12 TRAUMA CRANICO e FACCIALE
13 I traumi cranici sono la principale causa di morte negli eventi traumatici Questo tipo di traumi insieme ai traumi della colonna possono causare invalidità permanenti sia di tipo fisico (paralisi) che di tipo mentale (disturbi della parola, memoria, comportamento fino al coma) Le lesioni provocate da un TC si distinguono in : Lesioni craniche Lesioni cerebrali Lesioni facciali
14 LESIONI CRANICHE Trauma cranico chiuso Trauma cranico aperto Sintomi : mal di testa e dolore nella sede di lesione Al TC deve essere sempre associato il sospetto di una lesione al rachide cervicale Collare cervicale
15 Monitorare continuamente le funzioni vitali annotando i miglioramenti o i peggioramenti, un TC anche se lieve non deve essere mai sottovalutato! La fuoriuscita di sangue o liquor dal naso o dall orecchio sono segni di grave TC tamponare con garze sterili per limitare le infezioni senza ostacolarne la fuoriuscita
16 LESIONI CEREBRALI Commozione cerebrale : alterazione transitoria della funzione cerebrale che causa dalla semplice cefalea alla perdita di coscienza transitoria fino alla tipica amnesia Contusione cerebrale : danno permanente alle cellule cerebrali con conseguenti disturbi duraturi e a volte irreversibili Ematoma intracranico : rottura dei vasi sanguigni di grosso calibro contenuti all interno della scatola cranica con conseguente emorragia intracranica (extraduralesubdurale). Può determinare danni cerebrali transitori o permanenti
17 Indicatori di sospetta lesione cerebrale : Alterazione dello stato mentale dalla confusione alla perdita di coscienza Vomito violento ed improvviso a getto Disturbi della memoria o della personalità Differenza tra i diametri pupillari (anisocoria) Disturbi dei sensi Alterazione della motilità e/o della sensibilità
18 LESIONI FACCIALI Indicatori : Deformazioni facciali Presenza di sangue nelle vie aeree superiori Movimenti non naturali delle ossa facciali (fratture di LeFort) Caduta di denti o dentiere rotte
19 Le fratture ossee ed i coaguli conseguenti ad un emorragia possono determinare o favorire un ostruzione delle prime vie aeree Tenere l aspiratore a portata di mano
20 Trattamento dei traumi cranici e/o facciali Assicurare la pervietà delle vie aeree attraverso le manovre jaw trust e chin lift o con la sublussazione della mandibola No Iperestensione! Tenere l aspiratore a portata di mano per liberare le vie aeree da sangue o vomito che potrebbero determinare ostruzione Immobilizzare il rachide cervicale posizionando il collare Somministrare ossigeno ad alti flussi (mascherina con reservoir e flusso l/min, ambu con reservoir collegato a fonte di ossigeno) In caso di emorragia non effettuare alcuna compressione sui focolai di frattura né se la materia cerebrale è esposta ma applicare senza comprimere una o più compresse di garza sterile Non rimuovere mai e per nessun motivo oggetti conficcati o frammenti ossei
21 TRAUMA DELLA COLONNA VERTEBRALE
22 Tutti i traumi vertebrali vengono suddivisi in Traumi senza interessamento spinale : solo lesioni ossee Traumi con interessamento spinale : lesioni ossee e midollari
23 Il primo indicatore di lesione traumatica vertebrale è l osservazione della dinamica dell evento e lo scenario Le principali cause di trauma spinale nell adulto sono collisioni automobilistiche, tuffi, cadute dall alto e incidenti motociclistici
24 Segni e sintomi : Dolore spontaneo o provocato Contrattura muscolare di difesa Deformità della colonna Limitazione dei movimenti fino all impossibilità di muoversi In caso di interessamento midollare il pz presenterà inoltre: Formicolio Intorpidimento Scomparsa della sensibilità e paralisi
25 Alcuni pz possono essere asintomatici o non presentare alcun sintomo specifico. L alcol, i farmaci e le sostanze stupefacenti possono mascherare segni e sintomi importanti In tutti i pazienti politraumatizzati deve essere sempre sospettata una lesione vertebrale finchè non sia stato dimostrato radiograficamente il contrario
26 Trattamento Immobilizzare in posizione supina su tavola spinale rigida mantenendo un allineamento neutrale della testa, del collo, del tronco e del bacino Se il pz si trova in posizione prona o laterale riportarlo in posizine supina mediante la manovra Log-roll o rotazione in asse Tutte le manovre di soccorso dovranno essere attuate in modo coordinato, con cautela e sicurezza
27 LESIONI TRAUMATICHE AGLI ARTI
28 Le lesioni traumatiche agli arti sono una conseguenza comune di incidenti stradali e sul lavoro Si dividono in : Fratture Lussazioni Distorsioni Difficilmente possono causare la morte del paziente se non a causa di lesioni associate ( es. lacerazione di un arteria da parte di un moncone osseo )
29 FRATTURE Def. Interruzione della continuità di un osso
30 Si distinguono in: Traumatiche : l energia del trauma è tale da superare la resistenza fisiologica dell osso Patologiche : l energia del trauma non sarebbe in grado di interrompere un osso sano ma determina frattura nell osso affetto da patologia (tumori,osteoporosi pz anziano) Chirurgiche : interruzione della continuità ossea a scopo correttivo
31 Meccanismi lesivi : Flessione : il trauma provoca una variazione della normale curvatura dell osso fino alla frattura Torsione : la forza traumatica provoca una torsione rispetto all asse del corpo Compressione : il trauma determina compressione dell arto Strappamento : la trazione brusca esercitata da un legamento o un tendine provoca un distacco dell osso su cui si inserisce
32 Tutte le fratture vengono differenziate in : Chiuse : i monconi ossei non sono a diretto contatto con l ambiente esterno Aperte o Esposte : i monconi ossei sono a contatto con l ambiente esterno
33 Il soccorritore deve imparare a riconoscerle applicando le metodiche di trattamento opportune!!! Le fratture se non presentano un emorragia massiva non determinano un pericolo di vita imminente per il paziente Segni e Sintomi Dolore spontaneo acutizzato dal movimento Perdita del normale profilo anatomico Impotenza o limitazione funzionale Tumefazione, alterazione del colorito e della temperatura della cute Alterazione della sensibilità : formicolio ed intorpidimento
34 Complicanze Generali : shock ipovolemico, shock settico, embolia gassosa Locali : lacerazione e compressione dei vasi sanguigni, schiacciamento di fibre nervose, lesioni ai tessuti molli e infezioni La corretta immobilizzazione consente di prevenire ulteriori lesioni In caso di frattura esposta complicanza comune è la contaminazione batterica : lavare con soluzione fisiologica, coprire la parte ferita con garze sterili
35 TRATTAMENTO Tutte le fratture devono essere immobilizzate prima del trasporto con dispositivi dedicati (steccobende) o mezzi di fortuna!
36 Il pz cercherà di contenere la frattura assumendo la posizione in cui sente meno dolore, posizione antalgica Cercare di immobilizzare l arto in questa posizione Per un immobilizzazione efficace occorre bloccare l articolazione a monte a valle del focolaio di frattura Controllare sempre la presenza del polso distale prima e dopo l immobilizzazione
37 Particolarità: FRATTURA DI BACINO È causata da traumi ad alta energia e riveste notevole importanza per il sanguinamento interno massivo che può provocare (fino a 2 litri) Spostare il pz con barella atraumatica a cucchiaio, immobilizzare con tavola spinale riempiendo gli spazi vuoti oppure con estricatore capovolto
38 Particolarità: FRATTURA DI FEMORE Lesione tipica dei pazienti anziani a causa di patologie preesistenti come l osteoporosi (fratture patologiche nella parte alta dell osso) comune anche nel pz adulto Segni comuni delle fratture, nella frattura del collo di femore si ha anche accorciamento dell arto e atteggiamento in extrarotazione Si immobilizza come la frattura di bacino
39 LUSSAZIONE Def. Perdita completa e permanente dei rapporti tra due capi articolari Ovvero un capo articolare fuoriesce dall articolazione e non rientra spontaneamente
40 I segni ed i sintomi sono facilmente evidenziabili : Palese deformità dell articolazione (asimmetria) Gonfiore Dolore che tende ad impedire il movimento,il pz riferisce di non poter muovere l articolazione, di sentirla come bloccata Immobilizzare l arto senza tentare la riduzione
41 Le lussazioni più comuni coinvolgono la spalla e l anca Spalla : Immobilizzare sostenendo l arto con bendaggio a triangolo, riempire il cavo ascellare con materiale modellabile, non tentare mai la riduzione Anca : Posizionare e trasferire il pz su tavola spinale bloccando gli arti, trasportare il pz evitando il più possibile eventuali sobbalzi
42 DISTORSIONE Def. Insieme delle lesioni capsulo-ligamentose prodotte da una sollecitazione che tende a modificare i rapporti reciproci tra i capi articolari Ovvero un capo articolare esce e rientra spontaneamente nella propria sede naturale provocando delle lesioni alle strutture che costituiscono l articolazione
43 I segni ed i sintomi sono facilmente evidenziabili Gonfiore Dolore al movimento ed alla palpazione Possibile ematoma Immobilizzare l arto ed applicare ghiaccio
44 TRATTAMENTO DEL PZ TRAUMATIZZATO riassumendo
45 Valutare lo stato di coscienza chiamando il pz a voce alta e stimolandolo a livello della spalla Non scuotere! Assicurare la pervietà delle vie aeree attraverso le manovre jaw trust e chin lift o con la sublussazione della mandibola No Iperestensione! Tenere l aspiratore a portata di mano per liberare le vie aeree da sangue o vomito che potrebbero determinare ostruzione
46 Immobilizzare il rachide cervicale posizionando il collare Somministrare ossigeno ad alti flussi (mascherina con reservoir e flusso l/min, ambu con reservoir collegato a fonte di ossigeno) Arrestare le eventuali emorragie. In caso di trauma cranico aperto con emorragia e/o esposizione di materia cerebrale applicare una o più compresse di garza sterile senza comprimere il focolaio di frattura
47 Non cercare di tamponare fuoriuscite di sangue o liquor dal naso o dall orecchio ma ricoprire ed assorbire il liquido senza comprimere Non rimuovere mai e per nessun motivo oggetti conficcati o frammenti ossei Immobilizzare la colonna vertebrale (collare, asse spinale, barella atraumatica a cucchiaio) e gli arti che hanno riportato lesioni in seguito al trauma (steccobende)
48 LA CUTE
49 La cute o pelle è composta dalla sovrapposizione di tre strati di tessuto: Epidermide : strato più esterno costituito da cellule epiteliali senza vasi sanguigni Derma : strato intermedio costituito da tessuto connettivo contenente vasi sanguigni, terminazioni nervose e ghiandole Ipoderma : strato più profondo costituito essenzialmente da tessuto adiposo
50 Svolge importanti funzioni: Barriera protettiva nei confronti delle infezioni Previene la perdita di liquidi Regola la temperatura corporea
51 LE FERITE
52 Con il termine ferita si indicano tutti i tipi di lesione che provocano la rottura della cute esponendo i tessuti sottostanti Possono essere classificate in: Abrasioni ed escoriazioni Ferite da punta e da taglio Ferite lacere e contuse Ferite d arma da fuoco
53 Il trattamento delle ferite in ambito preospedaliero è provvisorio una volta giunti in ospedale la ferita verrà nuovamente esposta, valutata dal personale sanitario e definitivamente trattata
54 TRATTAMENTO PREOSPEDALIERO Esporre la ferita Pulire la ferita da eventuali detriti e/o sporcizia irrorando con abbondante soluzione fisiologica dal centro alla periferia. Se presenti oggetti conficcati non rimuoverli ma fissarli nella posizione in cui si trovano Operare una disinfezione sommaria con disinfettanti a base acquosa. Non utilizzare acqua ossigenata o disinfettanti a base alcolica che potrebbero provocare lesioni ai tessuti
55 TRATTAMENTO PREOSPEDALIERO Arrestare l emorragia (se presente) applicando delle garze sterili ed esercitando una compressione diretta. Normalmente nelle ferite superficiali è di modesta entità Fissare la medicazione con l apposizione di cerotto. Non effettuare un bendaggio compressivo se non per bloccare un emorragia
56 Le ferite non rappresentano un pericolo di vita per il paziente, vengono infatti trattate secondariamente alla verifica e stabilizzazione dei parametri vitali. Compito del soccorritore è individuare il tipo di ferita e operare una primo trattamento per evitare complicanze infettive
57 LE EMORRAGIE
58 Per emorragia si intende la fuoriuscita di sangue da un vaso per lacerazione della sua parete in seguito a traumi o patologie
59 In base al percorso effettuato dal sangue si distinguono in: Esterne: il sangue si riversa all esterno attraverso la ferita che ha determinato la lacerazione del vaso Interne: il sangue si riversa in una delle cavità naturali non comunicanti con l esterno (es. cavità addome) Endocavitarie: il sangue si riversa in una cavità dell organismo comunicante con l esterno mediante un orifizio (es. otorragia)
60 In base al tipo di vaso lacerato si distinguono in: Capillare: lacerazione superficiale di vasi di piccolissime dimensioni con conseguente fuoriuscita di qualche goccia di sangue Venosa: fuoriuscita di sangue rosso scuro, in modo lento ma continuo Arteriosa: fuoriuscita di sangue rosso vivo, a fiotti e con frequenza uguale alla frequenza cardiaca
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62 EMORRAGIA ESTERNA: TRATTAMENTO Applicare sulla ferita qualche garza sterile e comprimere con un tampone di garze sul punto con maggiore sanguinamento Realizzare una fasciatura compressiva non troppo stretta che avvolga l arto ed includa il tampone. Il polso a valle dovrà essere percepibile e l arto non dovrà diventare violaceo Qualora la compressione diretta non arresti adeguatamente l emorragia sollevare l arto al di sopra del corpo senza mai interrompere la compressione in modo da diminuire la pressione nel vaso lacerato
63 EMORRAGIA ESTERNA: TRATTAMENTO Esercitare un azione diretta sui punti di compressione con le dita o la mano chiusa a pugno. Comprimere con le dita lunghe il punto omerale per le ferite di braccio e avambraccio Comprimere con la mano chiusa a pugno il punto inguinale o femorale nelle ferite dell arto inferiore Rilevare i polsi distali per essere sicuri di aver interrotto o comunque ridotto il flusso sanguigno
64 Qualora tutte le precedenti manovre risultino inefficaci, il soccorritore potrà utilizzare come ultima risorsa il laccio emostatico arterioso La sua applicazione può causare complicazioni importanti quali ischemia cellulare a valle del punto di posizionamento, necrosi dei tessuti e danni alle fibre nervose periferiche
65 Posizionamento del laccio emostatico arterioso Piegare il laccio in due in modo da ottenere una banda larga 5-7 cm e avvolgerlo intorno alla radice dell arto interponendo uno strato di garze Fissare il laccio facendo passare le sue estremità all interno del cappio che si è formato e stringere fino all arrestarsi dell emorragia Annotare l ora di posizionamento del laccio e mantenerlo in posizione fino all arrivo in ospedale dove verrà rimosso solo dal personale sanitario
66 SINDROME DA SCHIACCIAMENTO Si verifica quando un arto rimane incastrato, schiacciato per un periodo lungo (6-8H) con conseguente assenza di circolazione periferica Quando l arto viene liberato e si ripristina la circolazione il sangue raccoglie e manda in circolo le sostanze tossiche formate in seguito allo schiacciamento con grave compromissione dello stato generale del pz In questi casi è opportuno posizionare ul laccio alla radice dell arto per evitare il passaggio di tali sostanze in circolo
67 EMORRAGIE INTERNE A differenza dell emorragia esterna quella interna non è direttamente visibile Dovremo ipotizzare la sua presenza in base alla dinamica dell evento, alla storia clinica del pz e ai suoi segni caratteristici
68 Principali scenari indicatori di possibile emorragia interna Traumi gravi: incidenti stradali, schiacciamenti, cadute dall alto, ferite penetranti Patologie mediche pregresse: sanguinamenti dal tratto gastroenterico, polipi dell intestino, rottura di cisti ovariche Segni di shock non conseguenti a trauma
69 I principali segni dell emorragia interna sono quelli dello stato di shock Segni precoci: aumento FC aumento FR agitazione Segni di shock avanzato: riduzione della PA polso piccolo e frequente fino alla scomparsa cute e mucose pallide e fredde tempo di riempimento capillare prolungato grave alterazione dello stato di coscienza fino al coma La presenza aggiuntiva di contrattura addominale e di tumefazioni al torace e/o all addome indicano uno stato di emorragia interna avanzato
70 LO SHOCK Condizione di ridotto apporto di ossigeno ai tessuti causata da: Riduzione del volume dei liquidi circolanti es. emorragia shock ipovolemico Alterazioni della funzione cardiaca es. infarto shock cardiogeno Alterazioni del SNC che si riflettono sulla capacità vascolare shock neurogeno
71 Segni e sintomi dello shock aumento FC aumento FR stato di agitazione riduzione della PA polso piccolo e frequente cute pallida, sudata e fredda tempo di riempimento capillare prolungato grave alterazione dello stato di coscienza fino al coma
72 TRATTAMENTO DELL EMORRAGIA INTERNA Obiettivi: valutare i segni vitali, impedire che lo shock si aggravi, sostenere psicologicamente il pz Mettere il pz in posizione supina e coprirlo con telino isotermico Somministrare ossigeno ad alti flussi
73 EMORRAGIE ENDOCAVITARIE EPISTASSI Fuoriuscita di sangue dal naso Comprimere esternamente la narice sanguinante Inclinare in avanti il capo del pz Porre del ghiaccio alla radice del naso EMOTTISI EMATEMESI Fuoriuscita dalla bocca di sangue proveniente dalle vie aeree Fuoriuscita dalla bocca di sangue proveniente dall apparato digerente È accompagnata da tosse ed il sangue è rosso-schiumoso Garantire la pervietà delle vie aeree Il sangue è rosso o nerastro (digerito) Garantire la pervietà delle vie aeree Controllare i parametri vitali ed i segni di shock Somministrare ossigeno ad alti flussi
74 EMORRAGIE ENDOCAVITARIE MELENA EMATURIA METRORRAGIA OTORRAGIA otorrea: liquor Otoliquorrea: sangue e liquor Presenza di sangue nelle feci Presenza di sangue nelle urine Emorragia vaginale al di fuori del normale flusso mestruale Fuoriuscita di sangue dall orecchio Monitorare i parametri vitali e i segni di shock Somministrare ossigeno ad alti flussi Conservare le urine e consegnarle al PS Non tamponare Attenzione alla comparsa dei segni di shock Non tamponare ma lasciare defluire assorbendo il sangue con delle garze Attenzione alle lesioni associate
75 AMPUTAZIONE Grazie ai progressi della microchirurgia è possibile reimpiantare un arto amputato e talvolta ripristinare parte della funzionalità Il soccorritore avrà dunque un duplice obiettivo Soccorrere il pz applicando un bendaggio compressivo che conservi in buono stato i vasi e le strutture nervose residue Conservare la parte amputata
76 Trattamento della parte amputata Reperire la parte amputata Pulirla nel miglior modo possibile con soluzione fisiologica Porre la parte amputata in una busta sterile Porre la busta in un contenitore termico con acqua e ghiaccio Annotare l ora dell amputazione
77 LESIONI DA CALORE
78 Le lesioni da calore si suddividono in : Localizzate quando interessano solo la cute ustione Sistemiche quando interessano tutto l organismo crampi da calore collasso da calore colpo di calore
79 USTIONE Danno acuto dei tessuti cutanei causato dall azione diretta e variamente protratta nel tempo di stimoli termici, elettrici, chimici e radiazioni di intensità tale da determinare un azione lesiva sui tessuti Rappresenta la quarta causa di morte per trauma
80 La cute ustionata perde l importante funzione di barriera nei confronti dell ambiente esterno con conseguente grave perdita di: Liquidi Capacità di termoregolazione Meccanismi di protezione contro le infezioni Il danno non rimane localizzato alla cute ma determina un progressivo coinvolgimento di tutto l organismo : Malattia da ustione shock ipovolemico, alterazioni metaboliche, infezioni locali e/o sepsi, interessamento degli organi vitali (reni, polmoni)
81 La gravità di un ustione è valutata in base a tre parametri 1. Estensione 2. Profondità 3. Età del pz prognosi peggiore nei bambini e negli anziani
82 L estensione si valuta con la regola del 9 di Pulaski-Wallace Divisione del corpo in segmenti a cui viene attribuita una percentuale pari ad un multiplo o sottomultiplo del 9 Superficie critica estensione oltre la quale il pz rischia il collasso cardiocircolatorio: 30% nell adulto 10% nel bambino
83 La profondità dell ustione viene valutata in base alle strutture anatomiche coinvolte Si individuano tre gradi
84 I GRADO La cute è rossa, calda e secca, dolorante È coinvolta solo l epidermide quindi la sensibilità è mantenuta Es. eritema solare per prolungata esposizione II GRADO La cute è rosa,calda e umida, si ha dolore e bruciore vivo. Sono presenti vescicole ripiene di un liquido chiaro (flittene) Coinvolgono sia l epidermide che il derma, la sensibilità è aumentata
85 III GRADO La cute è bianca o nera, secca, non dolente Sono presenti croste chiamate escare Tutti gli strati sono coinvolti, la zona lesionata non provoca dolore perché si ha un esteso danneggiamento delle terminazioni nervose Ci può essere coinvolgimento dello stato generale del pz con segni di shock CARBONIZZAZIONE (IV GRADO)
86 TRATTAMENTO Sicurezza dello scenario e autoprotezione Allontanamento dell agente ustionante dal pz Controllo delle funzioni vitali Raffreddamento della parte ustionata mediante lavaggio con soluzione fisiologica Eliminare i vestiti che coprono la zona lesa solo se non aderiscono tenacemente alla cute Prima che abbia inizio la tumefazione dei tessuti molli eliminare qualsiasi oggetto che possa stringere (anelli,braccialetti,orologi) Coprire l area ustionata con teli sterili e bagnati, proteggere il pz dall ipotermia Somministrare ossigeno ad alti flussi
87 USTIONI CHIMICHE Prodotte da acidi e alcali industriali A parità di quantità e modalità le sostanze alcaline producono un danno tissutale maggiore Stesso trattamento delle ustioni termiche ma più tempestivo possibile, la permanenza dell agente lesivo sulla cute per pochi minuti può determinare un ustione a tutto spessore!! Individuare la natura dell agente lesivo, alcune sostanze richiedono un trattamento particolare
88 CRAMPI DA CALORE Si verificano subito dopo un esercizio fisico faticoso in un ambiente caldo senza un adeguata reidratazione con liquidi ed elettroliti (sodio e potassio) Sintomi: crampi muscolari alle estremità, addome e schiena Trattamento: rimozione del pz dall ambiente caldo, stiramento del muscolo, somministrazione di liquidi contenenti sali minerali
89 COLLASSO DA CALORE Conseguenza di un eccessiva perdita di liquidi ed elettroliti attraverso la sudorazione senza adeguata reidratazione e di un esposizione a temperature elevate per un periodo abbastanza lungo Segni e sintomi: cute fredda e sudata, FR e FC rapide, polsi distali superficiali, nausea, vertigini, segni di confusione mentale Trattamento: trasferire il pz in ambiente fresco, togliere gli abiti pesanti e mettere in posizione supina, monitorare i parametri vitali e somministrare liquidi e.v. (non far bere il pz!)
90 COLPO DI CALORE È dovuto all improvvisa incapacità dell organismo di controllare l eliminazione del calore interno Vera emergenza! La temperatura centrale elevata può portare a una progressiva distruzione cellulare fino alla morte
91 Forma classica : colpisce soprattutto l anziano, nei mesi estivi,in ambienti con alte temperature e aria condizionata. L età, le patologie pregresse e l assunzione di farmaci diminuiscono la capacità di termoregolazione Conseguente all esercizio fisico: l esposizione a temperature elevate combinata all attività fisica determinano un rapido aumento della produzione di calore interno oltre le capacità di termoregolazione dell organismo Trattamento: trasferire il pz in ambiente fresco, rimuovere i vestiti pesanti, raffreddare il pz con acqua fredda e monitorare i parametri vitali
92 Mmm...?
93 GRAZIE X L ATTENZIONE
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