NATALITA E MORTALITA DELLE IMPRESE ITALIANE REGISTRATE PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI BOLOGNA - ANNO

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1 NATALITA E MORTALITA DELLE IMPRESE ITALIANE REGISTRATE PRESSO LA CAMERA DI COMMERCIO DI BOLOGNA - ANNO Il sistema imprenditoriale della provincia di Bologna sconta nel corso del 2009 gli effetti della crisi internazionale ed i suoi riflessi sul commercio mondiale, mettendo in luce a fine anno un bilancio demografico per la prima volta in passivo. I dati ottenuti evidenziano infatti iscrizioni, a fronte di cessazioni 1, con un saldo negativo pari a -210 unità, il risultato peggiore del decennio, se si esclude il 2002, anno successivo alle tensioni terroristiche internazionali. Il tasso di crescita annuale risulta pari a -0,21%, in deciso decremento rispetto allo scorso anno (quando la crescita % registrata è risultata pari a +0,70%), e peraltro in significativo rallentamento anche rispetto al trimestre lugliosettembre (quando si è registrato ancora un incremento pari a +0,25%). Ciò è quanto si ricava dall analisi dei dati ottenuti tramite Movimprese, la rilevazione periodica sulla nati-mortalità delle imprese italiane realizzata da InfoCamere, la Società Consortile di Informatica delle Camere di Commercio italiane 2. Se il tessuto imprenditoriale italiano sembra dunque avere tenuto nonostante i forti riflessi della crisi internazionale, le imprese bolognesi, tradizionalmente caratterizzate da una forte vocazione all estero, nonché da un elevata presenza di piccole e medie imprese sul territorio, sembrano risentire in modo più sostenuto del rallentamento osservato a livello mondiale. Sedi di impresa - anni Registrate Attive Iscritte Cessate Saldo Variazioni Il prospetto successivo riporta la sequenza di iscrizioni, cessazioni e saldi, nonché i relativi tassi di incidenza, registrati nelle province dell Emilia Romagna per l anno 2009: a fronte di andamenti dei saldi pressoché negativi per tutte le province emiliano romagnole (ad eccezione di Rimini, che registra 43 unità in più a fine anno), Bologna sembra riuscire a contenere almeno in parte i flussi imprenditoriali in uscita, assestandosi su un saldo peggiore rispetto alle sole Piacenza e Ravenna, ed anche il tasso di decremento (-0,21%, a fronte di un rallentamento complessivo emiliano romagnolo significativamente superiore, -0,58%) risulta essere il più contenuto in regione

2 Sedi di impresa - Iscrizioni, cessazioni e saldi per provincia nell anno 2009 Consistenza Iscrizioni Cessazioni Saldi Consistenza al 31/12/08 n. % n. % n. % al 31/12/09 Bologna , , , Ferrara , , , Forlì-Cesena , , , Modena , , , Piacenza , , , Parma , , , Ravenna , , , Reggio Emilia , , , Rimini , , , Emilia Romagna , , , ,00 8,00 Tassi annuali di iscrizione, cessazione e crescita Iscrizioni Cessazioni Saldo 6,00 4,00 2,00 0,00-2, Il raggiungimento di una dinamica in contrazione è in realtà la conseguenza di andamenti di segno opposto per entrate ed uscite annuali, seppure con tassi significativi sia per le iscrizioni (+6,40%), che per le cessazioni (+6,61%): il numero di imprese iscritte nella provincia di Bologna (6.285 unità), pur confermandosi in valore assoluto il più elevato tra le province dell Emilia Romagna, sembra segnare decisamente il passo dopo il buon risultato di fine Cresce invece sensibilmente il numero delle imprese bolognesi cessate (6.495), avvicinandosi al picco registrato a fine 2007 (6.630), continuando peraltro a determinare quasi un impresa su 5 di quelle cessate complessivamente in regione in corso d anno

3 Sedi di impresa - Andamento di iscrizioni, cessazioni per provincia nell anno Iscrizioni Cessazioni Bologna Ferrara Forlì- Cesena Modena Piacenza Parma Ravenna Reggio Emilia Rimini Il numero di sedi di impresa registrate a fine 2009 si assesta peraltro poco al di sopra delle 97 mila unità (97.360, a fronte delle di fine 2008): se a queste si aggiungono le unità locali presenti (il cui stock cresce invece in corso d anno, +0,44%, rispetto alla consistenza delle sedi di impresa, -0,88%, ed il 35% delle quali appartenenti ad imprese con sede fuori provincia), si ottiene un totale di attività registrate a fine dicembre nella provincia di Bologna. LE DINAMICHE SETTORIALI Dal punto di vista settoriale, anche i comparti delle costruzioni e dei servizi alle imprese, che per lungo tempo avevano sostenuto la fase espansiva imprenditoriale bolognese, mostrano a fine anno i primi segnali di una battuta d arresto. Segnano il passo infatti sia il settore delle costruzioni, che fa registrare in corso d anno un saldo settoriale 4 negativo, con 20 imprese in meno tra gennaio e dicembre, pari ad un tasso di decremento settoriale del -0,14%, sia il settore delle attività immobiliari, di noleggio, informatiche e di ricerca, i cosiddetti servizi alle imprese, la cui crescita si arresta decisamente nel corso del 2009, con -3 unità a fine a fine anno ed una sostanziale stabilità (-0,02%) rispetto a fine Prosegue peraltro il ridimensionamento del settore delle attività manifatturiere, che con 357 unità in meno sullo stock di fine anno (-2,76%) riflette la selezione e la trasformazione del settore avvenute in corso d anno in seguito all intensificarsi della competizione sui mercati internazionali. Si confermano in rallentamento anche il settore del commercio, che fa registrare 196 unità in meno (- 0,83%), dovute prevalentemente alla battuta d arresto del commercio al ingrosso, ed il settore dei - 3 -

4 trasporti, ancora negativo con 94 unità in meno in corso d anno ed una decelerazione nei dodici mesi del -1,85%. Torna su valori leggermente negativi peraltro, dopo il buon risultato di metà anno, anche il settore della ristorazione, con 6 unità in meno ed un decremento annuale del -0,12%. Si assestano invece su valori positivi, anche se non particolarmente significativi, il settore dell energia elettrica, acqua e gas (+4 unità a fine 2009) e quello della sanità (+6 unità), oltre alle imprese non attribuite ad alcun specifico comparto, che registrano a fine anno 90 unità in più. Graduatoria settoriale per saldo - anno 2009 Attività manifatturiere Agricoltura, caccia e silvicoltura Commercio Trasporti e comunicaz. Altri servizi Intermediazione Costruzioni Alberghi e ristoranti Servizi alle imprese Estrazione di minerali Istruzione Pesca e servizi connessi 1-1- Energ.elettr., gas e acqua Sanità e altri servizi sociali 4 6 Imprese non classificate 90 In valore assoluto, pertanto, il contributo più rilevante al segno meno è dato dal settore manifatturiero, che pur rappresentando solo poco meno del 13% delle imprese registrate a fine anno, contribuisce per oltre il 37% alla determinazione del saldo negativo complessivo, seguito non a caso dall altro settore in profonda trasformazione, quello agricolo, che pur rappresentando solo poco più dell 11% delle imprese in complesso, contribuisce al saldo negativo per un ulteriore 24%. Il 90% della parte positiva del saldo è definita invece dalle imprese non classificate in altri settori. La tabella successiva mostra i pesi dei singoli settori nell universo delle imprese registrate offrendo, al tempo stesso, un confronto tra i grandi settori tradizionali ed i servizi alle imprese e alle persone. Il numero di imprese registrate nei quattro settori tradizionali, pur continuando a rappresentare più del 62% delle imprese registrate in provincia diminuisce in corso d anno di oltre 800 unità: ciò è dipeso soprattutto dal rallentamento delle imprese manifatturiere (-357 unità), di quelle del commercio (

5 196), e dalla costante diminuzione delle imprese agricole (-232), legata alla continua riduzione delle superfici destinate ad uso agricolo e, in minor misura, ai modesti processi di accorpamento dei fondi agricoli. Segna il passo anche il settore delle costruzioni (-20 imprese), a lungo l unico comparto in positivo tra i settori tradizionali probabilmente grazie alle peculiari caratteristiche del patrimonio abitativo (e alle cure che esso richiede), che alimentano un naturale ruolo delle attività di ristrutturazione, ammodernamento, risanamento, manutenzione, spesso di carattere artigianale 5. Sedi di impresa - Confronto settoriale 2008/2009 Imprese registrate Peso % Imprese registrate Peso % Tasso di crescita settoriale Grandi settori tradizionali Commercio , ,0-0,8 Costruzioni , ,3-0,1 Manifatturiero , ,9-2,8 Agricoltura , ,3-2,1 Totale , ,4-1,3 Servizi alle imprese e alle persone Attiv. immobiliari, noleggio, informatica, ricerca , ,0 0,0 Alberghi e ristoranti , ,2-0,1 Trasporti,magazzinaggio e comunicazioni , ,1-1,9 Altri servizi pubblici,sociali e personali , ,2-0,6 Intermediazione monetaria e finanziaria , ,4-0,9 Sanità e altri servizi sociali 463 0, ,5 1,3 Istruzione 388 0, ,4-0,3 Totale , ,9-0,4 Altri settori 99 0,1 99 0,1 0,0 Imprese non classificate , ,6 3,6 TOTALE , ,0-0,9 Il rallentamento osservato nei settori tradizionali si accompagna peraltro nel corso del 2009 ad una battuta d arresto anche per il macro settore dei servizi alle persone e dei servizi alle imprese. Sono in decelerazione infatti tutti i principali comparti che compongono questo macro settore: si confermano in difficoltà il settore dei trasporti, -94 unità, e quello dell intermediazione monetaria e finanziaria, -21 unità, ma segnano il passo anche il settore del turismo e della ristorazione, -6 unità, e soprattutto quello - 5 -

6 delle attività immobiliari e informatiche, che con 3 unità in meno registrate a fine anno sono in sostanziale assestamento. Il grafico successivo riporta gli andamenti dei principali settori di attività rapportati all analogo valore assunto a livello regionale. Se per i settori tradizionali l andamento osservato in Emilia Romagna sembra confermare quanto rilevato a livello provinciale, con il rallentamento concomitante delle attività manifatturiere, del commercio, delle costruzioni e dell agricoltura, nel macro settore dei servizi alle persone e dei servizi alle imprese sembrano esserci andamenti in parte discordanti, con la crescita in regione, ma non in provincia, delle attività di turismo e ristorazione ed, in particolare, delle attività immobiliari e informatiche. Sedi di impresa Confronto Regione-Provincia per settore di attività - anno 2009 (valori assoluti) BO ER O Altri servizi pubblici,sociali e personali K Attiv.immob.,noleggio,informat.,ri cerca I Trasporti,magazzinaggio e comunicaz. H Alberghi e ristoranti G Comm.ingr.e dett.-rip.beni pers.e per la casa F Costruzioni D Attivita' manifatturiere LE DINAMICHE PER FORMA GIURIDICA L andamento delle quattro forme giuridiche osservate per la provincia di Bologna si conferma anche nel corso del 2009 sostanzialmente divergente: da un lato, si osserva il costante incremento delle società di capitale, cresciute nell ultimo anno di ulteriori 360 unità, fino a raggiungere un peso percentuale sul totale delle imprese provinciali del 24,6% (con un tasso di crescita annuale pari a +1,51%, frutto non tanto delle nuove iscrizioni, che rappresentano il 24% circa di quelle complessive, quanto di un flusso di cessazioni decisamente contenuto, il cui peso risulta di oltre sette punti % inferiore a quello delle iscrizioni). In crescita, con 41 unità in più, anche le altre forme d impresa 6, che si confermano su valori positivi ormai da un triennio, anche se con un peso ancora poco rilevante (2,5%) sul totale

7 Consistenza ed incidenza delle diverse forme giuridiche sullo stock annuale Stock al 31/ Società di capitali Società di persone Anno ,5% 24,6% Ditte individuali ,2% Altre forme Totale Società di capitali Ditte individuali 21,8% Società di persone Altre forme Dopo un buon risultato a metà dell anno, frutto almeno in parte dell attenzione riservata all autoimpiego nelle forme più semplici da parte di chi ha difficoltà a mantenere il posto di lavoro in questo periodo di crisi, le forme giuridiche più semplici sembrano invece confermare una dinamica in rallentamento: diminuiscono sia le società di persone (-221 unità, con un peso del 21,8%) che le ditte individuali, che a fine 2009 registrano 390 unità in meno, pur continuando a rappresentare il 51% delle imprese registrate nel territorio bolognese (sostanzialmente in linea con quanto osservato a fine 2008). La dinamicità delle ditte individuali è evidenziata peraltro dalle iscrizioni (oltre 10 imprese al giorno si sono iscritte in corso d anno), a fronte di un valore delle cessazioni che si mantiene comunque elevato (ben oltre 6 imprese su 10 cessate nel 2009 sono ditte individuali). Sedi di impresa - Confronto Regione-Provincia per forma giuridica - anno Società di capitali Società di persone Ditte individuali Altre forme Bologna Emilia Romagna Anche il raffronto tra le dinamiche della provincia di Bologna ed i risultati raggiunti a livello regionale sembra confermare il processo di ristrutturazione organizzativa delle imprese in atto ormai da alcuni anni: le società di capitale e le altre forme di impresa presentano infatti andamenti crescenti sia a - 7 -

8 livello provinciale che in ambito regionale, mentre le società di persone e le ditte individuali sono in calo anche in Emilia Romagna: da notare, in particolare, che il saldo delle ditte individuali in provincia definisce solo un decimo del saldo complessivo delle ditte individuali regionali, mentre il saldo delle società di capitale bolognesi rappresenta poco meno di un quarto del saldo delle società di capitale emiliano romagnole in complesso. I FALLIMENTI Un ulteriore, prezioso elemento di conoscenza dello stato del tessuto imprenditoriale viene dall analisi dello stato di attività. In particolare, le dinamiche di entrata in fallimento sono un aspetto importante dello stato di salute aziendale e, più in generale, di quello della congiuntura economica, poiché identificano comunque la chiusura di un attività. Fallimenti dichiarati in provincia di Bologna - anno 2009 n fallimenti % su 1000 imprese registrate 1, , , ,50 2,00 1,50 1,00 0,50 0,00 Sebbene sia opportuno ricordare che parte delle nuove procedure fallimentari di fine 2009 verranno iscritte nel Registro delle Imprese solo nel primo trimestre dell anno in corso, anche l analisi dei fallimenti sembra confermare la battuta d arresto del sistema economico provinciale osservata attraverso la nati-mortalità imprenditoriale: cresce di oltre il 100% in un biennio il numero dei fallimenti in provincia, quasi una ogni due giorni nell ultimo anno. In crescita, in modo pressoché analogo, anche l andamento dei fallimenti in rapporto allo stock delle imprese esistenti, passati dall 1,03 per 1000 imprese registrate del 2007 al 2,13 del

9 1 A partire dal 2005, in applicazione del Dpr. 247/04 e successiva circolare n. 3585/C del Ministero delle Attività Produttive, sono stati forniti alle CCIAA i criteri necessari per giungere alla cancellazione d ufficio di quelle imprese non più operative da almeno tre anni e, tuttavia, ancora figurativamente iscritte al Registro Imprese. L analisi delle cessazioni è pertanto da considerarsi, a decorrere dal 1 trimestre 2006, al netto di tali attività meramente amministrative. E opportuno ricordare peraltro che l allargamento delle possibilità per le Camere di Commercio di ricorrere alle procedure di cancellazione d ufficio, comporta per ogni periodo una riduzione dello stock non derivante dall andamento propriamente economico della congiuntura demografica, ma piuttosto dalle decisioni di intervenire amministrativamente per regolarizzare la posizione di imprese non più operative: di conseguenza, i confronti intertemporali tra stock sono da utilizzarsi con cautela per non incorrere in interpretazioni dell andamento anagrafico non in linea con la congiuntura economica, perché potenzialmente influenzati da provvedimenti amministrativi. Dalle stesse considerazioni emerge come lo strumento più adatto per la valutazione congiunturale degli andamenti demografici resti il tasso di crescita, calcolato al netto delle cancellazioni d ufficio. 2 Da fine 2004 Movimprese include stabilmente l universo delle imprese agricole nella presentazione dei risultati con alcuni effetti statistici degni di nota sui diversi fenomeni demografici analizzati dall indagine. Precedentemente l evoluzione demografica dell agricoltura è sempre stata considerata a parte per la scarsa rilevanza della serie storica disponibile, dato che gran parte delle imprese di questo importante settore sono state incluse nelle statistiche delle Camere di commercio solamente a partire dal 1997, in concomitanza con la nascita del Registro delle Imprese. In termini strutturali, l inclusione del settore agricolo accresce l incidenza delle ditte individuali (largamente prevalenti, con l 85,7%, tra le imprese agricole) che era pari al 46,8% fra le imprese extra-agricole e che ora è pari al 51,2% sul totale di tutte le imprese. Conseguentemente si riduce il peso di tutti gli altri tipi di impresa costituiti adottando una qualche forma societaria. In termini congiunturali, l inclusione delle imprese agricole tende ad aumentare il fenomeno delle cessazioni: l agricoltura è un settore tradizionale nel quale cresce continuamente la produttività e che, insieme a profonde trasformazioni, negli ultimi anni conosce una continua riduzione del numero delle aziende, unita ad un elevata mortalità settoriale, confermata peraltro dalle 565 imprese cessate nel corso del 2009, e dalle oltre 300 imprese mediamente cessate all anno negli ultimi dodici anni. 3 Valori di stock e movimenti di flusso non sempre danno risultati coincidenti, a causa di variazioni che in corso d anno possono determinare cambiamenti delle variabili di flusso non riportati nello stock al tempo precedente. 4 Il saldo annuale a livello settoriale viene calcolato al lordo delle variazioni, che non danno luogo a cessazione e/o reiscrizione delle imprese, ma che possono modificare la consistenza delle ditte a livello, in particolare, di rami di attività economica. 5 E opportuno ricordare peraltro che la fase espansiva del settore delle costruzioni può nascondere, in alcuni casi, un mero passaggio dalla condizione di occupato alle dipendenze a quella di lavoratore autonomo: questa ipotesi, suffragata peraltro dai dati Excelsior sul mercato del lavoro dipendente, sembra trovare ragione nella maggiore convenienza delle imprese a disporre di maestranze autonome anziché alle dipendenze. 6 Il raggruppamento delle altre forme conosce più di 40 tipologie di soggetti giuridici. A titolo di orientamento per il lettore, le tipologie più numerose sono: - società cooperative in genere e, in particolare, società cooperative a responsabilità limitata (la tipologia più numerosa in assoluto) - consorzio - consorzio con attività esterna - società consortile - società consortile per azioni o a responsabilità limitata - 9 -