1. Geomorfologia delle coste sabbiose

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "1. Geomorfologia delle coste sabbiose"

Transcript

1 1. Geomorfologia delle coste sabbiose La costa è il luogo fisico in cui terra, il mare e l aria si incontrano (Pranzini, 2004), la cui identificazione è tutt altro che facile per le continue variazioni del livello del mare e per le interruzioni dovute alle foci dei fiumi, alle lagune e ai ghiacciai che fluiscono direttamente in mare, dando origine ad un area di transizione tra ambiente continentale e marino caratterizzata e determinata da fenomeni estremamente complessi. La costa in realtà rappresenta ben più di una linea su una carta geografica, estendendosi, nell accezione comune e in quella delle varie forme amministrative di gestione, in una fascia più ampia di zona costiera. L azione morfologica del moto ondoso si esercita infatti per parecchie decine di metri verso l interno, così come la presenza del mare condiziona fortemente il clima di una regione per chilometri nell entroterra e di conseguenza anche la vegetazione. L adozione di criteri di definizione spaziale più ampi, che determinino una fascia di entroterra coinvolta nella definizione, sono assai più diffusi, anche se non univoci e soggetti a inevitabili variazioni in funzione dell approccio d indagine. Nello studio geomorfologico dei tratti costieri sono state proposte negli anni molte classificazioni, non sempre accettate da altri studiosi, che differiscono sostanzialmente per approcci basati sulle forme, di tipo prevalentemente descrittivo, o sui processi che li hanno generati (Pranzini, 2004). In questa sede non entriamo nella disquisizione sulle varie classificazioni proposte, limitandoci ad adottarne una di tipo descrittivo, semplice, immediata e utile ai nostri fini, ovvero la distinzione in coste alte e coste basse. Per costa alta si intende un tipo di costa morfologicamente articolata, caratterizzata da una certa pendenza ed altezza, a differenza delle coste basse, che con pendenze debolissime, assumono, in prossimità della linea di riva, quote topografiche nulle. Le coste basse sono essenzialmente rappresentate da spiagge, accumulo di sedimenti non consolidati e di dimensioni ed origine variabile, che costituiscono circa il 40% delle coste del mondo (Bird, ex Pranzini, 2004). I fattori che determinano le caratteristiche fisiografiche dell ambiente costiero sono prevalentemente meccanici (maree, onde, correnti, vento) e subordinatamente climatici, biologici e chimici. I sedimenti, alle medie latitudini, sono prevalentemente prodotti dall alterazione superficiale delle rocce che costituiscono i bacini idrografici dei rispettivi fiumi di alimentazione. Negli ambienti costieri con elevata energia del moto ondoso avviene una rapida abrasione dei granuli costituiti dai minerali più teneri e un accumulo di quelli formati dai più duri, per questo molte spiagge, non continuativamente alimentate, 9

2 tendono ad essere formate in prevalenza da granuli di quarzo, come alcune della Sardegna o la piccola Cala Violina in provincia di Grosseto. I sedimenti delle spiagge alle alte latitudini sono spesso prodotti dall erosione costiera di rocce poco cementate di origine recente, come nella costa atlantica degli Stati Uniti o anche nel Nord Europa. Le coste sabbiose possono essere alimentate anche dai venti, in particolare laddove ci sono deserti prossimi al mare, come in Mauritania o Namibia o essere costituite da gusci di conchiglie o frammenti di coralli come avviene in ambiente tropicale, in coste ben protette o presso estuari e lagune. L origine dei sedimenti può anche essere strettamente legata alle attività e ai prodotti umani, basti pensare ai pezzi di vetro, di mattoni o addirittura plastica o ai materiali di risulta delle attività estrattive, di cui possiamo trovare esempi in alcune spiagge toscane del settore orientale dell Isola d Elba e in quella di Baratti o della Sardegna a Buggerru. Così come per l origine anche la dimensione dei sedimenti delle spiagge può essere assai variabile, dalla sabbia fine sino alla ghiaia, ai ciottoli e ai massi. Sedimenti più fini delle sabbie si trovano solamente in ambienti a bassa energia come le spiagge lagunari o all interno di estuari. La tendenza generale a riscontrare in ambienti ad alta energia sedimenti più grossolani e meglio classati (costituiti da per la maggior parte da elementi delle stesse dimensioni) può subire molte eccezioni a causa dell origine del materiale, come avviene in numerose spiagge oceaniche ricche di sabbia fine, giunta da molto lontano e priva degli elementi più grossolani persi lungo il percorso. Le caratteristiche morfologiche dell Italia determinano una notevole variabilità delle dimensioni dei granuli che costituiscono le coste sabbiose: fiumi derivanti da grandi pianure alluvionali (come il Po o l Adige) riescono a portare solo sedimenti di dimensioni minori, mentre fiumi a carattere torrentizio con tragitti ad elevata pendenza, quali molti di quelli appenninici, portano alla foce elementi più grossolani. Sotto l attacco del moto ondoso la spiaggia assume una forma che consente una più efficace dissipazione dell energia, in dipendenza dalle onde incidenti e dalle caratteristiche granulometriche dei sedimenti, tanto che il suo profilo cambia continuamente. Le onde modellano la costa a partire da quando il moto orbitale delle particelle d acqua subisce l attrito con il fondale; in teoria quindi fino a dove si ha una profondità pari a circa la metà della lunghezza dell onda incidente. Ne consegue che le zone più prossime alla riva sono quelle rimodellate in continuazione mentre le parti più distanti subiranno mutamenti significativi solo in caso di eventi eccezionali, in grado di muovere i sedimenti lì deposti. 10

3 Osservando il profilo di una costa sabbiosa sono individuabili tre unità principali: la spiaggia emersa o retrospiaggia (backshore, il cui limite interno è collocato al piede di eventuali sistemi dunali presenti), la spiaggia intertidale o foreshore (alternativamente inondata ed esposta all atmosfera ad opera del moto ondoso e delle maree), la spiaggia sommersa o esterna (shoreface). Figura 1: Profilo di una spiaggia (da APAT, 2007) Il limite verso il largo della spiaggia sommersa deve essere considerato quello della profondità di chiusura, oltre la quale si considerano trascurabili, per un dato tempo di ritorno, le variazioni di morfologia del fondale. In altre parole, la profondità di chiusura è la profondità oltre la quale l energia del moto ondoso non è più in grado di determinare spostamenti significativi di sedimento. Il limite interno è collocato in corrispondenza delle dune poiché si tratta delle aree in cui non si risente più (in un certo periodo, a meno di mareggiate eccezionali) del moto ondoso, ed il vento è in grado di movimentare la sabbia asciutta della spiaggia emersa. Dalla duna verso il mare possono rinvenirsi una o più creste a sezione triangolare che individuano le berme, strutture che si generano in corrispondenza di zone a forte deposizione, causata dall infiltrazione dell acqua nella sabbia insatura. In seguito a forti mareggiate, è possibile individuare, oltre a quella ordinaria, altre berme più interne, delle quali la più alta è detta di tempesta, generatesi nel momento in cui le onde, caratterizzate da un maggiore run-up, spingono l acqua al di sopra della berma ordinaria, determinandone l erosione e generandone altre più arretrate e di maggiore altezza. La pendenza del profilo dipende fondamentalmente dall energia del moto ondoso e dalla granulometria del 11

4 sedimento: essa aumenta con l altezza media delle onde, e, tenendo costante questo parametro, all aumentare della granulometria. Figura 2: Pendenza di una spiaggia (da Pranzini, 2004) Nella porzione sommersa della spiaggia possono essere presenti una o più barre, cordoni di sabbia ad andamento approssimativamente subparallelo alla spiaggia, eventualmente separati da solchi o truogoli, che si originano in corrispondenza della linea dei frangenti. E questa la zona in cui le onde, a causa dell interazione col fondale, aumentano la loro ripidità, superando il limite di stabilità: si verifica così il frangimento. In questa fase le onde cominciano a mobilizzare ingenti quantità di sedimento; questo flusso di acqua e materiale verso riva (on-shore) si incontra con quello in direzione opposta (off-shore), innescato dall innalzamento del livello del mare (associato al flusso di massa verso terra), che si verifica nei pressi della riva. Questa circolazione si chiude in corrispondenza della linea dei frangenti, dove il flusso off-shore perde capacità di trasporto ed abbandona il sedimento, che va a costituire la barra. Vista la forte interazione tra profilo di spiaggia e clima ondoso, Shepard (1950) definì un profilo estivo ed uno invernale, generalizzando le modifiche che una stessa spiaggia può subire in funzione delle condizioni meteorologiche. Superando questo approccio eccessivamente semplicistico, è pur vero che, come evidenzia Pranzini (2004), si possono individuare e caratterizzare un profilo di tempesta (storm profile), contraddistinto da numerose barre e maggiori pendenze determinate dalle intense mareggiate, e un profilo di mare lungo (swell profile), in 12

5 cui le barre sono utilizzate dal moto ondoso per l accrescimento della spiaggia, diminuendo le loro dimensioni e la distanza dalla riva (Bovina et Sinapi 2008). Figura 3: Bilancio sedimentario costiero (da APAT, 2007) Lo sviluppo longitudinale di una spiaggia è il risultato di numerosi processi che le fanno assumere la configurazione migliore per opporsi al moto ondoso. In condizioni ideali di equilibrio e senza alimentazione una costa sabbiosa dovrebbe avere un andamento tale che i fronti delle onde vi arrivino ortogonalmente, senza flusso di sedimenti lungo la riva. Poichè le spiagge normalmente in particolare in Italia vengono investite da onde di diversa provenienza e intensità, l andamento della linea di riva è il risultato delle varie forze in gioco, anche se spesso si può identificare un onda prevalente che ne determina l andamento. Altri fattori che contribuiscono a determinare lo sviluppo longitudinale della spiaggia possono essere una marcata stagionalità del moto ondoso, così come la presenza di foci dei fiumi, con il loro apporto sedimentario, o irregolarità del fondo, come isole, rocce o secche che possono modificare la direzione e l intensità delle onde. Quindi la spiaggia costituisce un entità in continuo movimento, anche qualora raggiunga lo stato di equilibrio. Ogni spiaggia presenta una propria fisiologia, determinata da fattori diversi (onde, maree, correnti costiere, vento, apporti sedimentari), influenzati a loro volta dalle variazioni del livello marino, dall assetto geologico e dalle caratteristiche fisiografiche della regione. Tutti i processi propri del ciclo sedimentario (erosione, trasporto e sedimentazione) si succedono in rapida sequenza, definendo il bilancio costiero o sedimentario della spiaggia, cioè il bilancio tra apporti e perdite di sedimento. Il bilancio si riferisce generalmente all unità fisiografica, tratto di litorale che sottende uno o più corsi d acqua, dove i sedimenti presentano movimenti confinati all interno dei limiti dell unità stessa e 13

6 dove gli scambi di sedimenti tra unità fisiografiche adiacenti sono da considerarsi nulli. Il limite verso largo dell unità fisiografica è individuato dalla già vista profondità di chiusura (Bovina et Sinapi 2008). Le voci principali di input del bilancio di una costa bassa sono l apporto di sedimenti dai sistemi fluviali e/o da quelli prodotti dall erosione delle coste alte che la delimitano, mentre le voci di perdita sono inerenti al flusso di sedimenti verso il largo. In realtà il bilancio sedimentario è assai complesso, in quanto legato a vaste unità territoriali e influenzato da moltissimi processi che possono condizionarne sia l apporto fluviale che le perdite in mare. Figura 4: Bilancio sedimentario costiero (da Pranzini, 2004) Le dune costiere rappresentano l elemento di transizione tra il sistema deposizionale costiero delle spiagge e l ambiente dell entroterra, svolgendo un importante ruolo di raccordo funzionale sia fisico che biotico. Esse devono la propria genesi ed evoluzione al vento, che preleva i granuli di sedimenti dalla spiaggia, trasportandoli fino a quando la sua velocità lo consente o fino a quando trovano un ostacolo. Questo processo, chiamato deflazione, si svolge in realtà secondo regole più complesse e le particelle estremamente fini, quali i limi e le argille che sono coesive e formano superfici lisce, possono opporsi all'erosione più di quanto non lo facciano le sabbie. Quando la velocità del vento supera i 3 m/s i primi granelli che iniziano a muoversi hanno dimensioni di circa 0,06 mm, mentre le particelle più fini e quelle più grossolane necessitano di velocità superiori per essere messe in movimento. I granelli di 0,02 mm, per esempio, inizieranno a muoversi solo quando il vento avrà 14

7 già raggiunto i 5 m/s, e allora nel flusso sedimentario dovremmo trovare anche particelle di 0,2 mm. Questi dati si riferiscono a materiali monodimensionali, nel qual caso i granelli fini sono estremamente coesivi e formano superfici poco scabrose dalle quali è difficile distaccare i singoli granuli; ma in un deposito eterogeneo, i granelli più piccoli vengono asportati dal vento assai più facilmente (Pranzini, 2004). Le cose si complicano ulteriormente in quanto il vento, in prossimità delle asperità del suolo, presenta un flusso non laminare con frequenti variazioni di velocità. Dove viene superata la velocità limite per determinati granelli, questi vengono messi in movimento e anche sollevati, ma ricadono al suolo dopo aver percorso una traiettoria più o meno lunga. Questo movimento per «saltazione» interessa circa il 75% della sabbia in transito in una determinata sezione, mentre il restante 25% è soggetto a un processo di trascinamento (creeping), sia per la spinta del vento radente che per impatto dei granuli che dopo ogni salto ricadono al suolo (Pethick ex Pranzini, 2004). La gran parte della sabbia, quindi, si muove attraverso una serie di salti e rimbalzi, attraverso i quali si possono sollevare e mettere in movimento altre particelle. La quota raggiunta dai granelli non è mai molto alta, e il 50% del flusso avviene nei primi 5 cm dalla superficie (Zenkovich ex Pranzini, 2004). Figura 4: Meccanismi di movimento dei granuli di sabbia (da Pranzini, 2004) Tutti questi movimenti interessano comunque la frazione a granulometria minore di tutta l area della spiaggia, dove si forma un deposito residuale costituito da particelle di dimensioni medie maggiori rispetto a quelle del materiale originario. L'effetto di questi processi appare evidente analizzando le dimensioni dei granuli che costituiscono i vari depositi costieri: in genere una duna è formata da materiali più fini e meglio classati rispetto a quelli che costituiscono la spiaggia antistante. Sotto l'azione del vento la superficie della spiaggia si modella in ripples, la cui altezza può raggiungere alcuni centimetri e la lunghezza alcuni decimetri, in funzione diretta con la velocità del vento e con le dimensioni dei granuli. 15

8 Superfici orizzontali estremamente regolari possono trarre origine anche da altro processo, legato al fatto che la sabbia umida è poco soggetta alla deflazione, è così che venti anche intensi non possono determinare l abbassamento del profilo della spiaggia oltre il livello della falda freatica, che normalmente è prossimo a quello del mare, e che quindi diviene il livello di base dell erosione eolica. Quando il vento incontra un ostacolo, che può essere costituito da vegetazione rocce e manufatti, ma anche da materiale portato dal mare sulla spiaggia, il suo flusso viene modificato sia in termini di direzione che di velocità. Localmente la velocità può anche aumentare, determinando erosioni concentrate, ma spesso tende a ridursi, consentendo la deposizione di parte della sabbia trasportata. Elementi geometrici ben definiti, come recinzioni o edifici, determinano spesso un accumulo di sabbia sul lato sopravento, che può però essere separato dall ostacolo da un profondo solco dovuto a correnti erosive localizzate o inversioni di direzione del flusso (Pranzini, 2004). Il materiale che si muove per effetto del creeping è meno soggetto a questi processi e fluisce verso l'ostacolo fermandosi alla base, a meno che qui non si vengano a formare vortici capaci di allontanarlo, sempre per creeping o per saltazione. La vegetazione costituisce un ostacolo meno rigido e frena il vento in modo graduale, infatti dove essa è presente non si formano mai dei solchi e la duna si raccorda in modo morbido con la spiaggia. Già le piante delle prime fitocenosi, più prossime al mare, costituiscono un ostacolo sufficiente a formare una prima duna embrionale che, se non intaccata da forti oscillazioni stagionali della linea di riva, avrà modo di crescere e costituire una duna vera e propria (foredune). In questo processo la vegetazione che continua a crescere sopra di essa ha un ruolo determinante, mantenendo sempre una barriera semi-permeabile che «pettina» il vento e trattiene i granelli da esso trasportati. Nelle dune in accrescimento l'innalzamento di quota della sommità in genere avviene a un tasso di 0,3-0,5 m/anno (Pranzini 2004) e le specie che hanno determinato la formazione della duna embrionale vengono sostituite da altre più adatte a vivere nel nuovo ambiente. Nell ambito degli studi botanici questa stretta relazione tra vento e vegetazione nella genesi delle dune fu già studiata e definita negli anni 30 da Kuhn Holz-Lordat come binomio dinamico, ed è stata successivamente ampliata da Pignatti in trinomio dinamico, aggiungendo la sabbia come terzo imprescindibile fattore necessario a definire il sitema (Pignatti, 2002). Se la spiaggia è in accrescimento, la foredune può vedere davanti a sé la formazione di un altro cordone sabbioso che la priverà di una parte consistente dell'apporto eolico. La vecchia duna avrà quindi un'evoluzione più lenta, mentre si accrescerà rapidamente il nuovo cordone. È così che con il passare del tempo, in 16

9 spiagge soggette a progradazione, i cordoni sabbiosi si affiancano l'uno all'altro, formando sistemi dunali profondi fino ad alcuni chilometri. Se la progradazione della spiaggia è rapida, la nuova foredune si formerà a una certa distanza dalla vecchia, lasciando fra le due una zona depressa, che potrà successivamente trasformarsi in uno stagno interdunale. Una rapida progradazione della costa favorisce lo sviluppo di numerose dune embrionali che non hanno però la possibilità di crescere e diventare vere e proprie foredunes. Solo se la linea di riva non subisce consistenti spostamenti o se la crescita della spiaggia è molto lenta si possono formare dune costiere molto elevate, altrimenti si sviluppa una pianura costituita da cordoni di spiaggia o da dune embrionali. Il modello concettuale di Psuty prevede la possibilità di sviluppo delle dune anche su litorali in erosione, ma la loro formazione è comunque il naturale risultato quando la spiaggia è in avanzamento o equilibrio (Pranzini, 2004). Figura 5: Modello di Psuty (da Pranzini et Simeoni, 2005) Dopo quanto detto, non sorprenderà il fatto che la disposizione di gran parte delle dune costiere, indipendentemente dalla direzione da cui spira il vento, sia sempre parallela alla riva. Il motivo di ciò risiede nel fatto che la vegetazione può svilupparsi solo a una ben determinata distanza dal mare, a causa delle condizioni ambientali, ed è a quella distanza che può contribuire alla formazione di un cordone sabbioso, che viene quindi a trovarsi sempre parallelo alla riva. 17

10 Ciò non avviene in quegli ambienti in cui la vegetazione non può sopravvivere o dove la disponibilità di sabbia e l'energia del vento sono tali da coprire la vegetazione e dare luogo a dune mobili che, in questo caso, si svilupperanno con direzioni allineate a quelle dei venti prevalenti, modificandosi eventualmente con il mutare delle stagioni. In queste dune si può apprezzare meglio il profilo caratteristico dei depositi eolici, che vede il lato sopravento a debole pendenza e quello sottovento piu ripido. Il primo riceve costantemente materiale dalla spiaggia antistante, ma viene anche eroso dal vento, che trasporta i granuli fino alla cresta della duna, dove la compressione del flusso fa registrare le massime velocità. Più alta è la duna e più veloce è il vento sulla cresta, tanto che un processo di feedback ne inibisce una crescita indefinita. Superata la cresta, il vento riduce la propria velocità e abbandona parte delle particelle che trasportava; altre dalla cresta cadono per gravità per andare a costituire un versante con pendenza regolare e costante, determinata dall'angolo di riposo dei materiali. Questo è normalmente compreso fra i 32 e i 34, con i sedimenti più grossolani che danno luogo a un pendio più ripido (Pranzini, 2004). In entrambi i lati si possono generare vortici che determinano un'inversione dei flussi, quelli che si formano sul lato posto sottovento contribuiscono all'accrescimento di questo fianco della duna. La crescita della duna su questo lato e l'erosione del lato opposto sono i processi che determinano il movimento dell'intero corpo dunale, che può avvenire solamente se la copertura vegetale è scarsa o assente. Le dune non fissate dalla vegetazione si muovono piuttosto rapidamente, con una velocità direttamente proporzionale a quella del vento e inversamente proporzionale al volume del corpo sabbioso. In questa migrazione le dune possono spingersi in profondità nell'entroterra, accumularsi alla base dei rilievi o risalire anche ripide falesie per andare a posizionarsi alla loro sommità (Pranzini, 2004). I processi di cui abbiamo parlato mostrano come siano complessi i fenomeni che regolano la formazione delle coste e delle dune sabbiose, in cui i processi biotici, ed in particolare lo sviluppo della vegetazione, giocano un ruolo fondamentale. Bisogna però sottolineare che, oltre alle funzioni connesse con i processi ecosistemici, i sistemi dunali vanno a svolgere anche importanti funzioni geologiche. Le dune infatti possono costituire una riserva di sabbia in grado di rialimentare le spiagge durante le fasi erosive dovute all andamento stagionale o a fenomeni di mareggiate eccezionali, costituendo anche una barriera morfologica contro l ingressione marina e le inondazioni. Particolarmente importante risulta essere il ruolo idrogeologico nel poter contenere l intrusione salina all interno delle acque 18

11 dolci delle falde freatiche continentali, grazie alla lente d acqua dolce che è presente con fluttuazioni stagionali negli apparati dunali e che determina un innalzamento del livello piezometrico (quota reale della falda sul livello del mare) (Bovina et Sinapi, 2008). L interfaccia tra acqua dolce e acqua salata si trova infatti a una profondità rispetto al livello del mare pari a circa 40 volte l altezza del livello piezometrico (legge di Ghyben Herzberg, un abbassamento di un metro del livello piezometrico, ad esempio per effetto del pompaggio di un pozzo, causa la risalita di 40 metri di un cono d acqua salata), pertanto questa lente d acqua sotto le dune può contribuire efficacemente contro i diffusi fenomeni di intrusione salina, dovuti nella maggior parte dei casi all eccessivo sfruttamento antropico delle falde freatiche. Figura 6: Il ruolo delle dune nel contrastare l'intrusione salina (da Antonellini et al. 2008) 19

12 20

13 2. Flora e vegetazione delle coste sabbiose 2.1 Inquadramento bioclimatico Definire il clima costiero risulta assai difficile in quanto è suscettibile di enormi variazioni locali determinate da molteplici fattori geografici e geomorfologici che possono creare processi particolari e talvolta occasionali nei diversi siti costieri. Indipendentemente da ciò tutte le aree costiere si trovano a subire condizioni climatiche particolari riconducibili al contrasto tra le proprietà termiche della terra e quelle del mare, che danno origine a gradienti barici tali da innescare flussi nell atmosfera che vanno a sommarsi o a ostacolare quelli che costituiscono la circolazione primaria a scala planetaria. A livello locale si esalta l azione termoregolatrice della massa idrica marina, che tende a riscaldarsi in estate e a cedere calore durante i mesi autunnali ed invernali, mentre in primavera-estate le acque, raffreddatesi durante l inverno, assorbono calore, temperando il clima litoraneo. In Italia questa azione è particolarmente sensibile lungo le coste dell Adriatico, che, essendo poco profondo e chiuso su tre lati, è un mare con maggiore tendenza al surriscaldamento durante i mesi estivi. Le spiagge e i sistemi dunali dell Italia sono tutti affacciati sul Mediterraneo, il popolamento di questi ambienti va quindi inquadrato nel contesto biogeografico della regione mediterranea. La zona biogeografica mediterranea viene definita proprio dalle sue caratteristiche climatiche: temperatura media annua compresa tra 14 e 18 C, precipitazioni più o meno abbondanti ( mm, ed anche localmente fino a 1500 mm e più) concentrate nella stagione fredda, mentre in estate si ha un periodo arido di (2) 3-5 mesi (Pignatti, 2002). In nessun mese la temperatura media scende al di sotto di 0 C; precipitazioni nevose e gelate sono rare e si verificano solo sporadicamente. Queste caratteristiche permettono la vita a specie sempreverdi, che possono continuare la fotosintesi anche nei mesi invernali e che si riproducono anche nell ambiente delle spiagge. Queste condizioni sono oggi prevalenti in tutto il bacino mediterraneo, ma non esclusive di questo, in quanto esse si manifestano anche in altre zone del mondo, come la California, il Cile centrale, alcune aree meridionali del Sudafrica e alcuni settori dell Australia occidentale e meridionale. Per quanto riguarda gli ambienti litoranei italiani, si può osservare come non tutti siano però associati a territori con caratteristiche di vera mediterraneità. Nella classificazione bioclimatica messa a punto da Rivas-Martinez (1997), secondo indici climatologici comunemente adottati negli studi sulla vegetazione (Ubaldi, 2003), e riscontrabile in figure 9 e 10, l Alto Adriatico ha infatti un clima di tipo temperato oceanico, mentre nelle Marche, così come nelle coste liguri e versiliesi, 21

14 il clima presenta un carattere di transizione (temperato oceanico sub mediterraneo) verso il tipo strettamente mediterraneo (mediterraneo pluvistagionale oceanico) che riguarda tutte le coste restanti. 22

L interazione geomorfologica tra spiagge e dune

L interazione geomorfologica tra spiagge e dune Convegno ISPRA CATAP sulla protezione delle dune costiere SOS DUNE Stato, problemi, interventi, gestione L interazione geomorfologica tra spiagge e dune Gioacchino Lena e Gaetano Osso 1 Le dune lungo i

Dettagli

Geomorfologia Eolica

Geomorfologia Eolica Geomorfologia Eolica Forme determinate dall azione del vento Duna: rilievo di sabbia costruito dal vento Tipi più comuni di dune Barcana: duna isolata che in pianta assomiglia ad una mezzaluna Esempi di

Dettagli

Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado

Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado laguna di Marano Comacchio, Sacca di Goro, Venezia, Caorle, Marano, Grado Origine delle lagune: condizioni geologiche e idrologiche Costa bassa: pianura alluvionale e ampia piattaforma continentale Escursione

Dettagli

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1

Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 Le coste: basse (foci fluviali, spiagge, lagune) e alte (ciglione carsico) FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 1 laguna di Marano FVG 17 Lagune GFGeol - STAN 2 Rappresentazione imprecisa, difficile FVG 17 Lagune

Dettagli

Lo studio é finalizzato a verificare la compatibilità degli interventi con le condizioni geologiche/gemorfologiche/geotecniche del siti.

Lo studio é finalizzato a verificare la compatibilità degli interventi con le condizioni geologiche/gemorfologiche/geotecniche del siti. ESECUTIVO B LUGLIO 1. Premessa Nel seguito si da conto dello studio geologico eseguito a supporto del progetto per la Realizzazione degli interventi di eradicazione delle specie alloctone e di ripristino

Dettagli

CAPITOLO 7: Ambiente costiero

CAPITOLO 7: Ambiente costiero CAPITOLO 7: Ambiente costiero 154 7.1: Difesa costiera Presentazione: L' ambiente costiero rappresenta un sistema naturale assai complesso e strettamente connesso alla rete fluviale retrostante che con

Dettagli

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA (Ass.to Territorio, Ambiente e Prot.Civile 13 Settore Geologia)

PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA (Ass.to Territorio, Ambiente e Prot.Civile 13 Settore Geologia) PROVINCIA REGIONALE DI RAGUSA (Ass.to Territorio, Ambiente e Prot.Civile 13 Settore Geologia) PROGETTO DEFINITIVO PER LA RICOSTRUZIONE DELLA SPIAGGIA COMPRESA TRA PUNTA ZAFAGLIONE E SCOGLITTI NEL COMUNE

Dettagli

Sistemi Deposizionali (parte II)

Sistemi Deposizionali (parte II) Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. VI Sistemi Deposizionali (parte II) C. Sistemi deposizionali Deltizi Sono dei sistemi deposizionali transizionali, che si formano quando un sistema

Dettagli

G3-Giornate Giovani GNRAC Quartiere Fieristico di Ferrara, 21 Settembre 2012

G3-Giornate Giovani GNRAC Quartiere Fieristico di Ferrara, 21 Settembre 2012 3 SALONE SULLA TUTELA DELLA COSTA COAST PROTECTION EXHIBITION 2 ND EDITION G3-Giornate Giovani GNRAC Quartiere Fieristico di EVOLUZIONE DI UN RIPASCIMENTO SOMMERSO (ALTO ADRIATICO) Dipartimento Scienze

Dettagli

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 11 Le Correnti Marine Sergio G. Longhitano Dipartimento di Scienze Geologiche

Dettagli

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA

PRINCIPI DI STRATIGRAFIA PRINCIPI DI STRATIGRAFIA STRATIGRAFIA: parte della Geologia che studia la successione delle rocce sedimentarie secondo l ordine di deposizione e cerca di ricostruire gli originari ambienti di sedimentazione.

Dettagli

1 As Progetto Mediterraneo

1 As Progetto Mediterraneo sulle coste 1 As Progetto Mediterraneo Il moto ondoso è un movimento variabile della parte superficiale delle masse d acqua, dei mari e degli oceani. La parte bassa delle onde incontra il fondale marino,

Dettagli

LE COSTE. Le coste del mondo

LE COSTE. Le coste del mondo LE COSTE Le coste del mondo Per costa s intende quella fascia di territorio posta tra il mare e il continente che risente delle azioni dirette e indirette del mare. Il suo limite interno sfuma gradualmente

Dettagli

La degradazione meteorica

La degradazione meteorica La Degradazione meteorica chimica (alterazione) comporta un cambiamento nella natura chimica delle rocce, con formazione di nuove sostanze Acqua piovana (idratazione) La degradazione meteorica Ossigeno

Dettagli

Morfodinamica delle spiagge

Morfodinamica delle spiagge Morfodinamica delle spiagge Il profilo di spiaggia Da notare il ruolo della barra lungocosta Rapporto tra barra ordinaria e barra di tempesta Ruolo della profondità di chiusura del profilo Berma di tempesta

Dettagli

sedimenti, realizzando adattamenti morfologici (dimensioni, forma, tracciato,

sedimenti, realizzando adattamenti morfologici (dimensioni, forma, tracciato, CAPITOLO 1 ELEMENTI DI RIQUALIFICAZIONE FLUVIALE In un progetto di gestione e riqualificazione di un corso d acqua la conoscenza delle problematiche e dei processi fisici e biologici, è la base per poter

Dettagli

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 12 Erosione Costiera ed Interventi in Difesa delle Coste Sergio G. Longhitano

Dettagli

CORSO DI METEOROLOGIA GENERALE E AERONAUTICA 6 - Le Correnti a Getto

CORSO DI METEOROLOGIA GENERALE E AERONAUTICA 6 - Le Correnti a Getto CORSO DI METEOROLOGIA GENERALE E AERONAUTICA 6 - DEFINIZIONE - ANALISI - GETTO POLARE GETTI A BASSA QUOTA - GETTO SUBTROPICALE GETTO TROPICALE DA EST C.A.T. - CLEAR AIR TURBULENCE Dr. Marco Tadini meteorologo

Dettagli

APAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici. Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine Servizio Difesa delle Coste

APAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici. Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine Servizio Difesa delle Coste APAT Agenzia per la protezione dell ambiente e per i servizi tecnici Dipartimento Tutela delle Acque Interne e Marine Servizio Difesa delle Coste CAPITOLO 3 IL CLIMA ONDOSO A LARGO DELLE COSTE ITALIANE

Dettagli

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra

Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino. Scopriamo le scienze della Terra Jay Phelan, Maria Cristina Pignocchino Scopriamo le scienze della Terra Capitolo 8 L idrosfera 3 1. Che cos è l idrosfera L insieme di tutte le acque presenti sulla Terra, in superficie e nel sottosuolo,

Dettagli

Ing. Domenico Bucca Barcellona Pozzo di Gotto (Me). WEB:

Ing. Domenico Bucca Barcellona Pozzo di Gotto (Me). WEB: Erosione delle coste Classificazione descrittiva delle coste La classificazione descrittiva di Shepard (1973) suddivide le coste in: - primarie, quando le configurazioni di superficie si riflettono in

Dettagli

PREMESSE ANALISI STORIOGRAFICA DELLA LINEA DI COSTA Assetto costiero ed unità fisiografica... 3

PREMESSE ANALISI STORIOGRAFICA DELLA LINEA DI COSTA Assetto costiero ed unità fisiografica... 3 PREMESSE... 2 1. ANALISI STORIOGRAFICA DELLA LINEA DI COSTA... 3 Assetto costiero ed unità fisiografica... 3 Analisi dell evoluzione storiografica del litorale nel periodo 1954 2006.... 4 2. INTERVENTI

Dettagli

Questi indicatori sono stati elaborati in relazione al territorio della Provincia di Ravenna.

Questi indicatori sono stati elaborati in relazione al territorio della Provincia di Ravenna. 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC) 3.1 - Gli indicatori meteorologici per lo studio della qualità dell

Dettagli

Un processo morfogenetico è un particolare meccanismo attraverso il quale un agente morfogenetico riesce a creare o modificare forme e depositi.

Un processo morfogenetico è un particolare meccanismo attraverso il quale un agente morfogenetico riesce a creare o modificare forme e depositi. Un agente morfogenetico è un fenomeno fisico e/o chimico che, attraverso l attivazione di meccanismi caratteristici, può generare o modificare le forme del rilevo e/o le caratteristiche dei depositi (morfogenesi).

Dettagli

L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l

L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l La formazione della Pianura Padana La Pianura Padana L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l avanfossa

Dettagli

Idrosfera. L insieme di tutta l acqua che si trova sulla Terra, in qualunque stato fisico, prende il nome di idrosfera.

Idrosfera. L insieme di tutta l acqua che si trova sulla Terra, in qualunque stato fisico, prende il nome di idrosfera. L insieme di tutta l acqua che si trova sulla Terra, in qualunque stato fisico, prende il nome di idrosfera. L acqua in natura può trovarsi allo stato solido, liquido e gassoso. La maggior parte dell acqua

Dettagli

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE

UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE UNIVERSITA DEGLI STUDI DI FIRENZE Facoltà di Scienze Matematiche Fisiche e Naturali Corso di Laurea in Scienze Naturali RISPOSTA DI UNA POCKET BEACH AD INPUT SEDIMENTARI DI ALTA INTENSITA E BASSA FREQUENZA

Dettagli

1 DATI METEOROLOGICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI PER L ANNO 2004

1 DATI METEOROLOGICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI PER L ANNO 2004 1 DATI METEOROLOGICI DELLA PROVINCIA DI RIMINI PER L ANNO 2004 Le condizioni meteorologiche condizionano fortemente la qualità dell aria di un territorio: infatti occorre ricordare che la concentrazione

Dettagli

La Terra e il paesaggio

La Terra e il paesaggio Fabio Fantini, Simona Monesi, Stefano Piazzini La Terra e il paesaggio Dinamica dell idrosfera e dell atmosfera Capitolo 3 Idrosfera: la sfera acquea Lezione 8 Le acque sotterranee 3.1 I corpi idrici e

Dettagli

LEZIONE N. 4 SCIENZE MISURA DELLA CIRCONFERENZA TERRESTRE

LEZIONE N. 4 SCIENZE MISURA DELLA CIRCONFERENZA TERRESTRE Date: 13 e 27 ottobre 2015 Docente: Claudio Lancini LEZIONE N. 4 SCIENZE MISURA DELLA CIRCONFERENZA TERRESTRE Già al tempo degli antichi Egizi, molti scienziati avevano capito che la Terra non era piatta

Dettagli

LE ACQUE SOTTERRANEE

LE ACQUE SOTTERRANEE LE ACQUE SOTTERRANEE Acque sotterranee: si organizzano in corpi idrici con caratteristiche differenti a seconda del tipo di materiale Rocce cristalline o sedimentarie: circolano prevalentemente lungo fratture

Dettagli

14. L ambiente marino

14. L ambiente marino 14. L ambiente marino Novembre 1997. La acque dell Oceano Pacifico orientale presentano un sensibile aumento della temperatura, attribuito a un episodio di El Niño. Dal confronto delle due immagini, costruite

Dettagli

Progetto CReIAMO PA Competenze e Reti per l Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA

Progetto CReIAMO PA Competenze e Reti per l Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA Progetto CReIAMO PA Competenze e Reti per l Integrazione Ambientale e per il Miglioramento delle Organizzazioni della PA Linea di intervento LQS1 Valutazioni ambientali Azioni per il miglioramento dell

Dettagli

Spiaggia emersa. Spiaggia sottomarina. Berma di tempesta. Terrazzo di bassa marea. battigia. avanduna. Berma ordinaria.

Spiaggia emersa. Spiaggia sottomarina. Berma di tempesta. Terrazzo di bassa marea. battigia. avanduna. Berma ordinaria. LE SPIAGGE Spiaggia emersa Spiaggia intertidale Spiaggia sottomarina avanduna Berma di tempesta Berma ordinaria battigia Terrazzo di bassa marea Zona a barre e truogoli (Carobene &Brambati, 1975) rottura

Dettagli

La formazione della Pianura Padana La Pianura Padana

La formazione della Pianura Padana La Pianura Padana La formazione della Pianura Padana La Pianura Padana L assetto geomorfologico della pianura padana è strettamente connesso al modello genetico della sua formazione. La Pianura Padana costituisce l avanfossa

Dettagli

Prof.ssa Elena Cosi - Classe 3D Progetto See the Sea Life A.S Liceo Scientifico A. Volta Colle di Val d Elsa (SI)

Prof.ssa Elena Cosi - Classe 3D Progetto See the Sea Life A.S Liceo Scientifico A. Volta Colle di Val d Elsa (SI) Prof.ssa Elena Cosi - Classe 3D Progetto See the Sea Life A.S. 2012-13 Liceo Scientifico A. Volta Colle di Val d Elsa (SI) How inappropriate to call this planet Earth when it is quite clearly Ocean. Arthur

Dettagli

I fronti d aria. Sono delle superfici di contatto tra due differenti masse d aria: Fronte caldo. Fronte freddo. Fronte occluso. Fronte stazionario

I fronti d aria. Sono delle superfici di contatto tra due differenti masse d aria: Fronte caldo. Fronte freddo. Fronte occluso. Fronte stazionario I fronti d aria Sono delle superfici di contatto tra due differenti masse d aria: Fronte caldo Fronte freddo Fronte occluso Fronte stazionario Le perturbazioni Si originano dai movimenti delle masse d

Dettagli

Carte meteorologiche, fronti, instabilità

Carte meteorologiche, fronti, instabilità Carte meteorologiche, fronti, instabilità Le scale meteorologiche Le masse d aria Alte e basse pressioni Le carte meteorologiche I sistemi frontali Plampincieux, 28 maggio 2007 Le scale meteorologiche

Dettagli

V.E.C.T.O.R. VulnErabilità delle Coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nel ciclo del carbonio mediterraneo

V.E.C.T.O.R. VulnErabilità delle Coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nel ciclo del carbonio mediterraneo V.E.C.T.O.R. VulnErabilità delle Coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nel ciclo del carbonio mediterraneo 2006-2009 Stazione Zoologica A. Dorhn Napoli Ente per

Dettagli

Prof. Paolo Veltri - Università della Calabria La programmazione regionale e lo stato dell arte sulla difesa delle coste in Calabria

Prof. Paolo Veltri - Università della Calabria La programmazione regionale e lo stato dell arte sulla difesa delle coste in Calabria Prof. Paolo Veltri - Università della Calabria La programmazione regionale e lo stato dell arte sulla difesa delle coste in Calabria Il dissesto e la difesa del suolo e delle acque devono essere considerati

Dettagli

Relazione Finale di Ricerca Ripascimenti in ghiaia e ipotesi progettuali per il riequilibrio della spiaggia del Pozzale, isola Palmaria

Relazione Finale di Ricerca Ripascimenti in ghiaia e ipotesi progettuali per il riequilibrio della spiaggia del Pozzale, isola Palmaria Università degli Studi di Parma Dipartimento di Ingegneria e Architettura Dipartimento di Scienze della Terra MASTER UNIVERSITARIO INTERSEDE IN SCIENZE COSTIERE APPLICATE ANNO ACCADEMICO 2010-11 Relazione

Dettagli

IL MARE ESPLORIAMO INSIEME... Come mai la costa assume queste strane forme? La risposta è a pagina...

IL MARE ESPLORIAMO INSIEME... Come mai la costa assume queste strane forme? La risposta è a pagina... ESPLORIAMO INSIEME... IL MARE La forma della nostra penisola, stretta e lunga, fa sì che non ci siano territori molto distanti dal mare. L Italia è circondata dalle acque del Mediterraneo e la sua storia

Dettagli

Impatti dei cambiamenti climatici a livello locale LIGURIA

Impatti dei cambiamenti climatici a livello locale LIGURIA CRES - Climaresilienti II INCONTRO: Misure di adattamento ai cambiamenti climatici Impatti dei cambiamenti climatici a livello locale LIGURIA Cosa è già cambiato Un riscaldamento globale medio di 0,74

Dettagli

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA

STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA REGIONE SICILIANA DIPARTIMENTO CORPO REGIONALE DELLE MINIERE SERVIZIO GEOLOGICO E GEOFISICO STUDIO SULL EROSIONE DELLA COSTA TERRITORIO COMUNALE DI TUSA Dott.ssa Geol. Daniela Alario - Dr. Geol. Giovanni

Dettagli

TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA:

TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA: TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA: STATO DEL FENOMENO EROSIVO IN ITALIA Luigi E. Cipriani Regione Toscana Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile In collaborazione con: Angela Barbano, Matteo

Dettagli

Le spiagge della Toscana

Le spiagge della Toscana Studi costieri - 2006-10: Lo stato dei litorali italiani Le spiagge della Toscana Lunghezza del litorale Costa alta Costa bassa Spiagge in erosione 440 km 241 km 199 km 77 km Le spiagge della Toscana costituiscono,

Dettagli

climaticamente questa vasta area ed eventualmente verificare se sono stati registrati cambiamenti significativi degli stessi

climaticamente questa vasta area ed eventualmente verificare se sono stati registrati cambiamenti significativi degli stessi I CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE UMIDE CON ESTATE CALDA Introduzione Con questo articolo inauguriamo una rassegna sui climi italiani iniziando da quelli identificati, nella convenzione internazionale,

Dettagli

Evoluzione della costa: studi eseguiti

Evoluzione della costa: studi eseguiti Evoluzione della costa: studi eseguiti Analisi della posizione della linea di riva dal 1954 ad oggi Caratteristiche della sabbia nel tratto dal porto a Pian d Alma (Dipartimento di Scienze della Terra)

Dettagli

Il vento. Il vento. Il vento 10/02/2019

Il vento. Il vento. Il vento 10/02/2019 è lo spostamento di una massa d aria provocato da una differenza di pressione. L aria infatti si sposta da una zona di alta pressione (area anticiclonica) verso una di bassa pressione (zona ciclonica).

Dettagli

Stato del litorale emiliano-romagnolo erosione e interventi di difesa

Stato del litorale emiliano-romagnolo erosione e interventi di difesa Stato del litorale emiliano-romagnolo erosione e interventi di difesa Ravenna, 30 Novembre 2016 M. Aguzzi, N. De Nigris, M. Morelli, T. Paccagnella, S. Unguendoli Unità Mare Costa - Servizio IdroMeteoClima

Dettagli

Romagna: l alluvione perfetta durante le 15 ore di acqua alta marina continua.

Romagna: l alluvione perfetta durante le 15 ore di acqua alta marina continua. Romagna: l alluvione perfetta durante le 15 ore di acqua alta marina continua. Valerio Buonomo, borsista c/o CNR-ISAFOM. Franco Ortolani, Ordinario di Geologia, docente del Master in Pianificazione Comunale,

Dettagli

Coprono 71% superficie terrestre vita originata Fonte Contengono 97%

Coprono 71% superficie terrestre vita originata Fonte Contengono 97% Gli oceani e i mari Coprono il 71% della superficie terrestre (81% nell emisfero australe e 61% emisfero boreale) La vita si è originata nelle acqua marine Fonte di cibo, sale, acqua, petrolio Contengono

Dettagli

Tempo e clima. Tempo meteorologico. Clima. condizione momentanea determinata dai vari elementi meteorologici che si verifica in un preciso momento

Tempo e clima. Tempo meteorologico. Clima. condizione momentanea determinata dai vari elementi meteorologici che si verifica in un preciso momento Tempo e clima Tempo meteorologico condizione momentanea determinata dai vari elementi meteorologici che si verifica in un preciso momento Clima media delle condizioni meteorologiche verificatesi in un

Dettagli

Le spiagge del Molise

Le spiagge del Molise Le spiagge del Molise Lunghezza del litorale Costa alta Costa bassa Spiagge in erosione 36 km 14 km 22 km 20 km Il litorale molisano è caratterizzato da un orientamento prevalente ca. NW-SE e dall alternarsi

Dettagli

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario

Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario Corso di Geologia Stratigrafica e Sedimentologia Cap. II Origine dei Sedimenti e Trasporto Sedimentario I sedimenti clastici si originano per disgregazione di rocce pre-esistenti (EROSIONE). I sedimenti

Dettagli

NOTA INTEGRATIVA ALLA RELAZIONE GEOLOGICA

NOTA INTEGRATIVA ALLA RELAZIONE GEOLOGICA COMUNE DI CAMPI BISENZIO Studio idrogeologico di supporto al progetto per la costruzione di un nuovo fabbricato industriale Via Maestri del Lavoro, Località Capalle TITOLO DOCUMENTO: NOTA INTEGRATIVA ALLA

Dettagli

Indice generale. Il sistema Terra 3. Tettonica delle placche: una teoria unificante 27. I materiali della Terra: minerali e rocce 61

Indice generale. Il sistema Terra 3. Tettonica delle placche: una teoria unificante 27. I materiali della Terra: minerali e rocce 61 Indice generale 1 Il sistema Terra 3 1.1 Il metodo scientifico 4 1.2 La geologia come scienza 5 1.3 Forma e dimensioni della Terra 8 1.4 La scoperta di una Terra a involucri 9 1.5 La Terra come sistema

Dettagli

Gli eventi meteo-marini di inizio febbraio 2015 nel Nord Adriatico

Gli eventi meteo-marini di inizio febbraio 2015 nel Nord Adriatico Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine Servizio Laguna di Venezia Gli eventi meteo-marini di inizio febbraio 215 nel Nord Adriatico Castello, 4665-3122 Venezia Tel: 41 522555 / 5235895 - Fax: 41 522521

Dettagli

Le spiagge del Molise

Le spiagge del Molise Studi costieri - 2006-10: Lo stato dei litorali italiani Le spiagge del Molise Lunghezza del litorale Costa alta Costa bassa Spiagge in erosione 36 km 14 km 22 km 20 km Il litorale molisano è caratterizzato

Dettagli

TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA:

TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA: TAVOLO NAZIONALE SULL EROSIONE COSTIERA: STATO DEL FENOMENO EROSIVO IN ITALIA Luigi E. Cipriani Regione Toscana Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile In collaborazione con: Angela Barbano, Matteo

Dettagli

(Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC)

(Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA - SIMC) Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto 21 3 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di G. Bonafè - ARPA

Dettagli

PRINCIPI DI INGEGNERIA NATURALISTICA Progetto Campus Campania - Facoltà di Ingegneria, Università Federico II - Napoli

PRINCIPI DI INGEGNERIA NATURALISTICA Progetto Campus Campania - Facoltà di Ingegneria, Università Federico II - Napoli Il Risanamento, la Conservazione e la Tutela delle Coste Sabbiose e delle Aree Dunali con Tecniche di Ingegneria Naturalistica ed a Basso Impatto Ambientale COASTAL MANAGEMENT E VALORIZZAZIONE TERRITORIALE

Dettagli

1 VALIDAZIONE DATI DA SATELLITE: confronto dati da boe vs. dati da satellite

1 VALIDAZIONE DATI DA SATELLITE: confronto dati da boe vs. dati da satellite Presentazione ufficiale V.E.C.T.O.R. (VulnErabilità delle Coste e degli ecosistemi marini italiani ai cambiamenti climatici e loro ruolo nei cicli del carbonio mediterraneo) LINEA 1 CLICOST Effetti dei

Dettagli

CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO

CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO CARTA DI USO DEL SUOLO DELLA REGIONE LAZIO CHIAVI DI INTERPRETAZIONE Alessandro Cimbelli, Stefano Mugnoli, Rita Galloni, Danilo Moscetta Maggio 2003 Introduzione Il seguente documento descrive, in maniera

Dettagli

Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto S.S.A. Sistema Complesso Qualità dell Aria, Rumore, CEM Pag.

Elaborazione dati della qualità dell aria Provincia di Ravenna - Rapporto S.S.A. Sistema Complesso Qualità dell Aria, Rumore, CEM Pag. 2 - LE CONDIZIONI METEOROLOGICHE NEL TERRITORIO DELLA PROVINCIA DI RAVENNA (Elaborazioni grafiche a cura di Michele Stortini e Marco Deserti ARPA - S M R) 2.1 - Gli indicatori meteorologici per lo studio

Dettagli

STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDRAULICO-MARITTIMA E SEDIMENTOLOGICA

STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDRAULICO-MARITTIMA E SEDIMENTOLOGICA STUDIO DI COMPATIBILITÀ IDRAULICO-MARITTIMA E SEDIMENTOLOGICA Aprile 2018 Relazione di compatibilità idraulico-marittima e sedimentologica 1/6 Relazione di compatibilità idraulico-marittima e sedimentologica

Dettagli

Variazione delle componenti del bilancio energetico superficiale con la latitudine Tabella 4.5 e figura 4.11.

Variazione delle componenti del bilancio energetico superficiale con la latitudine Tabella 4.5 e figura 4.11. Tabella 4.6 Il rapporto SH/LH /rapporto di Bowen) vale circa 0.1 sugli oceani. L australia è il continente più arido (SH/LH=2.18) dopo l'antartide, seguito dall Africa SH/LH=1.61). Sud America ed Europa

Dettagli

ANALISI METEOROLOGICA DEL VORTICE DEPRESSIONARIO LUCIA

ANALISI METEOROLOGICA DEL VORTICE DEPRESSIONARIO LUCIA ANALISI METEOROLOGICA DEL VORTICE DEPRESSIONARIO LUCIA Nella giornata di Giovedì 12 aprile 2012 l interazione di una saccatura localizzata sul Marocco con la catena montuosa dell Atlante dava origine ad

Dettagli

"Da dove vengono I sedimenti scuri dell'arenile di Metaponto Lido "

Da dove vengono I sedimenti scuri dell'arenile di Metaponto Lido "Da dove vengono I sedimenti scuri dell'arenile di Metaponto Lido " Facciamo seguito al nostro comunicato stampa del 16 marzo 2016 sulla questione sabbie nere e radioattività dei sedimenti lungo l'arenile

Dettagli

CROCE ROSSA ITALIANA. Idrogramma di piena. Pluviometria e valutazione delle piene Valutazione delle piene; Analisi dell idrogrammadi piena.

CROCE ROSSA ITALIANA. Idrogramma di piena. Pluviometria e valutazione delle piene Valutazione delle piene; Analisi dell idrogrammadi piena. CROCE ROSSA ITALIANA Corso di formazione su RISCHIO IDROGEOLOGICO E IDROLOGICO Pluviometria e valutazione delle piene Valutazione delle piene; Analisi dell idrogrammadi piena. Idrogramma di piena Giuseppe

Dettagli

Analisi eventi di marea

Analisi eventi di marea Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine Servizio Laguna di Venezia Analisi eventi di marea Rapporto n. 01/13 Evento di marea eccezionale in alto Adriatico - 11-12 Febbraio 13 - Castello, 4665-122 Venezia

Dettagli

LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA DIFESA DELLA COSTA DALL EROSIONE E DAGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI

LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA DIFESA DELLA COSTA DALL EROSIONE E DAGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI TAVOLO NAZIONALE EROSIONE COSTIERA LINEE GUIDA NAZIONALI PER LA DIFESA DELLA COSTA DALL EROSIONE E DAGLI EFFETTI DEI CAMBIAMENTI CLIMATICI Allegato 2 Opere di difesa e misure di mitigazione dei fenomeni

Dettagli

Azoto. La molecola di azoto e formata da due atomi di azoto, legati insieme con un triplo legame:

Azoto. La molecola di azoto e formata da due atomi di azoto, legati insieme con un triplo legame: Aria ed atmosfera L aria Questo sottile strato, inodore ed incolore è una miscela di gas: 78 % di azoto; 21 % di ossigeno; 0,03 % di anidride carbonica; 0,97 % altri gas. Azoto La molecola di azoto e formata

Dettagli

MASSE D ARIA E FRONTI. Prof.ssa C. Agizza

MASSE D ARIA E FRONTI. Prof.ssa C. Agizza MASSE D ARIA E FRONTI Prof.ssa C. Agizza 1 Porzione limitata di atmosfera. Si può estendere verticalmente fino al limite della troposfera. Massa d aria Caratterizzata da temperatura e umidità. Può coprire

Dettagli

Geologo Andrea Dignani ANALISI DELLA LINEA DI COSTA DI PORTONOVO (ANCONA)

Geologo Andrea Dignani ANALISI DELLA LINEA DI COSTA DI PORTONOVO (ANCONA) Geologo Andrea Dignani ANALISI DELLA LINEA DI COSTA DI PORTONOVO (ANCONA) APAT 2007 Una falesia attiva subisce una degradazione fisica, che comporta la frantumazione delle rocce avviene, per mezzo dei

Dettagli

Lezione Circolazione idrica sotterranea

Lezione Circolazione idrica sotterranea Lezione Circolazione idrica sotterranea Obiettivi La lezione pone l attenzione sulle modalità di circolazione idrica sotterranea, partendo dalla scala dei pori fino a giungere alla scala di bacino, attraverso

Dettagli

Interazione delle sabbie e della Posidonia Oceanica con l ambiente delle dune naturali

Interazione delle sabbie e della Posidonia Oceanica con l ambiente delle dune naturali Mesure 3.4:le Systèmes de défense naturels Interazione delle sabbie e della Posidonia Oceanica con l ambiente delle dune naturali Capofila ICRAM-Roma Partners Provincia di Pisa Università di Ferrara Università

Dettagli

L utilizzo dei sedimenti fluviali per il ripascimento degli arenili: il caso del Fiume Cecina in provincia di Livorno (interventi 2006 e 2008)

L utilizzo dei sedimenti fluviali per il ripascimento degli arenili: il caso del Fiume Cecina in provincia di Livorno (interventi 2006 e 2008) L utilizzo dei sedimenti fluviali per il ripascimento degli arenili: il caso del Fiume Cecina in provincia di Livorno (interventi 2006 e 2008) Unità di Servizio Pianificazione, Difesa del suolo e delle

Dettagli

TRATTO BP LOCALITA Bib. Spiaggia LUNGHEZZA 872 m AZIMUT 90 N TIPOLOGIA DIFENSIVA. QUOTE La sommità dell argine raggiunge una quota di 2.7 m.

TRATTO BP LOCALITA Bib. Spiaggia LUNGHEZZA 872 m AZIMUT 90 N TIPOLOGIA DIFENSIVA. QUOTE La sommità dell argine raggiunge una quota di 2.7 m. TRATTO BP LOCALITA Bib. Spiaggia LUNGHEZZA 872 m AZIMUT 90 N Rilevato in sabbia, con pista ciclabile e pedonale, entrambe pavimentate. QUOTE La sommità dell argine raggiunge una quota di 2.7 m. Assenti.

Dettagli

Il sistema Terra. Enrico Degiuli Classe Prima

Il sistema Terra. Enrico Degiuli Classe Prima Il sistema Terra Enrico Degiuli Classe Prima Le componenti del sistema Terra Idrosfera: la parte liquida della Terra, è formata dall acqua presente sulla Terra allo stato liquido (oceani, mari, laghi,

Dettagli

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA

Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA Università degli Studi della Basilicata Corso di Laurea in Scienze Geologiche (Biennio Specialistico) Corso di DINAMICA COSTIERA 6.0 I Sistemi Deposizionali Costieri Sergio G. Longhitano Dipartimento di

Dettagli

Clima. Clima mediterraneo. Clima atlantico. Clima continentale. Europa meridionale. Europa occidentale. Europa centro orientale

Clima. Clima mediterraneo. Clima atlantico. Clima continentale. Europa meridionale. Europa occidentale. Europa centro orientale Clima Il clima è l insieme delle condizioni atmosferiche ossia com è il tempo: pioggia, sole, temperatura, pressione di una determinata zona rilevata nell arco di un lungo periodo. A seconda della latitudine

Dettagli

Registro protocollo Regione Abruzzo

Registro protocollo Regione Abruzzo Registro protocollo Regione Abruzzo Archivio Codice Registro Tipo Documento Progressivo Annuo Data Protocollo Trasmissione Mittente/Destinatari Annullato PROTOCOLLO UNICO RA RP001 Posta in arrivo 0012382/18

Dettagli

DISSESTO IDROGEOLOGICO NELLE AREE COSTIERE. Venezia, 7 Novembre 2014 ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA

DISSESTO IDROGEOLOGICO NELLE AREE COSTIERE. Venezia, 7 Novembre 2014 ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA DISSESTO IDROGEOLOGICO NELLE AREE COSTIERE Venezia, 7 Novembre 2014 ORDINE DEI DOTTORI AGRONOMI E DEI DOTTORI FORESTALI DELLA PROVINCIA DI VENEZIA Il piano di gestione del rischio alluvioni per i fenomeni

Dettagli

TRATTO SA LOCALITA Sottomarina LUNGHEZZA 481 m AZIMUT 333 N TIPOLOGIA DIFENSIVA. QUOTE La cresta delle dune ha una quota media di 6.2 m.

TRATTO SA LOCALITA Sottomarina LUNGHEZZA 481 m AZIMUT 333 N TIPOLOGIA DIFENSIVA. QUOTE La cresta delle dune ha una quota media di 6.2 m. TRATTO SA LOCALITA Sottomarina LUNGHEZZA 481 m AZIMUT 333 N Avandune e dune stabilizzate. La copertura vegetale, molto abbondante nella parte meridionale del tratto, subisce un certo degrado antropico

Dettagli

Cristina Cavazzuti, Laura Gandola, Roberto Odone. Terra, acqua, aria

Cristina Cavazzuti, Laura Gandola, Roberto Odone. Terra, acqua, aria Cristina Cavazzuti, Laura Gandola, Roberto Odone Terra, acqua, aria Capitolo 6. Atmosfera: l aria e i suoi movimenti 1. Le proprietà fisiche dell aria 2. La temperatura dell aria e l effetto serra 3. La

Dettagli

Il presente studio di inserimento ambientale e paesaggistico ha il compito di analizzare e determinare le misure atte a mitigare e compensare gli

Il presente studio di inserimento ambientale e paesaggistico ha il compito di analizzare e determinare le misure atte a mitigare e compensare gli Il presente studio di inserimento ambientale e paesaggistico ha il compito di analizzare e determinare le misure atte a mitigare e compensare gli effetti dell'intervento sull'ambiente e sulla salute, e

Dettagli

LE ACQUE SOTTERRANEE

LE ACQUE SOTTERRANEE LE ACQUE SOTTERRANEE Le forme dell acqua In un territorio alpino l acqua è presente come: ghiacciaio ad alta quota acqua corrente nei fiumi e nei torrenti acqua ferma nei laghi acqua fluente nel sottosuolo

Dettagli

VENTI 1. correnti generate dal movimento orizzontale di masse d aria. + CAUSA dislivelli barici diversa distribuzione dell energia solare

VENTI 1. correnti generate dal movimento orizzontale di masse d aria. + CAUSA dislivelli barici diversa distribuzione dell energia solare Venti VENTI VENTI 1 correnti generate dal movimento orizzontale di masse d aria + CAUSA dislivelli barici diversa distribuzione dell energia solare + VERSO da una zona di alta pressione a una zona di bassa

Dettagli

Cosa sono le acque continentali?

Cosa sono le acque continentali? Cosa sono le acque continentali? Le acque sulla terraferma, cioè all'interno dei continenti, nell'insieme prendono il nome di acque continentali e contengono una bassa concentrazione di sostanze disciolte,

Dettagli

La pianificazione e la gestione dei sedimenti costieri in Toscana

La pianificazione e la gestione dei sedimenti costieri in Toscana La pianificazione e la gestione dei sedimenti costieri in Toscana Luigi E. Cipriani Direzione Difesa del Suolo e Protezione Civile - Regione Toscana CONOSCERE, APPROFONDIRE E CONDIVIDERE I TEMI DELLA PREVENZIONE

Dettagli

Le variazioni del livello del mare nel Quaternario

Le variazioni del livello del mare nel Quaternario Le variazioni del livello del mare nel Quaternario Trieste, 1875 (Venezia, 1872; Genova, 1884; Marsiglia, 1885: Marina di Ravenna, 1896) AA 2015-2106 GQt Livello mare 1 Alla fine degli anni 60. Le calotte

Dettagli

UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio

UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio UN VIAGGIO IDEALE: 1. Lo studio del paesaggio 1 Il vero viaggio di scoperta non consiste nel cercare nuove terre, ma nell avere nuovi occhi (Marcel Proust) 2 Questi nuovi occhi ci serviranno per leggere

Dettagli

e dei 6.8 miliardi di persone che ad essere la causa della fine del del nostro Pianeta. Fenomeni come

e dei 6.8 miliardi di persone che ad essere la causa della fine del del nostro Pianeta. Fenomeni come Dei vari processi ed eventi predestinati direttamente dalla energia e dinamica e dei 6.8 miliardi di persone che ad essere la causa della fine del del nostro Pianeta. Fenomeni come vivono sulla sua superficie.

Dettagli

Analisi eventi di marea

Analisi eventi di marea Dipartimento Tutela Acque Interne e Marine Servizio Laguna di Venezia Analisi eventi di marea Rapporto n. 1/211-1 Marzo 211 Castello, 4665-3122 Venezia Tel: 41 522555 / 5235895 - Fax: 41 522521 Segreteria

Dettagli

Studio di morfodinamica trasversale della spiaggia tramite modello matematico

Studio di morfodinamica trasversale della spiaggia tramite modello matematico Regione Sardegna Comune di Capoterra (CA) Sistemazione e rinaturazione delle difese litoranee Bonifica e sistemazione della fascia costiera Progetto definitivo-esecutivo delle opere marittime Protezione

Dettagli

PRINCIPI DI BILANCIO SEDIMENTOLOGICO

PRINCIPI DI BILANCIO SEDIMENTOLOGICO PRINCIPI DI BILANCIO SEDIMENTOLOGICO? È possibile stabilire la tendenza all erosione o all aggradamento del letto di un corso d acqua (qualitativamente e/o quantitativamente)?? Approccio idraulico: eq.

Dettagli

I CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE CALDE MEDITERRANEE A SICCITA ESTIVA

I CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE CALDE MEDITERRANEE A SICCITA ESTIVA I CLIMI IN ITALIA: LE AREE TEMPERATE CALDE MEDITERRANEE A SICCITA ESTIVA Introduzione Continuiamo la trattazione sui climi italiani affrontando l analisi del clima mediterraneo identificato, nella convenzione

Dettagli

Il piano di gestione del rischio alluvioni per i fenomeni marini nel Distretto Idrografico delle Alpi Orientali. Giuseppe Fragola

Il piano di gestione del rischio alluvioni per i fenomeni marini nel Distretto Idrografico delle Alpi Orientali. Giuseppe Fragola Il piano di gestione del rischio alluvioni per i fenomeni marini nel Distretto Idrografico delle Alpi Orientali Giuseppe Fragola Le Direttive Acque e Alluvioni. II sessione: stato di attuazione e prospettive,

Dettagli