INTERVISTA INSEGNANTE. Giorgia: allora noi stiamo facendo un intervista per l università quindi mi vide registro

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1 INTERVISTA INSEGNANTE Giorgia: allora noi stiamo facendo un intervista per l università quindi mi vide registro perché poi in aula ci daranno dei feedback i prof, la professoressa e i nostri colleghi e so che tu insegni adesso come insegnante di sostegno, mentre prima insegnavi su classe Insegnante: sì Giorgia: da quanto tempo insegni? Insegnante: allora io insegno da 34 anni e il mio iter un po professionale è stato un po l inverso di quello che accade io perché io appena mi sono diplomata, prima fino al 2000 il diploma aveva un era un titolo abilitante all insegnamento quindi ho iniziato subito con delle supplenze e poi nel corso degli anni mi sono laureata poi mi sono specializzata sul sostegno, ho fatto anche dei master, un master sul disturbo dello spettro autistico e dei corsi di specializzazione. Tutto questo mi aiutato un po nella mia professione, quindi diciamo che è un cumulo dell esperienza che ho avuto proprio sul campo e naturalmente supportata da dagli studi che necessariamente cè che sono proprio indispensabili per insegnare. Quindi ho insegnato all inizio su classe, per molti anni su classe, per un certo periodo add anche come insegnante unica e poi proprio negli ultimi anni sono diventata un insegnante di sostegno. E devo dire che proprio l esperienza che ho fatto su classe mi aiuta moltissimo proprio per ritrovare nella didattica gli agganci per aiutare il bambino che sto seguendo. Per quanto riguarda l insegnante di sostegno vorrei fare un po vorrei dire che molto spesso è ancora considerata, al corso che abbiamo fatto per la specializzazione hanno puntato molto a far capire che giustamente l insegnante di sostegno è un insegnante che giustamente lavora su classe è un po diciamo deve fare da ponte tra il bambino e i compagni, tra il bambino e gli insegnanti, tra il bambino e le difficoltà che si possono incontrare e quindi mmm io ho puntato molto i piedi su questo e devo dire che con le colleghi riesco anche a proporre dei lavori di gruppo su classe, mi lasciano molto spazio anche diciamo nelle attività da proporre alla classe sulle varie discipline. Giorgia: quindi c è molta collaborazione con i tuoi colleghi anche..?

2 Insegnante: ehm sì, all inizio ho avuto un po di difficolta perché naturalmente è anche un po come ti proponi. Ee però devo dire che, io calcola che sono pochi anni che lavoro su sostegno e pero si c è collaborazione, è impossibile, cè se non c è collaborazione non riesci a lavorare bene. Giorgia: e ci sono delle colleghe con cui collabori abitualmente o in generale collabori con molti docenti, con tutti? Insegnante: si collaboro con gli insegnanti della classe che sono quindi che operano sulla classe l insegnante dell area linguistica e logico-matematica, un altra, poi ci sta l insegnante di inglese e l insegnante di religione. Quindi siamo un team e io naturalmente mi confronto con tutti quindi dal mio punto di vista la prima cosa secondo me in assoluto è la flessibilità perché se c è una rigidità è difficili. Una flessibilità e un venirsi incontro anche a delle situazioni a delle problematiche che ci sono ma non solo del bambino che ha la disabilità su cui io lavoro, ma oggi le classi sono ricchissime di problematiche: bambini con disturbi specifici dell apprendimento, bambini che hanno diff problematiche familiari, abbiamo noi bambini nella nostra scuola che vivono nelle case famiglia, la mia scuola, il mio plesso sta in un quartiere periferico di Roma nord e insomma è una scuola che incontra e ha come popolazione molti casi difficili e quindi diciamo che io come insegnante insieme a tutto il team cerchiamo insieme di collaborare per cercare sempre soluzioni a situazioni che quotidianamente abbiamo. Una cosa che secondo me nella mia scuola nel mio plesso non si opera molto è invece il lavoro a classi aperte, a classi parallele, questo un po non c è questa apertura diciamo. Secondo me invece sarebbe anche utile soprattutto sempre per i bambini più deboli che hanno più difficoltà, ma anche per quelli che non ne hanno. Io voglio ricordare che il bambino che ha una disabilità è una grandissima risorsa per la classe e quindi è lui che impara dai compagni e i compagni che riescono anche ad aiutare cioè e lui che riesce ad aiutare loro anche a capire che cos la disabilità. Io lo vedo quando magari ci sono, ora insegno in una quinta e non so quando magari all inizio dell anno scolastico ci sono i nuovi arrivi delle prime e ci troviamo in cortile tutti insieme e quindi c è anche lo chiamiamo D. io vedo come i nuovi bambini che non hanno mai avuto a che fare con che non hanno mai avuto un contatto con la disabilità si vede come lo guardano e come ci si

3 rapportano, a differenza invece di chi lo conosce perché ormai è diventata quasi una mascotte per la scuola. Tutti lo conosco, tutti hanno a che fare con lui, tutti ci giocano e quindi però tu riesci subito a capire chi non chi invece lo guarda con uno sguardo diverso. Giorgia: quindi D. in classe è integrato? Ha un buon rapporto con gli altri compagni? Insegnante: sì ha un buon rapporto con tutti i compagni e deve dire che il lavoro che abbiamo fatto con tutte le insegnanti è proprio quelli di di far si che la classe fosse un supporto quindi io ho sempre organizzato lavori di gruppo. Naturalmente questo è avvenuto gradualmente negli anni e quindi con lui io lavoro sempre all interno della classe e faccio dei lavori individuale quando serve spiegazioni, rafforzamenti, consolidamento, supporto e però lui di solito lavora in coppia con un compagno oppure organizziamo lavoro di gruppo. Giorgia: un esempio di lavori di gruppo che fate in classe? Insegnante: diciamo che qualsiasi attività viene proposta. Noi abbiamo proprio predisposto..d. è un bambino carrozzato posso dire che ha una tetraparesi spastica distonica quindi praticamente a livello cognitivo non ha alcuna difficoltà è consapevole quindi della sua disabilità e spesso ora che è più grande perché lui ha 11 anni e sta in una quinta quindi sta finendo adesso il corso della scuola primaria eee ha anche un po di frustrazione perché insomma mmm capisce i suoi limiti perché lui ha difficoltà nella comunicazione eee quindi tutto avviene attraverso anche se parla ma parla con molta difficoltà tutto avviene attraverso il computer. Quindi questo anche per spiegare che nell aula piccola, seppure piccola e con pochissime risorse abbiamo dovuto fare battaglie per ottenere quel po di tecnologia che abbiamo e quindi abbiamo ottenuto una LIM, abbiamo Davide D. ha il suo computer em ha il suo compute ha un mouse particolare abbiamo una stampante e tutte risorse che abbiamo ottenuto o con dei fondi eee per esempio la lim ma la maggior parte viene dalle famiglie, oppure con i punti che si fanno le raccolte di punti nei supermercati ecc e acquistiamo materiale perché purtroppo e le risorse dia materiale che di personale sono ridottissime, questa è una grande difficoltà della scuola, io dico in generale, ma nel nostro contesto ne risentiamo molto.

4 Giorgia: quindi tu mi hai parlato di computer, di lim, per quanto riguarda in generale le nuove tecnologie e l utilizzo di queste in classe cosa ne pensi? Insegnante: io penso che mmm sia importante il loro utilizzo. Deve dire ecco che per la situazione che vivo in questo momento direi proprio che sono indispensabili perché questo bambino utilizza software programmi insomma noi facciamo di tutto per poter facilitare il suo percorso di crescita e scolastico eee io devo dire che sono autodidattica e quindi ho imparato da sola emm con molta difficoltà, però, deve dire che anche lo stimolo mi è venuto proprio da questa situazione che ho adesso, che sto vivendo e quindi ho imparato e utilizzo e devo dire che all interno della scuola alla fine siamo in poche a saper usare le tecnologie nella giusta misura. Io son dell ide che oggi si sen si parla di classe capovolta si parla di vari tipi di apprendimenti di attività che si possono proporre alla classe. Io sono dell idea che bisogna prendere il meglio di ogni strategia, di ogni metodologia e utilizzarla sulla classe è inutile buttare via tutto il vecchio e buttarsi completamente sul nuovo o viceversa dire no per carità queste nuove cose la tecnologie molte insegnanti dicono che determinate cose le abbiamo sempre fatte però secondo me è anche un po una giustificazione per non uscire da quello che sanno fare ed hanno provato e quindi gli dà sicurezza questo no e invece lanciarsi anche un pochino nell aggiornamento nel cambiamento, noi d altronde siamo insegnanti e secondo secondo cè la mia esperienza e quello che penso siamo noi che dobbiamo andare incontro ai bambini che sicuramente sono cambiati, è cambiata la società sono cambiate le famiglie ma siamo cambiate anche cè io come insegnante rispetto a 30 anni sono una persona molto diversa, oggi molto più flessibile più aperta e devo dire anche molto più preparata grazie agli studi che ho fatto e all aggiornamento che continuo a fare, ma anche grazie a tutta l esperienza. Quindi diciamo pure che se andiamo a vedere la media di insegnanti di età è molto alta, i nuovi arrivi sono pochi ridottissimi ecco quello che sarebbe opportuno è che i nuovi i nuovi ruoli le nuove insegnanti che arrivano con molta preparazione a livello teorico da studi freschi dovrebbero essere dal mio punto di vista accompagnati da dei tutor da delle insegnanti magari di età più grande che possano anche condividere ecco tutto il mio bagaglio di esperienza io potrei condividerlo con le nuove insegnanti di ruolo, quelle pochissime che ci sono. Però questo la scuola non lo permette perché c è poco personale

5 quindi ci so sempre ci sono pochissime insegnanti di sostegno ci sono pochissime insegnanti ci sono classi che hanno cambi si inseganti e supplenze fino a gennaio ogni anno ci sono situazioni secondo me vergognose ecco perché dico la flessibilità. Giorgia: quindi tu mi hai detto che sei cambiata come insegnante e che però sono cambiati anche i ragazzi. Che cambiamenti hai riscontrato un po in loro nel corso della tua esperienza? Insegnante: allora mmm il loro cambiamento è dovuto cè all inizio della della mia carriera sicuramente i bambini, io insegno in una scuola primaria forse neanche l ho detto all inzio Giorgia: sì sì sì sì in quinta elementare Insegnante: erano avevano delle famiglie che forse li seguivano in maniera diversa, avevano delle attenzioni diverse. Noi quando prendiamo bambini in prima elementare dobbiamo spessimo partire da un educazione base che prima veniva data dalla famiglia ecco dico proprio faccio degli esempi pratici: lo stare a tavola, il saltare entrando in classe e delle volte dobbiamo insistere su questo e non nascondo che arriviamo in quarta in quinta elementare alla fine di un ciclo e a volte ci sono anche bambini che li devi sempre stimolare al saluto eccetera. Ecco dal mio punto di vista questo è perché non c è prima forse era questa educazione fondamentale venivano date dalla famiglia e rafforzate dalle scuola e adesso invece è l esatto contrario e spesso succede che il il il rafforzo non ci sia neanche dalla famiglia. Questo parlo sempre in base alla mia esperienza e naturalmente al contesto in cui insegno adesso. Ho insegnato anche in quartieri diversi con mmm diciamo anche famiglie e popolazione scolastica del tutto anche di ceti medio alti le difficoltà sicuramente erano diverse però un po questa manchevolezza di educazione devo dire che l ho riscontrata. Poi situazioni diverse oltre a questo ecco devo dire che sono bambini che sono poco abituati a stare senza far niente quindi non sanno gestire i momenti anche di noia che fanno parte della vita e bisogna saperli vivere ee perché sono sempre pieni impegni di tutti i tipi stanno moltissimo emm con giochi elettronici play station anche giochi poco adatti a loro e sono abituati diciamo se una cosa li annoia basta telecomando punto si cambia e quindi ecco questo comporta delle delle situazioni in classe del tutto diverse. Devo dire voglio

6 aggiungere che io nella classe in cui insegno sono vista un po come l insegnante che aiuta. Io vivo molto rispetto a prima nel gruppo dei bambini io sto proprio con loro quindi mi rendo conto moltissimo di quello che accade delle reazioni tra loro delle loro difficoltà e anche delle volte devo essere sincera di ciò che li può annoiare emm loro se hanno una difficoltà in un attività, in un compito si rivolgono a me emm se hanno anche delle difficoltà anche tra loro anche a livello relazionale sanno che io sono un punto di riferimento importante perché ci sono difficoltà tra loro spesso per situazioni un po difficili che si vengono a creare anche un po adesso non voglio utilizzare proprio la parola bullismo però ci sono nel corso degli anni ci sono stati un po prese in giro pesanti modi di fare un po estremi col tutto che devo dire noi come insegnanti ci lavoriamo moltissimo proponendo anche letture che facciamo in classe siamo molto sensibili a cercare che ciò non avvenga, ma nonostante questo delle volte ci rendiamo conto che si creano queste criticità Giorgia: mi puoi fare qualche esempio di questi di queste difficolta tra bambini di cui stavi parlando, queste situazioni problematiche? Insegnante: situazioni problematiche del tipo ecco che ci sono magari un paio di bambini un po più svegli, grandi, leader che tendono a volte a prendere in giro in maniera pesante o escludere altri compagni che magari sono più tranquilli o più deboli. Ecco io posso portare proprio l esempio abbiamo avuto ai colloqui con i genitori la scorsa settimana e parlando anche con un genitore è venuto fuori che questi due bambini prendevano in giro insomma in maniera un po continuativa questo bambino perché era un bambino straniero con la pelle molto chiara e quindi lo chiamavano mozzarella oppure Tuo padre che si è mangiato quando ti ha fa creato? insomma ti ha concepito? e quindi poi sono andati alle mani e quindi ecco noi ci siamo accorti del fatto nel momento in cui durante il gioco sono stati è avvenuto che se so menati perché poi alla fine questo bambino molto tranquillo ha avuto la forza di reagire, però, non ha avuto la forza di venire da noi insegnanti a parlarne e questo è un altra proprio perché è un bambino molto chiuso, molto timido Giorgia: e voi quando avuto saputo di questa situazione

7 Insegnante: siamo intervenute e abbiamo parlato coi genitori e poi abbiamo parlato sia con il bambino diciamo preso in giro che con i due leader che hanno un po questo atteggiamento sempre un po con tutti ecco questo per farti capire che nonostante il lavoro che si fa perché si fa, il bambino con disabilità che c è in classe e quindi diciamo che anche la classe ha una sensibilità diversa, vuoi non vuoi accade. Giorgia: e appunto venendo proprio al rapporto con i genitori che tipi di rapporti che tipo di rapporto ci sono con loro? Insegnante: diciamo che il rapporto con i genitori è indispensabile che ci sia un rapporto positivo di fiducia e di stima anche oggi questo è venuto un po a mancare pure la figura dell insegnante era sicuramente diversa dico a livello sociale oggi siamo un po, ci arrivano botte ovunque e siamo un po penalizzate in questo, però il rapporto con le famiglie si crea piano piano. Io per esperienza devo dire che cerco di parlarci molto, cerco di spiegare quali sono gli obiettivi, quali sono i miei metodi, quali sono le problematiche che ci sono, se ci sono in classe con gli alunni. Cerco sempre di creare questo rapporto di fiducia che devo dire c è sempre stato perché secondo me è un fattore fondamentale se si vuole lavorare bene perché è inevitabile che ciò che viene fatto in classo poi deve essere riportato, ma anche supportato in famiglia. Oggi si parla tanto dei compiti, tanti compiti, pochi compiti addirittura il ministro no adesso non si devono più fare oppure di meno. Devo dire che ci sono tantissime insegnante che io ho conosciuto che in effetti danno troppi compiti per casa. Il compito dal mio punto di vista un po' serve anche a far capire alla famiglia cosa il bambino sa fare, un allenamento ecco, però deve essere sempre qualcosa di piacevole e non troppi come spesso gli insegnanti danno Giorgia: e ha avuto mai esperienze di conflitti o tuoi con alcuni genitori o anche di alcuni colleghi? Insegnante: si si, ma anche personali. Devo dire che ci sono stati su classi di 25 io dico sempre 25 alunni 50 teste perché sono 50 genitori e tu è inevitabile che non puoi andare a genio a tutti quanti, però devo dire che è sempre una minima parte. Ogni classe, ogni ciclo ci stanno quei 2 a cui non vai a genio, però porti avanti sempre le tue motivazioni, cerchi

8 sempre di spiegare che l insegnante cerca sempre di fare bene, di fare il meglio per il bambino. Io ho cercato sempre la motivazione, l autostima del bambino, io quello su cui punto principalmente è stare bene insieme loro lo sanno. Nel momento in cui stiamo bene insieme, a volte divertendoci altre facendo cose meno diverti, nel momento in cui si crea questo sodalizio il bambino sta bene e anche la famiglia sta bene e secondo me poi qualsiasi problematica si riesce poi a superare Giorgia: e venendo proprio alle motivazioni iniziali che cosa ti ha spinto a scegliere questo lavoro? Insegnante: all inizio è stata proprio una casualità il motivo per il quale ho iniziato a lavorare perché ad una piccola scuola vicino casa ehm serviva un insegnante che facesse delle supplenze, in una scuola privata e quindi ho iniziato. Naturalmente mi ero diplomata ed avevo fatto degli studi, ma se adesso guardo indietro non era nulla, quindi però ho sempre avuto questa, mi sono sempre piaciuti i bambini e mi è piaciuto subito questo lavoro. Col tempo ho capito che la crescita personale non poteva avvenire solo con l esperienza che man mano mi stavo creando, ecco perché poi ho puntato anche ad una formazione professionale diversa e devo dire che mi è servita tantissimo Giorgia: te lo ricordi il tuo primo giorno di lezione in classe? Insegnante: guarda proprio il primo giorno mi ricordo varie cose, quello che mi ricordo è che ho avuto una supplenza prolungata per diversi mesi. Nella mia ingenuità pensavo che questo rapporto con questa classe potesse continuare anche nell anno successivo, cosa che invece è rientrata l insegnante e quindi e io mi ero talmente affezionata a questi alunni che ho sofferto tantissimo quando ho scoperto che non sarei più stata con loro. Ecco questo è il ricordo che ho della mia prima esperienza. Devo dire che poi mi sono detta che questo coinvolgimento non può avvenire e quindi ho cercato di essere più distaccata, però con i bambini è difficile, ti prendono proprio è una professione che ti coinvolge e quindi ogni fine ciclo è normale che sei contenta del lavoro che hai fatto e della crescita che c è stata. Io dico sempre, quando finisco un ciclo, che la crescita c è stata negli alunni, ma anche nell insegnante perché i bambini ti restituiscono tanto

9 Giorgia: quindi hai iniziato lavorando in una scuola privata, poi hai detto che hai cambiato più scuole e anche più contesti. Come pensi che il contesto influenza, influenzi la scuola e la vita delle classi? Insegnante: molto, il contesto influenza, ma sempre in base alla mia esperienza ti dico che quando ho insegnato in queste scuole in cui la popolazione scolastica era medio alta c erano più possibilità. Quando ho insegnato in alcune scuola private, paritarie, ho insegnato anche in quelle devo dire che le risorse erano tante, mi sembrava quasi che fossi delle Ferrari che però delle volte erano guidate come delle cinquecento, quindi avevano grandi possibilità, ma non erano sfruttate al massimo. Ecco nel contesto in cui sono oggi potrei dire che è l esatto contrario: abbiamo pochissime risorse e cerchiamo di strapparle, di trovarle ovunque eeee devo dire che molto ci mettiamo del nostro, sia al livello materiale, ma anche di tempo. Cioè la scuola, per lo meno per la mia esperienza che ho, prende moltissimo tempo non solo le 22 ore che hai in classe, il lavoro te lo porti a casa e lo svolgi anche a casa Giorgia: e quindi parlando proprio di queste criticità, di cui stavamo parlando anche prima, il dirigente vi coinvolge nell affrontare queste difficoltà? O in generale che rapporto hai con il dirigente scolastico? Insegnante: ma eeee il dirigente, ti parlo di questo dirigente con cui adesso sto insegnando in questo plesso, il mio plesso è un plesso distaccato quindi non c è la segreteria e il dirigente sta in un altro plesso distaccato e ti dico solo che il mio preside adesso sta in 6 plessi quindi è reggente del mio istituto comprensivo, ma in tutto ha 6 scuole e quindi ti dico solo è come se io insegnante il mio tempo che dedico nella mia classe dovessi dividerlo per 2, per 3 o per 4 quindi tu capisci che a volte è una presenza-assenza. Certo quando ci sono determinate criticità io lo coinvolgo, è inevitabile lui lo sa, le viene a sapere e a volte dà delle soluzione altre volte le dobbiamo trovare da soli. Ecco quello che penso è che la scuola in generale, tutte le persone che operano nella scuola, dal collaboratore scolastico, all insegnante, al dirigente, alla segreteria, inevitabilmente ci deve essere una flessibilità che purtroppo la burocrazia invece che c è un po' la congela, e se non c è flessibilità secondo me ci sono difficoltà, ecco

10 Giorgia: parlando invece un po' del tuo metodo di insegnamento, un po' ne abbiamo già accennato, però come descriveresti appunto il tuo metodo di insegnamento? Insegnante: emmm come ti ho detto prima mi piace star bene insieme, quindi l accoglienza che non si tratta solo di quella che si fa in prima elementare, ma l accoglienza intendo proprio quella quotidiana che si fa in classe. Mi piace quindi coinvolgere i bambini, mi piace lavorare in gruppo, l apprendimento cooperativo, mi piace mettermi in gioco anche in cose e situazioni che non ho mai fatto. Non mi piace chi intende, perché ci sono, le insegnanti che intendono replicare quello che hanno fatto il ciclo prima o 10 anni prima su, in maniera identica sulla classe, ecco. Secondo me ogni bambino è diverso, ogni classe è diversa e ogni anno cambiamo pure noi, quindi assolutamente ogni ciclo ogni lavoro va plasmato sulla classe, sulle difficoltà e le situazioni che ci sono in quella classe. Principalmente mi piace fare lavoro di ricerca, ma no le ricerche, proprio lavora di ricerca da parte del bambini, il bambino che si pone delle domande e si ricerca delle risposte, non quel sapere preconfezionato che l insegnante dà. Emm quindi insegnante in cattedra che elargisce il suo sapere no, mi piace molto di più che il bambino si ponga delle domande o l insegnante ponga delle domande e che poi insieme, in gruppo si cercano le risposte a quelle domande, quindi sempre situazioni di lavoro di gruppo, mi piace l utilizzo delle tecnologia quelle poche risorse che abbiamo, ma io spesso ho portato computer vecchi da casa. Ho messo spesso del mio per dare, per offrire di più insomma Giorgia: e quindi ti è mai capitato di cambiare programma di giornata? Cioè programmarti una cosa e poi magari in aula Insegnante: sì sì spesso, succede spessissimo per assenze di colleghe oppure prepari dei lavori di gruppo e vedi che ci sono troppi bambini assenti oppure insegnanti di altri classe che sono assenti e quindi ti trovi bambini in classe e una classe che ha troppi bambini eemm non puoi fare quelle attività che ti era proposta succedeee non ti dico tutti i giorni, ma almeno settimanalmente che tu debba cambiare quelle attività che avevi programmato e quindi ecco perché dico questa apertura e questa flessibilità che inevitabilmente ci deve essere

11 Giorgia: e per quanto riguarda invece la valutazione come valuti i tuoi studenti? Insegnante: la valutazioneeee cerco mmm cerco sempre di fare una valutazione il più possibile oggettiva quindi propongo delle schede preparate molto spesso personalizzate anche ecco soprattutto per quando riguarda D che segue una programmazione di classe per obiettivi minimi quini devo dire che a lui tutto ciò che viene proposto viene sempre semplificato. E quindi sì le valutazione avvengono per domande a scelta multipla, per riposte aperte, domande chiuse oppure i close, i testi in cui mancano delle parole che il bambino deve inserire e poi a tutto questo viene dato un punteggio e non un voto e spesso questi punteggio cioè la correzione avviene in classe coì che i bambini possano parlarne e correggerlo Giorgia: quindi una sorta di autovalutazione? Insegnante: sì, autovalutazione e poi quando per esempio invece facciamo come dicevo dei lavori di gruppo io preparo sempre delle schede di autovalutazione delle attività, non delle schede di valutazione, ma proprio delle valutazione dell attività, nel senso come è andato il lavoro nel gruppo, quali sono state le difficoltà dando dei ruoli ad ognuno se il ruolo è stato rispettato, cosa potevi fare meglio, cosa non ti è piaciuto dell attività e quindi secondo me questo è anche intanto un modo per far riflettere il bambino su quello che si è fatto e ame serve per avere un po' il polso della situazione e naturalmente nell attività successiva tengo conto anche della loro valutazione dell attività che io ho proposto Giorgia: certo. E invece delle prove standardizzate cosa ne pensi? Insegnante: le standardizzate, le prove comuni che facciamo? Giorgia: sì Insegnante: emm servono noiii anche quelle che proponiamo due volte l anno di solito in prima e in seconda, però dal mio punto di vista servono in base all utilizzo che poi se ne fa. Perché se vengono fatte queste prove, vengono corrette, ma non vengono prese in considerazione per fare che ne so delle attività di consolidamento è normale che sono superflue, dipende sempre da come poi l insegnante le utilizza

12 Giorgia: controllo un attimo se abbiamo toccato i vari punti e per finire vorrei chiederti se un giovane venisse da te e ti dicesse di voler fare l insegnante, te che consigli daresti? Insegnante: allora intanto direi che è dal mio punto di vista è un lavoro bellissimo, a me è un lavoro che piace e che faccio con passione. Io credo fermamente nel ruolo dell insegnante perché credo che la scuola ha un ruolo fondamentale al livello sociale e determinati valori si trasmettono a scuola e in famiglia quindi sono le due agenzie importanti dico sempre che noi magari seminiamo durante gli anni e quei semi poi speriamo diano un frutto crescendo. Dico sempre che secondo me un bravo insegnante emmm rimane nel proprio nella emm non solo nel cuore, ma io ho degli alunni che adesso sono grandi, ma anche genitori di ex alunni con cui ho ancora dei rapporti con i quali ci sentiamo e vedo proprio da questi ragazzi che adesso sono adulti che loro si ricordano cose che io ho detto, passioni che ho trasmesso mmmm di cui tra virgolette sono responsabile e di cui ne vado anche fiera. Quindi ad un giovane insegnante dico che è un lavoro di grande importanza che si deve fare con grande passione e con grande professionalità che abbiamo davanti persone quindi non possiamo pensare di entrare, firmare il cartellino ed è finito il nostro lavoro quindi come dicevo prima è un qualcosa che prosegue anche a casa emmm che oltre alla passione bisogna avere anche l umiltà di dire, di capire quando sbagliamo perché e poi accorgendocene possiamo come spesso dico aggiustare il tiro, quindi metterci sempre in discussione perché cambiano, cambiamo noi, cambiano in bambini e quindi dobbiamo essere sempre molto formate e pronte. Dal mio punto di vista dobbiamo essere noi che dobbiamo cercare di andare incontro per cercare di risolvere situazioni problematiche che si possono incontrare ecco Giorgia: va bene, io ti ringrazio sia della disponibilità che di aver condiviso la tua esperienza e sarà per la prossima, grazie Insegnante: grazie a te

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