IL CONCETTO DI RAZZA NEI DOCUMENTI E NEGLI ATTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE
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- Paola Maggi
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1 IL CONCETTO DI RAZZA NEI DOCUMENTI E NEGLI ATTI DI DIRITTO INTERNAZIONALE Nel presente lavoro, che ha costituito tesi di laurea in Tutela internazionale dei diritti dell uomo, la candidata si è posta il problema dell analizzare la presenza ed il significato del lemma razza nei documenti e negli atti di diritto internazionale. A tal fine la tesista ha avuto modo di constatare che quasi tutti i documenti di diritto internazionale, siano essi Dichiarazioni, Convenzioni o altro, presentano suddetta categoria in particolar modo negli articoli che si occupano di discriminazione, eguaglianza e tutela delle minoranze. L autrice ha evidenziato come la presenza di questa categoria nelle sue diverse formulazioni ha probabilmente costituito uno dei più grandi traguardi raggiunti dalla Comunità Internazionale e dalla Società Civile Internazionale, obiettivo conseguito in molti casi grazie alla pressione di quest ultima che mediante attività di mobilitazione, sensibilizzazione e studi ad hoc, ha favorito il processo di formulazione e riformulazione del diritto internazionale. Ma sebbene quest ultimo elemento sia stato importante, bisogna comunque considerare che la rielaborazione del diritto internazionale è stata in primis il frutto di un processo di formulazione precedente, nato dalla volontà di soggetti di diritto internazionale quali gli Stati, e scaturita da un particolare contesto socio-politico. Nello studio condotto si è analizzato codesto contesto, gli sviluppi successivi, ma soprattutto la questione dell attualizzazione dalla citata problematica alla luce delle più recenti ricerche scientifiche, soprattutto di carattere biologico e genetico; a queste ricerche si sono affiancati strumenti di I
2 carattere socio-antropologico e il tutto è stato inserito all interno di un contesto normativo imprescindibile ai fini del lavoro in questione. L elaborato in questione è scaturito dalla necessità di dare una risposta, o forse una non risposta, alla domanda cos è (oggi) la razza? e soprattutto perché si parla di razza se ne è scientificamente dimostrata l inesistenza. Conseguenzialmente il lavoro è incentrato sull interrogativo se sia lecito parlarne in termini normativi. Il lavoro potrebbe apparire come frutto di una Weltanschuung meramente formalista e considerando gli enormi problemi della società contemporanea, considerando le frequenti violazioni dei diritti dell uomo, un formalismo di questo tipo potrebbe essere considerato infruttuoso. Ma ciò che attraverso l elaborato si è provato a realizzare è stato un qualcosa di diverso. Nel testo, nonostante si abbia coscienza dei limiti che inevitabilmente lo caratterizzeranno, non si è voluto solo fare la storia semantica di un idea, e dunque la storia del concetto di razza quale si è prospettato nei diversi secoli, ma anche entrare nel vivo del problema della condizione giuridica e della protezione internazionale che ne è conseguita. Nel lavoro di tesi l analisi della presenza e del significato della categoria razza in documenti ed atti di diritto internazionale ha reso necessaria l elaborazione di un excursus storico sull introduzione del lemma razza nel linguaggio giuridico internazionalista. A tal fine si è esaminato il periodo compreso tra il XVI e il XX sec., è infatti in quest arco di tempo, che tra alterne vicende, si è assisto alla nascita ed all implementazione di alcuni di quei principi etico-morali che si II
3 evolveranno in seguito in principi giuridici tutelati da apposite norme legislative. Lo studio si è però incentrato sul XX sec. soffermandosi principalmente sul fatidico Il 10 dicembre del 1948, infatti, sarà adottata la Dichiarazione Universale dei diritti dell uomo il primo documento di diritto internazionale che si è occupato dei diritti dell uomo. Nel corso dello studio si è avuto modo di analizzare la Dichiarazione Universale dei diritti dell uomo anche attraverso alcuni dei lavori preparatori e ciò ha permesso di ricostruire la storia di taluni articoli particolarmente importanti ai fini del lavoro, in particolar modo l articolo 2 della Dichiarazione Universale. Una simile impostazione è stata dettata dall esigenza di analizzare il valore della categoria razza alla luce del moderno diritto internazionale, dunque inserito nel contesto della tutela dei diritti dell uomo il cui avvento sulla scena mondiale si è registrato in questo particolare momento storico. Principalmente nei capitoli I e II del lavoro, volendo studiare gli sviluppi e la diffusione del concetto di razza, si è analizzata l introduzione di tale categoria attraverso la formulazione di articoli riguardanti l eguaglianza tra gli esseri umani, la non discriminazione e la tutela delle minoranze, in documenti ed atti di diritto internazionale universale e regionale. In particolar modo, per ciò che concerne il diritto internazionale intercontinentale, ci si è soffermati oltre che sui due Patti internazionali firmati nel 1966, l uno sui diritti civili e politici, l altro sui diritti economici, sociali e culturali, anche su altri documenti quali la Dichiarazione internazionale sull eliminazione di ogni forma di discriminazione razziale, l analoga Convenzione, la Convenzione sui III
4 diritti del fanciullo, la Convenzione relativa allo status dei rifugiati, etc. Oltre che un analisi di documenti ed atti internazionali intercontinentali si è condotta anche un indagine su documenti ed atti intracontinentali. A tal fine si è esaminata sia la Convenzione Europea sulla salvaguardia dei diritti dell uomo e delle libertà fondamentali, adottata nel 1950 dal Consiglio d Europa, composto oggi da quasi tutti gli Stati del continente europeo, sia il diritto comunitario (vincolante al momento per i quindici Stati membri). Lo studio è stato condotto oltre che attraverso le Dichiarazioni e Convenzioni adottate da tali organi, anche attraverso altri documenti quali le direttive comunitarie etc. Inoltre, coscienti del fatto che il continente europeo non detiene il monopolio della regolamentazione regionale delle tematica dei diritti dell uomo, ci si è soffermati sull analisi di documenti extraeuropei quali la Convenzione interamericana relativa ai diritti dell uomo del 1969, la Carta Africana dei diritti dell uomo e dei popoli del 1981, la Dichiarazione sui diritti dell uomo nell Islam del 1990, la Carta asiatica dei diritti dell uomo del 1998 etc. Centrale ai fini di questo lavoro è stato lo studio di alcuni documenti, particolari per la loro natura, elaborati dall Organizzazione delle Nazioni Unite per l educazione, la scienza e la cultura (UNESCO). Si tratta di studi condotti su tematiche razziali da esperti in materia che sono confluiti in una serie di Dichiarazioni; tali documenti rappresentano un caso notevole d intersezione e di problematica collaborazione fra scienza e politica, giacché la loro elaborazione ha comportato un aspra battaglia combattuta in seno alla comunità scientifica internazionale, i cui settori si mostrarono discordi e litigiosi sul significato da dare al concetto di razza, e sulle sue implicazioni. IV
5 In particolar modo l elaborazione dei primi due Statements on race messi a punto dall UNESCO nel 1950 e nel 1951 hanno evidenziato l esistenza di diverse e talora discordanti posizioni sostenute da una comunità scientifica che allora cominciava a muovere i primi passi riguardo a un indagine scientifica della problematica razziale priva di un interpretazione razzista. La Dichiarazione sulla razza del luglio del 1950 e la Dichiarazione sulla natura della razza e delle differenze razziali del giugno del 1951, sono state seguite dall elaborazione di ulteriori documenti sulla medesima problematica quali la Proposta sugli aspetti biologici della questione razziale dell agosto del 1964, la Dichiarazione sulla razza e il pregiudizio razziale del settembre del 1967, la Dichiarazione sulla razza e sui pregiudizi razziali adottata dalla Conferenza Generale dell UNESCO nella sua XX sessione dell autunno del Inoltre, sempre nel terzo capitolo, in cui ci si è occupati dei testi summenzionati, si è proceduto anche all analisi di documenti recentissimi quali la Dichiarazione di Durban ed il suo Programma d azione adottati l 8 settembre 2001 dalla Conferenza Mondiale contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza. Prefiggendosi il lavoro di tesi l obiettivo di analizzare la presenza ed il significato del lemma razza nelle Carte di diritto internazionale, non ci si è limitati solo ad una digressione storica sulle cause sociopolitiche per cui si è avvertita l esigenza di elaborare i principi di eguaglianza, non discriminazione e tutela delle minoranze, inevitabilmente centrali in quanto prevedono la presenza della categoria oggetto d analisi. Invero, proprio perché si è avvertita la necessità di attualizzare tale problematica, lo studio ha posto V
6 particolare attenzione all analisi di documenti di ultima generazione, come la summenzionata Dichiarazione contro il razzismo, la discriminazione razziale, la xenofobia e la relativa intolleranza e i relativi lavori preparatori o la Carta dei diritti fondamentali dell Unione Europea del luglio del Inevitabilmente, speciale considerazione è stata data all analisi del concetto di razza pur nei limiti imposti dalla natura non scientifica dell elaborato in questione. Inoltre, si è proceduto, nel Capitolo IV principalmente, allo studio di categorie d analisi affini che hanno rappresentato, o rappresentano, tentativi di sostituzione o avvicendamento della categoria razza quali, ad esempio, la categoria colore o etnia, etc. È bene sottolineare che il fine ultimo del lavoro di tesi è dato dal voler dissuadere dall utilizzare nella terminologia giuridica la categoria razza ; obiettivo ambizioso e difficilmente conseguibile considerando la limitata esperienza e preparazione di chi scrive. Comunque, volendo perseguire tal fine si è usufruito dell avallo di studi paleo-antropologici e medico-genetici che, attraverso la lettura del DNA e metodologie affini, hanno dimostrato in qualche modo l inesistenza delle razze. Conseguenzialmente si è tentato di illustrare come l introduzione di siffatta categoria abbia costituito un palese errore storico e scientifico. Nello studio si è inoltre palesato che ragionamenti di questo tipo non dovrebbero indurre nel fallace errore secondo cui si disconosce il problema del razzismo quale conseguenza del disconoscimento dell esistenza delle razze. Purtroppo non è così! Il razzismo è! Si è pertanto evidenziato che il razzismo contemporaneo quasi mai appare allo stato puro, infatti raramente si richiama all ineguaglianza e VI
7 alla razza biologica, esso è diverso, difficile da individuare perché più edulcorato e meglio mimetizzato all interno di una società che si autoproclama antirazzista. Il nuovo razzismo è un razzismo senza razza e/o razze. Ebbene, si può asserire che la categoria razza, nella sua accezione bio-sociologica, il razzismo e la consequenziale lotta al razzismo, con strumenti giurisprudenziali, sono categorie indipendente l una dall altra e il mancato riferimento negli atti e nei documenti di diritto internazionale alla categoria razza non implicherà disconoscimento di siffatti fenomeni. E allora perché parlare di razza? VII
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