PRODOTTI AGRICOLI BIOLOCIGI

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1 PRODOTTI AGRICOLI BIOLOCIGI

2 Definizione (Codex Alimentarius) Sistema globale di produzione agricola (vegetale e animale) che privilegia le pratiche di gestione piuttosto che il ricorso a fattori di produzione di origine esterna; Preferenza per l uso di metodi colturali, biologici e meccanici all uso di prodotti chimici di sintesi; Per l allevamento, il metodo di produzione si basa sul principio di uno stretto legame tra animali e superfici agricole (ampie aree di pascolo all aperto, mangime biologico ottenuto dall azienda).

3 Obiettivi Aumentare la diversità biologica nell insieme del sistema; Accrescere l attività biologica dei suoli e la loro fertilità nel lungo termine; Riciclare i rifiuti di origine vegetale e animale, al fine di restituire gli elementi nutritivi alla terra, riducendo l uso di risorse non rinnovabili; Fase assegnamento su risorse rinnovabili nei sistemi agricoli organizzati localmente; Promuovere il corretto uso delle risorse naturali e ridurre ogni possibili forma di inquinamento; Mantenere l integrità biologica e le qualità essenziali nella manipolazione dei prodotti agricoli; Essere praticata su un azienda agricola preesistente dopo un periodo di conversione.

4 INTERVENTI DELL UE Regolamentazione del del metododi di produzione Reg.Cee 2092/91 Riconoscimento ufficiale Reg.Cee 1804/99 Produzione animale Reg.Cee 2078/92 Abrogato dal Reg.Ce 1257/99 Produzione animale Misure di sostegno Misure di sostegno 2001 Piano di azione europeo per lo svilppo dell agricoltura e dell alimentazione biologica

5 Norme nazionali Decreto legislativo 220/1995 Attua il Reg. Cee 2092/91 in materia di produzione agricola ed agroalimentare con metodo biologico Decreto ministeriale 91436/2000 In parte modificato Attua il Reg. Cee 1804/99 sulle produzioni animali biologiche Decreto ministeriale 90459/2001

6 Sostego nazionale: art. 123 Legge Finanziaria 2001 Istituzione di un fondo per lo sviluppo dell agricoltura biologica e di qualità, finalizzato a finanziare programmi annuali, nazional e regionali, relativi a: Sostegno sviluppo produzione agricola biologica mediante: -incentivi agli agricoltori e agli allevatori che attuano la riconversione; Potenziamento attività di ricerca e sperimentazione Informazione ai consumatori -Assistanza tecnica e codici di buona protica.

7 Normativa regionale: Lombardia Delibera della giunta regionale n. 2927/2001 Procedure di iscrizione e cancellazione degli operatori biologici dall elenco regionale Delibera della giunta regionale n /2003 Linee di intervento per lo sviluppo del biologico in Lombardia Piano di sviluppo rurale 2000/06 Sostegno agricoltura biologica Azione 2 delle Misure agroambientali

8 REG. CEE 2092/91 1. Avvio dell attività di produzione, trasformazione, importazione di prodotti ottenuti con il metodo biologico 2. Accesso e permanenza nel sistema di controllo 3. Periodo di conversione 4. Mantenimento e incremento della fertilità del terreno 5. Materiale di riproduzione utilizzabile 6. Mezzi utilizzabili per la difesa delle colture 7. Aziende che producono parzialmente con metodo biologico 8. Importazione dai paesi terzi 9. Etichettatura

9 Il logo europeo Marzo 2000 Aprile 2004

10 Produzione animale biologica (Reg. CE 1804/99) Principio di complementarietà tra suolo e animali: Esclusa la produzione senza terra; Necessità di area a pascolo; Allevamenti estensivi; Principio di separazione: Tutti gli animali di una stessa unità devono essere allevati secondo le norme biologiche

11 ettari n. aziende Sup erfici N. aziend e Aziende biologiche, trend dal 1995 al n. aziende

12 Primi 10 paesi in termini di superficie a biologico 2001 (milioni ettari) ettari 2 0

13 Ripartizione sup. a biologico per coltura 2001 (%) Zo o t e c n i c o Vi t i c o l o 2 3 Or t o f r u t t i c o l o C o l t. In d u s t r i a l i Ol i v i c o l o C e re a l i c o l o Fo r a g g e r o

14 Produttori biologici per attività produttiva 2004 (%) Produttori esclusivi (A) Preparatori esclusivi (B) Aziende miste (AB) TOTALE OPERATORI CONTROLLATI REGIONI Importatori ABRUZZO BASILICATA CALABRIA CAMPANIA EMILIA R FRIULI V. G LAZIO LIGURIA LOMBARDIA MARCHE MOLISE PIEMONTE TN e BZ PUGLIA SARDEGNA SICILIA TOSCANA UMBRIA V. D'AOSTA VENETO TOTALE

15 Distribuzione territoriale produttori biologici per attività produttiva 2004 (%) Nord Centro Sud + Isole

16 Ripartizione percentuale della spesa per prodotti biologici nei diversi canali di vendita al dettaglio ,10% 2,90% 0,80% 0,40% Supermercati ed ipermercati Negozi tradizionali Superette Discount 90,80% Altri canali

17 Aziende e Agriturismi con vendita diretta- 31 dicembre 2004 REGIONE AZIENDE AGRICOLE AGRITURISMI TOTALE PIEMONTE VALLE D'AOSTA LIGURIA LOMBARDIA TRENTINO A. A VENETO FRIULI V. G EMILIA ROMAGNA TOTALE NORD TOSCANA MARCHE UMBRIA LAZIO TOTALE CENTRO ABRUZZO MOLISE CAMPANIA PUGLIA BASILICATA CALABRIA TOTALE SUD SICILIA SARDEGNA TOTALE ISOLE TOTALE ITALIA

18 negozi specializzati in prodotti biologici in Italia- 31 dicembre 2004 REGIONE N. NEGOZI % SU TOTALE ITALIA PIEMONTE VALLE D'AOSTA 7 0,7 LIGURIA 39 3,8 LOMBARDIA ,9 TRENTINO A. A VENETO ,7 FRIULI V. G. 50 4,9 EMILIA ROMAGNA ,1 TOTALE NORD ,1 TOSCANA 74 7,2 MARCHE 45 4,4 UMBRIA 8 0,8 LAZIO 91 8,8 TOTALE CENTRO ,2 ABRUZZO 7 0,7 MOLISE 1 0,1 CAMPANIA 31 3 PUGLIA 47 4,6 BASILICATA 1 0,1 CALABRIA 6 0,6 TOTALE SUD 93 9 SICILIA 27 2,6 SARDEGNA 11 1,1 TOTALE ISOLE 38 3,7 TOTALE ITALIA

19 ripartizione della GDO per dimensione del punto vendita ,60% 14,30% 45,70% Supermercati mediopiccoli e discount Supermercati mediograndi Superette Ipermercati 21,40%

20 Mense scolastiche bio in Italia- Trend 1997/

21 ristoranti biologici in Italia al 31 dicembre 2004 REGIONE N. RISTORANTI % SU TOT. ITALIA PIEMONTE 17 6,8 VALLE D'AOSTA 0 0,0 LIGURIA 8 3,2 LOMBARDIA 40 15,9 TRENTINO A. A. 3 1,2 VENETO 18 7,2 FRIULI V. G. 5 2,0 EMILIA ROMAGNA 41 16,3 TOTALE NORD ,6 TOSCANA 25 10,0 MARCHE 26 10,4 UMBRIA 11 4,4 LAZIO 15 6,0 TOTALE CENTRO 77 30,7 ABRUZZO 7 2,8 MOLISE 0 0,0 CAMPANIA 8 3,2 PUGLIA 4 1,6 BASILICATA 4 1,6 CALABRIA 6 2,4 TOTALE SUD 29 11,6 SICILIA 8 3,2 SARDEGNA 5 2,0 TOTALE ISOLE 13 5,2 TOTALE ITALIA ,0

22 difficoltà nella commercializzazione del biologico % 11% Assenza di canale commerciale Prezzo non remunerativo 35% 47% Difficoltà burocratiche Altro

23 CANALI DISTRIBUTIVI CANALI DISTRIBUTIVI VENDITA ALL'INGROSSO VENDITA AL AL DETTAGLIO CANALI INNOVATIVI ASSOCIAZIONE DI PRODUTTORI CONSORZIO DI PRODUTTORI COOPERATIVA DI PRODUTTORI IMPORTATORE/ ESPORTATORE GROSSISTA GROSSISTA SPECIALIZZATO AGENTE DI COMMERCIO VENDITA DIRETTA NEGOZIO SPECIALIZZATO DISTRIBUZIONE MODERNA RISTORAZIONE COLLETTIVA VENDITA POSTALE COMMERCIO ELETTRONICO BOX SCHEME COMMUNITY SUPPORTED AGRICULTURE STANDARD ORDERING SYSTEMS SUBSCRIPTION FARMING

24 Vendita all ingrosso Insieme di operatori che si frappongono tra produttori e consumatori finali Funzione Anello di collegamento tra azienda agricola bio e dettaglianti, aziende di trasformazione, collettività pubbliche e private ruolo di rilievo nella commercializzazione bio Comparto senza un omogeneo livello di sviluppo nei vari Paesi europei Maggior sviluppo in Europa centro-settentrionale

25 Punti di forza e di debolezza collegamento produzione/ dettaglio; aggregazione dell'offerta; funzione di stoccaggio; formazione di ampi assortimenti; copertura del mercato; penetrazione in nuovi mercati; orientamento della produzione al mercato; assistenza e consulenza; Informazioni; promozione delle vendite. prezzi al consumo elevati; minore reddito ai produttori; problemi di deperibilità e confezionamento; perdita del controllo del mercato.

26 Vendita al dettaglio insieme di operatori commerciali che vendono direttamente al consumatore finale

27 1. Vendita diretta direttamente nell'azienda agricola sul mercato rionale e nelle fiere locali aziende di maggiori dimensioni l'attività di vendita viene organizzata tramite un negozio allestito all'interno della stessa aziende di più piccole dimensioni vendita tramite reti di conoscenti, familiari oppure ai turisti di passaggio senza, comunque, organizzare un vero e proprio punto vendita all'interno dell'azienda assumono un peso crescente rispetto agli altri canali di commercializzazione iniziative sono sempre più numerose e tendono a diventare strumenti per richiamare turisti ed animare piazze e centri storici

28 Punti di forza e di debolezza controllo del prezzo; valorizzazione della qualità e tipicità del prodotto. lontananza dal centro urbano; gamma ridotta; ostacola la crescita dei consumi.

29 Aziende e Agriturismi con vendita diretta - 31 dicembre 2004 Fonte: biobank.it/it/bio-biobank.asp

30 2. NEGOZIO SPECIALIZZATO Europa Primo forma di commercializzazione dei prodotti bio imprenditori individuali Tipologie di gestione cooperative parte una catena distributiva

31 Punti di forza e di debolezza competenza del personale; rapporto commercianteconsumatore; ruolo informativo; atmosfera particolare; immagine culturale; reperibilità di marche e prodotti particolari; Specializzazione; scomodità degli acquisti; assortimenti scarsi; prezzi elevati; scarsa penetrazione del mercato; carenze nella gestione commerciale; inadeguatezza nella commercializzazione del prodotto;

32 Negozi specializzati in prodotti biologici in Italia- 31 dicembre 2004

33 Suddivisione percentuale dei fornitori dei negozi specializzati ,20% 4,20% 17% 32% 0,80% 0,70% 43,20% Gros s is ti s pecializzati Gros s is ti Aziende agricole Cooperative e cons orzi Aziende di tras form azione Tras form atori s pecializzati Altro Fonte: Ismea

34 3. DISTRIBUZIONE MODERNA I primi tentativi di vendita di prodotti biologici attraverso il canale della DM si sono avuti in Danimarca e nel Regno Unito nei primissimi anni '80

35 Punti di forza e di debolezza promozione dello sviluppo del mercato; accessibilità del punto vendita; maggiore penetrazione del mercato; prezzi più bassi; normalizzazione del consumo di prodotti bio; visione autonoma e diretta dell'offerta bio; vasti assortimenti e ricca gamma; scelte d'acquisto più ponderate; diffusione di una nuova cultura di prodotto; concentrazione degli acquisti; migliore immagine dell'insegna. problema della distinguibilità; svilimento dell'immagine del prodotto; confusione tra prodotti bio e naturali; caduta della carica motivazionale; mancanza di rapporto diretto; svalorizzazione da parte del prodotto convenzionale.

36 IL PROBLEMA DELLA COLLOCAZIONE DEI PRODOTTI BIOLOGICI nel corner riservato ai prodotti biologici nel reparto dei prodotti naturali nella rispettiva area merceologica

37 Nel corner riservato al bio VANTAGGI differenziazione del prodotto visibilità e reperibilità ostacolo a confronti diretti prezzo nella logica di comparto spesa bio ampia atmosfera del negozio specializzato. SVANTAGGI isolamento dagli altri prodotti consumo fuori dal quotidiano.

38 Nel reparto dei prodotti naturali VANTAGGI SVANTAGGI ampia offerta buona visibilità. appiattimento dell'immagine bio confusione tra prodotti bio e naturali.

39 Nella rispettiva area merceologica VANTAGGI SVANTAGGI possibilità di confronti all'interno del comparto promozione della concorrenza. difficoltà di differenziazione difficoltà di individuazione prezzo incongruo.

40 Ripartizione della GDO per dimensione del punto vendita ,60% 14,30% 45,70% Superm ercati m edio-piccoli e dis count Superm ercati m edio-grandi Superette 21,40% Iperm ercati Fonte: Ismea

41 23,10% 30,80% Superm ercati m edio grandi 23,10% 23,10% Superm ercati m edio piccoli e dis count Iperm ercati Superette Approvvigionamento da grossisti specializzati Approvvigionamento da cooperative e consorzi ,10% 22,20% 44,40% 22,20% Supermercati medio grandi Supermercati medio piccoli e discount Ipermercati Superette Fonte: Ismea

42 26,20% 14,30% 16,70% 42,90% Supermercati medio grandi Supermercati medio piccoli e discount Ipermercati Superette Collocazione dei prodotti biologici a fianco di quelli convenzionali Collocazione dei prodotti biologici in una specifica area ,30% 7,10% 50,00% 28,60% Supermercati m edio grandi Supermercati medio piccoli e disc ount Iperm erc ati Superette

43 4. LA RISTORAZIONE COLLETTIVA VANTAGGI valorizzazione del prodotto bio; collocazione di grandi volumi; continuità delle vendite; diffusione di una nuova cultura dell'alimentazione. SVANTAGGI difficoltà di approvvigionamento; forte concorrenza; prezzo elevato; problemi organizzativi.

44 Suddivisione percentuale dei fornitori dei catering biologici ,70% 16,70% 25% 36,70% Grossisti specializzati Aziende di trasformazione Cooperative e consorzi Aziende agricole

45 LE MENSE BIOLOGICHE IN ITALIA Fonte: Biobank, 2005

46 Mense scolastiche biologiche in Italia REGIONE N. MENSE % SU TOT ITALIA PIEMONTE 37 6,1 VALLE D'AOSTA 1 0,2 LIGURIA 18 3,0 LOMBARDIA ,3 TRENTINO A. A. 25 4,1 VENETO 69 11,3 FRIULI V. G ,7 EMILIA ROMAGNA ,6 TOTALE NORD ,2 TOSCANA 77 12,7 MARCHE 24 3,9 UMBRIA 7 1,2 LAZIO 19 3,1 TOTALE CENTRO ,9 ABRUZZO 11 1,8 MOLISE 1 0,2 CAMPANIA 5 0,8 PUGLIA 6 1,0 BASILICATA 9 1,5 CALABRIA 1 0,2 TOTALE SUD 33 5,4 SICILIA 4 0,7 SARDEGNA 5 0,8 TOTALE ISOLE 9 1,5 TOTALE ITALIA ,0

47 Ristoranti biologici in Italia REGIONE N. RISTORANTI % SU TOT. ITALIA PIEMONTE 17 6,8 VALLE D'AOSTA 0 0,0 LIGURIA 8 3,2 LOMBARDIA 40 15,9 TRENTINO A. A. 3 1,2 VENETO 18 7,2 FRIULI V. G. 5 2,0 EMILIA ROMAGNA 41 16,3 TOTALE NORD ,6 TOSCANA 25 10,0 MARCHE 26 10,4 UMBRIA 11 4,4 LAZIO 15 6,0 TOTALE CENTRO 77 30,7 ABRUZZO 7 2,8 MOLISE 0 0,0 CAMPANIA 8 3,2 PUGLIA 4 1,6 BASILICATA 4 1,6 CALABRIA 6 2,4 TOTALE SUD 29 11,6 SICILIA 8 3,2 SARDEGNA 5 2,0 TOTALE ISOLE 13 5,2 TOTALE ITALIA ,0

48 Suddivisione % dei fornitori dei ristoranti biologici ,50% 8,60% 0,20% 21,90% 59,80% Aziende agricole Grossisti specializzati Cooperative e consorzi Autoproduzione Trasformatori specializzati Fonte: Ismea

49 I canali innovativi

50 1. VENDITA POSTALE ASPETTI POSITIVI gestione indiretta degli acquisti consultazione accurata del catalogo prezzo fisso stabilità del mercato perfezionamento dell'offerta penetrazione di nuovi mercati margini più elevati per il produttore integrazione del reddito agricolo. ASPETTI NEGATIVI elevati costi di marketing rischi di inefficienza del servizio postale diffidenza dei consumatori.

51 2. COMMERCIO ELETTRONICO ASPETTI POSITIVI comodità tempestività utilizzo 24 ore su 24 maggiori informazioni ampiezza del mercato potenziale conoscenza dei propri consumatori. ASPETTI NEGATIVI insicurezza delle transazioni complessità della logistica mancanza di rapporto diretto.

52 3. BOX SCHEME forma distributiva di prodotto biologico fresco di stagione, organizzata direttamente dall'imprenditore agricolo nei confronti di consumatori convenzionati

53 Agricoltore si impegna a recapitare al domicilio del cliente e ad intervalli concordati (generalmente a cadenza settimanale o quindicinale) Consumatore si impegna a acquistare un determinato quantitativo di prodotti bio disponibili e coltivati in azienda; Pagando un prezzo prestabilito

54 4. COMMUNITY SUPPORTED AGRICULTURE un gruppo di individui, membri di una comunità assume la responsabilità della gestione di una azienda agricola insieme ai produttori la proprietà dell azienda di produzione è ripartita tra tutti i membri della comunità

55 5. STANDARD ORDERING SYSTEMS molto diffuso nei Paesi anglosassoni Consumatori inoltrano i loro ordini variabili e a cadenza generalmene settimanale Nello stesso giorno di consegna dei prodotti al centro di distribuzione li ritirano pagando il corrispettivo pattuito a volte in anticipo Tre figure Coordinatore responsabile responsabile del centro di distribuzione (compenso) provvede al rifornimento di consumatori Aziende fornitrici effettuano le consegne al centro distributivo raccoglie gli ordinativi ricevuti e provvede a smistarli presso i vari fornitori collegati

56 6. SUBSCRIPTION FARMING PRODUTTORE si impegna a fornire al consumatore una quota della produzione, comprensiva di prodotti sia freschi sia trasformati presso la medesima azienda agricola, per un periodo di tempo predefinito CONSUMATORE versa anticipatamente il corrispettivo, ha diritto di esprimere delle preferenze sul tipo di prodotto che gli viene consegnato e, in certi casi, di partecipare direttamente alla programmazione dell'attività produttiva

CANALI DISTRIBUTIVI CANALI DISTRIBUTIVI

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