ROTISMI EPICICLOIDALI

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "ROTISMI EPICICLOIDALI"

Transcript

1 1 ROTISMI EPICICLOIDALI Rotismi ordinari: Rotismi epicicloidali 1 : sono quei rotismi nei quali gli assi delle ruote impegnate nella catena cinematica sono fissi nello spazio. sono quei rotismi che comprendono ruote il cui asse, trasportato da un apposito telaio mobile detto portatreno, ruota a sua volta attorno ad un asse fisso 2. Le ruote ad asse mobile vengono denominate ruote satelliti, mentre quelle ad asse fisso, intorno alle quali ruotano i satelliti, vengono denominate ruote planetarie. La prima e l'ultima ruota del rotismo percorso nel senso dei successivi concatenamenti delle dentature prendono il nome di ruote principali. Il caso più frequente di rotismo epicicloidale è quello corrispondente allo schema sotto riportato. 1 Si definisce epicicloide la curva descritta da un punto di una circonferenza che rotoli senza strisciare esternamente su di un'altra circonferenza. L'epicicloide generata da due circonferenze di uguale raggio prende il nome di cardiode. Se le due circonferenze sono tangenti internamente la curva descritta sarà un'ipocicloide. 2 Questi rotismi sono detti epicicloidali perché un punto appartenente alla circonferenza primitiva di una ruota satellite, ruotante attorno alla circonferenza primitiva di una ruota planetaria, descrive (vedi nota precedente) una traiettoria epicicloidale.

2 2 STUDIO CINEMATICO Il gruppo epicicloidale comprende tre elementi essenziali: due alberi A e 3 coassiali e un portatreno P folle rispetto ad essi. Lo studio cinematico del rotismo ha lo scopo di determinare la relazione tra le velocità di rotazione T A, T, e S rispettivamnete degli alberi e del portatreno.. Si supponga di imporre a tutto il rotismo una velocità angolare -S intorno all'asse di rotazione O del portatreno. Per effetto della sovrapposizione di tale rotazione, il portatreno diviene fisso e il rotismo, dal punto di vista cinematico, si comporta come un rotismo ordinario. Le velocità di rotazione degli alberi di ingresso A e di uscita valgono ora rispettivamente (T A - S) e (T - S). Il rapporto di trasmissione 4 del rotismo, reso ordinario, vale: i ' (T A &S) (T &S) (1) Tale rapporto può anche essere espresso in funzione del numero di denti di tutte le ruote del rotismo. Indicando con z A, z, z SA, z S il numero di denti rispettivamente delle ruote principali e dei satelliti si ha: i ' z SA z A z z S (2) 3 Sugli alberi A e sono calettate le ruote cosiddette principali. 4 Si definisce rapporto di trasmissione il quoziente tra la velocità dell'albero motore (albero di ingresso) e la velocità dell'albero condotto (albero di uscita)

3 3 La (1) prende il nome di formula di Willis e consente, una volta determinato con la (2) il rapporto di trasmissione del rotismo reso ordinario, di calcolare le velocità di ogni membro del rotismo. Si ottiente infatti: T A ' it %(1&i)S T ' T A &(1&i)S (3) i S ' T A (1&i) & it (1&i) Se una delle ruote principali viene mantenuta fissa si ha: T A S ' 1&i T S ' (i&1) i (4) L'una o l'altra delle disposizioni ora indicate consente di ottenere rotismi atti a realizzare rapporti di trasmissione (tra il portatreno e quello della ruota principale mobile) molto piccoli. Dalle (4) si vede che è sufficiente utilizzare delle ruote che realizzino un rapporto di trasmissione del rotismo, reso ordinario, prossimo quanto si vuole a uno, perché il rapporto di trasmissione T A /S (oppure T /S ) sia prossimo quanto si vuole a zero. Con riferimento allo schema di figura 1, ritenendo la corona come spesso accade fissa, si ha: i ' T A T ' & z z A T A S ' (z A %z ) z A (5) Dall ultima delle (3) si può calcolare la velocità di rotazione della corona che annulla la rotazione del portatreno 5 : T ' T A i ' &T A z A z (6) 5 Il problema cinematico relativo al ruotismo di figura 1 si può agevolmente risolvere anche facendo riferimento ai centri di istantanea rotazione. Per bloccare il portatreno, un punto giacente sulla primitiva della corona deve avere una velocità periferica (V ) opposta a quella di un punto appartenente alla primitiva della ruota A (V A ). In tale condizione infatti la ruota satellite è sottoposta ad una rotazione pura intorno al suo asse e il portatreno rimane bloccato. V ' &V A T z ' &T A z A T ' &T A z A z (6 ) ).

4 4 ROTISMO DIFFERENZIALE NEGLI AUTOVEICOLI 6 Il differenziale è un rotismo epicicloidale a ruote coniche. Movente è il portatreno, costituito dalla scatola del differenziale, che riceve il moto dall'albero motore. Le ruote di estremità (1) e (3) trasmettono il moto ai rispettivi semialberi A e delle ruote motrici del veicolo. Le ruote satelliti (2) si impegnano con le ruote di estremità, planetarie, e ruotano attorno ad un asse solidale con la scatola del differenziale. Poiché il rapporto di trasmissione del rotismo reso ordinario vale -1, indicando con T A, T e S le velocità rispettivamente dei semialberi e della scatola del differenziale, dall ultima delle (3), si ha: S ' 1 T A % 1 T (7) ossia la velocità del portatreno è sempre la media aritmetica delle velocità dei semialberi consentendo, come si vedrà nel successivo paragrafo, la corretta iscrizione in curva del veicolo. 6 Il differenziale a ruote coniche attualmente in uso nella trazione automobilistica si deve al genio del francese Onésiphore PECQUEUR ( ), autodidatta, capo officina al Conservatoire d'arts et métiers. Tra le sue numerose e geniali invenzioni ricordiamo: la macchina a vapore a rotazione diretta, alcuni sistemi di lubrificazione, la ferrovia atmosferica e, appunto, il differenziale automobilistico (1826).

5 5 COMPORTAMENTO DEL ROTISMO DIFFERENZIALE IN CURVA Si consideri un'autovettura che percorra una strada rettilinea con velocità V. Se con r si indica il raggio delle ruote la velocità di rotazione delle ruote e del portatreno sarà 7 : T A ' T ' S ' V r (8) Si consideri ora la stessa autovettura mentre percorre una curva e si supponga circolare, di raggio R, la traiettoria descritta dal baricentro G alla velocità V. Se con d si indica la distanza dal piano medio di ciascuna ruota dal piano di simmetria, i centri dei perni delle ruote descrivono delle traiettorie circolari di raggio (R-d) per la ruota interna e (R+d) per la ruota esterna. La velocità del centro O A della ruota motrice interna risulta pertanto: V A ' V R (R&d) e quella del centro O della ruota motrice esterna è: V ' V R (R%d) se r è il raggio delle ruote, le rispettive velocità angolari sono: T A ' V R (R&d) r T ' V R (R%d) r (9) Poiché nell'affrontare la curva si è ritenuto che la velocità V si mantenga costante, anche la velocità di rotazione del portatreno deve rimanere immutata, ossia pari al valore indicato dalla (8) per la marcia rettilinea. La velocità del portatreno risulta perciò, in curva, essere espressa sempre come semisomma delle velocità dei semialberi 8, condizione quest'ultima pienamente soddisfatta dal rotismo differenziale con rapporto di trasmissione ordinario pari a -1 (7) 7 In questa situazione (marcia rettilinea) il differenziale si comporta come un rotismo ordinario e le ruote satellite non ruotano attorno al proprio asse. 8 Il valore della velocità determinata dalla (8) corrisponde infatti proprio alla semisomma delle velocità determinate dalla (9)

6 6 RIPARTIZIONE DEI MOMENTI SUI SEMIALERI Rendimento del differenziale 0 = 1 (caso ideale) Consideriamo il differenziale in condizione di regime e siano C A, C e rispettivamente le coppie agenti sui semialberi A e, e la coppia sul portatreno: l'equazione dell'energia permette di scrivere, nell'esercizio ideale (attrito nullo): S ' C A T A %C T (10) D'altra parte, per l'equilibrio del sistema costituito dalle ruote principali e dal portatreno, deve pure essere soddisfatta la relazione: ' C A %C (11) Tenuto conto delle (3) si ottiene: C A ' 1 (1&i) C ' &i (1&i) C A C ' &i (12) se i, come normalmente accade con il rotismo differenziale, vale -1 si ha 9 : C A ' C ' 2 (13) i = 1ripartisce in parti eguali la coppia motrice sui due alberi Il differenziale con rapporto comandati. Se le forze di aderenza longitudinali tra ruote e strada sono sufficienti a equilibrare i momenti C A C il differenziale può scaricare sulle ruote motrici tutta la coppia disponibile. Quando invece l'aderenza anche di una sola delle ruote motrici è scarsa, il differenziale non permette di trasmettere ai semialberi tutta la coppia suddetta. Nel caso ideale di rendimento della trasmissione unitario e di masse rotanti trascurabili, qualora su di una ruota venga a mancare l'aderenza con il piano stradale, sul semialbero corrispondente si scaricherà necessariamente, per il principio di azione e reazione, una coppia nulla. E poiché per la (13) sarà nulla pure la coppia sul semialbero controlaterale, se il veicolo fosse fermo non ci sarebbe alcuna possibilità di metterlo in movimento: la ruota aderente al terreno rimarrebbe infatti bloccata, mentre quella priva di aderenza ruoterebbe ad una velocità angolare doppia di quella del portatreno. I veicoli atti alla marcia fuori strada hanno perciò il dispositivo di bloccaggio del differenziale: si possono bloccare i satelliti sul loro asse oppure uno dei planetari alla scatola differenziale; in entrambi i casi i due semialberi risultano solidali e il veicolo può spostarsi. 9 Se i assumesse un valore generico D, il momento motore sarebbe ripartito in parti differenti sui due semialberi. Un differenziale di questo tipo può essere usato nella trasmissione con due assi motori per ripartire la coppia motrice in misura proporzionale ai pesi gravanti su ciascuno di essi, cioé alle massime forze di aderenza disponibili.

7 7 Rendimento del differenziale 0 = 0 0 Ritenuto fermo il portatreno, si imprima al semialbero A (motore) una velocità di rotazione T. Il semilabero (condotto) ruoterà ad una velocità T/i 10. Tra i momenti C A1 e C 1 agenti sui semilaberi vale allora la seguente relazione: C 1 ' &i0 0 C A1 (14) ovvero parte del momento motore è stato speso per vincere gli attriti interni del differenziale. Sempre a portatreno fisso, si imprima ora al semilabero (motore) una velocità di rotazione T. Si ottiene: C A2 ' & 0 0 i C 2 (15) Considerando il differenziale in condizioni di regime, non si avranno moti relativi tra i vari elementi fino a che i momenti sui due alberi sono compresi nei limiti dati dalle due relazioni precedenti, ovvero: C A2 #C A #C A1 C 1 #C #C 2 (16) Dalle (14) e (15), tenuta presente la (11), con semplici sostituzioni si determinano i limiti dei momenti motore sui semialberi in funzione del momento agente sul portatreno: C A1 ' 1 1&i0 0 C A2 ' &i (17) C 1 ' i0 0 i0 0 &1 C 2 ' i i&0 0 (17 ) ) In condizioni di marcia rettilinea allora, non tracurando il rendimento interno del differenziale, la ripartizione dei momenti motori sui semialberi rimane, in parte, indeterminata. Tali momenti infatti 10 Con i si indica il rapporto T A /T

8 8 possono variare tra i limiti sotto riportati senza dar luogo a movimenti relativi tra i vari elementi del differenziale &i #C A # 1 1&i0 0 i0 0 i0 0 &1 #C # i i&0 0 (18) Nel caso di ruotismi differenziali ordinari in cui semialberi possono variare tra i limiti sotto riportati: i = 1, nella marcia rettilinea i momenti sui due 0 0 1%0 0 ] 1 1%0 0 (19) I momenti motori sui due semialberi, che nel caso ideale di nella marcia in curva, della quantità: η = 1 )M ' 1&0 0 1%0 0 (20) erano uguali fra loro, differiscono, Più precisamente si può dire che sulla ruota interna, a regime, si rende disponibile un momento motore paria a 11 : C i ' 2 % )M 2 ' 1 1%0 0 (21) mentre sulla ruota esterna un momento pari a: C e ' & )M 2 ' 0 0 1%0 0 (22) 11 In effetti, all ingresso in curva, il semialbero interno viene sottosposto ad una extrarotazione di verso opposto al momento resistente agente sulla corrispondente ruota. In tali condizioni il semialbero interno compie un extralavoro positivo e si comporta come albero motore rispetto al semialbero esterno che, sottoposto ad un extralavoro negativo, si comporta come albero condotto. Con riferimento ad un ruotismo differenziale ordinario di rendimento D e raaporto di trasmissione i=-1, indicando con C i e C e rispettivamente i momenti agenti sui semialberi interno ed esterno si ha: C i ' DC e

9 9 ROTISMO DIFFERENZIALE NELLE MACCHINE UTENSILI 12 Il rotismo differenziale si usa, nelle macchine utensili, quando si ha la necessità di disporre di una velocità angolare ottenuta come somma (o differenza) di due altre velocità angolari indipendenti. Il rotismo di figura rappresenta lo schema di un differenziale applicato ad una dentatrice a creatore 13. Il portatreno riceve, da una catena cinematica non rappresentata, una rotazione (S) funzione del numero di denti z della ruota da intagliare. La ruota A riceve una seconda rotazione, molto più piccola, (T A ) funzione a sua volta dell'angolo di inclinazione dell'elica del dente della ruota da intagliare, e della velocità di avanzamento del creatore. La ruota ruoterà con velocità pari a: ω = ω + Ω A 12 Per approfondire, cfr. A.Galassini - Macchine Utensili - Hoepli 13 Un'altra interessante applicazione del rotismo differenziale alle macchine utensili si trova nel tornio spogliatore Reinecker dove, qualora si debba effettuare la spoglia di un utensile con denti elicoidali, si ha la necessità di comporre il moto di rotazione della barra con il moto di rotazione proveniente dalla vite-madre. (cfr. E. Gatti - Tornio universale Reinecker - De Agostini Novara)

10 10 ALCUNI ROTISMI EPICICLOIDALI PARTICOLARI Rotismo di Pickering Indicando con Z A e Z i numeri di denti delle ruote principali e con Z A1 e Z 2 i numeri di denti delle ruote intermedie, il rapporto di trasmissione del ruotismo ordinario vale: ω A i = = ω z z A1 1 z z A In pratica si assume: per cui: z = 100 z = 99 z = 100 z = 101 A A1 1 i = = Sostituendo il valore di i trovato nella (1) e fissando una delle due ruote principali (ad esempio la A) la velocità di rotazione S vale: Ω = ω i = 9999 ω i Se invece si bloccasse la ruota la velocità di rotazione del portatreno varrebbe: Ω = ω1 = ω i Questo ruotismo è impiegato nei paranchi differenziali, nei contagiri, nonché nei meccanismi ad orologeria. 1

11 11 Mosca di Watt E il ruotismo, costituito da due ruote A e, che realizza un sistema biella-manovella. Il rapporto di z i = z trasmissione è negativo e per la (1) si scrive: z = Ω = ω Assumendo A si ha: z A i 1 ω ωa = i 1 i 1 z + ω z z + z A A A Ω = ω + ω 2 A La velocità del portatreno è la semisomma delle velocità delle ruote principali. Watt, nel suo dispositivo, fissò la ruota A ottenendo quindi: Ω = ω 2 in tal modo egli ottenne di far compiere mezzo giro al portatreno per ogni giro della ruota. Applicando perciò tale ruotismo come sistema biella-manovella la velocità dell albero motore raddoppia, infatti ad ogni corsa semplice dello stantuffo corrisponde un intera rivoluzione dell albero motore.

12 12 ILIOGRAFIA R. Giovannozzi Costruzione di Macchine Vol.2 Patron P. Pierotti Meccanica Vol.2 Calderini A. Capocaccia Meccanica Applicata alle Macchine Vol.2 Malfasi G.Pollone L autoveicolo Levrotto & ella J. Hannah Mechanics of Machines Arnold

FISICA DELLA BICICLETTA

FISICA DELLA BICICLETTA FISICA DELLA BICICLETTA Con immagini scelte dalla 3 SB PREMESSA: LEGGI FISICHE Velocità periferica (tangenziale) del moto circolare uniforme : v = 2πr / T = 2πrf Velocità angolare: ω = θ / t ; per un giro

Dettagli

GIRO DELLA MORTE PER UN CORPO CHE ROTOLA

GIRO DELLA MORTE PER UN CORPO CHE ROTOLA 0. IL OETO D IERZIA GIRO DELLA ORTE ER U CORO CHE ROTOLA ell approfondimento «Giro della morte per un corpo che scivola» si esamina il comportamento di un punto materiale che supera il giro della morte

Dettagli

Università degli Studi della Calabria. Ruote dentate

Università degli Studi della Calabria. Ruote dentate Trasmissione di moto rotatorio mediante ruote di frizione (ad assi paralleli od anche sghembi) Accoppiamento ruota/dentiera Coppia di ruote dentate fra loro ingrananti: la distanza fra i denti lungo la

Dettagli

Progetto e costruzione di macchine Joseph E. Shigley, Charles R. Mischke, Richard G. Budynas Copyright 2005 The McGraw-Hill Companies srl

Progetto e costruzione di macchine Joseph E. Shigley, Charles R. Mischke, Richard G. Budynas Copyright 2005 The McGraw-Hill Companies srl Copyright 2005 The Companies srl Esercizi aggiuntivi capitolo 13 Analisi 13-4 Un pignone cilindrico a denti dritti di 21 denti ingrana con una ruota da 28 denti. Il passo diametrale è di 3 denti/in e l

Dettagli

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d

. Si determina quindi quale distanza viene percorsa lungo l asse y in questo intervallo di tempo: h = v 0y ( d Esercizio 1 Un automobile viaggia a velocità v 0 su una strada inclinata di un angolo θ rispetto alla superficie terrestre, e deve superare un burrone largo d (si veda la figura, in cui è indicato anche

Dettagli

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale

Esercitazione 5 Dinamica del punto materiale Problema 1 Un corpo puntiforme di massa m = 1.0 kg viene lanciato lungo la superficie di un cuneo avente un inclinazione θ = 40 rispetto all orizzontale e altezza h = 80 cm. Il corpo viene lanciato dal

Dettagli

RUOTE DENTATE. Introduzione

RUOTE DENTATE. Introduzione RUOTE DENTATE 362 Introduzione Le ruote dentate costituiscono un sistema affidabile per la trasmissione del moto tra assi paralleli, incidenti e sghembi. La trasmissione avviene per spinta dei denti della

Dettagli

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI

LE FUNZIONI A DUE VARIABILI Capitolo I LE FUNZIONI A DUE VARIABILI In questo primo capitolo introduciamo alcune definizioni di base delle funzioni reali a due variabili reali. Nel seguito R denoterà l insieme dei numeri reali mentre

Dettagli

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE

DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE DISEGNO TECNICO INDUSTRIALE COSTRUZIONI GEOMETRICHE Anno Accademico 2014-2015 Le Costruzioni Geometriche Nello studio del disegno tecnico, inteso come linguaggio grafico comune fra i tecnici per la progettazione

Dettagli

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω

GIROSCOPIO. Scopo dell esperienza: Teoria fisica. Verificare la relazione: ω p = bmg/iω GIROSCOPIO Scopo dell esperienza: Verificare la relazione: ω p = bmg/iω dove ω p è la velocità angolare di precessione, ω è la velocità angolare di rotazione, I il momento principale d inerzia assiale,

Dettagli

9. Urti e conservazione della quantità di moto.

9. Urti e conservazione della quantità di moto. 9. Urti e conservazione della quantità di moto. 1 Conservazione dell impulso m1 v1 v2 m2 Prima Consideriamo due punti materiali di massa m 1 e m 2 che si muovono in una dimensione. Supponiamo che i due

Dettagli

Scelta e verifica dei motori elettrici per gli azionamenti di un mezzo di trazione leggera

Scelta e verifica dei motori elettrici per gli azionamenti di un mezzo di trazione leggera Scelta e verifica dei motori elettrici per gli azionamenti di un mezzo di trazione leggera Si consideri un convoglio ferroviario per la trazione leggera costituito da un unità di trazione, la quale è formata

Dettagli

BIOMECCANICA A A 2 0 11-2 0 1 2. P r o f. s s a M a r i a G u e r r i s i D o t t. P i e t r o P i c e r n o

BIOMECCANICA A A 2 0 11-2 0 1 2. P r o f. s s a M a r i a G u e r r i s i D o t t. P i e t r o P i c e r n o A A 2 0 11-2 0 1 2 U N I V E R S I TA D E G L I S T U D I D I R O M A T O R V E R G ATA FA C O LTA D I M E D I C I N A E C H I R U R G I A L A U R E A T R I E N N A L E I N S C I E N Z E M O T O R I E

Dettagli

1. calcolare l accelerazione del sistema e stabilire se la ruota sale o scende [6 punti];

1. calcolare l accelerazione del sistema e stabilire se la ruota sale o scende [6 punti]; 1 Esercizio Una ruota di raggio R = 15 cm e di massa M = 8 Kg può rotolare senza strisciare lungo un piano inclinato di un angolo θ 2 = 30 0, ed è collegato tramite un filo inestensibile ad un blocco di

Dettagli

A A 2 0 1 2-2 0 1 3 BIOMECCANICA. P i e t r o P i c e r n o, P h D

A A 2 0 1 2-2 0 1 3 BIOMECCANICA. P i e t r o P i c e r n o, P h D A A 2 0 1 2-2 0 1 3 U N I V E R S I TA D E G L I S T U D I D I R O M A T O R V E R G ATA FA C O LTA D I M E D I C I N A E C H I R U R G I A L A U R E A T R I E N N A L E I N S C I E N Z E M O T O R I E

Dettagli

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA

Forza. Forza. Esempi di forze. Caratteristiche della forza. Forze fondamentali CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Forza CONCETTO DI FORZA E EQUILIBRIO, PRINCIPI DELLA DINAMICA Cos è una forza? la forza è una grandezza che agisce su un corpo cambiando la sua velocità e provocando una deformazione sul corpo 2 Esempi

Dettagli

GEOMETRIA DELLE MASSE

GEOMETRIA DELLE MASSE 1 DISPENSA N 2 GEOMETRIA DELLE MASSE Si prende in considerazione un sistema piano, ossia giacente nel pian x-y. Un insieme di masse posizionato nel piano X-Y, rappresentato da punti individuati dalle loro

Dettagli

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra:

Il potenziale a distanza r da una carica puntiforme è dato da V = kq/r, quindi è sufficiente calcolare V sx dovuto alla carica a sinistra: 1. Esercizio Calcolare il potenziale elettrico nel punto A sull asse di simmetria della distribuzione di cariche in figura. Quanto lavoro bisogna spendere per portare una carica da 2 µc dall infinito al

Dettagli

Parte I: Meccanica della locomozione ed armamento

Parte I: Meccanica della locomozione ed armamento Parte I: Meccanica della locomozione ed armamento 1) Meccanica della locomozione: equazione del moto, resistenze al moto, dinamica del veicolo, andamento planoaltimetrico, sopraelevazione in curva, accelerazione

Dettagli

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie

Forze, leggi della dinamica, diagramma del. 28 febbraio 2009 (PIACENTINO - PREITE) Fisica per Scienze Motorie Forze, leggi della dinamica, diagramma del corpo libero 1 FORZE Grandezza fisica definibile come l' agente in grado di modificare lo stato di quiete o di moto di un corpo. Ci troviamo di fronte ad una

Dettagli

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica

Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica Esercizi di Macroeconomia per il corso di Economia Politica (Gli esercizi sono suddivisi in base ai capitoli del testo di De Vincenti) CAPITOLO 3. IL MERCATO DEI BENI NEL MODELLO REDDITO-SPESA Esercizio.

Dettagli

LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO

LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO LA TRSMISSIONE E TRASFORMAZIONE DEL MOVIMENTO Classi seconde - Febbraio 2016 IL MOVIMENTO (MOTO) ROTATORIO (CIRCOLARE) CONTINUO ALTERNATIVO TRASLATORIO (RETTILINEO) CONTINUO ALTERNATIVO LA TRASMISSIONE

Dettagli

Q 1 = +3 10-5 C carica numero 1 Q 2 = +4 10-5 C carica numero 2 forza esercitata tra le cariche distanza tra le cariche, incognita

Q 1 = +3 10-5 C carica numero 1 Q 2 = +4 10-5 C carica numero 2 forza esercitata tra le cariche distanza tra le cariche, incognita Problema n 1 A quale distanza, una dall'altra bisogna porre nel vuoto due cariche (Q 1 =3 10-5 C e Q 2 =4 10-5 C) perché esse esercitino una sull'altra la forza di 200 N? Q 1 = +3 10-5 C carica numero

Dettagli

LICEO SCIENTIFICO STATALE MARIE CURIE Savignano s. R. (FC) CLASSE 3C ESERCIZI SU MOMENTO ANGOLARE-ROTOLAMENTO. Esercizio.

LICEO SCIENTIFICO STATALE MARIE CURIE Savignano s. R. (FC) CLASSE 3C ESERCIZI SU MOMENTO ANGOLARE-ROTOLAMENTO. Esercizio. LICEO SCIENTIFICO STATALE MARIE CURIE Savignano s. R. (FC) CLASSE 3C ESERCIZI SU MOMENTO ANGOLARE-ROTOLAMENTO Esercizio Esercizio Esercizio Dati esercizio: I 1 =5,0 Kg m 2 I 2 =10 Kg m 2 ω i =10giri/sec

Dettagli

Moto circolare uniforme

Moto circolare uniforme Moto circolare uniforme 01 - Moto circolare uniforme. Il moto di un corpo che avviene su una traiettoria circolare (una circonferenza) con velocità (in modulo, intensità) costante si dice moto circolare

Dettagli

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana

Disegno di Macchine. corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Disegno di Macchine corso per I anno della laurea in ing. meccanica Docente: ing. Francesca Campana Lezione n 4 Componentistica di base: alberi, trasmissione per cinghie e catene, giunti Alberi Appunti

Dettagli

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare

L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare L EQUILIBRIO UNIVERSALE dalla meccanica celeste alla fisica nucleare Cap.4 giroscopio, magnetismo e forza di Lorentz teoria del giroscopio Abbiamo finora preso in considerazione le condizionidi equilibrio

Dettagli

FRESATRICI CLASSIFICAZIONE DELLE FRESATRICI

FRESATRICI CLASSIFICAZIONE DELLE FRESATRICI FRESATRC CLASSFCAZONE DELLE FRESATRC Le fresatrici si distinguono principalmente per la disposizione dell albero portafresa e per le possibilità di movimento della tavola portapezzo. Si classificano in

Dettagli

CORPO GIREVOLE ATTORNO AD UN ASSE E MOMENTI. TORNA ALL'INDICE

CORPO GIREVOLE ATTORNO AD UN ASSE E MOMENTI. TORNA ALL'INDICE CORPO GIREVOLE ATTORNO AD UN ASSE E MOMENTI. TORNA ALL'INDICE Consideriamo adesso un corpo esteso, formato da più punti, e che abbia un asse fisso, attorno a cui il corpo può ruotare. In questo caso l

Dettagli

Il concetto di valore medio in generale

Il concetto di valore medio in generale Il concetto di valore medio in generale Nella statistica descrittiva si distinguono solitamente due tipi di medie: - le medie analitiche, che soddisfano ad una condizione di invarianza e si calcolano tenendo

Dettagli

Basi di matematica per il corso di micro

Basi di matematica per il corso di micro Basi di matematica per il corso di micro Microeconomia (anno accademico 2006-2007) Lezione del 21 Marzo 2007 Marianna Belloc 1 Le funzioni 1.1 Definizione Una funzione è una regola che descrive una relazione

Dettagli

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo.

Aprile (recupero) tra una variazione di velocità e l intervallo di tempo in cui ha luogo. Febbraio 1. Un aereo in volo orizzontale, alla velocità costante di 360 km/h, lascia cadere delle provviste per un accampamento da un altezza di 200 metri. Determina a quale distanza dall accampamento

Dettagli

GIRO DELLA MORTE PER UN CORPO CHE SCIVOLA

GIRO DELLA MORTE PER UN CORPO CHE SCIVOLA 8. LA CONSERVAZIONE DELL ENERGIA MECCANICA IL LAVORO E L ENERGIA 4 GIRO DELLA MORTE PER UN CORPO CHE SCIVOLA Il «giro della morte» è una delle parti più eccitanti di una corsa sulle montagne russe. Per

Dettagli

Cosa determina il moto? Aristotele pensava che occorresse uno sforzo per mantenere un corpo in movimento. Galileo non era d'accordo.

Cosa determina il moto? Aristotele pensava che occorresse uno sforzo per mantenere un corpo in movimento. Galileo non era d'accordo. Introduzione Cosa determina il moto? Aristotele pensava che occorresse uno sforzo per mantenere un corpo in movimento. Galileo non era d'accordo. riassunto Cosa determina il moto? Forza - Spinta di un

Dettagli

Dimensionamento delle strutture

Dimensionamento delle strutture Dimensionamento delle strutture Prof. Fabio Fossati Department of Mechanics Politecnico di Milano Lo stato di tensione o di sforzo Allo scopo di caratterizzare in maniera puntuale la distribuzione delle

Dettagli

Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie

Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie Corso di Laurea in Scienze e Tecnologie Agrarie Corso di Meccanica e Meccanizzazione Agricola Trasmissione del moto Prof. S. Pascuzzi 1 Trasmissione del moto ELEMENTO CONDUTTORE impartisce il moto mediante

Dettagli

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo

Energia e Lavoro. In pratica, si determina la dipendenza dallo spazio invece che dal tempo Energia e Lavoro Finora abbiamo descritto il moto dei corpi (puntiformi) usando le leggi di Newton, tramite le forze; abbiamo scritto l equazione del moto, determinato spostamento e velocità in funzione

Dettagli

BILANCIAMENTO. 8-1 Bilanciamento statico di un rotore

BILANCIAMENTO. 8-1 Bilanciamento statico di un rotore 8 BILANCIAMENTO Come si è visto al capitolo 7-3.3, quando il baricentro di un rotore non coincide con l asse di rotazione possono insorgere fenomeni vibratori di entità rilevante, talvolta tali, in condizioni

Dettagli

PROPULSORE A FORZA CENTRIFUGA

PROPULSORE A FORZA CENTRIFUGA PROPULSORE A FORZA CENTRIFUGA Teoria Il propulsore a forza centrifuga, è costituito essenzialmente da masse rotanti e rivoluenti attorno ad un centro comune che col loro movimento circolare generano una

Dettagli

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo.

Siamo così arrivati all aritmetica modulare, ma anche a individuare alcuni aspetti di come funziona l aritmetica del calcolatore come vedremo. DALLE PESATE ALL ARITMETICA FINITA IN BASE 2 Si è trovato, partendo da un problema concreto, che con la base 2, utilizzando alcune potenze della base, operando con solo addizioni, posso ottenere tutti

Dettagli

Seconda Legge DINAMICA: F = ma

Seconda Legge DINAMICA: F = ma Seconda Legge DINAMICA: F = ma (Le grandezze vettoriali sono indicate in grassetto e anche in arancione) Fisica con Elementi di Matematica 1 Unità di misura: Massa m si misura in kg, Accelerazione a si

Dettagli

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi.

I CIRCUITI ELETTRICI. Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. I CIRCUITI ELETTRICI Prima di tutto occorre mettersi d accordo anche sui nomi di alcune parti dei circuiti stessi. Definiamo ramo un tratto di circuito senza diramazioni (tratto evidenziato in rosso nella

Dettagli

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1

LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 LA TRASMISSIONE DELLE INFORMAZIONI QUARTA PARTE 1 I CODICI 1 IL CODICE BCD 1 Somma in BCD 2 Sottrazione BCD 5 IL CODICE ECCESSO 3 20 La trasmissione delle informazioni Quarta Parte I codici Il codice BCD

Dettagli

Forze come grandezze vettoriali

Forze come grandezze vettoriali Forze come grandezze vettoriali L. Paolucci 23 novembre 2010 Sommario Esercizi e problemi risolti. Per la classe prima. Anno Scolastico 2010/11 Parte 1 / versione 2 Si ricordi che la risultante di due

Dettagli

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Territorio ed infrastrutture di trasporto La meccanica della locomozione: questioni generali Il fenomeno dell aderenza e l equazione generale del moto

Dettagli

Strane anomalie di un motore omopolare Di Valerio Rizzi e Giorgio Giurini

Strane anomalie di un motore omopolare Di Valerio Rizzi e Giorgio Giurini Strane anomalie di un motore omopolare Di Valerio Rizzi e Giorgio Giurini Gli scriventi, in qualità di studiosi del generatore omopolare hanno deciso di costruire questo motore per cercare di capire le

Dettagli

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi)

a t Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) 1 Esercizio (tratto dal problema 5.10 del Mazzoldi) Una guida semicircolare liscia verticale di raggio = 40 cm è vincolata ad una piattaforma orizzontale che si muove con accelerazione costante a t = 2

Dettagli

DINAMICA. 1. La macchina di Atwood è composta da due masse m

DINAMICA. 1. La macchina di Atwood è composta da due masse m DINAMICA. La macchina di Atwood è composta da due masse m e m sospese verticalmente su di una puleggia liscia e di massa trascurabile. i calcolino: a. l accelerazione del sistema; b. la tensione della

Dettagli

A. Maggiore Appunti dalle lezioni di Meccanica Tecnica

A. Maggiore Appunti dalle lezioni di Meccanica Tecnica Il giunto idraulico Fra i dispositivi che consentono di trasmettere potenza nel moto rotatorio, con la possibilità di variare la velocità relativa fra movente e cedente, grande importanza ha il giunto

Dettagli

APPUNTI SUL CAMPO MAGNETICO ROTANTE

APPUNTI SUL CAMPO MAGNETICO ROTANTE APPUTI UL CAPO AGETICO ROTATE Campo agnetico Rotante ad una coppia polare Consideriamo la struttura in figura che rappresenta la vista, in sezione trasversale, di un cilindro cavo, costituito da un materiale

Dettagli

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali

( x) ( x) 0. Equazioni irrazionali Equazioni irrazionali Definizione: si definisce equazione irrazionale un equazione in cui compaiono uno o più radicali contenenti l incognita. Esempio 7 Ricordiamo quanto visto sulle condizioni di esistenza

Dettagli

Strumenti di controllo degli organi meccanici

Strumenti di controllo degli organi meccanici Strumenti di controllo degli organi meccanici Il controllo dello spessore dei denti di un ingranaggio, può essere effettuato mediante il calibro a doppio nonio o mediante un micrometro a piattelli. Calibro

Dettagli

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6

28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 28360 - FISICA MATEMATICA 1 A.A. 2014/15 Problemi dal libro di testo: D. Giancoli, Fisica, 2a ed., CEA Capitolo 6 Lavoro, forza costante: W = F r Problema 1 Quanto lavoro viene compiuto dalla forza di

Dettagli

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante

LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante IDRAULICA LEGGE DI STEVIN (EQUAZIONE FONDAMENTALE DELLA STATICA DEI FLUIDI PESANTI INCOMPRIMIBILI) z + p / γ = costante 2 LEGGE DI STEVIN Z = ALTEZZA GEODETICA ENERGIA POTENZIALE PER UNITA DI PESO p /

Dettagli

Relazioni statistiche: regressione e correlazione

Relazioni statistiche: regressione e correlazione Relazioni statistiche: regressione e correlazione È detto studio della connessione lo studio si occupa della ricerca di relazioni fra due variabili statistiche o fra una mutabile e una variabile statistica

Dettagli

13. Campi vettoriali

13. Campi vettoriali 13. Campi vettoriali 1 Il campo di velocità di un fluido Il concetto di campo in fisica non è limitato ai fenomeni elettrici. In generale il valore di una grandezza fisica assegnato per ogni punto dello

Dettagli

LA RETTA. Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali

LA RETTA. Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali Retta per l'origine, rette orizzontali e verticali LA RETTA Abbiamo visto che l'equazione generica di una retta è del tipo Y = mx + q, dove m ne rappresenta la pendenza e q il punto in cui la retta incrocia

Dettagli

Consideriamo due polinomi

Consideriamo due polinomi Capitolo 3 Il luogo delle radici Consideriamo due polinomi N(z) = (z z 1 )(z z 2 )... (z z m ) D(z) = (z p 1 )(z p 2 )... (z p n ) della variabile complessa z con m < n. Nelle problematiche connesse al

Dettagli

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria

Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Fondamenti e didattica di Matematica Finanziaria Silvana Stefani Piazza dell Ateneo Nuovo 1-20126 MILANO U6-368 silvana.stefani@unimib.it 1 Unità 9 Contenuti della lezione Operazioni finanziarie, criterio

Dettagli

METODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE

METODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAMPO MAGNETICO ROTANTE Ing. ENRICO BIAGI Docente di Tecnologie elettrice, Disegno, Progettazione ITIS A. Volta - Perugia ETODO PER LA DESCRIZIONE DEL CAPO AGNETICO ROTANTE Viene illustrato un metodo analitico-grafico per descrivere

Dettagli

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie

Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Insegnamento di Fondamenti di Infrastrutture viarie Territorio ed infrastrutture di trasporto La meccanica della locomozione: questioni generali Il fenomeno dell aderenza e l equazione Dall equazione alle

Dettagli

APPLICATION SHEET Luglio

APPLICATION SHEET Luglio Indice 1. Descrizione dell applicazione 2. Applicazione - Dati 3. Selezione del prodotto e dimensionamento 4. Soluzione Motovario 1. Descrizione dell applicazione Gli schermi per campi da cricket fanno

Dettagli

ELEMENTI DI UNA RUOTA DENTATA A DENTI DIRITTI

ELEMENTI DI UNA RUOTA DENTATA A DENTI DIRITTI 1 Ruote dentate Le ruote dentate servono per la trasmissione del moto rotatorio continuo fra due alberi a distanza ravvicinata, con assi paralleli, concorrenti o sghembi. I denti della ruota motrice spingono,

Dettagli

bensì una tendenza a ruotare quando vengono applicate in punti diversi di un corpo

bensì una tendenza a ruotare quando vengono applicate in punti diversi di un corpo Momento di una forza Nella figura 1 è illustrato come forze uguali e contrarie possono non produrre equilibrio, bensì una tendenza a ruotare quando vengono applicate in punti diversi di un corpo esteso.

Dettagli

2 R = mgr + 1 2 mv2 0 = E f

2 R = mgr + 1 2 mv2 0 = E f Esercizio 1 Un corpo puntiforme di massa m scivola lungo la pista liscia di raggio R partendo da fermo da un altezza h rispetto al fondo della pista come rappresentato in figura. Calcolare: a) Il valore

Dettagli

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing

Appunti sulla Macchina di Turing. Macchina di Turing Macchina di Turing Una macchina di Turing è costituita dai seguenti elementi (vedi fig. 1): a) una unità di memoria, detta memoria esterna, consistente in un nastro illimitato in entrambi i sensi e suddiviso

Dettagli

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R

Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R Studio di funzione Per studio di funzione intendiamo un insieme di procedure che hanno lo scopo di analizzare le proprietà di una funzione f ( x) R R : allo scopo di determinarne le caratteristiche principali.

Dettagli

Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica

Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Esempio Esame di Fisica Generale I C.d.L. ed.u. Informatica Nome: N.M.: 1. 1d (giorno) contiene all incirca (a) 8640 s; (b) 9 10 4 s; (c) 86 10 2 s; (d) 1.44 10 3 s; (e) nessuno di questi valori. 2. Sono

Dettagli

I SISTEMI TRIFASI B B A N B B

I SISTEMI TRIFASI B B A N B B I SISTEMI TRIFSI ITRODUZIOE Un sistema polifase consiste in due o più tensioni identiche, fra le quali esiste uno sfasamento fisso, che alimentano, attraverso delle linee di collegamento, dei carichi.

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA

LA CORRENTE ELETTRICA L CORRENTE ELETTRIC H P h Prima che si raggiunga l equilibrio c è un intervallo di tempo dove il livello del fluido non è uguale. Il verso del movimento del fluido va dal vaso a livello maggiore () verso

Dettagli

IL CAMPO MAGNETICO. V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G.

IL CAMPO MAGNETICO. V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G. IL CAMPO MAGNETICO V Scientifico Prof.ssa Delfino M. G. UNITÀ - IL CAMPO MAGNETICO 1. Fenomeni magnetici 2. Calcolo del campo magnetico 3. Forze su conduttori percorsi da corrente 4. La forza di Lorentz

Dettagli

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica

ENERGIA. Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 1 ENERGIA Energia e Lavoro Potenza Energia cinetica Energia potenziale Principio di conservazione dell energia meccanica 2 Energia L energia è ciò che ci permette all uomo di compiere uno sforzo o meglio

Dettagli

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili

Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili Progetto La fisica nelle attrazioni Attrazione NIAGARA Dati Utili Angolo di risalita = 25 Altezza massima della salita = 25,87 m Altezza della salita nel tratto lineare (fino all ultimo pilone di metallo)

Dettagli

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione

2. Leggi finanziarie di capitalizzazione 2. Leggi finanziarie di capitalizzazione Si chiama legge finanziaria di capitalizzazione una funzione atta a definire il montante M(t accumulato al tempo generico t da un capitale C: M(t = F(C, t C t M

Dettagli

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton

Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Parte I Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton Cap 3.1- Prima legge della DINAMICA o di Newton 3.1-3.2-3.3 forze e principio d inerzia Abbiamo finora studiato come un corpo cambia traiettoria

Dettagli

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra

Funzioni. Parte prima. Daniele Serra Funzioni Parte prima Daniele Serra Nota: questi appunti non sostituiscono in alcun modo le lezioni del prof. Favilli, né alcun libro di testo. Sono piuttosto da intendersi a integrazione di entrambi. 1

Dettagli

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012

Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Prova scritta di Fisica Generale I Corso di studio in Astronomia 22 giugno 2012 Problema 1 Due carrelli A e B, di massa m A = 104 kg e m B = 128 kg, collegati da una molla di costante elastica k = 3100

Dettagli

Motore passo passo: Laboratorio di Elettronica 1

Motore passo passo: Laboratorio di Elettronica 1 Motore passo passo: Laboratorio di Elettronica 1 Motore passo passo: Cuscinetto Rotore Cuscinetto Statore Laboratorio di Elettronica 2 Motore passo passo: Statore ( #8 bobine contrapposte a due a due:

Dettagli

percorso fatto sul tratto orizzontale). Determinare il lavoro (minimo) e la potenza minima del motore per percorrere un tratto.

percorso fatto sul tratto orizzontale). Determinare il lavoro (minimo) e la potenza minima del motore per percorrere un tratto. Esercizio 1 Una pietra viene lanciata con una velocità iniziale di 20.0 m/s contro una pigna all'altezza di 5.0 m rispetto al punto di lancio. Trascurando ogni resistenza, calcolare la velocità della pietra

Dettagli

MACCHINE MOTRICI COSA TRATTEREMO

MACCHINE MOTRICI COSA TRATTEREMO LE MACCHINE MOTRICI MACCHINE MOTRICI COSA TRATTEREMO TRATTRICI: FUNZIONI E TIPOLOGIE DISPOSITIVI DI ACCOPPIAMENTO ORGANI DI PROPULSIONE BILANCIO DINAMICO CRITERI TECNICI, OPERATIVI ED ECONOMICI SUDDIVISIONE

Dettagli

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t)

CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti. 1. Determinare lim M(sinx) (M(t) denota la mantissa di t) CONTINUITÀ E DERIVABILITÀ Esercizi proposti 1. Determinare lim M(sin) (M(t) denota la mantissa di t) kπ/ al variare di k in Z. Ove tale limite non esista, discutere l esistenza dei limiti laterali. Identificare

Dettagli

MECCANICA DEGLI AZIONAMENTI

MECCANICA DEGLI AZIONAMENTI MECCANICA DEGLI AZIONAMENTI resentazione5: Rotismi * * presentazione tratta dalle dispense dell ing. M. Carricato Ingranaggio: insieme di ruote dentate che ingranano tra loro (i.e. coniugate). Rotismo:

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA

LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA LA CORRENTE ELETTRICA CONTINUA (Fenomeno, indipendente dal tempo, che si osserva nei corpi conduttori quando le cariche elettriche fluiscono in essi.) Un conduttore metallico è in equilibrio elettrostatico

Dettagli

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito.

INTEGRALI DEFINITI. Tale superficie viene detta trapezoide e la misura della sua area si ottiene utilizzando il calcolo di un integrale definito. INTEGRALI DEFINITI Sia nel campo scientifico che in quello tecnico si presentano spesso situazioni per affrontare le quali è necessario ricorrere al calcolo dell integrale definito. Vi sono infatti svariati

Dettagli

COME SI RISOLVE UN PROBLEMA DI DINAMICA ROTAZIONALE (punto materiale ovvero corpo puntiforme )

COME SI RISOLVE UN PROBLEMA DI DINAMICA ROTAZIONALE (punto materiale ovvero corpo puntiforme ) COME SI RISOLVE UN PROBLEMA DI DINAMICA ROTAZIONALE (punto materiale ovvero corpo puntiforme ) 1. Caso dell'osservatore inerziale: l'analisi del problema procede in modo analogo a quanto fatto per la dinamica

Dettagli

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico

19 Il campo elettrico - 3. Le linee del campo elettrico Moto di una carica in un campo elettrico uniforme Il moto di una particella carica in un campo elettrico è in generale molto complesso; il problema risulta più semplice se il campo elettrico è uniforme,

Dettagli

Macchine semplici. Vantaggi maggiori si ottengono col verricello differenziale (punto 5.5.) e col paranco differenziale (punto 5.6).

Macchine semplici. Vantaggi maggiori si ottengono col verricello differenziale (punto 5.5.) e col paranco differenziale (punto 5.6). Macchine semplici Premessa Lo studio delle macchine semplici si può considerare come una fase propedeutica allo studio delle macchine composte, poiché il comportamento di molti degli organi che compongono

Dettagli

Ingranaggio conduttore. per IV velocità Cuscinetto a. a rullini per. ingranaggio. per IV velocità. conduttore per IV velocità Anello.

Ingranaggio conduttore. per IV velocità Cuscinetto a. a rullini per. ingranaggio. per IV velocità. conduttore per IV velocità Anello. Nelle figure.0,.,.2 e. sono riportate le viste dell esploso degli alberi primario e secondario, la sezione in pianta e la vista prospettica del cambio a cinque marce della prima versione dell autovettura

Dettagli

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004

ESAME DI STATO DI LICEO SCIENTIFICO CORSO SPERIMENTALE P.N.I. 2004 ESAME DI STAT DI LICE SCIENTIFIC CRS SPERIMENTALE P.N.I. 004 Il candidato risolva uno dei due problemi e 5 dei 0 quesiti in cui si articola il questionario. PRBLEMA Sia la curva d equazione: ke ove k e

Dettagli

Minicorso Regole di Disegno Meccanico

Minicorso Regole di Disegno Meccanico Parte 3 Minicorso Regole di Disegno Meccanico di Andrea Saviano Tolleranze dimensionali di lavorazione Accoppiamenti mobili, stabili e incerti Giochi e interferenze Posizione della zona di tolleranza e

Dettagli

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J.

Anche nel caso che ci si muova e si regga una valigia il lavoro compiuto è nullo: la forza è verticale e lo spostamento orizzontale quindi F s =0 J. Lavoro Un concetto molto importante è quello di lavoro (di una forza) La definizione di tale quantità scalare è L= F dl (unità di misura joule J) Il concetto di lavoro richiede che ci sia uno spostamento,

Dettagli

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA

CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA LA CORRENTE ELETTRICA CORRENTE E TENSIONE ELETTRICA La conoscenza delle grandezze elettriche fondamentali (corrente e tensione) è indispensabile per definire lo stato di un circuito elettrico. LA CORRENTE ELETTRICA DEFINIZIONE:

Dettagli

Lunedì 20 dicembre 2010. Docente del corso: prof. V. Maiorino

Lunedì 20 dicembre 2010. Docente del corso: prof. V. Maiorino Lunedì 20 dicembre 2010 Docente del corso: prof. V. Maiorino Se la Terra si spostasse all improvviso su un orbita dieci volte più lontana dal Sole rispetto all attuale, di quanto dovrebbe variare la massa

Dettagli

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014

Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici. Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Corso di Macroeconomia 2014 Dipartimento di Economia Aziendale e Studi Giusprivatistici Università degli Studi di Bari Aldo Moro Corso di Macroeconomia 2014 1. Assumete che = 10% e = 1. Usando la definizione di inflazione attesa

Dettagli

Scheda. Descrizione della macchina

Scheda. Descrizione della macchina Scheda 1 Lavorazione: Macchina: TORNITURA TORNIO PARALLELO Descrizione della macchina I torni sono macchine che eseguono l asportazione di truciolo: lo scopo è ottenere superfici esterne e interne variamente

Dettagli

FISICA. Le forze. Le forze. il testo: 2011/2012 La Semplificazione dei Testi Scolastici per gli Alunni Stranieri IPSIA A.

FISICA. Le forze. Le forze. il testo: 2011/2012 La Semplificazione dei Testi Scolastici per gli Alunni Stranieri IPSIA A. 01 In questa lezione parliamo delle forze. Parliamo di forza quando: spostiamo una cosa; solleviamo un oggetto; fermiamo una palla mentre giochiamo a calcio; stringiamo una molla. Quando usiamo (applichiamo)

Dettagli

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore

Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore Capitolo 13: L offerta dell impresa e il surplus del produttore 13.1: Introduzione L analisi dei due capitoli precedenti ha fornito tutti i concetti necessari per affrontare l argomento di questo capitolo:

Dettagli

Cenni di geografia astronomica. Giorno solare e giorno siderale.

Cenni di geografia astronomica. Giorno solare e giorno siderale. Cenni di geografia astronomica. Tutte le figure e le immagini (tranne le ultime due) sono state prese dal sito Web: http://www.analemma.com/ Giorno solare e giorno siderale. La durata del giorno solare

Dettagli

Aspettative, Produzione e Politica Economica

Aspettative, Produzione e Politica Economica Aspettative, Produzione e Politica Economica In questa lezione: Studiamo gli effetti delle aspettative sui livelli di spesa e produzione. Riformuliamo il modello IS-LM in un contesto con aspettative. Determiniamo

Dettagli

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it

LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it LA CORRENTE ELETTRICA Prof. Erasmo Modica erasmo@galois.it L INTENSITÀ DELLA CORRENTE ELETTRICA Consideriamo una lampadina inserita in un circuito elettrico costituito da fili metallici ed un interruttore.

Dettagli