Relazione tecnica illustrativa

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1 1. PREMESSE GENERALI Il Ministero per l Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare e la Regione Piemonte, hanno stipulato l Accordo di Programma, sottoscritto il 17 novembre 2010 e registrato alla Corte dei Conti il , ed il successivo Atto Integrativo, finalizzato alla programmazione ed al finanziamento di interventi urgenti e prioritari per la mitigazione del rischio idrogeologico. Col decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 19 aprile 2011, all art. 4, comma 1 veniva definito il quadro delle spese per le attività tecnico-amministrative connesse alla realizzazione degli interventi comprese nell ambito dei corrispettivi ed incentivi di cui al comma 5 art. 92 del D.Lgs n. 163/2006 e s.m.i., ed il successivo comma 2 definiva la necessità di copertura finanziaria degli interventi prima della loro realizzazione. Il Commissario Straordinario delegato all attuazione degli interventi previsti dal suddetto accordo di programma, ha emanato il decreto n. 3 del , avente ad oggetto Individuazione di amministrazioni pubbliche e soggetti aventi finalità pubbliche, in qualità di Stazioni Appaltanti, per la progettazione degli interventi di cui all Accordo di Programma del e successivo Atto Integrativo; procedure tecnico-amministrative per la gestione degli interventi. Attraverso tale decreto, la Provincia di Biella veniva individuata come destinataria di un finanziamento pari ad ,00, avente ad oggetto Consolidamento e sistemazione di scarpate stradali lungo la SP 419 della Serra nei Comuni di Donato e Mongrando. Con tale decreto veniva destinato alla Provincia di Biella una quota di finanziamento previsto pari a ,00 per le opere di prima fase, corrispondendo all Amministrazione stessa, in base ai disposti tecnico amministrativi previsti, una quota netta pari ad ,00. In base all art. 2 del suddetto decreto, le amministrazioni individuate come stazioni appaltanti, sono delegate all avvio delle procedure di una prima fase che includeva la progettazione preliminare e definitiva, conclusasi ed approvata con DGP n. 51 del e successiva rideterminazione del quadro economico, così come prescritto dal Decreto Commissariale n. 20 del ( di approvazione commissariale del progetto definitivo ) approvato con Determinazione Dirigenziale n del Il Commissario Straordinario delegato all attuazione degli interventi previsti dal suddetto accordo di programma, ha emanato il decreto n. 3 del , avente ad oggetto Finanziamento alle Stazioni Appaltanti di cui all elenco indicato nell allegato A per la completa realizzazione degli interventi (progettazione esecutiva e lavori) di cui all AP del 17/11/2010 e 1

2 successivo Atto Integrativo. Definizione delle procedure tecnico-amministrative per la gestione del finanziamento. Il Comune di Mongrando ha provveduto a rilasciare i seguenti provvedimenti autorizzativi: - Autorizzazione n. 01/2012 del 18/06/2012 Legge Regionale 09/08/1989 n. 45 per interventi in terreni sottoposti al vincolo per scopi idrogeologici; Vista l istanza presentata in data 20/03/2012 prot. n Autorizzazione Paesaggistica n. 13/12 del L.R. 01/12/2008 n. 32 e s.m.i. art. 3 comma 2. autorizzazione comunale in virtù di subdelega di funzioni amministrative nelle zone soggette ai disposti di cui al D.Lgs n. 42 e s.m.i.; Vista l istanza presentata in data prot. n Permesso di costruire n. 17/2012 del ; Vista l istanza presentata in data prot. n

3 2. STATO DEI LUOGHI, OBIETTIVI GENERALI E BISOGNI DA SODDISFARE La SP 419 della Serra è una strada con sezione tipica di mezza costa, con funzione di collegamento della parte ovest del Biellese con la Valle D Aosta ed il Canavese. Territorialmente, tale tracciato stradale insiste nei Comuni di Mongrando e di Donato, con sviluppo complessivo pari a km che si snoda seguendo il percorso in sinistra orografica del Torrente Viona. La carreggiata stradale presenta una sezione tipo larga 8,00 8,50 m, con corsie da 3,50 m, cunetta in cls di monte e relativo muro di contenimento di controripa. La problematica principale che presenta tale tipo di strada, è rappresentato dal fenomeno di instabilità di alcuni tratti di scarpata stradale posti a monte delle carreggiata stessa. Infatti in presenza di precipitazioni meteoriche insistenti, si sono registrati fenomeni erosivi di carattere sostanzialmente superficiale, con trasporto e distacco di materiale ghiaio-terroso dalle scarpate di monte con interessamento della carreggiata stradale. Tale fenomeno rappresenta una chiara fonte di pericolo per la viabilità. In precedenza, l ente gestore della strada ex statale (ANAS fino al 2001), aveva provveduto negli anni pregressi, a posizionare a tergo dei muri di sostegno di controripa, delle difese paramassi passive, di altezza variabile, costituite da rete metallica a maglie esagonali e struttura principale in profilati di acciaio. Col tempo, a causa dei fenomeni erosivi sopra descritti, nonché per la vetustà stessa delle installazioni, si è manifestata l inadeguatezza di tali protezioni che si presentano largamente danneggiate in più punti e del tutto insufficienti ad assolvere una adeguata funzione di protezione. Inoltre tali difese passive paramassi non sono rispondenti alle attuali normative che ne disciplinano le caratteristiche prestazionali, in termini di capacità di ritenuta e di dissipazione di energia d urto. 3

4 3. DESCRIZIONE DEL CONTESTO PROGETTUALE E DELLE CARATTERISTICHE PRESTAZIONALI DELLE OPERE Il progetto prevede la realizzazione di n. 4 interventi puntuali, consistenti nella ricostruzione di opera di sostegno di controripa e nelle fornitura e posa di difese passive barriere paramassi, atte a proteggere la carreggiata stradale e gli utenti delle strada dal rischio di caduta di materiale instabile in piattaforma, generato da fenomeni di erosione superficiale. La SP 419 per tratti puntuali di tracciato, è già stata interessata in passato dalla posa di barriere paramassi in punti singolari atti alla mitigazione del rischio di caduta di materiale eroso in carreggiata; tali barriere allo stato attuale si presentano danneggiate in più punti e comunque non più rispondenti alla vigente normativa in tema di difese passive. La dinamica gravitativa osservata, consiste in franamenti di materiale instabile provenienti da porzioni di scarpata di monte, masse che sono messe in movimento per lo più da fenomeni erosivi superficiali, la cui estensione è difficilmente preventivabile se non in via generica. Si è pertanto ritenuto più idoneo procedere alla difesa del corpo stradale attraverso difese passive atte ad intercettare il materiale eroso in prossimità delle opere di sostegno di controripa, anziché pensare a difese attive la cui localizzazione sarebbe di difficile previsione vista la potenziale estensione delle superfici interessate dal fenomeno. Il PRG del comune di Mongrando, alla tavola P5 Carta di sintesi della pericolosità geomorfologica e delle idoneità all utilizzazione urbanistica, ha individuato sommariamente alcune aree della scarpata stradale lato monte della SP 419 che sono soggette a dissesti di tipo franoso ai sensi della circolare PRG 7/LAP/96. In corrispondenza di tali tratti stradali, in passato l ANAS aveva provveduto a realizzate opere di difesa del corpo stradale, che allo stato attuale si trovano in precario stato di conservazione. Di seguito si riporta un breve estratto della tavola P5 del PRG del comune di Mongrando, rimandando alle tavole grafiche allegate al progetto, i maggiori dettagli. 4

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9 Tenendo conto del finanziamento disponibile che non è sufficiente a realizzare/sostituire tutte le opere di difesa del corpo stradale necessarie, si sono individuati alcuni interventi ritenuti più urgenti analizzando il tronco stradale da Mongrando in direzione Donato. Si sono pertanto individuati complessivamente 4 interventi, la cui sommaria descrizione è di seguito riportata: INTERVENTO N. 1: al km 1+800, si prevede la realizzazione a tergo di muro di controripa esistente, di barriera paramassi certificata ETAG 027 di classe 500 KJ per uno sviluppo di circa 100 m; INTERVENTO N. 2: al km 2+200, si prevede la realizzazione a tergo di muro di controripa esistente, in sostituzione di barriere esistente, una barriera paramassi certificata ETAG 027 di classe 500 KJ per uno sviluppo di circa 60 m; INTERVENTO N. 3: al km 2+500, si prevede la realizzazione a tergo di muro di controripa esistente, in sostituzione di barriere esistente, una barriera paramassi certificata ETAG 027 di classe 500 KJ per uno sviluppo di circa 90 m; INTERVENTO N. 4: al km 4+000, si prevede la ricostruzione di muro di sostegno di controripa, che attualmente presenta vistose deformazioni, e una marcata inidoneità a svolgere adeguata funzione statica. L opera in progetto è in c.a. rivestita in pietrame, riprendendo in continuità i manufatti esistenti. Ha una estensione complessiva di circa 60 m e un altezza dallo spiccato di fondazione pari a 2,50 m; Di seguito si riportano in modo descrittivo e sommario le localizzazioni degli interventi, rimandando alle tavole grafiche i maggiori dettagli. 9

10 3.1 Studio delle cause del meccanismo franoso L individuazione dei caratteri meccanici di un movimento franoso non è molto semplice; infatti i tipi di frana sono numerosi e complessi in funzione delle caratteristiche meccaniche del terreno, della forma del pendio, dei caratteri idraulici del sottosuolo, ecc. È possibile tuttavia individuare alcuni meccanismi più semplici ai quali si può riportare, con buona approssimazione, la maggior parte dei fenomeni di instabilità dei pendii. Il sistema di classificazione maggiormente utilizzato per descrivere i movimenti franosi è quello proposto da Varnes nel 1958, e successivamente revisionato dallo stesso Autore nel Tale classificazione si basa, primariamente, sul tipo di movimento e, secondariamente, sulla natura dei materiali coinvolti. Come si può vedere dalla Tab. 1.2 si distinguono sei classi di movimento più le frane complesse (che coinvolgono più meccanismi). Ognuno di questi cinematismi principali può interessare diversi tipi di materiale: ammasso roccioso, detrito e terreno. Si ottengono così 18 tipi di movimento con diversi livelli di frequenza e di facilità di riconoscimento nelle diverse tipologie di materiali. 10

11 In ambito sismico la classificazione di Keefer e Wilson, allo stato attuale, rappresenta invece la più completa caratterizzazione delle frane indotte da sisma. Essa trae origine dallo studio di 40 eventi storici e dei fenomeni associati e fa comunque riferimento ai principi e alla terminologia forniti da Varnes. Keefer e Wilson (1989) hanno raggruppato i fenomeni esaminati in 3 tipi di categorie, che approssimativamente corrispondono ai meccanismi di base di crollo (Categoria I), scorrimento (Categoria II) e colata (Categoria III). Di seguito (Fig. 1.2) viene riportata una corrispondenza fra la classificazione proposta da Keefer e Wilson e quella di Varnes. 11

12 Una volta definito il tipo di meccanismo è molto importante conoscere le cause che concorrono alla genesi di un fenomeno franoso, sia per analizzare le condizioni di stabilità, che per scegliere e dimensionare correttamente gli interventi di stabilizzazione. Tali cause sono molteplici e interagenti e possono essere sintetizzate nella Tab Le cause possono essere all incirca suddivise in due gruppi: quelle che danno luogo ad un aumento delle tensioni di taglio e quelle che provocano una diminuzione della resistenza al taglio dei terreni coinvolti. La variazione dello stato di sollecitazione all interno di un pendio, con aumento delle tensioni di taglio, può essere provocato da erosione del terreno al piede per l azione di torrenti, di fiumi e del mare o da erosioni sotterranee con formazione di cavità. Evidentemente anche l esecuzione di scavi provoca variazioni di tensioni analoghe a quelle causate dall erosione. L applicazione di sovraccarichi stradali su un pendio, come ad esempio la costruzione di rilevati stradali, determina un aumento delle tensioni di taglio. Un aumento di sollecitazione può essere provocato anche dall acqua che penetra nelle fessurazioni e cavità e dà luogo a pressioni laterali (spinte idrostatiche) che possono aumentare significativamente quando l acqua congelando aumenta di volume. Infine le azioni sismiche danno luogo a forze di massa e talvolta, in terreni sabbiosi saturi poco addensati, producono un aumento delle pressioni neutre (liquefazione). 12

13 Mentre le altre cause di aumento delle sollecitazioni sono evitabili, per le azioni sismiche non è possibile agire in nessuna maniera. Pertanto si interviene in genere migliorando le condizioni di stabilità di partenza (statiche). La diminuzione della resistenza al taglio è un fenomeno piuttosto frequente causato da un aumento delle pressioni neutre con conseguente diminuzione delle tensioni efficaci. L aumento delle pressioni neutre è spesso legato agli eventi meteorici, alle escursioni dei livelli di falda e talora anche alle variazioni delle condizioni idrauliche al contorno della massa in esame. La diminuzione della resistenza al taglio può essere causata anche dalla variazione dei parametri della resistenza al taglio nei terreni argillosi e nelle rocce. Per le rocce si può avere l alterazione chimica, mentre per le argille si possono avere fenomeni di rigonfiamento e fessurazione, di rammollimento, di rottura progressiva e di creep. Alla luce delle sopra riportate considerazioni, i movimenti franosi che interessano le scarpate della SP 419 "della Serra" sono classificabile nel seguente modo: interessano materiale prevalentemente terroso, con cinematismo di scorrimento traslazionale, causato da erosione superficiale determinata da eventi atmosferici che ne causano una diminuzione della resistenza al taglio. 3.2 Tipologie di barriere paramassi: rigide ed elastiche Di seguito si riporta una breve descrizione tipologica delle tipologie e del funzionamento delle barriere paramassi. Le barriere paramassi a rete sono generalmente composte da una struttura d intercettazione, da una struttura di sostegno, da una struttura di collegamento e da una struttura di fondazione. Questo tipo di barriere vengono suddivise in due categorie: 1. barriere a limitata deformabilità (rigide), progettate per arrestare il masso/materiale in spazi ridotti; 2. barriere ad elevata deformabilità (flessibili), progettate per arrestare massi/materiale con elevate energie attraverso un lavoro sia elastico che plastico. Le barriere a rete offrono un limitato impatto ambientale, una limitata invasione dell ambiente in fase di messa in opera, rapidità di esecuzione dell intervento, possibilità di collocazione della barriera a qualsiasi altezza, un notevole abbattimento del rischio se collocate su più file, adattamento al profilo del terreno, costi contenuti e facile manutenzione e ripristino. L opera di difesa deve essere in grado di resistere all impatto e di dissipare l energia cinetica posseduta dal masso/materiale. 13

14 1) barriere a limitata deformabilità Nella maggior parte dei casi il masso/materiale colpisce la rete, che, deformandosi, dissipa l energia cinetica dell impatto. L energia dissipata si può calcolare attraverso la seguente relazione: dove M = modulo elastico delle funi, in genere posto uguale a kg/cm²; Af (cm²) = π x (Df / 2)2, area trasversale delle funi; Df (cm) = diametro delle funi; Al (cm) = (ap / 100) x L, allungamento massimo delle funi; ap (%) = allungamento percentuale della fune, in genere pari a 8; L (cm) = lunghezza totale della singola fune; Nf = numero di funi coinvolte nell impatto. 2) barriere ad elevata deformabilità Quando l energia dissipabile dalla rete è minore di quella prevista per l impatto più violento (Ed <Ecmax), si utilizzano le barriere elastiche nelle quali entrano in funzione i dissipatori di energia. Un dissipatore consiste in un cappio di fune d acciaio chiuso da un blocchetto di frizione. Quando il masso impatta contro la rete, il cappio tende a scorrere all interno del blocchetto di frizione, dissipando per attrito una frazione dell energia cinetica del masso/materiale impattante. L energia dispersa dai dissipatori è data da: dove Ecmax Ed = frazione di energia cinetica non dissipata dalla deformazione della rete; Lc = lunghezza del cappio, generalmente 90 cm; Nd = numero di dissipatori che entrano in funzione. 14

15 La pressione esercitata dai blocchetti nel serraggio, invece è data: dove Ca (cm) = coefficiente d attrito acciaio-acciaio, uguale a 0,2; Sc (cm²) = superficie di contatto fune-blocchetto, pari a [2 / 3 (π Df) (0,2 x 0,2)] x l l (cm) = lunghezza del contatto fune-blocchetto. 3) L urto viene assorbito dai puntoni Se il masso impatta con uno dei puntoni d acciaio che sostengono le reti, bisogna verificare la quantità di energia che può essere dissipata nell urto e la necessità di eventuali ancoraggi. L energia cinetica dissipata è data da. con F (kg) = Mra x Sa / H, massima forza assorbita dal puntone in fase elastica; Mra (cm³) = modulo di resistenza dell acciaio; Sa (kg/cm²) = resistenza a trazione dell acciaio; H (cm) = altezza fuori terra del puntone; Ma (kg/cm²) = modulo elastico dell acciaio; Ja (cm4) = momento d inerzia dell acciaio. La corrispondente massima deformazione dell acciaio è data da: Nell ipotesi che la deformazione dei puntoni rimanga in fase elastica, l energia cinetica assorbita dagli ancoraggi sarà data da: 15

16 dove Mf (kg/cm²) = modulo elastico della fune; Def (cm) = Dmax/cos2θ, allungamento della fune relativa alla massima deformazione elastica del puntone; θ ( ) = angolo fra ancoraggio e puntone; Na = numero degli ancoraggi sollecitati. Se però viene presa in considerazione la massima deformazione che può essere assorbita dalle funi si ottiene: dove Defmax (cm) = (Almax/100) x Lt, allungamento massimo sopportabile dalla fune d acciaio; Almax (%) = allungamento percentuale massimo della fune; Lt (cm) = lunghezza totale della fune. 4) Tiranti Nel seguito si descrive sommariamente le regole di base per il corretto dimensionamento dei tiranti di ancoraggio. La lunghezza della fondazione è la massima tra: 1) lunghezza necessaria a garantire l equilibrio fra sforzo applicato al tirante e resistenza laterale del terreno. 2) lunghezza necessaria a garantire l aderenza malta terreno. Per le condizioni di equilibrio carico applicato resistenza del terreno possiamo scrivere: 16

17 Nfu Sforzo normale ultimo del terreno di fondazione Ne Tiro di progetto Fs Fattore di sicurezza sul tiro ultimo del tirante D Diametro della fondazione t Profondità media fondazione Ks Coefficiente di spinta ä Angolo di attrito terreno tirante ca Adesione Per le condizioni di aderenza malta terreno d somma dei diametri dei trefoli ôc tensione ammissibile di aderenza L urto di progetto si basa sulle seguenti assunzioni: la direzione di impatto del blocco è ortogonale alla barriera; durante l impatto si trascura l azione della gravità e il moto rotatorio del blocco; -la deformata (d) di calcolo per la valutazione della forza massima e della geometria è quella misurata in direzione ortogonale alla barriera; la forza di calcolo è pari a 2.5 volte la forza media teorica: la barriera è composta da tre campate. L analisi statica consente la valutazione delle forze agenti, sui montanti, sulle fondazioni del controvento, sui tiranti di fondazione dei montanti, per le barriere verticali; la forza trasmessa dalle funi all ancoraggio di valle, ai controventi, e le forze agenti sulle funi di controvento, per le barriere a sacco. 17

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19 Le forze in gioco dipendono dalla geometria della barriera paramassi e dalle condizioni di installazione. Dovrà pertanto essere cura dell appaltatore fornire alla direzione lavori lo schema dei carichi trasmessi dalla barriera paramassi fornita, alle strutture di supporto per il loro corretto dimensionamento. 4. LIVELLI DI PROGETTAZIONE ITER PROGETTUALE L iter progettuale è regolato dal D.Lgs 163/2006 e s.m.i e dal DPR 207/2010, articolato in progetto preliminare definitivo ed esecutivo. Si ritiene, vista la tipologia di interventi di poter unificare in unica fase la progettazione preliminare e definitiva. La progettazione preliminare e definitiva comprenderà inoltre la relazione geologica e la relazione paesaggistica, necessari per le autorizzazioni ex. LR 45/89 sul vincolo idrogeologico e per l autorizzazione paesaggistica ex. D.Lgs 42/ NORMATIVA E PRESCRIZIONI DA RISPETTARE Il sono entrate in vigore le nuove N.T.C. (Norme Tecniche per le Costruzioni) previste dal D.M

20 Secondo dette specifiche, le barriere paramassi in rete, ricomprese nel punto 11.1 caso A, possono essere in alternativa qualificate secondo le seguenti modalità: Marcatura CE, a seguito del conseguimento del Benestare Tecnico Europeo (ETA) in base alle indicazioni previste da ETAG 027. La marcatura CE permette la libera circolazione del prodotto in tutti i paesi della CE. Certificati di Idoneità Tecnica (C.I.T.) rilasciato dal Servizio Tecnico Centrale del Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici, in base alle indicazioni previste da ETAG 027. IL C.I.T. permette la circolazione del prodotto nel territorio italiano. Principio di equivalenza: in conformità a quanto prescritto dalla Direttiva 89/106/CEE "Prodotti da costruzione" (CPD), le N.T.C. prevedono che "... possono essere impiegati materiali o prodotti conformi ad altre specifiche tecniche qualora dette specifiche garantiscano un livello di sicurezza equivalente a quello previsto dalle presenti norme " (N.T.C.), sulla base di procedure di valutazione previste dal Servizio Tecnico Centrale. In base alle prescrizioni tecniche del presente progetto, la marcatura CE delle barriere paramassi, in quanto tale, per tali interventi deve essere considerata requisito obbligatorio. 6. QUADRO DEI VINCOLI ESISTENTI PRESCRIZIONI DI PRG Dall analisi delle tavole di PRG emergono i seguenti vincoli amministrativi: Codice dei beni culturali e del paesaggio (vincolo ambientale) D.Lgs 42/2004 art. 146, LR 32/2008, DPR 139/2010; LR 45/89 vincolo idrogeologico; RD 3267/1923; Si riportano di seguito alcuni estratti utili tratti dalle NTA del PRGI di Mongrando: 20

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23 7. SICUREZZA CANTIERI (D.LGS 81/08 TITOLO IV) Ai sensi del D.Lgs 81/08 titolo IV, l intervento in esame può prevedere la presenza anche contemporanea di più imprese (non essendo possibile in caso di lavori pubblici escludere l eventuale possibilità di ricorso ai subappalti). Per quanto sopra, ai sensi delle vigenti disposizioni di legge, il progetto esecutivo dovrà comprendere anche il piano di sicurezza e di coordinamento, oltre al fascicolo tecnico, che vaglierà le scelte di progetto alla luce delle problematiche legate alla sicurezza dei cantieri e darà contenuto economico alle procedure operative che risultassero necessarie. 8. ELENCO ELABORATI Gli elaborati che compongono il progetto preliminare/definitivo sono i seguenti: TAVOLE GRAFICHE 1. Corografia e planimetria catastale 2. Planimetria di inquadramento su ortofotocarta 3. Planimetria generale con isoipse 4. Tavola del vincolo paesaggistico 5. Tavola del vincolo idrogeologico 6. Intervento n. 1 km 1+800: stato di fatto e di progetto 7. Intervento n. 2 km 2+200: stato di fatto e di progetto 8. Intervento n. 3 km 2+500: stato di fatto e di progetto 9. Intervento n. 4 km 4+000: stato di fatto e di progetto 10. Particolari costruttivi ELABORATI 11. Relazione tecnico illustrativa 12. Documentazione fotografica 13. Elenco prezzi unitario 14. Computo metrico estimativo 15. Quadro economico 16. Capitolato speciale d appalto 17. Relazione geologica 18. Relazione paesaggistica 19. Relazione di calcolo muro int. 4 km Relazione di calcolo struttura di supporto dell opera paramassi tipo 23

24 21. Cronoprogramma 22. Quadro incidenza manodopera 23. Fascicolo tecnico 24. Piano di sicurezza e coordinamento 25. Planimetrie di cantiere e computo oneri della sicurezza 9. VALUTAZIONE DEI COSTI Il quadro economico dell intervento, redatto in conformità a quanto contenuto nella circolare esplicativa n. 1 del commissario straordinario delegato, punto 2, risulta essere il seguente: LAVORI IN APPALTO IMPORTO Intervento 1 - km ,50 Intervento 2 - km ,48 Intervento 3 - km ,12 Intervento 4 - km ,90 IMPORTO LAVORI ,00 Importo incidenza mano d'opera 26,87% ,36 IMPORTO LAVORI A BASE D'ASTA ,64 Oneri per la sicurezza ,00 IMPORTO TOTALE LAVORI IN APPALTO ,00 SOMME A DISPOSIZIONE DELL AMMINISTRAZIONE IVA 22% su , ,00 Imprevisti ,00 Spese per verifiche tecniche previste dal CSA, accertamenti di ,00 laboratorio, ecc. Accantonamento previsto dall'art. 133 c. 3-4 del cdc 2 500,00 Spese tecniche, incentivo ex art. 92 cdc ,00 Accantonamento previsto dall'art. 7 lett. B 3 III dei Decreti 0,2% 620,00 Totale somme a disposizione ,00 Accantonamento previsto dall'art. 7 lett. B 3 I e II dei Decreti ,00 IMPORTO TOTALE DI PROGETTO ,00 24

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