Università degli Studi di Milano Scuola di Specializzazione in Scienza dell Alimentazione

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1 EFFETTI DI UNA DIETOTERAPIA DI DESENSIBILIZZAZIONE DALLE INTOLLERANZE ALIMENTARI SULLA COMPOSIZIONE CORPOREA IN SOGGETTI SOVRAPPESO ED OBESI Relatore: Prof. G. TETTAMANTI Correlatore: Prof. B. CESTARO Tesi della Dott.ssa Giovanna PERRONE

2 0,5% ALLERGIE 30% INTOLLERANZE ALLERGIA = reazione immunitaria immediata, mediata da immunoglobuline di tipo E (IgE), che avviene e si evidenzia nell istante in cui si viene in contatto con l allergene in causa; è diagnosticabile mediante test allergologici quali ad esempio il Prick test o il Rast. INTOLLERANZA ALIMENTARE = fenomeno mediato dal sistema immunitario, (non IgE mediato), legato all intervento di un complesso di citochine e cellule infiammatorie che porta ad uno stato di immunoflogosi che necessita di una ripetuta stimolazione del sistema immunitario per evidenziare un sintomo.

3 essere negativi ai test allergologici non esclude la possibilità di essere intolleranti agli alimenti testati le intolleranze alimentari nascono dopo una situazione in cui si è determinato un allargamento delle griglie di difesa dell intestino E possibile diventare intolleranti a qualunque età oppure esserlo da sempre ma manifestare i sintomi solo in alcuni periodi della vita.

4 TEST DRIA

5 Il riflesso è mediato dal sistema immunologico, i cortisonici, gli antistaminici, gli inibitori delle fosfodiesterasi o gli stabilizzatori di membrana riducono l ampiezza e l'intensità del riflesso. Il riflesso è legato alla sensibilizzazione recente dell'organismo Gli studi del Premio Nobel giapponese Tonegawa hanno dimostrato che le nostre mucose, e in particolare quelle della bocca, sono tappezzate da cellule immunocompetenti. In pratica la nostra bocca è attrezzata per riconoscere tuttociòcheconessavieneacontatto. Ader e Cohen hanno inoltre dimostrato che le cellule del sistema immunologico non solo interagiscono con il sistema nervoso, ma in qualche modo ne fanno parte e sono quindi in grado di rispondere a qualunque stimolo specifico con velocità sorprendenti, dell'ordine dei millesimi di secondo.

6 CONCLUDENDO La mucosa del cavo orale possiede le cellule adatte per riconoscere l'alimento non tollerato. 2. Le cellule attivate dall'alimento sono in grado di interagire con il sistema nervoso e la velocità di queste reazioni giustifica ampiamente la velocità del riflesso del test DRIA. 3. La reazione tra organismo sensibile e alimento non tollerato determina delle variazioni di forza muscolare.

7 PROTOCOLLO DI STUDIO E CASISTICA Questo studio è stato condotto su pazienti in sovrappeso od obesi che si sono sottoposti al test DRIA a partire dal gennaio 2000 al gennaio Per essere eleggibili allo studio i pazienti dovevano soddisfare i seguenti criteri: diagnosi di sovrappeso o di obesità(valutata con il BMI); etàcompresafrai25ei65anni; nessuna assuzione di farmaci per il sovrappeso o l obesità(orlistat osibutramina).

8 FOLLOW-UP Siaperisoggettiinsovrappesocheperisoggettiobesiicontrollisonostati effettuati ogni 2 mesi; si sono presi in considerazione i primi 3 controlli successivi,quindiunperiododistudiovariabileda2a8mesicirca. In tutti i controlli è stata eseguita una visita medica con esame obiettivo e registrazione delle variazione antropometriche di peso, pliche cutanee, e successivocalcolo delbodyfat(b.f.)edelbodymaxindex(bmi). ANALISI STATISTICA Idatiottenutisonostativalutati con iltesttdistudentadue codeperdati appaiati e sono stati considerati significativi i valori di p< 0,05. Dei vari parametri presi in considerazione si è calcolata la MEDIA e la deviazione standard.

9 CASISTICA Lo studio ha monitorato 261 pazienti in sovrappeso (180 femmine e 81 maschi) con un età media di 45,7 anni (44,9nellefemminee47,5neimaschi)e271pazientiobesi(184femminee87maschi)conun etàmediadi46,7 anni(47,9 nelle femmine e 44,1 nei maschi) ed ha evidenziato i seguenti risultati: MEDIA dei parametri analizzati all inizio dello studio Pz. Sovrap. F. Sovrap. M. Sovrap. Pz. obesi F. obese M. obesi N pazienti BMI 27,6 27,3 28,2 34,6 34,9 34 BF (%) 30,4 32, ,06 36,46 28,99 PESO (Kg) 77,3 72,2 88, ,5 104,6

10 Variazioni della MEDIA del PESO nei pazienti in sovrappeso 1 a visita 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 261 (180/81) 261 (180/81) 128 (86/42) 46 (38/8) 19 (17/2) 10 (8/2) PESO tot. (Kg) 77,37 72,3 (p < 4,89-84 ) PESO F. (Kg) 72,2 67,4 (p < 1, ) PESO M. (Kg) 88,7 83,1 (p < 6, ) 71,3 (p < 1,11-06 ) 66,9 (p < 0, ) 80,1 (p < 0, ) 68,6 (p < 0,0242 ) 69,8 ( p = ns) ,6 (p = ns ) = calo del 7,7% 78,5 (p = ns ) = calo del 11,5% = calo del 10,8% 90 Variazione del PESO nei soggetti SOVRAPPESO (F/M) Donne Uomini Peso 1 Peso 2 Peso 3 Peso 4

11 Variazioni della MEDIA del BMI nei pazienti in sovrappeso 1 a VISITA 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 261 (180/81) 261 (180/81) 128 (86/42) 46 (38/8) 19 (17/2) 10 (8/2) BMI tot. 27,6 25,8 (p < 9, ) 25,39 (p < 9,01-07 ) 25,34 (p < 0,027356) 25,75 (p < 0,001188) 24,9-25 BMI F. 27,3 25,52 (p < 4,88-60 ) 25,24 (p < 0,000327) 25,22 (p = ns) BMI M. 28,2 26,42 (p < 4,58-27 ) 25,71 (p <0, ) 25,91 (p = ns) Variazione del BMI nei pz. in SOVRAPPESO (F/M) Donne Uomini BMI 1 BMI 2 BMI 3 BMI 4

12 Variazioni della MEDIA del BF nei pazienti in sovrappeso 1 a VISITA 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 261 (180/81) 261 (180/81) 128 (86/42) 46 (38/8) 19 (17/2) 10 (8/2) BF tot. (%) 30,4 28,52 (p < 4, ) 27,63 (p < 2,86-22 ) 28,46 ( p = ns) 28,11 (p = ns) BF F. (%) 32,8 30,9 (p < 1,76-56 ) BF M. (%) 25,06 23,19 (p < 3, ) 30,4 ( p < 6, ) 21,96 (p < 1, ) 29,7 (p = ns) = calo del 9,45% = calo del 10,8 % 22,36 (p = ns) Variazione del B.F. nei soggetti SOVRAPPESO (F/M) Body Fat 1 Body Fat 2 Body Fat 3 Body Fat 4 Donne Uomini

13 Variazioni della MEDIA del PESO nei pazienti obesi 1 a VISITA 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 271 (184/87) 271 (184/87) 136 (94/42) 76 (54/22) 39 (33/6) 18 (16/2) PESO tot. (Kg) 95 88,99 (p < 1,34-83 ) PESO F. (Kg) 90,5 84,9 (p < 9, ) PESO M. (Kg) 104,6 97,4 (p < 1, ) 88,23 (p < 9,47-14 ) 84,8 (op < 5, ) 95,7 (p < 6, ) 86,9 (p < 0,020584) 89,6 (p = ns) ,7 (p < 0,0075) = calo del 7,5 % = calo del 9,5% 94,7 ( p = ns) = calo del 15,7% Variazione del PESO nei pz. OBESI (F/M) Peso 1 Peso 2 Peso 3 Peso 4 Peso 5 Peso 6 Donne Uomini

14 Variazioni della MEDIA del BMI nei pazienti obesi 1 a VISITA 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 271 (184/87) 271 (184/87) 136 (94/42) 76 (54/22) 39 (33/6) 18 (16/2) BMI tot. 34,62 32,46 ( p < 1,08-87 ) 31,82 (p < 1,97-13 ) 31,47 (p < 0,011476) 32,8 (p = ns) 31,8-33 BMI F. 34,92 32,83 (p <3, ) 32,25 (p < 5, ) 31,73 (p < 0,0069) BMI M ,67 (p< 3, ) 30,87 (p < 5, ) 30,83 (p = ns) Variazione del BMI nei pz. OBESI (F/M) Donne Uomini BMI 1 BMI 2 BMI 3 BMI 4 BMI 5 BMI 6

15 Variazioni della MEDIA del BF nei pazienti obesi 1 a VISITA 1 controllo 2 controllo 3 controllo 4 controllo poi... N pazienti (F./M.) 271 (184/87) 271 (184/87) 136 (94/42) 76 (54/22) 39 (33/6) 18 (16/2) BF tot. (%) 34,06 32,26 ( p < 2, ) 31,57 (p< 4,63-18 ) 30,66 (p < 1,51-06 ) 32,72 (p = ns) BF F. (%) 36,46 34,93 ( p < 1, ) BF M. (%) 28,99 26,69 (p < 4, ) 33,95 32,59 (p < 3, (p< 2, ) = calo del 10,6% = calo del 9,6 % 26,15 (p < 2, ) 26,2 (p = ns) Variazione del B.F. nei pz. OBESI (F/M) Body Fat 1 Body Fat 2 Body Fat 3 Body Fat 4 Body Fat 5 Body Fat 6 Donne Uomini

16 Commento sui risultati dei pazienti in sovrappeso I maschi pur partendo da un valore di BMI (maschi 28,2-femmine 27,3) superiore rispetto alle femmine, riescono a raggiungere un valore di BMI simile a quello delle femmine (maschi 25,9 femmine 25,2) I maschi rispetto alle femmine riescono ad ottenere una maggior riduzione del Body Fat (10,8% rispetto a 9,45%) e a perdere più peso in percentuale rispetto alle femmine(11,5% rispetto al 7,7%)

17 Commento sui risultati dei pazienti obesi Per quel che riguarda il calo ponderale i maschi hanno più successo delle femmine ottenendo un calo del 9,5% contro il 7,5% delle femmine I valori di partenza del BMI sono simili (maschi 34, femmine 34,92), ma il gruppo dei maschi ottiene un risultato migliore (30,83 rispetto a31,73) Le femmine ottengono risultati migliori dei maschi nella perdita percentuale del BF(10,6% rispetto al 9,6%)

18 CONCLUSIONI Dai dati messi in evidenza dallo studio emerge chiaramente come il gruppo dei maschi ottenga risultati migliori rispetto al gruppo delle femmine sia in termini di BMI che di perdita di PESO. Questo studio mette in luce come dopo 8-10 mesi di trattamento il gruppo dei soggetti obesi riesce a raggiungere un calo ponderale del 10%, valore consigliato dalle linee guida LIGIO 99. Lo studio evidenzia inoltre che, sia nel gruppo femminile che in quello maschile(sovrappeso ed obesi), si assiste ad un iniziale perdita di peso, ad un successivo assestamento e quindi ad una nuova perdita. Quello che è maggiormente interessante è che durante il periodo di assestamento NON si evidenzia un recupero del peso perduto, pur incrementando il numero e la frequenza dei pasti liberi (assunzione delle intolleranze alimentari).

19 Per concludere possiamo affermare che i risultati ottenuti sono stati buoni, sia in termini di calo del PESO, di perdita percentuale di BF che di variazione del BMI, nonostante la dieta attuata NON sia a rigido regime ipocalorico (l analisi statistica ci da ragione di tale affermazione). Durante il percorso dietologico attuato NON sono stati somministrati farmaci coadiuvanti la perdita di peso, quindi i risultati evidenziati sono suscettibili di ulteriore miglioramento. L unico risvolto negativo è che nel percorso dietologico molti pazienti hanno abbandonato la dieta, forse questa è quella percentuale di soggetti che comunque avrebbe abbandonato un regime alimentare, o forse è la percentuale di soggetti che avrebbe avuto bisogno di un aiuto di tipo psicologico?

20 INCIDENZA DELLE INTOLLERANZE ALIMENTARI Carne Suina 17% Pomodoro 12% Latte 50% Grassi Veg. 68% Sale 30% Farina 44% Lievito 51% Latte Sale Lievito Farina Grassi Veg. Pomodoro Carne Suina

21 Frequenza delle intolleranze alimentari N pz. Carne bovina (n e %) Carne suina (n e %) Insaccati (n e %) Pesc e (n e %) Uova (n e %) Latticini (n e %) Sale (n e %) Lieviti (n e %) Pz. totali (3,76%) 91 (17,1%) 65 (12,2%) 8 (1,5%) 91 (17,1%) 269 (50,5%) 160 (30%) 272 (51,1%) Femmine in sovrap. ed obese (2,45%) 58 (10,9%) 49 (9,2%) 8 (10,5%) 63 (11,85%) 181 (34%) 107 (20,1%) 195 (36,6%) Maschi in sovrap. ed obesi (1,31%) 33 (6,2%) 16 (3%) 0 28 (5,26%) 88 (16,5%) 53 (9,9%) 77 (14,5%)

22 Frequenza delle intolleranze alimentari N pz. Patata (n e %) Pomodoro (n e %) Farina bianca ed integrale (n e %) Riso (n e %) Grassi idrogenatti vegetali (mais-olio di semi, soia e lecitina di soia, leguminose) (n e %) Dado (n e %) Pz. totali (10,7%) 68 (12,7%) 237 (44,5%) 35 (6,5%) 367 (68,89%) 36 (6,7%) Femmine in sovrap. ed obese (6,56%) 50 (9,36%) 165 (31%) 25 (4,7%) 285 (53,5%) 24 (4,5%) Maschi in sovrap. Ed obesi (4,14%) 18 (3,37%) 72 (13,5%) 10 (1,8%) 82 (15,37%) 12 (2,24%)

23 Il sistema immunitario mucosale ha due armi di difesa Esclusione immunitaria fatta da anticorpi secretori in particolare della classe delle IgA per inibire la colonizzazione di microrganismi patogeni e la penetrazione nel lume di pericolosi antigeni Meccanismi regolatori per evitare una ipersensibilità a sostanze innocue che bombardano le superfici mucosali Quest ultimo fenomeno è chiamato tolleranza orale

24 Molti studi evidenziano come i fenomeni di ipersensibilità alimentare possono determinare un infiammazione di origine immunitaria, quello che fino ad ora non avevamo evidenziato è come l IL1 possa determinare effetti neuroendocrini di notevole importanza, effetti che creano legami tra fenomeni alimentari infiammatori e regolazione ormonale. Una review di Reichlin, evidenzia in dettaglio il possibile ruolo sul sistema ormonale dell infiammazione da IL1. Si evidenzia come la presenza di IL1, prodotta da una reazione immunitaria, possa attivare il rilascio dai nuclei ipotalamici di CRH (corticotropin releasing hormone) e di vasopressina, con conseguente rilascio di ACTH da parte dell ipofisi. La stessa azione di attivazione surrenalica arriva a provocare una inibizione dell attività macrofagica o dei linfociti T helper. Questi dati evidenziano come una dieta di eliminazione o di rotazione delle intolleranze consenta di ridurre lo stato infiammatorio generale e quindi, sul piano della composizione corporea, di ridurre la percentuale della massa grassa(bf) e di recuperare la massa magra, effetto opposto a quello indotto dalla immunoflogosi subclinica

25 La funzione del sistema immunitario intestinale, presente in aggregati linfoidi nella mucosa e sottomucosa dal piloro alla valvola ileocecale, (placche di Peyer, costituite da circa il 75% di linfociti B che esprimono IgM o IgA di superficie e da circa il 25% di linfociti T in modo particolarecd4)èquelladi... consentire l assorbimento di sostanze nutritive senza provocare reazioni immunitarie pericolose per il soggetto consentire l eliminazione di microrganismi patogeni e sostanze potenzialmente tossiche introdotte con gli alimenti

26 LAG-TIME tempo di latenza tra l induzione della perossidazione e l effettivo manifestarsi dell evento perossidativo stato di equilibrio fra fattori pro e antiossidanti capacità del soggetto di resistere allo stress ossidativo Lag-Time (min) I)fase di latenza; II) fase di propagazione; III) fase di terminazione

27 d-rom S DIACRON Il d- ROM S test, si prefigge di dosare tutti gli idroperossidi (metaboliti reattivi dell ossigeno ROM S) presenti in campione biologico, sfruttando la formazione di radicali liberi che essi generano in presenza di metalli di transizione. da250a320u.carr=nessunostressossidativo; da320a340u.carr=lievestressossidativo; da340a400u.carr=stressossidativo; da400a500u.carr=fortestressossidativo.

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