Comunicazione e mediazione interculturale. Viaggio nelle relazioni
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- Serena Mantovani
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1 Comunicazione e mediazione interculturale Viaggio nelle relazioni
2 Il Viaggio Viaggio all interno del paese Viaggio all estero Viaggio pericoloso Viaggio normale Le ragioni del viaggio e i traumi Trauma premigratorio, trauma della migrazione, trauma del diniego. 2
3 Il Viaggio Il viaggio personale di integrazione. I capitali: il capitale economico il capitale sociale il capitale umano Il viaggio come soddisfazione, ma anche come stanchezza 3
4 Il Viaggio La difficoltà dell eradicazione, l ignoranza della lingua, della cultura e della conoscenza del territorio. Accoglienza a sorpresa da parte dei connazionali. Vivere il disagio integrativo, la sindrome della persa via. Il viaggio e il confronto con le frontiere interne : questure, prefetture, CPI, scuole, ASL, ospedali, comuni ecc. 4
5 Comprendere la cultura Cultura implicita (appresa nell infanzia) Cultura acquisita (decodifica dei comportamenti/ esplicitazione verbale delle idee dei concetti ecc) I vari livelli: piano ontologico piano normativo piano pratico 5
6 Comprendere la cultura L inculturazione consente l introiezione dei valori portanti del gruppo e non solo: gli elementi che sono stati appresi attraverso l imitazione dei comportamenti orienteranno la condotta dell individuo e costituiranno la matrice culturale della sua personalità. All inculturazione non si attribuisce una funzione unidirezionale impositiva, anzi ad ogni individuo si riconosce la possibilità di rielaborare in modo autonomo e originale gli input avuti, correlandoli ed adattandoli alla situazione in mutamento in cui si trova a vivere. 6
7 Comprendere la cultura I modelli appresi e condivisi di appartenenze, credenze, comportamenti e valori mantenuti da un gruppo di persone che interagiscono tra loro. 1) Nazionalità 2) Etnicità 3) Regionale 4) Età 5) Genere 6) Religione/ Politica 7) Formazione / Professione 8) Classe 9) Abilità fisica 7
8 La narrazione Con il racconto possiamo narrare un passato, un presente, un futuro. Raccontare comporta: un organizzazione dei significati la costruzione di un mondo una maggior comprensione degli eventi una riorganizzazione e una risignificazione di sé Gli individui che hanno perso la capacità di costruire narrazioni, hanno perso il loro io. Narrare significa produrre un identità che ci collega agli altri/ costruire e ricostruire il nostro sé. 8
9 La narrazione Se la narrazione è importante per tutti lo è particolarmente per il bambino straniero che spesso si trova a vivere delle crisi interpretative. La crisi interpretativa si verifica quando non si riescono più ad interpretare gli eventi e le persone; accade nei momenti difficili della vita, ma accade anche, in un modo meno invasivo, quando qualcuno ci chiede un parere e noi non abbiamo un opinione. Gli stranieri, proprio in relazione al loro essere stranieri, sono soggetti a rischio di crisi interpretativa, in particolar modo i bambini, che non hanno ancora costruito uno schema interpretativo forte, in grado di reggere a sollecitazioni di questo tipo. Il bambino finisce per non riconoscersi più nella sua storia da qui la resistenza a raccontare di sé o a rubare le storie altrui non si sente più soggetto, laddove essere soggetto significa dare senso, interpretare. In questa situazione, il compito dell educatore non è dare un identità al bambino ma aiutarlo, attraverso la narrazione ad interpretare, a tornare ad interpretare. 9
10 La narrazione Le leggende e i miti come introiezione ed esplicitazione dei valori: La leggenda di Rozafa (castello di Scutari) La leggenda di Costantino e Doruntina La leggenda di Argjirò. 10
11 Lingua e linguaggio Lingua come un insieme di convenzioni (fonetiche, morfologiche, lessiche) necessarie per la comunicazione orale e l espressione scritta per gli individui appartenenti ad una comunità Linguaggio come capacità dell uomo di esprimersi mediante segni volontariamente prodotti e regolati da precise norme convenzionali (il retroterra sociale dei parlanti produce una varietà di lingua dette varietà sociali della lingua secondo il grado d istruzione, genere, età, classe sociale, tipo di occupazione, retroterra etnico/regionale; il contesto istituzionale ecc - linguaggio verbale- suoni articolati - linguaggio non verbale- cinesica, prossemica (ma anche volume di voce, tono ritmo) 11
12 Lingua e linguaggio Differenza tra: significante e significato espressione contenuto el. fisico el. concettuale Esiste un solo significante ma più significati 12
13 Le parole preferite e quelle difficili Bello, ciao, piacere, salve, stella, amore, speranza, meraviglioso, amicizia, casa, simpatia, come mai ecc. Purtroppo,ormai, riuscire, tristezza, cavolo, situazione, attenzione,intenzione, borghesia a prescindere, proprietario (da Geostorie) 13
14 Linguaggio non verbale Il linguaggio non verbale assolve diverse funzioni nel corso della comunicazione: 1. Serve a gestire la situazione sociale ed il proprio sé 2. Funge da supporto alla comunicazione verbale 14
15 Nodi per l utilizzo della scuola Principali variabili che condizionano l accesso alla scuola: sussistenza del diritto di accesso, consapevolezza di questo diritto, effettivo esercizio del diritto; Possibili barriere nell accesso alla scuola: barriere giuridiche legali, barriere burocratiche amministrative; Possibili barriere alla fruibilità del servizio: barriere linguistiche, comunicative, interpretative. 15
16 Condizioni di fruibilità e qualità del servizio A) conoscenza della normativa da parte di tutti gli operatori; B) formazione ed aggiornamento specifico del personale; C) abitudine al lavoro di gruppo e alla multidisciplinarietà; D) riorganizzazione e riorientamento dei servizi (flessibilità); C) capacità di apertura all esterno, al territorio; E) elaborazione di progetti specifici; F) inserimento di facilitatori /mediatori culturali; 16
17 Comunicazione interculturale Secondo Hofstede l acquisizione delle abilità di comunicazione interculturale passa attraverso tre fasi: consapevolezza, conoscenza e abilità Tutto comincia con la consapevolezza: il riconoscere che ciascuno porta con sé un particolare software mentale che deriva dal mondo in cui è cresciuto Poi arriva la conoscenza: se dobbiamo interagire con altre culture, dobbiamo imparare come sono queste culture, quali sono i riti.. L abilità di comunicare tra culture deriva dalla consapevolezza, dalla conoscenza e dall esperienza personale. Ma bastano consapevolezza, conoscenza e abilità? 17
18 Le sette regole dell arte di ascoltare Secondo Marianella Sclavi: 1) Non avere fretta ad arrivare a delle conclusioni. Sono la più effimera della ricerca. 2) Quel che vedi dipende dal tuo punto di vista.per riuscire a vedere il tuo punto di vista, devi cambiare punto di vista 3) Se vuoi comprendere quello che un altro sta dicendo, devi assumere che ha ragione e chiedergli di aiutarti a vedere le cose e gli eventi dalla sua prospettiva. 4) Le emozioni sono degli strumenti conoscitivi fondamentali se sai comprendere il loro linguaggio. Non ti informano su cosa vedi, ma su come guardi. 18
19 Le sette regole dell arte di ascoltare 5) Un buon ascoltatore è un esploratore di mondi possibili. I segnali più importanti per lui sono quelli che si presentano alla coscienza come al tempo stesso trascurabili e fastidiosi, marginali e irritanti, perché incongruenti con le proprie certezze. 6) Un buon ascoltatore accoglie volentieri i paradossi del pensiero e della comunicazione interpersonale. Affronta i dissensi come occasioni per esercitarsi in un campo che lo appassiona: la gestione creativa dei conflitti. 7) Per divenire esperto nell arte di ascoltare devi adottare una metodologia umoristica. Ma quando hai imparato ad ascoltare, l umorismo viene da sé. 19
20 E poi Lavorare con delle domande Lavorare con empatia/ fiducia per rimuovere alcuni ostacoli che impediscono la comunicazione interculturale: La presunzione di essere uguali, che impedisce di vedere la diversità I fraintendimenti verbali I preconcetti e gli stereotipi La tendenza a giudicare 20
21 "Il cittadino americano medio si sveglia in un letto costruito secondo un modello che ebbe origine nel vicino Oriente ma che venne poi modificato nel Nord Europa prima di essere importato in America. Egli scosta le lenzuola e le coperte che possono essere di cotone, pianta originaria del vicino Oriente; o di lana di pecora, animale originariamente addomesticato nel vicino Oriente; o di seta, il cui uso fu scoperto in Cina. Tutti questi materiali sono stati filati e tessuti secondo procedimenti inventati nel vicino Oriente. Si infila i mocassini, inventati dagli indiani delle contrade boscose dell'est, e va nel bagno, i cui accessori sono un misto di invenzioni europee ed americane, entrambe di data recente. Si leva il pigiama, indumento inventato in India, e si lava con il sapone, inventato dalle antiche popolazioni galliche. Poi si fa la barba, rito masochistico che sembra sia derivato dai sumeri o dagli antichi Egiziani. Andando a fare colazione si ferma a comprare un giornale, pagando con delle monete che sono una antica invenzione della Lidia. Al ristorante viene a contatto con tutta una nuova serie di elementi presi da altre culture: il suo piatto è fatto di un tipo di terraglia inventato in Cina; il suo coltello è d'acciaio, lega fatta per la prima volta nell'india del Sud, la sua forchetta ha origini medievali italiane, il cucchiaio è un derivato dell'originale romano... Quando il nostro amico ha finito di mangiare si appoggia alla spalliera della sedia e fuma, secondo un'abitudine degli indiani d'america... Mentre fuma legge le notizie del giorno, stampate in un carattere inventato dagli antichi semiti, su di un materiale inventato in Cina e secondo un procedimento inventato in Germania. Mentre legge i resoconti dei problemi che s'agitano all'estero, se è un buon cittadino conservatore, con un linguaggio indo-europeo, ringrazierà una divinità ebraica, di averlo fatto al cento per cento americano Lo studio dell Uomo, di Ralph Linton, del
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