Obesità ed epigenetica: il ruolo del SIAN nella prevenzione. Antonio Romaniello Direttore U.O.C. SIAN ASL - Potenza
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1 Obesità ed epigenetica: il ruolo del SIAN nella prevenzione Antonio Romaniello Direttore U.O.C. SIAN ASL - Potenza
2 IP E R N U T R IZ IO N EE N E R G E T IC A (O B E S IT A ') C R IT E R IC L IN IC I E P O C AD IIN S O R G E N Z A G IO V A N IL E M A T U R A
3 La condizione di sovrappesosovrappeso-obesità può essere determinata con: BMI; Plicometria; Impedenziometria; Circonferenza vita (obesità viscerale); massimo accettabile sulla donna 88 cm.; massimo accettabile sull uomo 102 cm.
4 Calcolo dell IMC peso (kg) : statura (m) : statura (m) Esempio: una persona che pesa 70 kg ed è alta 1,70 m avrà un IMC = 24,2 (70 : 1,70 : 1,70) e rientrerà nell area normopeso.
5 Definizione BMI kg/m² Classe di obesità Rischio relativo Circonferenza vita Uomini <102 cm Donne < 88 cm Uomini >102 cm Donne > 88 cm Sotto peso <18.5 Normopeso 18.5~24.9 Sovrappeso 25.0~29.9 Obesità 30.0~34.9 I 35.0~39.9 II Molto Alto >40 III Estremamente alto Aumentato Aumentato Alto Alto Molto Alto
6 MODELLI INTERPRETATIVI DEL FENOMENO OBESITA Modello epidemiologico: individuo fondamentalmente sano aggredito da un ambiente obesogeno. L ambiente obesogeno è stato determinato dall uomo in secoli di progresso, per ottenere maggiore disponibilità di cibo, con minor fatica per produrlo.
7 Genetica dell obesità essenziale. Genotipo risparmiatore: Modello biologico : interazione geni-ambiente. I due fattori si sono evoluti con tempistiche diverse; più velocemente l ambiente che non ha dato il tempo alla genetica di adattarsi a tale cambiamento geni risparmiatori, minimizzando il dispendio energetico o favorendo l accumulo di materiale energetico, hanno consentito di superare lunghi periodi di carestia favorendo così la vitalità o la fertilità delle popolazioni in possesso di tale patrimonio genetico.
8 Livelli di interazione geni-ambiente ( Loos e coll. J Inter Med 2003; 254 (5): Obesità genetica: la mutazione genetica di un singolo gene porta ad obesità indipendentemente dall ambiente ( 1-5% ). Predisposizione forte : sovrappeso in ambiente non obesogeno, obeso in ambiente obesogeno. Predisposizione lieve: normopeso in ambiente non obesogeno, sovrappeso in ambiente obesogeno. Geneticamente resistente: normopeso in ambiente obesogeno.
9 Obesità epigenetica. epigenetica: modifiche ereditabili dell espressione dei geni ( attivazione o repressione di alcuni geni) senza variazioni della sequenza nucleotidica del DNA, indotte da fattori estrinseci ambientali, sociali ( abitudini alimentari, stili di vita ecc ) e fattori intrinseci all organismo. Può avvenire principalmente tramite la metilazione del DNA, la modificazione degli istoni ( acetilazione, metilazione, fosforilazione) e l azione dei microrna.
10 Genetica ed epigenetica dell obesità essenziale L obesità essenziale spesso è influenzata da una predisposizione genetica, mediata da svariati geni, a sviluppare l obesità essenziale, il cosiddetto genotipo frugale. Accanto al genotipo frugale sembrerebbe esistere anche il fenotipo frugale, non caratterizzato da specifici gruppi di geni predisponenti l obesità, ma che si svilupperebbe in ambiente intrauterino per una insufficienza nutrizionale. Il gruppo di geni che sembrerebbe maggiormente legato alla disponibilità di nutrienti sono quelli che codificano per le metiltrasferasi
11 Epigenetica ed obesità essenziale. I meccanismi epigenetici hanno importanza soprattutto nella nutrizione fetale. Nel caso di madre malnutrita o obesa il feto sembrerebbe difendersi attivando, con meccanismi epigenetici, percorsi metabolici che si protraggono fino all età adulta e possono trasmettersi fino alle generazioni successive almeno fino a che si mantengono le situazioni ambientali che hanno attivato tali processi.
12 Prevenzione dell obesità epigenetica L obesità è una patologia multifattoriale causata da complesse interazioni tra molteplici geni ed ambiente. Tenere conto dei molteplici fattori genetici predisponenti e di quelli epigenetici potrebbe migliorare l efficacia delle strategie preventive che andrebbero diversificate ed adeguate alle nuove acquisizioni scientifiche in aggiunta agli interventi usuali.
13 Verosimilmente non esiste un unica tipologia di paziente obeso per il diverso peso della diversa predisposizione ereditaria, dei fattori epigenetici, di quelli individuali, ambientali e sociali. Probabilmente in futuro si arriverà ad interventi personalizzati dopo aver individuato la predisposizione genetica del singolo paziente obeso o le vie metaboliche attivate o represse in via epigenetica.
14 In attesa di questi interventi mirati e personalizzati per la prevenzione dell obesità sarebbe opportuno affiancare le tradizionali strategie preventive per l obesità e porre in atto: interventi di sanità pubblica che prevedano l individuazione precoce di famiglie con un elevata prevalenza di soggetti obesi, nelle quali è verosimile ipotizzare anche una componente ereditaria nell eziologia dell obesità, e concentrare su questi gruppi a rischio interventi preventivi e monitoraggio nel tempo della situazione. Prevenzione di modifiche epigenetiche sfavorevoli del DNA su base nutrizionale nelle donne in gravidanza.
15 Strategie attuate dal SIAN-A.S.L. Potenza per la prevenzione dell obesità su base epigenetica. Dal 2006 corsi di educazione ad una corretta alimentazione alle gestanti, effettuati in cooperazione con l U.O. Attività consultoriali. Visita dietologica e controlli alle gestanti presso gli ambulatori di dietetica dell U.O.C SIAN- Potenza. Sensibilizzazione delle pazienti, sovrappeso e/o obese, in età fertile che accedono agli ambulatori di dietetica del SIAN al recupero del peso corporeo ideale prima dell inizio di una gravidanza.
16 Interventi mirati di educazione sanitaria su gruppi a maggior rischio di obesità- SIAN A.S.Locale.Pz Progetto Crescere in forma effettuato annualmente dal 2008 nelle scuole elementari dei comuni su tutto l ambito territoriale. Individuazione dei bambini sovrappeso e/o obesi (tabelle di Cole). Coinvolgimento delle famiglie dei bambini sovrappeso o obesi in attività di educazione sanitaria. Controllo dei bambini sovrappeso o obesi e delle loro famiglie anche in anni successivi.
17 Attività di Educazione Sanitaria CRESCERE IN FORMA PROGETTO DI SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE PER QUANTIFICARE LA PREVALENZA DI SOVRAPPESO ED OBESITA FRA I BAMBINI DI 6-7 ANNI DEL TERRRITORIO DI COMPETENZA DELL AZIENDA SANITARIA LOCALE. DESTINATARI: 236 ALUNNI DELLE I E II ELEMENTARI METODI : RILEVAZIONE DI PESO ED ALTEZZA E VALUTAZIONE DEL BMI SECONDO TABELLE DI COLE
18 Attività di Educazione Sanitaria RISULTATI : 2 5,8 % SO VRAPPESO NO RM O PESO O B ES I 4 6,3 % 2 7,9 %
19 Attività di Educazione Sanitaria CRESCERE IN FORMA PROGETTO DI SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE PER QUANTIFICARE LA PREVALENZA DI SOVRAPPESO ED OBESITA FRA I BAMBINI DI 6-7 ANNI DEL TERRRITORIO DI COMPETENZA DELL AZIENDA SANITARIA LOCALE. DESTINATARI: 280 ALUNNI DELLE I E II ELEMENTARI METODI : RILEVAZIONE DI PESO ED ALTEZZA E VALUTAZIONE DEL BMI SECONDO TABELLE DI COLE
20 Attività di Educazione Sanitaria RISULTATI : S o v ra p p e so 23% SO VRAPPESO NO RM O PESO O B ES I O b e so 1 2 % N o r m o p e so 65%
21 Attività di Educazione Sanitaria CRESCERE IN FORMA PROGETTO DI SORVEGLIANZA NUTRIZIONALE PER QUANTIFICARE LA PREVALENZA DI SOVRAPPESO ED OBESITA FRA I BAMBINI DI 6-7 ANNI DEL TERRRITORIO DI COMPETENZA DELL AZIENDA SANITARIA LOCALE. DESTINATARI: 175 ALUNNI DELLE I E II ELEMENTARI METODI : RILEVAZIONE DI PESO ED ALTEZZA E VALUTAZIONE DEL BMI SECONDO TABELLE DI COLE
22 Attività di Educazione Sanitaria RISULTATI : S o v ra p p e so 14% SO VRAPPESO NO RM O PESO O B ES I N o r m o p e so 68% O b e so 1 8 %
23 RISULTATI : Distribuzione percentuale BMI pazienti afferenti all ambulatorio di Dietetica Preventiva (totale n a gennaio 2013 B M I<1 8,5 0,6 % B M I>4 0 12% B M I1 8,5-2 4,9 7,3 % B M I ,9 2 7,3 % B M I ,9 2 0 % B M I ,9 3 3 %
24 AMBULATORIO Cartella clinica informatizzata Anamnesi nutrizionale Impedenziometria classica 1 Bilancia classica bilancia impedenziometrica plicometria Controllo Pressione arteriosa
25 AMBULATORIO 2
26
27 numero accesi Numero accessi ambulatoriali ( ) anni genmag 2011
28 Conclusioni L igienista deve adeguare le sue modalità d intervento nelle attività ambulatoriali, tenendo conto dei molteplici fattori genetici predisponenti e di quelli epigenetici che intervengono nell eziologia dell obesità. L igienista deve utilizzare le nuove e continue acquisizioni scientifiche, nell ambito della Dietetica Preventiva, nella programmazione ed effettuazione degli interventi di Prevenzione nutrizionale sul territorio. Sarebbe inoltre utile affiancare le usuali azioni di educazione sanitaria, con interventi di prevenzione nutrizionale sul singolo e su gruppi a rischio. Un ruolo determinante, nelle attività di Dietetica Preventiva, può essere svolto dai dietisti.
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