Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO

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1 Direzione Generale Infrastrutture e Mobilità AGENZIA INTERREGIONALE PER IL FIUME PO ATTIVITÀ E STUDI PROPEDEUTICI RELATIVI ALLA REGIMAZIONE DEL PO NEL TRATTO TRA CREMONA E FOCE MINCIO STUDI INTEGRATIVI I RESPONSABILI Dott. Ing. Luigi Fortunato Dott. Ing. Luigi Mille Dott. Ing. Marcello Moretti NOVEMBRE 2009 Prof. Ing. Alessandro Paoletti Dott. Ing. Stefano Croci Dott. Ing. Aldo Marcello

2 GRUPPO DI LAVORO Prof. Ing. Domenico Zampaglione Dott. Geol. Giovanni Savazzi (capitolo 3) Prof. dott. Renato Vismara Politecnico di Milano Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture Viarie, Rilevamento (capitolo 4) Dott. Arianna Azzellino Politecnico di Milano Dipartimento di Ingegneria Idraulica, Ambientale, Infrastrutture Viarie, Rilevamento (capitolo 4) Dott. Gaetano Gentili GRAIA S.r.l. Varano Borghi (VA) (capitolo 5)

3 I N D I C E 1. PREMESSA RAPPORTO TRA L INTERVENTO DI REGIMAZIONE PROPOSTO ED IL PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO PREMESSA SINTESI DEI CONTENUTI DEL PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE PER IL TRATTO DI PO TRA CREMONA E FOCE MINCIO Definizione dello stato attuale morfologico ed ambientale Definizione degli obiettivi di qualità Misure di base e supplementari, necessarie per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po Approfondimenti legati allo stato morfologico dei corsi d acqua. Azioni e misure specifiche ANALISI DI COMPATIBILITÀ TRA LA PROPOSTA PROGETTUALE DI REGIMAZIONE DEL FIUME PO NEL TRATTO TRA CREMONA E FOCE MINCIO E IL PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO CONCLUSIONI ANALISI INTEGRATIVE DEL TRASPORTO SOLIDO PREMESSA SINTESI DELLE CONOSCENZE SULLE TENDENZE EVOLUTIVE DELL ALVEO INCISO DEL F. PO NEL TRATTO COMPRESO TRA CREMONA E L INCILE DEL DELTA SINTESI DELLE CONOSCENZE SUL TRASPORTO SOLIDO DI FONDO TRA CREMONA E PO DI GORO SINTESI DELLE CONOSCENZE SULLE MODIFICAZIONI DI FONDO ALVEO NEL PO DI VENEZIA SINTESI DELLE CONOSCENZE SULLE MODALITÀ DI TRASPORTO E SUL TRASPORTO IN SOSPENSIONE DEL F. PO SINTESI SULL EVOLUZIONE GEOMORFOLOGICA RECENTE DELL APPARATO DELTIZIO E DEL TRASPORTO SOLIDO A MARE F. PO IL MODELLO DEL TRASPORTO SOLIDO AL FONDO ED IN SOSPENSIONE Schema concettuale del modello di trasporto solido Struttura del modello di trasporto solido e algoritmi di calcolo Applicazione del modello al tratto fluviale compreso tra Pontelagoscuro e diramazione del Po di Goro (incile del delta) Applicazione del modello al tratto fluviale oggetto di intervento Sintesi dei risultati e considerazioni sugli effetti indotti nel delta del Po VALUTAZIONE PRELIMINARE DEGLI EFFETTI INDOTTI DALLA REGIMAZIONE DEL PO SULLA QUALITÀ DELL ACQUA

4 4.1 PREMESSA LA MODELLAZIONE DELL ASTA DEL PO Calibrazione del modello Scenari di simulazione Scenario medio annuo Scenario critico (Worst-Case) CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE IMPATTO DELL INTERVENTO DI REGIMAZIONE SULLA FAUNA ITTICA LA FAUNA ITTICA NEL TRATTO DI FIUME PO INTERESSATO DALL INTERVENTO DI REGIMAZIONE Comunità ittica potenziale Comunità ittica attuale EFFETTI SULL HABITAT ACQUATICO E SULLA FAUNA ITTICA INDOTTI DALLA PRESENZA DELLA DIGA DI ISOLA SERAFINI EFFETTI POTENZIALI DI UN INTERVENTO DI REGIMAZIONE FLUVIALE CON DERIVAZIONE IDRICA EFFETTI SPECIFICI INDOTTI DALLE OPERE DI SOSTEGNO PREVISTE Effetti di tipo quantitativo Effetti di tipo qualitativo NECESSITÀ DI SUCCESSIVI APPROFONDIMENTI CONCLUSIONI CONCLUSIONI ALLEGATO 1 DESCRIZIONE MODELLO QUAL2K IL MODELLO DI QUALITÀ QUAL2K Schematizzazione del fiume secondo il modello QUAL2K Caratteristiche idrauliche Cenni sulle cinetiche autodepurative considerate dal modello QUAL2K Reazioni biochimiche Reazioni dei costituenti La modellazione della temperatura BIBLIOGRAFIA

5 I N D I C E F I G U R E Figura 1 Cartografia dei corpi idrici superficiali corsi d acqua: natura dei corpi idrici (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 2 Stralcio cartografia dei corpi idrici superficiali corsi d acqua: natura dei corpi idrici (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 3 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità longitudinale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 4 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità longitudinale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 5 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità laterale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 6 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità laterale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 7 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: restringimento e approfondimento dell alveo valutato dal 1885 (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 8 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: restringimento e approfondimento dell alveo valutato dal 1885 (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 9 Cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 10 Stralcio cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 11 Cartografia corpi idrici superficiali-corsi d'acqua: stato ambientale complessivo attuale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 12 Stralcio cartografia corpi idrici superficiali-corsi d'acqua: stato ambientale complessivo attuale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 13 Cartografia corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo ecologico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 14 Stralcio corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo ecologico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo)

6 Figura 15 Cartografia corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo chimico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 16 Stralcio corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo chimico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo) Figura 17 Traiettoria evolutiva di un corso d'acqua. Modello concettuale (Rinaldi M. 2009, modificato) Figura 18 Stralcio cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione AdBPo) Figura 19 Planimetria del Po allo stato attuale (ortofoto febbraio 2005) Figura 20 Planimetria del Po con evidenziato l effetto di rigurgito indotto dalla traversa n Figura 21 Planimetria del Po allo stato attuale (ortofoto febbraio 2005) Figura 22 Planimetria del Po con evidenziato l effetto di rigurgito indotto dalla traversa n Figura 23 Planimetria del Po allo stato attuale (ortofoto febbraio 2005) Figura 24 Planimetria del Po con evidenziato l effetto di rigurgito indotto dalla traversa n Figura 25 Planimetria del Po allo stato attuale (ortofoto febbraio 2005) Figura 26 Planimetria del Po con evidenziato l effetto di rigurgito indotto dalla traversa n Figura 27 Stralcio della cartografia Brioschi da Cremona a Roccabianca Figura 28 Stralcio della cartografia delle variazioni planimetriche dell alveo del fiume Po nell intorno di foce Enza (Fonte: dall Atlante Geomorfologico del Po AdBPo) Figura 29 Stralcio della cartografia delle variazioni planimetriche dell alveo del fiume Po nell intorno di foce Oglio (Fonte: dall Atlante Geomorfologico del Po AdBPo) Figura 30 Planimetria sistema Idroviario Padano - Veneto Figura 31 Parametri vie di navigazione Figura 32 Inquadramento generale del Po tra Isola Serafini e il delta. In rosso sono riportate le sezioni del modello di trasporto solido Figura 33 Confronto alveo di magra (alveo rosa 1931; alveo giallo 1953). 50 Figura 34 Confronto alveo di magra (alveo giallo 1953; alveo verde 1967).51 Figura 35 Confronto alveo di magra (alveo verde 1967; alveo rosso 1988).51 Figura 36 Confronto alveo di magra (alveo rosso 1988; alveo azzurro 2003)52 Figura 37 Confronto volume di invaso pennelli / volume depositi Figura 38 Confronto altezza media di invaso pennelli / altezza pesata (rispetto alle superfici) depositi Figura 39 Bilancio medio annuo del trasporto solido al fondo del Po nel periodo (Fonte: AdBPo) Figura 40 Andamento delle singole componenti del bilancio medio annuo del trasporto solido al fondo del Po nel periodo (ricavato dai risultati degli studi sui sedimenti condotti dall AdBPo) Figura 41 Profili di fondo medio multitemporali del Po di Venezia dalla sezione 73 alla sezione Figura 42 Punti di troncatura lungo la progressiva del F. Po, da Stura di Lanzo a Po di Goro: depositi di barra (Fonte: Autorità di Bacino fiume Po)

7 Figura 43 Punti di troncatura lungo la progressiva del F. Po, da Stura di Lanzo a Po di Goro: depositi di alveo (Fonte: Autorità di Bacino fiume Po) Figura 44 Diametri caratteristici dei sedimenti delle forme di fondo e relative curve di regressione tra confluenza Arda e Pontelagoscuro Figura 45 Diametri caratteristici dei sedimenti dell alveo e relative curve di regressione tra confluenza Arda e Pontelagoscuro Figura 46 Apporti percentuali di carico sospeso rispetto al volume delle forme di fondo65 Figura 47 Ampliamento del delta del Po a partire dal 1600 (tratto da U. Simeoni e M. Bondesan: Nascita ed evoluzione del delta del Po e possibili conseguenze del mutamento climatico in atto presentato al convegno: Il delta del Po: ecosistema sensibile tra uomo e natura, Ferrara novembre 2006) Figura 48 Tratta da M. Preti: Risultati delle campagne di monitoraggio2005 di batimetria e subsidenza a sud del Po di Goro Ferrara, 29 novembre 2006 convegno Il delta del Po: ecosistema sensibile tra uomo e natura Figura 49 Foce del Po di Goro (immagine tratta da F. Galiazzo, M. Roncada Regione Veneto: Risultati delle campagne di monitoraggio di batimetria e subsidenza nel settore veneto del delta Ferrara, 29 novembre 2006 convegno Il delta del Po: ecosistema sensibile tra uomo e natura Figura 50 Schematizzazione della suddivisione della sezione dell alveo inciso Figura 51 Diagramma di flusso n Figura 52 Diagramma di flusso n Figura 53 Diagramma di flusso n Figura 54 In verde è evidenziato il tratto oggetto di analisi modellistica, compreso tra Pontelagoscuro e la diramazione del Po di Goro Figura 55 - Sezione S66: trend del trasporto solido medio giornaliero nel periodo Figura 56 Sezione S70: trasporto solido medio giornaliero nel periodo Figura 57 Sezione S72A: trasporto solido medio giornaliero nel periodo Figura 58 Risultati dell analisi modellistica: valori medi annui delle diverse componenti del trasporto solido nelle sezioni S66, S70 ed S72A Figura 59 Sezione S66: trasporto solido giornaliero anno Figura 60 Sezione S66: trasporto solido giornaliero anno Figura 61 Sezione S70: trasporto solido giornaliero anno Figura 62 Sezione S70: trasporto solido giornaliero anno Figura 63 Sezione S72A: trasporto solido giornaliero anno Figura 64 Sezione S72A: trasporto solido giornaliero anno Figura 65 Sezioni considerate nell analisi del trasporto solido totale (frecce rocce) Figura 66 - Sezione S32: trend del trasporto solido medio giornaliero nel periodo , nelle condizioni attuali Figura 67 - Sezione S32: trend del trasporto solido medio giornaliero nel periodo , nelle condizioni di progetto Figura 68 - Sezione S47C: trend del trasporto solido medio giornaliero nel periodo , condizioni attuali Figura 69 - Sezione S47C: trend trasporto solido medio giornaliero nel periodo , condizioni di progetto Figura 70 Curve di durata della capacità di trasporto solido in sospensione Figura 71 Curve di durata della capacità di trasporto solido al fondo

8 Figura 72 Confronto tra d50 attuale e d50 medio annuo, pesato rispetto alla capacità di trasporto giornaliera, nel tratto regimato. Le rette continue indicano il trend di regressione lineare delle due popolazioni; il segmento tratteggiato indica la proiezione del retta di regressione del d50 medio di progetto verso valle Figura 73 - Schema del tratto modellato e delle stazioni ARPA utilizzate come riferimento per la calibrazione del modello Figura 74 - Scenario medio annuo di tempo secco: profilo idraulico longitudinale delle portate nei 17 tratti di riferimento per la calibrazione Figura 75 - Scenario medio annuo di tempo secco: schema del profilo longitudinale delle profondità idriche nei 17 tratti, relativo allo scenario di riferimento per la calibrazione Figura 76 - Scenario medio annuo di tempo secco: schema del profilo longitudinale delle velocità nei 17 tratti di velocità, relativo allo scenario di riferimento per la calibrazione Figura 77 - Scenario medio annuo di tempo secco: Calibrazione del modello rispetto ai parametri conducibilità, Ossigeno disciolto, BOD e frazione non biodegradabile del COD Figura 78 - Scenario medio annuo di tempo secco: Calibrazione del modello rispetto ai parametri azoto ammoniacale, azoto nitrico, ortofosfato, e fosforo totale Figura 79 - Scenario medio annuo di tempo secco: Calibrazione del modello rispetto al parametro nichel Figura 80 - Scenario medio annuo di tempo secco: Calibrazione del modello rispetto al parametro atrazina Figura 81 - Scenario medio annuo di tempo secco: confronto tra i profili longitudinali attuale e di progetto per le velocità e i tiranti idrici nei 17 tratti modellati Figura 82 - Scenario medio annuo: confronto tra il profilo termico attuale e di progetto. Sono rappresentate le medie per tratto Figura 83 - Scenario medio annuo: confronto tra il profilo termico attuale e di progetto. Sono rappresentate le medie e gli intervalli di confidenza per tratto Figura 84 - Scenario medio annuo: confronto tra il profilo attuale e di progetto delle forme disciolte dei nutrienti Figura 85 - Scenario medio annuo: confronto tra il profilo attuale e di progetto dei nutrienti Figura 86 - Scenario medio annuo: confronto tra il profilo attuale e di progetto per gli inquinanti atrazina e nichel Figura 87 - Scenario critico estivo: profilo idraulico longitudinale delle portate nei 17 tratti di riferimento per lo scenario worst-case Figura 88 - Scenario critico: confronto per i 17 tratti tra i profili longitudinali attuale e di progetto di profondità (H) e velocità (U) nello scenario worst-case Figura 89 - Scenario critico di worst-case: confronto tra il profilo termico attuale e di progetto. Sono rappresentate le medie per tratto Figura 90 - Scenario critico di worst-case: confronto tra il profilo termico attuale e di progetto. Sono rappresentate le medie e gli intervalli di confidenza per tratto.133 Figura 91 - Scenario critico di worst-case: confronto tra il profilo attuale e di progetto delle forme disciolte dei nutrienti Figura 92 - Scenario critico di worst-case: confronto tra il profilo attuale e di progetto dei nutrienti

9 Figura 93 - Scenario critico di worst-case: confronto tra il profilo attuale e di progetto per atrazina e nichel Figura 94 il tratto di F. Po oggetto di studio e l ubicazione delle stazioni dove sono stati condotti i censimenti ittici Figura 95 Occorrenza percentuale di specie autoctone ed esotiche nei singoli macro-tratti142 Figura 96 frequenza di comparsa relativa (%) delle specie, in relazione alla loro origine (grafico a torta a sinistra) ed in relazione alla famiglia di appartenenza (campagna 2007) Figura 97 Sbarramento di Isola Serafini Figura 98 Confronto fra le larghezze del pelo libero con e senza il progetto per una portata di 500 m 3 /s Figura 99 Confronto fra le larghezze del pelo libero con e senza il progetto per una portata di 2000 m 3 /s Figura 100 Confronto fra la profondità dell acqua con e senza il progetto per una portata di 500 m 3 /s Figura 101 Confronto fra la profondità dell acqua con e senza il progetto per una portata di 2000 m 3 /s Figura 102 Confronto fra le velocità medie dell acqua, con e senza il progetto ad una portata di 500 m 3 /s Figura 103 Confronto fra le velocità medie dell acqua, con e senza il progetto ad una portata di 2000 m 3 /s Figura 104 Attitudine delle specie ittiche in funzione della velocità della corrente e della profondità Figura 105 Curva di preferenza per la velocità persico trota adulto Figura 106 Curva di preferenza per la velocità persico sole adulto Figura 107 Curva di preferenza per la velocità persico adulto Figura 108 Curva di preferenza per la profondità (sopra) e per la velocità (sotto) barbo adulto Figura 109 Andamento delle portate giornaliere del Po a Borgoforte (in rosso sono evidenziati i valori di portata per cui vengono aperte le traverse) Figura 110 Andamento delle portate giornaliere del Po a Boretto Figura 111 Confronto tra d50 attuale e d50 medio annuo in seguito all intervento di regimazione Figura Schematizzazione dei tratti utilizzata dal modello USEPA QUAL2E Figura Schematizzazione dei tratti utilizzata dal modello USEPA QUAL2K Figura Schema idraulico di un asta fluviale così come viene rappresentata dal modello QUAL2K Figura Bilancio di massa delle portate riferito al singolo tratto (REACH) Figura Rappresentazione degli elementi diffusi lungo il fiume: attribuzione pesata dei contributi di un immissione diffusa lungo i tratti Figura Schema della briglia simulata dal modello QUAL2K Figura Schematizzazione geometrica del canale trapezoidale Figura Presenza di una cascata al confine di due tratti Figura Bilancio di massa relativo al singolo tratto (REACH i) e allo specifico parametro Figura Tasso di riossigenazione (/d) in funzione di profondità e velocità secondo lo schema di Covar, Figura 122 Bilancio della temperatura per un elemento

10 I N D I C E T A B E L L E Tabella 1 Elenco degli obiettivi specifici del Progetto di Gestione del distretto idrografico del fiume Po Tabella 2 Valori dei parametri a ed n della funzione empirica che correla le portate torbide a quelle liquide (Auorità di Bacino del Po, Compatibilità delle attività estrattive, 1995) Tabella 3 Sezione S32: valori medi annui del trasporto solido totale e delle sue componenti Tabella 4 - Sezione S47C: valori medi annui del trasporto solido totale e delle sue componenti Tabella 5 Variazione del d50 medio annuo (media pesata rispetto alla capacità di trasporto giornaliera), indice di una maggiore intermittenza per effetto della regolazione dei livelli fino a 2500 mc/s Tabella 6 Schematizzazione d asta utilizzata per l implementazione del QUAL2K e coefficienti impiegati nelle relazioni portata-profondità e portata-velocità (Rating curves) Tabella 7 stazioni di monitoraggio impiegate per la modellazione d asta Tabella 8 sorgenti diffuse considerate per la modellazione d asta Tabella 9 Parametri utilizzati nella simulazione, così come definiti a valle della calibrazione Tabella 10 Parametri utilizzati nella simulazione, così come definiti a valle della calibrazione Tabella 11 Confronto tra le concentrazioni massime ammissibili di fosforo totale (mg P l - 1 ) fissate dall Autorità di Bacino del Po per il contenimento del carico eutrofizzante veicolato in Adriatico e le concentrazioni registrate nello scenario Attuale e simulate nello Scenario di Progetto Tabella 12 - Specie ordinarie appartenenti alla comunità potenziale Tabella 13 - Specie straordinarie appartenenti alla comunità potenziale Tabella 14 - somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato)* per la comunità a specie autoctone, per ciascuna stazione (campagna 2007) Tabella 15 - Somma dei valori di abbondanza numerica stimata (indice di Moyle modificato)* per la comunità a specie esotiche, per ciascuna stazione (campagna 2007) Tabella 16 - Effetto della riduzione della velocità della corrente sulle specie autoctone Tabella 17 - Effetto della riduzione della velocità della corrente sulle specie esotiche Tabella 18 Valori tipici degli esponenti b e β usati per determinare la velocità e la profondità della corrente (Barnwell et al. 1989) Tabella 19 Parametri per la valutazione delle cinetiche autodepurative utilizzate dal modello QUAL2K

11 1. PREMESSA Nella presente relazione vengono esposte le analisi integrative svolte per approfondire alcuni aspetti rispetto a quanto contenuto nello studio Attività e studi propedeutici relativi alla regimazione del Po nel tratto tra Cremona e foce Mincio ipotesi, analisi e verifiche preliminari del mese di giugno Durante la fase di presentazione del suddetto rapporto, alcuni enti (Regione Lombardia, Regione Emilia Romagna, Provincia di Mantova ed altri enti locali) hanno presentato importanti commenti e osservazioni, richiedendo di approfondire alcuni aspetti specifici, con particolare riferimento al tema dell impatto delle traverse in progetto sulla qualità delle acque, in relazione ai contenuti della Direttiva 2000/60/CE. Inoltre, il Gruppo di Alta Sorveglianza di AIPO ha riscontrato la necessità di verificare il rapporto tra la proposta progettuale di regimazione del fiume Po e il Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po dell Autorità di Bacino del fiume Po, nonché di effettuare delle analisi preliminari per valutare gli effetti prodotti dall intervento di regimazione sulle dinamiche del trasporto solido nel delta del Po, come tra l altro richiesto anche dalla Regione Emilia Romagna durante la fase di presentazione del primo rapporto. Per un corretto inquadramento degli approfondimenti effettuati nel presente studio integrativo è da ricordare che lo studio di giugno 2009 ha messo in luce come l intervento proposto, il quale consiste nell innalzamento del livello idrico di magra del fiume Po in modo tale da riportarlo mediamente alle quote di circa 50 anni fa, sia in grado di conseguire diversi obiettivi di miglioramento delle attuali pesanti criticità del fiume. In particolare: - riequilibrio idraulico/morfologico del fiume; - miglioramento delle condizioni di navigabilità; - produzione di energia idroelettrica da fonte rinnovabile; - miglioramento delle possibilità di derivazione a fini irrigui; - innalzamento e stabilizzazione delle falde idriche; - maggiore disponibilità di risorsa idrica da gestire durante i periodi siccitosi; - riqualificazione paesistica ed ambientale. Tutti tali importanti aspetti sono dettagliatamente descritti nello studio di giugno

12 In particolare l intervento prevede la realizzazione di quattro traverse, puramente ad acqua fluente, ciascuna delle quali composta da una traversa mobile, da una conca di navigazione, da una centrale di produzione idroelettrica e da un opera specifica per il passaggio dell ittiofauna, ubicate nei pressi di: 1. Motta Baluffi (CR) e Roccabianca (PR); 2. Viadana (MN) e Brescello (RE); 3. Borgoforte (MN) e Motteggiana (MN); 4. Sustinente (MN) e Quingentole (MN), a valle di foce Mincio. A monte di ciascuna delle quattro traverse si produrrà un innalzamento dell attuale livello del Po che varierà, in funzione della portata fluente e della corrispondente pendenza longitudinale del profilo di corrente, tra un massimo di 5 6 m, nelle fasi di magra con portate dell ordine di 500 m 3 /s, ed un minimo tendente a zero nelle morbide fino a circa 2500 m 3 /s (per maggiori dettagli si rimanda al paragrafi 5.1 e 6.11, nonché all Annesso 1 dello studio del giugno 2009). In questo intervallo di portate l innalzamento del pelo libero rimarrà comunque confinato all interno dell alveo inciso. Per valori di portata maggiori di 2'000 2'500 m 3 /s (a seconda della traversa), essendo di per sé trascurabile o nullo il dislivello idrico tra monte e valle delle traverse, le paratoie verranno completamente aperte, in modo da consentire il libero deflusso della corrente con profilo idraulico inalterato rispetto a quello naturale. Ciò naturalmente vale anche per le piene ordinarie e straordinarie. E importante sottolineare che le traverse modificano il livello idrico del Po, nel sopraccitato intervallo di portate di magra o morbida, ma senza alterare minimamente il regime delle portate. Essendo infatti puramente ad acqua fluente, la portata turbinata e scaricata a valle di ciascuna traversa sarà uguale in ogni istante alla portata del Po in arrivo a monte di esso. Solo durante le saltuarie e molto rare operazioni di riempimento e svuotamento (messa in esercizio iniziale, manutenzione, rilasci per sopperire a periodi di scarsità idrica e successive fasi di ripristino del livello di regolazione, ecc.) potranno sussistere delle differenze tra le portate a monte e a valle degli sbarramenti (fasi di invaso e svaso). Peraltro tali operazioni dovranno essere condotte sulla base di disciplinari attinenti a tempi e modalità tali da minimizzare tali differenze e renderle compatibili con l assetto del tratto di valle. Sulla base di tali caratteristiche e dei dati dettagliatamente descritti nello studio del giugno 2009, il presente studio integrativo entra nel merito degli approfondimenti richiesti per le specifiche tematiche prima richiamate. In particolare: 10

13 - nel secondo capitolo viene analizzato il rapporto tra la proposta progettuale di regimazione del fiume Po nel tratto tra Cremona e foce Mincio e il Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po dell Autorità di Bacino del fiume Po; - nel terzo capitolo viene affrontato il tema della valutazione preliminare degli effetti che l intervento di regimazione proposto può indurre sul trasporto solido nel delta del Po; - nel quarto capitolo, relativamente alla valutazione preliminare dell impatto delle traverse sulla qualità delle acque, vengono esposti i risultati delle stime effettuate, sulla base dei dati conoscitivi al momento disponibili, relativamente al possibile impatto sullo stato chimico fisico delle acque del Po nel tratto regimato; - nel quinto capitolo viene sviluppato in via preliminare il tema dei possibili effetti dell intervento di regimazione idraulica del fiume Po sull habitat acquatico e sulla fauna ittica; - nel sesto e conclusivo capitolo vengono riassunti i principali risultati degli studi integrativi condotti. 11

14 2. RAPPORTO TRA L INTERVENTO DI REGIMAZIONE PROPOSTO ED IL PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO 2.1 PREMESSA La Direttiva 2000/60/CE, Direttiva Europea Quadro sulle Acque (di seguito DQA), nasce dall esigenza di sviluppare una politica comunitaria integrata in materia di acque. L obiettivo della DQA è quello di istituire in Europa un quadro per la protezione delle acque al fine di: impedire il deterioramento, migliorare e ripristinare le condizioni dei corpi idrici superficiali, comprese le acque di transizione e quelle marino-costiere, fare in modo che raggiungano un buono stato chimico ed ecologico entro il 2015 e ridurre l'inquinamento dovuto agli scarichi e alle emissioni di sostanze pericolose; proteggere, migliorare e ripristinare le condizioni delle acque sotterranee, evitarne l'inquinamento e il deterioramento e garantire un equilibrio fra l'estrazione e il ravvenamento; agevolare un utilizzo idrico sostenibile fondato sulla protezione a lungo termine delle risorse idriche disponibili; preservare le aree protette; mitigare gli effetti delle inondazioni e siccità. Per raggiungere tali ambiziosi obiettivi, la DQA prevede per ogni distretto idrografico, individuato dagli Stati Membri partendo dai limiti dei bacini idrografici, la predisposizione di un Piano di Gestione delle acque e di un programma di misure. L elaborazione e l approvazione del Piano di Gestione del distretto idrografico del bacino del fiume Po è di competenza dell Autorità di Bacino del fiume Po (art. 1, comma 3 bis, della legge 13/2009). In data 23 luglio 2009 l Autorità di Bacino del fiume Po ha pubblicato il Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del Po. Il Progetto di Piano è stato redatto in conformità alla DQA, partendo dal quadro conoscitivo, dagli obiettivi ambientali già individuati e dal programma di misure dei Piani di Tutela delle Acque regionali, ove possibile opportunamente aggiornati ed integrati, ovvero sulla base degli altri atti di pianificazione di settore anche in corso di approvazione. 12

15 Il Progetto di Piano contiene, tra l altro, la proposta degli obiettivi ambientali e specifici e l elenco delle misure per raggiungerli. Ai sensi della legge 27 febbraio 2009, n. 13 di Conversione in legge, con modificazioni, del decreto legge 30 dicembre 2008, n. 208, recante misure straordinarie in materia di risorse idriche e di protezione dell'ambiente", l adozione del Piano di Gestione di cui all articolo 13 della Direttiva 2000/60/CE, dovrà essere effettuata, sulla base degli atti e dei pareri disponibili, entro e non oltre il 22 dicembre 2009, dal Comitato Istituzionale dell Autorità di Bacino del fiume Po. Nei paragrafi seguenti viene dapprima presentato un quadro sintetico di alcuni contenuti del Progetto di Piano di Gestione, con particolare riferimento al tratto di fiume Po oggetto della proposta di regimazione (da Cremona e foce Mincio), relativamente alla caratterizzazione dell attuale stato ambientale (con particolare riferimento allo stato morfologico), agli obiettivi ecologici e chimici e al quadro delle misure. Successivamente, viene presentata l analisi relativa alle interazioni tra l intervento di regimazione proposto e i contenuti del Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, con particolare riferimento alle misure in esso contenute. 2.2 SINTESI DEI CONTENUTI DEL PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE PER IL TRATTO DI PO TRA CREMONA E FOCE MINCIO Definizione dello stato attuale morfologico ed ambientale Per semplicità di trattazione, nel seguito vengono riportate alcune cartografie estratte dal Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, utili a rappresentare lo stato morfologico ed ambientale del tratto di Po di interesse; per maggiori dettagli si rimanda agli elaborati del Progetto di Piano, disponibili nel sito dell Autorità di Bacino del fiume Po. Le cartografie estratte dal Progetto di Piano di Gestione sono relative a: - corpi idrici superficiali corsi d acqua: natura dei corpi idrici (Figura 1 e Figura 2); - stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità longitudinale (Figura 3, Figura 4); - stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità laterale (Figura 5, Figura 6); 13

16 - stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: restringimento e approfondimento dell alveo valutato dal 1885 (Figura 7, Figura 8); - stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Figura 9, Figura 10); - corpi idrici superficiali corsi d acqua: stato ambientale complessivo attuale (Figura 11, Figura 12). Per ciascuna delle suddette cartografie, di seguito si riportano quelle relative all interno bacino e degli stralci di dettaglio per mettere meglio in evidenza il tratto di fiume Po oggetto dell intervento di regimazione. In base a quanto rappresentato, appare del tutto evidente che l assetto morfologico dei corsi d acqua superficiali assume un importanza rilevante sia nella definizione dello stato qualitativo attuale, sia come riferimento per la definizione degli obiettivi da raggiungere e delle misure da adottare. In particolare, si può osservare che il tratto di fiume Po compreso tra Cremona e foce Mincio risulta così caratterizzato: - è classificato come corpo idrico naturale, ad eccezione del tratto tra Cremona e foce Arda, per il quale non viene definita la natura del corpo idrico, si ritiene a causa della rilevante presenza di opere di regimazione; - relativamente allo stato morfologico si ha che: o tra Cremona e foce Parma l impatto delle opere presenti sulla continuità longitudinale è alto, mentre per il tratto tra foce Parma e foce Mincio l impatto risulta basso ; o l impatto delle opere sulla continuità laterale è ovunque alto ; o il restringimento e l approfondimento dell alveo, valutato confrontando l attuale assetto rispetto alla configurazione morfologica presente nel 1885, è definito alto lungo l intero tratto; o lo stato morfologico complessivo è ritenuto scadente ; - lo stato ambientale attuale risulta essere scadente per il tratto compreso tra Cremona e foce Arda, mentre è definito moderato da foce Arda fino a foce Mincio. Attualmente il tratto di Po oggetto della proposta di regimazione ha un assetto morfologico così caratterizzato (da All all Elaborato 2.3 Parte II del Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po dell Autorità di Bacino del Fiume Po): 14

17 - da Isola Serafini a confluenza Arda: alveo sinuoso, ad eccezione del meandro di Isola Serafini, posto a monte e modificato antropicamente per consentire lo sfruttamento idroelettrico del salto di meandro, con limitate barre attive laterali alternate, non vegetate a granulometria sabbiosa. A valle del meandro l'alveo è stato sistemato per la navigazione a corrente libera a partire dagli anni '20 del secolo scorso. Tale sistemazione ha trasformato l'alveo naturale con canali intrecciati (transizionale wandering di larghezza variabile e generalmente superiore a 1000 m) in un alveo monocursuale sinuoso (di larghezza pari a circa 250 m), tramite la costruzione di pennelli ed opere in cassero, che avevano la funzione di concentrare la corrente in un unico ramo principale, disattivando quelli laterali, e abbassando le quote del thalweg per consentire la navigazione. I processi innescati con la realizzazione di tali opere, in concomitanza con la diminuzione delle portate liquide (fattori antropici e naturali) e solide (sbarramento di Isola Serafini ed estrazioni in alveo), non hanno ancora raggiunto una configurazione di equilibrio, si registra infatti negli ultimi anni un forte e generale abbassamento del fondo alveo medio (5 m a Cremona dal 1954). Tale processo di incisione si autoalimenta in quanto le portate ordinarie (fino a 5000 m 3 /s) si concentrano all'interno dell'alveo navigabile, sollecitando l'unica porzione della sezione non difesa e inducendo su questa ulteriori abbassamenti. - da confluenza Arda a confluenza Mincio : alveo sinuoso con limitate barre attive laterali alternate, non vegetate a granulometria sabbiosa. L'alveo è stato sistemato per la navigazione a corrente libera a partire dagli anni '20 del secolo scorso. Tale sistemazione ha trasformato l'alveo naturale con canali intrecciati (transizionale wandering di larghezza variabile e generalmente superiore a 1000 m) in un alveo monocusuale sinuoso (di larghezza pari a circa 250 m), tramite la costruzione di pennelli ed opere in cassero, che avevano la funzione di concentrare la corrente in un unico ramo principale, disattivando quelli laterali, e abbassando le quote del thalweg per consentire la navigazione. I processi innescati con la realizzazione di tali opere, in concomitanza con la diminuzione delle portate liquide (fattori antropici e naturali) e solide (sbarramento di Isola Serafini ed estrazioni in alveo), non hanno ancora raggiunto una configurazione di equilibrio, si registra infatti negli ultimi anni un generale abbassamento del fondo alveo medio. Tale processo di incisione si autoalimenta in quanto le portate ordinarie (fino a 5000 m 3 /s) si concentrano all'interno dell'alveo navigabile, sollecitando l'unica porzione della sezione non difesa e inducendo su questa ulteriori abbassamenti. 15

18 Figura 1 Cartografia dei corpi idrici superficiali corsi d acqua: natura dei corpi idrici (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 2 Stralcio cartografia dei corpi idrici superficiali corsi d acqua: natura dei corpi idrici (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 16

19 Figura 3 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità longitudinale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 4 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità longitudinale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 17

20 Figura 5 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità laterale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 6 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: impatto delle opere sulla continuità laterale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 18

21 Figura 7 Cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: restringimento e approfondimento dell alveo valutato dal 1885 (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 8 Stralcio cartografia dello stato morfologico dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI: restringimento e approfondimento dell alveo valutato dal 1885 (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 19

22 Figura 9 Cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 10 Stralcio cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 20

23 Figura 11 Cartografia corpi idrici superficiali-corsi d'acqua: stato ambientale complessivo attuale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 12 Stralcio cartografia corpi idrici superficiali-corsi d'acqua: stato ambientale complessivo attuale (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 21

24 2.2.2 Definizione degli obiettivi di qualità Anche per tale aspetto vengono qui riportate alcune cartografie estratte dal Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, utili a rappresentare gli obiettivi di qualità del tratto di Po di interesse; per maggiori dettagli si rimanda agli elaborati del Progetto di Piano, disponibili nel sito dell Autorità di Bacino del fiume Po. Le cartografie estratte dal Progetto di Piano di Gestione sono relative a: - corpi idrici superficiali corsi d acqua: obiettivo ecologico (Figura 13, Figura 14); - corpi idrici superficiali corsi d acqua: obiettivo chimico (Figura 15, Figura 16). Da tali rappresentazioni cartografiche si può osservare che per entrambi gli obiettivi di qualità ecologica e chimica si prevede di raggiungere lo stato buono entro il 2015 per il tratto compreso tra foce Arda e foce Mincio, in aderenza a quanto richiesto dalla Direttiva 2000/60, mentre per il tratto compreso tra Cremona e foce Arda tale obiettivo potrà essere raggiunto solo a partire dal

25 Figura 13 Cartografia corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo ecologico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 14 Stralcio corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo ecologico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 23

26 Figura 15 Cartografia corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo chimico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). Figura 16 Stralcio corpi idrici superficiali - corsi d'acqua: obiettivo chimico (Fonte: Progetto Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po AdBPo). 24

27 Oltre agli obiettivi di qualità ambientale e chimica riportati in precedenza, all interno del Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po sono definiti anche degli obiettivi specifici, i quali hanno lo scopo di integrare e/o potenziare a livello di distretto quanto già in atto nelle Regioni del bacino del Po. Tabella 1 Elenco degli obiettivi specifici del Progetto di Gestione del distretto idrografico del fiume Po Misure di base e supplementari, necessarie per il raggiungimento degli obiettivi del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po In base a quanto contenuto nel Progetto del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, molte azioni, ritenute fondamentali per il conseguimento degli obiettivi della DQA, e quindi 25

28 anche degli obiettivi specifici del Progetto del Piano di Gestione del Po, sono già in atto, in particolare attraverso l attuazione dei Piani di Tutela delle Acque delle Regioni e altri Piani di interesse (es. PAI, Programma Generale di Gestione dei Sedimenti del fiume Po, ecc.). Tali misure costituiscono lo scenario A, che identifica lo stato di partenza del Piano di Gestione del Po, cioè lo stato ambientale che si prevede di raggiungere con le azioni che sono già in corso di realizzazione e/o che comunque verranno realizzate a prescindere dall approvazione del Piano, in adempimento alle normative/direttive europee e nazionali già adottate. Le misure specifiche del Piano di Gestione del Po, invece, costituiscono lo scenario B, cioè la situazione di riferimento che può generarsi dalle integrazioni delle misure dello scenario A con altre ritenute indispensabili per il raggiungimento degli obiettivi specifici del Piano - e quindi degli obiettivi della Direttiva 2000/60/CE - e che pertanto devono essere programmate allo scopo di integrare e rendere più efficace il sistema di misure già in essere. L elenco completo delle misure specifiche è riportato nell Elaborato 7 e nell Allegato 7.9 del Progetto del Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po; nel paragrafo seguente viene riportato un elenco di alcune misure specifiche che hanno particolare riferimento con l assetto morfologico dell asta fluviale del Po Approfondimenti legati allo stato morfologico dei corsi d acqua. Azioni e misure specifiche Per quanto concerne lo stato morfologico dei corsi d acqua, il Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po riporta i seguenti concetti: La Direttiva 2000/60/CE chiede di determinare lo stato idromorfologico solo per i corsi d acqua con uno stato elevato, mentre gli stati qualitativamente inferiori sono determinati a partire dalla valutazione dei relativi elementi di qualità biologica. E necessario valutare lo stato morfologico, quale componente dello stato ecologico, anche per le classi buono, moderato, scadente e pessimo, in quanto il deterioramento di tale stato morfologico potrebbe pregiudicare il raggiungimento dello stato buono al 2015 o consentire il deterioramento delle buone condizioni attuali. Risulta fondamentale comprendere a pieno quali possono essere le tendenze future del corso d acqua, non già nell ottica di tendere verso un recupero di una condizione passata, non più realizzabile in quanto troppo sono cambiate le condizioni socio economiche e demografiche 26

29 dei territori attraversati da questi corsi d acqua, quanto piuttosto per prevenire gli squilibri maggiori che altrimenti condurrebbero il corso d acqua verso uno stato morfologico, ma anche ecologico, non più recuperabile. Figura 17 Traiettoria evolutiva di un corso d'acqua. Modello concettuale (Rinaldi M. 2009, modificato). Le azioni chiave su cui si devono basare le misure volte a mitigare gli impatti sullo stato morfologico dei corsi d acqua sono riportate nell Elaborato 2.3 (Stato idromorfologico della rete idrografica naturale principale nel bacino del fiume Po - Analisi delle pressioni e degli impatti significativi e individuazione delle misure di mitigazione); esse sono: 1. salvaguardare o ripristinare la funzionalità idromorfologica naturale del corso d'acqua; 2. restaurare forme e assetti morfologici sui corsi d'acqua fortemente impattati (qualità morfologica scadente o pessima); 3. dismettere, adeguare e gestire le opere per migliorare i processi idromorfologici e le forme fluviali naturali; 4. promuovere un uso del suolo compatibile con i processi idromorfologici nelle aree di pertinenza fluviale; 5. conoscere e divulgare le forme e processi idromorfologici dei corsi d'acqua. 27

30 L azione di salvaguardare o ripristinare la funzionalità idromorfologica naturale del corso d'acqua persegue l obiettivo di salvaguardare e ripristinare le forme fluviali attive (barre, isole, sponde erose, rami laterali, ecc..) ed i processi mediante i quali le forme medesime sono modellate al variare della successione naturale delle portate liquide. Si parla di salvaguardia per i corsi d acqua che conservano un adeguata funzionalità (generalmente uno stato morfologico buono o moderato) e che pertanto è necessario tutelare affinché tale funzionalità non si degradi. Si parla di ripristino per i corsi d acqua che hanno perso funzionalità ma che mostrano segni di possibile ripresa (ad esempio: processi erosivi ancora localmente attivi, che si manifestano durante gli eventi alluvionali più intensi). In questi casi non è sufficiente lasciare evolvere il corso d acqua in modo naturale, bensì occorre favorire il ripristino dei processi agendo da un lato a scala di bacino, sulle condizioni al contorno di trasporto solido e liquido, dall altro a scala di tratto riconnettendo all alveo, con interventi attivi di modellamento, le forme fluviali abbandonate, lasciando poi al fiume la possibilità di modellarle, mantenendo attive le forme acquisite. La seconda azione ( Restaurare forme e assetti morfologici sui corsi d'acqua fortemente impattati ), completamente assistita da interventi (rimodellamenti e opere strutturali), si riferisce a quegli assetti morfologici non più conseguibili mediante l evoluzione naturale dei processi di dinamica fluviale. E da attuare su tratti di corso d acqua fortemente modificati dalle opere, molto variati nelle caratteristiche di geometria e di forma dell alveo e caratterizzati da una bassa funzionalità (generalmente in stato morfologico scadente o moderato). La terza azione ( Dismettere, adeguare e gestire le opere per migliorare i processi idromorfologici e le forme fluviali naturali ) si prefigge principalmente di ridurre gli impatti delle opere di difesa idraulica che non rispondono più alle finalità per le quali sono state costruite, o non sono più necessarie perché il corso d acqua nel tempo si è modificato, ad esempio: argini golenali, difese spondali, ecc. Relativamente alla quarta azione ( Promuovere un uso del suolo compatibile con i processi idromorfologici nelle aree di pertinenza fluviale ) si può specificare quanto segue: la presenza di abitazioni ed infrastrutture esposte a rischio nella fascia di mobilità fluviale induce una pressante richiesta di opere di difesa per il controllo dei fenomeni di divagazione planimetrica dell alveo. 28

31 Con l introduzione delle fasce fluviali sono stati introdotti divieti alle nuove edificazioni e limiti agli usi del suolo consentiti per contrastare l ulteriore urbanizzazione delle aree perifluviali e la conseguente necessità di opere di difesa dai processi di erosione spondale. Il PAI ha anche introdotto il principio di differenziare gli obiettivi di protezione, per cui per i terreni agricoli il Piano non prevede la necessità di specifiche protezioni né nei confronti delle piene più ricorrenti né rispetto ai fenomeni di erosione spondale e divagazione planimetrica dell alveo. Occorre pertanto promuovere una efficace politica di indirizzamento dell uso del suolo agricolo, oggi prevalente in fascia, verso usi maggiormente naturaliformi per ridurre la vulnerabilità del territorio e migliorare la qualità ambientale e paesaggistica in modo compatibile con la prevedibile evoluzione dei processi di mobilità del corso d acqua. In tale azione rientrano anche le misure volte a favorire lo sviluppo della fascia di vegetazione ripariale, che rappresenta un elemento strategico sia per il conseguimento degli obiettivi di qualità delle acque sia per le finalità di recupero morfologico. Per ultimo, l azione di Conoscere e divulgare le forme e processi idromorfologici dei corsi d'acqua indica che, dal punto di vista strettamente conoscitivo, gli approfondimenti devono riguardare i rilievi topografici con le più moderne tecniche laser-scanner adeguate a fornire informazioni continue di elevato dettaglio, la definizione dei bilanci del trasporto solido, le misure in campo di trasporto solido, l aggiornamento dei catasti delle opere e le variazioni dell uso del suolo. Inoltre, al fine di promuovere un inversione dell attuale tendenza che porta a canalizzare i corsi d acqua con opere continue, è opportuno divulgare presso le popolazioni rivierasche la funzione e l importanza della fascia di mobilità. Tale azione di divulgazione dovrebbe consentire di indirizzare su tale fascia anche molti progetti locali di recupero ambientale e paesaggistico e progetti per una fruizione più sostenibile del territorio. Tra le diverse misure specifiche previste all interno del Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, di seguito si riportano quelle che hanno uno specifico riferimento con l assetto morfologico dei corsi d acqua. Tali misure sono le seguenti: 1. salvaguardare o ripristinare l'equilibrio del bilancio sedimentologico nel bacino mediante la tutela delle aree di alimentazione dei sedimenti (frane) nella porzione montana del bacino; 2. salvaguardare i processi di erosione spondale; 29

32 3. salvaguardare le forme dell'alveo e della piana inondabile, coinvolte dai processi idromorfologici fluviali attivi; 4. riconnettere le forme fluviali abbandonate e prossime all'alveo ai processi idromorfologici fluviali attivi; 5. ripristinare un profilo di fondo alveo in equilibrio per i corsi d'acqua fortemente incisi; 6. restaurare un assetto planimetrico dell'alveo che garantisca una migliore funzionalità ecologica e una migliore qualità paesaggistica sui corsi d'acqua fortemente impattati; 7. restaurare la configurazione dell'alveo di magra per garantire la funzionalità ecologica e una migliore qualità paesaggistica sui corsi d'acqua fortemente impattati; 8. adeguare, dismettere e gestire i manufatti di attraversamento e le infrastrutture lineari interferenti per migliorare i processi idromorfologici e le forme fluviali naturali; 9. adeguare, dismettere e gestire le opere di difesa dalle alluvioni interferenti e non strategiche per la sicurezza per migliorare i processi idromorfologici e le forme fluviali naturali; 10. dismettere, adeguare e gestire le opere per l'uso della risorsa idrica interferenti per migliorare i processi idromorfologici e le forme fluviali naturali; 11. mantenere e ripristinare la fascia di vegetazione ripariale per garantire i processi idromorfologici nelle aree di pertinenza fluviale; 12. promuovere la riconversione dei terreni agricoli marginali verso assetti naturali per consentire la mobilità del corso d'acqua; 13. conservare, ampliare e gestire le aree del demanio fluviale in modo compatibile con i processi idromorfologici fluviali naturali; 14. riconvertire le aree di cava e gli impianti di lavorazione degli inerti nella fascia di mobilità fluviale verso assetti maggiormente compatibili con i processi idromorfologici fluviali naturali; 15. consentire nuove attività estrattive nella fascia di mobilità morfologica solo se concorrono al mantenimento e miglioramento della qualità idromorfologica; 16. promuovere la delocalizzazione degli insediamenti non compatibili con la naturale mobilità del corso d'acqua; 17. aggiornare e approfondire i quadri conoscitivi relativi alle forme e ai processi idromorfologici dei corsi d'acqua; 30

33 18. sperimentare nuovi approcci interdisciplinari per approfondire le conoscenze in campo idromorfologico. 2.3 ANALISI DI COMPATIBILITÀ TRA LA PROPOSTA PROGETTUALE DI REGIMAZIONE DEL FIUME PO NEL TRATTO TRA CREMONA E FOCE MINCIO E IL PROGETTO DI PIANO DI GESTIONE DEL DISTRETTO IDROGRAFICO DEL FIUME PO Nel presente paragrafo vengono posti a confronto i prima esposti contenuti del Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po, con particolare riferimento al programma delle misure specifiche, con la proposta di regimazione del fiume Po nel tratto tra Cremona e foce Mincio. Prima di tutto appare importante richiamare che il Progetto di Piano di Gestione del distretto idrografico del fiume Po denuncia che lo stato morfologico attuale del Po nel tratto tra Cremona e foce Mincio è scadente (Figura 18). Per i corsi d acqua con qualità morfologica scadente o moderata, il Progetto di Piano di Gestione prevede, tra le diverse azioni possibili, quella di restaurare forme e assetti morfologici sui corsi d'acqua fortemente impattati. Tale azione risulta essere assistita da interventi (rimodellamenti e opere strutturali) e si riferisce in modo particolare a quegli assetti morfologici non più conseguibili mediante l evoluzione naturale dei processi di dinamica fluviale. Figura 18 Stralcio cartografia dello stato morfologico complessivo dei corsi d acqua naturali principali delimitati dalle fasce fluviali del PAI (Fonte: Progetto Piano di Gestione AdBPo). 31

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