PROGETTO CAREGIVER ''Sostenere chi sostiene''
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- Ada Napoli
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1 PROGETTO CAREGIVER ''Sostenere chi sostiene'' Studio Associato di Psicologia Dott.ssa Boschetti Manuela Dott.ssa Bronzetti Romina Dott.ssa Croatti Roberta Dott.ssa Zanotti Ilenia Cell Cell di Manuela Boschetti
2 CAREGIVER termine inglese che indica coloro che si prendono cura, che si occupano di offrire cure ad un'altra persona in uno stato di malattia, in una relazione chiaramente di aiuto.
3 Il compito (la preoccupazione insita in ognuno di noi) di fornire cure e assistenza rappresenta un valore tradizionale e un atto di amore della famiglia. La famiglia tra i tanti valori che può trasmettere, c'è anche quello del ''prendersi cura'' se necessario, di coloro che, a suo tempo, l'hanno fatto per noi..
4 ''CURA FAMILIARE'' La famiglia è il contesto, il luogo di appartenenza per eccellenza della cura. La cura familiare è un valore affettivo che ha le caratteristiche del dono e della assoluta gratuità E' un atteggiamento di interesse non solo nei bisogni materiali ma anche in quelli affettivi A livello fenomenologico, la cura si esprime in azioni di aiuto concreto e sostegno verso coloro che sono in difficoltà. Dimensione di obbligatorietà: che si traduce nel non
5 Si parla di FAMILY FRIENDLY cioè una famiglia attenta alla CURA DEI LEGAMI (intergenerazionali) coltivare la relazione cosa chiedere a questa relazione
6 VISIONE SISTEMICA DEL ''CAREGIVING'' La relazione tra il caregiver e il malato deve essere calata all interno dell'organizzazione familiare di appartenenza (=le modalità relazionale/comportamentale messe in atto del caregiver s'intrecciano profondamente con il funzionamento complessivo familiare). La qualità delle relazioni familiari è un fattore che costituisce un rischio o una risorsa nell espletamento di tale funzione.
7 La percezione di appartenere ad una famiglia coesa e flessibile (cioè capace anch'essa di modificare le proprie modalità comportamentali e relazionali in base ai bisogni emergenti con l'evolvere della malattia), sentirsi anche supportato e riconosciuto in questo faticoso e esauriente ruolo è fondamentale SOLLIEVO E RIDUZIONE DELLO STRESS
8 L'ESPERIENZA DEL CAREGIVER E' indubbiamente PROBLEMATICA, MA COMUNQUE ''FISIOLOGICA'': un'esperienza che rientra nell' orologio sociale di un adulto.. Si diventa caregiver: - PER SCELTA, - PER NECESSITÀ, o - PER DESIGNAZIONE FAMILIARE (propensione alla cura, limiti oggettivi degli altri membri es. Lavoro, lontananza...). Il caregiver è: - COINVOLTO - TRAVOLTO, - ASSORBITO
9 COSA FA IL CAREGIVER RISPONDE AI BISOGNI: - l'igiene - l'alimentazione - la somministrazione dei farmaci - l'organizzazione della vita quotidiana - provvedere alle incombenze mediche, legali e amministrative
10 UN COMPITO CHE È SOTTOVALUTATO E SPESSO IGNORATO LIMITAZIONE DELLA QUALITÀ DI VITA: IL CAREGIVER RISCHIA DI ANNULLARSI
11 BURN-OUT (''Restare senza gas''): Quando... -si avverte affaticamento fisico -tristezza e solitudine -un senso di impotenza -un senso di intolleranza alla situazione -un senso di colpa e ansia -timore che la situazione possa sfuggire di mano -sensazione di incapacità di continuare la sua funzione -sensazione di sentirsi non capita e non sostenuta -riduzione delle relazioni sociali -difficoltà a sopperire adeguatamente ai bisogni della propria famiglia.
12 Questi sintomi possono essere considerati dei ''segnali di allarme'' che possono sfociare in una sindrome chiamata BURDEN'': essa rientra in quelle patologie dello stress in campo assistenziale, che riguarda il livello fisico, psicologico e sociale. BURDEN= il carico, il fardello o il peso psicologico e fisico sostenuto dal caregiver che incide negativamente sulla sua salute e sulla qualità dell'assistenza al familiare assistito.
13 FATTORI PROTETTIVI -Assertività: dall'inglese ''to assert'', ovvero farsi valere senza autoritarismo; dal latino ''ad sertum'', ovvero dominare eventi senza farsi prendere dal panico. -Empatia: mettersi nei panni dell'altro, adottare la misura di riferimento dell'altro, trasmettere comprensione e indulgenza. -Strategie di coping: capacità di far fronte alle difficoltà, che implica lo sforzo di cambiamento cognitivo e comportamentale -Ampia rete di sostegno
14 LA MALATTIA DI ALZHEIMER È QUALIFICATA MALATTIA DEL RICONOSCIMENTO Questa malattia progressivamente attacca e fa vacillare il sentimento di riconoscimento reciproco (=l'autoaffermazione/l'identità dell'individuo dipende dal fatto che un altro individuo, la riconosca.).
15 INTERVENTI - IL GRUPPO - TRATTAMENTO INDIVIDUALE
16 IL GRUPPO: UNO SPAZIO ACCOGLIENTE E SICURO
17 SOSTEGNO Ricevere aiuto, conforto e consolazione SOLIDARIETÀ Allearsi e aiutarsi reciprocamente nella condivisione VICINANZA a fronte del senso di solitudine APPARTENERE Valorizzazione del Proprio ruolo COMPRENSIONE CONTENIMENTO e CONVALIDAZIONE EMOTIVA Gestione delle emozioni ESSERE IN RELAZIONE Evitare L'isolamento RISOLUZIONI DELLE DIFFICOLTA' ACQUISIZIONE DI MODALITA' RELAZIONALI alternetive APPRENDIMENTO conoscenza della malattia
18 TRATTAMENTO INDIVIDUALE Il valore della relazione di alleanza terapeutiva
19 Grazie a tutti
20 La famiglia come un sistema aperto, che interagisce e scambia informazioni con l'ambiente esterno, nel quale esistono dei sottosistemi (coniugi/genitori,figli/fratelli, nonni). La consapevolezza dell'appartenenza ad un sottosistema definisce le regole di funzionamento, quindi il modo di relazionarsi e di comportarsi.
21 L'adattamento assoluto non esiste, si ipotizza un variegata possibilità di reazione agli eventi critici in un continuum che va da una reazione eccessivamente negativa, di massima crisi e rottura ad una reazione positiva di controllo della situazione conservando gli aspetti della coersione, stabilità e sostegno reciproco.
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