ISTITUTO COMPRENSIVO 1 ORTONA
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- Domenico Rizzo
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1 ISTITUTO COMPRENSIVO 1 ORTONA (DECOSTRUIRE UGUAGLIANZE PER TROVARE VICINANZE) Come le corde di uno strumento musicale, che solo se effettivamente tese suonano, così la tensione dell incontro tra gli esseri umani mantiene le differenze. Nessuna corda può suonare (nel nostro caso la parola) al posto dell altra. E una tensione che si trasforma in musica e, talvolta, anche in sinfonia, quando le corde sono molte e di strumenti musicali differenti.. (R. Cima Ricercatore Università di Verona) A.S. 2015/16
2 Il paesaggio dell intercultura attuale nella nostra società e nella nostra scuola è caratterizzato dalla presenza di multi etnie che, se per molti versi presentano problematiche svariate, hanno però aperto altre prospettive, soprattutto sotto il versante pedagogico. Molteplici le esperienze già attuate tendenti a favorire la piena integrazione, che prevede diritti e doveri tanto per gli immigrati quanto per le scuole che li accolgono. Muovendo da tali esperienze realizzate, soprattutto, alla luce delle apposite linee guida emanate in passato dal M.I.U.R che si evidenzia la necessità di valutare e consolidare quanto già sperimentato e realizzato. Il tutto al fine di programmare nuovi e mirati interventi, ove l intercultura non contenga solo una visuale asimmetrica, ma diventi un gioco di prospettive che scompongono la realtà e la ricompongono su nuove basi. In tal senso la tematica dell integrazione ha da sempre nutrito il nostro P.O.F., con progetti ed azioni di supporto finalizzate a una convivenza basata sull arricchimento reciproco, nell intento, però, di guardare all intercultura come tema pedagogico multiforme. A tal fine ci si avvale anche del supporto dell Ente d Ambito Sociale ortonese N 28 con la presenza di mediatori culturali e l attivazione, all interno delle singole scuole di laboratori di italiano come L2 e di conoscenza reciproca delle diverse culture. Si vuole, pertanto, continuare a dialogare con le culture altre, nel delineare una pedagogia che orienti l in-contro, con chi viene da lontano, per entrare più da vicino negli aspetti relazionali ed evidenziarne
3 A tal proposito, la pedagogia dell in-contro, come realtà pluri-culturali, descrive dinamiche relazionali caratterizzate da aspetti culturali esterni, che sono in divenire e non statici, ma che hanno un nocciolo interno da cui parte lo sguardo per osservare il mondo, aspetti di cui ciascuno è portatore collettivamente e individualmente. Questo intreccio influenza tutta l azione didattica, perché mette in evidenza che l altro non esiste solo all esterno delle culture, ma abita anche l intreccio di ciascuna cultura...piu FORME DI CULTURALITA IN UNA DIMENSIONE.. INTER.tutte le culture sono portatrici, al proprio interno, nel contempo, di una relazione costitutiva e trasformativa. PLURI sottolinea le presenze differenti all interno di una stessa cultura. MULTI testimonia dell esistenza dell ALTRO all esterno, nel MONDO. ALTRO che concorre, con il medesimo livello di dignità tradizionale e scientifico e il medesimo impatto di valori, a costruire i modi di interpretare il mondo, gli esseri umani, le educazioni e le cure. Una PEDAGOGIA DELL IN-CONTRO accoglie, perciò, l aspetto del PLURALE, dei MOLTI altri, dei TRA mondi, quando l ALTRO arriva con tutta la sua carica di ALTERITA e spinge verso modalità di convivenza in cui si riserva una nuova energia di pensieri e di pratiche.
4 L ARTE DELL EDUCARE E INNANZITUTTO UN LAVORO DI RELAZIONE, QUELLA RELAZIONE MAGISTRALE CHE FUNZIONA SE L INSEGNANTE SA CREARE LO SPAZIO DELL INCONTRO, SE SA ACCOGLIERE L ALUNNO. LA POSSIBILITA CHE PRENDA FORMA UN AUTENTICA PRATICA EDUCATIVA, INTESA QUI COME COLTIVARE IL RESPIRO LIBERO DELL ANIMA, SI GIOCA TUTTA IN QUESTO ATTO AURORALE, CHE CONSISTE NEL SAPER ACCOGLIERE L ALTRO, FAR POSTO AL SUO ESSERE IN QUANTO CONDIZIONE PER IL GERMINARE DELLA RELAZIONE. (L. Mortari)
5 C.M. 8/9/89 n. 301 Inserimento degli alunni stranieri nella scuola dell obbligo C.M. 22/7/90 n. 205 Introduce per la prima volta il concetto di educazione interculturale nella scuola Pronuncia del CNPI del 24/3/93 Razzismo e antisemitismo oggi: il ruolo della scuola Convenzione Internazionale sui Diritti dell Infanzia Art. 29 Legge n. 40, 6/3/98 art. 36 Nell esercizio dell autonomia didattica e organizzativa, le istituzioni scolastiche realizzano per tutti gli alunni progetti interculturali di ampliamento dell offerta formativa.. C.M. 2/3/94 n. 73 Il dialogo interculturale e la convivenza democratica C.M. n. 160/2001 Finalizzata all attivazione dei corsi di lingua per cittadini extracomunitari, adulti e minori C.M. n. 24/2006 Linee guida per l accoglienza e l integrazione degli alunni stranieri NORMATIVA DI RIFERIMENTO O.M. 5 settembre 2011 C.M. n.2 08/01/2010 Indicazioni e raccomandazioni per l integrazione di alunni con cittadinanza non italiana. D.P.R. n. 275/99 art. 7 Regolamento sull Autonomia (eterogeneità delle cittadinanze per la composizione di classi/sezioni LA VIA ITALIANA PER LA SCUOLA DELL INTE- GRAZIONE (M.P.I. ottobre 2007)
6 INDICATORI DI COMPETENZA PER L APPTRENDIMENTO DELLA LINGUA ITALIANA L2. DA UTILIZZARE IN FASE DI VALUTAZIONE: INIZIALE, INTERMEDIA E SOMMATIVA. LIVELLO A USO ELEMENTARE DELLA LINGUA A1 E in grado di capire e utilizzare espressioni familiari e quotidiane nonché frasi molto semplici per soddisfare bisogni concreti. E in grado di comunicare in maniera semplice, a condizione che l interlocutore parli lentamente in modo chiaro e si mostri disposto ad aiutare chi parla. A2 E in grado di capire frasi ed espressioni usate frequentemente e in senso immediato. E in grado di comunicare in situazioni semplici e abituali che comportano uno scambio di informazioni semplice e diretto. LIVELLO B USO INDIPENDENTE DELLA LINGUA B1 E in grado di capire i punti principali di un discorso a condizione che venga usata una lingua chiara e standard. E in grado di esprimersi, in modo semplice e coerente su argomenti familiari e inerenti alla sfera dei suoi interessi. E in grado di riferire un esperienza o un avvenimento, di descrivere un sogno., e di fornire motivazioni e spiegazioni brevi relative a un opinione. C1 E in grado di comprendere molteplici tipi di testo e significati impliciti. E in grado di esprimersi in modo scorrevole e spontaneo, senza dare troppo spesso la netta impressione di dover cercare le parole. E in grado di esprimersi in modo chiaro utilizzando adeguatamente mezzi linguistici per connettere le varie parti di un testo. B2 E in grado di capire il contenuto principale di testi su argomenti astratti e concreti. Sa comunicare con un grado di scorrevolezza e spontaneità tali da permettere un interazione normale con chi parla. E in grado di esprimersi in modo chiaro su diversi argomenti e di esporre un punto di vista su un problema attuale indicando i vantaggi e gli inconvenienti delle diverse possibilità. LIVELLO C USO COMPETENTE DELLA LINGUA C2 E in grado di capire tutto quello che legge o ascolta. E in grado di esprimersi in modo spontaneo e scorrevole. E in grado di riassumere, in un esposizione coerente, informazioni provenienti da diverse fonti scritte e orali.
7 La via privilegiata dell integrazione passa attraverso la metodologia della ricerca azione e altre strategie adeguate al contesto, verificandone i risultati, così come raccomandano le INDICAZIONI PER IL CURRICOLO (2012) e il documento del M.P.I. LA VIA ITALIANA per la scuola dell integrazione (ottobre 2007). I docenti, muovendo da situazioni problematiche concrete e da effettive capacità di apprendimento degli alunni, valorizzeranno le esperienze per dar luce alle diversità. Altresì, gli stessi, incentiveranno e incoraggeranno la collaborazione, accompagnando gli alunni nella costruzione di consapevolezze guidandoli a superare eventuali difficoltà. In tale contesto l errore, visto nella sua valenza educativa, sarà accettato, esplicitato compreso e contribuirà a promuovere apprendimenti significativi, volti a garantire il successo formativo. L integrazione, non si concretizza con una semplice ricerca di strategie operative, ma si costruisce attraverso il dialogo che indica consapevolezza e volontà di superamento sia dei conflitti che delle differenze presenti: unica modalità operativa possibile, per rispettare i diritti fondamentali universalmente riconosciuti. Il dialogo interculturale, non a caso, è una strategia utilizzata e promossa da tutte le organizzazioni internazionali e non solo dalle istituzioni. Una strategia, quindi, che si raggiunge con la competenza e la collaborazione non solo della scuola, ma anche di altre Istituzioni, Enti locali e delle diverse realtà presenti sul territorio.
8 VERIFICHE/VALUTAZIONI: Le verifiche saranno effettuate in fase iniziale, intermedia e finale, nell ambito delle Unità di Apprendimento attraverso osservazioni occasionali e sistematiche degli alunni, nonché attraverso l analisi degli elaborati e il comportamento evidenziato durante le varie fasi delle attività proposte. La sintesi delle verifiche suddette, l impegno, la volontà, l interesse, i progressi raggiunti e la capacità di relazionarsi con gli altri e di comunicare le esperienze vissute in situazione di grande e piccolo gruppo, forniranno un attenta valutazione sommativa del percorso realizzato. DESTINATARI: Gli alunni non italofoni della Scuola Primaria, dell Infanzia e della secondaria di primo grado dell Istituto Comprensivo 1. SPAZI: Per la realizzazione del progetto si usufruirà di spazi interni ed esterni alla scuola, con l utilizzo di laboratori strutturati e non, secondo le necessità evidenziate. Anno scolastico 2015/2016 TEMPI:
9 Valorizzare le tante identità locali e nel contempo far dialogare la molteplicità delle culture in uno sfondo di valori condivisi. Promuovere l assunzione di responsabilità della vita in uno spirito di comprensione, pace, tolleranza, uguaglianza tra i sessi e di amicizia tra tutti i popoli e gruppi etnici nazionali e religiosi. Costruire e rafforzare la capacità di pensare, ascoltare, agire. Promuovere la formazione di conoscenze e atteggiamenti idonei a stabilire rapporti dinamici tra le culture. Facilitare il dialogo, il confronto e il reciproco arricchimento attraverso la convivenza delle differenze. Stare insieme per comprendere che la diversità è una ricchezza e non discriminazione e intolleranza. Creare condizioni di omogeneità evitando che restino alunni in classe, stranieri in città. (Giovannini 1998) Riflettere su azioni, fatti e comportamenti propri e altrui, tenendo presente i grandi valori della convivenza civile. FINALITA CONOSCERE E RICONOSCERE LA PROPRIA CULTURA E CULTURE ALTRE, PER VALORIZZARNE L UNICITA E LA SINGOLARITA DELL IDENTITA CULTURALE DI OGNUNO.
10 LA LOGICA DELL ASSI- MILAZIONE PER FAVORIRE IL CONFRONTO LA MEDIAZIONE PER IL SUPERAMEN TO DI CONFLITTI E DIFFERENZE LE TANTE IDENTITA LOCALI LA MOLTEPLICI- TA DELLE CULTURE IN UNA CORNICE DI VALORI CONDIVISI L EDUCAZIO NE INTERCULTU- RALE AL FINE DI:Vedere, ascoltare, conoscere culture diverse per un incontro che promuova: la conoscenza, il confronto, l interazione e la condivisione.
11 Creare condizioni di omogeneità evitando che restino alunni in classe, stranieri in città. (Giovannini 1998) FINALITA CONOSCERE CULTURE ALTRE, PER VALORIZZARE L UNICITA E LA SINGOLARITA DELL IDENTITA CULTURALE DI OGNUNO.
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