LA PERCEZIONE Dott.ssa SILVIA GIARRIZZO
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1 LA PERCEZIONE 1 Dott.ssa SILVIA GIARRIZZO
2 SENSAZIONE E PERCEZIONE La SENSAZIONE implica la registrazione e la codificazione degli stimoli ossia di tutte le forme di energia che colpiscono gli organi di senso. La capacità di interpretare questi stimoli per estrarne informazioni utili è chiamata PERCEZIONE La PERCEZIONE è il fine ultimo della SENSAZIONE! 2
3 PERCEZIONE DEGLI SCHEMI ED IDENTIFICAZIONE DEGLI OGGETTI La capacità di percepire gli oggetti è una forma di risoluzione di problemi basata su 2 processi mentali: 1. Processi BOTTOM-UP Processi dal basso all alto 1. Processi TOP-DOWN Processi dall alto in basso 3
4 PERCEZIONE: PROCESSI Oggi si ritiene che nel processo di percezione di un oggetto siano implicati entrambi i processi. 1. BOTTOM-UP : individuare ed organizzare le qualità dello stimolo sensoriale 2. TOP-DOWN : utilizzare le conoscenze già acquisite e le aspettative per indirizzare l attenzione sulle qualità più significative dell oggetto organizzandole in modo da 3. BOTTOM-UP : Verificarne l ipotesi ed infine.. 4
5 TOP-DOWN : confronto tra l insieme organizzato delle qualità e la conoscenza dell oggetto x verificarne l ipotesi, ossia. Riconosciment o! 5
6 TOP-DOWN utilizzare le conoscenze già acquisite e le aspettative per indirizzare l attenzione sulle qualità più significative dell oggetto organizzandole in modo da TOP-DOWN confronto tra l insieme organizzato delle qualità e la conoscenza dell oggetto x verificarne l ipotesi, ossia.riconoscimento Individuare ed organizzare le qualità dello stimolo sensoriale verificarne l ipotesi ed infine BOTTOM-UP BOTTOM-UP 6
7 PSICOLOGIA DELLA GESTALT 7
8 PRINCIPI DELLA GESTALT SULL ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA 30/10/11 GESTALT = TUTTO ORGANIZZATO I seguaci della Gestalt sostenevano che la PERCEZIONE fosse una risposta immediata a cogliere schemi nel loro insieme. Essi ritenevano che l intero oltre ad essere formato da parti diverse è diverso dalla somma delle sue parti poiché è il risultato di una organizzazione e di una interazione fra le stesse. 8
9 PRINCIPI DELL ORGANIZZAZIONE PERCETTIVA I teorici delle Gestalt sostenevano che il Sistema Nervoso sia predisposto a cogliere gli elementi costitutivi degli stimoli sensoriali ed accorparli mediante meccanismi innati sulla base di alcune regole fondamentali: 9
10 30/10/11 10
11 1. VICINANZA: tendenza a vedere elementi tra loro vicini come parti dello stesso oggetto e quelli dissimili come parti di due oggetti diversi 11
12 2. SOMIGLIANZA: tendenza a vedere elementi fisicamente simili come parti dello stesso oggetto e quelli dissimili come parti di due oggetti diversi. 12
13 3. CHIUSURA: tendenza a vedere forme come delimitate da un margine continuo e ad ignorare le eventuali interruzioni di tale continuità ( facendoci vedere le cose intere anche quando sono parzialmente nascoste da altri oggetti). 13
14 30/10/11 4.CONTINUITÀ: quando linee diverse si intersecano, tendiamo a riunire i segmenti in modo tale da formare linee il più possibile continue. 14
15 5. MOVIMENTO COMUNE: quando gli elementi di uno stimolo si muovono nella stessa direzione ed alla stessa velocità tendiamo a percepirli come parti di uno stesso oggetto. 15
16 6. ARMONIA DI FORMA: il nostro sistema percettivo tende ad elaborare produzioni il più elegante possibile; semplici, ordinate, simmetriche, etc. 16
17 17 FIGURA E SFONDO
18 FIGURA E SFONDO OGGETTO che attrae l attenzione CAMPO su cui risalta la figura La distinzione non è arbitraria ma dipende da certe peculiarità dello stimolo visivo! Es. a parità di tutte le altre condizioni percepiamo come sfondo la forma che tende a circoscrivere un altra. 18
19 L area minore è percepita come figura Diventa figura la regione con gli assi orientati secondo le direzioni principali dello spazio percettivo, verticale e orizzontale 19
20 La regione inclusa-circoscritta è percepita come figura Diventa figura la regione convessa (favorisce l emergere della figura), rispetto a quella concava (tende a provocare la percezione di sfondo) 20
21 Esempio di alcuni loghi che usano l organizzazione figura-sfondo 21
22 A volte, in presenza di indizi scarsi o ambigui, la relazione FIGURA-SFONDO non risulta completamente determinata per cui la nostra mente ha difficoltà ad attribuire il significato di Figura e di Sfondo come nel caso delle figure REVERSIBILI. 22
23 30/10/11 Secondo la Psicologia della Gestalt la stessa porzione di una scena NON può essere percepita simultaneamente come figura e come sfondo; in un dato momento vedremo o l una o l altra ma MAI le due contemporaneamente!!! 23
24 SET PERCETTIVO E FIGURE BISTABILI SET PERCETTIVO: Quando gli stimoli possono dar luogo a diverse interpretazioni, ciò che noi vediamo è influenzato da ciò che noi ci aspettiamo di vedere, ossia dal nostro SET PERCETTIVO. La percezione di una scena è influenzata dall interpretazione globale che diamo della stessa scena, ovvero dal ruolo del contesto e dei concetti mentali soggettivi. 24
25 SET PERCETTIVO E FIGURE BISTABILI FIGURE BISTABILI: Nel caso delle figure bistabili assume rilevanza anche l impostazione soggettiva dell osservatore, che determina la segregazione figura/sfondo sulla base di uno spostamento dell attenzione 25
26 26 30/10/11
27 ILLUSIONI OTTICHE 27
28 ILLUSIONI PERCETTIVE A volte i nostri processi percettivi, a causa di condizioni visive inadeguate, possono indurci in errore. La tendenza a percepire i pattern visivi e gli oggetti come insiemi organizzati è così forte che in alcuni casi il sistema percettivo aggiunge elementi mancanti, creando delle vere illusioni ottiche (percezione falsa o distorta della realtà). 28
29 ILLUSIONI PERCETTIVE Nel campo delle illusioni, possiamo distinguere quattro differenti tipi di illusioni visive: 1. figure ambigue 2. figure paradossali 3. figure fittizie 4. distorsioni 29
30 1. Le illusioni ottiche: figure ambigue L'occhio umano è normalmente in grado di separare la figura dallo sfondo, eliminando possibili disturbi. Le figure ambigue, come quelle presentate qui sopra, mettono in evidenza come a volte il processo possa essere difficile. Si noti che normalmente si percepisce soltanto una delle due immagini alternativamente. 30
31 2. Le illusioni ottiche: figure paradossali Se osserviamo attentamente la figura notiamo che non può esistere come oggetto tridimensionale. Il nostro sguardo ripercorre incessantemente la figura, come se andasse alla ricerca di una chiave di soluzione, di un indizio di stabilità, ma è uno sforzo vano perché è impossibile trovare una soluzione. 31
32 3. Le illusioni ottiche: figure fittizie I contorni del triangolo non sono fisicamente presenti, pur essendo percettivamente colti. Si tratta di contorni anomali e illusori, generati dalla distribuzione e dall organizzazione degli elementi della stimolazione 32
33 4. Le illusioni ottiche: distorsioni Illusione di Müller-Lyer Illusione di Ponzo 33
34 LE ILLUSIONI OTTICHE: DISTORSIONI L illusione di Müller-Lyer è stata spiegata nel modo seguente: quando i segmenti che si trovano alle estremità della linea convergono, la linea viene percepita come più corta rispetto a quando divergono. I segmenti convergenti ci dicono che la linea è più vicina a noi, quelli divergenti che è più lontana. Questa stessa spiegazione è stata applicata per spiegare anche l illusione di Ponzo. 34
35 CONCLUSIONI Le informazioni vengono continuamente integrate in base a quello che noi già sappiamo del mondo (top-down) e a quello che recepiamo (bottom-up), in modo da rientrare comunque in uno schema. L integrazione di questi elementi e delle nostre conoscenze apprese e ri-elaborate ci permettono di dare un senso ai pattern visivi, come quello della figura. 35
36 36 30/10/11
37 Anello di Wertheimer & Benussi 37
38 BIBLIOGRAFIA GRAY PETER, PSICOLOGIA, ZANICHELLI 38
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