VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA ALLA VIA

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1 CO-BIT Conglomerati Bituminosi S.p.A. ATTIVITA DI RIUTILIZZO DI MATERIALE FRESATO VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA ALLA VIA STUDIO PRELIMINARE AMBIENTALE VALUTAZIONE DEL TRAFFICO INDOTTO Il Tecnico Incaricato Dott. Geol. Giovanni Zaro Giugno, STUDIO TECNICO ASSOCIATO DI GEOLOGIA di Carimati Dr. Roberto e Zaro Dr. Giovanni Via Dante Alighieri, Gazzada Schianno (Va) Tel. 0332/ Fax 0332/ tecnico@gedageo.it

2 Sommario 1. PREMESSA VALUTAZIONE DEL TRAFFICO INDOTTO Apporto veicolare connesso con la nuova attività Viabilità utilizzata dall impianto per l accesso alla viabilità di grande comunicazione più prossima Necessità di attraversamento di centri abitati Adeguatezza della viabilità Sussistenza di limitazioni puntuali alla circolazione per provvedimenti pubblici METODO DI VERIFICA CARATTERISTICHE DEL PROGETTO Definizione dell Indice Ia (Indice di Impatto specifico) Caratterizzazione dell impianto e calcolo del Vettore A Caratterizzazione delle vulnerabilità territoriali del contesto di riferimento in cui si inserisce l impianto (bh) e calcolo del Vettore B Descrizione dei criteri di determinazione dei valori di bh CARATTERISTICHE DEL CONTESTO TERRITORIALE Individuazione degli impianti (stressor) presenti all intorno dell area di progetto CALCOLO DEGLI INDICI DI IMPATTO CUMULATIVO IC e ID Conclusioni

3 1. PREMESSA La presente relazione è stata redatta quale verifica di assoggettabilità alla Valutazione di Impatto Ambientale relativa alla realizzazione di un impianto per l attività di messa in riserva e recupero di rifiuti speciali non pericolosi in Comune di Lonate Pozzolo, nell ambito di aree già utilizzate dal proponente COBIT S.p.A. per la produzione di conglomerati bituminosi, inserite nell ATEg1, che sono state in passato oggetto di escavazione. Il progetto prevede la realizzazione di nuova linea di recupero rifiuti speciali non pericolosi costituiti da fresato stradale classificabile con Cod. CER Miscele bituminose diverse da quelle di cui alla voce , con effettuazione delle operazioni di cui alle voci R5 e R13, mediante utilizzo di impianto di frantumazione e vaglio già esistenti nell ambito dell impianto di confezionamento conglomerati bituminosi già autorizzato. L attività verrà esercitata all interno dell insediamento della ditta COBIT S.p.A., ove è già presente un impianto autorizzato di confezionamento conglomerati bituminosi, con finalità di integrazione e sostituzione proquota delle materie prime già al presente utilizzate al fine di contenimento dei consumi primari e contenimento delle operazioni di smaltimento di materiali di rifiuto altrimenti destinati a discarica. In considerazione di una capacità di operazioni di recupero (R5) superiore alle 10 Ton/giorno, l attività in esame risulta soggetta a Verifica di Assoggettabilità a V.I.A., come prevede il D.Lgs. 152/06 e s.m.i., all allegato IV. Per procedere alla verifica di cui sopra, nel predisporre lo studio preliminare ambientale si è fatto riferimento ai criteri contenuti nell Allegato V del D.Lgs n. 4 del 29/01/2008 e a quanto indicato dalla DGR 10/02/2010 Metodo per l espletamento della verifica di assoggettabilità alla VIA per gli impianti di smaltimento e/o recupero rifiuti. 2

4 2. VALUTAZIONE DEL TRAFFICO INDOTTO 2.1 Apporto veicolare connesso con la nuova attività Al presente la ditta CO BIT Conglomerati Bituminosi S.p.A. svolge presso proprio insediamento produttivo sito in Lonate Pozzolo, via San Siro, attività di confezionamento conglomerati bituminosi; tale insediamento produttivo si localizza all interno di Ambito territoriale Estrattivo ATE g1 destinato alla estrazione e produzione di sabbia e ghiaia. L attività di nuova realizzazione richiesta dalla Ditta Co BIT S.p.A. consiste nell utilizzo di materiale fresato quale prodotto sostitutivo di materia prima, per il confezionamento dei conglomerati bituminosi prodotti. In relazione alla attività già al presente svolta nell insediamento in oggetto, che già al presente comporta un flusso di traffico medio stimabile pari a viaggi/giorno, si prevede che l eventuale incremento del transito di mezzi pesanti adibiti al trasporto dei materiali utilizzati per lo svolgimento della nuova attività possa essere limitato ad un massimo di alcune unità/giorno e, pertanto, tale da non risultare significativo. Tale considerazione risulta dal fatto che l attività proposta verrà effettuata unicamente quale servizio a cantieri serviti da forniture effettuate dalla Ditta COBIT S.p.A. In questo senso i viaggi di conferimento dei materiali di recupero dal cantiere di posa al cantiere di riciclo e confezionamento del conglomerato bituminoso saranno costituiti (salvo situazioni occasionali) da viaggi di ritorno altrimenti effettuati a vuoto. 2.2 Viabilità utilizzata dall impianto per l accesso alla viabilità di grande comunicazione più prossima L insediamento è localizzato all interno della Cava S. Anna Ambito Territoriale Estrattivo (ATEg1) localizzata in Lonate Pozzolo (Va), in corrispondenza del limite sud ovest del territorio comunale. Il sito produttivo in esame è raggiungibile a partire dalla strada Lonate Pozzolo Oleggio (SS527) mediante breve percorrenza della strada Nosate Tornavento (VASP52 MISP146), come indicato nell estratto CTR di seguito riportato. 3

5 Figura 1 Viabilità dell area con evidenziata la posizione del sito produttivo 4

6 Attualmente l accesso al sito produttivo è il medesimo dell ambito estrattivo, il quale avviene in corrispondenza del lato ovest di cava, con sbocco diretto sulla strada Nosate Tornavento che consente il collegamento diretto con la vicina SP527 e, da qui, con la SS 336. L'area di studio, si situa in prossimità del limite meridionale della provincia di Varese in una porzione di territorio interessata da una fitta rete viaria di primaria importanza, peraltro recentemente potenziata, connessa con la presenza dell'adiacente aeroporto intercontinentale della Malpensa. La nuova S.S. 336 costituisce l'asse di comunicazione primario verso nord in direzione di Varese e verso sud in direzione della Provincia di Milano e il raccordo diretto sia verso l'autostrada Milano Laghi a nord, sia verso l autostrada Milano Torino a sud. A tale assetto si somma la presenza della S.P. 527 di diretto raccordo verso est con la fascia dell interland di Busto Arsizio e verso ovest con il Piemonte. A tale riguardo, significativo è il previsto potenziamento del ponte di attraversamento sul Ticino, attualmente in fase di progettazione conclusiva. Ai fini di idoneo inquadramento del locale assetto di traffico, sono stati acquisiti presso la Provincia di Varese Settore Viabilità i dati relativi al traffico rilevato lungo la SS 527 con punti di rilevazione ai km 41,780 e 46,950; i dati risalgono all anno Flussi di traffico postazione 023 S.P. VASPEXSS527: periodo 01/06/ /06/2007 Flussi di traffico postazione 023 S.P. VASPEXSS527: periodo 20/08/ /08/2007 Flussi di traffico postazione 023 S.P. VASPEXSS527: periodo 26/09/ /10/2007 Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Totale Totale Totale Flussi di traffico postazione 024 S.P. VASPEXSS527: periodo 01/06/ /06/2007 Flussi di traffico postazione 024 S.P. VASPEXSS527: periodo 20/08/ /08/2007 Flussi di traffico postazione 024 S.P. VASPEXSS527: periodo 26/09/ /10/2007 Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Medie giornaliere Leggeri Pesanti Tutti Diurno Notturno Totale Totale Totale Tabella 1 Flussi di traffico (Fonte: PV VA, 2007) 5

7 In relazione al quantitativo medio di materiale estratto in cava, si può quindi presumere che il volume medio di traffico indotto dallo svolgimento della attività estrattiva sia stimabile come segue: circa mezzi giorno in entrata/uscita dall area estrattiva per il trasporto dei materiali commercializzati come inerte; circa mezzi giorno in entrata/uscita per il trasporto dei materiali già oggetto di trasformazione entro il cantiere di cava (35/40 per calcestruzzi e 60/65 per bitumati) circa mezzi giorno in entrata/uscita per attività connesse (manutenzioni, forniture, ecc) circa autoveicoli giorno connessi con entrata/uscita delle maestranze e titolari e impiegati, nonché con saltuarie presenze di ospiti e operai di ditte terze incaricate di interventi manutentivi o forniture commerciali. Complessivamente, il flusso di traffico indotto può essere pertanto stimato entro un volume giornaliero di circa 300 mezzi, in forma pressoché equamente distribuita sull intera giornata lavorativa, normalmente prevista, come già detto, secondo i seguenti orari: dal lunedì al venerdì: dalle ore 7.30 alle ore e dalle ore alle ore il sabato: dalle ore 7.30 alle ore Alla luce dei dati riportati si evince che l impatto generato dal traffico indotto dalla nuova attività in esame è trascurabile rispetto alla situazione attuale di traffico. 2.3 Necessità di attraversamento di centri abitati I mezzi diretti all impianto da tutte le direzioni possono usufruire di viabilità primaria che consente di evitare l attraversamento di centri abitati. Non sono pertanto previste interferenza con i nuclei abitati più prossimi all area in esame, se non nel caso di mezzi specificatamente diretti al loro interno nell ambito di svolgimento di cantieri specifici. 2.4 Adeguatezza della viabilità Alla luce della situazione viaria complessiva presente al contorno dell insediamento produttivo in esame, nonché del fatto che non risultano prevedibili significative variazioni del traffico viario connesso alla nuova attività, la rete viaria presente in loco risulta già adeguata e non necessità di potenziamenti o variazioni degne di nota. 6

8 2.5 Sussistenza di limitazioni puntuali alla circolazione per provvedimenti pubblici Allo stato attuale non risultano in essere provvedimenti comunali o di altri Enti che possano costituire limitazione del traffico di mezzi adibiti alla attività in esame. 7

9 3. METODO DI VERIFICA La DGR n. 8/11317 del 10/02/2010 individua uno specifico metodo per lo svolgimento delle attività di verifica di assoggettabilità alla VIA, da applicarsi nel caso di impianti di smaltimento e/o recupero di rifiuti. Tale metodologia si basa su una caratterizzazione univoca dei potenziali impatti rilevabili mediante applicazioni di matrici finalizzate alla definizione di elementi di Stressor che, alla luce delle specifiche caratteristiche di progetto, tengono conto delle condizioni territoriali e ambientali di contorno definito. Il modello di valutazione proposto per la valutazione dei potenziali impatti dell impianto in esame porta alla definizione del sistema territoriale mediante: Definizione degli elementi di stressor (mj) Definizione degli elementi di vulnerabilità (Kh). La caratterizzazione dei potenziali impatti viene eseguita mediante quattro indici che tengono conto sia degli impatti ambientali dell impianto in esame (mnew) sugli elementi di vulnerabilità k del contesto territoriale, sia di quelli cumulativi derivanti da mnew e dagli altri stressor presenti. Gli indici di impatto sono di due tipologie: Indici che valutano il potenziale impatto relativo al solo impianto soggetto a verifica di VIA : + IA (Indice di Impatto specifico) ovvero l impatto del progetto su una specifica componente ambientale; + IB (Indice di Impatto complessivo) ovvero l impatto complessivo del progetto sulle componenti di vulnerabilità definite ai sensi del D.Lgs 152/06 e s.m.i. Indici che valutano il potenziale impatto cumulativo associato a tutti gli impianti e infrastrutture individuati all'interno del contesto territoriale, compreso l impianto soggetto a verifica di VIA: + IC (Indice di Impatto cumulativo specifico) ovvero l impatto cumulativo relativamente ad uno specifico indicatore di pressione; + ID (Indice di Impatto cumulativo complessivo) ovvero l impatto cumulativo complessivo per tutti gli indicatori di pressione. A partire da tali criteri, i quattro indici di impatto (IA, IB, IC, ID) verranno calcolati in funzione di: a) Caratterizzazione generale dell impianto Si porrà riguardo a: Tipologia dei rifiuti trattati (X1): Pericolosi (P), Non pericolosi (NP), Inerti. Operazioni di trattamento (X2): Smaltimento (D), Recupero (R), Autodemolitori (AD), Centri di raccolta e stoccaggio rottame (CRS). 8

10 Quantitativo dei rifiuti trattati per ogni lavorazione prevista (X3). Il progetto in esame, definito mnew, viene caratterizzato secondo gli indicatori X1, X2 e X3 che verranno specificatamente definiti nei paragrafi a seguire. Tale caratterizzazione consente di definire, attraverso la compilazione di tabelle di correlazione, l impianto in termini di indicatori di pressione (PM10, NH3, Rumore, Vibrazioni, ecc.) indipendentemente dalla sua collocazione geografica. b) Caratterizzazione del contesto ambientale Consente la individuazione dei principali elementi di vulnerabilità (Aree geografiche sensibili ai sensi dell Allegato V al D.Lgs. 152/06 e s.m.i.) presenti nell intorno dei 1000 metri dal perimetro dell impianto soggetto a verifica di assoggettabilità alla VIA. c) Caratterizzazione del contesto territoriale Individua i principali impianti ubicati in un intorno di 1500 metri dal perimetro dell impianto soggetto a verifica. 9

11 4. CARATTERISTICHE DEL PROGETTO L impianto in esame si localizza in Comune di Lonate Pozzolo (Va), in prossimità del limite sud ovest del territorio comunale, al confine con il territorio del comune di Nosate (Mi), all interno della Cava S. Anna individuata dal vigente Piano Cave quale ATEg1. Figura 2 Corografia dell area con evidenziata la posizione del sito produttivo all interno dell ATEg1 10

12 4.1 Definizione dell Indice Ia (Indice di Impatto specifico) L Indice di Impatto specifico Ia è individuato da 13 elementi, come indicati nella tabella di seguito riportata, che corrispondono agli indici per specifica componente ambientale Dove SIGLA Elementi di vulnerabilità Aree geografiche di cui all allegato V al D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. IAk1 Zone umide IAk2 Zone costiere IAk3 Zone montuose IAk4 Riserve forestali IAk5 Riserve e Parchi Naturali IAk6 Zone classificate o protette dalla legislazione degli stati membri IAk7 Zone protette speciali designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/VEE e 92/43/CEE IAk8 Zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono già superati IAk9 Zone a forte densità demografica IAk10 Zone di importanza storica, culturale o archeologica IAk11 Territori con produzione agricola di particolare qualità e tipicità di cui all art. 21 del D.Lgs. 8 maggio 2001, n. 228 IAk12 Reticolo idrico e laghi IAk13 Profondità della falda superficiale Tabella 2 elementi di vulnerabilità considerati per l analisi dei potenziali impatti L espressione generale degli Indici di Impatto IA è la seguente: IA = A x B x Coeff. Corr.AB A = vettore di caratterizzazione del progetto in oggetto stressor mnew B = vettore di caratterizzazione del contesto ambientale Coeff. Corr. AB = tiene in considerazione le potenziali correlazioni tra indicatori di pressione uj ed elementi di vulnerabilità k, ovvero individua per ciascun elemento di vulnerabilità, quali indicatori uj possono determinare un potenziale impatto (valore pari a 1). 11

13 4.1.1 Caratterizzazione dell impianto e calcolo del Vettore A Per il calcolo del Vettore A di seguito vengono definiti i 3 indicatori X1, X2, X3 che caratterizzano il progetto in esame mnew, come segue: X1 = Tipologia del rifiuto trattato: Rifiuto non pericoloso X2 = Tipologia di attività svolta: R5 R13 Riciclo/recupero di sostanze inorganiche Messa in riserva di rifiuti per sottoporli all operazione R5 X3 = Quantitativo per ogni coppia X1 X2 Si ricavano i seguenti dati di elaborazione: X1 tipologia rifiuto trattato X2 tipologia attività svolta X3 Quantitativo trattato Rifiuto non pericoloso R5 600 Ton/giorno Rifiuto non pericoloso R mc Ai fini di chiarimento dei criteri adottati per la determinazione del Quantitativo trattato relativo alla Attività R5 appare utile considerare in via preliminare che, il riutilizzo di materiale fresato è subordinato a svolgimento di preventiva attività di frantumazione e omogeneizzazione. Nel caso specifico tale attività verrà svolta mediante utilizzo di impianto di frantumazione e selezione realizzato dalla Ditta ELMA snc di Bienate (Mi), già esistente all interno dell insediamento produttivo in esame. In considerazione di quanto indicato dalla DGR 10 febbraio 2010 n. 8/11317 che cita La potenzialità di trattamento deve essere definita mediante il valore di targa dell impianto deputato a tale trattamento e quindi i quantitativi di rifiuti considerati devono essere sempre qualli derivati da tale valore. Nel caso di operazioni effettuate mediante utilizzo di apparecchiature in serie, il dato di targa da considerarsi è quello più basso tra quelli delle singole apparecchiature che costituisce in taòl senso il collo di bottiglia che limita la capacità di targa si è preso come valore rappresentativo della produttività di impianto il valore di potenzialità massima indicato dalla Ditta costruttrice relativamente alla sezione frantoio (rif. pag 21 manuale uso, manutenzione e ricambi; par. 5 Dati Tecnici in allegato a seguire) che individua una capacità massima pari a 25 Ton/ora. 12

14 A fronte di un tempo teorico massimo di funzionamento pari a 24 ore/giorno (anche se le ore lavorative sono distribuite su 8 ore/giorno con una previsione di funzionamento specifico a regime dell impianto pari a 2 3 ore giornaliere), la capacità massima di produzione teorica risulta pari a 600 Ton/giorno. 13

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16 Calcolo del Vettore A Ogni tipologia di trattamento effettuato, viene caratterizzata in termini di indicatori di pressione (µ FRAME SPECIFICO) come di seguito riportato (sulla base di quanto indicato dalla Tab. 16 DGR citata). Il vettore A che descrive l impianto è stato calcolato secondo la seguente formula: A = a * µ FRAME SPECIFICO per ogni tipologia di trattamento poi da sommare tra loro In relazione a tali indicazioni di pressione, il relativo coefficiente moltiplicativo a viene desunto per estrapolazione lineare a partire (nei casi specifici) da quanto indicato dalla citata DGR rispettivamente: al Grafico 7 per quanto riguarda: X1 = Rifiuti non pericolosi X2 = R5 a = 6 x 600/400 = 9 al Grafico 16 per quanto riguarda X1 = Rifiuti non pericolosi X2 = R13 a = 6 x 4.000/ = 1,6 Sulla base di tali elementi risulta pertanto pervenire al Calcolo del Vettore A come illustrato nella seguente Tabella 15

17 OPERAZIONI Indicatori di pressione antropica PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 P tot Inq. Inorg. Inq. Org Rumore Vibrazioni Radiazioni non ionizzanti Ingombri fuori terra Alterazione di caratteri morfologici R R Tabella 3 matrice di individuazione degli indicatori di pressione relativi alle diverse tipologie di trattamento (µ FRAME SPECIFICO) Parametri di caratterizzazione impianto Indicatori di pressione antropica Codice X3 Unità di misura a PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 P tot Inq. Inorg. Inq. Org Rumore Vibrazioni Radiazioni non ionizzanti Ingombri fuori terra Alterazione di caratteri morfologici R5 t/g R13 mc 1,6 1, , , ,6 1,6 Vettore A risultante 10, , , ,6 10,6 Tabella 4 calcolo del vettore A 16

18 4.1.2 Caratterizzazione delle vulnerabilità territoriali del contesto di riferimento in cui si inserisce l impianto (bh) e calcolo del Vettore B Il Vettore B dipende dalla distanza dell opera mnew dagli elementi di vulnerabilità kh Per ogni tipologia di vulnerabilità viene calcolato un coefficiente bh (sito specifico) che tiene in considerazione la distanza di mnew dall elemento kh (sulla base di quanto indicato dalla Tab. 15 DGR citata), come meglio illustrato nella matrice di calcolo che segue: SIGLA Elementi di vulnerabilità Aree geografiche di cui all allegato V al D.Lgs. n. 152/06 e s.m.i. Distanza dal progetto Valore di bh k1 Zone umide m 0 K2 Zone costiere m 0 K3 Zone montuose m 0 K4 Zone forestali < 100 metri 1 K5 Riserve e Parchi Naturali Tra 500 e 1000 metri 0,1 K6 Zone classificate o protette dalla legislazione degli stati < 100 metri 1 membri parchi regionale K7 Zone protette speciali designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/VEE e 92/43/CEE Tra 500 e 1000 metri 0,1 K8 Zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati m 0 dalla legislazione comunitaria sono già superati K9 Zone a forte densità demografica abitato di Tornavento Tra 500 e 1000 metri 0,1 K10 Zone di importanza storica, culturale o archeologica m 0 K11 Territori con produzione agricola di particolare qualità e m 0 tipicità di cui all art. 21 del D.Lgs. 8 maggio 2001, n. 228 K12 Reticolo idrico e laghi Canale Villoresi Tra 500 e 1000 metri 0,1 k13 Profondità della falda superficiale 20,1 40 m 0,1 Tabella 5 Matrice di individuazione della funzione valore bh che descrive la distanza dagli elementi di vulnerabilità 17

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27 4.1.3 Descrizione dei criteri di determinazione dei valori di bh K1 = nell intorno di 1000 metri dall impianto in progetto non vi sono zone umide (stagni e paludi). Pertanto bh = 0 K2 = nell intorno di 1000 metri dall impianto in progetto non vi sono zone costiere. Pertanto bh = 0 K3 = nell intorno di 1000 metri dall impianto in progetto non vi sono zone montuose con quota superiore a 600 metri s.l.m. Pertanto bh =0 K4 = come indicato nella cartografia DUSAF di figura 5 ad una distanza minore di 100 m vi è un area identificata come area boscata. Pertanto bh = 1 K5 = come indicato in figura 4, ad una distanza compresa tra i 501 m ed i 1000 m vi è un area identificata come Riserva e parco naturale. Pertanto bh = 0.1 K6 = come indicato in figura 4, l area ricade all interno di un Parco Regionale. Pertanto bh = 1 K7 = come indicato in figura 4, ad una distanza compresa tra i 501 m ed i 1000 m vi è area designata dagli stati membri quale SIC e/o ZPS. Pertanto bh = 0.1 K8 = come indicato dall All. 1 della DGR n del 02 agosto 2007, il comune di Lonate Pozzolo e il comune di Nosate ricadono in Zona A2. Pertanto bh = 0 K9 = come indicato nella cartografia DUSAF di figura 5, ad una distanza compresa tra i 501 m ed i 1000 m vi è un area identificata come zona urbanizzata. Pertanto bh = 0.1 K10 = dalla cartografia basi ambientali della Pianura del geoportale della regione Lombardia è stato verificato che i beni identificati con valenza storica, culturale o archeologica si trovano oltre i 1000 m, come indicato in figura 6. Pertanto bh = 0 K11 = come indicato in figura 7, ad una distanza inferiore a 1000 m non vi è alcuna zona classificata come area agricola di pregio. Pertanto bh = 0 K12 = come indicato in figura 8, ad una distanza compresa tra i 501 m ed i 1000 m vi è il canale Villoresi. Pertanto bh = 0.1 K13 = sulla base dei dati di rilevamento piezometrico di cava e come identificato in figura 9, la soggiacenza della falda si localizza tra 20,1 e 40 metri da p.c. Pertanto bh = 0,1 26

28 Determinazione del Vettore B Sulla base delle considerazioni sopra esposte, il Vettore B risulta identificato come segue K1 Zone umide B = 0 K2 Zone costiere B = 0 K3 Zone montuose B = 0 K4 Riserve forestali B = 1 K5 Riserve e Parchi Naturali B = 0,1 K6 Zone classificate o protette dalla legislazione degli stati membri B = 1 K7 Zone protette speciali designate dagli stati membri in base alle direttive 79/409/CEE e B = 0,1 92/43/CEE K8 Zone nelle quali gli standard di qualità ambientale fissati dalla legislazione comunitaria sono B = 0 già superati K9 Zone a forte densità demografica B = 0,1 K10 Zone di importanza storica, culturale o archeologica B = 0 K11 Territori con produzioni agricole di particolare qualità e tipicità di cui all art. 21 del D.lgs. 8 B = 0 maggio 2001, n. 228 K12 Reticolo idrico e laghi B = 0,1 K13 Profondità della falda superficiale B = 0,1 27

29 Tabella 6 Matrice di individuazione della funzione valore bh che descrive la distanza dagli elementi di vulnerabilità 28

30 Definizione degli indici di Impatto specifico IA e dell indice di Impatto complessivo IB Sulla base delle risultanze in precedenza acquisite, si procede alla elaborazione della Matrice di correlazione tra elementi di vulnerabilità K e indicatori di pressione uj (coefficiente di correlazione AB) (sulla base di quanto indicato dalla Tab. 17 DGR citata) riportando unicamente gli elementi di vulnerabilità K individuati in un intorno rappresentativo (R max = metri), da cui risulta: 29

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32 Elementi di vulnerabilità K Indicatori di pressione antropica PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 P tot Inq. Inorg. Inq. Org Rumore Vibrazioni Radiazioni non ionizzanti Ingombri fuori terra Alterazione di caratteri morfologici K K K K K K K Tabella 7 Matrice di correlazione tra elementi di vulnerabilità k e indicatori di pressione uj (coefficiente di correlazione AB) 31

33 In relazione ai risultati ottenuti, è ora possibile pervenire al confronto tra Indice di Impatto Specifico IA pertinente ad ogni elemento di vulnerabilità presente ricadente entro un possibile raggio di interferenza massimo di un chilometro dall impianto in esame, e Indice di Impatto Complessivo IB, che identifica il valore complessivo dei possibili impatti indotti, rispetto ai sotto indicati valori soglia identificati dalla citata DGR per la verifica di assoggettabilità a VIA. A questo riguardo le prescrizioni di DGR indicano che il progetto risulta essere soggetto a procedura di VIA laddove risulti verificata una delle seguenti condizioni: 3 Indici Ia assumono valore uguale o superiore alla soglia di riferimento A pari a 160 IB assume valore uguale o superiore alla soglia B pari a 600 Nel caso in cui solo 1 o 2 indici Ia assumono valore uguale o superiore alla soglia di riferimento A, l impianto non risulta essere soggetto a procedura di VIA ma necessita di specifiche integrazioni, misure di mitigazione, compensazione e/o di un Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) sulle componenti sopra soglia. A partire dai dati in precedenza acquisiti, risulta quindi possibile pervenire al computo di Impatto Specifico (IA) e complessivo (IB) relativi al progetto in esame: 32

34 Elementi di vulnerabilità K Indicatori di pressione antropica PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 p tot Inq. Inorg. Inq. Org Rumore Vibrazioni Radiazioni non ionizzanti Ingombri fuori terra Alterazione di caratteri morfologici IA Indice di Impatto Specifico K4 bh =1 10, ,6 10,6 58,8 K5 bh = 0,1 1,06 0,9 0,9 0, , ,9 0,9 1, ,06 1,06 9,64 K6 bh = 1 10, , ,6 10,6 96,4 K7 bh = 0,1 1,06 0,9 0,9 0, , ,9 0,9 1, ,06 1,06 9,64 K9 bh = 0,1 3,18 2,7 2,7 2, ,7 0 0, ,7 2,7 3,18 2, ,74 K12 bh = 0,1 0 0,9 0, , ,9 0, ,5 K13 bh =0, ,9 0, ,8 IB Indice di Impatto Complessivo 206,52 33

35 Tabella 8 Calcolo degli indici di impatto 34

36 Sulla base delle verifiche effettuate e dei conseguenti valori definiti dal computo degli indici IA e IB rispetto ai valori soglia risulta verificato che non sussiste superamento da parte di nessun elemento di vulnerabilità K. Risulta pertanto che il progetto in esame (mnew) non è soggetto a Valutazione di Impatto Ambientale. Similmente, in assenza di superamenti rispetto alle singole componenti non risulta necessario procedere alla applicazione di specifici interventi integrativi, misure di mitigazione, compensazione e/o di un Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC). 35

37 5. CARATTERISTICHE DEL CONTESTO TERRITORIALE La citata DGR, successivamente alla verifica delle specifiche caratteristiche di progetto rispetto alle condizioni ambientali di contorno, individua anche un dettagliato percorso conoscitivo teso alla valutazione di eventuali impatti cumulativi derivanti dal contesto territoriale circostante, tale da tener conto sia dei potenziali impatti del nuovo progetto (mnew nuovo stressor), sia degli stressor (mj) già presenti sul territorio in quanto connessi con impianti o infrastrutture già esistenti. A questo riguardo è prescritta l analisi di una fascia di territorio avente una ampiezza di 1500 metri, rispetto al perimetro di nuovo impianto, con una suddivisione pesata secondo tre distinte fasce di distanza crescente: Area 1: da 0 a 500 metri Area 2: da 500 a 1000 metri Area 3: da 1000 a 1500 metri All interno di queste fasce si procede quindi all esame dei possibili elementi di stressor esistenti onde verificare gli effetti di cumulo degli impatti con conseguente determinazione dell Indice di Impatto Cumulativo Specifico (IC) e dell Indice di Impatto Cumulativo Complessivo (ID). Per quanto riguarda le tipologie di impianti esistenti soggetti a analisi la citata DGR fa riferimento alle seguenti tipologie di Impianti (Stressor) Cave attive Discariche attive Impianti attivi di trattamento, selezione, stoccaggio e recupero dei rifiuti (compresi autodemolitori) Grandi strutture di vendita Inceneritori Impianti di compostaggio Depuratori Allevamenti (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Attività energetiche (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Impianti di produzione e trasformazione metalli (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Industrie dei prodotti minerali (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Industrie chimiche (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Altre attività (soggetti ad AIA D.Lgs 59/2005) Infrastrutture stradali Autostrade, strade statali, strade provinciali Aeroporti 36

38 Per quanto riguarda l Indice di Impatto Cumulativo Specifico (IC), si fa riferimento a 21 elementi corrispondenti agli indici di impatto specifico di pressione uj già utilizzati nel corso della precedente fase di valutazione. 5.1 Individuazione degli impianti (stressor) presenti all intorno dell area di progetto Sulla base delle verifiche effettuate, nell ambito della fascia di controllo di 1500 metri risultano presenti i seguenti elementi fonte di potenziale stressor: AREA DI VERIFICA FASCIA DI ANALISI TIPOLOGIE RILEVATE Area metri Cava ATEg1 Superstrada Boffalora Malpensa (VASP38 MiSP32) Area metri Cava ATEg2 Strada Lonate Pozzolo Oleggio (SS527) Strada Nosate Tornavento (VASP52 MISP146) Area metri Nessun impianto Tabella 9 Elenco impianti (stressor) considerati per l analisi cumulativa degli impatti con altri progetti, suddivisi per aree 37

39 Figura 10 Ubicazione degli impianti nell intorno del sito Gli impianti identificati, sulla base delle Tabelle di comparazione e 21 di DGR citata, vengono pesati attraverso coefficienti di pressione (definiti secondo le fasce di distanza individuate rif. tabelle citata delibera) in funzione degli specifici indicatori di pressione uj, come sotto dettagliati: 38

40 Fonte di Stressor Indicatori di pressione antropica uj PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 P tot Inq. Inorg. Inq. Org. Rumore Vibrazioni Radiazioni non Ionizzanti Cava ATEg Superstrada Boffalora Malpensa (VASP38) Strada Lonate Pozzolo Oleggio (SS527) Strada Nosate Tornavento (VASP52 MISP146) Cava ATEg Tabella 10 Indicatori uj in funzione delle distanze di ogni impianto individuato 39

41 5.2 CALCOLO DEGLI INDICI DI IMPATTO CUMULATIVO IC e ID A seguito della avvenuta individuazione degli stressor presenti nell intorno dell impianto in esame, nonché della introduzione dei vettori di Impatto A specifici del nuovo impianto in esame, risulta quindi possibile procedere al calcolo dei relativi indici di impatto cumulativo specifico (IC) e dell Indice di Impatto Cumulativo Complessivo (ID) come di seguito riportato: 40

42 Indicatori di pressione antropica uj PM10 NOx SO2 CO CO2 COV CH4 NH3 N2O Odori O2D BOD5 COD N NH4 N NO3 P tot Inq. Inorg. Inq. Org. Rumore Vibrazioni Radiazioni non Ionizzanti ID Indice di Impatto Cumulativo Complessivo Cava ATEg Superstrada Boffalora Malpensa (VASP38) Strada Lonate Pozzolo Oleggio (SS527) Strada Nosate Tornavento (VASP52 MISP146) Cava ATEg Vettore A nuovo impianto IC Indice di Impatto Cumulativo Specifico 10, , , ,6 37,0 37,0 37,0 37,0 28,0 0,0 25,0 15,0 9,6 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 0,0 9,0 9,0 38,6 21,0 0,0 347,8 41

43 Tabella 11 Computo degli indici di impatto cumulativo specifico (IC) e cumulativo complessivo (ID) 42

44 In considerazione dei risultati ottenuti, la citata DGR prescrive che in assenza di assoggettamento a VIA, l impianto necessita di integrazioni, misure di mitigazione, compensazione e/o di un Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) nel caso che: IC per uno o più indicatori di pressione assume un valore uguale o superiore al valore di soglia C = 60 ID assume un valore uguale o superiore al valore soglia D = 500 Nel caso specifico, non risulta verificato il superamento di alcuno dei limiti proposti, sia per quanto riguarda i singoli Indici Id relativi ai diversi elementi di stressor, sia per quanto riguarda il valore di Indice Cumulativo ID. 6. CONCLUSIONI Alla luce delle verifiche effettuate e delle considerazioni sopra esposte, risulta che l impianto in esame ha caratteristiche tali da non risultare soggetto a VIA. In assenza di superamento di singoli valori soglia, non risulta inoltre necessario procedere alla introduzione di alcuna misura di mitigazione, compensazione e/o di un Piano di Monitoraggio e Controllo (PMC) su alcuna componente. Appare utile precisare che la valutazione è stata condotta considerando la casistica più cautelativa, sia per quanto riguarda il valore della potenzialità di trattamento dell impianto, sia per quanto riguarda i criteri di individuazione degli impianti stressor presenti all intorno dell impianto in oggetto e considerati in verifica. Anche in merito alla attività di recupero e al funzionamento della linea di impianto a tale scopo dedicata (impianto di frantumazione e selezione/omogeneizzazione) appare utile precisare che la stessa è stata calcolata considerando il funzionamento continuativo per 24 ore al giorno; in realtà le ore lavorate non sono previste superare le 8 ore/giorno. Non avendo superato alcuno dei limiti prescritti, non sussiste necessità di prevedere alcun intervento. 43

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