LA DIRETTIVA NITRATI: RICERCA & APPLICAZIONE NELLA PROVINCIA DI FERRARA. 6 Marzo 2009

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1 LA DIRETTIVA NITRATI: RICERCA & APPLICAZIONE NELLA PROVINCIA DI FERRARA Giuseppe Bortone 6 Marzo 2009 pag. 1

2 Attuazione della Direttiva Quadro 2000/60 Conversione in Legge (13/2009) del DL 208/2008 Piani Gestione adottati entro il 22 dicembre 2009 dai Comitati Istituzionali delle Autorità di Bacino (Ferrara= Po) Piani di tutela delle Acque regionali e provinciali, adeguati per tipizzazione corsi d acqua,caratterizzazione, classificazione, obiettivi, programma di misure, partecipazione, analisi economica. pag. 2

3 Riduzione dei carichi da PTA L Assemblea Legislativa della Regione Emilia-Romagna ha approvato in via definitiva il PTA regionale con deliberazione N. 40 del 21 dicembre 2005 Fonte puntuale Azoto al 2016: % Fosforo al 2016: % Fonte diffusa Azoto al 2016: - 45% Fosforo al 2016: % pag. 3

4 Carichi veicolati di N in Adriatico dal Po Parere motivato 19 febbraio 2009, per violazione della direttiva 91/271/CE la RER non compare. Tutti i nostri agglomerati risultano conformi 15 regioni coinvolte (Veneto) pag. 4

5 La procedura di infrazione archiviata sui nitrati Insufficiente designazione delle zone vulnerabili ai nitrati da fonte agricola nell area del bacino padano (ZVN). Insufficienza / incoerenza delle misure obbligatorie previste dal Programma d Azione Nitrati (PAN) da attuarsi all interno delle ZVN relative, in particolare, alle modalità di utilizzazione in agricoltura degli effluenti di allevamento e dei concimi chimici. pag. 5

6 pag. 6

7 L eutrofizzazione L obiezione della CE circa l insufficiente designazione delle ZVN da parte delle regioni padane (Piemonte Emilia Romagna Lombardia Veneto) è rivolta esclusivamente alla necessità di contenere l apporto dei nutrienti (azoto e fosforo) in Mare Adriatico ai fini del contenimento dei fenomeni di eutrofizzazione. Per questo motivo la CE ha richiesto che l intera area di pianura del bacino padano sia designato come ZVN. Le motivazioni portate dalla CE e documentate nel citato rapporto ADAS / NIVA si possono così riassumere: eutrofia dell adriatico tutto il bacino drenante vulnerabile concentrazione dei nitrati nei corsi d acqua superficiale superiore a 10 mg/l concentrazione di nitrato nelle acque sotterranee (> 50 mg/l ) l elevato carico zootecnico per ettaro di superficie di terreno; pag. 7

8 pag. 8

9 Anno 2004 e 2005 pag. 9

10 ZVN Emilia-Romagna Superficie territoriale regionale complessiva (Ha) : ; Km ,68 Superficie territoriale complessiva inclusa nelle ZVN (Ha) : ; Km pari al 28% Superficie territoriale regionale di pianura (Ha) : ; Km ,36 Superficie territoriale inclusa nelle ZVN (Ha) : ; Km 6.020,00 pari al 56,9% pag. 10

11 Estensione ZVN Tutela acque superficiali Non solo Ferrara Comma 3 art. 31 Norme PTA Alle predette zone sono da aggiungere le fasce di tutela dei corpi idrici superficiali che comprendono una significativa superficie contigua alle sponde per una estensione di circa 412 Km ( Ha), pari al 7% delle suddette ZVN, nelle quali trova applicazione le disposizioni (divieti/limitazioni) inerenti l utilizzo degli effluenti di allevamento e degli altri fertilizzanti azotati previste per le medesime ZVN. pag. 11

12 pag. 12

13 Programma d azione Parametri di calcolo dell azoto escreto per le diverse specie animali e quindi del quantitativo di azoto al campo (secondo la CE: valori inferiori del 40% per i bovini e per alcune specie avicole rispetto a quelli degli altri paesi); Obbligo di predisposizione di Piani di Utilizzazione Agronomica degli effluenti; Periodo di divieto di utilizzo degli effluenti (liquami e letami) nel periodo invernale (troppo limitato per i bovini secondo la CE); Fasce di divieto per i corsi d acqua superficiale e mantenimento della copertura vegetale; Capacità di stoccaggio per le diverse tipologie di allevamento (suini, bovini, altre specie): secondo la CE le attuali capacità di stoccaggio erano troppo basse per i bovini e per i materiali assimilabili ai letami; Utilizzo degli effluenti liquidi nei terreni in pendenza (la CE indica il limite del 10%); Misure relative all utilizzo dei concimi azotati di sintesi (in particolare i periodi di divieto pag. 13

14 Apporto di N equilibrato basato su: Fabbisogno prevedibile di azoto delle colture; l apporto di N dal terreno e dalla fertilizzazione ed in particolare: quantità di N presente nel terreno nel momento in cui la coltura comincia ad assorbirlo; mineralizzazione netta delle riserve di N organico nel terreno; N da effluenti zootecnici; N da fertilizzanti chimici pag. 14

15 Assessorato Agricoltura-Servizio Sviluppo Sistema Agro-alimentare La struttura delle Disposizioni attuative del Decreto Ministeriale 7 aprile TITOLO I DISPOSIZIONI GENERALI Assessorato Ambiente- Servizio Tutela e Risanamento Risorsa Acqua TITOLO II PROGRAMMA D AZIONE PER LE ZONE VULNERABILI E LE ZONE AD ESSE ASSIMILATE CAPITOLO 1 - Norme / prescrizioni / divieti inerenti lo stoccaggio e l utilizzo degli effluenti di allevamento, dei concimi / fertilizzanti azotati e degli ammendanti organici CAPITOLO 2 - Disciplina / contenuti della comunicazione alla Provincia Documentazione da conservare in azienda CAPITOLO 3 - Controlli e Programma di verifica / Programmi di Informazione e Formazione professionale TITOLO III DISPOSIZIONI E NORME TECNICHE PER L UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO IN ZONE NON VULNERABILI PRATICHE AGRICOLE OBBLIGATORIE CAPITOLO 1 Ambito di applicazione Norme tecniche / prescrizioni / divieti CAPITOLO 2 Disciplina della comunicazione alla Provincia Documentazione da conservare in azienda TITOLO IV DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI NORME ABROGATE pag. 15

16 Deliberazione dell Assemblea Legislativa della Regione Emilia Romagna 16/01/2007, n 96 Programma d azione per le zone vulnerabili ai nitrati da fonte agricola (PAN) Titolo I: DISPOSIZIONI GENERALI (art. 1_2) Titolo II: PROGRAMMA D AZIONE PER LE ZONE VULNERABILI E LE ZONE AD ESSE ASSIMILATE (art. 3 _ 35); Titolo III: DISPOSIZIONI E NORME TECNICHE PER L UTILIZZAZIONE AGRONOMICA DEGLI EFFLUENTI DI ALLEVAMENTO IN ZONE NON VULNERABILI PRATICHE AGRICOLE OBBLIGATORIE (art. 36 _ 50) Titolo IV: DISPOSIZIONI TRANSITORIE E FINALI NORME ABROGATE (art. 51 _ 53) pag. 16

17 PAN _ Titolo II Letami, ammendanti e concimi azotati Art. 3_ divieto di utilizzo: 5 m di distanza dalle sponde dei corsi d'acqua superficiali individuati dalle regioni come non significativi; 10 m di distanza dalle sponde dei corsi d'acqua superficiali significativi; 25 m di distanza dall'inizio dell'arenile; sui terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante, ; Art. 4 _ Criteri di gestione: Nelle fasce di divieto favorire lo sviluppo di una copertura... pag. 17

18 PAN _ Titolo II Liquami e materiali assimilati Art. 5_ divieto di utilizzo: 10 m di distanza dalle sponde dei corsi d'acqua superficiali; 30 m di distanza dall'inizio dell'arenile; Nella fascia fluviale A.; sui terreni gelati, innevati, con falda acquifera affiorante, ; su terreni con pendenza > del 10% ; nei casi in cui possono venire a contatto coi prodotti destinati al consumo ; Art. 6 _ Criteri di gestione: Nelle fasce di divieto favorire lo sviluppo di una copertura... pag. 18

19 PAN _ Titolo II Art. 8_ Capacità di stoccaggio dei Letami ed assimilati: non inferiore al volume prodotto in 90 gg; per le deiezioni degli avicunicoli essiccate, non inferiore a 120 g.g. Art. 13 _ Capacità di stoccaggio dei liquami per allevamenti che producono più di 1000 kg di N: 120 giorni per gli allevamenti di bovini da latte, bufalini, equini e ovicaprini in aziende con terreni caratterizzati da assetti colturali che prevedono la presenza di prati di media o lunga durata e cereali autunno-vernini; 180 giorni per gli altri. pag. 19

20 PAN _ Titolo II Art. 18_ Determinazione degli apporti per coltura la quantità di azoto disponibile al campo non deve superare il fabbisogno delle colture; L apporto di azoto apportato con gli effluenti non deve superare i 170 kg/ha per anno inteso come quantitativo medio aziendale; pag. 20

21 PAN _ Titolo II Art. 20_ Periodi di divieto della distribuzione L utilizzazione degli effluenti zootecnici e dei fertilizzanti azotati è vietata dal 1 novembre fino alla fine di febbraio, tranne per quanto di seguito diversamente specificato: Il periodo di divieto è contenuto in 90 gg dal 1/11 al 31/1 nei seguenti casi: Utilizzazione di letami e materiali ad essi assimilati, di concimi azotati e di ammendanti organici; distribuzione di liquami e materiali ad essi assimilati nei terreni con copertura vegetale quali: prati, cereali autunno vernini, colture arboree con inerbimento..; pag. 21

22 PAN _ Titolo II Concimazione chimica aziende non zootecniche Art. 24: Utilizzazione dei concimi azotati e ammendanti organici nelle aziende senza allevamento: dosi massime di azoto e criteri generali 1. A partire dal 1 marzo di ogni anno, il titolare dell'azienda deve conservare presso la sede aziendale la seguente documentazione: a) scheda con i dati anagrafici dell'azienda, l'elenco degli appezzamenti aziendali, loro superficie, le colture previste; la registrazione delle fertilizzazioni effettuate recante il numero dell'appezzamento, la coltura oggetto dell'intervento, la superficie, la data, il formulato commerciale, la quantità distribuita; b) copia della sezione o tavola della Carta Tecnica Regionale (C.T.R.), in scala 1:5.000 o 1:10.000, recante la individuazione degli appezzamenti con codice numerico progressivo; c) Registrare le fertilizzazioni praticate e le eventuali variazioni colturali entro 10 giorni. pag. 22

23 PAN _ Titolo II Concimazione chimica aziende non zootecniche Art. 24: Utilizzazione dei concimi azotati e ammendanti organici nelle aziende senza allevamento : dosi massime di azoto e criteri generali Le aziende senza allevamento e che non impiegano effluenti zootecnici, aventi oltre 5 ettari di superficie agricola utilizzata in ZVN, o in zone a quelle assimilate, devono utilizzare i concimi azotati e gli ammendanti organici rispettando i fabbisogni massimi delle colture, nonché le norme attinenti i divieti spaziali, i periodi di divieto come stabilito dai precedenti articoli. In Allegato 2, Tabella 7, sono indicate le dosi massime ammesse di azoto per coltura. pag. 23

24 PAN _ Titolo II All. 2: Tab.7a _ Stralcio della tabella con limiti massimi di apporto di N per coltura Colture erbacee Apporto di Resa t/ha N Girasole Grano duro 6,5 160 Grano tenero Lattuga Lattuga da seme n.d. 100 Loiessa Mais da granella Mais dolce Mais trinciato Melanzana Melone Orzo Patata Peperone Pisello 6 50 pag. 24

25 Precisazioni: determinazione dei fabbisogni colturali in maniera proporzionalmente aumentata Aziende con alte rese. I valori max. stabiliti in tabella sono definiti in considerazione di rese medio-elevate e applicando il metodo del bilancio dell'azoto semplificato a condizioni standard di azoto e piovosità, oppure adottando i limiti previsti dai disciplinari di produzione integrata. Per le principali colture i limiti sono stati testati in attività sperimentali. Non è accettabile adottare una logica della dose proporzionale al fabbisogno visto che si considerano già rese medio-elevate: in tal modo si andrebbe in genere ad applicare un principio errato, in luogo della considerazione della produttività decrescente Forte ruolo della ricerca! pag. 25

26 PAN _Titolo II Concimazione chimica aziende non zootecniche Azienda non zootecnica che utilizzi concimi commerciali in Zone Vulnerabili in superfici >5 ettari in Zone vulnerabili: rispetto fabbisogno per coltura; zone di divieto; tenuta registro di utilizzazione. Azienda non zootecnica che utilizzi concimi commerciali ed effluenti zootecnici in superfici >5 ettari in Zone vulnerabili 170 kg azoto da effluente- limite medio aziendale; rispetto fabbisogno per coltura; rispetto coefficiente di efficienza medio aziendale degli effluenti pag. 26

27 Ci sono le condizioni per riconoscere una proroga? No, si ricade in procedura di infrazione Si invalida il piano di gestione di distretto e si incorre nel blocco dei finanziamenti PSR Non ci sono le evidenze sperimentali del miglioramento dei livelli qualitativi delle acque pag. 27

28 La specificità del territorio Ferrarese Reticolo idrografico dell'intero bacino essenzialmente formato di canali artificiali utilizzati come vettori idrici; Regime idrologico fortemente influenzato dall'uso delle acque a scopo irriguo da parte dei vari Consorzi di Bonifica operanti nel territorio; Criticità si registra nel bacino: livello costante di inquinamento maggiore nel periodo autunno inverno fase di scolo - e minore nel periodo primavera / estate - fase di irrigazione ; Area a forte vocazione agricola di tipo intensivo, con carichi inquinati sversati rilevanti sia da "fonte puntuale" che da "fonte diffusa" ; Presenza numerose zone umide di rilevante interesse ambientale, ecologico, faunistico e produttivo come la Sacca di Goro.; Alterazione dell'ecosistema dovuto sia all'assetto morfologico, sia all'apporto diretto delle acque superficiali di scarsa qualità del Po di Volano e del Canal Bianco, recettori di rilevanti quantità di nutrienti. Ferrara Totale RER Ferrara Totale RER Azoto Azoto Fosforo Fosforo (t/y) (t/y) (t/y) (t/y) Fonti puntuali Fonti diffuse Totale sversato N diffuso FE 22% pag. 28

29 Trend invernale dei Nitrati Periodo Reporting Valori medi invernali period (mg/l NO3) Gennaio Dicembre ,7 Gennaio Dicembre ,0 Gennaio Dicembre ,5 Periodo Reporting Valori massimi periodo (mg/ NO3) Gennaio Dicembre ,9 Gennaio Dicembre ,9 Gennaio Dicembre ,5 pag. 29

30 60,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 04/02/ /04/ /06/ /08/ /10/2002 mg/l 04/12/ /02/ /04/ /06/ /08/ /10/ /12/ /02/ /04/ /06/ /08/ /10/2004 Collettore Acque Basse /12/ /02/ /04/ /06/ /08/ /10/2005 pag /12/2005

31 Canal Bianco - Stazione Francolino-Ferrara ,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 31/01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/ /05/ /07/ /09/ /11/ /01/ /03/2005 Nitrati - mg/l 31/05/ /07/ /09/ /11/2005 pag. 31

32 Canal Bianco - Ponte s.s. Romea Mesola ,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 10/01/ /05/ /09/ /01/ /05/ /09/ /01/ /05/ /09/ /01/ /05/ /09/ /01/ /05/ /09/2004 Nitrati mg/l 10/01/ /05/ /09/2005 pag. 32

33 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 31/01/ /04/ /07/ /10/2000 Nitrati mg/l 31/01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/2004 Canale Burana - Bondeno /07/ /10/ /01/ /04/2005 pag /07/ /10/2005

34 Canale Navigabile - Valle Lepri/Ostellato ,00 50,00 40,00 30,00 20,00 10,00 0,00 10/01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/2005 Nitrati mg/l 10/07/ /10/2005 pag. 34

35 45,00 40,00 35,00 30,00 25,00 20,00 15,00 10,00 5,00 0,00 31/01/ /04/2000 Nitrati mg/l 31/07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/ /01/ /04/ /07/ /10/2004 Po Morto di Primario - Ponte Gaibanella /01/ /04/ /07/ /10/2005 pag. 35

36 Programma d azione per le zone vulnerabili ai nitrati da fonte agricola (PAN) ATTO DEL DIRIGENTE DETERMINAZIONE N DEL 04/03/2008 CIRCOLARE ESPLICATIVA Tempistica di adeguamento; Contenuti e modalità per la comunicazione. pag. 36

37 Alcune misure di semplificazione La nuova Circolare per le modifiche non sostanziali delle allevamenti in AIA Prot del 27 febbraio 2009 : Le Linee di intervento per la gestione integrata degli effluenti di allevamento costituiscono elementi integrativi ed attuati dei PUA di cui all art. 30 della deliberazione A.L. n. 96/2007; L attuazione della strategia integrata di gestione degli effluenti di allevamento di cui al precedente punto 2, per quanto attiene all iter dei procedimenti AIA si colloca nell ambito delle Modifiche non sostanziali definite nella Circolare regionale Prot. N. PG del 1 Agosto 2008, in applicazione della LR 21/2004, che comportano l aggiornamento dell AIA. La procedura di Comunicazione via Web alle Province mediante Posta elettronica certificata o Smart Card pag. 37

38 Alcune misure di semplificazione - 2 Titolare dell Azienda AIA, procede secondo il seguente percorso: Presenta all Autorità competente una Relazione tecnica che fotografa la situazione riguardo alla gestione degli effluenti nell anno 2008 accompagnato da un Programma di Adeguamento, comprensivo del piano degli investimenti e dei tempi di realizzazione, per dare piena operatività al PUA ovvero garantire la corretta e completa collocazione degli effluenti prodotti dall allevamento oggetto dell AIA. In alternativa al Programma di adeguamento, il titolare dell Azienda AIA presenta la Relazione tecnica sopracitata e la documentazione attestante l avvenuta adesione all Accordo di Programma per la gestione integrata degli effluenti prodotti dall allevamento inserito nell AIA. I termini per la realizzazione degli interventi necessari alla corretta gestione degli effluenti sono quelli previsti dall Accordo di Programma. La documentazione presentata dal titolare dell Azienda AIA costituisce per la Provincia integrazione della relazione tecnica di cui all art. 30 della deliberazione A.L. n. 96/2007, da utilizzarsi per l aggiornamento dell AIA, secondo quanto previsto al punto 1.2 della più volte richiamata Circolare regionale Prot. N.. PG del 1 Agosto pag. 38

39 Accordi di programma specifici Fra la Provincia e gli allevatori e/o loro associazioni, con la partecipazione della Regione, nei quali sono definiti i programmi operativi degli interventi per la gestione integrata degli effluenti prodotti dall insieme degli allevamenti per i quali i rispettivi titolari aderiscono all Accordo Contenuti dell Accordo : L avvenuta valutazione delle aree di possibile ubicazione degli impianti, in coerenza con gli strumenti di pianificazione territoriale e ambientale; L indicazione delle soluzioni tecnologiche e del numero di impianti necessari per la corretta gestione degli effluenti prodotti dagli allevamenti, per i quali non è stata prevista l utilizzazione agronomica tal quale; L individuazione delle linee economico finanziarie per la realizzazione degli interventi; La tempistica di realizzazione pag. 39

40 Deliberazione della GR n. 2203/2008 Misure di semplificazione per la presentazione della comunicazione sull utilizzazione agronomica degli effluenti di allevamento. Tenuto conto che la Direzione Agricoltura ha predisposto un applicativo per la presentazione via Web della procedura di Comunicazione, e che prima del rilascio della versione definitiva sono stati necessari approfonditi test per garantirne la piena e completa funzionalità, che hanno richiesto tempi adeguati ed il coinvolgimento di tutti i soggetti interessati, si è ritenuto necessario con questo provvedimento, di individuare la data del 28 febbraio 2009 il termine per la trasmissione della Comunicazione alla Provincia. Entro questo termine, in precedenza fissato al 31 dicembre 2008, l allevatore documenta l avvenuto adeguamento tecnico amministrativo alle disposizioni della deliberazione dell Assemblea Legislativa n. 96/2007 in materia di utilizzazione agronomica degli effluenti. AGIVAMO IN UN PERIODO DI DIVIETO Dalla seconda metà del mese di dicembre l applicativo in questione è stato reso disponibile ai soggetti interessati. dati aggiornati al 27 febbraio 2009 mostrano una situazione accettabile: a tale data risultano pervenute alle Province n pratiche di comunicazione alle quali sono da aggiungere quelle presentate in cartaceo che risultano in numero significativo, soprattutto in alcune province pag. 40

41 Tempistica che intercorrere fra la data di presentazione della Comunicazione e l inizio delle attività di utilizzazione agronomica degli effluenti La Comunicazione di utilizzazione agronomica degli effluenti zootecnici si configura come una dichiarazione con atto sostitutivo di notorietà da presentarsi alla/e Provincia/e, competenti per territorio, prima di avviare le attività di utilizzazione agronomica. A far data 1 marzo 2009 le attività di utilizzazione agronomica devono essere eseguite in conformità alle disposizioni statali e regionali in precedenza richiamate. Nel contempo la data del 28 febbraio 2009 non è un termine perentorio: chi non ha urgenza di distribuire effluenti, ha la facoltà di scegliere quando presentare la prima comunicazione e le successive per eventuale integrazioni. Ciò che risulta sanzionabile, infatti, è lo svolgimento delle attività di utilizzazione in assenza di comunicazione alla Provincia. Per quanto attiene i 30 gg. di tempo dalla presentazione della comunicazione all inizio delle operazioni di spandimento, gli stessi sono ritenuti il tempo massimo generalmente a disposizione delle Pubblica Amministrazione per valutare la completezza i contenuti della Comunicazione stessa. Per situazioni particolari legate alla necessità di iniziare le attività di utilizzo prima della scadenza di detto termine, l allevatore può formulare questa esigenza in sede di comunicazione richiedendo la valutazione alla provincia che nel provvedere al riguardo potrà comunicarne l esito in forma espressa. pag. 41

42 Comunicazioni integrative in ragione della disponibilità dei terreni in tempi successivi alla prima Comunicazione Si possono presentare comunicazioni successive alla prima, ogniqualvolta sia necessario aggiornare il contenuto informativo previsto, fermo restando che la comunicazione ha validità di almeno 5 anni, in base all'art.27 comma 2) della citata deliberazione n.96/2007 di A.L.. In questa prima fase di attuazioni delle disposizioni, anche al fine favorire la ricerca delle superfici di terreno necessarie appare coerente introdurre il seguente criterio di flessibilità: consentire all'allevatore, che inizialmente non ha disponibilità di tutta la superficie necessaria ad accogliere gli effluenti prodotti, di effettuare lo spandimento in rapporto alla superficie disponibile ad una certa data e di: avere tempo per dotarsi di altra superficie in concessione, (o per individuare altre soluzioni); di informarne la Provincia con successiva nuova comunicazione che integrerà la prima; di procedere alla distribuzione. Questa modalità operativa dovrebbe favorire la ricerca di soluzioni adeguate per quelle situazioni che oggettivamente posso trovarsi in situazioni critiche per motivi oggettivi (contenitori di stoccaggio pieni, superfici di terreno insufficienti, ecc) pag. 42

43 Conclusioni Flessibilità e pragmaticità nel rispetto delle Direttive Importanza di continuare studi, ricerche e monitoraggi Informare il processo di richiesta di deroga previsto dalla Direttiva Gruppo di lavoro nazionale pag. 43

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