Economia dei Mercati Agro-Alimentari (a.a. 06/07)
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- Michelina Simonetti
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1 SOLUZIONE Economia dei Mercati Agro-Alimentari (a.a. 06/07) Esame (24 luglio 2007) 1. (15 p.) Si consideri il mercato dei pomodori pelati in scatola e si ipotizzi che esso sia caratterizzato dall esistenza di tre soli attori : le imprese agricole produttrici di pomodori, le imprese di trasformazione dei pomodori in pomodori pelati in scatola ed i consumatori. Siano: P F = Q F, la domanda di pomodori pelati in scatola (in kg.) da parte dei consumatori; P A = Q A, l offerta di pomodori (in kg.) da parte dei produttori; λ = 4, il coefficiente tecnico di trasformazione dei pomodori in pomodori pelati in scatola, cioè che siano necessari 4 kg. di pomodori per produrre un kg. di pomodori pelati in scatola; / Q F il costo unitario delle imprese per trasformare pomodori in un kg. di pomodori pelati in scatola (si tratta del costo aggiuntivo rispetto a quello dei pomodori). Si determini l equilibrio di mercato in condizioni di concorrenza perfetta. Si derivino: la quantità di pomodori pelati in scatola acquistata dai consumatori, la quantità di pomodori prodotta dagli agricoltori e venduta da questi alle imprese di trasformazione, il prezzo dei pomodori e quello dei pomodori pelati in scatola. Si ipotizzi ora, invece, che il settore della trasformazione sia caratterizzato dall esistenza di un numero ridotto di imprese, identiche tra loro e che operino con una struttura dei costi identica a quella che si ha in concorrenza perfetta, in grado di esercitare potere di oligopolio, e che esse applichino un mark-up del 10%. Si determini l equilibrio di mercato in questo caso. Si derivino: la quantità di pomodori pelati in scatola acquistata dai consumatori, la quantità di pomodori prodotta dagli agricoltori e venduta da questi alle imprese di trasformazione, il prezzo dei pomodori e quello dei pomodori pelati, ed il profitto unitario (per kg di pomodori pelati in scatola) delle imprese di trasformazione. Condizioni di equilibrio in concorrenza perfetta : P F = 4 P A / Q F, Q A = 4 Q F P F = Q F = 4 [ Q A ] / Q F 1
2 100 4 Q F = 4 [ Q F ] / Q F Q F = Q F / Q F 56 = 36 Q F + 10 / Q F 56 Q F = 36 Q 2 F Q 2 F - 56 Q F + 10 = 0 Q F = [ 56 ± ((-56) 2-4 (36 10)) / 72 = = (56 ± ) / 72 = e (0.197 corrisponde all intersezione di domanda ed offerta derivata in un tratto in cui questa è decrescente) Q F = Q A = 4 Q F = 4 (1.350) = 5.4 P F = Q F = (1.350) = 94.6 P A = Q A = (5.4) = Condizioni di equilibrio in oligopolio : P F = [ 4 P A / Q F ] 1.1, Q A = 4 Q F P F = Q F = [ 4 (10 + 2Q A ) / Q F ] Q F = [ Q F / Q F ] Q F = Q F / Q F ] 51.6 = 39.2 Q F + 11/ Q F Q F = 39.2 Q F Q 2 F Q F + 11 = 0 Q F = [ 51.6 ± ((-51.6) 2-4 ( )) / 78.4 = = (51.6 ± ) / 78.4 = e (0.268 corrisponde all intersezione di domanda ed offerta derivata in un tratto in cui questa è decrescente) Q F = Q A = 4 Q F = 4 (1.049) = P F = Q F = (1.049) = P A = Q A = (4.195) = Profitto unitario = P F - 4 P A / Q F = 2
3 = (18.39) 4 10 / = (15.p) Per ciascuna delle affermazioni che seguono si dica se essa è vera o falsa e, nel caso in cui si ritenga che essa sia falsa (o vera solo in parte) perché (sinteticamente); nel caso in cui un affermazione non sia vera per più di una ragione, bisognerà indicarle tutte!: 1. In un mondo in cui esistono due soli beni può accadere che all aumentare del reddito (tutto il resto rimanendo invariato) aumenti il consumo di uno solo dei beni; l utilità del consumatore aumenterà. 2. L elasticità incrociata per beni sostituti nella produzione di un terzo bene è negativa. E positiva. 3. Gli italiani nel 2005 hanno speso per pane e trasformati di cereali più di quello che hanno speso per prodotti lattiero-caseari e uova; per la frutta meno di quello che hanno speso per acque minerali, succhi ed altre bevande non alcoliche. Hanno speso per la frutta più di quanto hanno speso per acque minerali, succhi ed altre bevande non alcoliche (6,6% contro 5,3%). 4. La disponibilità di alimenti è oggi tale, se equamente distribuita, a soddisfare le esigenze della popolazione mondiale. Questo è vero non solo a livello globale, ma anche nelle diverse macro-regioni (Africa Sub-Sahariana, Asia Orientale, etc.). Il problema, quindi, non è un problema di scarsità dell offerta, ma di capacità di accesso agli alimenti e, quindi, di povertà (il 20% della popolazione mondiale vive oggi con meno di 1 $ al giorno). 5. In un sistema connesso verticalmente la riduzione dei costi unitari del settore della trasformazione o di quello della distribuzione determina benefici tanto per i consumatori finali che per i produttori della materia prima agricola. 6. In condizioni di incertezza sui prezzi, un produttore amante del rischio produrrà di più che in condizioni di certezza con il prezzo pari a quello atteso in condizioni di incertezza. 7. Il consumo medio annuo pro capite di vino n Italia nel 2004 era pari a 38,4 litri, contro una media per l Unione Europea di 23,7 litri. Solo in Francia ed in Spagna i consumi medi pro capite erano più alti che in Italia. 3
4 In Spagna i consumi erano inferiori a quelli in Italia. 8. Il primo gruppo della distribuzione commerciale agroindustriale in termini di fatturato in Europa nel 2000 era Tesco, seguito da Carrefour e da Auchan. 1. Carrefour, 2. Metro, 3. Rewe. 9. La quota di mercato dei prodotti agro-alimentari delle marche commerciali in Italia è cresciuto nel tempo ed ha raggiunto nel 2005 il 22,1%. Ha raggiunto l 11,6%. 10. Il miglioramento della qualità del prodotto determina un aumento del prezzo di vendita e dei profitti dell impresa. Non è detto, dipenderà da cosa succede ai costi di produzione. Le imprese possono anche raggiungere profitti maggiori producendo prodotti di minore qualità (dipenderà dal loro vantaggio competitivo nella produzione di prodotti di maggiore qualità rispetto a quella di prodotti di minore qualità). 11. Da un indagine del 1999 è emerso che per quanto riguarda le garanzie sulla salubrità degli alimenti la fiducia degli italiani è riposta soprattutto nel negoziante di fiducia. 1. Marca preferita, 2. Catena ipermercato/supermercato, 6. negoziante di fiducia. 12. Un prodotto IGP è un prodotto per il quale almeno due tra le tre fasi di (a) produzione della materia prima, (b) trasformazione e (c) preparazione avvengono nell area geografica indicata nel disciplinare, che è quella della denominazione che viene protetta. Almeno una delle tre. 13. In Italia quattro prodotti DOP, da soli, rappresentano il 30% del mercato complessivo dei 155 prodotti italiani che sono tutelati da DOP e IGP. Parmigiano Reggiano, Grana Padano, Prosciutto di Parma e Prosciutto San Daniele rappresentano da soli il 68% del marcato italiano dei prodotti DOP e IGP. 4
5 14. Un prodotto biologico è un prodotto che non contiene residui di sostanze (anticrittogamici, fertilizzanti, antiparassitari, etc.) ottenute con procedimenti di sintesi chimica. Un prodotto dell agricoltura biologica è un prodotto per la cui produzione non sono state utilizzate sostanze (anticrittogamici, fertilizzanti, antiparassitari, etc.) ottenute con procedimenti di sintesi chimica. 15. Le Denominazioni di Origine Protetta (DOP), le Indicazioni Geografiche Protette (IGP) e le Denominazioni di Origine Controllata (DOC) sono disciplinate dal Regolamento comunitario 2081 del Il Regolamento 2081 non è relativo alle DOC 5
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