ANALISI DEI BILANCI BANCARI Verso Basilea III
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- Sabrina Damiani
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1 Università degli Studi di Macerata ANALISI DEI BILANCI BANCARI Verso Basilea III LEZIONE n.19 DEL 17 APRILE
2 AGENDA STRUTTURA DELLE RIFORME DELLA REGOLAMENTAZIONE MIGLIORAMENTO DEL PATRIMONIO DI VIGILANZA ATTRAVERSO L ANALISI DEI RATIOS E L ADOZIONE DI NUOVI STRUMENTI FINANZIARI AGGIORNAMENTO DEI REQUISITI PATRIMONIALI INTRODUZIONE DI UN LEVERAGE RATIO PER MONITORARE IL LIVELLO DI INDEBITAMENTO DELLE BANCHE ADOZIONE DI MISURE ANTI CICLICHE PER LIMITARE LA PROCICLICITA DELLA REGOLAMENTAZIONE FINANZIARIA CONTROLLO DELL INFLUENZA DELLE BANCHE NELLA STABILITA DEL SISTEMA FINANZIARIO INTRODUZIONE DI STANDARD MINIMI DI LIQUIDITA PER GARANTIRE LA STABILITA DELL INTERMEDIARIO LA REVISIONE DELLA DISCIPLINA DELLE LARGE EXPOSURES ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE SULL ACORDO BASILEA III 2
3 Il Comitato di Basilea per la Vigilanza Bancaria ha elaborato alcune rilevanti modifiche alla normativa prudenziale delle banche e degli intermediari finanziari allo scopo di prevenire future crisi finanziarie ed economiche. - Luglio 2009: prime proposte di revisione su trading book e rischio di controparte - Dicembre 2009: emanazione della complessiva proposta di riforma - Agosto 2010: consultazione sugli strumenti di capitale in caso di non-viability delle banche - Settembre 2010: definizione degli importi e della timetable per l'entrata in vigore - Novembre 2010: approvazione definitiva da parte del G20 a Seul
4 Le riforme della regolamentazione bancaria verranno prodotte su due livelli strettamente collegati tra loro: - livello microprudenziale, teso a garantire la stabilità delle banche in particolare durante le situazioni di crisi e la capacità di ripresa delle singole banche; - il livello macroprudenziale, volto a migliorare la tenuta del sistema finanziario nel suo complesso in situazioni di crisi, agendo sui meccanismi di trasmissione delle crisi (interconnessione, operatori aventi rilevanza sistemica, ecc.).
5 1. Miglioramento della qualità, consistenza e trasparenza del patrimonio di vigilanza 2. Inasprimento dei requisiti patrimoniali, in particolare per le operazioni di finanza strutturata 3. Introduzione di un Leverage Ratio 4. Misure anti-cicliche (aumento delle riserve di capitale durante le fasi congiunturali positive) 5. Le Interconnessioni e gli operatori sistematicamente rilevanti 6. Introduzione di standard minimi di liquidità
6 1 - Miglioramento della qualità,, consistenza e trasparenza del patrimonio di vigilanza Consentire alle istituzioni bancarie a livello internazionale di assorbire meglio le perdite sia in situazioni normali che in situazioni di crisi. La crisi ha evidenziato come le poste più stabili del patrimonio di vigilanza (Tier 1) hanno effettivamente fronteggiato l'incremento della complessiva rischiosità. Il PV sarà costituito da: 1) Core Tier 1: essenzialmente azioni ordinari e utili non distribuiti 2) Altro Tier 1: altre tipologie di azioni, strumenti ibridi di Tier 1 3) Tier 2: prestiti subordinati privi di clausole di tipo cali
7 Sono previsti tre ratios patrimoniali: 1) Common Equity ratio: rapporto tra il Common equity (o Core Tier 1) e Attività a rischio; in Italia oggi vi è un rapporto implicito del 3,2% 2) Tier 1 ratio: rapporto tra T1 complessivo e Attività a rischio. Oggi tale rapporto deve essere almeno pari al 4%, ma le Autorità di Vigilanza spingono verso un ratio del 6 o anche dell'8%. 3) Total Capital ratio: rapporto tra PV a Attività a rischio. Oggi tale rapporto deve essere almeno pari all'8%, ma la normativa prevede limiti più alti in casi specifici (ad es. emissione di CB) 7
8 Core Tier 1 La forma predominante del Tier 1 dovrà essere costituita da azioni ordinarie e utili non distribuiti (retained earnings). -massima subordinazione Perché solo le azioni ordinarie? -capacità di assorbimento delle perdite on going concern - massima elasticità nella remunerazione Altro Tier 1 Il resto del patrimonio di base Tier 1 potrà essere costituito da altre tipologie di azioni (anche le "risparmio"?) e dagli strumenti ibridi con determinate caratteristiche: - subordinazione; - dividendi totalmente discrezionali - privi di scadenza (permanency) - - privi di qualsiasi incentivo al rimborso -- pieno assorbimento delle perdite (equity e non liabilities in caso di fallimento) 8
9 : STRUTTURA ED OBIETTIVI Contingent Capital Gli strumenti di contingent capital consentono di assorbire le perdite delle banche in condizioni di particolare negatività, prima della liquidazione della banca stessa. In linea generale, questi strumenti prevedono la conversione in azioni al verificarsi di situazioni di stress molto forti e sono valutati positivamente dalle Autorità di Vigilanza perché consentono di limitare l'intervento pubblico di salvataggio. Deferred Tax Assets (attività per imposte anticipate) Viene prevista: - Per i DTA connessi con la futura profittabilità della banca, la deduzione dal CT1. - Per i DTA non connessi con la futura profittabilità della banca, il trattamento prudenziale delle esposizioni verso Stati Sovrani. Problema molto rilevante per le banche italiane che hanno un ammontare molto rilevante per effetti dei vincoli alla deducibilità fiscale delle perdite su crediti. 9
10 2 - Inasprimento dei requisiti patrimoniali, in particolare per le operazioni di finanza strutturata Uno degli insegnamenti chiave della crisi è stato che il rischio insito in alcune tipologie di esposizioni è stato fortemente sottostimato. Introduzione di requisiti più severi basati su un VAR in grado di incorporare condizioni di stress (stressed value-at-risk) a fronte delle esposizioni del portafoglio di negoziazione (trading book), delle ricartolarizzazioni (resecuritizations) e delle linee di liquidità concesse con riferimento alle operazioni di cartolarizzazione.
11 Viene ora previsto che le banche debbano determinare i requisiti patrimoniali a fronte del rischio di controparte usando fattori critici (stressed inputs). L'obiettivo è quello di cogliere per tempo i segnali provenienti da una eccessiva riduzione dei requisiti di capitale durante periodi di elevata volatilità del mercato (prospettiva anti-ciclica). Requisito per il CVA risk Le banche devono calcolare un requisito patrimoniale specifico per il rischio di controparte inerente alle perdite potenziali derivanti dalla valutazione al mark-to-market dei crediti (Credit Value Adjustment risk). 11
12 La regolamentazione di "Basilea 2", infatti, tiene conto solo del rischio di inadempimento (default) della controparte, ma non prevede una rettifica dei requisiti patrimoniali per tenere conto del deterioramento delle esposizioni derivante da un peggioramento delle condizioni di mercato (ad es. un innalzamento dello spread sui CDS). Le perdite prodotte dal fenomeno del deterioramento del merito di credito della controparte si sono rivelate di importo ben più rilevante di quelle derivanti dai veri e propri default della controparte Il requisito è costruito come ammontare di capitale minimo per fronteggiare il rischio di mercato di un titolo che rappresenta una proxy dell'esposizione al rischio di controparte Il requisito proposto mira a fronteggiare le perdite derivanti dal deterioramento del valore di mercato di una controparte in situazioni di elevata volatilità
13 Operatività in derivati In materia di derivati, vengono incentivate le banche, mediante una determinata struttura dei requisiti patrimoniali, a effettuare le operazioni in derivati in mercati regolamentati con controparti centrali. Di contro, si disincentiva lo scambio di posizioni in derivati sul mercato over-the-counter (OTC). - applicazione di un fattore moltiplicativo di 1,25 alla formula che calcola la correlazione in caso di esposizioni verso società finanziarie non vigilate e verso società finanziarie regolate con attivo superiore a $ 25 mld. - estensione del "periodo con rischio di margine" da 10 a 20giorni per il calcolo dell'incremento atteso delle esposizioni per i derivati OTC e per le securities financing transaction (STF) ampie (ad es. > 5000 transazioni), illiquide o di difficile sostituzione. 13
14 Esposizioni verso Controparti centrali Per affrontare il rischio sistemico proprio dell'interconnessione delle banche e di altre istituzioni finanziarie nel mercato dei derivati, sono anche stabilite misure rigorose per il riconoscimento delle controparti centrali. Le esposizioni delle banche relative al valore di mercato del collateral verso queste controparti centrali potranno essere ponderate a zero. - Questi criteri, uniti ai maggiori requisiti patrimoniali per le esposizioni bilaterali per i derivati OTC, sono finalizzati a creare un forte incentivo per le banche al fine di trasferire le esposizioni dal mercato OTC ai mercati regolamentati con controparti centrali 14
15 Gestione del Wrong-way risk Il Wrong-way risk generico è il rischio che emerge quando la PD della controparte sia positivamente correlata con il rischio di mercato generale Per fronteggiare tale rischio, il requisito a fronte del rischio di controparte va calcolato sulla base di parametri (volatilità, correlazione) calibrati su un periodo storico più conservativo che inglobino periodi di stress. Sono state inoltre previste ulteriori misure finalizzate a: - ridurre il ricorso alle ECAI per la valutazione delle esposizioni verso le cartolarizzazioni, in particolare per le banche IRB; - Agevolare le tecniche di mitigazione del rischio di credito, mediante un più ampio riconoscimento di protection provider ammessi 15
16 3. Introduzione di un Leverage Ratio Tra gli elementi che hanno indotto (o quantomeno amplificato) la crisi finanziaria, vi è stato l'aumento eccessivo dell'indebitamento di bilancio e fuori bilancio nel settore bancario. Per contenere l'indebitamento complessivo, è stato introdotto un rapporto non ponderato, basato sulla relazione tra capitale e attività nominali, che si aggiunge ai requisiti patrimoniali che valutano l'adeguatezza del capitale rispetto alle attività valutate per tenere conto dei rischi.
17 Le finalità del Leverage Ratio sono: ridurre la crescita dell'indebitamento nel settore bancario in maniera graduale, senza creare eccessivi problemi connessi con drastici processi di riduzione dell'indebitamento che potrebbero danneggiare il sistema economico e finanziario; Supplire a eventuali carenze o imperfezioni nei modelli interni per la valutazione del rischio, soprattutto di quelli sviluppati per prodotti finanziari particolarmente complessi ridurre il rischio di un'eccessiva crescita della leva finanziaria, nel caso in cui l'aumento del requisito patrimoniale risulta meno che proporzionale (ponderazione inferiore al 100%);
18 Il Leverage Ratio è definito come il rapporto tra: - Capitale - Volume delle attività e delle esposizioni on e off balance; Il valore minimo di leverage ratio è stato fissato al 3%, corrispondente a un livello massimo di leva del 33,3% E' stato previsto comunque un periodo ( ) di monitoraggio di tale rapporto. Il LR diverrà un requisito di Primo Pilastro nel 2018 Situazione delle banche italiane relativamente all'introduzione del Leverage Ratio. Le banche più impegnate nella intermediazione di tipo tradizionale presentano una leva contenuta nel confronto internazionale: a giugno 2009 il livello di leva medio (rapporto tra attività nominali e Tier 1) delle banche italiane era pari a 24, mentre per le principali banche europee era pari a
19 4. Misure anti-cicliche Sono state previste una serie di misure per limitare la prociclicità della regolamentazione finanziaria che ha amplificato la trasmissione della crisi dal settore finanziario al settore reale. Il principio base delle misure anti-cicliche è che alle banche deve essere richiesto di costituire risorse patrimoniali nelle fasi favorevoli, quando il rischio si accumula nei bilanci, e di utilizzarle quando le condizioni peggiorano e il rischio si materializza.
20 Il pacchetto si compone di 4 misure: 1) Buffer specifico definito in base alle caratteristiche di ogni singolo intermediario; 2) Capital Conservation Buffer 3) Buffer macroprudenziale con funzione anti-ciclica; 4) Politiche di accantonamento delle banche a fronte delle perdite attese sui crediti Buffer specifico contenere le fluttuazioni del requisito minimo per le banche che adottano i modelli interni per il rischio di credito. Trasformazione dei rating interni da PD point-in-time a PD through-the cycle L'applicazione del fattore di scala garantisce che, all'aumentare delle PD, l'incremento del requisito minimo sia assorbito dai buffer accumulati evitando effetti di credit crunch. Si tratta di una misura che limita la ciclicità, ma che non ha funzioni strictu sensu anti-cicliche in quanto non è in grado di stimolare la ripresa. 20
21 Capital Conservation Buffer assicurare che tutte le banche si dotino, durante le fasi espansive, di un cuscinetto di capitale al di sopra del minimo regolamentare - evitare che le politiche di distribuzione degli utili determinino la contrazione della base patrimoniale Modalità: - fissazione di limiti di capitale (CT1, T1, PV) oltre i minimi regolamentari da perseguire nelle fasi espansive; - fissazione di limiti alla distribuzione dei dividendi, al riacquisto di azioni proprie e alla attribuzione di bonus al personale, collegati con la distanza tra capitale effettivo e capitale "target" 21
22 Buffer macroprudenziale Funzione anti-ciclica - Misura che introduce una prospettiva macroprudenziale nella regolamentazione di vigilanza Il buffer verrebbe attivato solo in situazioni di surriscaldamento dell'economia (ad es. quando il rapporto tra credito e PIL è al di sopra del suo trend di lungo periodo) - Parziale discrezionalità delle Autorità nazionali nel fissare il Buffer - Totale discrezionalità delle Autorità nazionali nel consentire alle banche di utilizzare il buffer nelle fasi di recessione 22
23 Politiche di accantonamento Si dovrebbe passare, a livello contabile, a politiche di accantonamento basate sulle perdite attese Questa misura necessita della collaborazione dello IASB al fine di superare l'attuale approccio che prevede che gli accantonamenti vengano effettuati sulla base delle perdite realizzate (incurred losses), in maniera quindi molto pro ciclica. 23
24 Requisiti minimi di capitale buffers Common Equity Ratio Tier 1 Capital Ratio Total Capital Ratio Minimo 4,5 6,0 8,0 Conservation Buffer 2,5 2,5 2,5 Minimo più Conservation Buffer 7,0 8,5 10,5 Range del Buffer Anticiclico 0 2,5 24
25 5.Le Interconnessioni e gli operatori sistematicamente rilevanti Se la ciclicità può amplificare gli effetti della crisi, l'interconnessione di numerose banche ed istituzioni finanziarie può amplificare la velocità di trasmissione degli effetti negativi a tutto il sistema finanziario ed economico. Controllo dell'influenza delle banche nella stabilità del sistema finanziario e dell'economia reale e per la revisione dell'indirizzo politico, nell'ottica di una riduzione delle probabilità e dell'impatto del fallimento di operatori sistematicamente rilevanti.
26 Gli operatori sistematicamente rilevanti Tradizionalmente le istituzioni sistemiche sono state fatte coincidere con le banche too-big-to-fail Come ridurre il rischio insito negli intermediari sistemici? - impedirne la formazione, attraverso vincoli strutturali - prevedere strumenti prudenziali ad hoc, quali requisiti patrimoniali addizionali - facilitare il ricorso a strumenti di debito che si convertono in azioni in situazioni critiche, prima dell'eventuale intervento pubblico (contingent capital) Dopo la crisi, la definizione di istituzioni sistemiche deve prendere in esame un insieme di variabili oltre alla dimensione, quali il grado di interconnessione, la composizione dell'attivo e del passivo, lo sfruttamento della leva, il grado di trasformazione delle scadenze. 26
27 6. Introduzione di standard minimi di liquidità In materia di liquidità non vi sono oggi standard internazionali armonizzati. La crisi avviata dal fallimento di Lehman ha mostrato che la crisi di liquidità è la più pericolosa perché mina la base stessa della fiducia nel sistema bancario e finanziario. Per questo sono stati introdotti alcuni standard minimi di liquidità i quali, analogamente a quanto previsto per i requisiti patrimoniali, dovranno prevedere un livello minimo applicato coerentemente a livello internazionale.
28 standard minimi di liquidità - obiettivi - Evitare che squilibri nella gestione della liquidità possano metter a repentaglio la stabilità del singolo intermediario - Ridurre la possibilità di contagio della crisi ad altri operatori Sono stati previsti standard minimi di riserva da osservare obbligatoriamente 28
29 Regola sulla liquidità minima di breve periodo Le banche si devono dotare di surplus di attività liquide in grado di coprire - anche in condizioni di stress molto severe - deflussi di cassa attesi lungo un orizzonte di 30 giorni, senza necessità di ricorrere al mercato Questa misura (Liquidity Coverage Ratio) sarà sottoposta a un periodo di osservazione dal 2011 e introdotta come standard minimo dal Regola strutturale di liquidità Le banche devono mantenere una struttura di scadenze che consenta in ogni momento di evitare squilibri tra flussi di cassa in entrata e flussi di cassa in uscita, potenzialmente in grado di determinare la necessità di ricorrere urgentemente al mercato. Questa misura (Net Stable Funding Ratio) sarà sottoposta a un periodo di osservazione dal 2012 e introdotta come standard minimo dal
30 RISCHIO DI CONCENTRAZIONE La revisione della disciplina delle large exposures già operata dalla direttiva CRD II in ottica BASILEA III, rappresenta la più significativa rivisitazione di tale disciplina fin dalla sua introduzione. Principali modifiche: Revisione limiti prudenziali Revisione trattamento esposizioni interbancarie: Esposizioni intra-gruppo Allineamento alla Crm del rischio di credito Revisione dei criteri di calcolo e ponderazione Definizione più oggettiva criteri di connessione giuridica ed economica Schemi di investimento (Cartolarizzazioni e Oicr) Regime transitorio
31 RISCHIO DI CONCENTRAZIONE Viene esteso il perimetro delle esposizioni oggetto di rilevazione ricomprendendo: - Le 20 più rilevanti - Le 10 più rilevanti verso controparti non bancarie, non finanziarie e non assicurative (se non incluse tra quelle di cui al punto i); - Tutti i grandi rischi (perimetro attuale); Nuovo schema segnaletico per la comunicazione delle componenti affidate dei gruppi di clienti connessi oggetto di rilevazione Evidenziare all'interno delle esposizioni che costituiscono grande rischio l'eventuale quota assunta tramite filiali e/o filiazioni estere.
32 ACCORDO BASILEA III ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE Obiettivo delle riforme: ha dichiarato l ex presidente della Bce Jean-Claude Trichet «dare maggiore stabilità agli istituti», diminuirne l'esposizione ai rischi e mettere una toppa alle criticità emerse negli ultimi 2 anni che hanno messo in ginocchio l'intero sistema finanziario TEMPI L'entrata in vigore sarà graduale, al fine di non compromettere il necessario sostegno finanziario dell'attività economica. Il primo gennaio 2013 giungeranno le prime misure, che verranno arricchite nel biennio successivo, fino ad arrivare alla piena attuazione delle riforme solamente ad inizio del
33 ACCORDO BASILEA III ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE RIFORME La più significativa riguarda il patrimonio minimo che una banca sarà obbligata a detenere. Si passa per il «common equity» (capitale e riserve) dal 2 al 4,5%, con un coefficiente di solidità patrimoniale, chiamato Tier 1, che sale dal 4 al 6% (quello complessivo non cambia e resta all'8%). Verrà poi richiesto di garantire un ulteriore 2,5% di capitale a cuscinetto in caso di emergenza, che si somma ai valori precedenti per portare il totale della copertura al 7% e al 10,5% degli assets di una banca. DEDUZIONI Le deduzioni dal capitale diventano più rigorose, ma saranno introdotte più avanti negli anni. Ad esempio i Tremonti Bonds potranno rimanere integralmente nel capitale per un lungo periodo, fino al E questo tipo di strumenti sarà completamente escluso solamente dal
34 Entrata in vigore graduale dei nuovi parametri Common Equity (CE) 3,5 % 4,0 % 4,5 % 4,5 % 4,5 % 4,5 % 4,5 % Conservation buffer (CB) 0,625 % 1,25 % 1,875 % 2,5 % CE + CB 3,5 % 4,0 % 4,5 % 5,125 % 5,75 % 6,375 % 7,0 % Deduzione del CE 20 % 40 % 60 % 80 % 100% 100 % Tier 1 4,5 % 5,5 % 6,0 % 6,0 % 6,0 % 6,0 % 6,0 % Total Capital 8,0 % 8,0 % 8,0 % 8,0 % 8,0 % 8,0 % 8,0 % TC + CB 8,0 % 8,0 % 8,0 % 8,625 % 9,25 % 9,875 % 10,5 % 34
35 ACCORDO BASILEA III ALCUNE RIFLESSIONI CONCLUSIVE Basilea 3 rappresenta in ogni caso un inasprimento della normativa di vigilanza, come reazione alla crisi finanziaria La normativa sul PV potrebbe determinare un intasamento nel ricorso al mercato dei capitali Vi è il pericolo concreto di una riduzione delle attività per rispettare i nuovi e più stringenti limiti patrimoniali (rischio di credit-crunch) 35
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