CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA NORMA PENALE E DEL REATO

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4 Paolo de Felice Professore di Diritto Penale Università degli Studi di Bari Aldo Moro CONTRIBUTO ALLO STUDIO DELLA NORMA PENALE E DEL REATO CACUCCI EDITORE BARI

5 PROPRIETÀ LETTERARIA RISERVATA 2017 Cacucci Editore - Bari Via Nicolai, Bari - Tel. 080/ info@cacucci.it Ai sensi della legge sul diritto d autore e del codice civile è vietata la riproduzione di questo libro o di parte di esso con qualsiasi mezzo, elettronico, meccanico, per mezzo di fotocopie, microfilm, registrazioni o altro.

6 INDICE Premessa pag. 19 PARTE PRIMA PRINCIPI GENERALI DEL DIRITTO PENALE IL PROBLEMA DELLE FONTI DEL DIRITTO PENALE 1. Le fonti normative del diritto penale. La morale come fonte sostanziale.» Le connessioni tra morale e diritto penale.» Inaccettabilità della morale come fonte sostanziale del diritto penale.» Il diritto naturale come fonte sostanziale del diritto penale.» 26 IL CARATTERE DEL DIRITTO PENALE 1. La peculiarità del diritto penale contraddetta dalla teoria del suo carattere esclusivamente sanzionatorio.» Le osservazioni mosse alla concezione del carattere esclusivamente sanzionatorio.» Il preteso carattere autonomo del diritto penale nella teoria del Rocco: sua inaccoglibilità.» La concezione del carattere ulteriormente sanzionatorio del diritto penale: suoi discutibili meriti.» Il carattere residuale del diritto penale per la tutela dei beni giuridici.» 35 PRINCIPIO DI NECESSARIA OFFENSIVITÀ E CONCEZIONE REALISTICA DEL REATO 1. Il principio di necessaria offensività.» Il fondamento normativo del principio di necessaria offensività.» Infondatezza delle critiche al principio di necessaria offensività. I reati plurioffensivi.» La teoria della costituzionalizzazione dei beni giuridici.» La concezione realistica del reato.» Necessità di una verifica della effettività dell offesa.» 44 5

7 LE FONTI FORMALI DEL DIRITTO PENALE. I PRINCIPI COSTITUZIONALMENTE GARANTITI: L ART. 25, II COMMA, COST. 1. La Costituzione, il codice penale e le leggi complementari. pag Rapporti tra Costituzione e codice penale.» Leggi internazionali e norme comunitarie.» Le c.d. fonti giurisprudenziali, le leggi regionali e le leggi penali militari.» Il principio di legalità nell art. 25 Cost.» Il principio di riserva di legge richiamato nell art.1 c.p. e i suoi rapporti con la norma costituzionale.» Riserva di legge e norme penali in bianco.» 53 L EFFICACIA DELLA LEGGE PENALE NEL TEMPO 1. Il principio d irretroattività della legge penale incriminatrice.» L ultrattività della legge abrogativa di reato.» L irrilevanza nel diritto penale della desuetudine.» Le leggi penali modificative: la legge più favorevole al reo.» La rilevanza del tempus commissi delicti.» Successione di leggi eccezionali e temporanee. La successione di leggi finanziarie.» I decreti legge non convertiti o convertiti con emendamenti. Le leggi dichiarate incostituzionali.» 63 IL PRINCIPIO DI OBBLIGATORIETÀ DELLA LEGGE PENALE 1. I destinatari della legge penale nell art.3 c.p.» I soggetti nei reati propri.» I soggetti c.d. immuni nel diritto penale.» Gli immuni nel diritto internazionale.» Esame di alcune teorie sulla ratio delle immunità penali.» Gli immuni come soggetti legibus soluti : osservazioni critiche.» La tesi dell esenzione dal processo penale.» La ratio delle immunità nell incapacità giuridica penale. Le nostre osservazioni.» L immunità penale come causa di esenzione da pena. Opportune precisazioni.» 74 6 L EFFICACIA DELLA LEGGE PENALE NELLO SPAZIO 1. I principi di applicazione della legge penale nello spazio.» La territorialità della legge penale come riferimento applicativo generale.» Contenuti e limiti del principio di universalità.» Il delitto politico.» 78

8 5. Il principio di personalità della legge penale. pag Contenuti e limiti del principio territoriale di difesa.» La normativa sull estradizione.» Riconoscimento delle sentenze penali straniere: la sovranità dello Stato.» Il locus commissi delicti.» 85 I PRINCIPI DI DIRITTO PENALE NELL ART. 27 DELLA COSTITUZIONE 1. La personalità della responsabilità nell art. 27 Cost. Il problema della responsabilità penale per le persone giuridiche.» Il principio della responsabilità penale per il comportamento volontario colpevole.» Importanza del giudicato della sentenza penale ed i pericoli di un anticipazione degli effetti della condanna.» Il principio del trattamento non contrario al senso di umanità e la c.d. u- manizzazione delle pene.» La funzione della pena alla luce del principio costituzionale di rieducazione del condannato.» Salvaguardia della funzione retributiva della pena.» Funzione preventiva generale e speciale della pena.» La funzione rieducativa della pena.» Significato da poter dare al termine rieducazione e la tendenza di tale finalità.» Efficacia delle pene accessorie e delle pene pecuniarie in sostituzione della pena detentiva breve.» L effetto della c.d. pena shock in relazione allo studio della personalità del reo.» La pena adeguata alla personalità del condannato.» 101 L INTERPRETAZIONE DELLE LEGGI PENALI. IL PROBLEMA DELL ANALOGIA 1. Forme e limiti d interpretazione della legge penale.» Dubbi sull accettabilità dell interpretazione evolutiva.» L interpretazione analogica: sua esclusione per le norme incriminatrici.» Possibilità dell analogia per le norme c.d. scriminanti. La teoria che fa riferimento all art. 14 delle preleggi: osservazioni critiche.» La posizione del Rocco: obiezioni alla sua teoria.» L applicazione analogica delle c.d. scriminanti nella teoria del Grispigni e del Contento: i nostri rilievi.» La posizione del Moro: la liceità del fatto e la sua irrilevanza penale.» 111 7

9 LE SANZIONI PENALI PER I DELITTI E PER LE CONTRAVVENZIONI. PENE ACCESSORIE E MISURE DI SICUREZZA 1. La pena della reclusione per i delitti. pag L ergastolo e la sua costituzionalità.» La riforma del sistema sanzionatorio penale nei lavori della Commissione Grosso e della Commissione Nordio.» Le altre pene per i delitti e per le contravvenzioni.» Criteri distintivi tra contravvenzioni penali ed amministrative.» Principi generali di sostituzione della pena detentiva nell applicazione o nell esecuzione.» Principi applicativi delle pene accessorie.» Le misure di sicurezza come sanzioni penali. Le misure di prevenzione.» 120 PARTE SECONDA LA STRUTTURA DEL REATO IL CONCETTO DI REATO 1. Il reato in senso formale ed in senso sostanziale. La concezione nella dottrina tedesca.» Ininfluenza della concezione tedesca in Italia per la riserva di legge prevista nel Codice Rocco e nella Costituzione.» Il reato ricollegabile all illecito previsto nella fattispecie normativa.» La qualificazione del reato in funzione della struttura tipica della fattispecie.» 131 GLI ELEMENTI COSTITUTIVI DEL REATO 1. La struttura del reato secondo la concezione unitaria e la concezione analitica.» L antigiuridicità come elemento strutturale del reato nel sistema tripartito.» Inaccoglibilità della categoria giuridica dell antigiuridicità come elemento del reato.» La teoria bipartita del reato e le concezioni della colpevolezza.» La struttura del reato nella concezione unitaria.» 141 LA FATTISPECIE OGGETTIVA L AZIONE, L OMISSIONE E L EVENTO 1. Gli elementi essenziali del fatto: la loro identificazione nell azione o nell omissione nelle norme del codice penale.» Significato naturalistico e normativo del concetto di azione penalmente rilevante in dottrina.» 146 8

10 3. Il concetto di omissione e di azione nel diritto penale: correlazione con quello di evento. pag L evento nel diritto penale: la concezione naturalistica e quella normativa.» Duplicazione della rilevanza dell offesa del bene giuridico nella concezione normativa dell evento: il nostro pensiero.» Gli elementi normativi e quelli significativi della condotta tipica.» 152 IL RAPPORTO DI CAUSALITÀ 1. Necessità di individuare un criterio di ricollegabilità dell evento all azione od omissione del soggetto: il principio della equivalenza delle condizioni.» La teoria della causalità adeguata.» Il criterio della causalità umana e della causalità scientifica.» la teoria della c.d. causalità normativa.» Il significato del rapporto di causalità dalla lettura combinata delle norme dell art. 40 con quella dell art. 41 c.p.» Crisi dei criteri interpretativi del rapporto di causalità in relazione alla norma dell art. 41, cpv, c.p.» L art. 41, cpv, c.p. per vincere il principio causa causae est causa causati.» Il criterio di causalità dell art. 40 c.p. riferibile ai reati commissivi ed omissivi.» Esclusione del rapporto di causalità per gli accadimenti imprevedibili e inevitabili. Il significato dell art. 41, cpv, c.p. in relazione al principio causa causae est causa causati.» L art. 40 cpv c.p.: la punibilità dei reati omissivi dell agente per la funzione di garanzia esercitata.» 168 L ELEMENTO PSICOLOGICO DEL REATO LA COSCIENZA E VOLONTÀ DEL FATTO 1. Il connotato psicologico tipico della condotta essenziale per l esistenza del reato.» Il significato del requisito subiettivo della condotta nell art. 42, primo comma, c.p.» Correlazione della suitas alle condotte c.d. commissive od omissive costitutive di reato ed il riferimento alle contravvenzioni nell ultimo comma dell art. 42 c.p..» La coscienza e volontà nelle forme psicologiche di imputazione generale per i delitti: il dolo, la preterintenzione e la colpa. La c.d. responsabilità oggettiva. L elemento soggettivo nelle contravvenzioni.» 175 IL DOLO E LE SUE FORME 1. Il dolo nella specificazione dell art. 43 c.p. ed il suo accertamento: le teorie della rappresentazione e della volizione. Le forme del dolo.» 179 9

11 2. Distinzione tra dolo diretto e dolo eventuale. pag Il dolo d impeto e il dolo di proposito: la premeditazione.» La premeditazione come massima espressione dell intensità del dolo.» Dolo generico e dolo specifico: la finalità aggiuntiva che lo caratterizza.» Distinzione tra dolo di danno e dolo di pericolo: i delitti di attentato ed il tentativo.» 185 LA COLPA 1. La coscienza e volontà del soggetto nel delitto colposo o contro l intenzione.» Le teorie sulla colpa come attività intellettiva difettosa o violatrice di regole cautelari esigibili.» Riferibilità causale della violazione delle regole cautelari alla finalità lecita del soggetto: l imprevedibilità ed inevitabilità dell evento determinatosi.» Colpa generica e colpa specifica per il tipo di regola cautelare violata.» La colpa cosciente e incosciente.» 195 LA PRETERINTENZIONE 1. La preterintenzione come forma eccezionale dell elemento psicologico rispetto al dolo ed alla colpa.» Principali concezioni sulla natura giuridica della preterintenzione.» La preterintenzione come forma autonoma ed eccezionale dell elemento psicologico distinta dal dolo e dalla colpa.» LA DIVERSA FORMA ATIPICA DI ELEMENTO PSICOLOGICO 1. La c.d. responsabilità oggettiva nella norma del terzo comma dell art. 42 c.p.» Contraddizione di una responsabilità oggettiva con l art. 27 Cost. e con le altre forme dell elemento psicologico dell art. 42 c.p.» Le pretese ipotesi di responsabilità oggettiva negli artt. 57 e 58 c.p. e le relative modifiche legislative. La norma dell art. 59, secondo comma c.p. ed il significato della L. n. 19/90.» Le norme degli artt. 116 e 117 c.p. non riconducibili alla responsabilità oggettiva.» Il problema delle c.d. condizioni obiettive di punibilità e le situazioni ricollegabili. Inaccettabilità delle soluzioni.» I reati aggravati dall evento come forme di responsabilità oggettiva: osservazioni.» Il problema della responsabilità nella norma dell art. 82 c.p.» La responsabilità oggettiva come assunzione di un rischio totalmente illecito: rilievi.» La diversa forma atipica di elemento psicologico prevista nel terzo comma dell art. 42 c.p.» I rapporti tra colpevolezza e fatto tipico.» 215

12 L ELEMENTO SOGGETTIVO NELLE CONTRAVVENZIONI 1. La responsabilità per le contravvenzioni: dolo o colpa nell art. 42, ultimo comma, c.p.. La loro importanza nel diritto penale. pag La semplificazione del giudizio di colpevolezza nelle contravvenzioni nel rispetto dell art.27 Cost.» 218 PARTE TERZA LE CAUSE DI ESCLUSIONE DEL REATO LE CAUSE DI NON PUNIBILITÀ NEL CODICE PENALE 1. Le cause di esclusione del reato e della colpevolezza e la possibilità di ricondurle alla categoria delle cause di non punibilità.» Punibilità come obbligo dello Stato ovvero come potestà punitiva.» La punibilità per la rilevanza penale del fatto illecito costitutivo di reato. La non punibilità per mancanza delle sue condizioni oggettive o soggettive di sussistenza.» 224 LE CAUSE TIPIZZATE DI ESCLUSIONE DELL ILLICEITÀ PENALE 1. Le c.d. scriminanti del reato e le esimenti dalla responsabilità e dalla pena nella Dottrina.» Le norme comuni escludenti l illiceità del fatto e le speciali considerate per singoli reati. Le previsioni degli artt. 50 e 51 c.p..» L art. 52 c.p. e la legittima difesa putativa: differenze con l art. 54 c.p. sullo stato di necessità. L art. 53 c.p.: casi e condizioni di applicazione dell uso legittimo delle armi.» L eccesso colposo nell art. 55 c.p.: la sua inapplicabilità alle cause speciali di esclusione dell illiceità del fatto. La supposizione erronea della causa di esclusione dell illiceità nell art. 59 c.p.» 231 LA NON PUNIBILITÀ PER LE C.D. SCRIMINANTI TACITE 1. Le c.d. scriminanti tacite in dottrina per mancanza di offensività della condotta tipica o per adeguatezza sociale del comportamento.» La riconducibilità delle c.d. scriminanti tacite a quelle tipizzate o ad altre cause di liceità extrapenale. Il problema del ricorso all analogia o all interpretazione estensiva.» L interpretazione estensiva integrativa della legge come criterio vago ed imprecisato contrastante con la certezza del diritto.» Il ricorso all analogia come attività creativa e l adeguamento della norma con la ratio legis. Il principio di tipicità nell art. 25 Cost. e art. 1 c.p. come divieto di analogia, ribadito dall art. 14 disp. prel.»

13 5. I limiti all interpretazione estensiva per le scriminanti tacite : difficoltà di restringere alle norme incriminatrici il divieto dell art. 14 preleggi. Le scriminanti come norme eccezionali o come eccezione alle eccezioni o ricollegabili ai principi generali del diritto. pag Analogia per le scriminanti inespresse con il fondamento razionale di quelle espresse. Il ricorso all analogia juris per le scriminanti tacite come creazione normativa non consentita in base all art. 14 preleggi.» 241 IL FATTO ILLECITO ASSUNTO COME REATO ED I LIMITI ALLA SUA PUNIBILITÀ 1. La legge penale funzionale alla condotta tipica del reato. L irrilevanza penale per la ontologica liceità del comportamento ovvero per la sua giuridica liceità. La liceità del comportamento nell unitarietà del sistema giuridico.» Il reato come fatto giuridico illecito. La qualificazione giuridica penale funzionale in relazione a tutti gli elementi della fattispecie.» La liceità dell atto limitativa della esistenza del reato e la possibile illiceità in altri rami del diritto. Il significato delle norme che ne escludono la punibilità.» L accertamento degli elementi dell irrilevanza penale o della inesistenza del fatto come reato o della sua punibilità: gli elementi negativi ed il senso della norma dell art. 119 c.p..» Le azioni giuridicamente adeguate per esigenze di tutela di libertà e di valori sociali: il rischio per la certezza del diritto. La teoria del Palazzo di ricondurle a forme di esercizio del diritto o di adempimento del dovere e la liceità dell atto per altre ipotesi normative.» Il pensiero del Pagliaro della inoffensività del comportamento per rischio consentito : considerazioni di liceità per norme extrapenali nei limiti del diritto subiettivo ad agire.» 249 INCIDENZA DELLA COLPEVOLEZZA SULLA TIPICITÀ DEL FATTO 1. Colpevolezza e libera formazione del volere: il diverso ambito di applicazione dell art. 85 c.p.. Rilevanza dell elemento psicologico per la tipicità del fatto.» La mancanza di colpevolezza per inconoscibilità della norma penale: inesistenza di volontà del fatto illecito. La necessaria distinzione tra ignoranza ed errore e la rilevanza per l esclusione della colpevolezza.» Accertamento degli elementi della fattispecie penale ed ignoranza della sua illiceità. La necessità di leggi chiare per ridurre i margini di incertezza interpretativa.» LE CAUSE DI ESCLUSIONE DELLA COLPEVOLEZZA PREVISTE NEL CODICE PENALE 1. Teoria dell inesigibilità del comportamento lecito e mancanza di responsabilità del comportamento necessitato. La mancanza di colpevolezza per l imprevedibile ed inevitabile evento o per errore.» 257

14 2. Il caso fortuito nell art. 45 c.p. come esclusione della colpevolezza del soggetto agente. pag La forza maggiore ed attribuibilità dell evento ad una causalità naturale.» Il costringimento fisico nell art.46 c.p. e la riconducibilità causale del fatto a chi ha esercitato la violenza fisica a commetterlo.» L errore nell art. 47 c.p. come causa di esclusione della colpevolezza per falsa conoscenza della realtà: distinzione dell errore dalla ignoranza della norma penale. L errore inescusabile e la responsabilità per il dubbio.» L errore su legge extrapenale nell art. 47, terzo comma, c.p. e la sua distinzione dall errore di diritto: sua rilevanza come errore sul fatto di reato o sugli elementi normativi di esso. L errore determinato dall altrui inganno nell art. 48 c.p..» Colpevolezza ed errore sui mezzi di esecuzione del reato: aberratio ictus e dolo eventuale nell art. 82 c.p.. L evento diverso dal voluto nell art. 83 c.p. Il problema della colpevolezza nell aberratio causae.» 264 PARTE QUARTA LE FORME DI REALIZZAZIONE DEL REATO Il DELITTO TENTATO ED IL REATO IMPOSSIBILE 1. L art. 56 c.p. e la idoneità degli atti: la causalità adeguata e la parzialità del loro riferimento alla condotta rilevante. Necessità della inequivocità degli atti.» Il tentativo quale reato autonomo di pericolo di carattere indeterminato.» Gli elementi della condotta del tentativo: a) idoneità degli atti, b) inequivocità degli stessi, c) azione che non si compie o evento che non si verifica. Applicabilità delle circostanze al tentativo. La pena nel delitto tentato.» La desistenza volontaria ed il pentimento operoso. Non punibilità per la desistenza volontaria e premialità della diminuzione di pena per il pentimento operoso.» Non punibilità del reato erroneamente supposto. Il reato impossibile e le sue forme di verificazione: a) l inidoneità dell azione riferibile alla inoffensività del comportamento tenuto; b) l inesistenza assoluta dell oggetto materiale della condotta.» 275 IL CONCORSO DI PERSONE NEL REATO 1. La fattispecie plurisoggettiva eventuale nell art. 110 c.p.: indifferenza degli apporti causali per la responsabilità dei concorrenti. Il concorso necessario.» Inaccoglibilità della concezione restrittiva o estensiva di autore e dell accessorietà della condotta del partecipe. Unicità e tipicità della fattispecie per ciascun concorrente per il Dell Andro.» L istigatore e determinatore al reato nell art. 111 c.p.: il concorrente morale. L istigazione non accolta nell art.115 c.p. e le misure di sicurezza. Le circostanze aggravanti ed attenuanti negli artt. 112 e 114 c.p. e comunicabilità agli altri concorrenti per gli artt. 118 e 119 c.p..»

15 4. La cooperazione colposa nell art. 113 c.p.: condotte colpose indipendenti o coincidenti nella realizzazione della fattispecie concorsuale e la pena secondo gli artt. 113 cpv c.p. e 114 c.p.. pag La responsabilità del concorrente per il reato diverso dal voluto nell art. 116 c.p. La sua considerazione secondo una parte della Dottrina.» Osservazioni sui fondamenti interpretativi dell art. 116 c.p.. Il versari in re illicita a base della responsabilità per la prevedibilità del reato diverso.» La norma dell art. 117 c.p. ed il mutamento del titolo del reato per il concorrente estraneo al reato proprio. La discrezionalità della diminuzione della pena per la tipicità della condotta tenuta dal correo.» La disciplina sul concorso di persone eventuale applicabile per i delitti e per le contravvenzioni salvo per la cooperazione colposa. Il concorso necessario possibile solo per i delitti. Il problema dell agente provocatore: la mancanza di punibilità per il Dell Andro per la liceità del fine perseguito.» 289 CONCORSO DI NORME E CONCORSO DI REATI 1. Le forme del concorso di norme e di reati: il concorso formale ed il concorso materiale. Il concorso apparente e l art.15 c.p.: il criterio di specialità e di sussidiarietà. Dubbi sulla validità degli altri criteri.» Il concorso di reati: il cumulo materiale dei reati e quello giuridico. La connessione teleologica, il reato complesso, il reato permanente e il reato abituale.» Il reato continuato nell art. 81 cpv c.p.. L unicità del reato ed il suo trattamento sanzionatorio.» 296 PARTE QUINTA IL RAPPORTO GIURIDICO PUNITIVO LE CIRCOSTANZE DEL REATO A) NATURA E FUNZIONI 1. Le circostanze del reato come elementi accidentali del rapporto giuridico punitivo incidenti sulla maggiore o minore gravità del reato e sulla entità della pena.» Gli elementi circostanziali che qualificano la fattispecie tipica autonoma con diverso rapporto sanzionatorio. I diversi elementi denominati circostanze che escludono il reato.» La diversa funzione delle circostanze tipiche e quelle discrezionalmente valutate dal giudice sulla gravità del reato ed incidenti sulla quantità della pena. Gli elementi specializzanti della fattispecie normativa.»

16 B) CLASSIFICAZIONE DELLE CIRCOSTANZE 1. Le circostanze aggravanti ed attenuanti: pag. 304 a) Le circostanze aggravanti comuni;» 304 b) Le circostanze attenuanti comuni.» Le circostanze attenuanti generiche.» 309 C) IMPUTAZIONE DELLE CIRCOSTANZE 1. Imputazione oggettiva e soggettiva delle circostanze nell art. 59 c.p. del Codice Rocco e la modifica per le oggettive nella L.19/1990. Rilevanza dell errore sulle aggravanti o attenuanti. Le circostanze escludenti la pena.» Le circostanze nell art. 60 c.p.: errore sulla persona offesa e responsabilità per le aggravanti se conosciute o conoscibili. L errore sull età del minore e sua necessaria correlazione con il novellato art. 59 c.p..» Il bilanciamento delle circostanze aggravanti ed attenuanti nell art. 69 c.p. ed il potere discrezionale del giudice nel giudizio di prevalenza o equivalenza anche per le speciali.» 314 LA CAPACITÀ D INTENDERE E DI VOLERE 1. La capacità d intendere e di volere presupposto della responsabilità per l applicazione della pena e sua distinzione dalla colpevolezza.» Capacità giuridica e capacità di agire: l attribuibilità del reato in base alla prima ed il giudizio di responsabilità per l altra. Capacità d intendere e di volere e sanzione penale.» Capacità d intendere e di volere e pericolosità. La condizioni di sussistenza al momento della commissione del fatto.» L art. 86 c.p. e le actiones liberae in causa. La responsabilità di chi ha procurato lo stato d incapacità e la premeditazione per precostituirsi una scusa.» 320 LE CAUSE CHE ESCLUDONO O INCIDONO SULLA CAPACITÀ D INTENDERE E DI VOLERE 1. Il reato commesso dal minore: esclusione della pena per il minore degli anni quattordici. La capacità d intendere e di volere dell infradiciottenne e sua incidenza sulla esclusione o diminuzione della pena.» Inapplicabilità della pena per incapacità d intendere e di volere per infermità mentale e diminuzione di pena per vizio parziale di mente: compatibilità con la premeditazione. Gli stati emotivi e passionali.» L ubriachezza e l assunzione degli stupefacenti: l ubriachezza accidentale totale e parziale. La disciplina dell ubriachezza volontaria, preordinata e abituale; la diversa considerazione dell ubriachezza cronica.» Il sordomutismo come stato d incapacità d intendere e di volere nell art. 96 c.p.»

17 PERICOLOSITA SOCIALE E CAPACITÀ A DELINQUERE 1. Le misure di sicurezza in relazione al giudizio di pericolosità ed alla capacità a delinquere del colpevole secondo gli artt. 202 e 203 c.p. in base agli indici dell art. 133 c.p.. pag La diversa valutazione dei criteri dell art. 133 c.p. per l applicazione della pena e per il giudizio di pericolosità del reo: gli elementi relativi alla gravità del reato ed alla capacità a delinquere ai fini dell entità della pena.» Gli indici dell art. 133 c.p. per un giudizio discrezionale di pericolosità sociale del colpevole per l applicabilità di misure di sicurezza penali.» Brevi cenni sulle misure di sicurezza personali detentive, su quelle non detentive e sulle misure di sicurezza patrimoniali.» La costituzionalità delle misure di prevenzione: garanzia del procedimento penale e dell assistenza del difensore per la loro adozione.» 337 LE FIGURE CRIMINOLOGICHE PREVISTE NEL CODICE PENALE 1. Le figure criminologiche previste dal codice penale in funzione della pericolosità del reo e la necessità dell accertamento dopo la sentenza della Corte Costituzionale n. 139/1982.» Le previsioni normative di abitualità al reato secondo le norme degli artt. 102 e 103 c.p. per i delitti e dell art. 104 per le contravvenzioni.» La dichiarazione di delinquente professionale nell art.105 c.p. anche per chi non sia stato già dichiarato delinquente abituale; il delinquente professionale ed i reati della stessa indole.» Le condizioni per la dichiarazione di tendenza a delinquere nell art. 108 c.p. per delitti di sangue con l inclinazione al delitto. La rara condanna per tali figure criminologiche: il diffuso senso di sfiducia nella giustizia.» La recidiva e le modifiche della L. n. 251/2005. Il suo significato per la colpevolezza d inclinazione al reato.» Le diverse forme di recidiva nel codice e nella legge speciale previste per i delitti non colposi ed il problema del bilanciamento delle forme più gravi di recidiva con le circostanze del reato.» 345 LE CONSEGUENZE SANZIONATORIE PENALI 1. Il sistema dualistico del codice con pene e misure di sicurezza ed i suoi limiti.» Le pene detentive e le misure sostitutive inflitte anche come principali. Le pene pecuniarie. Le singole pene per i delitti e le contravvenzioni: cenni.» Le misure alternative o sostitutive della detenzione: loro funzioni.» Le pene sostitutive delle pene detentive brevi per esigenze specialpreventive e rieducative del condannato: breve disamina.»

18 5. Le pene accessorie conseguenti alle pene principali e le difficoltà di una distinzione dagli effetti penali della condanna. pag Afflittività delle pene accessorie e loro funzione preventiva generale e speciale: il sospetto d incostituzionalità per automatismo e fissità di applicazione.» 355 LE CAUSE ESTINTIVE DEL REATO E DELLA PENA 1. Diversi effetti delle cause estintive del reato e della pena.» Opportunità di trattazione congiunta di alcune cause estintive: effetti sulla prescrizione del reato.» Brevi cenni sull amnistia, l indulto e la grazia, la remissione della querela e l oblazione.» Segue: la sospensione condizionale della pena, il perdono giudiziale, l irrilevanza del fatto, la sospensione del processo con messa alla prova.» Altre figure particolari: la liberazione condizionale durante l esecuzione della pena; aspetti estintivi della riabilitazione sulle pene accessorie e sugli effetti penali della condanna; la non menzione della condanna nel Casellario Giudiziale.»

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20 PREMESSA Con questo lavoro ho voluto offrire un quadro dell interpretazione della norma penale e del fatto di reato come proposti dalla Scuola Barese di Aldo Moro e di Renato Dell Andro, di cui sono stato l ultimo discepolo. Ho cercato perciò di rendere organica questa trattazione, riconsiderando meglio quanto avevo già precedentemente pubblicato con le mie lezioni nel 2008 e nel 2012 ed ho completato il lavoro trattando anche gli altri argomenti concernenti la fattispecie costitutiva del reato, con gli elementi che ne determinano la sussistenza o che la fanno venir meno, distinguendoli dagli altri che incidono solo sul rapporto punitivo, valendomi anche del contributo di tutti gli Allievi della Scuola e del confronto con altri Maestri, tra i quali il Prof. Fiorella. Ritengo di aver lasciato un contesto interpretativo della norma penale e del reato quanto meno diverso dai contributi sino ad oggi seguiti e che possa valere a migliori approfondimenti nei successivi studi che se ne vogliano fare. E opportuno precisare che, nell ottica propostami, non ho ritenuto di trattare le tematiche in modo tradizionale, ma ricorrere ad una maggiore fluidità dei concetti da esporre, facendo riferimento agli scritti dottrinari ed alla giurisprudenza più essenziali e con poche note bibliografiche, alla fine di ogni capitolo, in relazione alle fonti maggiormente considerate per gli istituti trattati. La Scuola forse finisce con me. Spero, comunque, di aver lasciato, nel cuore e nel pensiero, il ricordo di un insegnamento che si è mosso nello spirito del mio più diretto Maestro Renato Dell Andro che, con la sua grandezza di scienza, di rettitudine, di umiltà e di bontà, ha tramandato il senso del rispetto dei valori umani e del confronto della propria con l esperienza di vita altrui nella speranza di una crescita spirituale, umana e morale della nostra società. Se ho potuto concludere questo lavoro, però, devo ringraziare innanzitutto mia figlia Giovanna e Paola, ma anche i Collaboratori di Studio, Giusi e Valeria, che in un anno difficile si sono sobbarcati tanto lavoro per cercare di lasciarmi più libero. Soprattutto, un affettuoso grazie a mia moglie Carla, che mi è stata vicina per il conforto, sostegno ed incoraggiamento costantemente datimi anche quando sono stato tentato di abbandonare questo proposito e non concludere il mio impegno, approfittando diversamente del maggior tempo a disposizione che da pensionato mi potevo riservare. 19

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