Luca Ongaro IV BLA LA MISSIONE

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Ottaviano Berardino
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LA MISSIONE Apollo 11 fu la missione spaziale che per prima portò gli uomini sulla Luna, gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio 1969.

Un terzo membro della missione, Michael Collins, rimase in orbita lunare, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti a casa.

Lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center, il 16 luglio, Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del programma Apollo della NASA.

2 LA MISSIONE Apollo 11 fu la missione spaziale che per prima portò gli uomini sulla Luna, gli statunitensi Neil Armstrong e Buzz Aldrin, il 20 luglio Armstrong fu il primo a mettere piede sul suolo lunare, il 21 luglio. Un terzo membro della missione, Michael Collins, rimase in orbita lunare, pilotando il modulo di Comando che riportò gli astronauti a casa. La missione terminò il 24 luglio, con l'ammaraggio nell'oceano Pacifico. Lanciata da un razzo Saturn V dal Kennedy Space Center, il 16 luglio, Apollo 11 fu la quinta missione con equipaggio del programma Apollo della NASA. La navicella spaziale Apollo era costituita da Logo della missione spaziale tre parti: un Modulo di Comando che ospitava i tre astronauti ed era l'unica parte che rientrava a Terra, un modulo di servizio, che forniva il modulo di comando di propulsione, energia elettrica, ossigeno e acqua, e un Modulo Lunare per l'atterraggio sulla Luna. IL RAZZO Saturn V Il Saturn V era senza dubbio una delle macchine più imponenti mai create dall uomo: alto 110,6 m e largo 10, con una massa totale superiore a 3000 tonnellate aveva una capacità di lanciare in orbita bassa 118 tonnellate. I motori utilizzati erano i nuovi potenti motori F-1 e J-2. Quando questi motori venivano testati, le vibrazioni del terreno potevano essere sentite fino ad 80 miglia di distanza. Tranne che per uno dei suoi voli, il razzo Saturn V fu sempre composto in tre stadi (S-IC, S-II e S-IVB) e una zona dedicata alla strumentazione di controllo. Tutti e tre gli stadi utilizzavano l'ossigeno liquido come ossidante. Come propellente, inoltre, il primo stadio utilizzava Cherosene, mentre il secondo e il terzo idrogeno liquido. I tre stadi furono anche dotati di piccoli motori a combustibile solido, utilizzati per dare una spinta aggiuntiva della durata di pochi secondi al razzo per favorire la separazione degli stadi durante il lancio e garantire che i propellenti liquidi fossero sempre in fondo ai serbatoi in modo da avere un corretto funzionamento delle pompe. Pagina 1

IL PRIMO STADIO - (S-IC) Lo stadio era alto 42 metri per 10 m di diametro e forniva una spinta di 3 500 t per le prime 61 miglia di salita.

Il motore centrale era fisso, mentre i quattro più esterni erano in grado di ruotare, grazie a dei martinetti idraulici, allo scopo di guidare il razzo.

3 IL PRIMO STADIO - (S-IC) Lo stadio era alto 42 metri per 10 m di diametro e forniva una spinta di t per le prime 61 miglia di salita. I cinque motori F-1, di cui era dotato, possedevano una dislocazione a croce. Il motore centrale era fisso, mentre i quattro più esterni erano in grado di ruotare, grazie a dei martinetti idraulici, allo scopo di guidare il razzo. APOLLO SPACECRAFT INSTRUMENT UNIT IL SECONDO STADIO - (S-II) TERZO STADIO Il secondo stadio era utilizzato per accelerare il Saturn V attraverso gli strati superiori dell'atmosfera, grazie a 5 MN di spinta. A carico completo, il 97% del peso era dato dal propellente. SECONDO STADIO IL TERZO STADIO - (S-IVB) Questo stadio veniva utilizzato due volte nel corso di una missione lunare, la prima volta in orbita dopo aver finito l'utilizzo del secondo stadio e poi veniva acceso una seconda volta per inserire il complesso in una traiettoria di inserzione lunare. Due sistemi di propulsione ausiliaria a combustibili liquidi venivano utilizzati per il controllo di assetto durante il passaggio dall'orbita parcheggio alla traiettoria di inserzione lunare. I due sistemi ausiliari erano anche utilizzati per garantire un corretto posizionamento dei propellenti prima della seconda accensione. PRIMO STADIO SATURN V Pagina 2

LUNAR LASER RANGING L'esperimento Lunar Laser Ranging è un esperimento che prevede la misurazione continuata della distanza fra la Terra e la Luna mediante il laser.

4 LUNAR LASER RANGING L'esperimento Lunar Laser Ranging è un esperimento che prevede la misurazione continuata della distanza fra la Terra e la Luna mediante il laser. Il 21 luglio 1969 l'equipaggio dell'apollo 11 installò uno specchio catarifrangente, tramite il quale fu possibile ottenere una eccezionale accuratezza delle misurazioni. La distanza dalla Terra alla Luna è calcolata approssimativamente utilizzando l'equazione: Velocità della luce Tempo impiegato dal riflesso del laser a raggiungere la Terra 2 Nell'arco di più di 35 anni la distanza Terra-Luna è stata misurata con sempre maggiore accuratezza. La distanza cambia di continuo per una varietà di motivi, ma la media è di circa chilometri. Il raggio laser emesso dalla terra giunge sulla superficie della Luna con un diametro di circa 6,5 chilometri. La luce riflessa è troppo debole per essere vista ad occhio nudo, dato che, anche nelle condizioni migliori, ogni fotoni emessi solo uno viene ricevuto sulla Terra. Le misure fornite dall'esperimento sono le più precise mai effettuate dall'uomo: la precisione ottenuta equivarrebbe al misurare la distanza tra New York e Los Angeles in centesimi di pollice. RETRORIFLETTORE INSTALLATO SULLA LUNA RISULTATI La Luna si sta allontanando dalla Terra lungo una spirale al ritmo di 38 mm per anno; E probabile che la Luna abbia un cuore liquido con un raggio pari al 20% del raggio lunare; La forza di gravità universale è molto stabile: gli esperimenti hanno stimato che dal 1969 la costante gravitazionale di Newton G è variata al massimo di una parte su Pagina 3

5 Questo progetto è stato per me molto importante e formativo, in quanto ho analizzato un aspetto fondamentale e affascinante della storia moderna; è stato difficile portare avanti questo progetto, in quanto ho cercato di portare in primo piano gli aspetti scientifici del tema. Il tempo impiegato è stato molto e ci sono state molte difficoltà, ma ne è valsa la pena in quanto durante tutta la ricerca di informazioni sono rimasto concentrato ed affascinato nel scoprire nuovi aspetti di questo avvenimento di cui tutti sono a conoscenza ma pochi sono a conoscenza del duro lavoro svolto dagli ingegneri, fisici e tutti i coloro che hanno lavorato per portare l uomo sul suolo lunare. Per me è stato complicato scegliere quale materiale analizzare e reperirlo online, ma penso di aver realizzato qualcosa di interessante in quanto ho analizzato aspetti particolari della spedizione. SITOGRAFIA Pagina 4

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