IL RESIDUO FISCALE DEL VENETO: UN'ANALISI MACROECONOMICA

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "IL RESIDUO FISCALE DEL VENETO: UN'ANALISI MACROECONOMICA"

Transcript

1 MISURE PER LA QUALITÀ E LA SICUREZZA DEI PRODOTTI IN COMMERCIO E PER LA PROMOZIONE DEL MADE IN ITALY E DELLE PRODUZIONI REGIONALI (DGRV 3304 DEL 21 DICEMBRE 2010), IL RESIDUO FISCALE DEL VENETO: UN'ANALISI MACROECONOMICA Quirino Biscaro settembre 2012

2 1.1 Premessa Nei Quaderni di Ricerca n. 8 e n. 11 di Unioncamere Veneto è stato introdotto e analizzato il concetto di residuo fiscale, definito come differenza fra quanto la PA preleva da un determinato territorio e quanto spende nel medesimo. In entrambi i quaderni si è posta l'attenzione sul possibile impatto che detto residuo potrebbe avere qualora fosse speso nel territorio di riferimento. Si era però ipotizzato che il residuo fosse gestito dalla PA stessa. Ora si propone un scenario diverso: si pone l'accento sulle opportunità concesse agli operatori privati riversando sul territorio il residuo fiscale tale e quale, producendo così l'effetto di un maggior reddito disponibile. A priori l'ipotesi di riferimento prevede che il decisore pubblico investa il residuo fiscale riducendo di un pari importo il prelievo fiscale locale. Occorre però essere chiari sul termine "riducendo": il residuo fiscale non può trasformarsi in mancato prelievo (locale), ma deve giocoforza essere prima incassato e poi restituito. Dal punto di vista tecnico, infatti, non si può neutralizzare il residuo riducendo la tassazione a priori semplicemente perché il residuo non è costante e non è nemmeno preventivabile. Più precisamente: 1. il residuo dipende sia dalla spesa che dall'entrata; 2. la spesa potrebbe (in teoria) essere stabilizzata, ma l'esperienza passata dimostra che è quasi impossibile; 3. ammesso comunque che lo sia, non è assolutamente stabilizzabile l'entrata, visto che questa dipende non solo dall'aliquota ma anche dall'imponibile, che non è preventivabile; 4. infine, una riduzione dell'aliquota va dichiarata con largo anticipo, sicuramente prima della dichiarazione dei redditi cui il residuo si riferisce. Questa visione del residuo fiscale può essere ricondotta ai concetti di danno emergente (residuo fiscale) e lucro cessante (impatto della mancata spesa privata). Se si accoglie la presente impostazione (il residuo fiscale appartiene ai contribuenti), diventa rilevante stimare quanto segue: 1. le performance aziendali rese possibili dal maggior cash-flow che si renderebbe disponibile, quantificabile con la quota di residuo fiscale a vantaggio delle attività produttive; 2. gli schemi di spesa (e risparmio) dei residenti derivanti dal maggior reddito disponibile corrispondente alla quota di residuo fiscale a loro vantaggio 1. In questa sede si pone l'attenzione sui soli benefici per i residenti veneti, e sui conseguenti impatti sul PIL regionale; è infatti evidente che profili di consumo (risparmio) diversi da quelli attualmente vigenti avrebbero conseguenze di più ampio respiro sulla domanda finale locale, e quindi sul PIL locale. Questi effetti vengono stimati mediante l'applicazione al PIL veneto delle logiche macroeconomiche di matrice keynesiana. L'analisi qui condotta si articola come segue: 1. quantificazione del residuo fiscale con la massima ampiezza temporale, che in base ai dati disponibili si estende dal 1996 al 2010; 2. definizione del modello di analisi; 3. stima quantitativa dell'impatto nell'ipotesi di rilascio del residuo fiscale agli operatori privati; 1 In teoria le quote di pertinenza del residuo fiscale potrebbero essere determinate in base ad una gamma di criteri diversi tra loro. In questa sede, per semplicità, si adotta il criterio della proporzionalità di quanto versato rispetto al totale dell'imposizione diretta. 1

3 4. presumibili conseguenze sulla composizione dei consumi locali. 1.2 Il residuo fiscale sul periodo Sulla base della banca dati Conti Pubblici Territoriali resa disponibile dal Dipartimento per le Politiche di Sviluppo (Ministero dello Sviluppo Economico), il prelievo e la spesa della PA nella Regione Veneto, limitatamente agli importi rilevanti per la metodologia di calcolo del residuo 2, tra il 1996 ed 2010 sono così quantificabili: Tabella PA Veneto. Entrate totali consolidate (milioni di euro) Correnti Conto Capitale Totale Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo Tabella PA Veneto. Spesa totale consolidata (milioni di euro) Corrente Conto Capitale Totale Si sono applicate le varianti metodologiche introdotte da Unioncamere Veneto nel Quaderno di Ricerca n. 11/2011. Le entrate della PA veneta sono perciò al netto dei trasferimento dall'ue e da altre istituzioni estere, delle alienazioni di beni patrimoniali e della riscossione di crediti. La spesa pubblica locale è al netto degli interessi passivi, delle partite finanziarie e della concessione di crediti. 2

4 Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo Da questi dati di base discende il residuo fiscale della Regione Veneto tra il 1996 ed 2010: totale generale (milioni di euro) Tabella Residuo fiscale del Veneto di pertinenza del prelievo Irpef quota sul totale (milioni di euro) per residente (euro) per residente > 14 anni (euro) Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e della Regione Veneto Per valutare la pressione individuale esercitata dal residuo fiscale è opportuno prendere a riferimento la quota procapite assegnabile alle persone con 15 anni d'età e oltre, trattandosi di un aggregato che approssima la base cui appartengono i contribuenti Irpef. È altresì evidente come la quota di residuo fiscale attribuibile ai contribuenti Irpef sia progressivamente aumentata, passando dal 31% del 1996 al 34.91% del Si consideri infine la diversa pressione fiscale in presenza ed assenza di residuo fiscale; la stima si limita al residuo di pertinenza dei contribuenti Irpef: Tabella Residuo fiscale veneto: impatto sulla pressione fiscale (%) pressione stimata in assenza di pressione effettiva pressione differenziale residuo (solo Irpef) ,5% 37,3% -4,2% ,4% 38,1% -5,2% ,4% 37,5% -4,9% ,7% 39,4% -5,3% ,1% 37,8% -4,3% ,2% 39,1% -4,1% ,1% 37,3% -3,8% 3

5 ,0% 39,7% -4,2% ,6% 37,3% -3,3% ,2% 36,0% -3,2% ,5% 38,9% -4,5% ,9% 38,4% -4,6% ,5% 37,6% -3,9% ,3% 41,4% -4,9% ,4% 41,2% -5,3% Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo 1.3 La logica di base del modello di analisi Se la PA rilascia ai contribuenti Irpef il residuo fiscale di loro pertinenza, si modifica il loro reddito disponibile e conseguentemente anche il livello di consumo-risparmio. È però altrettanto evidente che l'impatto complessivo non può quantificarsi con una semplice metodologia additiva, pur se proprio questa è la logica mediante la quale la contabilità nazionale definisce la relazione esistente tra il PIL e le principali variabili del sistema economico nazionale e locale. Ciò perché nuovi consumi generano nuova domanda di beni, quindi stimolano (perlomeno) nuovi investimenti la cui realizzazione genera ulteriori redditi, i quali rendono possibili ulteriori consumi (e così via). In sostanza, si sta facendo riferimento al meccanismo moltiplicativo di origine keynesiana. Quindi, sulla base delle tipiche convenzioni adottate nell'analisi macroeconomica: Y = PIL C = Consumi privati G = Spesa Pubblica If = Investimenti fissi privati X = Esportazioni M = Importazioni VS = Variazione delle Scorte 3 il PIL può essere definito dalla seguente relazione: Y = C + If + G + X - M + VS [1] La politica economica però va oltre, osservando che le determinanti del PIL non sono soltanto elementi contabili, ma variabili endogene al sistema economico il cui andamento dipende dalle decisioni degli operatori del sistema stesso 4. 3 Variabile aggiunta dalla contabilità nazionale in cui si prende atto del fatto che il PIL, tra le altre cose, deve corrispondere alla somma del valore dei beni e servizi prodotti, ivi compresi i beni invenduti (cioè non consumati, non reinvestiti e non esportati). La teoria macroeconomica prevalente pone poca attenzione a questa variabile, ma ciò è tutto sommato normale: infatti si studiano essenzialmente le proprietà dei sistemi economici quando gli stessi sono in equilibrio, quindi una situazione in cui si vende ciò che si produce. Al di fuori dell'equilibrio, però, le scorte esistono. 4

6 Serve perciò un modello di analisi che consenta di quantificare non solo gli impatti diretti sul livello dei consumi (e del PIL), misurabile con la frazione di residuo fiscale consumata in prima battuta, ma anche quelli indiretti generati dal successivo processo di causazione circolare cumulativa prima descritto 5. In particolare, per la verifica dell'ipotesi allo studio la descrizione dei processi di consumo è stata affiancata da quella dei processi di investimento e di import-export 6. Ciò perché trattasi di fenomeni che dipendono dal PIL ma al tempo stesso lo costituiscono, e quindi, al pari dei consumi, ne alimentano il processo moltiplicativo. La stima dei parametri del modello 7 è un aspetto decisivo, poiché consente di quantificare il complessivo impatto di quanto ipotizzato: l'effetto sui consumi, e sul PIL, derivante dalla restituzione di imposte dirette per un importo pari al residuo fiscale di pertinenza del prelievo Irpef. È quindi necessario porre particolare attenzione alla struttura analitica del modello stesso. 1.4 La stima del modello Variabili endogene ed esogene Tra le variabili indicate nell'equazione [1], sono state considerate esogene la variazione delle scorte (VS), parte della spesa pubblica (G) e parte delle variabili che descrivono i rapporti con l'estero (X e M). Nel dettaglio: 1. Come già anticipato nella nota 4, la variazione delle scorte è una sorta di "risultato finale" delle fasi di disequilibrio del sistema, ed in quanto tale difficilmente interpretabile con funzioni che, come ad esempio avviene per i consumi, consentono di tracciarne il sentiero temporale. 2. La spesa pubblica è esogena "per definizione" nei modelli di stampo keynesiano, proprio perché tali modelli rappresentano il "cruscotto" che guida l'azione del decisore pubblico. A tal fine questi modelli studiano il comportamento degli operatori privati che operano nel sistema (consumi, investimenti, import-export) e considerano la spesa pubblica come opzione "esterna al mercato" in mano allo Stato quando lo stesso ritiene opportuno intervenire agendo al fuori dei meccanismi di mercato. Inoltre occorre considerare il formato dei dati che l'istat rende disponibile a livello regionale: evidenziano i consumi pubblici ma non gli investimenti pubblici, che sono invece inglobati negli investimenti (per questo motivo definiti come investimenti fissi lordi). Il modello di analisi, perciò, descrive la dinamica degli investimenti fissi lordi dati dalla somma di investimenti privati e di quelli pubblici (Ifl). Conseguentemente, la frazione di spesa pubblica che nella presente analisi viene considerata esogena è rappresentata dai soli consumi pubblici (Gc). 3. Per quanto riguarda l'import-export, anche in questo caso l'esogenità delle variabili è guidata giocoforza dalle caratteristiche del database dell'istat, che a livello regionale rende disponibile solo il saldo export-import, e non le serie delle esportazioni separatamente da quella delle importazioni. Il problema si complica ulteriormente per il fatto che per ogni Regione detto saldo non è solo quello nei confronti dell'estero ma anche 4 Questa è la visione che sta alla base della macroeconomia moderna, introdotta nel 1936 da J.M. Keynes, successivamente sviluppata e aggiornata da un gran numero di economisti. Esiste una vastissima letteratura che consente di approfondire l'interpretazione keynesiana dei fenomeni macroeconomici; è utile consultare la sintesi operata in Blanchard O., Macroeconomia, Il Mulino, I dettagli del modello di analisi sono esposti nel prossimo paragrafo. 6 Cosa peraltro comune in qualsiasi studio macroeconomico. 7 Si rinvia al prossimo paragrafo. 5

7 quello nei confronti delle altre regioni. Stime preliminari del saldo in oggetto si sono rivelate poco efficaci ed efficienti, quindi si è optato per una impostazione che renda il modello di analisi il più possibile simile a quello tipicamente keynesiano. Nel dettaglio, poiché l'istituto Prometeia rende disponibili sul periodo le serie storiche regionali da e per l'estero, si sono costruite due serie parallele: le importazioni dall'estero (Me) e un particolare saldo export-import (XM) dato dalla somma algebrica di tutto l'export (verso le altre regioni ed estero) con l'import regionale 8. Sulla base di quanto ora rilevato, la versione dell'equazione [1] che è stata effettivamente oggetto di stima è la seguente: Y = C + Ifl + Gc + XM - Me + VS [1a] La dinamica dei consumi privati Tra le varie forme funzionali atte a descriverli si è scelta quella statisticamente più idonea all'interno di due scuole di pensiero tra le più note e intuitive: la prima ritiene che i consumi dipendano dal solo reddito corrente disponibile, la seconda considera anche il reddito permanente 9. Le due ipotesi allo studio sono così rappresentabili: 10 : C = c o + c 1 (Y-T) C = c o + c p Y p + c 2 (Y-T) [2a] [2b] dove c 1 e c 2 sono le propensioni al consumo del reddito corrente disponibile, c o indica il consumo di sussistenza (indipendente dal possesso di un reddito 11 ) e T la tassazione complessiva; c p è invece la propensione al consumo del reddito permanente (Y p ), anch'esso considerato al netto della tassazione. L'analisi econometrica sui dati veneti del periodo dimostra che le stime basate sulla prima scuola di pensiero conduce ad analisi e simulazioni più efficaci. La scelta perciò è caduta sull'equazione [2a], necessariamente modificata, però, a causa di alcune problematiche che avrebbero potuto inficiare la stima: la non stazionarietà delle variabili, della capacità previsiva del modello e dell'autocorrelazione dei errori di stima. L'analisi dei dati storici mediante il test Augmented Dickey-Fuller ha rivelato che la variabile dipendente (C ) ed almeno une delle indipendenti (Y-T) non sono stazionarie, e quindi la stima 8 Per la verità il database di Prometeia rende disponibile anche l'export regionale verso l'estero, che però, com'è noto, nella prevalente analisi keynesiana viene considerato esogeno o comunque spiegato integralmente da fattori non influenzabili dagli operatori regionali (la domanda mondiale ed il tasso di cambio). Quindi anche in questa sede si è scelto di considerare esogene le esportazioni regionali verso l'estero. 9 Livello di reddito sul quale può contare con stabilità. 10 Nella seconda formulazione le decisioni di consumo dipendono solo in parte dal reddito corrente, poiché si suppone che il consumatore valuti anche (anzi, soprattutto) il reddito permanente, cioè il livello di reddito sul quale può contare con stabilità. La discussione è aperta su come si misuri questo livello. La teoria prevalente suggerisce che esso sia il valore attuale dei presumibili redditi futuri. In pratica, è difficile ipotizzare che il consumatore medio sia così razionale e, soprattutto, che possieda gli elementi per un simile calcolo. In questa analisi, perciò, si è optato per una quantificazione più conservativa: la media dei redditi finora percepiti (escluso quello corrente). Formulando così il livello di reddito permanente, a priori si attende una elevata propensione al consumo di detto reddito (c p), ed una molto più modesta del solo reddito corrente (c 2). 11 Ciò è possibile grazie al sostegno pubblico e/o al consumo di patrimonio. 6

8 della [2a] potrebbe produrre risultati privi di significato economico; i risultati del test sono i seguenti: Null Hypothesis: C has a unit root Exogenous: Constant Lag Length: 7 (Automatic - based on SIC, maxlag=9) t-statistic Prob.* Augmented Dickey-Fuller test statistic Test critical values: 1% level % level % level *MacKinnon (1996) one-sided p-values. Augmented Dickey-Fuller Test Equation Dependent Variable: D(C) Method: Least Squares Date: 09/02/12 Time: 18:23 Sample (adjusted): Included observations: 33 after adjustments Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. C(-1) D(C(-1)) D(C(-2)) D(C(-3)) D(C(-4)) D(C(-5)) D(C(-6)) D(C(-7)) Constan R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter F-statistic Durbin-Watson stat Prob(F-statistic) Null Hypothesis: C has a unit root Exogenous: None Lag Length: 5 (Automatic - based on SIC, maxlag=9) t-statistic Prob.* Augmented Dickey-Fuller test statistic Test critical values: 1% level % level % level *MacKinnon (1996) one-sided p-values. Augmented Dickey-Fuller Test Equation Dependent Variable: D(C) Method: Least Squares Date: 09/02/12 Time: 18:27 7

9 Sample (adjusted): Included observations: 35 after adjustments Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. C(-1) D(C(-1)) D(C(-2)) D(C(-3)) D(C(-4)) D(C(-5)) R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter Durbin-Watson stat Null Hypothesis: Y-T has a unit root Exogenous: Constant Lag Length: 0 (Automatic - based on SIC, maxlag=9) t-statistic Prob.* Augmented Dickey-Fuller test statistic Test critical values: 1% level % level % level *MacKinnon (1996) one-sided p-values. Augmented Dickey-Fuller Test Equation Dependent Variable: D(Y-T) Method: Least Squares Date: 09/02/12 Time: 18:33 Sample (adjusted): Included observations: 40 after adjustments Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. (Y-T)(-1) Constant R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter F-statistic Durbin-Watson stat Prob(F-statistic) Null Hypothesis: Y has a unit root Exogenous: None Lag Length: 1 (Automatic - based on SIC, maxlag=9) t-statistic Prob.* Augmented Dickey-Fuller test statistic

10 Test critical values: 1% level % level % level *MacKinnon (1996) one-sided p-values. Augmented Dickey-Fuller Test Equation Dependent Variable: D(Y-T) Method: Least Squares Date: 09/02/12 Time: 18:35 Sample (adjusted): Included observations: 39 after adjustments Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. (Y-T)(-1) D[(Y-T)(-1)] R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter Durbin-Watson stat È quindi necessario trasformare l'equazione [2a] nei livelli delle variabili in una equazione nella loro differenza prima: ΔC = Δc o + Δc 1 (Y-T) [2a.1] Inoltre, alcuni tentativi di stima della suddetta versione [2c] hanno suggerito di considerare consumi e reddito disponibile deflazionati [mediante il deflatore del PIL (D 12 )] e di introdurre variabili dummy per il periodo , essendo, com'è noto, caratterizzato da inconsueti fattori di crisi. Infine, per evitare gli inconvenienti generabili dalla eventuale correlazione dei residui si è optato per una stima General Least Squares invece che per la tradizionale Ordinary Least Squares. Perciò, una volta introdotti i termini Auto-Regressive (su un orizzonte temporale estremamente prudenziale pari a 10 lag), e risolvendo rispetto al livello dei consumi nel periodo corrente, si è pervenuti al seguente modello: C/D = C -1 /D -1 + c 1 Δ[(Y-T)/D] + c c c c i AR(i) con i = [2a.2] Il processo di stima dell'equazione [2a.2] ha condotto alla selezione del seguente modello di consumo: C/D = *C-1/D *Δ[(Y-T)/D] * AR(5) +AR(8) [2a.2] Dependent Variable: C/D Method: Least Squares 12 In mancanza di idonei deflatori regionali si è utilizzato quello nazionale. 13 Le 4 dummy sono indicate rispettivamente con gli anni 2007, 2008, 2009 e 2010, ed i rispettivi coefficienti d'impatto sono c 2, c 3, c 4 e c 5. 9

11 Date: 08/27/12 Time: 16:39 Sample (adjusted): Included observations: 32 after adjustments Convergence achieved after 6 iterations Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. C(-1)/D(-1) D[(Y-T)/D] AR(5) AR(8) R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter Durbin-Watson stat Inverted AR Roots i i i i i i -.91 Come appare dal grafico seguente, il modello selezionato ha una apprezzabile capacità di simulare il fenomeno dei consumi privati del Veneto nel periodo : 90,000 80,000 70,000 60,000 50,000 40,000 30,000 20,000 10, EFFETTIVI SIMULATI Va notato che il calcolo della Variance Inflation Factor molto probabilmente esclude la multicollinearità: Dependent Variable: C(-1)/D(-1) Method: Least Squares Date: 08/27/12 Time: 19:16 Sample (adjusted): Included observations: 40 after adjustments 10

12 Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. C D[(Y-T)/D] R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid 7.45E+09 Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter F-statistic Durbin-Watson stat Prob(F-statistic) SCALARE DI RIFERIMENTO = 1/(1 - R squared) = e che il test di Breusch-Pagan-Godfrey esclude l'eteroschedasticità dei residui: Heteroskedasticity Test: Breusch-Pagan-Godfrey F-statistic Prob. F(3,28) Obs*R-squared Prob. Chi-Square(3) Scaled explained SS Prob. Chi-Square(3) Test Equation: Dependent Variable: RESID^2 Method: Least Squares Date: 08/27/12 Time: 16:41 Sample: Included observations: 32 Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. C C(-1)/D(-1) D[(Y-T)/D] R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid 2.48E+13 Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter F-statistic Durbin-Watson stat Prob(F-statistic) CHI-QUADRATO (95%;3) = Non esiste un test "esatto" per la multicollinearità, o che perlomeno sia universalmente condiviso. In questa sede si fa riferimento ad uno dei criteri internazionalmente prevalenti, e precisamente quello suggerito in Studenmund A.H., "Using econometrics", fifth edition, Addison Wesley, pag. 259 : lo scalare di riferimento deve essere inferiore a 5. 11

13 1.4.3 La dinamica degli investimenti fissi lordi La loro formulazione è stata selezionata tra due alternative di base. La prima è la classica formulazione additiva, che li suppone dipendenti dal livello del PIL e dal costo del denaro; questa impostazione è stata ampliata considerando anche l'impatto della variazione delle scorte 15. La seconda è l'altrettanto nota formulazione accelerativa, in base alla quale gli investimenti sono stimolati non dal livello del PIL ma dal suo incremento. Le due alternative messe in campo per descrivere gli investimenti sono le seguenti: I = d o + d 1 Y - d 2 i - d 3 VS I = d o + d 4 ΔY- d 5 i - d 6 VS [3a] [3b] dove d 1, d 2, d 3, d 4, d 5 e d 6 sono parametri d'impatto, mentre d o rappresenta il livello di investimenti comunque realizzato 16. Il costo del denaro è il TUS determinato in termini reali 17. Testando il medesimo periodo indagato per i consumi, lo schema interpretativo più adatto alle simulazioni si è rivelato essere il prim La stima della dinamica degli investimenti ha subito lo stesso percorso dei consumi, in particolare: 1. il test Augmented Dickey-Fuller rivela la presenza di non stazionarietà: il problema viene risolto in modo analogo ai consumi; 2. stime preliminari suggeriscono che l'efficacia e l'efficienza delle stime richiedono l'impiego di serie storiche deflazionate, nonché l'introduzione di dummy per gli anni ; 3. per evitare l'eventuale correlazione dei residui si utilizza la metodologia General Least Squares In ultima analisi, il modello analizzato è il seguente: Ifl/D = Ifl -1 /D -1 + d 1 Y/D - d 2 Y -1 /D -1 - d 3 i + d 4 i -1 - d 5 VS/D + d 6 VS -1 /D -1 + d d d d i AR(i) [3a.1] con i =1...5 La procedura di stima ha condotto alla selezione di questa versione ridotta: Ifl/D = *Y/D *Y -1 /D *i * * AR(1) - AR(3) [3a.1] Dependent Variable: IFL/D Method: Least Squares Date: 08/30/12 Time: 12:15 Sample (adjusted): Included observations: 37 after adjustments Convergence achieved after 9 iterations 15 Scorte crescenti disincentivano nuovi investimenti, poiché implicano livelli di produzione eccedenti l'assorbimento del mercato. 16 Ad esempio, gli investimenti di rinnovo necessari a ricostituire, e non ampliare, la capacità produttiva deteriorataconsumata dalla senescenza, dall'obsolescenza (e anche dall'inadeguatezza). 17 Cioè al netto dell'inflazione. 12

14 Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. Y/D Y(-1)/D(-1) i(-1) AR(1) AR(3) R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter Durbin-Watson stat Inverted AR Roots i i -.50 Come per i consumi, l'attitudine del modello a simulare gli investimenti fissi lordi veneti è rilevante: 36,000 32,000 28,000 24,000 20,000 16,000 12,000 8,000 4, EFFETTIVI SIMULATI La stima inoltre non soffre del problema della multicollinearità: 1. Variance Inflation Factor per Y = Variance Inflation Factor per i = e nemmeno dell'eteroschedasticità: 1. Scaled explained SS = Chi-Quadrato (95%;5) =

15 1.4.4 La dinamica delle importazioni dall'estero La formulazione più diffusa e comunemente applicata, vede le importazioni dipendenti dal PIL locale e dal tasso di cambio reale tra Euro e USD. Me = m 1 Y + m 2 ϵ [4] La stima dell'import dall'estero ha sofferto delle medesime problematiche descritte per i consumi e gli investimenti fissi lordi, e quindi, ricalcando la procedura già prima descritta, ha indotto all'opportuna trasformazione dell'equazione [4]. Le uniche eccezioni sono state l'impiego di serie storiche non deflazionate e l'introduzione di un trend lineare tra le variabili esplicative. In ultima analisi, il modello analizzato è il seguente: Me = Me -1 + m 1 Y - m 2 Y -1 - m 3 ϵ + m 4 ϵ -1 + d d d d d 5 TREND + i AR(i) [4] con i =1...5 La procedura di stima ha selezionato le variabili significative, conducendo alla seguente equazione: Me = *Me *Y *Y *ϵ *ϵ * * * AR(1) - AR(2) - AR(3) - AR(4) - AR(5) [4a] Dependent Variable: M Method: Least Squares Date: 09/02/12 Time: 23:03 Sample (adjusted): Included observations: 35 after adjustments Convergence achieved after 14 iterations Variable Coefficient Std. Error t-statistic Prob. M(-1) Y Y(-1) ϵ ϵ(-1) AR(1) AR(2) AR(3) AR(4) AR(5) R-squared Mean dependent var Adjusted R-squared S.D. dependent var S.E. of regression Akaike info criterion Sum squared resid Schwarz criterion Log likelihood Hannan-Quinn criter Durbin-Watson stat Inverted AR Roots i i i i

16 Come i precedenti, il modello selezionato ha una buona capacità di simulare le importazioni estere venete: 50,000 40,000 30,000 20,000 10, EFFETTIVE SIMULATE Il moltiplicatore del PIL veneto I migliori modelli stimati, sui quali è ricaduta la scelta per le simulazioni degli impatti del residuo fiscale, sono i seguenti: C/D = *C-1/D *Δ[(Y-T)/D] * AR(5) +AR(8) [2a.2] Ifl/D = *Y/D *Y -1 /D *i * * AR(1) - AR(3) [3a.1] Me = *Me *Y *Y *ϵ *ϵ * * * AR(1) - AR(2) - AR(3) - AR(4) - AR(5) [4a] Alcune specifiche tecniche: 1. le variabili sono state selezionate sulla base dei risultati del test T di Student; poiché l'obiettivo finale è la simulazione di scenari, si è utilizzato il valore critico pari a 1 e non quello che le tavole della distribuzione T evidenziano in corrispondenza dei gradi di libertà di ciascuna formulazione e del grado di significatività desiderato; 2. l'autocorrelazione è risultata statisticamente significativa in tutte le formulazioni analizzate, ed è stata eliminata con il metodo dei General Least Squares (che a sua volta è un'applicazione del metodo di Cochrane-Orcutt); 3. l'adjusted R 2 è molto prossimo a 1in tutte le formulazioni, e ciò conferma la complessiva efficacia delle stime. In teoria, viste le formulazioni di base oggetto di stima: 15

17 C = c o + c 1 (Y-T) [2a] I = d o + d 1 Y - d 2 i - d 3 VS [3a] M = m 1 Y + m 2 ϵ [4] lo schema per testare gli effetti moltiplicativi sul PIL locale è il seguente: Y = [5] In pratica, visti gli esiti delle stime, l'effettiva componente autonoma della domanda 18 è diversa da quella teorica, ma il moltiplicatore del PIL rimane invariato: Y = [6] In questa sede l'interesse è focalizzato formalmente sull'ipotesi di riduzione della pressione fiscale, la quale però avviene mediante restituzione del residuo, che infatti, come descritto nel paragrafo 1.1, va comunque riscosso. Quindi non appare una forzatura considerare la restituzione del residuo come spesa pubblica aggiuntiva e non come minor tassazione. In tal caso, l'impatto sul PIL locale è approssimabile dalla seguente quantità: ΔY = Δ [6] 1.5 la simulazione degli impatti del residuo fiscale Utilizzando il modello finale di analisi, si può ricostruire la dinamica che consumi e PIL veneti avrebbero potuto presumibilmente evidenziare in corrispondenza del mancato prelievo di imposte dirette pari al residuo fiscale di pertinenza dei contribuenti Irpef. Per una corretta interpretazione dei risultati ora esposti, si rammenti che la procedura utilizzata ha consentito da un lato di condurre le analisi con valori deflazionati, al fine di ridurre al minimo gli impatti distorsivi che le spinte inflazionistiche possono avere sulle stime, mentre le simulazioni sono state effettuate a prezzi correnti 19. Si consideri innanzitutto la dinamica dei consumi: Tabella Residuo fiscale veneto: impatto sui consumi (milioni di euro, prezzi correnti) Consumi effettivi Consumi addizionali 20 Consumi Potenziali I termini in parentesi quadrata. 19 L'impiego di serie storiche deflazionate ha consentito modelli di analisi più efficaci ed efficienti, caratteristiche chiaramente segnalate sia dagli Adjusted-R squared delle stime che dalle capacità previsive dei modelli stessi. 20 Resi possibili dal rilascio del residuo fiscale di competenza del prelievo Irpef. 16

18 Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo Tra il 1996 ed il 2010 l'esistenza del residuo fiscale ha impedito un ammontare di consumi (a Prezzi correnti) pari a ben miliardi di euro. In ciascuna di queste annate, il consumo addizionale oscillerebbe tra il 3.6% ed il 5.9% dei consumi effettivi (media annua pari al 4.8%). Il peso pro-capite si attesta mediamente sui 732 euro all'anno 21, ma si spinge fino a quasi (2010). Dall'analisi delle preferenze di spesa dei residenti, è anche possibile ipotizzare come il consumo del residuo fiscale si possa articolare tra le varie tipologie di beni e servizi: Tabella Residuo fiscale veneto: impatto sui consumi per tipologia di beni e servizi (milioni di euro, prezzi costanti) Consumi addizionali Abitazione (principale e secondaria) Alimentari e Bevande Trasporti Altri beni e servizi Mobili, Elettromestici, Servizi per casa Combustibili ed Energia Abbigliamento e Calzature Tempo Libero, Cultura e Giochi Sanità Comunicazioni Istruzione Tabacchi Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e dell'istat Tabella Residuo fiscale veneto: impatto sui consumi per tipologia di beni e servizi (milioni di euro, prezzi costanti) Consumi addizionali È stata considerata la popolazione residente media (dai neonati fino agli ultra centenari). 17

19 Abitazione (principale e secondaria) Alimentari e Bevande Trasporti Altri beni e servizi Mobili, Elettromestici, Servizi per casa Combustibili ed Energia Abbigliamento e Calzature Tempo Libero, Cultura e Giochi Sanità Comunicazioni Istruzione Tabacchi Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e dell'istat Si può notare che nel periodo considerato ( ) si sarebbero potuti spendere circa miliardi di euro per l'edilizia e per quanto serve alle abitazioni 22, con l'intuibile vasto impatto sull'indotto del sistema-casa. Si sarebbero potuti spendere anche 4.8 miliardi di euro per i generi alimentari, come pure complessivi 8 miliardi di euro per settori che costituiscono storiche attività del Veneto: 1. il sistema-moda, che avrebbe beneficiato di 1.7 miliardi di euro) 2. l'insieme di trasporti e attività per il tempo libero, in gran parte finalizzati al turismo, per i quali si sarebbero spesi circa 6.3 miliardi di euro. Resta infine da considerare l'impatto complessivo sulla generazione del PIL locale. La stima tenta di quantificare il principio di causazione circolare cumulativa descritto nel paragrafo precedente. In base alla visione keynesiana dell'economia, si presuppone che il rilascio sul territorio del residuo fiscale, pur se limitatamente alla frazione di pertinenza dei prelievo Irpef, attivi un meccanismo virtuoso che, partendo dai consumi, si estenda agli investimenti (ed anche alle attività di importexport), il tutto a beneficio del PIL regionale. La stima utilizza la struttura del moltiplicatore regionale del PIL indicato all'equazione [6]: Tabella Residuo fiscale veneto: impatto sulla generazione del PIL regionale (milioni di euro, prezzi correnti) Residuo Fiscale (quota del prelievo variazione del PIL PIL potenziale PIL effettivo Iperf) Abitazione, mobili, elettrodomestici e servizi per la casa. 18

20 Fonte: Elaborazioni su dati del Dipartimento per le Politiche di Sviluppo e dell'istat 19

RAPPORTO CER Aggiornamenti

RAPPORTO CER Aggiornamenti RAPPORTO CER Aggiornamenti 12 Ottobre 2012 LO SPREAD PROSSIMO VENTURO Quanto potrà scendere lo spread Btp-Bund dopo le misure di austerità fiscale? Per rispondere, forniamo una semplice stima derivata

Dettagli

LA NUOVA TASSAZIONE DEL DECRETO "SALVA ITALIA" E DEI PROVVEDIMENTI E PROPOSTE SUCCESSIVI : STIMA DELL'IMPATTO SUI CONSUMI DEL PERIODO

LA NUOVA TASSAZIONE DEL DECRETO SALVA ITALIA E DEI PROVVEDIMENTI E PROPOSTE SUCCESSIVI : STIMA DELL'IMPATTO SUI CONSUMI DEL PERIODO CENTRO STUDI SINTESI LA NUOVA TASSAZIONE DEL DECRETO "SALVA ITALIA" E DEI PROVVEDIMENTI E PROPOSTE SUCCESSIVI : STIMA DELL'IMPATTO SUI CONSUMI DEL PERIODO 2013-2022 Quirino Biscaro Mestre, 11 febbraio

Dettagli

CENTRO STUDI SINTESI

CENTRO STUDI SINTESI CENTRO STUDI SINTESI GLI INTERVENTI FISCALI DELL'ULTIMO GOVERNO BERLUSCONI (MINISTRO TREMONTI), DEL GOVERNO MONTI E DEL GOVERNO LETTA: STIMA DELL'IMPATTO SUL PIL, SUI CONSUMI E SUGLI INVESTIMENTI DELL'EMILIA-ROMAGNA

Dettagli

Mercato dei beni. La composizione del Pil Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori

Mercato dei beni. La composizione del Pil Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori Mercato dei beni La composizione del Pil Consumo (C): beni e servizi acquistati dai consumatori Investimento (I): talvolta chiamato investimento fisso per distinguerlo dalle scorte di magazzino. E la somma

Dettagli

Mercato dei beni. La composizione del PIL nel Prodotto interno lordo

Mercato dei beni. La composizione del PIL nel Prodotto interno lordo Mercato dei beni La composizione del PIL nel 2011 Prodotto interno lordo 1580807 Spesa delle famiglie Spesa della P.A. e ISP Investimenti fissi lordi Macch., attr. e prod. vari Mezzi di trasp. Costruzioni

Dettagli

Dalla microeconomia alla macroeconomia

Dalla microeconomia alla macroeconomia Dalla microeconomia alla macroeconomia MICROECONOMIA: studio dei comportamenti individuali Economia politica MACROECONOMIA: studio dei comportamenti collettivi Lo studio dei comportamenti collettivi deve

Dettagli

Stima anticipata della dinamica di alcuni aggregati economici in Trentino - Anno 2008

Stima anticipata della dinamica di alcuni aggregati economici in Trentino - Anno 2008 Trento, luglio 2009 a cura di Cristina Mirabella e Rosa Lippolis Stima anticipata della dinamica di alcuni aggregati economici in Trentino - Anno 2008 Il Servizio Statistica presenta la stima della dinamica

Dettagli

Capitolo 10 La domanda aggregata, I. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 10: La domanda aggregata, I 1

Capitolo 10 La domanda aggregata, I. Mankiw, MACROECONOMIA, Zanichelli editore 2004 Capitolo 10: La domanda aggregata, I 1 Capitolo 10 La domanda aggregata, I 1 Il percorso La domanda aggregata, I La curva IS La croce keynesiana Il modello del mercato dei fondi mutuabili La curva LM La teoria della preferenza per la liquidità

Dettagli

Testi adottati: -Bertocco Giancarlo, La crisi e le responsabilità degli economisti, Francesco Brioschi Editore, Milano, 2015 (GB)

Testi adottati: -Bertocco Giancarlo, La crisi e le responsabilità degli economisti, Francesco Brioschi Editore, Milano, 2015 (GB) Università degli Studi dell Insubria Dipartimento di Economia Corso di Laurea Triennale Economia e Management Corso: Macroeconomia Docente: prof. Giancarlo Bertocco Anno accademico: 2014/2015 Testi adottati:

Dettagli

Sintesi Modello del moltiplicatore

Sintesi Modello del moltiplicatore Sintesi Modello del moltiplicatore Spostamenti della DA La Da si sposta, tra l altro, a causa di: maggiore/minore incertezza che determina variazione nei consumi delle famiglie e mutamento delle aspettative

Dettagli

9. I consumi delle famiglie

9. I consumi delle famiglie 9. I consumi delle famiglie Nelle principali province italiane, la percentuale del reddito disponibile destinata ai consumi, e quindi all acquisto di beni e servizi necessari a soddisfare i propri bisogni,

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 8 gennaio 2016 III trimestre 2015 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel terzo trimestre del 2015 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato

Dettagli

Il sistema finanziario cap.10

Il sistema finanziario cap.10 10-5-2017 Il sistema finanziario cap.10 Svolge la funzione di trasferire risorse finanziarie ai soggetti che ne dispongono a quelli che le impiegano Strumenti finanziari principali (par. 10.2.1) Strumenti

Dettagli

Premessa e obiettivo del progetto (1/4)

Premessa e obiettivo del progetto (1/4) Premessa e obiettivo del progetto (1/4) Premessa 1995 2015 Nel corso degli ultimi 20 anni le Valutazioni Aziendali vengono effettuate non più solamente da un punto di vista economico, ma considerando congiuntamente

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 4 aprile 2016 IV trimestre 2015 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel 2015 il reddito disponibile delle famiglie consumatrici in valori correnti è aumentato dello 0,9%. Nell ultimo

Dettagli

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 1 giugno 2017 I trimestre 2017 CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera Nel primo trimestre del 2017 il prodotto interno lordo (PIL), espresso

Dettagli

Valutazione economica dell integrazione della comunità cinese a Prato: una analisi basata sulla SAM Provinciale bi-etnica

Valutazione economica dell integrazione della comunità cinese a Prato: una analisi basata sulla SAM Provinciale bi-etnica Valutazione economica dell integrazione della comunità cinese a Prato: una analisi basata sulla SAM Provinciale bi-etnica Stefano Rosignoli - IRPET XXXVII Conferenza scientifica annuale AISRe Ancona, 22

Dettagli

SCHEMA delle LEZIONI della QUINTA SETTIMANA

SCHEMA delle LEZIONI della QUINTA SETTIMANA Corso di Istituzioni di economia, Corso di Laurea in Ing. Gestionale, II canale (M-Z), A.A. 2010-2011. Prof. R. Sestini SCHEMA delle LEZIONI della QUINTA SETTIMANA Corso di Macroeconomia, Corso di Laurea

Dettagli

PARTE SECONDA: LA MACROECONOMIA MD 06 I DATI MACROECONOMICI

PARTE SECONDA: LA MACROECONOMIA MD 06 I DATI MACROECONOMICI PARTE SECONDA: LA MACROECONOMIA MD 06 I DATI MACROECONOMICI Con questa Unità didattica iniziamo la parte dedicata alla macroeconomia, ossia all analisi del funzionamento del sistema economico nel suo insieme.

Dettagli

Capitolo 10. La domanda aggregata, I. Capitolo 10: La domanda aggregata, I

Capitolo 10. La domanda aggregata, I. Capitolo 10: La domanda aggregata, I Capitolo 10 La domanda aggregata, I 1 Il percorso La domanda aggregata, I La curva IS La croce keynesiana Il modello dei capitali di prestito La curva LM La teoria delle preferenze per la liquidità Il

Dettagli

Consumo Investimento lordo Spesa pubblica Esportazioni Importazioni

Consumo Investimento lordo Spesa pubblica Esportazioni Importazioni Macroeconomia - Illustra, con l aiuto di un semplice grafico, le principali differenze tra modelli macroeconomici a prezzi flessibili, fissi e vischiosi - Descrivi, con l ausilio di un semplice modello

Dettagli

1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio

1. Come si vive e lavora in Umbria: il posizionamento della regione nell ultimo decennio Estratto dal capitolo 1 della Relazione sullo stato di attuazione del programma di governo e sull amministrazione regionale RESOCONTO DI LEGISLATURA (Pubblicata nel S.S. del B.U.R. n. 10 del3 marzo 2010)

Dettagli

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA. CASMEF Luiss Guido Carli Audizione presso la Camera dei Deputati 26 Novembre 2013

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA. CASMEF Luiss Guido Carli Audizione presso la Camera dei Deputati 26 Novembre 2013 UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA Luiss Guido Carli Audizione presso la Camera dei Deputati 26 Novembre 2013 PREMESSA Situazione corrente Le entrate del Governo nel 2013

Dettagli

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 1 dicembre 2016 III trimestre 2016 CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera Nel terzo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (PIL),

Dettagli

ECONOMETRIA B A.A. 2002/2003 (Prof. Luca Stanca) Commercio internazionale e tasso di cambio

ECONOMETRIA B A.A. 2002/2003 (Prof. Luca Stanca) Commercio internazionale e tasso di cambio ECONOMETRIA B A.A. 2002/2003 (Prof. Luca Stanca) Commercio internazionale e tasso di cambio Crivellaro Alessandro matr.583179 De Vera Vicent Gregorio Erasmus Martin Medel Asuncion Erasmus Rorato Silvia

Dettagli

Corso di Economia Politica modulo di Macroeconomia

Corso di Economia Politica modulo di Macroeconomia Corso di Economia Politica modulo di Macroeconomia Scienze sociali per lo sviluppo Professor Fabiano Schivardi Bentornati! Nella seconda parte del corso tratteremo la macroeconomia La macroeconomia e gli

Dettagli

1. I MODELLI PER LA POLITICA ECONOMICA.

1. I MODELLI PER LA POLITICA ECONOMICA. 1. I MODELLI PER LA POLITICA ECONOMICA. Finora abbiamo affrontato lo studio dell'economia Politica, ossia della Macroeconomia e della Microeconomia. L'Economia Politica si propone di cogliere, comprendere

Dettagli

Economia del turismo

Economia del turismo Economia del turismo Anno Accademico 2016/2017 Dott. Ivan Etzo Economia del Turismo - Dott. Ivan Etzo 1 SEZIONE 5 Il turismo internazionale ARGOMENTI 5.1 Gli elementi caratteristici del turismo internazionale

Dettagli

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 10 giugno 2013 I trimestre 2013 CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera Nel primo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL),

Dettagli

I ESERCITAZIONE MACROECONOMIA

I ESERCITAZIONE MACROECONOMIA I ESERCITAZIONE MACROECONOMIA Il debito pubblico Definizione Perché si rapporta il debito pubblico con il PIL? L interpretazione ricardiana del debito pubblico Il debito pubblico italiano Da cosa dipende

Dettagli

Il contributo degli studenti fuori sede all'economia provinciale Enrico Zaninotto

Il contributo degli studenti fuori sede all'economia provinciale Enrico Zaninotto Il contributo degli studenti fuori sede all'economia provinciale Enrico Zaninotto Università degli Studi di Trento I contributi economici dell Università di Trento all economia provinciale Non solo capitale

Dettagli

Calcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi

Calcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi Settore Statistica e S.I.T Servizio Statistica Calcolo dell inflazione per differenti tipologie di famiglie milanesi Introduzione L Indagine sui consumi delle famiglie milanesi realizzata dalla Camera

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 5 aprile 2012 IV trimestre 2011 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Con la pubblicazione dei dati del quarto trimestre del 2011, l'istat diffonde le serie storiche coerenti con

Dettagli

SCENARI 2015 PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO. Liberalizzazione dei mercati e crescita economica: prospettive per il settore agroalimentare

SCENARI 2015 PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO. Liberalizzazione dei mercati e crescita economica: prospettive per il settore agroalimentare SCENARI 2015 PER IL SETTORE AGROALIMENTARE ITALIANO Liberalizzazione dei mercati e crescita economica: prospettive per il settore agroalimentare Federalimentare Ismea Centro Studi Confindustria Settembre

Dettagli

Università degli Studi dell Insubria Facoltà di Economia Anno Accademico: Corso: MACROECONOMIA

Università degli Studi dell Insubria Facoltà di Economia Anno Accademico: Corso: MACROECONOMIA Università degli Studi dell Insubria Facoltà di Economia Anno Accademico: 2011-2012 Corso: MACROECONOMIA Titolare del corso: professor Giancarlo Bertocco e- mail: giancarlo.bertocco@uninsubria.it Ufficio:

Dettagli

Il Veneto a confronto con le Regioni a statuto speciale

Il Veneto a confronto con le Regioni a statuto speciale Il Veneto a confronto con le Regioni a statuto speciale 1. Sulla base dei dati dei bilanci regionali e di quelli consolidati utilizzati nei precedenti capitoli, focalizziamo ora l analisi sul confronto

Dettagli

Bollettino Mezzogiorno Molise

Bollettino Mezzogiorno Molise Bollettino Mezzogiorno 02 2014 Molise INDICE IL QUADRO MACROECONOMICO 1.1 Struttura economica ed andamento del Pil nel Mezzogiorno 1.2 Occupazione e disoccupazione nel Mezzogiorno LE IMPRESE 2.1 Struttura

Dettagli

Il valore aggiunto del turismo in Piemonte. Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte

Il valore aggiunto del turismo in Piemonte. Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte Il valore aggiunto del turismo in Piemonte Istituto di Ricerche Economico Sociali del Piemonte 22 maggio 2008 Il valore aggiunto del turismo in Piemonte Carlo Alberto Dondona - Istituto di Ricerche Economico

Dettagli

Agroalimentare Made in Italy: export e import dell Italia con i Paesi BRICS e TICKS

Agroalimentare Made in Italy: export e import dell Italia con i Paesi BRICS e TICKS Agroalimentare Made in Italy: export e import dell Italia con i Paesi BRICS e TICKS BRICS e TICKS sono acronimi, adottati da alcuni fondi internazionali di investimento finanziario, che individuano i principali

Dettagli

3. Determinazione del reddito di equilibrio (modello keynesiano) con diverse ipotesi

3. Determinazione del reddito di equilibrio (modello keynesiano) con diverse ipotesi Esercizi Macroeconomia 1. Calcolo valore PIL secondo diversi metodi 2. PIL e inflazione 3. Determinazione del reddito di equilibrio (modello keynesiano) con diverse ipotesi Esercizio 1 Calcolo del PIL

Dettagli

MACROECONOMIA - Approfondimenti

MACROECONOMIA - Approfondimenti MACROECONOMIA - Approfondimenti Oggetto d indagine: La macroeconomia studia i fenomeni economici e il comportamento degli agenti economici aggregati a differenza della microeconomia che studia invece fenomeni

Dettagli

IL REDDITO DI UNA NAZIONE

IL REDDITO DI UNA NAZIONE REDDITO E CRESCITA IL REDDITO DI UNA NAZIONE Microeconomia La microeconomia studia come gli agenti economici (famiglie, imprese) prendono le loro decisioni economiche, e come interagiscono nel mercato.

Dettagli

LA SPESA PUBBLICA IN SICILIA DAL 1996 AL 2007 SECONDO I CONTI PUBBLICI TERRITORIALI

LA SPESA PUBBLICA IN SICILIA DAL 1996 AL 2007 SECONDO I CONTI PUBBLICI TERRITORIALI on lliine REGIONE SICILIANA Servizio Statistica LA SPESA PUBBLICA IN SICILIA DAL 1996 AL 27 SECONDO I CONTI PUBBLICI TERRITORIALI La Banca Dati Conti Pubblici Territoriali (CPT) è il risultato di un progetto

Dettagli

La misurazione dello stock di capitale privato regionale: alcuni esercizi. Andrea Filippone e Pasqualino Montanaro (Banca d Italia, Ancona)

La misurazione dello stock di capitale privato regionale: alcuni esercizi. Andrea Filippone e Pasqualino Montanaro (Banca d Italia, Ancona) La misurazione dello stock di capitale privato regionale: alcuni esercizi Andrea Filippone e Pasqualino Montanaro (Banca d Italia, Ancona) Workshop «Il capitale regionale: privato, pubblico e immateriale»

Dettagli

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2009

Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2009 8 Aprile 2010 Reddito e risparmio delle famiglie e profitti delle società IV trimestre 2009 Direzione centrale comunicazione ed editoria Tel. +39 06.4673.2243-2244 Centro di informazione statistica Tel.

Dettagli

La spesa nelle pubbliche amministrazioni locali

La spesa nelle pubbliche amministrazioni locali La spesa nelle pubbliche amministrazioni locali Spese consolidate delle AA PP (milioni di euro correnti) Fine prima Repubblica Governo Monti Voci economiche 1992 2011 Variazione Uscite Redditi da lavoro

Dettagli

Valutazione dell impatto economico di eventi turistici nel Lazio

Valutazione dell impatto economico di eventi turistici nel Lazio Valutazione dell impatto economico di eventi turistici nel Lazio Obiettivo di questo studio è la valutazione dell impatto economico della spesa attivata da un flusso turistico aggiuntivo nel Lazio. In

Dettagli

I CONSUMI DELLE FAMIGLIE IN PUGLIA

I CONSUMI DELLE FAMIGLIE IN PUGLIA I CONSUMI DELLE FAMIGLIE IN PUGLIA Bari, luglio 2015 Premessa. I consumi delle famiglie sono rilevati dall Istat in base a due fonti: i conti economici territoriali, in cui si considera la formazione e

Dettagli

L indotto di Expo 2015

L indotto di Expo 2015 Progetto di ricerca per Camera di Commercio Milano ed S.p.A. L indotto di Risultati del monitoraggio sull evoluzione dell indotto di (dati al 31 Dicembre 215) Evento ALDAI, Milano 26 Settembre 216 A cura

Dettagli

Capitolo 4 Reddito e spesa

Capitolo 4 Reddito e spesa Capitolo 4 Reddito e spesa Offerta e domanda aggregata Offerta aggregata (Y): quantità di beni e servizi che un sistema economico è in grado di produrre in un determinato periodo. Dipende dai fattori produttivi

Dettagli

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI

CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI 10 settembre 2013 II trimestre 2013 CONTI ECONOMICI TRIMESTRALI Prodotto interno lordo, valore aggiunto, consumi, investimenti, domanda estera Nel secondo trimestre del 2013 il prodotto interno lordo (PIL),

Dettagli

STIMA PRELIMINARE DEL PIL

STIMA PRELIMINARE DEL PIL 12 febbraio 2016 IV trimestre STIMA PRELIMINARE DEL PIL Nel quarto trimestre del il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti di

Dettagli

IMPATTO EFFETTIVO E POTENZIALE DEI CONSUMI TURISTICI SULL ECONOMIA DELLE REGIONI ITALIANE

IMPATTO EFFETTIVO E POTENZIALE DEI CONSUMI TURISTICI SULL ECONOMIA DELLE REGIONI ITALIANE AISRe Associazione Italiana di Scienze Regionali IRPET Istituto Regionale Programmazione Economica XXX Conferenza Scientifica Federalismo, integrazione europea e crescita regionale 9-11 settembre 2009

Dettagli

Economia Politica e Istituzioni Economiche. Barbara Pancino Lezione 2

Economia Politica e Istituzioni Economiche. Barbara Pancino Lezione 2 Economia Politica e Istituzioni Economiche Barbara Pancino Lezione 2 Il breve periodo Nel breve periodo (qualche anno) le variazioni annuali della produzione sono dovute soprattutto a variazioni della

Dettagli

Economia Provinciale - Rapporto Indici dei prezzi

Economia Provinciale - Rapporto Indici dei prezzi Economia Provinciale - Rapporto 2007 159 Indici dei prezzi Indici dei prezzi 161 Quadro generale Gli indici dei prezzi al consumo sono i principali indicatori idonei ad esprimere la dinamica temporale

Dettagli

Sommario. Prefazione xv L autore xxiv

Sommario. Prefazione xv L autore xxiv Sommario Prefazione xv L autore xxiv Parte 1 Concetti di base 1 1 Introduzione alla macroeconomia 3 1.1 Che cos è la macroeconomia? 4 1.2 Gli strumenti della macroeconomia 7 1.3 Una panoramica del libro

Dettagli

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ

REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ 9 gennaio 2013 III trimestre 2012 REDDITO E RISPARMIO DELLE FAMIGLIE E PROFITTI DELLE SOCIETÀ Nel terzo trimestre del 2012 la propensione al risparmio delle famiglie conmatrici, mirata al netto della stagionalità,

Dettagli

L eredità finanziaria della crisi

L eredità finanziaria della crisi L eredità finanziaria della crisi Presentazione del XX rapporto annuale sul Mercato del Lavoro tv Guido Massimiliano Mantovani H.E.R.M.E.S. Universities Network, Strasbourg Università Ca Foscari, Campus

Dettagli

Economia politica. Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza Prof. Lucia Visconti Parisio a.a

Economia politica. Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza Prof. Lucia Visconti Parisio a.a Economia politica Corso di Laurea Magistrale in Giurisprudenza Prof. Lucia Visconti Parisio a.a. 2014-2015 1 I dati della macroeconomia Focus su tre misure statistiche Prodotto Interno Lordo (PIL): misura

Dettagli

Bollettino Mezzogiorno Sardegna

Bollettino Mezzogiorno Sardegna Bollettino Mezzogiorno 02 2014 Sardegna INDICE IL QUADRO MACROECONOMICO 1.1 1.2 Struttura economica ed andamento del Pil in Sardegna Occupazione e disoccupazione in Sardegna LE IMPRESE 2.1 2.2 Struttura

Dettagli

L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO

L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO Corso di laurea in Scienze Internazionali e diplomatiche Corso di Macroeconomia a.a 2016-2017 L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO Saveria Capellari a.a. 2016-2017 L OFFERTA AGGREGATA NEL LUNGO PERIODO

Dettagli

i-x_1-179_imbriani_07.qxp :10 Pagina V Indice

i-x_1-179_imbriani_07.qxp :10 Pagina V Indice i-x_1-179_imbriani_07.qxp 20-04-2007 11:10 Pagina V 3 CAPITOLO 1 Introduzione alla macroeconomia 3 1.1 L oggetto della macroeconomia 5 1.2 Dalla microeconomia alla macroeconomia 6 1.3 La produzione e la

Dettagli

Alcuni temi introduttivi

Alcuni temi introduttivi xiii Alcuni temi introduttivi 1 Ca p i t o l o 1 Introduzione alla macroeconomia, la contabilità nazionale 1 1.1 L oggetto della macroeconomia 2 1.2 Il metodo della teoria macroeconomica 3 1.3 Dalla microeconomia

Dettagli

Chiarimenti corso Economia ed Organizzazione Aziendale I

Chiarimenti corso Economia ed Organizzazione Aziendale I Chiarimenti corso Economia ed Organizzazione Aziendale I 1. Le videolezioni e le slides inerenti l esame sono unicamente la 1-15. 2. E necessaria una conoscenza completa dei tre capitoli del testo di Ravazzi

Dettagli

CAP. 2 BLANCHARD INTRODUZIONE ALLE PRINCIPALI GRANDEZZE ECONOMICHE

CAP. 2 BLANCHARD INTRODUZIONE ALLE PRINCIPALI GRANDEZZE ECONOMICHE CAP. 2 BLANCHARD INTRODUZIONE ALLE PRINCIPALI GRANDEZZE ECONOMICHE Argomenti trattati: Definizione Prodotto interno lordo (Pil) Pil reale e nominale Inflazione Occupazione e disoccupazione Contabilità

Dettagli

mentre nel caso degli US (Nordhaus)

mentre nel caso degli US (Nordhaus) Percezioni e fondamentali: strabismo? Giampiero M. Gallo e Margherita Velucchi intervento con il titolo su lavoce.info del 18.4.5 Le statistiche ufficiali, per

Dettagli

PRIMA ESERCITAZIONE MACROECONOMIA

PRIMA ESERCITAZIONE MACROECONOMIA PRIMA ESERCITAZIONE MACROECONOMIA Questa esercitazione si compone di quattro parti, ciascuna riguardante gli argomenti svolti in aula a lezione. Per ciascun argomento, trovate un esercizio che sarà svolto

Dettagli

Lombardia Statistiche Report

Lombardia Statistiche Report Lombardia Statistiche Report N 1 / 2017 9 febbraio 2017 I conti economici regionali: le performance della Lombardia La dinamica del prodotto interno lordo Secondo i più recenti dati della contabilità economica

Dettagli

Le finanze comunali e il patto di stabilità interno: cosa ci dicono i dati. Renato Cogno, Santino Piazza Ires Piemonte Torino, 2 maggio 2011

Le finanze comunali e il patto di stabilità interno: cosa ci dicono i dati. Renato Cogno, Santino Piazza Ires Piemonte Torino, 2 maggio 2011 Le finanze comunali e il patto di stabilità interno: cosa ci dicono i dati Renato Cogno, Santino Piazza Ires Piemonte Torino, 2 maggio 2011 Contenuti della presentazione Uno sguardo agli andamenti degli

Dettagli

APPROFONDIMENTI. Esportazioni e vendite on-line: un analisi per settore e per impresa. di Alessandra Nurra e Sergio Salamone *

APPROFONDIMENTI. Esportazioni e vendite on-line: un analisi per settore e per impresa. di Alessandra Nurra e Sergio Salamone * Esportazioni e vendite on-line: un analisi per settore e per impresa di Alessandra Nurra e Sergio Salamone * L utilizzo del commercio elettronico come canale di vendita, in grado di amplificare il volume

Dettagli

Quanti risparmi dalla riorganizzazione delle province?

Quanti risparmi dalla riorganizzazione delle province? Quanti risparmi dalla riorganizzazione delle province? Il Consiglio dei Ministri del 31 ottobre ha approvato il decreto-legge che completa il percorso avviato nel mese di luglio con il Decreto legge sulla

Dettagli

Obiettivi macroeconomici

Obiettivi macroeconomici Obiettivi macroeconomici Principali problemi macroeconomici Crescita economica Disoccupazione Inflazione Bilancia dei pagamenti deficit della bilancia dei pagamenti diminuzione del tasso di cambio Il flusso

Dettagli

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA

UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA UN ANALISI COMPARATA DEL SETTORE DEI TABACCHI LAVORATI IN ITALIA Luiss Guido Carli Audizione presso il Senato della Repubblica 23 Settembre 2014 PREMESSA Situazione corrente Le entrate del Governo nel

Dettagli

Modello IS-LM. I due mercati rilevanti sono:

Modello IS-LM. I due mercati rilevanti sono: 17-5-2017 Modello IS-LM Sintetizza il funzionamento del sistema economico rappresentato da due variabili chiave Y, il livello del PIL o del reddito, ed r, tasso di interesse. Ipotesi iniziali: I prezzi

Dettagli

Il peso del turismo nell economia umbra

Il peso del turismo nell economia umbra Il peso del turismo nell economia umbra Eleonora D Urzo AUR Stefano Rosignoli IRPET Misurazione del peso del turismo Crisi Economica Nuovi sentieri di sviluppo economico Turismo come risorsa per lo sviluppo

Dettagli

Quanto cresce il Pil con il Tfr in busta paga

Quanto cresce il Pil con il Tfr in busta paga LAVOCE.INFO 28 OTTOBRE 2014 Quanto cresce il Pil con il Tfr in busta paga di Tullio Jappelli Il Tfr in busta paga dovrebbe stimolare consumi, domanda aggregata e occupazione. I dati suggeriscono che una

Dettagli

Ripasso Macroeconomia. Economia del territorio e dello sviluppo

Ripasso Macroeconomia. Economia del territorio e dello sviluppo Ripasso Macroeconomia Economia del territorio e dello sviluppo Principali variabili macroeconomiche PIL reale, PIL nominale e PIL pro capite Tasso di disoccupazione Tasso di inflazione PIL: produzione

Dettagli

Politica economica: Lezione 25

Politica economica: Lezione 25 Politica economica: Lezione 25 II canale: M - Z Crediti: 9 Corsi di laurea: Nuovo Ordinamento (DM. 270) Vecchio ordinamento (DM. 590) Politica Economica - Luca Salvatici 1 La soluzione del modello IS-LM

Dettagli

Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par Solo da leggere 6.3

Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par Solo da leggere 6.3 Lezione 15 Analisi dei costi VECCHIO LIBRO: Saltare par. 6.1.5 - Solo da leggere 6.3 Le imprese Le funzioni dell impresa: organizzare la produzione in serie reperire le risorse gestire il processo produttivo

Dettagli

L zione n 3.2 E tens n ione n e de d l m o m de d llo R dd d i d to-sp S e p sa: il settore pubblico

L zione n 3.2 E tens n ione n e de d l m o m de d llo R dd d i d to-sp S e p sa: il settore pubblico Lezione 3.2 Estensione del modello Reddito-Spesa: il settore pubblico Non abbiamo fatto cenno ad una questione fondamentale: l intervento dello Stato influisce o no nella crescita economica di un Paese?

Dettagli

Concorrenza in Italia:

Concorrenza in Italia: Concorrenza in Italia: benefici per famiglie e imprese. Una simulazione Paolo Onofri Milano, 30 gennaio 2008 Alcuni settori problematici secondo l Autorità Garante della Concorrenza e del Mercato Energia

Dettagli

PREZZO DEL BIGLIETTO E PRESENZE: LA SITUAZIONE EUROPEA

PREZZO DEL BIGLIETTO E PRESENZE: LA SITUAZIONE EUROPEA PREZZO DEL BIGLIETTO E PRESENZE: LA SITUAZIONE EUROPEA Il forte calo di presenze registrato nel 2005 in tutti i principali mercati dell Europa Occidentale che ha raggiunto, secondo le prime stime di MEDIA

Dettagli

CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO NEL SITO DELLA EX-CARTIERA DI LAMA DI RENO, COMUNE DI MARZABOTTO (BO)

CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO NEL SITO DELLA EX-CARTIERA DI LAMA DI RENO, COMUNE DI MARZABOTTO (BO) CENTRALE ELETTRICA A CICLO COMBINATO NEL SITO DELLA EX-CARTIERA DI LAMA DI RENO, COMUNE DI MARZABOTTO (BO) INTEGRAZIONI VOLONTARIE PRESENTATE NELL AMBITO DELLA PROCEDURA DI VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE,

Dettagli

Il modello Keynesiano reddito-spesa con settore pubblico. Corso di macroeconomia 2013

Il modello Keynesiano reddito-spesa con settore pubblico. Corso di macroeconomia 2013 Il modello Keynesiano reddito-spesa con settore pubblico Corso di macroeconomia 2013 La contabilità economica nazionale in presenza del settore pubblico Il Pil comprende ora non solo i beni e servizi prodotti

Dettagli

Le conseguenze della crisi per le famiglie e le imprese

Le conseguenze della crisi per le famiglie e le imprese Le conseguenze della crisi per le famiglie e le imprese Di Monica Montella, Franco Mostacci In assenza di una politica fiscale comune, e privi di sovranità sulla loro politica monetaria e del cambio, gli

Dettagli

Economia Provinciale - Rapporto Valore Aggiunto

Economia Provinciale - Rapporto Valore Aggiunto Economia Provinciale - Rapporto 2005 37 Valore Aggiunto Valore Aggiunto 39 Quadro generale L Istituto nazionale di Statistica ha diffuso nel marzo scorso le stime del Prodotto interno lordo: il PIL nazionale

Dettagli

La gestione associata delle funzioni comunali a scala distrettuale Simulazioni sulle spese per funzioni generali e organici

La gestione associata delle funzioni comunali a scala distrettuale Simulazioni sulle spese per funzioni generali e organici La gestione associata delle funzioni comunali a scala distrettuale Simulazioni sulle spese per funzioni generali e organici Vicenza, 30 Novembre 2014 Nota di sintesi Nelle slide che seguono sono riportati

Dettagli

CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE

CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE 4 luglio 2013 I trimestre 2013 CONTO ECONOMICO TRIMESTRALE DELLE AMMINISTRAZIONI PUBBLICHE Indebitamento, saldo primario, saldo corrente, entrate totali, uscite totali Nel primo trimestre 2013 l indebitamento

Dettagli

In un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio.

In un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio. In un ora rispondere alle dieci domande a risposta multipla, alla domanda a risposta aperta, e risolvere l esercizio. DOMANDE a risposta multipla (ogni risposta esatta riceve una valutazione di due; non

Dettagli

Principali aggregati dei conti economici per la provincia di Trento - Anno 2008

Principali aggregati dei conti economici per la provincia di Trento - Anno 2008 Trento, novembre 2009 a cura di Cristina Mirabella Principali aggregati dei conti economici per la provincia di Trento - Anno 2008 Il Servizio Statistica presenta i risultati delle stime elaborate dall

Dettagli

La moneta. Che cos è la moneta? Le funzioni della moneta

La moneta. Che cos è la moneta? Le funzioni della moneta La moneta La definizione e le funzioni della moneta: mezzo di scambio, riserva di valore, unità di conto, mezzo per trasferire il valore nel tempo Il ruolo della banca centrale, delle banche e degli altri

Dettagli

di Maria Nicoletta Spiezia

di Maria Nicoletta Spiezia LA MONOGRAFIA DELLA REGIONE AUTONOMA FRIULI VENEZIA GIULIA: UNO STRUMENTO DI ANALISI DELLE POLITICHE PUBBLICHE di Maria Nicoletta Spiezia Obiettivi dell'intervento Sottolineare le potenzialità del Conto

Dettagli

Corso di. Economia Politica

Corso di. Economia Politica Prof.ssa Blanchard, Maria Laura Macroeconomia Parisi, PhD; Una parisi@eco.unibs.it; prospettiva europea, DEM Università Il Mulino di 20 Brescia Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo Corso di Economia

Dettagli

STIMA PRELIMINARE DEL PIL

STIMA PRELIMINARE DEL PIL 13 maggio 2016 I trimestre 2016 STIMA PRELIMINARE DEL PIL Nel primo trimestre del 2016 il prodotto interno lordo (PIL), espresso in valori concatenati con anno di riferimento 2010, corretto per gli effetti

Dettagli

Corso di. Economia Politica

Corso di. Economia Politica Prof.ssa Blanchard, Maria Laura Macroeconomia Parisi, PhD; Una parisi@eco.unibs.it; prospettiva europea, DEM Università Il Mulino di 2011 Brescia Capitolo I. Un Viaggio intorno al mondo Corso di Economia

Dettagli

B5 Reddito e condizioni economiche delle famiglie

B5 Reddito e condizioni economiche delle famiglie B5 Reddito e condizioni economiche delle famiglie In questa scheda sono raggruppate e sintetizzate le informazioni ufficiali, prodotte dall Istat sulla base di diverse indagini, sulla condizione economica

Dettagli

L'economia italiana in breve

L'economia italiana in breve L'economia italiana in breve N. 9 - Febbraio PIL, domanda nazionale, commercio con l'estero Quantità a prezzi concatenati; variazioni percentuali sul periodo precedente in ragione d'anno; dati trimestrali

Dettagli

Crescita, consumi e risparmi: prospettive per le famiglie

Crescita, consumi e risparmi: prospettive per le famiglie CREDITO AL CREDITO 2011 Crescita, consumi e risparmi: prospettive per le famiglie Emanuele Baldacci Istat Crescita economica: forte decelerazione dopo il rimbalzo PIL: contributi e variazione tendenziale

Dettagli

Modulo 4. Cambi fissi e cambi flessibili

Modulo 4. Cambi fissi e cambi flessibili Modulo 4 Cambi fissi e cambi flessibili Esercizio. Un sistema economico si trova ad operare in regime di cambi fissi e perfetta mobilità dei capitali. Le equazioni ed i parametri che lo descrivono nel

Dettagli

Economia Politica e Istituzioni Economiche

Economia Politica e Istituzioni Economiche Economia Politica e Istituzioni Economiche Barbara Pancino Lezione 6 I mercati dei beni e i mercati finanziari: il modello IS-LM Il mercato dei beni e la curva IS L equilibrio sul mercato dei beni attraverso

Dettagli