DROGHE E ALTERAZIONI DEL CERVELLO

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1 aspetti educativi nelle dipendenze DossieR DROGHE E ALTERAZIONI DEL CERVELLO

2 REDAZIONE In questo inserto speciale di del giugno 2010, volume 1, numero 6, realizzato in collaborazione con lo Staff Dronet: neuroscienze e tecniche di neuroimaging, effetti della droga sul cervello e influenza sul comportamento, aiuto e supporto disponibili, l importanza di un approccio educativo nel combattere le dipendenze L e neuroscienze e le tecniche di neuroimaging sono un ausilio insostituibile per lo studio della struttura, ma anche della funzionalità del cervello e delle sue alterazioni provocate dal consumo di droghe. Scoprire come si modificano permette a medici e operatori di costruire percorsi di cura e riabilitazione delle tossicodipendenze più mirati, efficaci e duraturi. così il capo del dipartimento politiche antidroga (dpa), Giovanni serpelloni, ha aperto il secondo congresso nazionale neuroscience of addiction. neurobiologia, neuroimaging e aspetti educativi nelle dipendenze, organizzato dal dipartimento delle dipendenze dell ulss 20 di verona in collaborazione con il dipartimento politiche antidroga della presidenza del consiglio dei Ministri. l osservazione del cervello, attraverso le tecniche di neuroimaging ha proseguito serpelloni ha consentito in questi anni di scoprire quali aree subiscono danni, permanenti e temporanei, con l uso di droghe e di analizzare i comportamenti e i disturbi correlati a questi danni. nell ambito delle attività del dipartimento politiche antidroga, la promozione e la realizzazione di studi e ricerche nel campo delle neuroscienze, che impiegano in particolar modo tecniche di neuroimaging, rappresentano uno degli obiettivi primari. i correlati neurali, funzionali e strutturali sono infatti oggi rilevabili attraverso nuove tecnologie come la pet, la fmri, la vbm- MRi, che permettono di sviluppare nuovi modelli interpretativi e di diagnosi degli effetti derivanti dall uso di droghe sul cervello, finalizzati alla prevenzione, alla cura e alla riabilitazione nell ambito delle dipendenze. lo sviluppo di un nuovo approccio educativo a partire da queste evidenze scientifiche potrà essere di ausilio alle famiglie e a tutte le figure educative coinvolte nell impegnativo compito di crescita e supporto dei giovani, orientate a un azione di prevenzione del contatto precoce e dell uso di alcol, tabacco e altre sostanze stupefacenti. Giovanni serpelloni sostiene la necessità di far comprendere che la prevenzione deve essere fatta a più livelli, che non deve concentrarsi solo sugli adolescenti, ma che il percorso preventivo deve iniziare già a 4-5 anni di età. solo in questo modo i ragazzi possono arricchire il proprio bagaglio di strumenti e competenze consolidate che permettano loro di affrontare e superare correttamente situazioni di contatto con le sostanze, purtroppo sempre più frequenti oggigiorno. Questo approccio innovativo intende avviare un nuovo percorso nell organizzazione, nella gestione e nei protocolli operativi delle strutture del servizio pubblico e del privato sociale del nostro paese che si occupano di dipendenze.. CONGRESSO NEUROBIOLOGIA, NEUROIMAGING E ASPETTI EDUCATIVI NELLE DIPENDENZE LA DROGA BRUCIA IL CERVELLO: LO DICE LA SCIENZA da oggi la prevenzione delle dipendenze da stupefacenti ha nuovi alleati: le neuroscienze. Questo il messaggio lanciato dal congresso neuroscience of addiction. neurobiologia, neuroimaging e aspetti educativi nelle dipendenze. i risultati importati dalle neuroscienze per il mondo dell educazione, infatti, potranno essere usati sia nella preparazione di programmi di insegnamento, sia nell identificazione precoce dei bisogni educativi specifici. la tre giorni congressuale ha registrato anche la presenza del senatore carlo Giovanardi. l appuntamento, iniziato il 7 giugno con una serata di Gala, è poi entrato subito nel vivo del dibattito scientifico, affrontando il tema della prevenzione dalle dipendenze anche e soprattutto declinandolo come un problema educativo: una famiglia poco attenta, dove gli spazi di condivisione affettiva, emotiva e sociale con i figli sono troppo ridotti, *Tutte le relazioni originali e ulteriori approfondimenti sono consultabili su Sede della Redazione Dipartimento Politiche Antidroga Presidenza del Consiglio dei Ministri Via della Vite n Roma tel.: fax: dipartimentoantidroga@governo.it SI ÈACCERTATO CHE LA DROGA BRUCIA IL CERVELLO E SOLO CONOSCENDO ANTICIPATAMENTE I RISCHI A CUI SI VA INCONTRO UTILIZZANDO DROGHE, SI PUÒ EDUCARE I RAGAZZI A NON AVVICINARSI ALLE SOSTANZE D ABUSO E AIUTARE CHI GIÀ NE FA USO A SMETTERE 45

3 DOSSIER DROGHE E ALTERAZIONI DEL CERVELLO ASPETTI EDUCATIVI NELLE DIPENDENZE dove il dialogo è scarso o nullo, crea i presupposti per favorire il consumo di stupefacenti nei giovanissimi. Gilberto Gerra, neuroscienziato in servizio all Onu, responsabile a livello globale dei progetti di prevenzione delle dipendenze, intervenuto proprio nella serata di apertura, ha sottolineato la necessità di sviluppare programmi d aiuto mirati per le famiglie, poichè là dove si crea un vuoto affettivo, educativo, sociale nei rapporti con i figli si rischia di aprire la strada ad atteggiamenti che portano alla dipendenza. le due giornate successive, quelle dell 8 e del 9, sono state articolate in quattro sessioni: neurobiologia, neuroimmagine, neuropsicologia del funzionamento, neuroscienze ed educazione. Hanno visto alternarsi sul palco neuroscienziati di fama internazionale che si sono confrontati con gli oltre 300 partecipanti ai lavori. per offrire una maggiore informazione su quanto dibattuto durante il congresso abbiamo voluto riportare in questo numero gli interventi più significativi.. NEUROBIOLOGIA - SES. I DIPENDENZA, COME LA CHIMICA INFLUENZA IL COMPORTAMENTO le sostanze stupefacenti causano cambiamenti nel comportamento di chi le assume perchè alterano la struttura chimica dei neuroni cerebrali, con conseguenze nella funzionalità del cervello. la branca delle neuroscienze che studia queste alterazioni chimiche è la neurobiologia, alla quale è stata dedicata la prima sessione del congresso. il professor scott J. Russo, del dipartimento di neuroscienze Mount sinai dello school and university center of cuny e della school of Medicine di new York, ha spiegato nel suo intervento che la dipendenza da sostanze stupefacenti provoca cambiamenti durevoli nel comportamento. nel corso della sua relazione, lo scienziato ha presentato i più recenti sviluppi nella comprensione dell azione della cocaina sul cervello, che modifica l espressione genica e compromette la plasticità sinaptica, con la conseguenza di favorire la dipendenza. di dipendenza ha parlato anche Friedbert Weiss, professore del dipartimento di neuroscienze Molecolari e integrative dello scripps Research institute di la Jolla in california. la dipendenza, ha chiarito, è una malattia cronica recidivante, caratterizzata dalla ricerca e dall uso compulsivo della sostanza. il fattore che contribuisce maggiormente alla natura cronica e compulsiva è il processo di apprendimento associativo, ossia l accostamento ripetuto del consumo della sostanza con stimoli ambientali che acquistano, in questo modo, un valore incentivo-motivazionale. Ogni volta che si ricreeranno quelle condizioni ambientali, dunque, il soggetto sentirà il desiderio di consumare droga. i risultati scientifici presentati da Weiss mostrano che gli effetti motivanti della ricerca di droga si estinguono con maggiore difficoltà rispetto a quelli condizionati a una potente ricompensa naturale. il ricercatore ha infine sottolineato che anche gli stimoli sviluppati durante una singola assunzione di cocaina suscitano la ricerca della droga addirittura per un anno. un effetto che non viene rilevato con gli stimoli condizionati alla ricompensa naturale. tratto dalle relazioni in aula: - scott J. Russo, the addicted synapse: Mechanism of strctural plasticity in nucleus accumbens, dept. of neuroscience, Mount sinai school of Medicine, new York. - Friedbert Weiss, compulsive drug-seeking versus Hedonic Behavior Motivated by natural Reward: neurobehavioral Mechanisms and novel addiction treatment targhets, the scripps Research institute (tsre), la Jolla, ca.. NEUROIMMAGINE - SES. II IL CERVELLO MOSTRA IL FENOMENO DELLE DIPENDENZE lo strumento che permette ai ricercatori di studiare le immagini del cervello è la Risonanza Magnetica (RM) encefalica ad alto campo magnetico (3.0 tesla), utilizzata per descrivere le alterazioni cerebrali in soggetti che hanno diversi profili tossicologici rispetto all uso di sostanze. e si tratta di una vera e propria alleata nello studio degli effetti funzionali, metabolici e strutturali della dipendenza. l RM è il gold standard degli studi funzionali sulle dipendenze sia per l ottima risoluzione spaziale e temporale, sia per la non invasività sul soggetto, ha spiegato il professor Franco alessandrini del dipartimento di neurologia dell Ospedale civile Maggiore di Borgo trento, dove questa tecnica è usata per studi e ricerche in collaborazione con l unità di neuroscienze del dipartimento dipendenze dell ulss 20, durante la prima giornata di convegno. lo studio portato avanti dall equipe veronese del professore si propone di individuare i meccanismi neurobiologici alla base del comportamento assuntivo, dimostrare quali alterazioni cerebrali conseguono all uso di droghe, definire adeguati progetti di cura e prevenzione orientati da obiettivi scientifici (neuroeducazione), e infine seguire, per la prima volta in italia, un approccio scientificamente orientato alla lotta contro la dipendenza. a verona, inoltre, con la supervisione scientifica del professor arthur toga del laboratory of neuroimaging della university of california, los angeles, è in corso una sperimentazione che coinvolge il team di esperti del dipartimento delle dipendenze e impiega tecni- 46

4 che di neuroradiologia per indagare quali aree cerebrali si attivano durante la fase del desiderio della sostanza (craving) nei tossicodipendenti che fanno uso di cocaina. l uso di cocaina è a oggi un problema rilevante sia tra gli adulti che tra i giovani e non esistono farmaci sostitutivi o antagonisti specifici. È dunque importante investire nella ricerca, integrando la competenza clinica maturata nei dipartimenti delle dipendenze con l expertise dei neuro radiologi, ha sottolineato alessandrini. tratto dalla relazione in aula: - Franco alessandrini, Giada zoccatelli, le nuove Frontiere dell immaging con Risonanza ad alto campo nella dipendenza: applicazioni cliniche e dati di verona, dipartimento di neurologia dell Ospedale civile Maggiore di Borgo trento, verona.. NEUROPSICOLOGIA DEL FUNZIONAMENTO - SES. III UN AIUTO PER GUARIRE DALLE DIPENDENZE definire lo stato delle funzioni cognitive di un individuo, individuando le funzioni compromesse a causa dell uso di sostanze stupefacenti, per mettere a punto interventi riabilitativi adeguati; identificare le difficoltà comportamentali e la relazione tra le misure neuropsicologiche; contribuire alla diagnosi medica nel caso di alcune patologie o alla diagnosi differenziale tra patologie diverse. sono i compiti principali affidati alla neuropsicologia clinica nel campo delle tossicodipendenze, tema della terza sessione. durante il suo intervento sull uso di sostanze, daniela Mapelli, docente del dipartimento di psicologia Generale dell università degli studi di padova, ha sostenuto che la valutazione neuropsicologica consente di quantificare i possibili danni cognitivi conseguenti all uso protratto di sostanze e, sulla loro base, di progettare un reinserimento sociale e lavorativo che tenga conto delle risorse residue. la definizione dei meccanismi neuropsicologici è indispensabile, ha sottolineato invece nel suo intervento daina economidou, del dipartimento di psicologia sperimentale dell università di cambridge, per lo sviluppo di adeguate farmacoterapie orientate anche alla prevenzione delle ricadute. Queste ultime, ha affermato la docente, insieme alla ricerca compulsiva della droga anche dopo giorni o anni di astinenza, sono una caratteristica della tossicodipendenza e rappresentano attualmente una importante sfida clinica al successo del trattamento. nel corso della sessione la docente dell università di cincinnati, Krista lisdahal Medina, ha spiegato che chi utilizza marijuana già a partire dall adolescenza può raggiungere un picco di abuso proprio durante la piena maturazione del cervello. il professor Francesco Bricolo, dell unità di neuroscienze del dipartimento delle dipendenze della ulss 20 di verona, ha invece ricordato che il cervello umano termina la sua maturazione dopo il ventesimo anno di età e che il suo funzionamento è basato sulla regola dell usare/perdere: i network neuronali che vengono utilizzati tendono a strutturarsi, mentre quelli che vengono utilizzati meno possono perdersi. i danni che le sostanze stupefacenti producono sul cervello dei più giovani, ha spiegato, scardinano i sistemi neuropsicologici all interno del sistema cerebrale provocando, oltre a documentabili danni fisici, il persistere di percezioni alterate del proprio essere e del mondo esterno. Queste percezioni vengono memorizzate dall individuo provocando una distorsione cognitiva che può permanere anche per tutta la vita, condizionando il comportamento dell individuo. tratto dalle relazioni in aula: - daniela Mapelli, introduzione alla neuropsicologia, dipartimento di psicologia Generale, u- niversità di padova. - daina economidou, psychological and neurobiological Mechanisms of Relapse and vulnerability to Relapse: implications for treatment, dept. of experimental psychology, university of cambridge, uk. - Krista lisdahl Medina, neuropsyhcological effe cts of Marijuana use during adolescence & Young adulthood, university of cinccinnati, Ohio.. NEUROSCIENZE ED EDUCAZIONE - SES. IV PSICOLOGIA COMPORTAMENTALE, VALIDO SUPPORTO PER I BAMBINI A RISCHIO a illustrare una interessante esperienza dell irvine child development center (cdc) dell università della california, che applica le scoperte in ambito neuro scientifico a un nuovo modello educativo, è stato il team di ricerca composto dalle docenti sabrina schuck, angela liang e nicola Byford, intervenute nell ultima sessione a chiusura del congresso. il programma token economy è un innovativo modello di intervento scolastico e familiare per il recupero di bambini con deficit di apprendimento e problemi comportamentali, bambini esposti a una maggiore probabilità di isolamento sociale, che può portare a comportamenti aggressivi e ricerca di attività rischiose, come l uso di droga. Questi interventi, sviluppati sulla base della psicologia comportamentale, stimolano l acquisizione da parte dei bambini di abilità e competenze, facendo perno sulla motivazione, utilizzando sistemi di gratificazione e ricompensa. Ma il programma non si rivolge solo ai bambini e coinvolge l inte- 47

5 DOSSIER DROGHE E ALTERAZIONI DEL CERVELLO ASPETTI EDUCATIVI NELLE DIPENDENZE IL CONSUMO DI ECSTASY DANNEGGIA LA MEMORIA Il dipartimento di Psichiatria della Vanderbilt University School of Medicine di Nashville in USA ha da poco pubblicato i risultati di uno studio preliminare su alcuni soggetti dipendenti da più sostanze (polysubstance users) consumatori di 3,4-methylenedioxymethamphetamine (MDMA) utilizzando la tecnica biomedica fmri. La metodica ha permesso di analizzare il funzionamento e la morfologia cerebrale dei soggetti reclutati attraverso una ricostruzione tridimensionale della loro materia grigia encefalica. Per dimostrare se e come il consumo di MDMA possa alterare i circuiti funzionali della memoria semantica verbale, i partecipanti allo studio dovevano svolgere un compito cognitivo di codifica e riconoscimento semantico all interno del magnete. Sono stati presi in considerazione parametri come la percentuale di variazione del segnale BOLD (blood oxygen level-dependent) nelle aree attivate (area 9, 18, 21/22, 45 di Brodmann - BA), l accuratezza e i tempi di risposta. Durante compiti di riconoscimento semantico, gli studiosi hanno riscontrato una riduzione dello spessore corticale, interpretabile come una perdita di cellule neurali, in alcune regioni cerebrali come l area BA 18, 21 e 45 coinvolte nell elaborazione della memoria verbale, e una ridotta attivazione nelle aree BA 9, 18, 21/22 dell emisfero sinistro in chi consuma MDMA, cannabis e cocaina. Durante questi stessi compiti, l esposizione alla MDMA era associata a una ridotta attivazione delle regioni cerebrali responsabili del processamento della memoria verbale. Questa ricerca conferma la presenza di alterazioni strutturali nel cervello di chi consuma MDMA riscontrate in precedenti studi e spiega la presenza dei deficit di memoria verbale osservati in questo tipo di pazienti. V. Raj, HC Liang, ND Woodward, AL Bauernfeind, J. Lee, MS Dietrich, S. Park, RL Cowan MDMA (ecstasy) use is associated with reduced BOLD signal change during semantic recognition in abstinent human polydrug users: a preliminary fmri study J Psychopharmacol February 2010 vol. 24 no Redazione Drog@news - fonte: J Psychopharmacol. CONCLUSIONI il congresso si è concluso e il nostro saluto va a tutti coloro che, a vario titolo, vi hanno preso parte. tante le problematiche che sono state affrontate, ma su una in particolare si deve conro nucleo familiare, così da estendere il lavoro svolto a scuola anche a casa, rafforzando le abilità acquisite, creando un percorso coerente e garantendone la continuità. la comunicazione, la collaborazione, il compromesso e la coerenza tra il nucleo scolastico e quello familiare vengono sottolineati e rafforzati come elementi chiave per il successo del rapporto genitori-figli, ha spiegato la dottoressa liang, che si occupa dei programmi rivolti al nucleo familiare. attraverso la formazione i genitori hanno la possibilità di apprendere le tecniche necessarie ad affrontare e gestire i comportamenti difficili dei propri figli, rafforzando e sviluppando un miglior rapporto genitori-figli. un campo di applicazione molto utile è quello delle attività sportive; infatti, un buon sportivo deve essere in grado di rispettare le regole e l avversario, aiutare e collaborare con i compagni di squadra, essere gentile e utilizzare parole gentili nei confronti di altri. attraverso la stimolazione di sentimenti positivi, sostiene nicola Byford, i bambini acquisiscono nuove competenze nell espressione e nella verbalizzazione dei propri sentimenti ed emozioni (rabbia, dolore, felicità). tratto dalla relazione in aula: - sabrina schuck, angela liang, nicola Byford, a unique school intervention Model For children at Risk, university of california, irvine child development center school.. MANUALE PER OPERATORI DEI DIPARTIMANTI DELLE DIPENDENZE Elementi di neuroscienze e dipendenze (seconda edizione giugno 2010) la comprensione dei meccanismi cerebrali alla base della dipendenza da droghe e la creazione di terapie efficaci per la cura di questa malattia rappresentano una delle più grandi e difficili sfide della ricerca moderna. parte del problema è dovuta al fatto che la dipendenza da sostanze è causata dall interazione di diversi sistemi e strutture che dipendono da vari fattori, tra i quali la genetica, i tipi di droga assunta, la risposta individuale del paziente alla droga, nonché i condizionamenti ambientali. nonostante la complessità del problema delle dipendenze, negli ultimi 10 anni la ricerca ha fatto passi da gigante grazie a un accresciuto dialogo tra gli esperti di varie discipline. le neuroscienze e il neuroimaging offrono un contributo essenziale, permettono di osservare gli effetti delle droghe sul cervello e sul sistema nervoso grazie all impiego di sofisticate tecnologie e, sulla base di questi, di sviluppare nuovi modelli interpretativi, di diagnosi, di cura e di riabilitazione nell ambito delle dipendenze. in questo contesto si colloca la seconda edizione di elementi di neuroscienze e dipendenze. Manuale per operatori dei dipartimenti delle dipendenze a cura di Giovanni serpelloni, Francesco Bricolo e Maurizio Gomma. la pubblicazione, realizzata dal dipartimento delle dipendenze di verona e dal dipartimento politiche antidroga della presidenza del consiglio dei Ministri, è stata presentata durante la prima giornata di lavori del convegno sulle neuroscienze, tenutosi a verona dal 7 al 9 giugno il manuale contiene una raccolta di contributi scientifici di esperti di levatura internazionale sulla maturazione cerebrale, sulle basi neurobiologiche delle dipendenze, sulle tecniche di neuroimaging impiegate nello studio degli effetti delle droghe sul cervello, oltre agli atti del convegno nazionale. in questo modo, si è dato il via a un percorso che porterà i dipartimenti delle dipendenze, i genitori, gli insegnanti, gli educatori a poter disporre e acquisire nuove informazioni, ricerche e visioni in questo ambito, anche al fine di introdurre elementi di innovazione in un sistema sociale e sanitario che necessita di aggiornarsi rispetto alla rapida e continua evoluzione del fenomeno droghe e dipendenze. 48

6 tinuare a tenere alta l attenzione: la prevenzione. siamo convinti che durante queste giornate di lavoro e di confronto abbiamo capito che la prevenzione deve essere fatta a più livelli, non deve concentrarsi solo sugli adolescenti, ma che il percorso preventivo inizia già a 4-5 anni di età. solo così i ragazzi possono arrivare al momento del loro primo approccio con l offerta della sostanza, inevitabile oggi data la capillarizzazione del mercato, con un bagaglio di regolamenti e comportamenti consolidati che permetta loro di avere gli strumenti adeguati per affrontare e superare correttamente questa particolare fase. l educazione, insomma, non deve limitarsi a fornire informazioni e a permettere la formazione, ma deve rappresentare lo strumento elettivo dello sviluppo dell individualità, dato dall incontro tra natura e cultura. Genitori, insegnanti e educatori hanno un ruolo importantissimo in questo processo di sviluppo, un ruolo complesso e di grande responsabilità, soprattutto nella fase storica attuale in cui emerge una terza dimensione nelle relazioni umane, quella virtuale. Gli strumenti delle neuroscienze cognitive hanno quindi molte possibilità da offrire all educazione e alle agenzie deputate, a vario titolo, a svolgere questo delicato ruolo nei confronti dei giovani. tra queste, il monitoraggio e il confronto degli effetti di vari tipi di stimoli educativi sull apprendimento, un incremento nella comprensione delle differenze individuali nell apprendimento e la possibilità di personalizzare gli interventi a seconda delle caratteristiche del singolo individuo. il fenomeno, che consente di creare un ponte tra il mondo dell educazione e quello delle neuroscienze, è la plasticità cerebrale. con questo termine ci si riferisce al fatto che l organizzazione del sistema nervoso non è fissata alla nascita, ma è passibile di modificazioni. le sinapsi, infatti, possono modificarsi (rafforzarsi, scomparire o formarsi ex novo) per tutta la vita. e, considerando che lo sviluppo umano è dato dal più o meno armonioso incontro del substrato organico con l ambiente di relazione dell individuo, il ruolo dell adulto è fungere da mediatore saggio, maturo, consapevole, tra questi due habitat. in altre parole, l intervento educativo deve far sì che possa aver luogo questo incontro fisiologico e dinamico nel modo migliore, predisponendo per quanto possibile un ambiente stimolativo adeguato all espressione delle potenzialità innate. per questo motivo è importante che genitori, insegnanti ed educatori conoscano bene lo sviluppo neurofisiologico. abbiamo infine accertato, attraverso gli studi condotti presso il dipartimento delle dipendenze di verona, che la droga brucia il cervello ed è in fase di studio se e come il deficit di glu- tamato possa avere degli effetti negativi sulla maturazione cerebrale. abbiamo visto le più moderne tecniche di neuroimaging attraverso le quali è possibile studiare gli effetti della tossicodipendenza dal punto di vista funzionale, metabolico e strutturale, correlando le alterazioni cerebrali al tipo di sostanza e dal tempo di utilizzo, con l obiettivo primario di dimostrare in maniera analitica come l uso di droghe possa alterare il corretto funzionamento cerebrale e portare ad alterazioni cerebrali simili a vere e proprie malattie degenerative. solo conoscendo anticipatamente i rischi a cui si va incontro utilizzando droghe, con prove evidenti date dalle immagini elaborate, si può educare i ragazzi a non avvicinarsi alle sostanze d abuso e aiutare chi già ne fa uso a smettere. tanto è stato fatto è tanto c è ancora da fare, ma siamo convinti che, unendo gli sforzi di tutti gli operatori che ogni giorno affrontano una piaga sociale come quella della droga, è possibile cambiare le cose; noi sappiamo che il dipartimento politiche antidroga è e sarà comunque sempre al fianco di chi vuole concretamente e attivamente cambiare le cose. z DIREZIONE DEL PROGETTO Giovanni Serpelloni, Elisabetta Simeoni, Pietro Canuzzi, Alessandra Liquori O Neil direttore Responsabile Giovanni Serpelloni comunicazione istituzionale Fiorella Calò coordinatori di Redazione Eugenio Francesco Valenzi, Roberta Tito Registrazione al Tribunale Civile di Roma Sezione per la Stampa e l Informazione n. 409/2009 del 01/12/2009 Comitato Scientifico Giovanni Addolorato, Gian Maria Battaglia, Elisabetta Bertol, Corrado Celata, Luigi D Onofrio, Rachele Donini, Roberta Frighetto, Bruno Genetti, Teodora Macchia, Roberto Mollica, Felice Nava, Daniela Orlandini, Fabrizio Schifano, Elisabetta Simeoni, Lorenzo Somaini, Franco Tagliaro, Giada Zoccatelli staff scientifico di supporto Diana Candio, Claudia Rimondo, Catia Seri staff di Redazione Francesco Andriani, Paolo Berretta, Luciana Castellini, Arianna Cioffi, Alessandro Cipolla, Lorenza Cretarola, Carlo De Luca, Placido M. Signorino, Lorenzo Tomasini, Luisa Vecchiocattivi, Giulia Vinciguerra supporto allo sviluppo Grafico Riccardo De Conciliis 49

7 LE SMART DRUGS LE SMART DRUGS di GIOVANNI SERPELLONI L inserimento in tabella i del d.p.r. 309/90 dei cannabinoidi sintetici JWH- 018 e JWH-073 e del catinone sintetico mefedrone (decreto del Ministero della salute, 16 giugno 2010) ha aperto una nuova strada alla lotta alla droga e, in particolare, alla lotta alle smart drugs e a tutte quelle attività commerciali denominate smart shop in cui queste vengono vendute e per le quali si può connotare ora il reato di traffico e spaccio. l attenzione è rivolta, in particolar modo, a quei prodotti che vengono commercializzati come incensi, profumatori ambientali, fertilizzanti o sali da bagno di cui si esalta l origine completamente naturale. in realtà, questi prodotti di naturale hanno davvero poco e vengono assunti dagli acquirenti per gli effetti psicoattivi che sanno dare e per la condizione di liceità che, fino a qualche settimana fa, essi possedevano. numerosi sono già stati negli ultimi 8 mesi, nel nostro paese, i casi di intossicazione acuta che hanno richiesto l ingresso ai pronto soccorso di persone che avevano assunto tali prodotti. i cannabinoidi sintetici, infatti, sono in grado di provocare effetti anche 4 volte superiori rispetto al normale thc, principio attivo della cannabis, conducendo a forti malesseri nei consumatori; analogamente, i catinoni sintetici, generalmente ricercati per i loro effetti anfetamino-simili, possono risultare estremamente pericolosi perché, a parità di quantità consumata, risultano essere molto più potenti delle tradizionali anfetamine e sono in grado di dare effetti che, purtroppo, nel Regno unito, sono già esitati in alcuni decessi legati all assunzione di mefedrone. lo scenario diventa ulteriormente preoccupante se si considera che molti consumatori assumono smart drugs in associazione ad alcol, i cui effetti possono interferire con quelli dati dalle prime e, quindi, rappresentare un ulteriore pericolo per chi le assume. era evidente, quindi, la necessità di mettere in campo azioni decise per arginare questo fenomeno. la tabellazione delle nuove molecole è stata accompagnata dall invio di una nota del dipartimento politiche antidroga indirizzata a tutte le procure, le prefetture e le Questure d italia in cui si richiedeva l attivazione di tempestive azioni di controllo nei confronti degli smart shop localizzati su tutto il territorio italiano. Ottimi risultati sono già stati raggiunti dalle Forze dell Ordine di verona e di piacenza. nella prima città, una forte collaborazione tra la squadra Mobile, il dipartimento delle dipendenze dell azienda ulss 20 e l istituto di Medicina legale dell università di verona ha permesso di mettere sotto sequestro un locale presso cui venivano vendute smart drugs a persone di giovane età, molte delle quali minorenni. analogamente, a piacenza, l attività delle Forze dell Ordine, coordinate dalla procura, ha permesso di individuare oltre 400 prodotti contenenti cannabinoidi sintetici illeciti e di determinare la chiusura di uno smart shop della zona. attualmente, le Forze di polizia di tutta italia sono impegnate nell esecuzione di controlli capillari per lo smascheramento di attività commerciali che vendono smart drugs. l attenzione del dipartimento politiche antidroga e del Ministero della salute nei confronti delle smart drugs è viva già da qualche anno. Fino a qualche settimana fa, però, sussisteva la difficoltà di individuare rapidamente i principi attivi contenuti nelle smart drugs, nonché di inserire tempestivamente questi ultimi all interno delle tabelle previste dal testo unico sulle tossicodipendenze. Grazie all attività del sistema nazionale di allerta precoce è stato possibile individuare delle modalità operative che hanno consentito di ridurre al minimo queste tempistiche e di rendere perseguibili in breve tempo le attività commerciali che vendono tali prodotti. Gli effetti dannosi che queste sostanze possono provocare all organismo non sono, infatti, più trascurabili né ignorabili. neppure è più accettabile pensare che se sono legali significa che non fanno male. le evidenze scientifiche e l esperienza del sistema di allerta insegnano, infatti, che la realtà è un altra. È quindi dovere delle istituzioni procedere affinché la vendita di smart drugs venga arginata e rendere consapevoli i consumatori dei rischi che esse rappresentano per la loro salute. pertanto, nei prossimi mesi, procederanno le attività per l individuazione e la tabellazione di nuovi principi attivi e continueranno le operazioni di controllo delle Forze dell Ordine per il contrasto del loro traffico e spaccio. z 50

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