2. Gli impegni dell Italia per la riduzione delle emissioni

Dimensione: px
Iniziare la visualizzazioe della pagina:

Download "2. Gli impegni dell Italia per la riduzione delle emissioni"

Transcript

1 2. Gli impegni dell Italia per la riduzione delle emissioni Nel quadro delle disposizioni stabilite dalla Conferenza di Kyoto, riconoscendo la coerenza e la validità degli orientamenti programmatici comunitari fino a quel momento assunti in materia di politiche per lo sviluppo sostenibile, il Consiglio dei Ministri dell Ambiente dell Unione Europea procede, in data 17 giugno 1998, ad una ripartizione delle quote di riduzione delle emissioni tra gli Stati-membri, da conseguirsi entro il periodo Tenuto conto del basso livello d intensità energetica che già connota l Italia in rapporto ad altri Stati-membri, al nostro Paese viene assegnato un obiettivo di riduzione delle emissioni, esteso ai sei gas di riferimento, pari al 6.5% rispetto ai livelli del 1990: un entità di riduzione, quest ultima che, considerando la crescita tendenziale delle emissioni, corrisponde secondo le stime della Commissione Europea a circa 100 milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente. Infine, la decisione del Consiglio stabilisce che gli obiettivi di riduzione potranno essere raggiunti procedendo per traguardi successivi, a partire dal 2002 e con un primo risultato intermedio significativo nel 2005, e che gli stessi dovranno essere verificati su base annuale sia a livello nazionale, sia a livello comunitario. Per quanto l obiettivo assegnato all Italia risulti inferiore a quello di altri Paesi europei, pur tuttavia esso appare fin da subito estremamente impegnativo e tale da richiedere un immediato coordinamento delle diverse politiche settoriali che potranno concorrere al suo raggiungimento. Un esigenza, quest ultima, già evidenziata dalla delibera CIPE del con la quale veniva approvata la seconda Comunicazione Nazionale alla Convenzione sui cambiamenti climatici, unitamente ad una serie di obiettivi e indirizzi di settore destinati ad informare di sé la successiva definizione di programmi intersettoriali d intervento per l abbattimento delle emissioni in questione. Linee Guida per le politiche e le misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra Il compito di studiare e proporre un piano d azione multidisciplinare che, per l appunto, sia caratterizzato da un elevato livello di coordinamento tra le misure suggerite è attribuito ad un Gruppo di lavoro interministeriale presieduto dal Ministro per l Ambiente, istituito nella primavera del Tale Comitato elabora, nell autunno successivo, le Linee Guida per le politiche e le misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra. Il documento, che viene approvato con la delibera CIPE del 19 novembre 1998, fissa gli obiettivi e le azioni necessarie per la riduzione, entro il e rispetto ai livelli del 1990, del 6.5% delle emissioni dei gas controllati dal Protocollo di Kyoto. A questo riguardo, i criteri che hanno ispirato la definizione delle azioni a valenza nazionale, ivi contenute, sono i seguenti: valorizzare il potenziale di riduzione e assorbimento delle emissioni dei gas serra connesso ai programmi ed agli interventi comunque necessari per l adeguamento alle direttive ed ai regolamenti europei, oltre che alle leggi 235

2 nazionali in materia di protezione dell ambiente, di produzioni agricole e forestali, di produzione e distribuzione dell energia, di reti e mezzi di trasporto; orientare l ammodernamento del sistema energetico e industriale, e delle infrastrutture per la mobilità e il trasporto delle merci, secondo il criterio della migliore efficienza energetica; favorire lo sviluppo delle tecnologie innovative a basse emissioni, con particolare riferimento alle fonti rinnovabili, al fine di potenziare sia le capacità produttive nazionali, sia le prospettive della cooperazione internazionale nell ambito del Protocollo di Kyoto; favorire programmi di assorbimento e fissazione del carbonio atmosferico attraverso forme stabili di aumento della copertura vegetale, dentro e fuori l agricoltura, e di incremento dell humus nei suoli. Alla luce di tali criteri, il CIPE con la deliberazione del ha individuato gli obiettivi di riduzione delle emissioni collegati a sei azioni a carattere nazionale (cfr. successiva Tabella 2), ponendo in capo ai diversi ministeri competenti l elaborazione di specifici programmi settoriali d intervento, tra i quali si segnalano: - il Programma nazionale per l informazione sui cambiamenti climatici, approvato dal CIPE con deliberazione 21 dicembre 1999, n. 218; - il Programma nazionale per la ricerca sul clima, approvato dal CIPE con deliberazione 21 dicembre 1999, n. 266; - il Programma nazionale per la valorizzazione delle biomasse agricole e forestali approvato dal CIPE con deliberazione21 dicembre 1999, n. 217; - il Libro Bianco per la valorizzazione energetica delle fonti rinnovabili approvato dal CIPE con deliberazione 6 agosto 1999, n. 126; - il Programma nazionale biocombustibili, approvato dal CIPE con deliberazione 15 febbraio 2000, n. 27. L articolato panorama di impegni, definito dalla deliberazione CIPE n. 137/98, costituisce il primo piano d attività finalizzato al conseguimento degli obiettivi approvati dalla delibera CIPE, nell ambito delle seguenti azioni nazionali: 236

3 Azioni nazionali per la riduzione delle emissioni dei gas serra Aumento di efficienza nel parco termoelettrico Riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti Produzione di energia da fonti rinnovabili Riduzione dei consumi energetici nei settori industriale/abitativo/terziario Riduzione delle emissioni nei settori non energetici Assorbimento delle emissioni di CO 2 dalle foreste Tab. 2 Mt CO 2 obiettivo al 2002 Mt CO 2 obiettivo al 2006 Mt CO 2 Obiettivo al /5-10/12-20/23-4/6-9/11-18/21-4/5-7/9-18/20-6/7-12/14-24/ /9-15/19 - (- 0.7) Totale - 20/25-45/55-95/112 La quantificazione degli obiettivi nazionali di riduzione delle emissioni, espressi in termini di milioni di tonnellate di anidride carbonica equivalente in rapporto ai tre orizzonti temporali di riferimento (2002, 2006, ), si è resa necessaria sia per individuare e quantificare i programmi d azione, sia per verificarne l attuazione, come del resto richiesto dall Unione Europea. Le Azioni nazionali per la riduzione delle emissioni Per quanto attiene più specificamente la natura delle sei azioni nazionali approvate dal CIPE si può considerare quanto segue: Aumento di efficienza nel parco termoelettrico Si tratta di una direttrice d azione i cui obiettivi collegati di riduzione delle emissioni potranno essere raggiunti grazie all effetto combinato di due importanti fattori: l uno strettamente correlato alle dinamiche di mercato, l altro conseguente all entrata in vigore di un atto normativo. Per un verso, infatti, alla luce del processo in atto di liberalizzazione del mercato dell energia elettrica, a seguito del recepimento della Direttiva 96/92 CE con il cosiddetto Decreto Bersani (D.Lgs. 79/99), il rinnovamento degli impianti di generazione elettrica esistenti corrisponde, per gli operatori del mercato, ad una precisa esigenza fisiologica dettata da ragioni di efficienza economica, prima ancora che da necessità di tutela ambientale. In secondo luogo, il Decreto Legislativo n. 372/99 di recepimento della Direttiva 96/61 CE sulla prevenzione e riduzione integrate dell inquinamento prevede che anche nel settore della generazione elettrica gli impianti a bassa efficienza esistenti, possano essere riautorizzati solo se ristrutturati mediante il ricorso alle migliori tecnologie disponibili per la protezione dell ambiente. 237

4 Riduzione dei consumi energetici nel settore dei trasporti L inquinamento atmosferico da traffico veicolare insieme con la scarsa razionalità del sistema italiano dei trasporti costituiscono al tempo stesso indicatori della insostenibilità ambientale e dell inefficienza economica del settore. La direttrice d intervento proposta per la riduzione delle emissioni di CO 2 generata dalla combustione dei carburanti rappresenta pertanto una via che consente di realizzare nel contempo obiettivi di compatibilità ambientale ed economici. In particolare, i positivi effetti economici di misure ambientali, quali il trasferimento da strada a ferrovia delle merci, la realizzazione di linee ferroviarie e tramviarie per il trasporto rapido di massa, la dotazione di veicoli a basse emissioni per le flotte pubbliche e del trasporto pubblico, la promozione di forme alternative per la mobilità privata e l utilizzazione di biocarburanti, possono correlarsi sia all aumento di velocità del trasporto, sia all animazione di significative attività industriali. Produzione di energia da fonti rinnovabili Come si è evidenziato nel cap. 1, la Commissione Europea attribuisce allo sviluppo di questo settore significative potenzialità nel concorrere al raggiungimento degli obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, e la tempo stesso di innovazione e di creazione di nuova occupazione. A questo riguardo, anche nella situazione italiana particolari occasioni di crescita sono legate alla possibilità, ancora in parte inesplorata, di ricorrere alla produzione di energia da impianti fotovoltaici e solari termici, dalla fonte eolica e dalla combustione delle biomasse. In particolare, si rileva che l impiego di queste ultime consentirebbe di avviare un circolo virtuoso che alla produzione di energia affiancherebbe l aumento della superficie forestata e boschiva, utile per l assorbimento del carbonio e il rafforzamento dei presidi naturali per la difesa del suolo contro il dissesto idrogeologico. Riduzione dei consumi energetici nei settori industriale/abitativo/terziario In tale direttrice d azione, le misure possibili sono finalizzate a sostenere la domanda di efficienza energetica attraverso l indicazione di standards e norme tecniche da un lato e la promozione di accordi volontari e di metodiche di Demand Side Management dall altro. In particolare, sono previste misure dirette a promuovere l aumento della penetrazione del gas naturale negli usi civili e industriali, standards e accordi volontari per l efficienza energetica nelle produzioni industriali e la riduzione dei consumi elettrici, dei consumi per il riscaldamento e il condizionamento, delle perdite termiche dagli edifici. Ad esse potranno essere affiancate misure dirette specificamente alla promozione dell uso di biocombustibili per il riscaldamento, nonché delle migliori tecnologie per il soddisfacimento di una data domanda di energia. 238

5 Riduzione delle emissioni nei settori non energetici Le misure previste in seno a tale azione a carattere nazionale riguardano tre rilevanti settori, e precisamente l industria chimica, la zootecnia e la gestione dei rifiuti: - abbattimento di tonnellate di emissioni di protossido d azoto dai processi industriali; - abbattimento di tonnellate di emissioni di metano dalle discariche; - riciclaggio dei rifiuti di plastica, carta e vetro; - abbattimento di tonnellate di emissioni di metano dagli allevamenti agricoli; - riduzione delle emissioni di esafluoruri di zolfo (SF6) e di idrofluorocarburi (HFC). Tali misure, per quanto relative a modeste quantità assolute di gas serra, se rapportate alla dimensione di riduzione attesa dalla realizzazione di altre misure, appaiono tuttavia rilevanti, se si considera il potere di riscaldamento dei gas in questione, di gran lunga superiore a quello dell anidride carbonica. Assorbimento delle emissioni di CO 2 dalle foreste Si tratta di una misura integrativa rispetto alle tradizionali misure industriali di cui, peraltro, allo stato attuale non sono valutabili con precisione i benefici in termini di assorbimento netto di carbonio, ma che tuttavia appare interessante per i potenziali sviluppi dal punto di vista ambientale ed economico. Come, del resto, già traspariva nei criteri che hanno ispirato la definizione delle azioni a valenza nazionale, nella delibera CIPE , i programmi per la riduzione delle emissioni rappresentano altresì al tempo stesso un occasione per modernizzare il sistema-paese secondo i criteri dell efficienza ambientale ed energetica, oltre che per aprire nuove prospettive alla cooperazione internazionale. Acquista dunque fondamentale importanza nella stessa definizione dei programmi d intervento la ricerca della flessibilità delle misure, della sinergia tra gli interventi e del valore aggiunto quale effetto del coordinamento dell azione, al fine di garantire il più favorevole rapporto tra le risorse impegnate e i risultati attesi. Si tratta di un principio di buona programmazione che il CIPE già evidenziava nella sua delibera del In essa, infatti, si precisa che all atto stesso della elaborazione dei programmi di contenimento delle emissioni devono essere favorite quelle misure d intervento che risultino coerenti con gli obiettivi della politica economica del Governo, e che in particolare concorrono al consolidamento e sviluppo dell occupazione, al miglioramento della bilancia dei pagamenti, al rafforzamento del sistema produttivo, al riequilibrio territoriale, prevedendo nel contempo un coinvolgimento finanziario di operatori privati e delle risorse comunitarie. 239

6 Gli strumenti d intervento Secondo le previsioni contenute nelle Linee Guida, gli investimenti necessari per il raggiungimento degli obiettivi di riduzione ammontano a circa 100 mila miliardi di lire in anni. La maggior parte di tali investimenti consentirà una riduzione del consumo di fonti energetiche primarie, pari ad un risparmio di circa mila miliardi di lire. Stima degli investimenti necessari al conseguimento degli obiettivi di riduzione In prima approssimazione l attuazione del Protocollo di Kyoto comporterà per l Italia la mobilitazione di investimenti pubblici pari a circa mila miliardi di lire. Questa stima corrisponde ad una valutazione per eccesso, perché non quantifica i benefici indiretti, attualmente in corso di valutazione, connessi con una migliore salvaguardia dell ambiente locale e la diffusione dell innovazione. In particolare, si evidenzia che gli investimenti pubblici dovranno essere finalizzati a sostenere la ricerca sul clima, lo sviluppo delle tecnologie per l impiego delle fonti rinnovabili, la cooperazione internazionale nell ambito del Protocollo di Kyoto, e a tal fine si propone l istituzione di un Fondo nazionale per la protezione del clima, al quale dovrebbe essere garantita una dotazione finanziaria pari a circa 800/1000 miliardi di lire/anno sino al Il documento Linee Guida elaborato dal Gruppo di lavoro interministeriale, pur non entrando nel merito degli specifici strumenti d intervento che dovranno essere utilizzati per garantire l efficace perseguimento degli obiettivi di riduzione prefissati, presuppone l adozione di politiche e strumenti intersettoriali pluriennali, coordinati nell ambito di una strategia comune finalizzata alla complessiva razionalizzazione dell utilizzo delle risorse energetiche. Tali politiche afferiscono a due campi di azione principali: a) la programmazione e il governo dello sviluppo e dell uso delle risorse da parte delle diverse Amministrazioni, attraverso il ricorso ai seguenti strumenti: - norme, standards, incentivi e disincentivi, accordi volontari per l uso razionale dell energia, l efficenza energetica, lo sviluppo delle fonti rinnovabili; - azione promozionali, informazione ed educazione ambientale; - piano nazionale per la tutela della qualità dell aria; - piani regionali per la tutela della qualità dell aria, piani energetici regionali, piani regionali dei trasporti, piani energetici comunali; - piani urbani del traffico; b) l iniziativa economica e industriale per l innovazione tecnologica e la minimizzazione dei consumi energetici, sostenuta dagli investimenti privati e dal cofinanziamento pubblico (nazionale ed europeo). 240

7 La Carbon Tax É, per l appunto, nel contesto di una politica per una corretta gestione delle risorse energetiche mirata al perseguimento di una maggiore efficienza in tutti i settori interessati che occorre inquadrare anche le misure predisposte dal Governo in materia di tassazione ambientale delle fonti energetiche (Carbon Tax). Lo strumento fiscale a tal fine elaborato rappresenta, infatti, un primo passo nella direzione di una revisione della attuale struttura delle accise, che tenga conto delle esternalità connesse all uso dei combustibili fossili. Con essa, da una parte si soddisfa l esigenza di armonizzare a livello comunitario il sistema di accise attualmente vigente nel settore, dall altra vengono tassate le emissioni di anidride carbonica dei diversi combustibili in relazione al loro contenuto di carbonio, con lo scopo di orientare i consumi in senso favorevole all ambiente, contenendo progressivamente la produzione di gas serra. La finalità della Carbon Tax è disincentivare l uso dei combustibili ad alto contenuto di carbonio e favorire quelli a basso contenuto, nonché di incentivare le iniziative tendenti ad elevare l efficienza energetica e di assecondare l utilizzo delle fonti rinnovabili. A questo riguardo, si può affermare che l introduzione di tale strumento fiscale ha rappresentato il concreto avvio del programma di interventi finalizzati all attuazione del Protocollo di Kyoto e della deliberazione del 17 giugno 1998 del Consiglio dei Ministri europei dell Ambiente. A questo proposito, si rileva come i fondi carbon tax diretti ad incentivare iniziative di riduzione delle emissioni inquinanti, di miglioramento dell efficienza energetica e di utilizzo delle fonti rinnovabili, sono stati destinati una tantum alle Regioni, in virtù dei successivi decreti emanati dal Ministero dell Ambiente, di concerto con altri Ministeri, in attuazione del disposto di cui all art. 8, comma 10, lett. f) della legge 23 dicembre 1998,n. 448, che hanno provveduto, di concerto con gli enti locali, alle loro destinazioni. Lo stanziamento di fondi per gli anni successivi, infatti, non ha trovato nelle leggi finanziarie, compresa quella per l anno 2003, precisi riferimenti attuativi. Ciò detto, sebbene stemperata nella sua efficacia pluriennale, la Carbon Tax appare ancora oggi un ausilio irrinunciabile per l avvio di una politica delle risorse ispirata ai principi di Kyoto. Considerando, infatti, che l Italia presenta tra i Paesi maggiormente sviluppati il più basso consumo di energia pro-capite (2,7 tep/anno contro una media OCSE di 4,8), riduzioni significative dei consumi energetici richiedono interventi strutturali in grado di ridurre le quote marginali di emissione, solo in parte compatibili con l orizzonte temporale di breve periodo e ancora molto condizionati dalle incertezze sui futuri assetti del sistema industriale energetico e delle infrastrutture di trasporto. Nella impostazione adottata, il nuovo strumento di fiscalità ambientale appare, inoltre, pienamente congruente con gli obiettivi di una politica ambientale finalizzata all incremento dell occupazione. A questo riguardo, è appena il caso di ricordare che le maggiori entrate derivanti dalle disposizioni saranno destinate, in primo luogo, a compensare la riduzione degli oneri sociali gravanti sul costo del lavoro, con prevedibili effetti incrementali sul livello dell occupazione. 241

8 Ratifica del Protocollo di Kyoto La proposta di revisione delle Linee Guida L Italia ha ratificato il Protocollo di Kyoto con la legge 1 giugno 2002, n L art. 2 di questa legge prevede che il Ministero dell Ambiente presenti al CIPE un piano nazionale per la riduzione dei livelli di emissione dei gas serra e l aumento del loro assorbimento unitamente ad una relazione contenente, tra l altro, lo stato di attuazione e la proposta di revisione della delibera CIPE n. 137 del 19 novembre 1998, con l individuazione delle politiche e delle misure finalizzate: 1. al raggiungimento dei migliori risultati in termini di riduzione delle emissioni mediante il miglioramento dell efficienza energetica del sistema economico nazionale e un maggiore utilizzo delle fonti energetiche rinnovabili; 2. all aumento degli assorbimenti dei gas serra; 3. alla piena utilizzazione dei meccanismi istituiti dal Protocollo di Kyoto per la realizzazione di iniziative congiunte con gli altri Paesi industrializzati (joint implementation) e con quelli in via di sviluppo (clean development mechanism); 4. all accelerazione delle iniziative di ricerca e sperimentazione per l introduzione dell idrogeno quale combustibile nei sistemi energetico e dei trasporti nazionali, nonché per la realizzazione di impianti per la produzione di energia con biomasse, di impianti fotovoltaici, eolici, che utilizzano il solare termico e quelli che impiegano combustibile derivato dai rifiuti solidi urbani e dal biogas. A distanza di quattro anni dalla deliberazione 19 novembre 1998, alla luce del nuovo panorama normativo e di quanto previsto dalla legge di ratifica del protocollo di Kyoto, il CIPE ha elaborato una proposta di revisione delle linee guida per le politiche e misure nazionali di riduzione delle emissioni dei gas serra. Si tratta di un documento complesso che, sulla base di sei allegati dedicati rispettivamente alle emissioni storiche di gas serra italiane, allo scenario tendenziale, allo scenario di riferimento, alle misure di intervento per la generazione e certificazione dei crediti di carbonio, ad ulteriori politiche di riduzione e a meccanismi flessibili, individua le politiche e misure finalizzate -in attuazione della Legge 120/02- ad un ulteriore riduzione delle emissioni pari a 41,1 Mt CO 2 eq. come indicato nella tabella riportata (tab. 3). Tab. 3 scenari di emissione e obiettivo di riduzione al stabilito dalla legge 120/2002 (mt co2eq) Scenario a legislazione vigente Scenario di riferimento 242 Obiettivo di emissione Ulteriore riduzione necessaria per il raggiungimento dell obiettivo 579,8 582,2 487,1 41,1 Al fine di comprendere la tabella va specificato che il primo scenario fa riferimento alle emissioni prevedibili a legislazione vigente mentre quello successivo comprende misure già individuate ancorchè non ancora attuate, integrate al precedente scenario e ai crediti di carbonio da attività già avviate. In sede di revisione della deliberazione 137/98 sono fissati i livelli massimi di emissione assegnati ai singoli settori per l anno 2005 e per il

9 periodo (cfr. tabella n. 4) con la possibilità di ricorrere al mercato dei permessi di emissione o allo scambio di quote di emissione, secondo i meccanismi di Emissions Trading (ET) e di Joint Implementation (JI) e Clean Development Mechanism (CDM) del Protollo di Kyoto. Tab. 4 Livelli massimi di emissioni di gas serra al 2005 e per il periodo (Mt CO 2 eq) Emissioni Livelli max di emissioni di gas serra USI ENERGETICI di cui 424,9 441,0 444,5 Industrie energetiche: 147,4 144,9 144,4 -termoelettrico 124,9 126,0 124,1 -raffinazione (consumi diretti) 18,0 18,2 19,2 -altro 4,5 6,7 1,1 Industria 85,5 79,0 80,2 Trasporti 103,5 130,8 134,7 Civile (incluso terziario e p.a.) 70,2 69,5 68,0 Agricoltura 9,0 9,0 9,6 Altro (fughe, militari, aziende di 9,3 7,7 7,6 distribuzione) USI NON ENERGETICI 96,1 91,5 95,6 Processi industriali (industria 35,9 30,7 30,4 mineraria, chimica) Agricoltura 43,4 40,5 41,0 Rifiuti 13,7 11,0 7,5 Altro (solventi, fluorurati) 3,1 9,3 16,7 TOTALE 521,0 532,4 540,1 La revisione della deliberazione CIPE del 1998 si ispira ai criteri di coerenza con la modernizzazione dell economia nazionale, in particolare nei settori della produzione di energia e dei trasporti e in quelli che possono favorire lo sviluppo di nuove tecnologie. Le azioni previste nell ambito dell analisi dello scenario di riferimento richiedono sia la predisposizione di specifiche normative, sia l implementazione di politiche più generali, non di carattere strettamente ambientale. In particolare è dato risalto alla necessità di: modernizzare il paese attraverso la realizzazione di opere infrastrutturali; realizzare nuovi impianti a ciclo combinato e nuove linee di importazione dall estero di gas ed elettricità che favoriscano l entrata di nuovi operatori, migliorando l efficienza energetica e creando le condizioni essenziali per la riduzione dei prezzi dell elettricità e del gas all interno delle politiche di liberalizzazione dei mercati dell energia; gestire in modo integrato il territorio e l ambiente per lo sfruttamento delle energie rinnovabili, attraverso la realizzazione e gestione efficiente di filiere industriali integrate con particolare riguardo all utilizzo dell energia eolica, alla gestione dei rifiuti e all impiego delle biomasse. 243

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 21 MAGGIO 2015 240/2015/R/EEL RICONOSCIMENTO DEI COSTI, SOSTENUTI NELL ANNO 2014 DALLA SOCIETÀ TERNA S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DELLE ATTIVITÀ INERENTI LA GESTIONE E LO SVILUPPO DEL SISTEMA

Dettagli

Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna. Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia

Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna. Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia Le politiche energetiche della Regione Emilia Romagna Alberto Rossini Coordinatore ANCI Emilia-Romagna del PAES Valmarecchia Santarcangelo di Romagna 19 Febbraio 2015 Le politiche energetiche in Europa

Dettagli

Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8. Corte dei conti Italia. Sicurezza energetica

Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8. Corte dei conti Italia. Sicurezza energetica Videoconferenza tra le Istituzioni superiori di controllo dei Paesi membri del G8 7 giugno 2006 Corte dei conti Italia Sicurezza energetica 1. L Italia e la sicurezza energetica Il tema della sicurezza

Dettagli

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA

AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA DCO 2/08 AGGIORNAMENTO DEL FATTORE DI CONVERSIONE DEI KWH IN TEP CONNESSO AL MECCANISMO DEI TITOLI DI EFFICIENZA ENERGETICA (Articolo 2, comma 3, dei decreti ministeriali 20 luglio 2004) Documento per

Dettagli

L efficienza energetica in edilizia

L efficienza energetica in edilizia L efficienza energetica in edilizia Ing. Nicola Massaro - ANCE L Aquila, 13 maggio 2015 www.edifici2020.it Con il patrocinio di Negli ultimi anni si è evoluta la consapevolezza che la sostenibilità, nel

Dettagli

Comune di San Martino Buon Albergo

Comune di San Martino Buon Albergo Comune di San Martino Buon Albergo Provincia di Verona - C.A.P. 37036 SISTEMA DI VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI DIRIGENZIALI Approvato dalla Giunta Comunale il 31.07.2012 INDICE PREMESSA A) LA VALUTAZIONE

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO PARERE 2 OTTOBRE 2014 478/2014/I/EFR PARERE AL MINISTRO DELLO SVILUPPO ECONOMICO E AL MINISTRO DELL AMBIENTE E DELLA TUTELA DEL TERRITORIO E DEL MARE SULLO SCHEMA DI DECRETO RECANTE CRITERI PER LA RIMODULAZIONE

Dettagli

Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE). IL TESTO

Efficienza energetica, online il Piano d'azione 2014 (PAEE). IL TESTO casaeclima.com http://www.casaeclima.com/ar_18985 ITALIA-Ultime-notizie-paee-efficienza-energetica-Efficienza-energetica-online-il-Pianodazione-2014-PAEE.-IL-TESTO-.html Efficienza energetica, online il

Dettagli

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni

Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni Provincia- Revisione della disciplina delle funzioni L art. 1, comma 86, della l. n. 56/2014 ha elencato le funzioni fondamentali delle Province non comprendendo tra queste il servizio idrico integrato;

Dettagli

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005

PIEMONTE. D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 PIEMONTE D.G.R. n. 76 688 del 1/8/2005 Oggetto: Programmazione della rete scolastica nella Regione Piemonte - anni scolastici 2005/06-2006/07 art. 138 del D.lgs 112/98. Indicazioni programmatiche inerenti

Dettagli

I meccanismi flessibili per la riduzione dei gas serra: il progetto Desair

I meccanismi flessibili per la riduzione dei gas serra: il progetto Desair I meccanismi flessibili per la riduzione dei gas serra: il progetto Desair Edoardo Croci IEFE - Università Bocconi FUTURO SOSTENIBILE: AZIONI E STRUMENTI Conferenza programmatica DG Qualità dell ambiente

Dettagli

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra

SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA. fra Regione Campania SCHEMA di PROTOCOLLO D INTESA fra L Ente Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano La Provincia di Salerno Le Comunità Montane..., La Comunità Montana..., La Comunità Montana..., Ecc

Dettagli

Strategia Energetica Nazionale: per un energia più competitiva e sostenibile

Strategia Energetica Nazionale: per un energia più competitiva e sostenibile Strategia Energetica Nazionale: per un energia più competitiva e sostenibile Elementi chiave del documento di Strategia Energetica Nazionale Marzo 2013 Agenda Sintesi obiettivi, priorità e risultati attesi

Dettagli

Gli obiettivi del Piano energetico regionale. Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia

Gli obiettivi del Piano energetico regionale. Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia Gli obiettivi del Piano energetico regionale Intervento dell Ing. Sebastiano Cacciaguerra Direttore del Servizio Energia 1 Il progetto del PER Il Servizio Energia è attualmente impegnato, attraverso un

Dettagli

CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA

CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA CONAI: BILANCIO DI DIECI ANNI DI ATTIVITA A distanza di 10 anni dall inizio della sua attività è possibile fare un primo bilancio dei risultati dell impegno che il sistema delle imprese, rappresentato

Dettagli

II.11 LA BANCA D ITALIA

II.11 LA BANCA D ITALIA Provvedimento del 24 marzo 2010. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di contenuto generale della Banca d Italia nell esercizio delle funzioni di vigilanza bancaria

Dettagli

Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09

Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09 Testo risultante dalle modifiche ed integrazioni apportate con deliberazione 11 febbraio 2009, EEN 1/09 Deliberazione 16 dicembre 2004 Determinazione del contributo tariffario da erogarsi ai sensi dell

Dettagli

Vigilanza bancaria e finanziaria

Vigilanza bancaria e finanziaria Vigilanza bancaria e finanziaria DISPOSIZIONI DI VIGILANZA IN MATERIA DI POTERI DI DIREZIONE E COORDINAMENTO DELLA CAPOGRUPPO DI UN GRUPPO BANCARIO NEI CONFRONTI DELLE SOCIETÀ DI GESTIONE DEL RISPARMIO

Dettagli

DECRETO 27 Marzo 1998 del Ministero dell'ambiente

DECRETO 27 Marzo 1998 del Ministero dell'ambiente DECRETO 27 Marzo 1998 del Ministero dell'ambiente Mobilita' sostenibile nelle aree urbane (GU n. 179 del 3-8-1998) Registrato alla Corte dei conti il 9 luglio 1998 Registro n. 1 Ambiente, foglio n. 212

Dettagli

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti DIPARTIMENTO PER IL COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO, IL PERSONALE ED I SERVIZI GENERALI

Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti DIPARTIMENTO PER IL COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO, IL PERSONALE ED I SERVIZI GENERALI Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti DIPARTIMENTO PER IL COORDINAMENTO DELLO SVILUPPO DEL TERRITORIO, IL PERSONALE ED I SERVIZI GENERALI 1. Introduzione I PIANI URBANI DELLA MOBILITA (PUM) Linee

Dettagli

Il Ministro dello Sviluppo Economico

Il Ministro dello Sviluppo Economico Il Ministro dello Sviluppo Economico Visto il decreto legislativo 31 marzo 1998, n. 123, recante disposizioni per la razionalizzazione degli interventi di sostegno pubblico alle imprese, pubblicato nella

Dettagli

L efficienza energetica in edilizia

L efficienza energetica in edilizia EDIFICI A ENERGIA QUAZI ZERO VERSO IL 2020 Il roadshow per l efficienza energetica L efficienza energetica in edilizia Ing. Nicola Massaro ANCE Roma, 9 maggio 2014 www.edifici2020.it Sostenibilità è (anche)

Dettagli

Il Sistema Internazionale delle Emissioni e gli Strumenti di Flessibilità

Il Sistema Internazionale delle Emissioni e gli Strumenti di Flessibilità Il Sistema Internazionale delle Emissioni e gli Strumenti di Flessibilità Modelli integrati territoriali per l utilizzo dei biocarburanti Università di Teramo spapa@unite.it Riscaldamento terrestre Secondo

Dettagli

Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change http://unfccc.int protocollo di Kyoto

Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change http://unfccc.int protocollo di Kyoto Protocollo di Kyoto Nel 1988 Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) gruppo intergovernativo indipendente, informa l opinione pubblica e i politici sui progressi della ricerca sul cambiamento

Dettagli

L energia. La riqualificazione e l efficienza. energetica: obiettivi ambientali e obblighi

L energia. La riqualificazione e l efficienza. energetica: obiettivi ambientali e obblighi La riqualificazione e l efficienza L energia energetica: per uscire dalla obiettivi ambientali e obblighi crisi: di legge le opportunità per la riqualificazione energetica degli edifici Sara Vito Assessore

Dettagli

Avvio della programmazione 2007-13

Avvio della programmazione 2007-13 Avvio della programmazione 2007-13 Definizione dei criteri di selezione degli interventi per l attuazione delle strategie previste dal Programma Cagliari 9.11.2007 1 Le prossime scadenze Attività Definizione

Dettagli

OSSERVAZIONI il settore industriale

OSSERVAZIONI il settore industriale OSSERVAZIONI Lo stabilimento siderurgico di Taranto costituisce un enorme patrimonio nazionale, perché é in grado di competere ai massimi livelli internazionali, e un suo sottoutilizzo non comporta solo

Dettagli

Rapporto ambientale Anno 2012

Rapporto ambientale Anno 2012 Rapporto ambientale Anno 2012 Pagina 1 di 11 1 ANNO 2012 Nell anno 2005 la SITI TARGHE srl ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008 e

Dettagli

Normativa di riferimento

Normativa di riferimento Normativa di riferimento La normativa in materia di energie alternative da fonti rinnovabili è presente a diverse scale territoriali: da indirizzi a livello globale ed europeo sino ad una trattazione a

Dettagli

Energie rinnovabili ed efficienza energetica

Energie rinnovabili ed efficienza energetica 06_Energia:06_Energia 22-01-2010 14:37 Pagina 93 Energie rinnovabili ed efficienza energetica Impianto fotovoltaico realizzato a Taverna (CZ) 06_Energia:06_Energia 22-01-2010 14:37 Pagina 94 L obiettivo

Dettagli

Michela Gallo. CE.Si.S.P. Centro per lo Sviluppo della Sostenibilità dei Prodotti Università di Genova. Pavia

Michela Gallo. CE.Si.S.P. Centro per lo Sviluppo della Sostenibilità dei Prodotti Università di Genova. Pavia La creazione e la contabilizzazione di un credito locale di CO 2 Michela Gallo CE.Si.S.P. Centro per lo Sviluppo della Sostenibilità dei Prodotti Università di Genova 13 ottobre 2008 Pavia Il Protocollo

Dettagli

Emissions trading: funzionamento, aspetti normativi e contrattuali 22/04/2010

Emissions trading: funzionamento, aspetti normativi e contrattuali 22/04/2010 Emissions trading: funzionamento, aspetti normativi e contrattuali 22/04/2010 1 Quadro normativo di riferimento (i) Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici adottata a New York

Dettagli

PROTOCOLLO D INTESA. Trento, 15 gennaio 2016 Protocollo d Intesa - Conferenza stampa pag. 1

PROTOCOLLO D INTESA. Trento, 15 gennaio 2016 Protocollo d Intesa - Conferenza stampa pag. 1 PROTOCOLLO D INTESA Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti e Amministrazioni pubbliche territoriali e locali Socie di Autostrada del Brennero S.p.A. Trento, 15 gennaio 2016 Intesa - Conferenza

Dettagli

Seconda Conferenza nazionale sull'efficienza energetica

Seconda Conferenza nazionale sull'efficienza energetica Seconda Conferenza nazionale sull'efficienza energetica Integrare l'efficienza energetica con le rinnovabili Perché e come rilanciare le politiche di efficienza energetica Bruno Bellò Presidente Coaer

Dettagli

Energia. RSA Provincia di Milano. Energia

Energia. RSA Provincia di Milano. Energia RSA Provincia di Milano Energia Fig. 1: consumi elettrici per ciascun settore La produzione e il consumo di energia hanno impatto dal punto di vista ambientale, soprattutto per ciò che riguarda il consumo

Dettagli

Imprese, forestazione e crediti di emissioni di CO 2

Imprese, forestazione e crediti di emissioni di CO 2 Imprese, forestazione e crediti di emissioni di CO 2 di Danilo Devigili Verbania,19 gennaio 2008 impatto energetico i consumi di energia elettrica in Italia sono ca 317.000 mln di Kwh, di questi il 50%

Dettagli

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato

Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato Relazione tecnica Presupposti per la determinazione per l anno 2003 del prezzo all ingrosso dell energia elettrica destinata ai clienti del mercato vincolato 1. Premessa e contesto normativo Il provvedimento

Dettagli

Anno 2014. Rapporto ambientale

Anno 2014. Rapporto ambientale Anno 2014 Rapporto ambientale 1 ANNO 2014 Nell anno 2005 la SITI TARGHE S.r.l. ha ottenuto la certificazione ambientale secondo la norma internazionale ISO 14001:2004, rinnovata nel 2008, nel 2011 e nel

Dettagli

Oggetto: il PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale) IL CONTESTO europeo nazionale provinciale

Oggetto: il PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale) IL CONTESTO europeo nazionale provinciale Oggetto: il PEAP (Piano Energetico Ambientale Provinciale) IL CONTESTO europeo nazionale provinciale a livello comunitario: Direttiva Fonti Energetiche Rinnovabili (Direttiva 2009/28/EC) Direttiva Emission

Dettagli

Ritenuto necessario provvedere in merito;

Ritenuto necessario provvedere in merito; PROGRAMMA TRIENNALE LL.PP. 2010/2012. AGGIORNAMENTO SCHEMA. APPROVAZIONE PROGETTO PRELIMINARE PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO.- LA GIUNTA COMUNALE Premesso: 1. che la direttiva dell Unione Europea

Dettagli

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato

5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato 5. IL PIANO FINANZIARIO 5.1 Organizzazione delle fonti di finanziamento e coinvolgimento del settore privato La predisposizione del piano finanziario per il POR della Basilicata è stata effettuata sulla

Dettagli

PROGETTI PER L EFFICIENTAMENTO DELL ILLUMINAZIONE STRADALE PROVINCIALE. Mestre, Auditorium del Centro Servizi 1 della Provincia di Venezia

PROGETTI PER L EFFICIENTAMENTO DELL ILLUMINAZIONE STRADALE PROVINCIALE. Mestre, Auditorium del Centro Servizi 1 della Provincia di Venezia PROGETTI PER L EFFICIENTAMENTO DELL ILLUMINAZIONE STRADALE PROVINCIALE 29 giugno 2012 29 giugno 2012 Mestre, Auditorium del Centro Servizi 1 della Provincia di Venezia INDICE DELLA PRESENTAZIONE La Provincia

Dettagli

Il certificati bianchi quale nuovo sistema di incentivazione dell innovazione

Il certificati bianchi quale nuovo sistema di incentivazione dell innovazione Il certificati bianchi quale nuovo sistema di incentivazione dell innovazione Pasquale Monti Responsabile Efficienza Energetica Rozzano(MI) 21 Febbraio 2013 Enel.si srl Unità Sviluppo ed Efficienza Energetica

Dettagli

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte.

REGIONE PIEMONTE. Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE Legge regionale 13 aprile 2015, n. 7. Norme per la realizzazione del servizio civile nella Regione Piemonte. (B.U. 16 aprile 2015, n. 15) Il Consiglio regionale ha approvato IL PRESIDENTE

Dettagli

DOCUMENTO A SUPPORTO DEL PIANO DI RISANAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA

DOCUMENTO A SUPPORTO DEL PIANO DI RISANAMENTO DELLA QUALITA DELL ARIA Agenzia Regionale per la Prevenzione e l Ambiente dell Emilia-Romagna Via Po, n. 5 40139 - BOLOGNA tel 051/6223811 - fax 051/543255 P.IVA e C.F. 04290860370 Sezione Provinciale di Forlì-Cesena C.P. 345

Dettagli

Emission Trading: i costi del Protocollo. Giovanni Straffelini

Emission Trading: i costi del Protocollo. Giovanni Straffelini Emission Trading: i costi del Protocollo Giovanni Straffelini Dicembre 2004: la Russia ha ratificato il Protocollo di Kyoto Il 18 febbraio il Protocollo di Kyoto è entrato in vigore ed è vincolante per

Dettagli

Sistemi filtro ed arborei di pianura per l immobilizzazione della CO2

Sistemi filtro ed arborei di pianura per l immobilizzazione della CO2 Sistemi filtro ed arborei di pianura per l immobilizzazione della CO2 Dott.ssa Elisa Scanzi ERSAF Prof. Maurizio Borin UNIPD - Patto di collaborazione Dipartimento di Agronomia Ambientale e Produzioni

Dettagli

Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) http://unfccc.int protocollo di Kyoto

Protocollo di Kyoto 1988 IPCC 1992 UN Framework Convention on Climate Change (UNFCCC) http://unfccc.int protocollo di Kyoto Protocollo di Kyoto Nel 1988 Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) gruppo intergovernativo indipendente, informa l opinione pubblica e i politici sui progressi della ricerca sul cambiamento

Dettagli

POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO 2007-2013 (POI)

POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO 2007-2013 (POI) POI ENERGIE RINNOVABILI E RISPARMIO ENERGETICO 2007-2013 (POI) Avanzamento Attività Organismo Intermedio Ministero dello Sviluppo Economico Direzione generale per gli incentivi alle imprese D.G.I.A.I Linee

Dettagli

Verona, 5 Maggio 2010. www.gse.it

Verona, 5 Maggio 2010. www.gse.it Piano di azione nazionale per le energie rinnovabili Direttiva 2009/28/CE Costantino Lato Direttore Studi, Statistiche e Servizi Specialistici SOLAREXPO Verona, 5 Maggio 2010 www.gse.it 2 Indice Le attività

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA E IL GAS DELIBERAZIONE 31 OTTOBRE 2012 449/2012/A/EFR STIPULA DI CONVENZIONE CON LA SOCIETÀ RICERCA SUL SISTEMA ENERGETICO S.P.A., PER LO SVOLGIMENTO DI ATTIVITÀ A SUPPORTO DELLA VALUTAZIONE E CERTIFICAZIONE DEI

Dettagli

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana.

Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Avvertenza: il presente Regolamento è in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica italiana. Regolamento recante la disciplina dell adozione degli atti di natura normativa o di

Dettagli

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1.

Delega al Governo in materia di riordino degli enti di ricerca - - Art. 1. Art. 1. DISEGNO DI LEGGE presentato dal Ministro dell università e della ricerca (MUSSI) di concerto col Ministro per le riforme e le innovazioni nella pubblica amministrazione (NICOLAIS) e col Ministro dell economia

Dettagli

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE

DELIBERAZIONE N. DEL. Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA E SVILUPPO SOSTENIBILE REGIONE LAZIO DELIBERAZIONE N. DEL 299 27/05/2014 GIUNTA REGIONALE PROPOSTA N. 7886 DEL 02/05/2014 STRUTTURA PROPONENTE Direzione Regionale: INFRASTRUTTURE, AMBIENTE E POLITICHE ABITATIVE Area: ENERGIA

Dettagli

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE

CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE REGOLAMENTO DI DISCIPLINA DELLE ATTIVITA' DI PROMOZIONE E SOSTEGNO DELLA RICERCA DEL CONSIGLIO NAZIONALE DELLE RICERCHE Approvato dal Consiglio direttivo nella seduta

Dettagli

QUADRO DI PROGRAMMAZIONE PER UNA POLITICA ENERGETICA REGIONALE

QUADRO DI PROGRAMMAZIONE PER UNA POLITICA ENERGETICA REGIONALE QUADRO DI PROGRAMMAZIONE PER UNA POLITICA ENERGETICA REGIONALE ANNO 2007 1 CONSUMI FINALI PER SETTORE DI UTILIZZO trasporti 29,2% CONSUMI FINALI PER SETTORE agricoltura e pesca 2,1% industria 34,6% civile

Dettagli

RELAZIONE DI SINTESI

RELAZIONE DI SINTESI Progetto Sergan INTERREG III A SARDEGNA / CORSICA / TOSCANA Progetto SERGAN Reti locali del gas RELAZIONE DI SINTESI Studio sulle reti locali del gas Domanda prevedibile di gas nei prossimi dieci anni

Dettagli

Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES -

Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES - Il Patto dei Sindaci e il Piano di Azione per l Energia Sostenibile - PAES - Smart City Comuni in classe A 1 Indice 1. Il Patto dei Sindaci 2. Il Piano di Azione per l Energia Sostenibile PAES 3. Il progetto

Dettagli

Industria del recupero e packaging chain

Industria del recupero e packaging chain Gestione rifiuti, riciclo materiali, recupero energetico: il possibile contributo alla sfida di Kyoto Ecomondo, 3 novembre 2004 Giancarlo Longhi Direttore Generale 1 Le positive conseguenze dell industria

Dettagli

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO.

MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. ALLEGATO A MODELLO ORGANIZZATIVO REGIONALE PER LA GESTIONE DEL RISCHIO CLINICO. il sistema organizzativo che governa le modalità di erogazione delle cure non è ancora rivolto al controllo in modo sistemico

Dettagli

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016.

COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. COMUNE DI CASTELLAR (Provincia di Cuneo) PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014/2016. Indice: Premessa 1. FONTI NORMATIVE 2. STRUMENTI 3. DATI DA PUBBLICARE 4. INIZIATIVE DI

Dettagli

Allegato alla DGR n. del

Allegato alla DGR n. del Accordo ai sensi dell art. 15 della legge n. 241/90 tra il Ministero delle Politiche Agricole Alimentari e Forestali, la Regione Puglia e l'istituto di Servizi per il Mercato Agricolo Alimentare (ISMEA)

Dettagli

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare

Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare Presidenza del Consiglio dei Ministri Ministero dell Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare PATTO PER L AMBIENTE per la lotta ai cambiamenti climatici e all inquinamento, per un Italia che,

Dettagli

Ministero dello Sviluppo Economico

Ministero dello Sviluppo Economico Ministero dello Sviluppo Economico BIOEDILIZIA PER CONSUMARE MENO ENERGIA Dopo le misure per l efficienza energetica contenute in finanziaria arriva un decreto legislativo che spinge l industria italiana

Dettagli

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020

LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 LA PROGRAMMAZIONE COMUNITARIA 2014-2020 Il 26 marzo 2010 il Consiglio Europeo ha approvato la proposta della Commissione Europea di lanciare Europa 2020, una nuova strategia per la crescita e l occupazione

Dettagli

Gli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica

Gli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica Roma, 23 Settembre 2010 Gli strumenti per lo sviluppo delle biomasse in Italia. Norme, incentivi, iter autorizzativi, contrattualistica Dott.ssa M.R. Di Somma Assocostieri è l associazione italiana della

Dettagli

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA

COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA COMUNE DI PERUGIA AREA DEL PERSONALE DEL COMPARTO DELLE POSIZIONI ORGANIZZATIVE E DELLE ALTE PROFESSIONALITA METODOLOGIA DI VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con atto G.C. n. 492 del 07.12.2011 1

Dettagli

Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009

Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti. Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009 Il Piano Regionale di Gestione Integrata dei Rifiuti Deliberazione del Consiglio Regionale n. 301 del 5 Maggio 2009 1 ANALISI DEI DATI PREGRESSI Serie storica delle produzioni del periodo 2002-2008 (t/anno)

Dettagli

PROTOCOLLO DI INTESA. tra REGIONE PUGLIA. ALENIA AERONAUTICA S.p.A.

PROTOCOLLO DI INTESA. tra REGIONE PUGLIA. ALENIA AERONAUTICA S.p.A. PROTOCOLLO DI INTESA tra REGIONE PUGLIA e ALENIA AERONAUTICA S.p.A. PER LA REALIZZAZIONE DI NUOVI INVESTIMENTI INDUSTRIALI, PER IL POTENZIAMENTO DELLE INFRASTRUTTURE E PER LA PROMOZIONE DI NUOVI PROGRAMMI

Dettagli

L ASSESSORE ALL URBANISTICA, EDILIZIA PRIVATA E VIABILITA

L ASSESSORE ALL URBANISTICA, EDILIZIA PRIVATA E VIABILITA PROPOSTA CDC NR.17/2014 OGGETTO: APPROVAZIONE VARIANTE N. 2 AL REGOLAMENTO EDILIZIO COMUNALE PER INSERIMENTO NUOVO ARTICOLO 70 BIS - LINEE GUIDA PER IL CONTENIMENTO DEL FABBISOGNO ENERGETICO PER GLI IMMOBILI

Dettagli

Preventivo finanziario Esercizio anno

Preventivo finanziario Esercizio anno Preventivo finanziario Esercizio anno Associazione DLF DISPONIBILITA' FINANZIARIE iniziali Totale disponibilità iniziali (a) ENTRATE E1 ENTRATE DA ATTIVITA' ISTITUZIONALI E11 Settore assistenziale E12

Dettagli

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.

COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to. COMUNE DI ROBASSOMERO PROVINCIA DI TORINO tel. 011 9234400 - Fax 011 9234422 E-mail: comune@comune.robassomero.to.it - www.comune.robassomero.to.it Approvato con deliberazione G.C. n. 103/29.12.2010 INDICE

Dettagli

DIREZIONE GENERALE COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI. Programma di sviluppo del Biometano in Lombardia nella IX Legislatura.

DIREZIONE GENERALE COMMERCIO, TURISMO E SERVIZI. Programma di sviluppo del Biometano in Lombardia nella IX Legislatura. Programma di sviluppo del Biometano in Lombardia nella IX Legislatura. All inizio dell VIII Legislatura (anni 2005-2010) Regione Lombardia decide di dare ulteriore e forte impulso a politiche di contenimento

Dettagli

La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui consumi energetici ed emissioni di CO 2

La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui consumi energetici ed emissioni di CO 2 La quantificazione dei benefici di BIOCASA sui energetici ed emissioni di CO 2 Rapporto di Sostenibilità 2011 I benefici di BIOCASA su energetici e emissioni di CO 2 Il Progetto BIOCASA è la risposta di

Dettagli

CONVEGNO/WORKSHOP. l PATTO dei SINDACI per le SMART CITIES

CONVEGNO/WORKSHOP. l PATTO dei SINDACI per le SMART CITIES CONVEGNO/WORKSHOP l PATTO dei SINDACI per le SMART CITIES 1 Il territorio Il Comune di Scandicci si estende su un territorio di 59,75 km 2. Il 29% del territorio è caratterizzato dalla presenza di aree

Dettagli

REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO. COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA

REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO. COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA REGIONE ABRUZZO PROTOCOLLO D INTESA TRA REGIONE ABRUZZO E COMUNE DI PESCARA ATTIVA SpA GLI AMICI DEL RICICLO PROGETTO SPERIMENTALE DI COMUNICAZIONE AMBIENTALE NEL SETTORE DELLA GESTIONE INTEGRATA DEI RIFIUTI

Dettagli

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO

L AUTORITÀ PER L ENERGIA ELETTRICA IL GAS E IL SISTEMA IDRICO DELIBERAZIONE 3 LUGLIO 2014 326/2014/R/GAS MODALITÀ PER IL RIMBORSO, AI GESTORI USCENTI, DEGLI IMPORTI RELATIVI AL CORRISPETTIVO UNA TANTUM PER LA COPERTURA DEGLI ONERI DI GARA PER L AFFIDAMENTO DEL SERVIZIO

Dettagli

Le evoluzione della normativa in materia di efficienza energetica in edilizia

Le evoluzione della normativa in materia di efficienza energetica in edilizia Le evoluzione della normativa in materia di efficienza energetica in edilizia L allegato energetico al Regolamento Edilizio arch. filippo loiodice 12 ottobre 2011 Passirano I pesi in media.. in media.senza

Dettagli

l Accordo in sede di Conferenza unificata del 2 marzo 2000 per la riorganizzazione e il potenziamento dell educazione degli adulti;

l Accordo in sede di Conferenza unificata del 2 marzo 2000 per la riorganizzazione e il potenziamento dell educazione degli adulti; REGIONE PIEMONTE BU13 28/03/2013 Deliberazione della Giunta Regionale 4 marzo 2013, n. 17-5463 Presa d'atto a ratifica del Protocollo d'intesa sottoscritto tra il Ministero dell'istruzione, Universita'

Dettagli

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica.

Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Regolamento per l introduzione del bilancio unico e dei sistemi di contabilità economico-patrimoniale e analitica. Art. 1 Ambito di applicazione 1. Il presente Regolamento è adottato ai sensi della normativa

Dettagli

A voti unanimi e palesi delibera:

A voti unanimi e palesi delibera: Vista la Direttiva 2002/91/CE del Parlamento Europeo e del Consiglio del 16 dicembre 2002 sul rendimento energetico nell'edilizia, mediante la cui applicazione l Unione Europea ha inteso promuovere il

Dettagli

1. Oggetto e struttura del disegno di legge

1. Oggetto e struttura del disegno di legge Delega al Governo per l attuazione dell articolo 117, secondo comma, lettera p) della Costituzione, per l istituzione delle Città metropolitane e per l ordinamento di Roma Capitale della Repubblica. Disposizioni

Dettagli

Il Ministro della Difesa

Il Ministro della Difesa Il Ministro della Difesa M_D/GOIV/2013/CONT/A9-3/0000106 il r.d. 18 novembre 1923 n.2440, sull amministrazione del patrimonio e sulla contabilità generale dello Stato; il r.d. 23 maggio 1924 n.827, che

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Premessa PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITÀ Le recenti e numerose modifiche previste nell ambito del vasto progetto di riforma della P.A. impongono agli Enti Locali il controllo e la

Dettagli

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE

REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE REGOLAMENTO CONTENENTE I CRITERI PER L EROGAZIONE DEI PREMI DI RISULTATO AL PERSONALE DIPENDENTE Approvato con deliberazione del Consiglio dei Delegati n. 13 del 30/12/2008 Approvato dalla Provincia di

Dettagli

Generazione distribuita, trend di crescita e forte sviluppo dei piccoli impianti FV

Generazione distribuita, trend di crescita e forte sviluppo dei piccoli impianti FV casaeclima.com http://www.casaeclima.com/ar_19147 RINNOVABILI-Fotovoltaico-generazione-distribuita-rinnovabili-autorit-per-lenergia-rapporto- 2012-Generazione-distribuita-trend-di-crescita-e-forte-sviluppo-dei-piccoli-impianti-FV.html

Dettagli

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte.

Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione Piemonte. REGIONE PIEMONTE BU51 24/12/2015 Deliberazione della Giunta Regionale 30 novembre 2015, n. 38-2535 Linee guida finalizzate all'attuazione dei processi di mobilita' sostenibile per il personale della Regione

Dettagli

Scheda LE FONTI RINNOVABILI, IL RISPARMIO E L EFFICIENZA ENERGETICA

Scheda LE FONTI RINNOVABILI, IL RISPARMIO E L EFFICIENZA ENERGETICA ISTITUTO DI RICERCHE ECONOMICHE E SOCIALI Osservatorio Energia Scheda LE FONTI RINNOVABILI, IL RISPARMIO E L EFFICIENZA ENERGETICA PREMESSA Nel marzo 2007, l Unione europea ha varato il primo concreto

Dettagli

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione

Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione Programma ICO Interventi Coordinati per l Occupazione 2 Premessa In.Sar. Spa, nell assolvere alle sue finalità istituzionali volte a supportare l Amministrazione

Dettagli

Le ricadute dell auto elettrica sulla domanda elettrica e sul sistema di generazione

Le ricadute dell auto elettrica sulla domanda elettrica e sul sistema di generazione Le ricadute dell auto elettrica sulla domanda elettrica e sul sistema di generazione Edgardo Curcio Presidente AIEE Roma, 26 ottobre 2010 Nell ambito di uno studio condotto per Assoelettrica lo scorso

Dettagli

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO

REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO REGOLAMENTO PER GLI IMPIEGHI DEL PATRIMONIO (approvato dalla Commissione Centrale di Beneficenza nella riunione del 28 febbraio 2005; coordinato con le modifiche deliberate il 24 luglio 2007, il 16 dicembre

Dettagli

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015

MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 MIUR.AOODGEFID.REGISTRO DEI DECRETI DIRETTORIALI.0000050.25-11-2015 Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca IL DIRETTORE GENERALE VISTA la legge 18 dicembre 1997, n. 440, recante istituzione

Dettagli

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006)

INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) INTERVENTO LE AZIONI DI SISTEMA TRA CAPACITY BUILDING E COOPERAZIONE A RETE (ROMA, 10 MAGGIO 2006) Siamo nell ultimo anno di programmazione, per cui è normale fare un bilancio dell attività svolta e dell

Dettagli

Il Piano energetico ambientale della Provincia autonoma di Trento

Il Piano energetico ambientale della Provincia autonoma di Trento Conferenza pubblica: La pianificazione energetica. Regioni e comunità a confronto Il Piano energetico ambientale della Provincia autonoma di Trento Udine, Palazzo della Regione venerdì 27 giugno 2014 Fabio

Dettagli

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016

PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 PROGRAMMA TRIENNALE PER LA TRASPARENZA E L INTEGRITA TRIENNIO 2014-2016 Approvato con delibera del CdA num. 39 del 13 ottobre 2014 Il presente programma fa riferimento alle deliberazioni di Consiglio di

Dettagli

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL

DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive. Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRAMENTO DELLE POLITICHE DEL LAVORO E SVILUPPO LOCALE L ESPERIENZA ITALIANA Note introduttive Giovanni Principe General Director ISFOL DECENTRALISATION AND COORDINATION: THE TWIN CHALLENGES OF LABOUR

Dettagli

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca

Ministero dell Istruzione, dell Università e della Ricerca INTESA IL MINISTERO DELL ISTRUZIONE, DELL UNIVERSITA E DELLA RICERCA e LA REGIONE LOMBARDIA VISTI - gli artt. 117 e 118 della Costituzione che assegnano alle Regioni competenze esclusive in materia di

Dettagli

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole

Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Progetto sperimentale VSQ - Valutazione per lo Sviluppo della Qualità delle Scuole Premessa Nel quadro delle azioni del Ministero da attuare in coerenza con i principi generali contenuti nel Decreto legislativo

Dettagli

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE

REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE REGOLAMENTO PER L ISTITUZIONE E L APPLICAZIONE DEL SISTEMA DI MISURAZIONE E VALUTAZIONE DELLA PERFORMANCE Approvato con delibera di Giunta Comunale n. 22 del 20.04.2011 in vigore dal 26.05.2011 TITOLO

Dettagli

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente

LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA. Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Legge 1986022 Pagina 1 di 5 LEGGE REGIONALE N. 22 DEL 4-07-1986 REGIONE LOMBARDIA Promozione dei programmi integrati di recupero del patrimonio edilizio esistente Fonte: BOLLETTINO UFFICIALE DELLA REGIONE

Dettagli