Standard Urbanistici
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1 Università degli studi Mediterranea di Reggio Calabria. Facoltà di Architettura Fondamenti di Urbanistica prof. Alessandra Barresi Standard Urbanistici A cura di Elisabetta Amagliani a.a Corso di laurea in Architettura (I anno quinquennale)
2 PIANO REGOLATORE GENERALE Quadro normativo di riferimento: Legge n del 17 agosto 1942 (Legge urbanistica nazionale) Legge n. 765 del 6 agosto 1967 (Legge Ponte) Legge n del 19 novembre 1968 (Legge Tappo ) Legge n. 291 del 1 giugno 1971 (Salvaguardia degli standard) D.I. n del 2 aprile 1968 (Standard urbanistici)
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4 Negli anni 50, essendo la cultura dominante condizionata ancora dalle esperienze dei decenni passati, i PRG erano redatti nell ottica del massimo sfruttamento delle aree, degli sventramenti dei tessuti urbani, degli isolamenti delle emergenze architettoniche. Negli sporadici casi in cui furono redatti l iter approvativo dei PP fu talmente lungo e sofferto da convincere larga parte degli addetti ai lavori alla impraticabilità della procedura.
5 GLI ANNI 60: SFRENATA SPECULAZIONE EDILIZIA le città sono soggette ad una massiccia speculazione edilizia e crescita a macchia d olio le aree maggiormente lottizzate sono: piana veneta roma napoli le coste
6 LA STAGIONE DEI DISASTRI
7 LA FRANA DI AGRIGENTO Nel luglio del 1966 una improvvisa frana distrugge gran parte dell abitato di Agrigento la frana è causata dall enorme sovraccarico edilizio, derivante da edilizia costruita selvaggiamente negli ultimi anni a dispetto di tutte le norme urbanistiche ed edilizie inoltre si verificano le alluvioni di Firenze e Venezia e si ricomincia a parlare seriamente della necessità di una riforma urbanistica
8 All avarizia con la quale i piani del dopoguerra e le politiche urbanistiche provvedevano alla predisposizione di spazi da destinare agli usi collettivi, si risponde nel 1968 con un decreto che stabilisce gli standard urbanistici. Nel 1966 una serie di episodi catastrofici dimostra come l assenza di un efficace governo del territorio provochi disastri inaccettabili: Agrigento, Firenze e l Arno, Venezia. In attesa della riforma urbanistica, una legge del 1967 introduce alcuni miglioramenti alla legislazione e alla strumentazione urbanistica e, tra l altro, si stabiliscono degli standard urbanistici.
9 LEGGE PONTE Legge 6 agosto 1967, n. 765 ( legge ponte ):
10 LA LEGGE PONTE Nel 1967 viene emanata la legge n. 765 detta Legge Ponte recante modifiche ed integrazioni alla LUN Introduce il divieto di lottizzare i terreni prima dell approvazione del pdf o del prg l estensione della licenza edilizia a tutto il territorio comunale sanzioni per abusi edilizi (in assenza di licenza o in contrasto con piano) modifica la disciplina delle lottizzazioni introducendo il piano di lottizzazione convenzionata
11 LA LEGGE PONTE Il pagamento da parte del privato degli oneri di urbanizzazione primaria e di parte di quella secondaria stimola la formazione dei piani regolatori imponendo limiti all edificazione nei comuni sprovvisti di piano l introduzione di standard urbanistici (mq a persona di spazi pubblici) introduzione di standard edilizi (distanza delle abitazioni dalle strade e tra di loro, altezze massime)
12 Attuazione della legge ponte e DM 1444/ 68 La legge ponte venne approvata con un emendamento che ne rimandava l attuazione di un anno in quell anno sono state rilasciate quasi il triplo delle licenze edilizie che venivano rilasciate mediamente ogni anno nel 1868 venne finalmente emanato il regolameto tecnico della legge 765 con Decreto Ministeriale n. 1444
13 Il rilancio del piano regolatore
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15 Sentenze della Corte Costituzionale del 1968 Il 29 maggio del 1968 la Corte Costituzionale emana due sentenze che hanno delle fortissime ripercussioni in urbanistica e riaprono il dibattito sul regime immobiliare Sentenza n. 55 sancì la incostituzionalità dell art. 7 della legge 1150 Sentenza n. 56 relativa alla legge della provincia di Bolzano sul paesaggio
16 Sentenze n. 55 del 1968 dell art. 7 della legge 1150 I vincoli di inedificabilità previsti dal PRG hanno, come il PRG, validità a tempo indeterminato SONO INCOSTITUZIONALI I PIANI REGOLATORI QUANDO VINCOLANO COME INEDIFICABILI I TERRENI, DETERMINANDO DI FATTO, A DANNO DEI PROPRIETARI, UNA SORTA DI ESPROPRIO SENZA INDENNIZZO I vincoli di inedificabilità sono legittimi solo se a tempo determinato, essendo altrimenti necessaria la previsione di un indennizzo
17 Sentenze della Corte Costituzionale del 1968 Le due sentenze quindi dichiarano: ILLEGITTIMI I VINCOLI DI INEDIFICABILITÀ DEI PRG LEGITTIMI I VINCOLI PAESISTICI Le amministrazioni si trovarono con strumenti urbanistici delegittimati Quando furono pubblicate fecero molto scalpore in tutti gli ambienti (urbanisti, politici, giuristi, opinione pubblica)
18 La proposta dell INU L INU si riunisce in assemblea straordinaria 1) la proprietà privata non deve più coincidere con il diritto di edificare 2) il diritto di edificare appartiene ai comuni ed è una facoltà che può essere concessa ai privati 3) l edificazione deve essere regolata unicamente dai PRG 4) i comuni possono espropriare con un indennizzo compensativo del valore derivante dall opera dell uomo ma non di quella derivante dalla collettività
19 Risoluzione della illegittimità dei vincoli a seguito della sentenza che dichiara illegittimi i vincoli di indeficabilità le amministrazioni si trovarono con strumenti urbanistici delegittimati La legge tampone 1187/68 stabilisce che i vincoli debbano avere durata di 5 anni
20 La legge TAMPONE Per restituire validità ai PRG vigenti, venne immediatamente emanata la legge 1187/68, detta appunto LEGGE TAMPONE I VINCOLI DI INEDIFICABILITÀ PERDONO VALIDITÀ SE ENTRO 5 ANNI DALLA DATA DI APPROVAZIONE DEL PRG NON SONO STATI APPROVATI I RELATIVI PIANI ATTUATIVI Tale termine fu prorogato fino al 1977, quando il problema della legittimità dei PRG venne infine risolto
21 LA LEGGE 10/1977 il Comune è titolare del diritto di trasformare il territorio mediante interventi sul patrimonio immobiliare DIRITTO DI EDIFICARE MENTRE AL PRIVATO RIMANE LA PROPRIETÀ DEL TERRENO LA LEGGE 10/1977 LEGGE BUCALOSSI SEPARA DEFINITIVAMENTE LO IUS AEDIFICANDI DAL DIRITTO DI PROPRIETÀ
22 LA LEGGE 10/1977 E LA CONCESSIONE EDILIZIA Il Comune, qualora ravvisi la conformità delle richieste di un intervento con le previsioni degli strumenti urbanistici vigenti, concede tale diritto al singolo, per interventi conformi agli strumenti urbanistici LA CONCESSIONE EDILIZIA È onerosa, così da ripagare in parte alla collettività del plusvalore che genera il guadagno del privato
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24 SERVIZI, ATTREZZATURE, INFRASTRUTTURE servizi : l insieme degli elementi che servono a garantire una determinata prestazione (sede, personale, regolamento di gestione, finanziamenti ecc.) Attrezzature: le strutture fisiche nelle quali il servizio si svolge Infrastrutture: le strutture fisiche a rete necessarie per trasmettere flussi di traffico, di energia, d acqua, di informazioni ecc.; anche attrezzatura tecnica
25 URBANIZZAZIONE PRIMARIA E SECONDARIA Urbanizzazione: è l insieme delle strutture fisiche (attrezzature e infrastrutture) necessarie per rendere utilizzabile un sito secondo un modello di vita e di attività urbano; si distingue in primaria e secondaria. urbanizzazione primaria: la precondizione per l utilizzabilità: essenzialmente le infrastrutture e la sistemazione del terreno (anche: u. tecnica) urbanizzazione secondaria: il resto, cioè essenzialmente le attrezzature: scuole, mercati, ambulatori, campi sportivi, chiese ecc. (anche: u. sociale)
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28 Art. 17, lg 765/1967: Le zone omogenee e gli standard In tutti i Comuni, ai fini della formazione degli strumenti urbanistici o della revisione di quelli esistenti, devono essere osservati limiti inderogabili di densità edilizia, di altezza, di distanza fra i fabbricati, nonché rapporti massimi fra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi Standard urbanistici: rapporti fra spazi destinati agli insediamenti residenziali e produttivi e spazi pubblici o riservati alle attività collettive, a verde pubblico o a parcheggi Standard edilizi: densità edilizia, altezza massima, distanza fra i fabbricati
29 In applicazione del disposto dell art. 17 della legge 765/1967, il decreto del 2 aprile 1968 n fissa all art. 2 Zone territoriali omogenee i criteri per perimetrare le aree a diversa regolamentazione dei nuovi strumenti urbanistici.
30 Le zone omogenee Ai fini della verifica del rispetto degli standard, il territorio comunale è diviso in 6 ZONE OMOGENEE Zona A Zona B Zona C Zona D Zona E Zona F centro storico zona di completamento zona di espansione zona per insediamenti produttivi zona agricola zona per impianti e attrezzature collettive
31 IL DECRETO 1444/1968: LE «ZONE OMOGENEE» Il decreto prevede prevede norme differenziate per le diverse zone omogenee : zone A (centro storico) si devono seguire determinate prescrizioni per la tutela dei valori storici, zone B (di completamento) lo standard può essere dimezzato, zone C (residenziali d espansione) e per le zone D (produttive) devono essere applicati integralmente gli standard relativi all una e all altra utilizzazione prevalente, zone E (agricole) sono caratterizzate da uno standard ridotto zone F e zone G sono costituite interamente da superfici di standard (ossia di spazi destinati a utilizzazioni collettive). Nella volontà del legislatore, le zone omogenee sono uno strumento di verifica dell applicazione degli standard.
32 Le zone omogenee Zona A: Edifici e tessuto edilizio di interesse storico e architettonico Zona B: Più di 1/8 di superficie è edificata Zona C: Meno di 1/8 di superficie è edificata
33 ZONE A Le parti di territorio che sono interessate da agglomerati urbani che rivestono carattere storico, artistico e di particolare pregio ambientale o da porzioni di essi, comprese le aree circostanti, che possono considerarsi parte integrante, per tali caratteristiche, degli agglomerati stessi ZONE B Le parti di territorio, totalmente o parzialmente edificate, diverse dalle zone A), intendendo per parzialmente edificate le zone in cui la superficie coperta degli edifici esistenti non sia inferiore al 12,5% (un ottavo) della superficie fondiaria della zona e nelle quali la densità territoriale sia superiore ad 1,5 mc/mq.
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36 GLI STANDARD URBANISTICI: LA MISURA DEGLI SPAZI PUBBLICI
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38 Lo standard è un valore minimo, considerato come livello di dotazione obbligatorio e come soglia minima al di sotto della quale non si può considerare soddisfatto il disposto normativo (Iasm, Manuale delle opere di urbanizzazione, F. Angeli, Milano, 1983) Si intende per standard urbanistici la determinazione delle quantità minime di spazi pubblici o di uso pubblico, espresse in metri quadrati per abitante, che devono essere riservate nei piani, sia generali che attuativi.
39 IL DECRETO 1444/1968: TIPI DI ATTREZZATURE Il decreto 4 aprile 1968, n. 1444, prescrive standard riferiti a diversi tipi di attrezzature: d interesse locale, cioè tali da dover essere direttamente accessibili dagli utenti con percorsi pedonali o comunque superabili in archi di tempo brevi (non superiori ai minuti primi) d interesse generale o territoriale, tali, per loro natura o per la dimensione funzionale richiesta, da dover essere localizzate in relazione a bacini d utenza più vasti
40 Il decreto 1444/1968: le quantità minime Per le attrezzature d interesse locale, o di quartiere, il decreto stabilisce che ogni cittadino ha diritto ad un minimo di 18 mq di spazio pubblico. Per le attrezzature di livello territoriale il decreto stabilisce la necessità di un ulteriore dotazione di -15 mq di parchi territoriali, -1,5 mq per attrezzature ospedaliere -1 mq per l istruzione di livello superiore, rinviando all esame delle situazioni locali e alle decisioni degli strumenti della pianificazione le quantità relative agli ulteriori servizi richiedenti spazio.
41 DOTAZIONE DI SERVIZI AD ABITANTE Tipologie di SERVIZI DI LIVELLO LOCALE: servizi primari distribuiti capillarmente sul territorio SERVIZI SCOLASTICI (SCUOLA DELL OBBLIGO: nido, materna, elementare, media) SERVIZI DI USO COMUNE (SERVIZI COLLETTIVI: sanitari, culturali, sociali) PARCHEGGI VERDE PUBBLICO (verde sportivo, parchi e giardini, verde attrezzato, verde di arredo, verde di rispetto)
42 Gli standard urbanistici
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44 Per le attrezzature d interesse locale i 18 mq sono così ripartiti: insediamenti residenziali (standard minimi) - verde pubblico (9 mq/ab) - istruzione (4,5 mq/ab) - parcheggi (2,5 mq/ab) - Interesse comune (2 mq/ab) Consumo volumetrico teorico: 100 mc/ab insediamenti produttivi (standard minimi) - Attività collettive, parcheggi, e aree verdi almeno il 10% Sf insediamenti commerciali e direzionali (standard minimi) - Attività collettive, parcheggi, e aree verdi almeno 80% Slu
45 ESEMPIO
46 Virtù e limiti del decreto sugli standard Virtù: per la prima volta è affermato il diritto dei cittadini a fruire determinate quantità di spazi pubblici per la prima volta è stabilito che circa metà delle aree urbane devono essere assegnate alle funzioni comuni Limiti (nella prassi): interpretazione burocratica delle zone omogenee scarsa attenzione alla qualità delle attrezzature scarsa attenzione al sistema degli spazi pubblici
47 PARAMETRI URBANISTICI
48 Definizioni e parametri urbanistici
49 GRANDEZZE VOLUMETRICHE Volume (V) = cubatura rilevata degli edifici esistenti, delimitata dalle pareti verticali dallo spiccato del marciapiede fino all ultimo intradosso (mc) Volume massimo (Vmax) = cubatura massima consentita dalle normative vigenti (mc) Volumi tecnici (Vt) = volumi occupati dai vani scala, vani ascensori, impianti in genere (mc)
50 GRANDEZZE AREALI Superficie o Area territoriale (St, At) = area totale dello studio o del piano urbanistico (kmq, mq, ha*) St = Sf + Sp Superficie o Area Fondiaria o Area edificabile (Sf, Af) = parte della St destinata ai soli edifici e alle loro pertinenze con esclusione delle aree destinate a servizi e a viabilità (mq, ha) Superficie o Area Pubblica (Sp, Ap) = parte della St destinata ai soli servizi viabilità pubblici (piazze, giardini, parchi, scuole, parcheggi, strade, ecc.) (mq, ha) Superficie Coperta (Sc) = proiezione sul piano orizzontale delle parti edificate fuori terra, delimitate dalle murature verticali, ad esclusione degli aggetti aperti (mq) Superficie lorda di pavimento (Slp) = somma delle superfici di tutti i piani comprendente le pareti esterne (mq) Superficie utile (Su) = superfici utilizzabile (calpestabile con esclusione delle pareti) per vano (mq)
51 GRANDEZZE LINEARI Altezza di fabbricazione (H) = altezza rilevata edifici esistenti (m) Altezza massima di fabbricazione (Hmax) = altezza degli edifici massima consentita dalle normative vigenti (m) Altezza di Piano (Hp) = altezza del piano misurata da intradosso a intradosso (comprende la soletta) (m) Altezza utile (Hu) = altezza del piano misurata tra ed intradosso (m) Altezza media per piano (Hm) = altezza di fabbricazione/numero di piani (H/N) Distacco = minima distanza che un edificio deve avere da altri edifici, dai confini del lotto, dalle strade e dalle altre infrastrutture (m) Fascia di rispetto = distanza minima entro è fissata una disciplina particolare (es. fascia di rispetto stradale, cimiteriale, ecc.) (m)
52 GRANDEZZE PUNTUALI Numero di piani (N) = numero di piani rilevati degli edifici esistenti (n.) Numero massimo di piani (Nmax) = numero di piani degli edifici massimo consentito dalle normative vigenti (n.) Numero di vani = numero di vani (o stanze, o locali, o abitazioni) Popolazione (P) = numero di persone insediati o insediabili in un territorio (ab) Popolazione residente (Pr) = registrate all anagrafe (ab) Popolazione presente (Pp) = presenti al momento del rilevamento (n.) Popolazione teorica (virtuale) (Pv) = calcolata teoricamente mediante uno standard (n. vani, volumetria abitativa) (ab) Popolazione prevista (Pp) = che si prevede insediata al tempo t (ab)
53 INDICI URBANISTICI Le grandezze misurate messe in relazione tra loro formano gli indici urbanistici. Tali indici servono per quantificare lo stato di fatto (carico urbanistico) e normare lo sviluppo futuro (piani urbanistici) Rapporto di copertura Rc (mq/mq) Superficie coperta /Superficie Fondiaria (Sc/Sf) Densità abitativa territoriale Dt (ab/ha) Popolazione /Superficie territoriale (P/St) Densità abitativa fondiaria Df (ab/ha) Popolazione /Superficie fondiaria (P/Sf) Densità edilizia territoriale (mc/mq) Indice di fabbricabilità territoriale (It) Volume /Superficie Territoriale (V/St) Densità edilizia fondiaria (mc/mq) Indice di fabbricabilità fondiaria (If) Volume /Superficie Territoriale (V/Sf)
54 Gli standard edilizi Vincoli relativi alle caratteristiche fisiche dell edilizia DENSITÀ EDILIZIA: rapporto tra superficie edificata e superficie libera, rapporto tra volume edificato e superficie Dt, Df Densità abitativa massima (ab/ha) It, If Indice di fabbricabilità massimo (mc/mq) ALTEZZA massima dei fabbricati: Misurata dalla quota del terreno fino all intradosso del solaio di copertura dell ultimo piano abitabile DISTANZA fra i fabbricati: Tra pareti chiuse, tra pareti finestrate, dalla strada
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57 Indici di edificabilità
58 Fasce di rispetto
59 Zona A -agglomerati urbani di interesse storico artistico e di particolare pregio ambientale Zona B -parti del territorio totalmente o parz. edificate: Sc>12,5%Sf ; dens>1.5mc/mq Zona C -parti del territorio non edificate destinate allo sviluppo dell abitato Zona D -parti del territorio destinati a nuovi insediamenti produttivi, industriali, commerciali Zona E - parti del territorio destinate ad usi agricoliù Zona F - attrezzature e impianti di interesse generale
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62 Riferimenti bibliografici L. Falco, Gli standard urbanistici, Edizioni delle autonomie, Roma 1978 Fera G., Urbanistica, teoria e Storia, Gangemi editore, Roma Gabellini P., Tecniche urbanistiche, Carocci, Roma Rossi S., Parte F Urbanistica, del Nuovo Manuale dell Architetto, (coord. Bruno Zevi), Mancosu Editore, Roma, Salzano E., Fondamenti di urbanistica, Laterza, Roma-Bari, 1998.
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