La preparazione del terreno e i vantaggi delle aiole permanenti
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- Albina Boscolo
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1 La preparazione del terreno e i vantaggi delle aiole permanenti Dopo le lavorazioni per la messa in coltura, vediamo come preparare le aiole del nostro orto e come conservare nel tempo una buona struttura del terreno, limitando al minimo interventi che prevedano il capovolgimento degli strati, perché danneggiano gli organismi terricoli promotori della fertilità. Ogni anno mi ritrovo con lo spinoso problema di vangare l orto: è un lavoro che non sopporto più, perché è troppo faticoso. Non esistono tecniche per preparare il terreno senza che sia necessario vangare? Si ara o si vanga la terra principalmente per due motivi: per decompattare il terreno e per incorporare i fertilizzanti, i residui della coltivazione precedente e/o le erbe infestanti cresciute nel lasso di tempo in cui la parcella è rimasta incolta. Queste operazioni però capovolgono spessi strati di terreno, danneggiando molto gli organismi terricoli promotori della fertilità e cioè lombrichi, insetti, millepiedi, microbi e molti altri organismi che con la loro attività mantengono il terreno permeabile all aria e all acqua e trasformano i fertilizzanti, i residui vegetali e animali in humus e principi nutritivi (vedi capitolo sulla fertilità, a pag. 19) [1]. Per lo più gli organismi terricoli vivono in comunità che si sviluppano a ridosso delle radici delle piante o sulla sostanza organica presente nel terreno (residui vegetali e animali, fertilizzanti, ecc.). La maggior parte di essi vive in ambienti caratterizzati da particolari disponibilità non solo di cibo, ma anche di ossigeno e acqua, e dove luce e anidride carbonica non dovrebbero superare certi livelli: pertanto qualsiasi azione energica di disturbo ne mina la sopravvivenza. In realtà, negli ecosistemi naturali il rimescolamento degli strati del terreno esiste, ma è eseguito in modo «gentile» (poco energico) dalla fauna terricola: è Vangare è faticoso, arare e fresare dispendioso: è proprio necessario ogni anno dover rovesciare lo strato superficiale del terreno per poter iniziare un nuovo ciclo di coltivazioni? La fauna terricola incorpora i residui vegetali nello strato di terreno interessato dall attività delle radici. Questo lavoro mantiene il terreno permeabile all aria e all acqua, favorisce l allontanamento di quella caduta in eccesso e rende il suolo ospitale per le piante questa, per esempio, che nel bosco incorpora i residui vegetali (che ne costituiscono il concime) nello strato di terreno interessato dalla maggiore presenza di radici vive. Questo lavoro ha altri effetti positivi: mantenere il terreno permeabile all aria e all acqua, favorire l allontanamento per percolazione dell acqua caduta in eccesso, impedire che si verifichino condizioni che ostacolino la penetrazione e il rinnovo dell aria nel volume di terreno interessato dalla presenza di radici. In Natura non esiste nessuna forza che produca effetti come quelli dell aratura e della vangatura. La Natura è sempre efficiente (il che significa che, rispetto alle risorse di cui dispone e ai metodi con cui le usa, è sempre altamente produttiva) e pertanto, se nella coltivazione dell orto volessimo faticare meno (per esempio evitare di vangare il terreno), consumare poca energia, acqua, concimi, antiparassitari, tempo, dovremo trovare dei metodi per imitarla: uno di questi, valido per l orticoltura, è la tecnica della coltivazione su aiole permanenti. Tale tecnica si basa su un principio semplice: un terreno che non viene cal- 12 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2014
2 pestato non si può compattare. Un terreno che non è compattato ospita una fitta rete di canali che permettono la ritenzione idrica, la risalita dell acqua per capillarità, lo sgrondo dell acqua caduta in eccesso, la circolazione dell aria, la crescita delle radici; tutte queste sono condizioni necessarie affinché quel terreno possa essere ospite di vita, possa rigenerare la sua fertilità e permettere una crescita armoniosa delle piante. Un terreno che non è compattato non ha bisogno di essere né arato, né vangato. Come si realizza un aiola permanente? Anche in questo caso vediamo, un passaggio per volta, le modalità per allestire e mantenere le aiole permanenti. Un terreno che non viene calpestato non si può compattare. Se organizziamo l orto in aiole permanenti, le strisce di terreno calpestate (vialetti) rimangono le stesse ogni anno e in questo modo salvaguardiamo la sofficità delle porzioni di terra (aiole) dove crescono gli ortaggi Un terreno non compattato non ha bisogno di essere né arato, né vangato. Esso presenta una fitta rete di canali che permettono la circolazione dell aria e la ritenzione dell acqua, la sua risalita per capillarità, lo sgrondo di quella caduta in eccesso, la crescita delle radici 1. Se il terreno di partenza fosse compattato, occorre innanzitutto cercare di decompattarlo lavorandolo prima la forca a denti piatti (o vanga a forca) e poi quella a denti curvi (vedi capitolo sul compattamento, a pag. 38), oppure, se ritenessimo quest operazione troppo laboriosa o lunga, faremo eseguire questo lavoro alle macchine agricole (aratro o fresa), ma solo per questa volta. Come risultato, otterremo uno strato superficiale di cm soffice, abbastanza ospitale per le radici e gli organismi terricoli, che poggerà su uno strato compattato meno ospitale. Se abbiamo eseguito la lavorazione con l aratro o la fresa (azionati dal trattore o dal motocoltivatore), è possibile che i due strati di terreno siano separati da una suola di lavorazione che opporrà molta resistenza ad essere attraversata dalle radici. Per evitare l effetto impermeabile della suola di lavorazione sarebbe necessario anticipare l aratura o la fresatura con una ripuntatura, ma questa operazione richiederà l ingresso in campo di un trattore potente, ipotesi di difficile praticabilità in un orto familiare. Comunque avremo deciso di procedere (manualmente o con le macchine), l operazione di decompattamento richiederà un po di tempo e di energia, ma fortunatamente sarà fatta una sola volta per sempre, visto che, con la tecnica di coltivazione che intendiamo applicare, il terreno non si compatterà più. Se non fosse davvero possibile decompattare il terreno, una buona soluzione sarà quella di allestire aiole alte almeno cm rispetto al piano di campagna, apportando terra soffice prelevata altrove; un po alla volta, saranno gli organismi terricoli a migliorare la permeabilità all aria e all acqua dello strato compattato sottostante, ma nel frattempo le radici delle piante potranno comunque contare su un buono strato di terreno bene strutturato. 2. Con l aiuto di un rastrello o di una forca a denti curvi, allestiremo le aiole accumulando in modo appropriato il terreno soffice. Prepareremo aiole larghe più o meno 1 metro, alte almeno una decina di centimetri e separate da vialetti di larghi più o meno 50 cm. I vialetti saranno l unica porzione dell orto che potremo calpestare e che quindi si potrà compattare: guai a chi calpesterà il terreno delle aiole! Per costruire aiole elevate sopra il piano di campagna occorrerà aggiungere terra soffice e, a tal fine, la potremo recuperare dai vialetti (che dunque si abbasseranno rispetto al piano di campagna) e/o dai bordi dell orto. Come risultato otterremo uno strato di terreno soffice e ospitale per le piante spesso cm (somma dello strato di terreno decompattato più quello di riporto), sufficiente ad accogliere la maggior parte delle radici delle piante da orto. 10 cm 100 cm cm Aiole permanenti della larghezza di 100 cm, dimensione che consente di raggiungere il loro centro per i lavori di trapianto, semina, raccolta, ecc. senza calpestare il terreno. In alto a destra, le aiole sono già state coperte da una pacciamatura in paglia SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/
3 La larghezza delle aiole dovrebbe essere tale da permetterci di raggiungerne con facilità il centro dell aiola in occasione delle varie operazioni colturali (trapianti, semine, raccolte, ecc.), senza doverne calpestare il terreno (col piede o col ginocchio): un aiola larga 100 cm ci consentirà di coltivare tutti gli ortaggi (vedi tabella qui sotto con alcuni esempi). Prima dell ultimo passaggio di preparazione del letto di semina/trapianto, distribuite il fertilizzante necessario e interratelo «pettinando» il terreno con la forca a denti curvi Sesti d impianto per alcuni ortaggi coltivati a file in un aiola larga un metro Specie Numero di file Distanza fra le file (cm) Distanza sulla fila (cm) Aglio Anguria Asparago 1-40 Barbabietola da orto Basilico Batata 1-40 Bieta da coste Broccolo Carciofo Cardo Carota Cavolfiore Cavolo cappuccio Cetriolo Cicoria della Catalogna Cipolla Fagiolino nano Fagiolo nano Finocchio Fragola Lattuga Melanzana Melone Peperone Pisello nano Pomodoro Radicchio Sedano Spinacio Verza Zucca Zucchino La larghezza dei vialetti potrà variare a seconda della disponibilità di spazio e delle nostre esigenze, ma dovrebbe essere tale da permettere di muoverci comodamente lungo le aiole e, se necessario, di spostarci con attrezzi (carriola, cassette o cesti per la raccolta degli ortaggi, ecc.): cm sono un ampiezza adottata da molti. Queste non sono altro che indicazioni generali frutto dell esperienza di molti orticoltori, tuttavia non vanno considerate come regole rigide: ognuno opererà in base alle proprie esigenze e possibilità. 3. Prima dell ultimo passaggio di preparazione del letto di semina/trapianto, distribuiremo a spaglio la quantità di fertilizzante necessaria per l annata agraria, dopodiché la interreremo semplicemente «pettinando» il terreno con la forca a denti curvi, cioè senza disturbare troppo gli organismi terricoli e quindi preservando la fertilità biologica del terreno. L interramento del concime e il perfezionamento della sagoma dell aiola e del letto di semina/trapianto sono operazioni che spesso coincidono. Non tutti i fertilizzanti sono adatti ad essere interrati con questi strumenti: devono avere la consistenza del terriccio (come lo sono il letame e il compost ben maturi), oppure essere in scaglie, polvere o dadini (stallatico). Letame e compost immaturi, cioè ancora poco decomposti, pagliosi, a blocchi, non sono idonei a questa tecnica di coltivazione e, per essere interrati, richiedono una vangatura o l uso del motocoltivatore. Lo stesso discorso vale anche per l interramento di un erbaio da sovescio e pertanto, se lo coltiviamo su aiole permanenti, dovremo adottare la tecnica del «sovescio parziale» (vedi Vita in Campagna n. 3/2013, a pag. 28 e, in questa Guida, il riquadro sul sovescio di pag. 6 e 7) [2]. La quantità di fertilizzante da incorporare sarà quella che, a seguito della sua trasformazione microbica, permetterà di colmare le perdite annuali di humus e di liberare adeguate quantità di principi nutritivi (vedi nel capitolo sulla concimazione la tabella a pag. 32). Interreremo il fertilizzante una volta all anno, normalmente alla ripresa del- 14 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2014
4 le coltivazioni, in occasione dei lavori di ripristino della superficie dell aiola. L interramento del fertilizzante con la forca a denti curvi non sempre riuscirà al 100% e potrà restarne in superficie una modesta quantità: questo non ci dovrà preoccupare, perché saranno poi i lombrichi, i millepiedi e altra fauna terricola a incorporarla al nostro posto (come accade normalmente in Natura). 4. Se la tecnica di coltivazione che avremo scelto lo prevederà, stenderemo la pacciamatura e/o disporremo l impianto d irrigazione a goccia. Se la pacciamatura sarà in materiale permeabile (paglia, erba secca, legno cippato, ecc.), l impianto a goccia potrà indifferentemente essere steso sopra o sotto di essa. 5. Dopodiché potremo procedere con la semina/trapianto della coltura. 6. Alla ripresa annuale delle coltivazioni, o se necessario prima di una nuova coltivazione, dovremo sistemare (pareggiare) la superficie dell aiola con leggeri passaggi di rastrello o di forca a denti curvi, nel caso le operazioni colturali dell ortaggio precedente l avessero deformata; coglieremo l occasione anche per incorporare il fertilizzante come descritto al punto 3. Queste operazioni vanno eseguite col terreno in tempera. Dopodiché non ci saranno altre cose da fare: il terreno non calpestato e ricco Un metodo elegante di costruire aiole rialzate è quello di contenere la porzione di terra che emerge dal piano di campagna con assi di legno. Al posto del legno si possono usare altri materiali rigidi come larghe strisce di lamiera o di plastica, tegole, mattoni: rispetto al legno sono un po meno belle da vedere, ma di uguale utilità. Questa tecnica è utile anche laddove s intenda coltivare sopra un terreno che non è stato possibile decompattare di organismi terricoli si troverà già in uno stato strutturale idoneo ad accogliere i semi o le piantine per una nuova coltivazione. 7. Nei periodi di inattività, la superficie delle aiole sarà protetta dall azione battente della pioggia e dalla forza del sole grazie al ricorso alla pacciamatura, così da prevenire perdite di fertilità prodotte da erosione, crosta, danni agli organismi terricoli (per saperne di più vedi qui sotto il paragrafo «Come va mantenuta l aiola durante l inverno o lunghi periodi d inattività?»). Perché è bene che le aiole siano rialzate? Foto: Cooperativa sociale «Topinambur» - Treviso Diversamente da quanto accade se si usano teli, cartone o fogli di giornale, se per la pacciamatura scegliamo materiali permeabili (paglia, foglie ed erba secche, cippato), i tubi per l irrigazione a goccia possono essere stesi sopra la pacciamatura qualora avessimo la necessità di verificarne regolarmente il corretto funzionamento (assenza di tagli e occlusioni). 2-Il trapianto si esegue più facilmente dopo avere steso la pacciamatura: si aprono dei fori circolari del diametro di 6-8 cm, dopodiché si mette a dimora la piantina La tecnica di coltivazione su aiole permanenti, in realtà è praticabile anche su terreno non rialzato; tuttavia, il fatto che l aiola sia sopraelevata rispetto al piano di campagna comporta due vantaggi: a) ci costringerà a non pestare e quindi a non compattare l area dedicata alla crescita delle piante, perché il margine dell aiola sarà sempre ben visibile e lo percepiremo come «limite invalicabile»; b) essendo l aiola costituita da uno strato di terreno soffice (sotto il piano di campagna) sopra il quale poggia uno strato di terreno di riporto anch esso soffice (sopra il piano di campagna), metteremo a disposizione degli apparati radicali delle piante più terreno soffi- SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/
5 Foto: Vito Bissoni Foto: Vito Bissoni In primavera, per sistemare e pareggiare la superficie delle aiole sono necessari solo leggeri passaggi di rastrello o di forca a denti curvi, con i quali viene anche incorporato il fertilizzante Un bell orto con aiole permanenti pacciamate con paglia (aiole 1-3-4) o telo a maglie intrecciate (aiola 2): in entrambi i casi la pacciamatura è permeabile e pertanto compatibile sia con l irrigazione a goccia che con quella a pioggia ce rispetto a un aiola non rialzata; questo diventerà ancora più importante nei terreni che tendono ad allagarsi o caratterizzati da falda molto superficiale che affiora nei periodi piovosi. Volendo, l altezza delle aiole potrà essere anche molto maggiore dei 10 cm che vi abbiamo consigliato: pensate che alcuni appassionati costruiscono delle belle aiole alte anche mezzo metro sopra il piano di campagna (ci vuole molta terra, però!), mettendo così a disposizione delle radici ancora più spazio e rendendo più facili alcune operazioni come semine, trapianti, raccolte, scerbature. Cosa accade all aiola permanente durante la coltivazione? Le aiole permanenti danno il meglio di sé quando gli ortaggi sono coltivati con la tecnica della pacciamatura: la copertura del suolo lo protegge dalla formazione di crosta, dall erosione e dall esposizione diretta ai raggi solari, tutte condizioni che, sommate all uso di fertilizzanti organici di qualità e all assenza di lavorazioni energiche (che caratterizzano la tecnica delle aiole permanenti), sono favorevoli all attività degli organismi terricoli promotori della fertilità, i quali, giorno dopo giorno, Foto: Maurizio Fadda Foto: Ermanno Perinotto La forma più comune delle aiole è quella rettilinea a file parallele, ma non ci sono regole particolari. Le aiole quindi possono essere organizzate in diverse figure: spirali (vedi foto), cerchi concentrici, ecc. Laddove non ci sono problemi di falda che affiora o di cattivo drenaggio, è possibile anche allestire aiole permanenti non rialzate rispetto al piano di campagna, ma con camminamenti rialzati 16 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2014
6 migliorano la struttura del terreno, distribuiscono il concime lungo il profilo colturale, lo trasformano in humus e principi nutritivi. Invece, in assenza di pacciamatura, la pioggia o l irrigazione a pioggia potranno indurre la formazione di crosta che, appena possibile, andrà rotta con una sarchiatura. Potranno poi crescere anche le erbe infestanti che, quindi, dovranno essere tenute sotto controllo con zappature o scerbature. L irrigazione potrà essere eseguita a goccia, o a pioggia, o per infiltrazione da solco. In quest ultimo caso, l aiola sarà una ventina di centimetri più larga e un unico solco verrà predisposto al centro; tuttavia, il solco potrà danneggiare l aiola, perché lo scorrimento ripetuto di grandi quantità d acqua faciliterà la formazione di crosta (vedi il capitolo a pag. 40) e fenomeni di erosione, rendendo necessari frequenti interventi di ripristino della permeabilità del terreno del solco. La coltivazione su aiole permanenti sarà un po più difficile con ortaggi come patata e porro che richiedono l imbianchimento con riporto di terra (rincalzatura), operazione che danneggerebbe l aiola. Nel caso della patata, tuttavia, l imbianchimento dei tuberi potrebbe essere ottenuto anche senza riporto di terra, bensì usando la tecnica della pacciamatura (per esempio, con paglia in primavera-estate in pieno campo, con telo nero nelle coltivazioni invernali-primaverili in serra). Nel caso del porro, l imbianchimento necessiterà inevitabilmente del riporto di terra e pertanto l aiola sarà danneggiata. Anche la raccolta dei tuberi di patata o delle radici tuberizzate di batata, operazione da eseguire con la forca, inevitabilmente danneggerà l aiola: pazienza. Per quanto riguarda fagiolo e pisello rampicanti ne consigliamo la coltivazione a fila singola al centro dell aiola; nelle prime settimane di coltivazione, sarà possibile sfruttare meglio lo spazio consociandoli a colture di taglia bassa e ciclo breve (30-60 giorni) come spinacio, lattuga, barbabietola da orto, cavolo rapa, barbabietola da coste, cavolo cappuccio che saranno trapiantate a fila singola distante 15 cm da ciascun bordo dell aiola. Quando compost e letame sono molto maturi (9-12 mesi), hanno la consistenza del terriccio e all occorrenza possono essere distribuiti sopra pacciamature molto permeabili (per esempio paglia) attraverso le quali percolano, trascinate dall acqua piovana o irrigua, fino a raggiungere il terreno Com è possibile interrare un fertilizzante in un aiola già coperta da pacciamatura? Se l aiola fosse già coperta da una pacciamatura in telo o cartone o giornali, questa sarà tolta per permettere l interramento del concime; dopodiché, se la tecnica colturale lo prevede, la pacciamatura sarà nuovamente stesa. Se l aiola fosse coperta da una pacciamatura in materiale molto permeabile, come paglia o erba secca o legno cippato, si potrà sia procedere come sopra, sia evitare di rimuovere la pacciamatura e spargerci sopra il fertilizzante (letame, compost, stallatico, ecc.), purché sia in forma polverulenta, a scaglie o di terriccio: più fino sarà, meglio sarà; dopodiché si aspetterà che piova, oppure si irrigherà a pioggia in modo che l acqua faccia attraversare la pacciamatura alle sostanze distribuite, portandole a contatto col terreno, dove la fauna terricola per la quale questi tipi di fertilizzanti sono un alimento provvederà a incorporarlo nel volume di terra interessato dalla presenza di radici. Come comportarsi a fine coltura con i residui vegetali? Terminata la coltivazione, non sarà necessario estirpare le piante improduttive o deperite, ma sarà meglio tagliarle al colletto. In questo modo le radici morte resteranno sotto terra fungendo da alimento per gli organismi terricoli, i quali rapidamente le decomporranno, riciclando i nutrienti in esse contenuti; l asportazione dell apparato radicale, Nei periodi di inattività il terreno va mantenuto al riparo dalla luce solare diretta coprendo le aiole con uno strato di materiale permeabile all aria e all acqua: paglia o erba secca. In questo modo si evitano fenomeni di erosione, formazione di crosta, crescita di flora spontanea indesiderata SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/
7 1 2 In un orto non organizzato in aiole permanenti, nell interfila soggetta a calpestio il terreno compattato impedisce all acqua in eccesso di percolare (1). Al momento della lavorazione otterremo zolle piccole, ma sempre compattate (2) poco adatte ad accogliere i semi o le piantine degli ortaggi inoltre, potrebbe danneggiare inutilmente l aiola. Fusti e foglie saranno invece sminuzzati e portati nel cumulo del compostaggio. Se nella coltivazione fossero presenti piante colpite da malattie a carico dell apparato radicale (verticilliosi, fusariosi, rizottoniosi, ecc.), esse, invece, saranno estirpate e distrutte. Come va mantenuta l aiola durante l inverno o lunghi periodi d inattività? Ispirandoci a quanto accade in Natura, cercheremo di mantenere il terreno al riparo dalla luce diretta del sole. Pertanto lo copriremo con uno strato di materiale che ne ombreggi la superficie e che, possibilmente, sia permeabile all aria e all acqua e, magari, sia anche fonte di nutrimento per gli organismi terricoli: useremo paglia, erba secca, legno cippato (non di conifere), cartone, fogli di giornale o come ultima scelta un telo a maglie intrecciate. Non dimentichiamo che, negli ecosistemi naturali, è solo nei deserti che il terreno resta nudo ed esposto alla luce diretta del sole. Il terreno e gli organismi terricoli non amano essere direttamente colpiti dai raggi solari; questo è provato anche dal fatto che, se lasciamo in abbandono un terreno agricolo, la Natura provvede rapidamente a coprirlo con nuova vegetazione e più passa il tempo, più la vegetazione si stratifica riducendo la quantità di luce che raggiunge il suolo. La stessa dinamica accade nel nostro orto con le cosiddette «erbe infestanti», cioè con quella flora spontanea che instancabilmente cerca di colonizzare gli spazi vuoti lasciati dalle piante che coltiviamo. In realtà, dal punto di vista della Natura, essa rigenera la fertilità del suolo nudo e lo protegge da crosta superficiale (vedi pag. 40) ed erosione, due forme di perdita della fertilità: ecco perché in agricoltura occorre continuamente «difendere» le coltivazioni dalle erbe infestanti! La rapida copertura di un terreno nudo operata dalla flora spontanea, svolge anche le importanti funzioni di protezione del suolo dall erosione e dalla formazione di crosta (che, comportandosi da tappo, induce l asfissia radicale), cioè due forme di perdita di fertilità del terreno. Che cosa accade in un orto senza aiole permanenti? In un orto non organizzato in aiole permanenti, a fianco di ogni fila ci sarà uno stretto passaggio che ci permetterà di zappare, eseguire le raccolte e altri lavori: a seguito del ripetuto calpestio, il suo compattamento sarà inevitabile e, nel periodo autunno-vernino, diventerà rilevante a causa dei ripetuti passaggi sul terreno bagnato, al punto che l acqua caduta in eccesso non potrà essere allontanata per percolazione e si accumulerà in pozzanghere (come è evidente nella foto 1 qui a sinistra). La preparazione del terreno per le successive coltivazioni non potrà, di conseguenza, prescindere dal decompattamento, di solito eseguito con il motocoltivatore, oppure con una vangatura seguita da una zappatura, oppure con la tecnica delle due forche (a denti piatti e a denti curvi, vedi il capitolo sul compattamento, a pag. 36). Come risultato, nei passaggi di terreno compattato otterremo zolle piccole, apparentemente idonee ad accogliere la semente o le piantine, ma pur sempre compattate, proprio come accadrebbe a un piatto di ceramica (compatto) quando si frantuma in più cocci (più piccoli del piatto, ma sempre compatti). Queste zolle di terra compattata non potranno essere fertili, perché povere in canali che le permettano di essere permeabili all aria e all acqua, di essere esplorate dalle radici (in particolare dai peli radicali), di fornire ai microrganismi e alle radici le giuste quantità d ossigeno per il loro metabolismo; di conseguenza le radici avranno uno sviluppo contenuto e non saranno in grado di rifornire fusti, foglie, fiori e frutti di adeguate quantità d acqua e principi nutritivi e quindi di sostenere una crescita armoniosa delle piante (vedi capitolo sul compattamento, a pag. 36). Sapremo seminare o trapiantare le nuove coltivazioni esattamente sulle strisce di terra che l anno prima non avevamo calpestato? Molto difficile. La tecnica delle aiole permanenti previene queste forme di perdita di fertilità del suolo, perché il terreno coltivato non viene mai calpestato e quindi non si può compattare. [1] Numerosi studi condotti da enti di ricerca indipendenti hanno dimostrato che la presenza di vita nei terreni agrari nei quali non è praticata l aratura è significativamente maggiore rispetto a quella in terreni arati. [2] Ricordiamo che i nostri abbonati possono scaricare gli articoli di Vita di Campagna dalla Banca Dati Online: gna.it/bdo/bdo_home.asp 18 SUPPLEMENTO A VITA IN CAMPAGNA 6/2014
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