Sistemi di gestione ambientale e audit ambientali

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1 Sistemi di gestione ambientale e audit ambientali Un approfondimento della nuova norma che unifica lo strumento di riferimento per l audit dei sistemi di gestione, facilitando l integrazione tra l audit per la qualità e quello ambientale. In questo modo si potrà eseguire un singolo accertamento per entrambi i sistemi, qualità ed ambiente, consentendo alle aziende, che intendono certificarsi, di risparmiare sui tempi tecnici e, soprattutto, sui costi della procedura. La nuova norma UNI EN ISO di Luca Andriola* e Silvio Sonnino** * Docente di Certificazione Ambientale ISO Università Studi dell Aquila, della Scuola per Revisori e Consulenti EMAS di Viterbo e Foggia, Responsabile di Audit Ambientale CEPAS n. 016 ** Esperto in sviluppo e valutazione di sistemi di gestione aziendali e Docente sui Sistemi di Gestione Ambientale 1) PREMESSA Recentemente è stata pubblicata la nuova norma UNI EN ISO 19011:2003 Linee guida per gli audit dei sistemi di gestione per la qualità e/o di gestione ambientale, versione ufficiale in lingua italiana della norma europea EN ISO che a sua volta ha recepito la ISO 19011:2002 Guidelines for quality and/or environmental management systems auditing, elaborata congiuntamente dai Comitati Tecnici ISO TC 176 Quality management and quality assurance e ISO TC 207 Environmental management. La UNI EN ISO sostituisce ben sei norme, non più utilizzabili: le UNI EN , UNI EN , UNI EN riguardanti l audit dei sistemi qualità e le UNI EN ISO 14010, UNI EN ISO 14011, UNI EN ISO riguardanti l audit dei sistemi di gestione ambientale. Si è concluso così un rilevante capitolo della revisione del corpus normativo riguardante la famiglia delle norme ISO sui sistemi di gestione ambientale e la famiglia delle norme ISO Sia le norme internazionali ISO 9000 sia le ISO sottolineano l importanza degli audit come strumenti di gestione per il controllo e la verifica dell effettiva attuazione e dell efficacia della politica e degli obiettivi per la qualità e/o ambientali di un organizzazione. Per entrambi i modelli, gli audit rappresentano una componente essenziale nella attività di valutazione della conformità alle specifiche e alle norme e, parallelamente, sono fondamentali nei percorsi certificativi. La nuova norma, elaborata come si è detto da un gruppo di lavoro misto costituito da esperti dei comitati tecnici ISO TC 176 e 207, fornisce quindi linee guida per un approccio uniforme all audit dei sistemi di gestione per la qualità e di gestione ambientale. Pertanto la UNI EN ISO serve anche come unico strumento di riferimento per l audit di questi sistemi, facilitando l integrazione della gestione per la qualità con quella ambientale, offrendo quindi la possibilità di eseguire un singolo audit per entrambi i sistemi con conseguente risparmio di tempo e di denaro. La norma è destinata ad una gamma di po- Ga - 1/04 99

2 tenziali utilizzatori, che comprendono gli auditor, le aziende nonché gli organismi che operano nella certificazione o nella formazione ed addestramento degli auditor, nella certificazione di sistemi di gestione, nell accreditamento o nel campo della valutazione di conformità. Rispetto alle norme precedenti, la UNI EN ISO ha apportato diversi cambiamenti di carattere sostanziale ed editoriale. La norma è strutturata in sette capitoli, i cui contenuti sono descritti utilizzando un approccio per processi e facendo ricorso a numerosi esempi e aiuti pratici. Audit dei sistemi di gestione per la qualità ISO :1992 ISO :1992 ISO :1992 Audit dei sistemi di gestione per l ambiente ISO :1996 ISO :1996 ISO :1996 Audit dei sistemi di gestione per la qualità e l ambiente ISO :2002 2) GLI AUDIT DEI SISTEMI DI GESTIONE AM- BIENTALE L audit costituisce il più efficace strumento per valutare la conformità e tenere sotto controllo il rispetto dei principi espressi nella politica ed il conseguimento degli obiettivi per l ambiente. Le stesse norme della serie ISO attribuiscono notevole importanza all attività di audit per la valutazione dell efficacia dei sistemi di gestione ambientale alle norme di riferimento. Audit: Processo sistematico, indipendente e documentato per ottenere evidenza dell audit e valutare con obiettività, al fine di stabilire in quale misura i criteri dell audit sono stati soddisfatti. Il funzionamento di qualsiasi processo o singola attività ha un utile struttura concettuale nel Cerchio PDCA o Ruota di Deming (vedere fig. 1). Fig. 1 Ruota di Deming PLAN DO miglioramento ACT CHECK 100

3 Anche il Sistema di Gestione Ambientale (nel seguito chiamato SGA), considerato come macroprocesso, fa riferimento a questo schema concettuale. Il SGA deve essere: 1. Pianificato dalla Direzione, definendo le strategie (Politica Ambientale), gli obiettivi, i processi, le risorse; definendo e documentando in modo appropriato le procedure per operare (nel loro insieme formano i documenti del SGA). 2. Attuato da tutti, implementando i processi, applicando le procedure. Le registrazioni ne rendono evidenza. 3. Controllato dalla Direzione, perché i processi siano efficaci per fornire i risultati attesi. 4. Corretto e migliorato dalla Direzione. Se i processi non sono efficaci nel fornire i risultati attesi vanno corretti, se lo sono vanno consolidati e migliorati. La norma UNI EN ISO 14001:1996 prevede una gestione ambientale per processi. Come è noto si definisce processo l insieme di attività correlate o interagenti che trasformano elementi in entrata in elementi in uscita (norma UNI EN ISO 9000:2000). Il primo processo riconoscibile nella norma UNI EN ISO 14001:1996 riguarda la politica ambientale. Il punto 4.2 della norma dice: L Alta Direzione deve definire la politica ambientale dell organizzazione e assicurarsi che: a) sia appropriata alla natura, alla dimensione e agli impatti ambientali delle sue attività, prodotti o servizi; b) includa un impegno al miglioramento continuo e alla prevenzione dell inquinamento; c) includa un impegno ad essere conforme alla relativa legislazione e regolamentazione ambientale applicabile e agli altri requisiti sottoscritti dall organizzazione; d) fornisca il quadro di riferimento per stabilire e riesaminare gli obiettivi e traguardi ambientali; e) sia documentata, resa operante, mantenuta attiva e diffusa a tutto il personale; f) sia disponibile al pubblico. Nella descrizione di questi requisiti si identificano le caratteristiche del processo. Gli elementi in entrata sono le informazioni che l alta direzione deve acquisire per definire la politica ambientale; informazioni che riguardano: le caratteristiche e le dimensioni dell organizzazione, che sono peraltro informazioni ben conosciute dalla direzione, gli impatti ambientali che emergono dall analisi ambientale, che a sua volta è un altro processo, i requisiti stessi indicati al punto 4.2 della norma. Gli elementi in uscita, oltre al documento che riporta la politica ambientale, sono le indicazioni contenute nel testo che definisce le direzioni nelle quali si intende operare e i punti di riferimento per valutare se l operatività dell impresa è correttamente svolta. Le risorse necessarie per la definizione della politica e della sua diffusione sono principalmente l alta direzione e le funzioni o i comitati che l alta direzione intende coinvolgere, che operano in un sistema di interazioni e di responsabilità. Concatenato al processo Politica Ambientale, vi è il processo che prevede l individuazione degli obiettivi ambientali e la programmazione e la realizzazione delle azioni necessarie per conseguire gli obiettivi (norma UNI EN ISO 14001:1996, punto Obiettivi e Traguardi, punto Programma/i di gestione ambientale ). Anche in questo caso si possono individuare gli elementi in ingresso, quali la politica ambientale, l analisi ambientale, le prescrizioni legali, lo stato delle tecnologie, le scelte economiche e di marketing, le aspettative del territorio, e gli elementi in uscita, che sono gli obiettivi/traguardi che si intendono realizzare e le susseguenti azioni definite nel programma di gestione ambientale, il quale a sua volta genera altri elementi in uscita che sono i risultati che si realizzano e che costituiscono il miglioramento continuo. Il processo è dominato da un sistema di rapporti tra le varie funzioni con precise responsabilità. La direzione deve dare le indicazioni per la definizione degli obiettivi che, una volta che sono stati elaborati, deve approvare. Le varie funzioni devono proporre le azioni necessarie che costituiscono il programma di gestione ambientale. Dopo che il programma è stato approvato dalla direzione, le varie funzioni dell organizzazione devono realizzare quanto pianificato. Ga - 1/04 101

4 La sequenza politica-obiettivi-programmi può essere assimilata ad un unico processo che deve essere riesaminato ogniqualvolta sia necessario, in quanto è il cardine intorno al quale si realizza in azienda il sistema di gestione ambientale. Importante strumento di controllo, assieme ad altri, sono le Verifiche Ispettive o audit del SGA. Gli obiettivi di una VI sono i seguenti: 1. verificare che le regole definite, contenute nei documenti del SGA, sono applicate; 2. verificare se le regole sono efficaci in funzione della politica e degli obiettivi definiti; 3. individuare opportunità di miglioramento. 4. verificare la conformità del SGA ai requisiti della ISO 14001; 5. valutare la capacità del SGA di garantire il soddisfacimento dei requisiti cogenti e contrattuali. Definiti gli obiettivi, quali sono i riferimenti di una VI? ( criteri di una VI) Criteri dell audit: Insieme di politiche, procedure, o requisiti. I criteri dell audit sono utilizzati come riferimento rispetto a cui si confrontano le evidenze dell audit. I riferimenti rispetto ai quali è svolta la VI dipendono dagli obiettivi della verifica; pertanto in riferimento agli obiettivi sopra esposti, i riferimenti sono: 1. requisiti delle procedure dell Organizzazione; 2. politica ed obiettivi dell Organizzazione; 3. altri requisiti definiti dalla Direzione. 4. requisiti della norma di SGA di riferimento adottata dall Organizzazione. 5. leggi/regolamenti e requisiti contrattuali; Campo dell audit: Estensione e limiti di un audit. Il campo dell audit generalmente comprende una descrizione delle localizzazioni fisiche, delle unità organizzative, delle attività e dei processi, come pure il periodo di tempo richiesto. Il campo in sostanza definisce l oggetto della VI. 3) REQUISITI GENERALI DELLA NORMA ISO La nuova norma ISO è strutturata in 7 capitoli, i primi due dei quali sono di carattere introduttivo, il terzo approfondisce i significati della terminologia specifica richiamata dalla norma stessa, il quarto definisce i principi dell attività di audit, il quinto dettaglia la gestione di un programma di audit, il sesto spiega le metodologie di conduzione dell audit ed il settimo definisce le competenze dell auditor. È destinata ai seguenti utilizzatori: Auditor; Organizzazioni che attuano Sistemi di Gestione Ambientali o della qualità e vogliono verificarne livello di copertura, stato di applicazione e grado di efficacia rispetto alle esigenze ed in conformità alle norme di riferimento; Organizzazioni che hanno la esigenza di effettuare audit di sistemi di gestione della qualità o ambientali per ragioni contrattuali sulla organizzazione di terzi; Organizzazioni che operano nella certificazione o nella formazione e addestramento degli auditor, nella certificazione di sistemi di gestione, nell accreditamento o nella normazione nel campo della valutazione della conformità. La terminologia La nuova ISO si inserisce come un tassello all interno del progetto Vision 2000 e, pertanto, il principale intento del JWG (Joint Working Group, gruppo di lavoro incaricato dell elaborazione della norma) è sempre stato quello di mantenere l allineamento con le altre norme definite in tale ambito. I principali riferimenti normativi per la terminologia in materia di sistemi di gestione per la qualità e per l ambiente sono rispettivamente la ISO 9000:2000 e la ISO 14050:2002, che esplicano ampiamente anche il vocabolario legato all attività di audit. Per tale motivo si è preferito inserire nella ISO solo 14 definizioni, così da non incorrere in sovrapposizioni ed ambiguità. Tali definizioni, pertanto, sono state impostate in modo da avere carattere gene- 102

5 rale ed essere applicabili ad ogni tipo di audit, non solo quelli di qualità ed ambientali. I principi dell attività di audit Questo argomento è esposto e dettagliato al capitolo 4 della ISO 19011, che illustra i principi che presiedono l attività di audit e che sono fondamentali affinché i risultati dell audit siano pertinenti e che auditor diversi, operando indipendentemente l uno dall altro, pervengano a conclusioni analoghe. Tali principi sono: l indipendenza l auditor deve essere indipendente dall oggetto della verifica, al fine di rimanere scevro da pregiudizi e coinvolgimenti; l evidenza l auditor deve basare la propria verifica e trarre le proprie conclusioni sulla base di evidenze oggettive verificabili; l imparzialità l auditor ha l obbligo di riportare fedelmente e con precisione i rilievi riscontrati nei report dell audit; il comportamento etico l auditor deve garantire fiducia, integrità, riservatezza e discrezione; la professionalità l auditor deve possedere adeguata conoscenza e pratica dell oggetto dell audit e delle tecniche di verifica ispettiva. I primi tre principi enunciati erano già presenti nella precedente normativa in materia di sistemi di gestione e verifiche ispettive, ma la nuova ISO li enfatizza in modo particolare e vi aggiunge il comportamento etico e la professionalità dell auditor, aspetti questi ripresi ed approfonditi anche all interno del paragrafo della norma dedicato alla competenza dell auditor. Gestire un programma di audit Sebbene l attività di programmazione dell audit fosse già consuetudine, la ISO ne enfatizza l importanza e ne dettaglia le fasi; applica perciò in toto l approccio Vision 2000 illustrandone il processo con il susseguirsi delle fasi e il dettaglio degli input ed output (vedere fig. 2), evidenziando il ciclo virtuoso del Plan-Do- Check-Act. L esecuzione di un audit, infatti, non deve avere come unico scopo la verifica dell attuazione di quanto previsto dal sistema di gestione in atto, con il conseguente avvio di NC e/o AC, ma attraverso le interviste, il controllo della documentazione e delle registrazioni, le verifiche delle attività operative, deve trarre spunti di miglioramento. Di seguito vengono dettagliate le fasi del flusso di programmazione degli audit, condotto dalla funzione responsabile della gestione del processo di audit. Il programma di audit prevede: la definizione dell obiettivo della verifica, cioè l oggetto o l attività da verificare (obiettivi specifici, requisiti del cliente, aspetti cogenti, ecc.) e dell estensione della verifica (durata, frequenza, ecc.); l individuazione delle responsabilità dell audit (team di audit e relativi compiti); la messa a disposizione delle risorse (persone coinvolte, strumenti, tempo, spese, ecc.); la definizione delle procedure del programma di audit (modalità di pianificazione, competenza e scelta degli auditor, metodologie di conduzione degli audit, ecc.). L attuazione del programma di audit prevede, invece: la valutazione degli auditor, al fine di verificare che essi siano in possesso dei requisiti di competenza necessari per l effettuazione dell audit in oggetto; la designazione dei componenti del gruppo di auditing e dei loro compiti; la predisposizione di tutte le registrazioni relative all attività di auditing (pianificazione audit, rapporti, non conformità e/o azioni correttive/preventive, evidenze della qualifica degli auditor, ecc.). Segue poi la fase più importante del ciclo, cioè il monitoraggio ed il riesame del programma di audit, che prevede il corretto avanzamento della pianificazione prevista, la verifica globale dei risultati nel tempo al fine di individuare opportunità di miglioramento. Ga - 1/04 103

6 Fig. 2 - Processo di programmazione dell audit Act Plan Do Autorità per la gestione di un programma di audit Check Definizione del programma di audit Competenze e valutazione degli auditor Miglioramento del programma di audit Attuazione del programma di audit Attività di audit Monitoraggio e riesame del programma di audit Dalla teoria alla pratica... Le modalità operative di effettuazione dell audit non differiscono sostanzialmente da quelle contenute nelle norme originarie, fatta eccezione per la possibilità di eseguire audit combinati, cioè che abbiano per oggetto contemporaneamente il sistema di gestione per la qualità e il sistema di gestione ambientale, situazione questa tipica dei sistemi di gestione integrati. Un aspetto che va comunque sottolineato riguarda l importanza della comunicazione tra l auditor e l intervistato. Non a caso oggi si tende a pronunciare la parola audit alla latina e non all inglese, per sottolineare l approccio all ascolto e non al solo giudizio che deve dare l auditor. Analogamente alla definizione del programma di audit viene utilizzato l approccio per processi rappresentando le fasi di esecuzione della verifica ispettiva ed i relativi input ed output (vedere fig. 3). 104

7 Fig. 3 - Processo dell attività di audit Inizio dell audit Definizione del responsabile di audit Definizione dell oggetto dell audit Determinazione della fattibilità dell audit Definizione del team di audit Contatto iniziale con il valutando Preparazione dell audit sul campo Definizione del piano di audit Assegnazione dell attività al team di audit Preparazione dei documenti di lavoro Effettuazione dell audit Riunione di apertura Comunicazione Definizione ruoli e responsabilità dei partecipanti Raccolta e verifica delle informazioni Identificazione dei rilievi dell audit Preparazione delle conclusioni dell audit Riunione di chiusura Completamento dell audit Conservazione dei documenti Chiusura dell audit Azioni a seguire dell audit 4) COMPETENZE DEGLI AUDITOR DI SISTEMI DI GESTIONE AMBIENTALE La fiducia e l affidabilità nel processo di audit dipende dalla competenza del personale che effettua l audit. A riguardo è opportuno richiamare come riferimento direttamente i punti della norma ISO 19011, in virtù della chiarezza e del grado di dettaglio con la quale esplicitano il concetto di competenza (vedere fig. 4). Per diventare e rimanere nel tempo auditor, una persona dovrebbe: avere le caratteristiche personali descritte al punto 7.2; dimostrare la capacità di applicare le conoscenze e le competenze che sono necessarie per condurre audit, descritte al punto 7.3 ottenute mediante l istruzione, l esperienza di lavoro, la formazione e l addestramento come auditor e l esperienza di audit descritti al punto 7.4. Il grado di istruzione, l esperienza di lavoro, la formazione e l addestramento come auditor e l esperienza di audit, sono i mezzi mediante i quali una persona acquisisce le conoscenze e le abilità appropriate per diventare un auditor. Essi sono anche indicatori di competenza. Alcune di queste conoscenze ed abilità sono comuni agli auditor di sistemi di gestione per la qualità ed ambientale; altre sono specifiche per auditor della singola disciplina. Il punto riguarda le conoscenze e le competenze che si applicano ad entrambi gli auditor di sistemi di gestione per la qualità ed ambientale. Prerequisito per essere un valutatore di Sistemi di Gestione Ambientale è sicuramente la conoscenza della legislazione ambientale. A riguardo occorre sottolineare che la legislazione italiana in materia ambientale è alquanto complessa e di non facile interpretazione, risente dei diversi momenti nei quali è stata emanata e dell influenza delle normative comunitarie che enunciano principi non immediatamente trasferibili al nostro ordinamento. Inoltre deve tener conto della produzione di leggi e di norme prescrittive emesse dalle Regioni. L auditor ambientale deve essere in grado di muoversi tra le varie norme, in quanto la conformità alle leggi di una atti- Ga - 1/04 105

8 vità è un aspetto molto importante del sistema di gestione ambientale, deve essere in grado di interpretarle e, se del caso, valutare se sono state correttamente applicate. Nei casi dubbi deve essere in grado di accedere a fonti che lo possano aiutare e indirizzare verso una corretta interpretazione. Inoltre deve mantenersi sempre aggiornato, data la continua evoluzione della legislazione in questo settore. ll punto riguarda le ulteriori conoscenze ed abilità che si applicano ai responsabili dei gruppi di audit. Il punto si occupa di quanto si applica solo agli auditor di sistemi di gestione per la qualità ed il punto di quanto si applica solo agli auditor di sistemi di gestione ambientale. Gli auditor sviluppano, mantengono e migliorano la loro competenza mediante lo sviluppo professionale continuo ed una regolare partecipazione ad audit, come descritto al punto 7.5. Il processo per la valutazione degli auditor e dei responsabili di audit è descritto al punto 7.6. Fig. 4 - Concetto di competenza Competenza Qualità Conoscenze e competenze specifiche per la qualità (7.3.3) Conoscenze e competenze ambientali (7.3.1 e 7.3.2) Ambiente Conoscenze e competenze specifiche ambientali (7.3.4) Istruzione - Esperienza di lavoro - Formazione ed addestramento come auditor - Esperienza di audit (7.4) Caratteristiche personali (7.2) 5) IL PROCESSO DI VALUTAZIONE DELLE COM- PETENZE La credibilità e l affidabilità dell intero processo di audit si basa sulla competenza dei suoi principali protagonisti, vale a dire sulle dimostrate caratteristiche personali e dimostrata capacità di saper utilizzare conoscenze ed abilità degli auditor. Pertanto affinché le conoscenze e le abilità vengano riconosciute come competenze devono essere dimostrate; occorre chiarire a chi devono essere dimostrate per la loro valutazione e quali sono gli strumenti per valutare. Il processo di valutazione si svolge attraverso tre fasi principali: una che riguarda coloro che desiderano divenire auditor; una inserita nel processo di formazione del gruppo di verifica di uno specifico audit; una di valutazione del mantenimento della competenza nel tempo. 106

9 La prima fase riguarda la valutazione delle conoscenze ed abilità generali, già viste precedentemente, che ogni auditor deve possedere a prescindere dal suo futuro impiego in uno specifico settore merceologico e verso una organizzazione caratteristica per ampiezza e complessità. Il compito e la responsabilità per questa valutazione è, nella prassi corrente, affidata agli organismi del personale, che si fanno carico di garantire, tramite la creazione di appositi registri, la competenza degli iscritti, nell ambito di una determinata disciplina tecnica. Non essendovi attualmente alcun obbligo a fare eseguire questa valutazione da terzi, essa potrebbe essere effettuata anche dall organizzazione di appartenenza del futuro auditor. Può essere interessante notare che, mentre la vecchia norma UNI EN conteneva una appendice (informativa) sulla Certificazione nazionale dei valutatori di sistemi qualità, illustrante il possibile funzionamento di un organismo nazionale per la certificazione degli auditor, niente del genere compare nella nuova norma UNI EN ISO 19011, a riprova che, in ultima istanza, la responsabilità globale dell impiego degli auditor competenti è di chi li impiega. I metodi di valutazione in questa fase possono essere i più vari, ognuno con un proprio livello di difficoltà e di affidabilità dei risultati. Per fare un esempio, i metodi normalmente utilizzati dai già citati organismi di certificazione degli auditor sono: il riesame delle registrazioni (per verificare il possesso di quelli che vengono considerati come prerequisiti all esame) ed i test (esami) affidando ad un corso preliminare la valutazione delle caratteristiche personali tramite l osservazione. La valutazione relativa alla formazione del gruppo incaricato di eseguire un particolare audit, come già noto, è compito e responsabilità del responsabile del programma di audit, congiuntamente, per gli altri auditor, al responsabile di gruppo designato. Nell eseguire la valutazione, il responsabile del programma di audit deve tener conto: del tipo di organizzazione da valutare come complessità, ampiezza, grado di conoscenza precedente, prevedibile livello gerarchico dei suoi rappresentanti, volontà di collaborazione nel corso dell audit; del settore merceologico interessato dal punto di vista dei processi produttivi, specie se particolari, delle tecnologie, delle caratteristiche dei prodotti o dei servizi; del tipo di audit (di prima, seconda o terza parte). I metodi di valutazione utilizzati, nel caso l auditor non sia già conosciuto dal responsabile del programma di audit, possono essere: il riesame delle registrazioni, per verificare se l attività lavorativa precedente gli consentirà la comprensione dei problemi tecnici dell organizzazione soggetta all audit e se l esperienza di audit è sufficiente per l audit in programma (eventualmente anche per ricoprire il ruolo di responsabile di gruppo); le informazioni di ritorno, tramite testimonianze e simili, per capire qual è il livello qualitativo delle prestazioni dell auditor. Il terzo momento della valutazione degli auditor è quello legato al mantenimento della competenza; tale valutazione viene eseguita in modo diverso a seconda della situazione professionale dell auditor. Per gli auditor iscritti ad un registro gestito da un organismo di certificazione degli auditor, è compito di tale organismo assicurare che i propri iscritti abbiano i requisiti per il mantenimento della competenza e, per far ciò, si servirà del riesame delle registrazioni per assicurarsi della continuità dell attività dell auditor e della sua partecipazione ad eventuali incontri, corsi, seminari e delle informazioni di ritorno per verificare il mantenimento del livello qualitativo delle prestazioni. Se l auditor non è iscritto ad alcun registro, sarà sua cura mantenere tutta la documentazione attestante l esecuzione di tutto ciò che viene richiesto dalla norma UNI EN ISO per il mantenimento della competenza, vale a dire: un adeguato aggiornamento professionale e la continuità delle prestazioni come auditor. Tale documentazione dovrà essere verificata dal responsabile del programma di audit al momento dell utilizzo dell auditor. 6) CONSIDERAZIONI CONCLUSIVE La norma ISO si pone, quindi, come un valido aiuto nella preparazione e conduzione dell attività di auditing, strumento ne- Ga - 1/04 107

10 cessario per la verifica di efficacia dei sistemi di gestione, proponendosi con le numerose innovazioni sopra descritte e di seguito riassunte: riduzione delle norme in materia di audit; trasversalità nell applicazione, audit ambientali e di qualità; omogeneità del vocabolario; introduzione della figura del Gestore del Programma di Audit al quale spettano compiti assai rilevanti fra cui la costituzione del Gruppo di Verifica Ispettiva, con assicurazione della presenza delle necessarie competenze che devono essere sinergicamente integrate a livello di Gruppo; approccio per processi nella definizione delle attività di audit; l indicazione delle metodologie di definizione e valutazione delle competenze dell auditor. 7) RIFERIMENTI Riferimenti bibliografici degli autori Dubini M., Santini R. (2003): Gli audit per la qualità e l ambiente secondo la norma ISO UNI. Andriola L., Sonnino S. (2003): La gestione ambientale negli Enti Locali, Ambiente &, IPA n. 6/2003. Riferimenti normativi Norma UNI EN ISO 14001:1996 Sistemi di Gestione Ambientale Requisiti e guida per l uso. Draft ISO/CD :2002 Environmental Management Systems Requirements with guidance for use (future Revision Standard). Norma UNI ISO 14004: 1997 Sistemi di Gestione Ambientale Linee guida Generali sui Principi, Sistemi e Tecniche di Supporto. Draft ISO/CD :2002 Environmental Management Systems General guidelines on principles, systems and supporting techniques (future Revision Standard). Norma UNI EN ISO 19011: 2003 Linee guida per gli audit dei sistemi di gestione per la qualità e/o di gestione ambientale. Norma UNI ISO 14050: 2002 Gestione ambientale - Vocabolario. 108

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