I PARAMETRI VITALI. Dott. Mario Caserta

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1 I PARAMETRI VITALI Dott. Mario Caserta

2 LA COSCIENZA

3 LO STATO DI COSCIENZA La condizione dell individuo in grado di reagire prontamente agli stimoli che lo raggiungono, sia interni che esterni, dimostrando con il comportamento e con il linguaggio di aver piena consapevolezza di se stesso e dell ambiente che lo circonda E una Funzione Vitale: in sua assenza l individuo non è più in grado né di provvedere ai propri bisogni né di difendersi dai pericoli

4 IL NORMALE STATO DI COSCIENZA Soggetto l sveglio, ossia vigile l ben orientato nel tempo e nello spazio (sa esattamente in che momento e in che luogo si trova)

5 ALTERAZIONI DELLO STATO DI COSCIENZA l Ridotta = COSCIENZA OBNUBILATA O OBNUBILAMENTO - paziente +/- stordito - risponde alle domande in modo succinto o confuso - esegue solo ordini semplici l Assente = COMA - paziente non risponde - non esegue gli ordini - non può essere risvegliato nemmeno da stimolazioni intense Per gradi estremi di sofferenza cerebrale il coma culmina nell ARRESTO RESPIRATORIO

6 SCALA AVPU

7 GLASGOW COMA SCALE

8 LA TEMPERATURA

9 TEMPERATURA: Misurazione del calore espressa in gradi. Grado di calore mantenuto dal corpo; è l'equilibrio tra la produzione e la dispersione di calore. L'uomo è detto OMEOTERMO, o A SANGUE CALDO.

10 La regolazione della temperatura, viene effettuata in 2 modi: l TERMOGENESI Regolazione chimica della produzione di calore (calore sviluppato dall'attività muscolare, brividi, aumento del metabolismo cellulare). l TERMODISPERSIONE Regolazione fisica della dispersione di calore (vasodilatazione, tachipnea, sudorazione).

11 TEMPERATURA NORMALE IPOTERMIA ß ºC à IPERTERMIA

12 LE CAUSE DELLA FEBBRE (IPERTERMIA): CAUSE E SINTOMI CONCOMITANTI l VELENI BATTERICI l PRODOTTI ENDOGENI DI DECOMPOSIZIONE l ALTERAZIONI DEL CENTRO DI TERMOREGOLAZIONE l ALTERAZIONI DELL'EMISSIONE DI CALORE CORPOREO (COLPO DI CALORE) l CARENZA IDRICA

13 I SEGNI E SINTOMI DELLA FEBBRE (IPERTERMIA): l SENSAZIONE GENERALE DI MALATTIA l ANORESSIA l SENZAZIONE DI SETE l CUTE ARROSSATA, CALDA E SECCA l OCCHI LUCIDI, FOTOFOBIA l HERPES LABIALIS (non sempre) l RIDUZIONE E CONCENTRAZIONE DELLA DIURESI l AUMENTO DELLA FREQUENZA CARDIACA (tachicardia) E DELLA FREQUENZA RESPIRATORIA (tachipnea) l SUDORAZIONE PROFUSA

14 I SINTOMI DELLA FEBBRE (segue) Nei bambini una temperatura elevata può determinare le CONVULSIONI. Sopra i 41ºC, se la febbre persiste a lungo, si ha un alterazione della coscienza e danni cerebrali irreversibili. Oltre i 43ºC si ha la morte.

15 CURVA TERMICA Rappresentazione grafica su di un diagramma delle variazioni della temperatura di un soggetto l permette di constatare se vi è presenza di febbre l dà una visione d'insieme dell'evolversi della malattia l permette di apprezzare l'azione di certi medicinali La temperatura sino a 37ºC si scrive in nero o in blu, da 37ºC in poi si scrive in rosso. E' preferibile indicare il metodo usato per la rilevazione della temperatura, senza cambiarlo. Può essere utile indicare la sintomatologia associata alle alterazioni della temperatura

16 TIPI DI FEBBRE MODALITA DI INSORGENZA: l l IN MODO SUBDOLO IN MODO BRUSCO E DRAMMATICO

17 TIPI DI FEBBRE (segue) DECORSO: l FEBBRE CONTINUA l FEBBRE REMITTENTE l FEBBRE INTERIMITTENTE l FEBBRE ONDULANTE

18 FEBBRE CONTINUA

19 FEBBRE REMITTENTE

20 FEBBRE INTERMITTENTE

21 TIPI DI FEBBRE (segue) MODALITA DI SCOMPARSA: l Regressione per LISI l Regressione per CRISI

22 IPOTERMIA L ipotermia può essere causata da: l l l un'esposizione accidentale al freddo congelamento una grave sindrome emorragica Menomazione della capacità di termoregolazione ipotalamica sotto i 34.4ºC Inefficacia della termoregolazione ipotalamica sotto i 29.4ºC Senza un rapido intervento si giunge rapidamente alla morte.

23 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA Termometro a liquido : l A mercurio (bandito) l Al galinstan

24 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA (segue) Termometro elettronico o digitale

25 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA (segue) Termometro frontale ad infrarossi

26 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA (segue) Termometro auricolare a infrarossi

27 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA (segue) Termometro a banda adesiva

28 RILEVAZIONE DELLA TEMPERATURA (segue) La graduazione l in Europa è espressa in GRADI CENTIGRADI (CELSIUS); l in America e in Inghilterra si esprime in GRADI FAHRENHEIT. C = ( F 32) 1,8

29 SEDI DI RILEVAZIONE l INTERNA l ESTERNA TEMPERATURA NORMALE 36 ºC 37 ºC LE TEMPERATURE RETTALI E TIMPANICHE SONO APPROSSIMATIVAMENTE PIÙ ALTE DI 0,3-0,5ºC

30 La temperatura può variare con: l l età l con l ora del giorno l con l esercizio fisico l con la temperatura dell ambiente circostante.

31 CURA DEL PAZIENTE FEBBRICITANTE l Buona igiene della cute, del cavo orale, degli occhi e del corpo l Biancheria personale e del letto perfettamente asciutta e pulita l Camera ben areata, attenzione alla temperatura ambientale (né troppo alta né troppo bassa) l No luce abbagliante e rumori fastidiosi l Sostanziosa idratazione L'operatore appena rileva una temperatura corporea elevata deve tempestivamente avvisare l I.P. e/o il medico

32 PULIZIA E DISINFEZIONE DEI TERMOMETRI CLINICI l l PULIZIA DISINFEZIONE Termometri ad uso ascellare o inguinale: AMUCHINA al 5% TEMPO DI CONTATTO: 20 minuti Non utilizzare contenitori metallici Non mettere garze sul fondo del contenitore Rinnovare la soluzione ad ogni uso Termometri ad uso orale o rettale: GLUTARALDEIDE al 2% TEMPO DI CONTATTO: 30 minuti Utilizzare un contenitore in plastica con coperchio chiuso Utilizzare i guanti l l l RISCIACQUO ASCIUGATURA AZZERATURA

33 IL RESPIRO

34 CENNI DI ANATOMIA E FISIOLOGIA DELL APPARATO RESPIRATORIO L apparato respiratorio ha la funzione di ossigenare (O2) il sangue che ritorna dagli organi periferici ed eliminare l anidride carbonica (CO2 ) che si accumula in periferia

35 RESPIRAZIONE ESTERNA negli alveoli RESPIRAZIONE INTERNA nel sangue (nei tessuti)

36 ALTE VIE RESPIRATORIE NASO e RINOFARINGE LINGUA BOCCA e OROFARINGE LARINGE (CORDE VOCALI) TRACHEA

37 BASSE VIE RESPIRATORIE FARINGE LARINGE TRACHEA BRONCHI POLMONI

38 Respirazione: inspirazione O2

39 Respirazione: espirazione CO2

40 ATTO RESPIRATORIO

41 ALVEOLI POLMONARI

42 ARIA ATMOSFERICA l ossigeno 20,93% l anidride carbonica 0,03% l azoto 78,03% l altri gas (argon, idrogeno, neon, elio) ARIA ESPIRATA l ossigeno 16% l anidride carbonica 4% l azoto 80% Volume di aria corrente = 350/500 cc.

43 ANATOMIA DELLA RESPIRAZIONE MUSCOLI INSPIRATORI l Diaframma l Intercostali, scaleni, sternocleiodomastoideo CENTRO DEL RESPIRO l Bulbo della regione cerebrale

44 QUATTRO FASI DEL MOVIMENTO RESPIRATORIO l INSPIRAZIONE l PICCOLA PAUSA l ESPIRAZIONE l GRANDE PAUSA

45 FREQUENZA RESPIRATORIA Numero di atti respiratori al minuto NORMOPNEA o EUPNEA 12 atti/minuto 20 atti/minuto BRADIPNEA TACHIPNEA Neonato fino a 40/50 atti/minuto

46 TACHIPNEA l Fisiologica l Patologica

47 BRADIPNEA l Fisiologica (nel sonno) l Patologica

48 ALTERAZIONI DEL RUMORE Il respiro nella normalità è silenzioso RESPIRO STERTOROSO STRIDORE SIBILO SOSPIRO RANTOLI e RONCHI

49 VARIAZIONI DEL RITMO l DISPNEA l RESPIRO PERIODICO DI CHEYNE-STOKES l RESPIRO MENINGITICO DI BIOT l RESPIRO BOCCHEGGIANTE DI KUSSMAUL

50 TIPI DI RESPIRO

51 PER RESPIRARE BENE OCCORRE: l Assumere una giusta postura l Respirare con la bocca chiusa l Utilizzare la respirazione toracica e addominale l Eseguire una profonda inspirazione seguita da un espirazione rilassata

52 PULSIOSSIMETRIA l Procedura diagnostica semplice, economica e non invasiva utilizzata per misurare il livello di ossigeno (o di saturazione dell'ossigeno) nel sangue l La saturazione di ossigeno dovrebbe sempre essere superiore al 95%

53 PULSIOSSIMETRO o SATURIMETRO l Dispositivo con un sensore simile a una clip che viene posto su una parte sottile del corpo, ad esempio un lobo o il naso

54 FUNZIONAMENTO DEL PULSIOSSIMETRO l La sonda invia luce infrarossa e rossa attraverso i tessuti al rilevatore di luce l L'emoglobina ricca di ossigeno assorbe più luce infrarossa, mentre quella povera di ossigeno assorbe più luce rossa

55 PRECAUZIONI PER LA RILEVAZIONE DELLA SATURIMETRIA l Togliere qualunque cosa presente sul sito di applicazione (sangue secco o smalto) l Riscaldare (a temperatura ambiente) la zona l Eliminare eventuali luci forti che possono interferire l Ridurre al minimo ogni movimento l Rimuovere la sonda dopo la rilevazione, se non si deve fare un monitoraggio continuo l Segnalare prontamente al medico o infermiere saturazioni inferiori all 85%

56 L OSSIGENO TERAPIA CON EROGATORE DI OSSIGENO A MURO Attenzione!!! L ossigeno è un farmaco (prescrizione)

57 LA RILEVAZIONE DEL POLSO

58 IL POLSO Indice dell attività cardiaca attraverso la valutazione: della frequenza del ritmo dell ampiezza, morfologia ed elasticità

59 FREQUENZA CARDIACA E il numero di battiti per minuto del cuore F.C. normale: B/min Bambini e neonati: B/min Anziani: B/min

60 TACHICARDIA Frequenza cardiaca >100 B/min Ipossia Sforzo fisico Febbre Tachicardia compensatoria (emorragia, shock, diarrea e anemia) Stress

61 BRADICARDIA Frequenza cardiaca < 60 B/min Ipotiroidismo Iperkaliemia

62 RITMO CARDIACO E l intervallo di tempo tra ogni battito Nella norma è regolare con sporadici battiti ectopici (extrasistole) ARITMIA: alterazione ricorrente del ritmo cardiaco

63 RITMO CARDIACO Cause di variazione del ritmo: Assunzione di farmaci Mancanza d ossigeno Perdita di sangue Esercizio muscolare Variazioni della temperatura corporea

64 TECNICA DI RILEVAZIONE DEL POLSO

65 TECNICA DI RILEVAZIONE DEL POLSO Palpazione del polso carotideo

66 SEDI DI RILEVAZIONE DEL POLSO

67 TIPI DI POLSO TIPO DI POLSO (ALLA PRESSIONE): SCOCCANTE DEBOLE o FILIFORME ANNOTAZIONE DELLE CARATTERISTICHE DEI POLSI PERIFERICI 0 = assente + = debole ++ = normale +++ = pieno e scoccante

68 OGNI QUANTO RILEVARE IL POLSO? Pazienti gravi: ogni 5-15 minuti per 1-2 ore Pazienti stabilizzati: ogni 4-8 ore Pazienti cronici: una volta alla settimana o una volta al mese In assenza di sintomi inaspettati o traumi!!!

69 LA RILEVAZIONE DELLA PRESSIONE ARTERIOSA

70 LA PRESSIONE ARTERIOSA La Pressione arteriosa (P.A.) è la pressione che il sangue esercita sulle pareti delle arterie di grosso calibro (omerale, femorale), ed è la forza che lo fa scorrere nel sistema circolatorio. La P.A. sale e scende seguendo i cicli che il cuore compie in modo ritmico

71 LA PRESSIONE ARTERIOSA l La pressione è MASSIMA (pressione sistolica), quando il cuore si contrae per spingere il sangue in circolo l La pressione è MINIMA (pressione diastolica), quando il cuore si rilassa per riempirsi di sangue prima di contrarsi di nuovo

72 FATTORI CHE INFLUENZANO LA P.A. l GITTATA CARDIACA l RESISTENZE VASCOLARI PERIFERICHE l ELASTICITÀ E DISTENSIBILITÀ DELLE ARTERIE l VOLUME EMATICO l VISCOSITÀ DEL SANGUE l ORMONI ED ENZIMI l CHEMIORECETTORI

73 VALORI NORMALI P.A. normale l Sistolica (Pmax) = mmhg l Diastolica (Pmin) = mmhg Si indicano due valori separati da una barra, per esempio: PAOS = 120 / 75 mmhg

74 METODI PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. METODO DIRETTO (o cruento) l ago o catetere arterioso l trasduttore di pressione l monitor

75 METODI PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. METODO INDIRETTO (o incruento) P.A.O.S. - sfigmomanometro - fonendoscopio (o stetoscopio)

76 MATERIALE PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. Sfigmomanometri

77 MATERIALE PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. Fonendoscopio

78 TECNICA PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. METODO INDIRETTO (o incruento) P.A.O.S. Udendo i suoni di Korotkoff: l Primo suono = Pmax (sistolica) l Ultimo suono = Pmin (diastolica)

79

80 TECNICA PER LA RILEVAZIONE DELLA P.A. CORRETTE POSIZIONE DI PAZIENTE, OPERATORE E SFIGMOMANOMETRO

81 OGNI QUANTO RILEVARE LA P.A.? l Pazienti acuti = ogni 15 minuti per una o due ore l Pazienti stabilizzati = ogni 4 o 8 ore ogni giorno l Pazienti con severi stati ipotensivi o ipertensivi = ogni 5 o 15 minuti.

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