I servizi sperimentali dove si sviluppano? territoriale. di Serramazzoni. Il Girotondo Serramazzoni

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1 di I servizi sperimentali dove si sviluppano? Valutazioni d impatto territoriale Il Girotondo Casa Mametta Lo Scoiattolo Lama Mocogno

2 Popolazione residente nei Comuni montani sedi di servizi 0-3 al Fanano: (di cui 69 in età 0-2) Lama Mocogno: (di cui 67 in età 0-2) Pavullo: (di cui 568 in età 0-2) Pievepelago: (di cui i51i in età tà02) 0-2) : (di cui 250 in età 0-2)

3 Quadro economico EDUCATRICE DOMICILIARE SERRAMAZZONI A.S EDUCATRICE DOMICILIARE LAMA MOCOGNO A.S SPESE Materiali di consumo 500,00 SPESE Materiali di consumo 1.000,00 Spese di gestione ,15 Spese di gestione ,00 (comprese utenze e (comprese utenze e personale) personale) TOTALE SPESE ,15 TOTALE SPESE ,00 Rette da utenti ,56 Rette da utenti ,00 Contributo ,00 dall Amministrazione comunale Contributo regionale 4.666,67 TOTALE ENTRATE ,23 GUADAGNO PER IL 4.165,73 GESTORE L appartamento è di proprietà del gestore Contributo ,00 dall Amministrazione comunale Contributo regionale TOTALE ,00 ENTRATE GUADAGNO PER ,00 IL GESTORE L appartamento è di proprietà del Comune

4 EDUCATRICI DOMICILIARI FUNZIONANTI NELLA PROVINCIA DI MODENA A.S COMUNE CALENDARIO ANNO DI AVVIO Da settembre a giugno. Dal lunedì al venerdì, tempo Febbraio Consolidato Da settembre a giugno. Dal lunedì al venerdì, tempo Settembre 2004 Da settembre a giugno. Dal llunedì al venerdì, tempo Ottobre 2005 Da settembre a giugno. Dal lunedì al venerdì, tempo Ottobre 2006 Da ottobre a giugno. Dal lunedì al venerdì, tempo Ottobre 2008 Lama Mocogno Da settembre a giugno. Dal lunedì al venerdì, tempo Settembre 2007

5 I servizi sperimentali dove si sviluppano? Valutazioni d impatto territoriale

6 I servizi sperimentali dove si sviluppano? Valutazioni di impatto territoriale A cura di Maria Grazia Roversi Nella realtà della provincia di Modena il maggior successo dei servizi sperimentali educatrice domiciliare è avvenuto nel territorio montano. Alcune informazioni: la nostra provincia ha una dimensione di 2.688,65 km quadrati e una popolazione complessiva di abitanti, la montagna occupa oltre un terzo del territorio con 947,82 kmq e una popolazione di solo persone, pari a 1 decimo del totale. Naturalmente anche per quanto riguarda i bambini nella fascia 0/2 anni, la popolazione è poca e soprattutto molto sparsa: sono infatti i bimbi, ovvero il 9% del totale dei bimbi in età residenti nel territorio montano, quindi servono solo 627 posti per raggiungere gli obiettivi di Lisbona (33%), attualmente i posti disponibili sono: 280. Nell anno 2002, quando è stato attivato il primo servizio sperimentale, esistevano servizi per bambini 0-2 anni solo a Pavullo, unico centro con popolazione consistente. Nelle realtà montane vi era altresì una buona e soddisfacente rete di scuole dell infanzia prevalentemente a gestione statale. A, negli anni 80, quando è stata costruita la scuola d infanzia, era stato destinato uno spazio al nido, poi chiuso per mancanza di iscritti. Questa scottatura, dettata da una risposta negativa da parte dell utenza, ha costituito un deterrente, da parte degli amministratori, per nuovi investimenti sui servizi 0/3. Ulteriori esperienze di accoglienza di bambini sotto i tre anni negli altri centri dell Appennino sono riconducibili agli anticipi presso le scuole dell infanzia (statali e private FISM) che hanno spesso inserito bambini tra i due e i tre anni per completare le sezioni. L opportunità di un servizio di educatore domiciliare, che richiede la copertura dei soli costi di gestione e non investimenti in strutture, garantisce la possibilità di testare la domanda effettiva. La struttura domiciliare spesso non coincide con le aspettative delle famiglie di un luogo pensato per i bambini, ha però come vantaggio una relazione interpersonale molto stretta fra genitori ed educatrice e tra educatrice e bambini, grazie al ridotto numero dei bambini.

7 Le motivazioni che inducono all attivazione di un servizio sperimentale anziché di un nido, pur valutati i limiti che rappresenta nella richiesta delle famiglie, sono pertanto: necessità di conoscere meglio e consolidare il bisogno: i nuclei familiari potenzialmente interessati, spesso si appoggiano alla rete parentale ed amicale, che ancora nei comuni montani rappresenta una risorsa importante per le famiglie. A il servizio di educatrice domiciliare è stato avviato nel 2002 con 5 bambini e, ad oggi, coinvolge 25 bambini suddivisi in 5 servizi più altri 20 bambini che frequentano la sezione primavera l impianto di un servizio di nido richiede una complessità di procedure ed un investimento finanziario difficilmente sostenibile dai piccoli comuni singolarmente: infatti i nidi aperti in montagna negli ultimi anni sono frutto di accordi fra più comuni, come nel caso di Pievepelago (Fiumalbo e Riolunato) e Fanano (Sestola e Montecreto) una risposta, seppur parziale, ai bisogni delle famiglie sperimentazione da parte delle comunità locali, senza l investimento di grandi risorse pubbliche, di un servizio professionale, esterno alla famiglia, capace di prendersi cura dei bambini più piccoli. Un servizio che deve divenire, con il tempo e come dimostrano le esperienze dei comuni in cui i nidi sono consolidati, una risorsa per l intera comunità, perché capace di promuovere azioni di sostegno alla genitorialità ed una cultura orientata alla valorizzazione dell infanzia anche attraverso il coinvolgimento delle famiglie che non usufruiscono direttamente del servizio, ma hanno l opportunità di partecipare a giornate di lavoro, ateliers, laboratori, conferenze. In conclusione, il servizio sperimentale nei Comuni privi di altri servizi 0/3, permette di: dare un prima risposta alle necessità educative ed assistenziali delle famiglie con bambini da 12 a 36 mesi essere sostenibile economicamente da parte della comunità locale garantire la qualità del servizio e la gradibilità da parte degli utenti.

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