PILLOLE LINGUISTICHE NAPOLETANE

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1 PILLOLE LINGUISTICHE NAPOLETANE 16. Duplicità ortografica. Il neutro di Carlo Iandolo

2 1) Problema di duplicità ortografica? Una particolarità fonetica d ortoepia che forse coinvolge la possibilità d una diversa soluzione ortografica riguarda l uso di due preposizioni dialettali, corrispondenti a quelle italiane con per, quest ultima in forma piena anche in dialetto solo nell espressione tipo uno a pper one = uno per ciascuno. Infatti esse comportano il normale raddoppiamento della consonante iniziale di parola successiva grazie all assimilazione regressiva: *cum salute > *cus salute > cu ssalute, *cum Pascalino > *cup Pascalino > cu Ppascalino, *per me > *pem me > pe mme, *per vuje > *pev vuje > pe vvuje, *per nomme > *pen nomme > pe nnomme, ( = *per ire > *per gire > * per jire >) pe gghi = per andare Tuttavia avanti agli articoli indeterminativi entrambe le preposizioni non producono geminazione sull iniziale nasale: cu n at ommo, cu na signora, pe nu juorno, pe na femmena 1 Un caso analogo ci pare quello dell avverbio di luogo lla, che proponiamo con l apostrofo e non con l accento perché dal lat. illa-c, dove la consonante etimologica finale per assimilazione regressiva produce raddoppiamento iniziale, però solo quando il lemma successivo è in intimo e immediato nesso sintattico (es.: a verette lla vvicino). Diversamente anche qui proporremmo la grafia semplice lla che non si confonde con quella dell articolo singolare usato davanti a iniziale vocalica in forma elisa ll (ll amica toja) quando non c è immediatezza d unione col lemma successivo, ma una breve pausa di stacco: lla verettemo ll amico tujo. 1 Come motivazione potrebbe sospettarsi il fatto che l articolo indeterminativo poggia su un originaria forma con vocale iniziale ( unus-una-unum ), forse ancóra vivida nel sottofondo pur dopo l aferesi; ma tale spiegazione non soddisfa quando pe ricorre avanti alla negazione, anch essa (casualmente?) iniziante con nasale e quand è avanti a sostantivo: pe nun parlà, pe nun sentí, pe nniente se scorda /ma pe niente se nquarta, pe nnuje Carlo Iandolo. Pillole linguistiche Duplicità ortografica. 2

3 Ben diverse le motivazioni scrittorie in italiano per tre monosillabi con consonante iniziale scempia e bisognosi di doverosa distinzione morfologica: oltre a l ha, ecco l avverbio là col necessario accento grafico per evitare collisione e confusione con l articolo femminile sg. la (funzionale anche avanti a inizio consonantico) e con il pronome femminile sg. la + verbo. Conseguenze? Noi se ne avessimo l autorità nel caso della geminazione dialettale proporremmo le grafie con l apostrofo poiché alle spalle si sentono vivide le presenze di -m, -r, -c, foriere del raddoppiamento iniziale, laddove la caduta delle suddette consonanti -m, -r (come in sempe-r > sempe) quindi ininfluenti sull avvio consonantico nasale del suddetto articolo indeterminativo indurrebbe a proporre grafie semplici, prive d apostrofi, pur contraddicendo il generico e predominante principio d avere in ogni posizione un ortografia unica per ciascún lemma. Carlo Iandolo. Pillole linguistiche Duplicità ortografica. 3

4 2) Il neutro con la desinenza -a anche nel napoletano? Recentemente ci siamo ampiamente occupati della presunta esistenza attuale del neutro (= né maschile né femminile) nella nostra lingua, concludendo che esso non ha una specifica desinenza propria nell italiano d oggi, mentr è possibile ricercarlo e reperirlo soltanto nell àmbito della cosiddetta grammatica storica. Analoga conclusione può trarsi per quel che concerne il nostro dialetto, che conosce il neutro singolare preceduto dall articolo o + geminazione della consonante iniziale ( o ccafé, o ggrasso, o llardo, o llatte, o ppane, o pprusutto, o ssivo ), mentre invece ne possiede in numero grandemente piú ristretto con la desinenza -a, per cui ne ricerchiamo súbito i sintomi e le testimonianze. Premesso che nella lingua latina il neutro plurale aveva la puntuale terminazione -a, ecco innanzitutto i nomi dei frutti: cèrasa (derivato dal neutro greco kerásion = ciliegia, poi soggetto a incrocio fra il neutro plur. *cerásia e cèrasa ), dove il neutro plurale nel dialetto subí lo spostamento d accento tonico sulla penultima a ceràsa e la riduzione del gruppo consonantico -sj + vocale > -s + vocale : cfr. basiare > vasà = baciare, camisia-m > cammísa = camicia, *pertusiu-m > pertuso = buco, pertugio ; fragula (dal lat. fragula, diminutivo del neutro plur. fraga ; in napoletano la -g- intervocalica cadde, sostituita dal suono consonantico di transizione: a frà-vula = la fragola); mala (plur. non del dorico málon, ma dell attico mélon ) > a mela; pira (plur. di pirum ) > a pera; fructua (dal latino altomedievale sec. VII collettivo di fructum, poi incrociatosi con il classico fructus con conseguente caduta della vocale atona -u- e assimilazione regressiva ct > tt nel séguito del lat. volgare) > a frutta. Com è facile ricavare, in realtà tali forme indicavano i plurali le ciliegie, le fragole, le mele ecc., che poi pian piano furono scambiate e intese come femminili singolari, 2 dato che la desinenza -a costituiva e costituisce la maggiór parte dei nomi di tal sesso, come si evince anche dal fenomeno dialettale per cui l articolo determinativo comporta il raddoppiamento della consonante iniziale di parola femminile plurale: e cceràse, e ffràvule, e mméle 2 Solo in alcuni dialetti dell Italia meridionale sopravvive la desinenza del genere neutro ancóra di tipo plurale per alcuni nomi di frutta: es. dúnami i pira! = dammi le pere! Invece sospettiamo una diversa origine per il napoletano a prugna, giacché ci pare d intravedere una forma aggettivale di prunus = il pruno, il susino abbinata al sostantivo femminile arbore-m prunea-m > *prunja-m (= albero di pruno), col normale sviluppo nj > gn : cfr. vinea-m > *vinja-m = a vigna Del resto un altro femminile singolare originario, con la stessa tipologia di formazione, è dato da arbore-m celsa-m = albero alto, onde poi tramite *celza > *ceuza a cè-v-uza / ceveza = la gelsa. Carlo Iandolo. Pillole linguistiche Duplicità ortografica. 4

5 Eguali evoluzioni di genere (dal neutro plurale al femminile singolare del successivo italiano e del dialetto nostrano) riguardano un altra schiera lessicale, di varia estrazione etimologica: a cervella (il sintagma e ccervelle indica ch è derivato dal neutro plurale di cerebellum, diminutivo di cerebrum, con normale caduta della vocale protonica) = il cervello: ma in italiano il plurale risulta le cervella ; Eguali evoluzioni di genere (dal neutro plurale del latino al femminile a foglia (plur. di folium ) = la foglia; a forza (< *fortia, plur. neutro dell aggettivo sostantivato fortis-e = forte ) = la forza; a legna (collettivo di lignum ) = la legna; a pecora (< pecus-oris : in origine bestiame, poi nel latino volgare sostituto del classico ovis = pecora ); a rapa (plur. di rapum ) = la rapa; a rezza (< retia > *retja, plur. di rete ) = la rete; a stalla (da stabulum, con caduta della vocale centrale atona e normale assimilazione regressiva bl > ll ) = la stalla; a vela (plur. di velum ) = la vela Infine un gruppo di sostantivi anche qui nati nel dialetto o adattati dall italiano? tradisce nel raddoppiamento plurale l originaria forma neutra dei rispettivi singolari: Carlo Iandolo. Pillole linguistiche Duplicità ortografica. 5

6 e ccorne 3 = le corna; e ddenocchie (duale di genuculum, diminutivo vincente di genu, con caduta della penultima -u- atona, con sviluppo cl > cchi + vocale, ma soprattutto con cambio della consonante iniziale, ove si ebbe d- per probabile influsso del rispettivo lemma dialettale catalano dinoll : cfr. antico provenzale denolh e sardo denucru, forme che altri spiegano da un antica dissimilazione *denucru-m ) = le ginocchia; e ddete (da un latino volgare *dígitum = classico maschile dígitus, con caduta di -g- intervocalica e contrazione delle due ii ) = le dita; e ggrare (dal lat. volgare *gradum = classico maschile gradus, secondo la normale alternanza d / r ) = i gradini; e llabbre (plur. di labrum ) = le labbra; e llenzole (lat. classico lintèolum = volgare *lintjòlum)= le lenzuola; e mmure (lat. classico murus = volgare *murum) = le mura; ll ossa (plur. del neutro os ) = le ossa; e rrecchie (dal tardo latino oricla, forma di duale, da aurículum diminutivo di auris, con caduta della penultima -u- atona e passaggio di cl > cchi + vocale ); poi dall avvio d un femminilizzato singolare orecchia > plur. femminile = le orecchie; e rrise (dal lat. classico maschile risus = volgare *risum) = le risa; ll ova (plur. di ovum ) = le uova Specialmente quest ultima schiera di sostantivi di contro alle apparenze femminili e all ufficiale conferma dei soli due generi esistenti nella grammatica normativa ci svela che anche il dialetto cela e conserva nel sottofondo antichi neutri ufficiosi con la specifica desinenza -a, tuttavia di nitida ufficialità grafica anche quando il suono dialettale ha acquisito suono evanescente. Immagini: Thomas Jones ( ) Carlo Iandolo 3 Il lat. cornua ha subíto la riduzione della penultima vocale atona per influsso del collaterale maschile classico cornus = corno. Carlo Iandolo. Pillole linguistiche Duplicità ortografica. 6

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