La storia del dissesto idrogeologico è un problema antico per l Italia. Ed è proprio la storia che mette in risalto come i fenomeni si ripetano in

Documenti analoghi
Rapporto di sintesi sul dissesto idrogeologico in Italia Rapporto. Alessandro Trigila, Carla Iadanza Rev Data Archivio. Titolo. Tipo.

Difesa del suolo e pianificazione dei bacini idrografici

Elementi di Pianificazione di Emergenza comunale: l'identificazione degli scenari di rischio

VICENZA. Altissimo. Frana in più comuni. ex Cod. PAI. Nome. Autorità di bacino nazionale del Fiume Adige -Aree in dissesto da versante- VARIANTE

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO nuove scelte per la difesa del nostro Appennino

Indice. Premessa Permeabilità Trasmissività La circolazione idrica nelle rocce Gli acquiferi 48.

INTRODUZIONE AL PROBLEMA DELLA FRANOSITA DEI VERSANTI

Rapporto di sintesi sul dissesto idrogeologico in Italia Rapporto. Alessandro Trigila, Carla Iadanza Revisione Data revisione Archivio.

SLAM: UN PROGETTO PER LA MAPPATURA E IL MONITORAGGIO DELLE FRANE

Una metodologia da utilizzare può essere così sintetizzata:

Bianca Francesca Berardi Classe 1^ Liceo Esposizione di Geostoria a.s AL CENTRO DEL MEDITERRANEO

COMPONENTE GEOLOGICA, IDROGEOLOGICA E SISMICA DEL PIANO DI GORVERNO DEL TERRITORIO COMUNALE DI BEDULITA (BG) Integrazioni

VALUTAZIONE DI IMPATTO AMBIENTALE : PROCEDURA DI VERIFICA DI ASSOGGETTABILITA PER REALIZZAZIONE IMPIANTO FOTOVOLTAICO

Gemellaggi per l Internalizzazione Regionale di Esperienze di successo (A.G.I.R.E. POR) A.G.I.R.E. POR - Bari

EDILIZIA BIOECOLOGICA PER UNO SVILUPPO URBANO SOSTENIBILE. Il recupero ambientale in ambito urbano: l ingegneria naturalistica:

RELAZIONE TECNICO-DESCRITTIVA

IL DISSESTO IDROGEOLOGICO CAUSE, EFFETTI E INTERVENTI A DIFESA DEL SUOLO

Il rischio vulcanico

Report di evento Crollo in Via Dall Ongaro, Monteverde, Roma.

Manutenzione straordinaria del Torrente Salsero

Rischio idrogeologico Uso delle barriere mobili durante le esondazioni.

Rischi naturali e gestione del territorio nella Provincia di Roma: il rischio idraulico

Rilancio della cartografia geologica

Prevenzione Formazione ed Informazione

LE PAROLE DEL PIANO ALLUVIONI: UN GLOSSARIO PER CAPIRSI

FRANA SULLA STRADA PROVINCIALE N. 24 SCILLATO-CALTAVUTURO

SCHEDA PER IL CENSIMENTO DELLE FRANE

UTS PROT Progetto LIFE02 ENV/IT/ New Tuscia. (Mario Montini - ENEA) I rifiuti urbani

SCUOLA SECONDARIA DI PRIMO GRADO

Gabbioni e Gabbioni drenanti

IL SISTEMA INFORMATIVO SULLE AUTO DELLA PA: I PRIMI RISULTATI DEL MONITORAGGIO DEI COSTI DEL ROMA, luglio 2013

ANALISI DEL DISSESTO IN TOSCANA ED APPLICAZIONE DEL LASER SCANNER IN AREE SOGGETTE A FENOMENI DI CROLLO

DECRETO SEGRETARIALE N. 10 DEL

Il rischio idraulico REGIONE EMILIA-ROMAGNA. Servizio Tecnico Bacino Reno. Giuseppe Simoni

La scuola integra culture. Scheda3c

CAPITOLO 8 I PROGRAMMI DI INTERVENTO IN MATERIA DI DIFESA DEL SUOLO

LINEA FERROVIARIA GENOVA - LA SPEZIA MESSA IN SICUREZZA VERSANTE SOVRASTANTE FERMATA MANAROLA KM (COMUNE DI RIOMAGGIORE)

Tecniche di restauro vegetazionale nei lavori forestali della Provincia Autonoma di Trento La Plagne 13 giugno 2014

Figura Evoluzione dei consumi totali di energia elettrica. Figura Ripartizione dei consumi totali di energia elettrica

PIANO INTERCOMUNALE DI PROTEZIONE CIVILE INDICE

Provincia di Savona Settore Difesa del Suolo e Tutela Ambientale Servizio Protezione Civile. Piano di Emergenza Speditivo per il Rischio Idrogeologico

alluvioni e frane Si salvi chi può!

Insegnamento di Progetto di Infrastrutture viarie

DOBBIAMO AVER PAURA DELLA PIOGGIA?

Ministero della Salute

Studio idrologico e idraulico del tratto vallivo del Borro di Gavinaia in loc. Greve in Chianti

Obiettivi e metodologia generale per la progettazione della sicurezza antincendio

Le attività umane. Mondadori Education

PROGETTO DEFINITIVO DI MESSA IN SICUREZZA DELL ABITATO DI ESCARRA

Condivisione dati territoriali e TMP

Progetto promosso e finanziato dalla. Unione Regionale delle Camere di Commercio del Molise

PIANO GENERALE DEL SISTEMA FOGNARIO DEL COMUNE DI RIMINI 11 PIANO DEGLI INTERVENTI CON INDIVIDUAZIONE DEL LIVELLO DI PRIORITA E DEI COSTI

Attenzione. Allerta. Allarme. da adottare nel monitoraggio del movimento di versante per il

AUTORITA DI BACINO DI RILIEVO REGIONALE NORMATIVA-TIPO RELATIVA AGLI AMBITI NORMATIVI DELLE FASCE DI INONDABILITÀ EX DGR 250/05

PERCORSO COMPOSITIVO 1. La forza distruttrice della natura.

Lago (Comune di Montefiorino)

STRUMENTAZIONE GEOTECNICA DI MONITORAGGIO. ovvero Strumentazione geotecnica tradizionale utilizzata per il monitoraggio dei movimenti franosi

CAPITOLO 6 IL SISTEMA INFORMATIVO TERRITORIALE DELL AUTORITÀ DI BACINO DELLA BASILICATA

COMUNE DI RAVENNA GUIDA ALLA VALUTAZIONE DELLE POSIZIONI (FAMIGLIE, FATTORI, LIVELLI)

Carta M_02 Carta Geomorfologica

STUDIO DI SETTORE VK03U ATTIVITÀ ATTIVITÀ TECNICHE SVOLTE DA GEOMETRI

La cartografia dei disses. della Regione Toscana. Guido Lavorini Responsabile P.O. Geologia, Pedologia e BD Geotematiche

DOCUMENTI DI ANALISI E APPROFONDIMENTO

Tutela dei versanti e sicurezza idrogeologica

COMUNE DI BUTTAPIETRA Provincia di Verona

Le strumentazioni laser scanning oriented per i processi di censimento anagrafico dei patrimoni

Giorgio Bressi. CONVEGNO Terre, rocce e materiali di scavo: riutilizzo, abbandono e il problema del recupero del territorio

CREPE NEI MURI? CON SYSTAB ELIMINO IL PROBLEMA ALLA BASE CONSOLIDANDO TERRENO E FONDAZIONE.

INTERVENTI DI STABILIZZAZIONE:

L'utilizzo della modellistica idrologica ed idrodinamica da parte del sistema delle Agenzie Ambientali RISULTATI DELL'ATTIVITÀ DI RICOGNIZIONE

STUDIO DI SETTORE UK16U ATTIVITÀ ATTIVITÀ AMMINISTRAZIONE DI CONDOMINI E GESTIONE DI BENI IMMOBILI PER CONTO TERZI

Il ruolo della sicurezza ICT nell e-government

PERICOLOSITA IDRAULICA NEL TERRITORIO MONTANO ITALIANO ED APPLICAZIONE DELLA DIRETTIVA EUROPEA ALLUVIONI

PIAE TIPOLOGIA DI POLO. LITOLOGIA DEL GIACIMENTO Sabbie medie e fini COMUNE INTERESSATO Ostellato INQUADRAMENTO DELL AREA

Risparmi e debiti delle famiglie italiane: la forbice

Fanghi di escavazione Problema ancora senza soluzione?

Provincia di Varese COMUNE DI ALBIZZATE. Studio del reticolo idrico comunale (D.G.R. del n 7/7868 e s.m.i.)

5. COMPRENSORIO DI PIAGGE-SAN SALVATORE (AP-20 AREA STRALCIATA) 5.1 VERIFICA PRELIMINARE E VERIFICA SEMPLIFICATA

IL MONITORAGGIO DEI FENOMENI FRANOSI IN TICINO. SUPSI Istituto Scienze della Terra Christian Ambrosi

Procedura concordata tra Regione e Province per l attuazione del 3 Programma di attuazione del Piano Nazionale della Sicurezza Stradale

GLI ENTI D EROGAZIONE IN ITALIA

Un po di statistica. Christian Ferrari. Laboratorio di Matematica

INQUADRAMENTO GENERALE

POLITECNICO DI TORINO

Igiene urbana. Indagine sulla soddisfazione degli utenti Confronto tra Torino, Milano, Bologna e Roma. Anno a cura di Mirko Dancelli

La mobilità sostenibile nel contesto urbano LE OPPORTUNITA DA COGLIERE Letizia Rigato

SCHEDA PROGETTO PER L IMPIEGO DI VOLONTARI IN

La riforma del servizio di distribuzione del

Realizzazione a cura di Vittorio Rossin. Assessore alla Statistica Egidio Longoni. Dirigente dell Ufficio Statistica e Studi Eugenio Recalcati

S-TRAINER v.1.00 Esempio d uso

PROVINCIA DI ORISTANO DEFINIZIONE DEI SERVIZI MINIMI DEL TRASPORTO PUBBLICO LOCALE Allegato 1:

VERIFICHE PERIODICHE DEL MANTENIMENTO DI REQUISITI IMPIANTISTICI ED IGIENICO AMBIENTALI IN SALA OPERATORIA.

UTILIZZO DI STRUTTURE DI SOSTEGNO IN GABBIONI NELLE OPERE DI CONSOLIDAMENTO DEI TERRENI E NELL INGEGNERIA NATURALISTICA:

IDENTIKIT delle FATTORIE DIDATTICHE della Regione EMILIA-ROMAGNA

VALORI ECONOMICI DELL AGRICOLTURA 1

PERCENTUALE LAGHI IN CLASSE DI QUALITÀ BUONA O ELEVATA NELLA REGIONE LAZIO (LTLeco)

Parte 1: VERIFICA PROGETTO

CASE HISTORY DRENAGGIO VIGNETI- IDROSAC-MONTALCINO (SIENA)

La valutazione del rischio chimico

HELP DESK SERVIZIO METEO INVERNALE PER I GESTORI DELLA VIABILITÀ

Transcript:

La storia del dissesto idrogeologico è un problema antico per l Italia. Ed è proprio la storia che mette in risalto come i fenomeni si ripetano in determinate aree, più sensibili ed esposte.

L IDROGEOLOGIA L idrogeologia, a cui il termine idrogeologico si riferisce, è quella disciplina delle scienze geologiche che studia le acque sotterranee, anche in rapporto alle acque superficiali. Nell accezione comune, i termini dissesto idrogeologico e rischio idrogeologico vengono usati per definire i fenomeni e i danni reali o potenziali causati dalle acque in generale, siano esse superficiali, in forma liquida o solida, o sotterranee. Le manifestazioni più tipiche di fenomeni idrogeologici sono costituite principalmente dalle frane e dalle alluvioni, seguite da erosioni costiere, subsidenze e valanghe. Il rischio idrogeologico è fortemente condizionato anche dall azione dell uomo. Per proteggere in modo efficiente la vita dei cittadini e l integrità delle infrastrutture, occorre prevedere gli eventi possibili in un area, individuando quali potrebbero essere i danni e le attività da porre in essere prima, durante e dopo un emergenza: proprio per questo motivo le attività di previsione e prevenzione hanno acquisito maggiore rilievo rispetto a quanto avveniva in passato.

Frane Per frana si intende il movimento di una massa di roccia, terra o detrito lungo un versante. Le cause che predispongono e determinano questi processi di destabilizzazione sono molteplici, complesse e spesso combinate tra loro. Oltre alla quantità d acqua, oppure di neve caduta, anche il disboscamento e gli incendi sono causa di frane: nei pendii boscati, infatti, le radici degli alberi consolidano il terreno e assorbono l acqua in eccesso. I territori alpini ed appenninici del Paese, ma anche quelli costieri, sono generalmente esposti a rischio di movimenti franosi, a causa della natura delle rocce e della pendenza, che possono conferire al versante una certa instabilità. Inoltre, le caratteristiche climatiche e la distribuzione annuale delle precipitazioni contribuiscono ad aumentare la vulnerabilità del territorio. Anche l azione dell uomo sul territorio può provocare eventi franosi. L intensa trasformazione dei territori operata dalle attività umane spesso senza criterio e rispetto dell ambiente (costruzione di edifici o strade ai piedi di un pendio o a mezza costa, di piste da sci,ecc.) può causare un cedimento del terreno. Gambatesa (CB)

CONDIZIONI DI PERICOLOSITA Le frane presentano condizioni di pericolosità diverse a seconda della massa e della velocità del corpo di frana: esistono, infatti, dissesti franosi a bassa pericolosità poiché sono caratterizzati da una massa ridotta e da velocità costante e ridotta su lunghi periodi; altri dissesti, invece, presentano una pericolosità più alta poiché aumentano repentinamente di velocità e sono caratterizzati da una massa cospicua. Ai fini della prevenzione, un problema di non semplice risoluzione è quello di definire i precursori e le soglie, intese sia come quantità di pioggia in grado di innescare il movimento franoso che come spostamenti/deformazioni del terreno, superati i quali si potrebbe avere il collasso delle masse instabili.

Nel solo 2012 le frane censite all interno dell Annuario dei dati ambientali Ispra 2013 sono state in Italia circa 487.000, interessando un area pari al 6,9% del territorio italiano. La popolazione esposta a fenomeni franosi ammonta così a 987.650 abitanti, ed è stato inoltre stimato che le persone esposte ad alluvioni sono 6.153.860: ossia, circa un cittadino su dieci. In Italia, il consumo di suolo ammonta, in media, a 7 m 2 al secondo per oltre 50 anni; oggi il consumo di suolo raggiunge gli 8 m 2 al secondo. In pratica, ogni 5 mesi viene cementificata una superficie pari a quella del Comune di Napoli e ogni anno una superficie pari alla somma di quelle dei Comuni di Milano e Firenze.

La media nazionale è di circa 5 aree franose per 100 km quadrati, ma alcune regioni presentano dati molto più allarmanti; la maggior densità di frane si ha in Basilicata con oltre 27 aree franose per 100 km quadrati, poi segue il Molise con 12, l'emilia Romagna con 11 e la Calabria con 9. Anche la Campania è in situazione di pericolo, infatti circa il 24% del territorio è a rischio.

IL MOLISE Frana di Covatta Come è avvenuto anche in altre zone della penisola, in Molise, non essendoci lo spazio necessario per l agricoltura, l uomo ha abbattuto un gran numero di alberi per ricavare campi e pascoli: con il tempo quindi il paesaggio si è trasformato e la regione è diventata aspra, anche se sul territorio non si trovano cime molto elevate e rocciose, come invece in Abruzzo. Per tutti questi motivi il territorio del Molise è costantemente esposto al rischio delle frane. Di fronte ai rilievi appenninici, prevedendo verso il mare, si estende la zona collinare, con rilievi dolci e tondeggianti che arrivano fino quasi alla costa. Anche in questa fascia il terreno è argilloso, facilmente soggetto all erosione e alle frane.

IL PROGETTO IFFI (Inventario dei fenomeni franosi in Italia) promosso e finanziato dal Dipartimento Difesa del Suolo del Ministero dell'ambiente, costituisce il primo inventario omogeneo e aggiornato dei fenomeni franosi sull'intero territorio nazionale ed ha l'obiettivo di favorire la più ampia diffusione e fruizione delle informazioni alle amministrazioni locali, agli enti di ricerca e ai tecnici operanti nel settore della progettazione e della pianificazione territoriale. Anche per il territorio molisano, quindi, è possibile consultare una mappa recante informazioni dettagliate sui fenomeni franosi. Il Progetto IFFI ha lo scopo di: fornire un quadro completo ed aggiornato sulla distribuzione dei fenomeni franosi sull'intero territorio nazionale secondo procedure standardizzate; realizzare un Sistema Informativo Territoriale Nazionale contenente tutti i dati sulle frane censite in Italia; offrire uno strumento conoscitivo di base per la valutazione della pericolosità e del rischio da frana, per la programmazione degli interventi di difesa del suolo e per la pianificazione territoriale. Il Progetto IFFI, ad oggi, ha censito 485.004 frane sull intero territorio nazionale. L'inventario dei fenomeni franosi rappresenta, per dimensioni, qualità, omogeneità del dato e copertura del territorio, un utile strumento conoscitivo per la valutazione della pericolosità da frana e, più in generale, come supporto alle decisioni da operare in ambito territoriale.

Tipo di movimento franoso indicato al I livello In base allo studio effettuato nell ambito del progetto iffi sul territorio molisano, è emerso che la maggior parte dei fenomeni franosi cartografati rientra nella categoria dei colamenti e degli scorrimenti sia rotazionale che traslativi. Molti fenomeni risultano complessi e del tipo scorrimento-colata tra cui la frana di Covatta che nel 1996 sbarrò completamente l alveo del fiume Biferno.

La media nazionale è di circa 5 aree franose per 100 km quadrati, ma alcune regioni presentano dati molto più allarmanti; la maggior densità di frane si ha in Basilicata con oltre 27 aree franose per 100 km quadrati, poi segue il Molise con 12, l'emilia Romagna con 11 e la Calabria con 9. Anche la Campania è in situazione di pericolo, infatti circa il 24% del territorio è a rischio. Come si evince anche dalla tabella, i fenomeni franosi sui circa 4400 km 2 del territorio molisano, ammontano a circa 22000 occupando 500 km 2, ossia circa l 11% del territorio dell intera regione.

Trivento Comune della prov. di Campobasso (73,3 km 2 con 5028 ab. nel 2008, detti Triventini). Il centro è situato a 599 m s.l.m., su un colle alla destra del fiume Trigno. Sorge sul luogo dell antica Terventum, nel territorio dei Pentri. Del municipio romano, subentrato a un precedente insediamento sannitico, rimangono scarsi resti di strutture murarie, mentre numerosi sono le iscrizioni, i frammenti venerdì 16 gennaio 2009 Frana a Trivento, tre case inagibili TRIVENTO Tre case inagibili ed altre che rischiano di fare la stessa fine. E la situazione verificatasi nel centro trignino a causa di una frana che interessa contrada Vivara. Il tutto è diventato preoccupante nella mattinata di ieri quando il fango ha cominciato a distruggere quello che si trovava di fronte. Erano da poco passate le nove quando ha invaso due abitazioni situate sul tratto di strada che collega Trivento a Roccavivara. In una delle case abitano anziani. In pochi minuti si sono visti distruggere i sacrifici di una vita. Così come è accaduto anche agli altri abitanti della seconda casa, quella evacuata nel pomeriggio. Ci fa star male questo che sta succedendo- hanno dichiarato le vittime della frana - il fango si è portato via il letto e il resto dei mobili che si trovavano nell abitazione. Ora non sappiamo dove andare. Gli evacuati dovrebbero essere ospitati a casa di loro familiari fino a quando non verrà trovata una soluzione alternativa. Sul posto, per tentare di arginare i danni, si sono recati gli operatori della Protezione civile e una pattuglia di vigili del fuoco. Nel frattempo la frana non si è arrestata. La sede stradale continua a salire di ora in ora provocando molta disperazione tra coloro che potrebbero perdere la loro abitazione. Per fortuna non ci sono feriti.

Utilizzando le informazioni contenute nella banca dati del Progetto IFFI, il livello di attenzione delle frane è stato definito: - molto elevato quando le geometrie puntuali, poligonali e lineari del livello frane intersecano il tessuto urbano continuo e discontinuo, le aree industriali e commerciali. - elevato, relativamente ad intersezioni con la rete autostradale, ferroviaria e stradale, le aree estrattive, discariche e cantieri; - medio, per superfici agricole, territori boscati e ambienti semi naturali, aree verdi urbane e aree sportive e ricreative; - trascurabile, per i comuni nei quali non è stata censita alcuna frana.

La realizzazione del geodatabase per i dissesti nel territorio di Trivento Nonostante l assenza di una veria e propria stereoscopia, necessaria per individuare le forme del dissesto si è proceduto alla digitalizzazione in ambiente QGIS e con Web Map Service Bing Aerial ad alta risoluzione delle aree in erosione senza classificarle. Inoltre, abbiamo esportato il layer poligoni delle aree in erosione in formato KML per la successiva importazione in Google Earth per una più efficace visualizzazione dei fenomeni.

Le aree in erosione in una schermata di Google Earth

Le opere di prevenzione Ci sono varie opere di prevenzione. Movimenti di terra: le operazioni sul pendio prevedono il disgaggio di blocchi instabili,la riprofilatura del pendio con riduzione della pendenza mediante la realizzazione di gradonature, la riduzione dei carichi in testa, l'incremento di carichi al piede. Opere di sostegno: gabbionate, muri di sostegno, paratie,palificate e terre rinforzate. Mitigazione dei danni: consolidamento di edifici che sono o possono essere interessati dalla frana, demolizione di edifici pericolanti, delocalizzazioni e istallazione di sistemi di sorveglianza e allarme del movimento franoso. Drenaggio: canalette per la regimazione delle acque superficiali, dreni suborizzontali, trincee drenanti, pozzi drenanti, gallerie drenanti. Opere di protezione: reti paramassi, rivestimento del pendio mediante spritzbeton, rilevati paramassi, trincee paramassi, gallerie paramassi, barriere paramassi. Sistemazioni idraulico-forestali: inerbimenti, rimboschimenti, disboscamento selettivo, opere di Ingegneria Naturalistica per la stabilizzazione superficiale del versante, briglie o soglie per la stabilizzaione degli impluvi e la riduzione del trasporto solido, difese di sponda. Opere di rinforzo: chiodature, bullonature e tirantature su pareti rocciose, imbracature di blocchi instabili, iniezioni di miscele cementizie, resine, jet grouting, reticoli di micropali, trattamenti termici, chimici e elettrici.