La Valutazione della PMI: dalla crisi alla ripresa Gli aspetti critici nella valutazione quantitativa e qualitativa della PMI Laura Vitale BNL Gruppo BNP Paribas Direzione Rischi Responsabile Rating Judgmental Membro del Consiglio Direttivo AIAF Premessa Le piccole e medie imprese (PMI) sono di grande importanza in Area Euro. Ne rappresentano il 99,8% in numero, il 60% in fatturato e il 70% in occupazione. Allo stesso tempo, le PMI non sono solo "in scala ridotta", versioni di grandi imprese. E probabile che il meccanismo di trasmissione della politica monetaria sia diverso per le PMI rispetto alle grandi imprese a causa della maggiore dipendenza delle PMI dal finanziamento bancario. Una indagine effettuata sia dalla Banca Centrale Europea (BCE) che dalla Commissione europea (CE) ha mostrato che dati comparabili, puntuali e continuativi non esistono per le PMI dell'ue. Per colmare questa lacuna, la Comunità Europea e la BCE hanno deciso nel 2008 di collaborare per un sondaggio finalizzato all analisi dell'accesso al finanziamento da parte delle PMI nell'unione europea. L'indagine copre micro, piccole, medie e grandi imprese. Ci serviamo di questo sondaggio e delle numerose analisi condotte da ISTAT, Banca d Italia, Unioncamere per comprendere problematiche e caratteristiche delle PMI Italiane al fine di individuare gli aspetti critici nella loro valutazione nonchél evoluzione del rapporto banca-impresa Fonte: SURVEY ON THE ACCESS TO FINANCE OF SMALL AND MEDIUM-SIZED ENTERPRISES IN THE EURO AREA: FIRST HALF OF 2009, European Central Bank 2
Caratteristiche delle PMI italiane L inasprimento della crisi economica nel corso del 2009 si è riflesso severamente sui risultati delle imprese. Indagini campionarie condotte dalla Banca d Italia (*) e dall Istat (**) che periodicamente analizzano l andamento di alcuni indicatori di bilancio evidenziano chiaramente le difficoltà che le imprese italiane hanno attraversato lo scorso anno Nel 2009 il MOL ha segnato per il terzo anno consecutivo un rallentamento, portandosi intorno al 32% del valore aggiunto, un livello non sperimentato neanche nella fase recessiva del 1992-93 Tra le medie e grandi imprese industriali italiane, a partire dall ultimo trimestre del 2008 si è registrata una forte e rapida crescita di quelle che hanno sperimentato una diminuzione del fatturato superiore al 20% A fine 2009 il valore aggiunto delle imprese era tornato ai livelli di fine 2006, il risultato lordo di gestione a quelli di fine 2001 (*) Banca d Italia, Indagine sulle imprese industriali e dei servizi. (**) Istat, Indagine mensile sul fatturato dell industria. Panel di imprese manifatturiere costituito da 2.500 imprese industriali (812 imprese grandi e 1.715 medie) che rappresentano circa il 60% delle grandi imprese e il 20% di quelle medie. 3 Caratteristiche delle PMI italiane Il difficile contesto macroeconomico ha scoraggiato gli investimenti delle imprese (-15% circa nel 2009) circostanza che, tuttavia, non si è tradotta in un incremento della capacità delle imprese di autofinanziarsi: sebbene in miglioramento rispetto al 2008 la quota di copertura degli investimenti con risorse interne èrimasta al di sotto del 40%. Il fabbisogno finanziario per investimenti si è ridotto di circa un terzo, mentre è aumentato quello destinato al CCNO fattore che, quasi esclusivamente, ha sostenuto la domanda di prestiti bancari. 4
Caratteristiche delle PMI italiane I risultati di una indagine ad interviste effettuata su oltre 9.000 Imprese (5.320 Area Euro) al fine di individuare le modalità di accesso ai mercati finanziari nel 1 Semestre del 2009, voluta dalla Direzione Generale Imprese e Industria della Commissione europea, in collaborazione con la BCE, evidenzia come, alla domanda: Il rapporto Debt/Total asset negli ultimi sei mesi è aumentato, rimasto invariato o si è ridotto? La risposta Italiana, da parte delle PMI èstata di un incremento del 29,9% (Media UE a 27 Paesi 23,3%). Increased Remained unchanged Decreased IT Large firms 33,4% 38,2% 17,0% SMEs 29,9% 46,4% 15,4% of which:micro 29,0% 46,8% 16,3% Small 30,3% 46,9% 14,2% Medium 32,7% 43,9% 13,6% IT Total 30,6% 44,8% 15,7% Euro area countrieslarge firms 20,5% 44,2% 27,3% SMEs 23,3% 47,9% 19,1% of which:micro 21,2% 47,4% 18,8% Small 24,1% 49,5% 18,7% Medium 25,3% 47,0% 19,7% Euro area countries Total 22,2% 46,6% 22,0% Fonte: SURVEY ON THE ACCESS TO FINANCE OF SMALL AND MEDIUM-SIZED ENTERPRISES IN THE EURO AREA: FIRST HALF OF 2009, EuropeanCentral Bank, nostre elaborazioni 5 Caratteristiche delle PMI italiane La stessa indagine effettuata sulla seconda metà del 2009 evidenzia che: Come risultato, nel complesso, il 16% delle PMI (l 11% nel primo semestre del 2009) hanno segnalato un aumento della loro bisogno di prestiti bancari. Per contro, la percentuale delle grandi imprese che segnalano un aumento del bisogno di prestiti bancari è rimasta sostanzialmente invariata o si èridotta (6%, contro il 5% nel primo semestre del 2009). Le grandi imprese si sono finanziate direttamente sui mercati finanziari, in miglioramento nella seconda metà del 2009. Diversi i motivi del fabbisogno: le medie e grandi imprese necessitano di finanziare gli investimenti fissi, mentre le piccole imprese e microimprese necessitano di fondi per finanziare scorte e capitale circolante Fonte: SURVEY ON THE ACCESS TO FINANCE OF SMALL AND MEDIUM-SIZED ENTERPRISES IN THE EURO AREA SECOND HALF OF 2009, European Central Bank PMI Italiane: elevato leveragee scarsa patrimonializzazioneper elevato debito e scarsa capacità di generare cash flow 6
Caratteristiche delle PMI italiane Inoltre: Una grande maggioranza (75%) delle PMI ha segnalato di aver ricevuto l'importo totale o una parte dei prestiti bancari che avevano richiesto, rispetto al 77% nel primo semestre del 2009. La domanda di finanziamenti alle Banche èrimasta stabile per le imprese di grandi dimensioni. La disponibilità di prestiti bancari alle PMI è peggiorata nella seconda metà del 2009. Il 42% delle PMI ha segnalato un peggioramento (contro il 43% nel primo semestre), mentre il 10% ha visto un miglioramento nel secondo semestre (invariato rispetto al primo semestre). C'è stata una valutazione meno negativa della disponibilità di prestiti bancari da parte delle imprese di grandi dimensioni....ma cosa indicano i dati Banca d Italia sul sistema bancario?... 7 Attuale dinamica bancaria Nel 2009 i crediti deteriorati verso clientela (sofferenze, incagli, esposizioni ristrutturate, scadute o sconfinanti) sono aumentati del 43,4%, salendo dal 6,5% al 9,1% del totale dei prestiti. Il processo di deterioramento del portafoglio prestiti è proseguito anche nella prima parte del 2010, con il rapporto tra flusso di nuove sofferenze e ammontare dei prestiti in essere dodici mesi prima arrivato a giugno a 1,92% (1,35% per le famiglie consumatrici, 2,59% per le imprese). Nel 2009 in Italia il PIL è sceso del 3% in termini nominali. Tale calo si è riflesso in modo relativamente contenuto sull attività creditizia; su base annua la flessione dei prestiti si è infatti fermata al -0,7%. La flessione dei finanziamenti ha riguardato prevalentemente le imprese medio-grandi (-3,5%), mentre per quelle piccole (con meno di venti addetti) l andamento dei prestiti è stato solo marginalmente negativo (-0,7%). Per le imprese fino a 5 addetti l evoluzione del credito èrimasta positiva (+0,9%). Nei primi cinque mesi del 2010 i prestiti al totale delle imprese mostrano ancora una dinamica negativa, anche se piùattenuata rispetto ai mesi precedenti (-1,8% a/a a maggio). Fonte: ISTAT, Banca d Italia, elaborazioni Servizio Studi BNL 8
Attuale dinamica bancaria Malgrado il rallentamento della dinamica dei finanziamenti, nello scorso anno il supporto del sistema bancario al comparto produttivo si è confermato robusto. Nell ultimo decennio il rapporto tra debiti bancari misurati e Pil è sempre aumentato raggiungendo il 56% lo scorso anno. Direzione Rischi/Agenzia di Rating Interna 9 Il nuovo rapporto Banca-Impresa e analisi di bilancio alla base del merito creditizio della PMI Mai come oggi il principale strumento di comunicazione Banca-Impresa è rappresentato dal Bilancio. Precedentemente la relazione con le strutture locali della Banca permetteva una comunicazione maggiormente discrezionale. I vincoli, la regolamentazione, la realizzazione di Gruppi bancari internazionali, l innovazione nei processi e la creazione di strutture specialistiche preposte all analisi della capacità di rimborso da parte delle imprese, richiedono sempre di più correttezza e qualità informativa dei Bilanci. 10
Il nuovo rapporto Banca-Impresa Il confronto attorno a Basilea III nella comunità finanziaria mira a trovare un equilibrio tra due esigenze, entrambe di rilievo sistemico: da un lato, rafforzare la tenuta del sistema finanziario rispetto a possibili carenze della liquidità bancaria; dall altro lato, preservare la capacità di finanziamento dell economia da parte degli intermediari attraverso l attività di intermediazione e di trasformazione delle scadenze. Le Banche hanno strettissimi vincoli sul capitale e potenziali rischi di liquidità Per far si che alla sostenibilità del credito bancario corrisponda la ripresa e lo sviluppo delle PMI è necessario: Un rapporto Banca-Impresa stretto e trasparente; La conoscenza e l utilizzo da parte delle PMI di tutte le leve operative per rafforzare i Bilanci (con i quali si esprime lo sviluppo dell attività d Impresa), nonché delle agevolazioni offerte dalla normativa vigente; La presentazione di progetti bancabili da parte delle imprese. Oggi piùche mai le banche nel valutare le PMI devono considerare ogni aspetto del Bilancio, ma anche variabili di natura qualitativa per identificarne la capacità di rimborso e la probabilità di default. Non èsufficiente fare ciò: deve cambiare l orizzonte temporale di valutazione 11 Ottica Trough The Cycle alla base del merito creditizio La capacitàdi una impresa di far fronte ai propri impegni nei confronti del sistema bancario (Rating) corrisponde ad una probabilità di default su un ciclo economico determinato Il ciclo può comprendere periodi di forte crescita economica e/odi recessione, quindi: Richiede la valutazione del merito creditizio della PMI su un ciclo completo di business (in generale da 5 a 7 anni) con: Analisi della situazione economico-finanziario-patrimoniale degli ultimi 3 esercizi (ove confrontabili) Valutazione prospettica dei successivi 2/3 esercizi (Budget e Business Plan) Approccio «Point in Time» Approccio «Point in Time» Curva «target» con il rating TTC Tempo Curva TTC generalmente osservata (in caso di assenza di shock esogeno subito dalla controparte) L approccio TroughThe Cycleconsente una maggior stabilitànella valutazione dei parametri di rischio. Effetti stagionali e indicatori della performance a breve termine della PMI non devono influire sul Rating di controparte Solo cambiamenti strutturali (es. shock esterni) dovrebbero risultare nella revisione del Rating I cicli considerati devono essere diversi da un settore industriale all altro 12
Variabili critiche qualitative alla base del merito creditizio della PMI 1.Politiche di Rating 2. Benchmark Approccio analitico Criteri qualitativi Base dati interni Base dati esterni Analisi approfondita Altri elementi qualitativi da considerare: Il contesto del paese nel quale opera il debitore ha un impatto sul suo merito creditizio. Il rischio di credito sistemico, al cuore del Country Risk, è riflesso attraverso 2 indicatori: il Country Average Risk e il Country Maximum Risk. Paese da considerare = Country of Business (CoB) Il paese dal quale proviene la maggior parte dei cashflowsdel debitore Può essere diverso dal Legal Country 13 Variabili critiche qualitative alla base del merito creditizio della PMI 1a TAPPA : Determinare il Rating Intrinseco Merito creditizio intrinseco del debitore stand alone considerando la sua posizione finanziaria e l ambiente economico (countryrisk) e settoriale in cui opera senza tener conto del supporto potenziale che potrebbe essere portato da un altra entità Bilanci ufficiali Strumenti decisionali e benchmark esterni 2a TAPPA : Valutare il Supporto Si aspetta dall entitàdi supporto che porti assistenza finanziaria, con ogni mezzo a sua disposizione, al fine di consentire alla Controparte di adempiere alle obbligazioni finanziaria nei tempi stabiliti evitandone così default 3a TAPPA : Determinare il Counterparty Rating Il CounterpartyRating risulta dalla combinazione dell IntrinsicRating e del supporto prendendo in considerazione la natura e la forza del supporto Valutazione su criteri di analisi fondamentale Tenendo conto del CountryRiskattraverso la CAR e il CMR Determinazione dell IntrinsicRating ponderando il valore attribuito alle variabili qualitative Identificazione dell entitàdi supporto (che deve avere anche lei un Counterparty Rating) Determinazione della natura del supporto (negativo o positivo) Valutazione della forza del supporto (da debole ad assoluto ) Elevata rilevanza degli elementi qualitativi e dell Expert Judgment 14
Variabili critiche qualitative nella valutazione della PMI Le altre variabili qualitative alle quali si attribuisce un valore sono: Ambiente, settore di business Velocità di crescita del mercato Presenza ed entità di Barriere all'entrata Sensibilitàa cambiamenti tecnologici ed alle prospettive di settore Necessità di investimenti in capitale Ambiente macroeconomico, sociale e politico, normativa di riferimento Posizionamento dell azienda nel settore di riferimento Posizione della PMI nei mercati di riferimento (Leadership, posizione di rilievo, competitor significativo o meno) Mercati/prodotti/clienti/mix di fornitori (differenziati?stabili?) Gli indicatori di competitivitàrispetto ai competitors(azienda migliore, tra le migliori, sopra la media, nella media, sotto la media) Capacità di rimborso Molto alta, alta, costantemente in aumento o meno durante l intero ciclo di business Liquidità, qualità e diversificazione degli asset Indicatori finanziari (crescita, stabilità, etc..) Capacità del management di attuare le strategie annunciate Raggiungimento degli obiettivi definiti Esperienza ed efficienza dei manager Struttura ed influenza del Consiglio di Amministrazione Qualità e trasparenza dei bilanci Modalità di accesso ai mercati finanziari Accesso ai mercati finanziari internazionali ed al settore bancario e a quali condizioni (molto vantaggiose, vantaggiose, soddisfacenti, accettabili, necessitàdi rilascio garanzie, vincoli piùo meno forti per il ricorso al credito) 15 Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI I bilanci delle imprese in squilibrio economico, finanziario e patrimoniale LA CONTINUITÀ AZIENDALE COME POSTULATO DEL BILANCIO D ESERCIZIO Art. 2423-bis, co. 1, n. 1), c.c.: valutazione... secondo prudenza e nella prospettiva della continuazione dell attività Punti di riferimento dell analisi della continuità aziendale: Requisito di permanenza futura dell impresa come organismo attivo e funzionante Continuazione della attività aziendale ordinaria escludendo eventi straordinari che ne modificano l assetto esistente Esame prospettico dei programmi dell impresa circa l attività principale ed ordinaria svolta L importanza dell informativa della Relazione sulla gestione In presenza di incertezze sulla continuità aziendale, anche ai fini di non compromettere la concessione di facilitazioni da parte delle banche, assume rilevanza l informativa riportata nella relazione sulla gestione, in particolare per quanto riguarda: La descrizione dei principali rischi ed incertezze a cui è esposta la società I fatti di rilievo intervenuti successivamente alla chiusura dell esercizio L evoluzioneprevedibile della gestione 16
Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI Le politiche di bilancio! SQUILIBRIO ECONOMICO Capitalizzazioni di beni strumentali e di spese di R&S? Riduzione degli ammortamenti? Riduzione delle svalutazioni crediti? Politica di massimizzazione delle rimanenze di magazzino? Gli Istituti Bancari sono tutti dotati di strutture per l analisi dei Bilanci e della capacità delle imprese di generare cash flow in grado di ripagare i debiti; l esperienza insegna che le politiche di bilancio di cui sopra sono quelle dove si celano valori maggiormente stimati e soggetti a scarsa trasparenza. La correttezza dell imputazione di tali voci di bilancio e la corretta spiegazione nella Nota Integrativa aiutano la Banca a concedere maggiori finanziamenti alle imprese, esponendosi a minori rischi di eccessiva dotazione di capitale regolamentare. 17 Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI Indicatore Indebitamento netto/ebitda EBIT Interest Coverage Gearing Costi di impianto ed ampliamento Il recupero dei costi di impianto e di ampliamento può soltanto essere ottenuto attraverso l uso. In particolare, è necessario poter dimostrare la congruenza e il rapporto causa-effetto tra tali costi ed il beneficio (utilità futura) che dagli stessi l impresa si attende. EBITDA Margin Trend Costi di impianto ed ampliamento: perdite durevoli di valore Il mantenimento nell attivo è condizionato: al permanere della utilità futura; l ammontare iscritto nell attivo non può superare il valore stimato dell utilità futura attesa. L OIC 24-Immobilizzazioni immateriali precisa che quando tali oneri non si riferiscono a progetti specificatamente identificabili dell impresa (es. avviamento di una nuove divisione operativa, costituzione di una nuova impresa), il beneficio atteso è costituito dalla futura redditività dell impresa. Di conseguenza, in presenza di previsioni di perdite gestionali è necessario riuscire a dimostrare la recuperabilità di tali costi 18
Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI R&S: requisiti per la capitalizzazione Prodotto o processo chiaramente definito Costi identificabili e misurabili Progetto tecnicamente fattibile Disponibilità di risorse finanziarie sufficienti a completare l attività Recuperabilità attraverso ricavi futuri Richiesta del consenso al Collegio Sindacale Spese di Pubblicità I costi devono possedere carattere di eccezionalità e non di ricorrenza Si deve trattare di costi collegati al lancio di un nuovo prodotto e non di sostegno a prodotti già esistenti L impresa deve avere ragionevole aspettativa di importanti e duraturi ritorni economici (OIC 24) Richiesta del consenso al Collegio Sindacale Tale possibilità non è prevista dai principi contabili internazionali IAS/IFRS. 19 Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI Fondi Rischi per passività potenziali Comportamento in bilancio L onere può essere attendibilmente stimato Deve essere stanziato il fondo rischi in bilancio Probabile L onere può essere attendibilmente stimato entro un campo di variabilità di valori L onere non può essere attendibilmente stimato Lo stanziamento deve rappresentare la migliore stima fattibile tra i limiti massimi e minimi del campo di variabilità dei valori determinati Non viene effettuato alcun accantonamento Deve essere esposta adeguata informativa in nota integrativa Grado di avveramento dell evento Possibile Non viene effettuato alcun accantonamento Deve essere esposta adeguata informativa in nota integrativa Remoto Non viene effettuato alcun accantonamento Non vengono fornite indicazioni in nota integrativa 20
Variabili critiche quantitative nella valutazione della PMI Fondo Imposte In caso di controversia con l amministrazione finanziaria, deve essere stanziato un apposito fondo per imposte qualora si ritenga probabile che vi sarà un esborso a seguito della conclusione della controversia. Tale onere è di competenza dell esercizio che ha originato la controversia (violazione di norme del TUIR, norme in materia di IVA, ecc.). Fondo Imposte e fatti intervenuti dopo la data di chiusura dell esercizio OIC 29 E.II.a. I fatti successivi alla data di bilancio devono essere recepiti nel bilancio qualora evidenzino condizioni che esistevano già alla data di riferimento del bilancio. Esempio: la definizione dopo la chiusura dell esercizio di una causa legale/controversia fiscale in essere alla data di bilancio per un importo diverso da quello prevedibile a tale data 21