Comunicare prima di parlare

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Transcript:

«Quando una persona si rivolge a noi in una lingua sconosciuta, non siamo in grado di comprendere nulla di quello che ci dice. I bambini alla nascita si trovano in una condizione ancora più difficile: non sanno nemmeno che qualcuno sta cercando di dire loro qualcosa, il linguaggio per loro è solo un suono un po speciale» (Tomasello,2003)

Abilità preverbali Nel corso del primo anno di vita il bambino acquisisce una serie di abilità che lo aiuteranno nel compito dello sviluppo del linguaggio: si sintonizza ai suoni della sua lingua esercita i propri organi fonoarticolatori emerge e si sviluppa l intersoggettività ovvero impara a interagire con gli adulti impara a comunicare intenzionalmente con gesti e suoni, attivando e/o modificando il comportamento dell interlocutore sviluppa la capacità di usare simboli

Intersoggettività Intersoggettività: processo attraverso cui da una parte una persona arriva a condividere la propria esperienza soggettiva (emozioni, interessi, attenzione) con un altra e, dall altro lato, a comprendere cosa hanno in mente gli altri e comportarsi di conseguenza Nel primo anno di vita il neonato deve sviluppare questo contatto con gli stati mentali altrui! E facilitato da competenze innate e acquisizioni pre-perinatali: Distingue voce materna Distingue lingua materna Preferisce volto materno Possiede già un ricco repertorio di espressioni facciali

Intersoggettività Fin dalle prime ore di vita il neonato si dimostra in grado di imitare in maniera selettiva e differenziata. A 6 settimane sono in grado di correggere le risposte imitative per avvicinarsi il più possibile al modello (periodo delle reazioni circolari). Questi scambi favoriscono la creazione di una relazione psicologica di similarità tra bambino e adulto (l altro fa quello che faccio io)

Intersoggettività Tra i 2 e i 3 mesi l interazione faccia a faccia con l adulto si arricchisce, con sguardi reciproci, sorrisi, vocalizzi Scambi affettivi Intersoggettività primaria Protoconversazioni Pseudodialoghi Caratterizzati da ciclicità e da prevedibilità

Intersoggettività Stern (1995): gli episodi di intersoggettività primaria sono caratterizzati da ciclicità, dalla ripetizione di sequenze ordinate e dall organizzazioni in fasi. Involucro temporale che permetta al bambino di formarsi delle aspettative circa i comportamenti altrui. «Joey è seduto sulle ginocchia della mamma e la guarda. Lei lo fissa attentamente, senza un espressione particolare [ ]. Dapprima lui studia i vari elementi del suo viso e infine la guarda negli occhi. Rimangono a fissarsi a lungo, in silenzio, quindi la mamma accenna a un sorriso e Joey è lesto a sporgersi in avanti e a sorriderle a sua volta. Ora sorridono entrambi, o meglio, si scambiano una seire di sorrisi. Poi la mamma dà il via a un interazione giocosa: atteggia il viso a un espressione di sorpresa e si sporge fino a toccare col proprio naso quello di Joey, mentre intanto sorride ed emette vocalizzi. Joey esplode in una risata, però chiude gli occhi quando i loro nasi si toccano; poi lei si ritrae, resta immobile un attimo, per accrescere la tensione, quindi si sporge di nuovo a toccargli il naso. La sua voce e il suo viso sono sempre più allegri e scherzosamente minacciosi»

Intersoggettività Tra i 3 e i 6 mesi l interazione prende la forma di routine di azione condivisa: la regolarità degli scambi iniziali si trasforma in un attività coordinata, caratterizzata da ruoli e azioni convenzionali Interazione diadica madre-bambino o oggettobambino

Intersoggettività Azione condivisa: Peekaboo 1 Peekaboo 2

Intersoggettività secondaria Tra i 6 e i 9 mesi si sviluppa la condivisione dell attenzione su un oggetto con un altra persona (interazione triadica). Viene a crearsi una situazione triangolare simile a quella prototipica della comunicazione umana che comprende 2 partecipanti e un oggetto di riferimento sul quale condividere l attenzione Joint attention

Comunicare prima di parlare Comunicazione non verbale mesi sorriso sociale: segnala il riconoscimento di una persona familiare (diverso da sorriso endogeno) 4-8 mesi primi brevi piegamenti ed estensioni di un dito (gesti di preindicazione), vocalizzazioni e movimenti della bocca durante l interazione libera con l adulto 9 mesi i bambini diventano consapevoli degli effetti che questi comportamenti hanno sugli adulti e cominciano ad usarli come mezzi per orientare il comportamento in funzione dei propri scopi: comunicazione intenzionale 2-3

Tipo di comunicazione Preintenzionale (0-8 mesi) Intenzionale (8-12 mesi) Descrizione Movimenti e suoni senza intenzioni comunicative Movimenti e suoni con intenzioni comunicative (solo richieste e dichiarazioni) Esempi Cercare di afferrare un oggetto senza guardare la madre Indicare un oggetto guardando il padre ed emettendo dei suoni

Comunicazione non verbale Prima intenzione comunicativa gesti performativi o deittici esprimono l intenzione comunicativa del parlante e si riferiscono ad un oggetto/evento che si può individuare osservando il contesto Tre tipi di gesti: indicare mostrare richiedere Il b. guarda alternativamente l oggetto e l adulto; può produrre delle semplici vocalizzaizoni

Comunicazione non verbale Due intenzioni comunicative manifestate dai bambini, a livello gestuale e vocale, alla fine del primo anno di vita: RICHIESTA chiedere l intervento o l aiuto dell adulto DICHIARAZIONE attirare l attenzione e condividere con l adulto l interesse per un evento esterno

Comunicazione non verbale Le due intenzioni hanno natura psicologica diversa: Richiesta comunicata attraverso il richiedere e l indicare richiestivo. Il bambino mira a dirigere le azioni dell adulto (altro = agente) Dichiarazione espressa con il mostrare e l indicare dichiarativo. Il bambino cerca di influenzare lo stato psicologico dell adulto (altro = soggetto)

Performativi o deittici Esprimono un intenzione comunicativa e si riferiscono ad un oggetto-evento che si può individuare osservando il contesto (es.: stendere il braccio con la mano aperta e il palmo in su o in giù; aprire e chiudere ritmicamente il palmo della mano; indicare) Utilizzati per: Chiedere l intervento o l aiuto dell adulto Attirare l attenzione e condividere con l adulto l interesse per un evento esterno RICHIESTA DICHIARAZIONE

Comunicazione non verbale 12 MESI gesti referenziali rappresentano un referente specifico; il loro significato non varia sulla base del contesto; originariamente prodotti in situazioni di routines con l adulto, progressivamente si decontestualizzano fino ad essere usati anche in assenza dei contesti originari

Comunicazione non verbale Periodo in cui il bambino usa gesti referenziali Periodo in cui il vocabolario raggiunge le 50 parole Comparsa delle prime parole Decremento nell uso dei gesti referenziali

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ladies and gentlemen we re de s pe ra tely s hort o n t i m e "Ladies and gentlemen we're desperately short on time

La percezione acustica inizia durante la gestazione 27 settimane- il feto reagisce agli stimoli sonori Le capacità uditive sono all inizio limitate a suoni di bassa frequenza (battito cardiaco di M, voce di M e delle persone vicine, musica) ma gradualmente si amplia l intervallo delle frequenze udite Il processo di sviluppo dell udito avviene senza discontinuità dalla fase prenatale a quella successiva alla nascita. 21

La percezione acustica del neonato non è ancora del tutto sviluppata: - ha una sensibilità per l intensità del suono di 10-15 decibel inferiore a quella dell adulto e aumenta nel corso dei primi 6 mesi - discrimina se una sorgente sonora è localizzata a dx o sx - È più sensibile alle frequenze basse (sotto i 4000 Hz), ma ai 3-6 mesi diventa più sensibile ai suoni di frequenza alta (sopra i 4000 Hz) 22

Alla nascita distingue fra la voce umana e altri suoni è in grado di discriminare fra lingue diverse (sulla base di caratteristiche prosodiche e fonologiche) è in grado di discriminare la lingua materna da un altra lingua (exp in utero) A poche settimane è già in grado di discriminare la maggior parte dei contrasti fonetici presenti nei suoni linguistici 23

Tratto da: Guasti (2007). 24

SINTONIZZAZIONE ALLA LINGUA MADRE: Nell arco dei primi sei mesi, il bambino estrae dal segnale acustico l informazione relativa alle caratteristiche fonetiche di tipo universale delle lingue intorno ai 6-10 mesi inizia a riconoscere i fonemi della propria lingua madre, nonché le loro sequenze tipiche di comparsa e la struttura ritmica 25

Un altro tipo di problema, successivo al riconoscimento dello stimolo linguistico, consiste nell individuazione dei confini di parola. - Nel discorso le parole e le frasi non sono sempre separate da pause ben evidenziate - Cioè le parole non sono caratterizzate da eventi acustici stabili e distinti

Diversi meccanismi possono concorrere alla segmentazione: o Segmentazione metrica o Vincoli fonotattici o Probabilità di transizione

Classificazione basata sulla struttura ritmica dominante: Lingue germaniche (tedesco, inglese, olandese): isocronismo accentuale il ritmo è basato sul ricorrere regolare degli accenti Lingue romanze (Italiano, Spagnolo) : isocronismo sillabico ritmo bastato sul ricorrere regolare delle sillabe Giapponese: ritmo su unità subsillabica (mora)

Le caratteristiche ritmiche forniscono indizi su dove collocare i confini di parola nella lingua inglese il modello prosodico dominante è costituito dall alternanza tra sillabe deboli (non accentate) e sillabe forti (accentate) Jusczyk, Cutler e Redanz (1993) hanno dimostrato che a 9 mesi bambini di lingua inglese preferiscono ascoltare liste di parole bisillabiche conformi al ritmo caratteristico della lingua madre (forte-debole), piuttosto che non conformi (debole-forte).

A seconda della lingua, possiamo escludere alcune sequenze di suoni in determinate posizioni di parola. Per esempio, le consonanti in posizione finale di parola sono rare in italiano (con alcune eccezioni, per es. /l/, /r/, /n/ con parole funzionali e prestiti da altre lingue). Sequenze come /kto/, /nd/ in Italiano non possono comparire in posizione iniziale di parola.

I sistemi linguistici differiscono nel modo in cui i suoni possono combinarsi tra di loro I fonemi non si combinano a caso fra di loro, ma ogni lingua è caratterizzata da regole relative alle combinazioni possibili tra i suoni Queste regole descrivono la struttura fonotattica della lingua e permettono di individuare e predire le parole possibili o impossibili Ogni parlante ha una conoscenza implicita delle combinazioni possibili nella sua lingua Gufo, stufo, piastra Tofo, staco, fostro Mberndt, rcuto, patsgi

miungiunbraccio - è abbastanza raro che le vocali iu siano prodotte insieme all interno di una parola - la sequenza nb non è ammessa nella nostra lingua Mi/ungi/un/braccio

Il meccanismo di detezione delle regolarità di combinazione dei suoni sembra essere attivo e funzionante molto precocemente. A 8 mesi, i bambini sono in grado, dopo solo 2 minuti di ascolto di una serie di sillabe, di riconoscere quelle che si presentano assieme con frequenza maggiore (costituivano, cioè, le parole di questo linguaggio artificiale). Saffran, Aslin e Newport (1996)

Sensibilità dei bambini alla fonotattica della lingua madre Si sviluppa intorno ai 9 mesi I bambini preferiscono ascoltare le sillabe con combinazioni fonotattiche legali In italiano: consonante nasale + vocale (naso) + occlusiva (campo) Molto rare: occlusiva+nasale (Acne)

A che cosa serve la sensibilità alle regole fonotattiche? può aiutare il bambino a riconoscere le parole nel flusso continuo del parlato Estrazione di una regola:il confine di parola si colloca laddove c è una violazione di una regola fonotattica.

L occorrenza di successioni di suoni può essere predetta statisticamente: all interno di una parola, una sequenza di suoni tende a co-occorrere, mentre tra due parole diverse, l incipit di quella successiva è meno predicibile.

Le caratteristiche prosodiche e fonotattiche del linguaggio forniscono informazioni essenziali per la comprensione della struttura linguistica I bambini posseggono dei meccanismi di elaborazione degli stimoli linguistici che permettono di estrarre queste informazioni Queste informazioni sono effettivamente utilizzate per identificare e riconoscere le parole

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LA CAPACITA DEL NEONATO DI PRODURRE SUONI LINGUISTICI E MOLTO SCARSA Complessità del controllo motorio necessario per la produzione dei suoni (sono coinvolti più di 100 muscoli) Cause di ordine anatomo-fisiologico: Il tratto vocale di un neonato è simile a quello di un primate adulto non umano. La laringe è molto in alto La lingua è molto grande rispetto alla cavità orale Il canale orofaringeo è tale per cui l epiglottide e la velofaringe sono molto vicine (poca possibilità di espirazione se non con la bocca aperta) 40

A tre mesi sono avvenute delle modificazioni rilevanti nell apparato fono-articolatorio: - La laringe si è abbassata - L epiglottide si è allontanata dal palato permettendo la creazione di una cassa di risonanza - C è un maggiore controllo del ciclo respiratorio - La lingua, la mascella e le labbra acquistano una maggiore motilità

Lo sviluppo vocalico Organizzazione in stadi Nei primi 2 mesi suoni di tipo riflesso determinati da stati fisiologici (pianto e frigno) e suoni vegetativi associati con l assunzione di nutrimento 2-4 mesi prime vocalizzazioni e risate, espressioni di benessere prodotte generalmente in situazioni confortevoli durante l interazione diadica con la madre

Comunicare prima di parlare Lo sviluppo vocalico Organizzazione in stadi 4-7 mesi nuovi suoni vocalici maggiormente variati; comparsa delle prime sillabe gioco vocale 10 mesi lallazione reduplicata: produzione di sillabe costituite dalla ripetizione dello stesso segmento consonante-vocale 12 mesi lallazione variata: sillabe costituite da segmenti del tipo consonante-vocale-consonante o vocaleconsonante-vocale in cui i suoni possono essere diversi Si rispettano le restrizioni fonologiche della lingua

Lo sviluppo vocalico Ci sono molti dati a sostegno di una sostanziale continuità tra comportamento vocale prelinguistico e prime parole le lallazioni e le prime parole condividono le stesse proprietà in termini di tipi di suoni e di forma delle sillabe le consonanti che compaiono nelle prime lallazioni compaiono anche nelle prime parole le caratteristiche melodiche dell ambiente linguistico sono rintracciabili nelle lallazioni

Lo sviluppo vocalico Se c è relazione, le differenze individuali nelle competenze prelinguistiche si dovrebbero riflettere in un più rapido o più lento ritmo di acquisizione del linguaggio Quantità di vocalizzazioni prodotte Numero di consonanti prodotte in maniera consistente durante la lallazione Livello medio di lallazione (analisi complessità)

La formazione delle parole Inizialmente diverse dalla forma adulta Ripetizione sillaba iniziale, omissione del resto cheché caffé Cancellazione sillabe non accentate nana banana Semplificazione della struttura sillabica tega strega Eliminazione di consonanti atto gatto Sostituzione di consonanti tole sole Produzione di suoni simili a parole (protoparole) con forma fonetica idiosincratica, ma con funzione comunicativa specifica sulla base del contesto in cui vengono usate

Comunicare prima di parlare La formazione delle parole Inizialmente utilizzo legato a situazioni specifiche, ristrette e altamente ritualizzate USO NON REFERENZIALE il bambino pronuncia le prime espressioni verbali solo mentre sta compiendo una specifica azione su determinati oggetti (dice ciao giocando con il telefono) il bambino usa le parole anche per anticipare o ricordare gli schemi d azione (dice ciao un attimo prima di giocare con il telefono) il bambino usa le parole anche fuori dal loro contesto abituale per categorizzare nuove persone, oggetti o eventi (dice ciao quando qualcuno entra o esce dalla stanza) USO REFERENZIALE