Linee guida. Patto per l inclusione. Linee guida per il reinserimento di ex detenuti attraverso partenariati locali



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UNIUNEA EUROPEANĂ GUVERNUL ROMÂNIEI MINISTERUL MUNCII, FAMILIEI şi PROțEC IEI SOCIALE AMPOSDRU Fondul Social European POSDRU 2007-2013 Instrumente Structurale 2007-2013 ADMINISTRAțIA NAțIONALĂ A PENITENCIARELOR Linee guida Patto per l inclusione. Linee guida per il reinserimento di ex detenuti attraverso partenariati locali

PATTO PER L INCLUSIONE LINEE GUIDA PER IL REINSERIMENTO DI EX DETENUTI ATTRAVERSO PARTENARIATI LOCALI PROGETTO SOCIAL Strategia per l Occupazione e Qualificazione tramite l Apprendimento ed Attività per la Libertà POSDRU/69/61/S/32810 PROGETTO COFINANZIATO DALL UNIONE EUROPEA, FONDO SOCIALE EUROPEO, PROGRAMMAZIONE 2007 2013

Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le politiche attive e passive del lavoro Dirigente: Marianna D Angelo Coordinamento del progetto SOCIAL: Lucilla Di Rico Isfol - Progetto Cooperazione transnazionale Responsabile: Antonella Attanasio Gruppo di lavoro progetto SOCIAL: Gianluca Calzolari Giovanna de Mottoni Maria Di Saverio Maria Grazia Mastrangelo Testo: a cura di Maria Grazia Mastrangelo Editing: a cura di Giovanna de Mottoni e Maria Di Saverio Progetto grafico: Sectio sas Traduzione in romeno: a cura di Clara Oprea Data di pubblicazione: Luglio 2012 Isfol, Corso d Italia, 33-00198 Roma Tel. +39.06.85.44.71 Web: www.isfol.it

INDICE INDICE Prefazione 9 Introduzione 13 Parte I L integrazione tra sistemi 17 1. Lo scenario di riferimento 19 1.1 La Strategia nazionale per l inserimento sociale delle persone 19 private della libertà 2012-2016 1.2 Il disegno di legge rumeno sull economia e l impresa sociale 22 1.3 Destinatari delle Linee Guida 23 2. Sistema di Governance: interistituzionalità e consolidamento 25 delle reti territoriali 2.1 Un possibile organigramma funzionale 28 3. Integrazione tra politiche attive del lavoro e politiche formative, 30 tra servizi per l occupabilità, tra pubblico e privato Parte II Le aree tematiche 33 4. Economia sociale e nuovi modelli di welfare 34 5. Economia impresa sociale e sistema profit 36 5

DAL CARCERE AL LAVORO PERCORSI PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE 6. Approccio olistico ed individualizzato 38 7. Formazione congiunta degli operatori 40 8. Sistemi informativi e strumenti 42 9. Sensibilizzazione della collettività 44 10. Condivisione delle prassi operative 46 Allegato Fac-simile dell accordo di cooperazione 48 stipulato a Timisoara e Craiova 6

PREFAZIONE Prefazione Il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali tra le sue linee di intervento strategiche e di indirizzo promuove la coesione economica e sociale ed un mercato del lavoro inclusivo, in linea con le politiche comunitarie, ritenendo ciò una priorità fondamentale a garanzia di quanti sono a rischio di povertà e di emarginazione sociale. L intento è che queste persone possano fruire delle opportunità e delle risorse necessarie per partecipare pienamente alla vita economica, sociale e culturale del proprio Paese e vivere dignitosamente. Uno dei principali strumenti della politica di coesione é il Fondo Sociale Europeo che sostiene, tra l altro, azioni mirate per l inclusione e l integrazione delle fasce a rischio di emarginazione. Esso supporta, infatti, gli Stati membri nel fornire gli strumenti idonei ad affrontare le nuove sfide del mercato del lavoro nell era della globalizzazione, con particolare attenzione alle fasce svantaggiate. È in tale ambito che si inserisce il progetto SOCIAL per il reinserimento e l integrazione degli ex detenuti, cofinanziato dal PON Sviluppo Risorse Umane FSE Romania 2007/2013 e coordinato dall Amministrazione Penitenziaria Nazionale rumena. L intervento ha un ampio partenariato rumeno e italiano e il Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali vi ha aderito con grande interesse, ritenendo molto importante la cooperazione transnazionale in tale ambito sulla base di precedenti esperienze maturate nel Programma di iniziativa comunitaria Equal e nell adesione alla rete europea Ex Offenders Community of Practice ExOCoP. In occasione del Policy Forum 2012, ExOCoP ha ribadito, attraverso la Dichiarazione di Berlino, l impegno della rete a riconoscere il diritto delle persone in esecuzione penale alla riabilitazione e all accompagnamento per il reinserimento a pieno titolo nella società, attraverso l istruzione, la formazione e 9

DAL CARCERE AL LAVORO PERCORSI PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE l occupazione. La capacità di lavorare in sinergia, di fare rete di tutti i soggetti coinvolti nel trattamento dei detenuti e nel loro reinserimento sociale, una volta usciti dal carcere, è fondamentale e strategica per un percorso positivo che non solo eviti loro la recidiva, ma che sia anche in grado di restituire dignità, speranza, opportunità di riscatto. Il progetto SOCIAL, partendo dall esperienza delle cooperative sociali di tipo B maturata nel sistema carcerario italiano, ha voluto individuare e sperimentare in Romania alcuni percorsi innovativi di facilitazione all inserimento lavorativo attraverso dispositivi di incrocio tra domanda ed offerta di lavoro, nonché di accompagnamento nel percorso post pena, nel passaggio delicato e cruciale verso la libertà. Giunti al termine dell intervento, sono stati realizzati da Isfol, ente in house del Ministero con consolidata esperienza nel settore, alcuni testi che analizzano ed elaborano i principali risultati emersi e che possono rappresentare preziosi strumenti di lavoro e di sensibilizzazione per coloro che operano nel sistema carcerario e nell economia sociale, dunque operatori, formatori, manager, decisori politici, con la finalità di eliminare le barriere sociali ed i pregiudizi, migliorare i servizi e facilitare il reinserimento delle persone in esecuzione penale, attraverso il lavoro, massima espressione di cittadinanza e di effettiva libertà. Cons. Paola Paduano Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale politiche attive e passive del lavoro 10

INTRODUZIONE Introduzione Il progetto SOCIAL, con l intento di trasferire in Romania l esperienza pluriennale italiana acquisita in materia di inclusione sociale e lavorativa di persone in uscita dal circuito penale, dota il sistema dell Amministrazione Penitenziaria romena di strumenti e metodi che possono favorire l inserimento o il reinserimento nella società civile di tale target. Tra gli strumenti, le Linee guida qui presentate hanno la finalità di rafforzare il campo di azione delle politiche d inclusione, di contrastare i fenomeni di discriminazione sociale e lavorativa, nonché di governare l inserimento sociale, formativo e lavorativo delle persone in esecuzione penale da parte dell Autorità Giudiziaria romena, promuovendo, in particolare, l intervento integrato e socialmente responsabile di Istituti penitenziari, ONG, imprese sociali, agenzie e servizi territoriali (sociali e del lavoro), imprese profit. L obiettivo è, chiaramente, quello di accompagnare le istituzioni e le organizzazioni (pubbliche e private; profit e non profit) in un percorso condiviso dove le istanze economiche siano coniugate con le attenzioni sociali ed ambientali nell ottica di uno sviluppo intelligente, inclusivo e sostenibile (Europa 2020). A livello operativo, il documento intende orientare il sistema di partenariato locale verso un approccio preventivo della recidiva ed inclusivo di soggetti che hanno concluso un percorso di detenzione. Le Linee guida, sono mutuate, nella struttura, da quelle elaborate dal Ministero della Giustizia Dipartimento dell Amministrazione Penitenziaria italiano, di cui raccolgono spunti, contenuti e stimoli, seppur adattandoli al contesto rumeno per renderli accoglibili e dunque trasferibili 1. 1 Ministero della Giustizia italiano, Dipartimento dell Amministrazione Penitenziaria, Linee Guida in materia di inclusione sociale a favore delle persone sottoposte a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria, Commissione nazionale consultiva e di coordinamento per i rapporti con le Regioni, gli Enti locali ed il volontariato, Roma 2009. 13

DAL CARCERE AL LAVORO PERCORSI PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE Le indicazioni, contenute nelle pagine seguenti, sono da intendersi come complementari e non alternative rispetto alle proposte di interventi già espresse a livello nazionale 2, oltre a rappresentare, più in generale, la possibilità di valorizzare esperienze di successo, quali quelle raccolte dal progetto SOCIAL e non solo. Si tratta, dunque, di linee di indirizzo per implementare i modelli organizzativi, per il reinserimento socio-lavorativo degli ex detenuti, sia delle istituzioni pubbliche che del privato sociale, migliorandone le potenzialità, adeguandoli al fabbisogno delle varie realtà territoriali, in modo da offrire opportunità lavorative concrete e favorire l inclusione sociale di tali soggetti. Esse vanno, quindi, utilizzate come strumento per disegnare interventi integrati a livello locale nella fase di programmazione, con riferimento al tema del reinserimento post esecuzione penale. Inoltre, le stesse mirano a stimolare l ulteriore sperimentazione di interventi in Romania, per acquisire quei dati necessari all individuazione di uno o più modelli di rete per l economia sociale e per il reinserimento socio-lavorativo dei soggetti in esecuzione penale, adatti ad erogare servizi di qualità e rispondenti alle effettive esigenze dell utenza ed ad un miglior livello di sicurezza dei cittadini. Per una maggior efficacia dello strumento, sarà necessario definire un sistema strutturato di cooperazione condiviso tra l Amministrazione penitenziaria, gli enti locali e gli altri attori sociali presenti sul territorio in modo da creare un definito, costante ed efficace rapporto a rete tra gli operatori istituzionali e gli operatori del sociale, tutti coinvolti nell attuazione dei principi di legalità, di recupero e d inclusione sociale. Una particolare attenzione va riservata all economia sociale e al mondo del volontariato quali espressioni del capitale sociale del territorio di riferimento e strumenti naturali di lotta all esclusione sociale e lavorativa. Per tale ragione sarà importante: prevedere, nell ambito dei piani e dei programmi per lo sviluppo delle politiche di inclusione sociale a livello nazionale e locale, specifiche misure rivolte alle persone che vivono in condizione di privazione della libertà; avviare e rendere permanente la sinergia tra tutte le amministrazioni che hanno competenze nelle materie strettamente collegate con il benessere e lo sviluppo della persona: politiche sociali, salute, istruzione, formazione professionale e lavoro; 2 Ministero della Giustizia romeno Amministrazione Nazionale dei Penitenziari, Strategia nazionale per l inclusione sociale delle persone private della libertà 2012-2016, Bucarest, 2011 14

INTRODUZIONE potenziare e rafforzare la cooperazione tra i diversi livelli di governo e rafforzare le politiche territoriali, coinvolgendo anche gli organismi della società civile organizzata (ONG, imprese sociali) valorizzando e diffondendo le buone prassi attuate a livello locale; costruire percorsi condivisi tra amministrazioni centrali e locali, programmando in modo coordinato le decisioni e l allocazione delle risorse finanziarie, anche in un ottica di sostenibilità, e definendo un sistema di accompagnamento e di monitoraggio degli interventi. La valorizzazione dell economia sociale e della responsabilità sociale d impresa può dar vita a percorsi positivi e virtuosi per le persone in uscita dal circuito penale di cui può beneficiare l intera collettività. Marianna D Angelo Ministero del Lavoro e delle Politiche Sociali Direzione Generale per le politiche attive e passive del lavoro Autorità di Gestione PON FSE 15

PARTE I L INTEGRAZIONE TRA SISTEMI

PARTE I 1.Lo scenario di riferimento 1.1 La Strategia nazionale per l inserimento sociale delle persone private della libertà 2012-2016 L Amministrazione Nazionale Penitenziaria rumena (ANP), ha lanciato nel 2010 un documento strategico quale risultato di un processo che, in Romania, ha posto le basi delle future direzioni per l azione interistituzionale, in relazione con la Strategia del Sistema dell'amministrazione Penitenziaria per il periodo 2010-2013. Quest ultima, in merito al reinserimento sociale, include l'obiettivo specifico di Sviluppare, promuovere e attuare, insieme alle strutture ed istituzioni specifiche (Ministero del Lavoro, della Famiglia e Protezione Sociale, Dipartimento di libertà vigilata, ONG, ecc.) una strategia nazionale per l'inclusione sociale delle persone private della libertà. In base a tale obiettivo è stata elaborata la Strategia nazionale per l Inserimento sociale delle persone private della libertà, fondata su una serie di report di ricerca, tra i quali l'analisi diagnostica del sistema carcerario, il Rapporto del Corpo di controllo del Primo Ministro e il Piano d'azione per migliorare l efficienza del sistema penitenziario - 2008 e lo studio di Éupolis Lombardia - Istituto Superiore per la Ricerca, la Statistica e la Formazione. Inoltre, la Strategia nazionale si colloca in un quadro normativo di riferimento che comprende la legislazione nazionale rumena, le Raccomandazioni europee ed internazionali in materia di trattamento e reinserimento 19

DAL CARCERE AL LAVORO PERCORSI PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE delle persone in esecuzione penale 3. A partire dall enucleazione dei fattori che, come evidenziato dallo studio, influenzerebbero positivamente il reinserimento socio-occupazionale dei detenuti e degli ex detenuti, il documento dell ANP definisce gli obiettivi strategici da raggiungere entro il 2016. Tali fattori si possono sintetizzare nel: miglioramento della cultura e della percezione da parte dell ambiente esterno nei confronti dei detenuti rafforzamento dei sistemi supporto e di accompagnamento al reinserimento perfezionamento della legislazione relativa alla cooperazione interistituzionale nella gestione di interventi integrati, all economia sociale, all aumento di misure e sanzioni non detentive nel diritto penale implementazione ed il potenziamento di reti sociali. Da questi discendono i seguenti obiettivi strategici della Strategia: OBIETTIVO STRATEGICO 1. Sviluppo della capacità istituzionale nel settore del reinserimento sociale delle persone private della libertà 1.1. formazione professionale del personale 1.2. sviluppo dell infrastruttura istituzionale 1.3. miglioramento del quadro normativo e promozione di modifiche legislative. OBIETTIVO STRATEGICO 2. Sviluppo di programmi educativi e di sostegno psicosociale nel sistema penitenziario 2.1. istruzione e assistenza psicosociale alle persone private della libertà 2.2. consapevolezza dei rappresentanti della comunità sul problema delle persone private della libertà. OBIETTIVO STRATEGICO 3. Facilitare l'assistenza post rilascio a livello sistemico 3.1. continuità degli interventi per le persone che hanno scontato pene detentive 3.2. sviluppo di partenariati con istituzioni pubbliche, associazioni e or- 3 Cfr. Ministero della Giustizia romeno Amministrazione Nazionale dei Penitenziari, Strategia nazionale per l Inserimento sociale delle Persone private della Libertà 2012 2016, Bucarest, 2011 20

PARTE I ganizzazioni non governative, comunità locali per facilitare il reinserimento sociale degli ex detenuti 3.3. sviluppo di procedure interistituzionali riguardanti l attribuzione delle competenze sui succitati fattori favorenti il processo di reinserimento sociale delle persone che hanno scontato pene detentive 3.4. presa in carico dei casi e dell assistenza durante il periodo post rilascio. In sintesi, nella Strategia nazionale per il reinserimento sociale delle persone private della libertà, il Sistema dell'amministrazione penitenziaria in Romania, ritiene prioritaria la collaborazione tra i penitenziari, le istituzioni, gli enti pubblici e le organizzazioni non governative che hanno responsabilità nello svolgimento delle fasi di preparazione per il rilascio ed un ruolo nell'accompagnamento dopo il rilascio. Le attività specifiche di formazione e sostegno psicosociale, coordinate da personale specializzato dei servizi della giustizia, durante l esecuzione penale, sono, infatti, una condizione necessaria ma non sufficiente per il reinserimento sociale dei detenuti. È necessario potenziare l accompagnamento al reinserimento sociale e lavorativo nel post rilascio perché spesso la recidiva è il frutto dell insuccesso lavorativo, della carenza di risorse e di beni materiali, della mancanza o debolezza di relazioni familiari ed amicali. L assistenza post rilascio può essere facilitata tramite il riconoscimento del ruolo attivo e determinante delle associazioni e ONG nel processo di re-inclusione sociale, come parte integrante del quadro di collaborazione interistituzionale. Il ruolo fondamentale delle associazioni ed organizzazioni non governative, dunque, dovrebbe essere potenziato per il loro rilevante contributo allo sviluppo dell azione istituzionale. La vision della sopra descritta Strategia nazionale promossa dall ANP, dunque, è quella di porre rimedio alle carenze della normativa vigente che non si riferisce in modo completo e sufficientemente sistematico agli aspetti della cooperazione e complementarità nel fornire assistenza alle persone private della libertà da parte del personale dei penitenziari, insieme ai consulenti di libertà vigilata o rappresentanti di altre istituzioni pubbliche, associazioni e organizzazioni che operano nella fase del post rilascio. Sebbene le attività dell istituzione penitenziaria e della direzione per la libertà vigilata siano, a livello programmatico, collegate tra loro, le esigenze reali della popolazione carceraria, rispetto alle premesse di in- 21

DAL CARCERE AL LAVORO PERCORSI PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE clusione sociale, richiedono l'esistenza di un quadro normativo e di un sistema interistituzionale che offrano più interattività e funzionalità. È evidente il tentativo di sviluppare, nell ambito delle politiche penali, un quadro di cooperazione e complementarità tra istituzioni pubbliche, associazioni e ONG e comunità locali stabilendo le competenze, le mansioni e le responsabilità di tutti gli attori sociali coinvolti. 1.2 Il disegno di legge rumeno sull economia e l impresa sociale In Romania, il processo normativo per la regolamentazione dell economia e dell impresa sociale è in corso, ma la legge non è ancora stata emanata. Questo, se da un lato significa che le strutture dell economia sociale, attualmente avviate nel paese, stanno incontrando una serie di difficoltà (ad es. sottostare agli stessi obblighi normativi e fiscali delle imprese profit; l assenza di uno status giuridico come impresa sociale che non permette la certificazione di qualità necessaria per la commercializzazione dei prodotti, ecc.), dall altro, la non avvenuta promulgazione rende possibile l introduzione e/o il miglioramento dei dispositivi di regolazione e sviluppo non previsti o non espressamente enucleati nel disegno di legge, mutuandoli dalla legislazione italiana e/o europea (ad es. incentivi ed agevolazioni fiscali che permettano di recuperare lo svantaggio competitivo dato dall inserimento lavorativo di persone svantaggiate; applicazione della clausola sociale 4, che prevede, nelle gare d appalto, l assegnazione diretta alle imprese sociali di commesse inferiori alla soglia europea della concorrenza sleale nel libero mercato; acquisto da parte degli Enti pubblici dei servizi e/o prodotti realizzati dalle imprese sociali, ecc.). Dal punto di vista dell approccio strategico, la ratio della proposta di legge rumena sull economia sociale è quella di fornire un quadro legislativo di riferimento per il settore, che funga da elemento propulsivo di un comparto economico oggi poco conosciuto ed ancora marginale in Romania. Attraverso i decreti attuativi, s intende, peraltro, regolare anche le forme giuridiche, gli ambiti di applicazione, gli organi rappresentativi, 4 Regolamento CEE 1718/2004 22

PARTE I i rapporti fra enti, i meccanismi di sostegno e incoraggiamento, i sistemi di finanziamento e le sanzioni. Il testo del disegno di legge è fondato su due finalità generali: la regolamentazione del settore (art. 1, art. 3 e art. 7) e la promozione dell inclusione sociale delle persone in situazioni che possono portare all emarginazione o all esclusione sociale (art. 2). L intervento normativo mira, innanzitutto, a sviluppare le politiche d inclusione sociale e inserimento/reinserimento sul mercato del lavoro delle persone appartenenti a gruppi vulnerabili, collegando l economia sociale al raggiungimento di tale obiettivo (art. 4). L impatto che l approvazione e l applicazione della legge sull economia sociale creerà in Romania sarà, senza dubbio, positivo. Regolamentare le imprese sociali significa rafforzare il sistema economico locale e del paese, poiché queste imprese funzionano da regolatrici delle varianze sul piano dell'accesso al lavoro ed allargano la platea delle persone che collaborano attivamente alla crescita collettiva. Una sfida importante è quella che impone al legislatore di alimentare, a partire dall impianto normativo, le leve che consentano a tutto il comparto dell economia sociale di svilupparsi. In altri paesi, tra cui l Italia, l approccio con cui sono stati previsti gli interventi pubblici a sostegno del non profit è di tipo bottom-up. In generale il policy maker si è posto nella posizione di ascolto e di osservazione della realtà per poi accompagnare l azione con politiche di supporto e valorizzazione. Nel caso del disegno di legge rumeno, sta avvenendo probabilmente il contrario: l azione legislativa vuole essere di stimolo ai corpi intermedi fornendo un quadro legislativo che ne favorisca l insorgere. Lo si può osservare dal fatto che, nell ordinamento in promulgazione, mancano alcuni attori chiave del non profit come le cooperative sociali ed il volontariato. In altri termini, è possibile definire top down l approccio con cui l azione legislativa si sta ponendo come impulso per lo sviluppo del settore in Romania. 1.3 Destinatari delle Linee guida Le presenti Linee guida si rivolgono a due livelli di attori: 1. i decisori pubblici e privati dei sistemi della giustizia, del lavoro, dell istru- 23

RACCOMANDAZIONI DI POLICy PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE zione e formazione del sociale, per quanto attiene alla volontà politica di adottare le decisioni conseguenti, nelle forme che ad essi competono; 2. gli operatori, pubblici e privati che, a gradi medio-alti di responsabilità, sono coinvolti, a livello locale, nella progettazione e nell erogazione di interventi di reinserimento socio-lavorativo di persone sottoposte a provvedimenti dell autorità giudiziaria. Nei paragrafi seguenti saranno tratteggiati alcuni pilastri per interventi di reinserimento sociale e lavorativo delle persone in esecuzione penale che, se da un lato, discendono direttamente dagli obiettivi della Strategia nazionale per l inserimento sociale delle persone private della libertà, dall altro, mirano ad accelerare l iter legislativo sull economia sociale, ad incoraggiare le organizzazioni a sviluppare imprese sociali, ad aumentare la consapevolezza delle istituzioni pubbliche e private e della società sul valore aggiunto della cooperazione interistituzionale. 24

PARTE I 2.Governance: interistituzionalità e consolidamento delle reti territoriali Il reinserimento sociale delle persone soggette a provvedimenti privativi o limitativi della libertà personale si presenta come un processo estremamente problematico, la cui gestione deve tener conto non solo delle normali difficoltà legate alle dinamiche del mercato del lavoro, ma anche di pregiudizi sociali e vincoli istituzionali che tendono a perpetuare le condizioni di esclusione sociale dei soggetti in esecuzione penale. La segmentazione delle politiche per l inclusione sociale e quindi lo scarso raccordo, a livello istituzionale e operativo, tra i servizi penitenziari, formativi, d inserimento lavorativo e socio-assistenziali, nonché la carenza da parte degli operatori impegnati nei diversi sistemi, di una cultura condivisa, in termini di metodologie e strumenti di intervento nella lotta all esclusione sociale, costituisce un problema che spesso vanifica l efficacia degli interventi stessi. Il problema della programmazione e del coordinamento dei servizi dell Amministrazione penitenziaria, in materia di reinserimento sociale dei soggetti in esecuzione penale, con le altre Istituzioni nazionali (Ministero del Lavoro, Famiglia e Protezione sociale, Ministero Istruzione, Ministero Attività produttive) gli enti locali e il privato sociale si pone, pertanto, come prioritario al fine di migliorare la qualità dei servizi, secondo quanto previsto nell ordinamento penitenziario, nonché più specificamente nella Strategia nazionale per l inserimento sociale delle persone private della libertà, che dispone l integrazione dei servizi di attuazione delle politiche di inclusione sociale e la definizione di percorsi attivi volti ad ottimizzare l'efficacia delle risorse, impedire sovrapposizioni di competenze e settorializzazione delle risposte. 25

RACCOMANDAZIONI DI POLICy PER IL REINSERIMENTO DI PERSONE IN ESECUZIONE PENALE La lotta all esclusione sociale, insieme alla determinazione di pari opportunità di accesso alla vita produttiva ed al benessere sociale delle categorie più deboli ed a rischio richiede lo sviluppo di politiche innovative, fondate su un policentrismo di interventi, attraverso lo sviluppo di partenariati territoriali. Si avverte, pertanto, la necessità di promuovere la massima sinergia tra istituzioni statali e locali, tra istituzioni e società civile per poter conseguire con maggiore efficacia quegli obiettivi di reinserimento sociale, di riduzione della recidiva, di prevenzione della devianza e di sicurezza sociale. Si tratta di interventi che mettono al centro dell azione programmatoria i principi della concertazione e della partecipazione attiva e consapevole dei diversi attori interessati, ciascuno portatore della propria competenza. Ma, gestire progetti e interventi d inclusione socio-lavorativa in partenariato è un processo complesso che richiede la definizione della struttura di governance delle reti come primo elemento di condivisione, attraverso: l individuazione degli organismi con i quali è opportuno lavorare in rete: censimento degli addetti ai lavori il coinvolgimento degli stakeholder in base a principi chiari e condivisi la progettazione degli strumenti di controllo e gestione della rete la sollecitazione dell'analisi delle pratiche e delle metodologie di lavoro che non funzionano, della diffusione di quelle efficaci e della sperimentazione di quelle che potenzialmente potrebbero funzionare la programmazione concertata e la concentrazione delle risorse. Un altro rilevante punto di forza nel governo e funzionamento dei partenariati e delle reti di supporto è costituito dalla capacità degli attori coinvolti di fare sistema. L appartenenza a ed i rapporti di collaborazione consolidati nel tempo rendono più facile trovare spazi di condivisione delle finalità e delle azioni, nonché delle strategie di intervento. È necessario, dunque, a livello locale e nazionale, costruire procedure sistematiche e condivise di dialogo, cooperazione e concertazione, attraverso organismi ad Hoc (commissioni, tavoli di coordinamento, ecc.) che verifichino anche i programmi d intervento. L autonomia del territorio nel costruire la risposta ai propri bisogni di coesione e di sviluppo va, infatti, attivata nell ambito di una cornice nazionale che ne delinei indirizzi strategici e standard minimi uniformi. Il ruolo di coordinamento a livello nazionale, potrebbe essere svolto dall Amministrazione nazionale dei Penitenziari che, allargando la parte- 26

PARTE I cipazione anche a rappresentanti di altre istituzioni pubbliche di livello nazionale e locale, dell economia sociale, della società civile e del sistema produttivo costituirebbe una vera e propria cabina di regia di collegamento e di supporto ad organismi omologhi situati a livello locale. Tale cabina di regia, potrà: indire ogni due anni una Conferenza nazionale sull inserimento sociale delle persone in esecuzione penale individuare le priorità e gli strumenti attraverso i quali soddisfarle definire le metodologie operative definire le risorse finanziarie necessarie biennalmente per la realizzazione della Strategia nazionale per il reinserimento sociale delle persone private della libertà proporre che questa previsione, con un finanziamento aggiuntivo, confluisca nella programmazione economica e finanziaria nazionale quale parte integrante della strategia politica di governo per l inclusione e la protezione sociale accedere ai finanziamenti dell Unione Europea, progettando attività da realizzare in partenariato pubblicare un rapporto biennale sull attuazione delle presenti Linee guida anche come strumento di diffusione e scambio di buone prassi nazionali e locali. Analoghi compiti avranno gli organismi di concertazione situati a livello locale per ambito territoriale di competenza. Il modello formale d integrazione istituzionale e sociale, che, di seguito, si propone per dare forza ai vari livelli di Governance, trova espressione nella formalizzazione di una rete che impegni lo Stato, gli Enti Locali, la comunità civile, le ONG, il sistema dell economia sociale, delle imprese profit e che miri a sviluppare una cooperazione integrata, estesa capillarmente e qualificata per l implementazione di percorsi d inclusione sociale delle persone entrate nel circuito penale. Tale modello rappresenta una modalità di governo allargato nel quale lo Stato e gli Enti locali, nello svolgimento di ruoli e funzioni diverse tra loro, realizzano, in ambito locale, la collaborazione tra le istituzioni, rendono effettiva la sussidiarietà tra gli enti pubblici e collaborano per il conseguimento dell obiettivo di comune interesse: creare una società coesa e solidale capace di integrare anche le persone svantaggiate, in primis, i soggetti sottoposti a provvedimenti dell Autorità Giudiziaria. 27