Il QAPD (Questionario di analisi e previsione dei fattori chiave della dieta). Proprietà psicometriche, modelli di equazioni strutturali e casi d uso.

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Transcript:

Dott. Paolo Feliziola Il QAPD (Questionario di analisi e previsione dei fattori chiave della dieta). Proprietà psicometriche, modelli di equazioni strutturali e casi d uso.

Sommario Dati psicometrici Relazioni tra le variabili implicate nella dieta e loro implicazioni pratiche: modelli di equazioni strutturali Il modello nel caso di soggetti con esperienze passate relative alla dieta Il modello nel caso di soggetti senza esperienze passate relative alla dieta Differenze nelle variabili chiave della dieta tra coloro che hanno avuto successo nel passato e coloro che hanno avuto esperienze di fallimento Illustrazione di casi d uso Conclusioni

Dati psicometrici Il Questionario per l analisi e la previsione dei fattori chiave della dieta (QAPD) è un questionario autosomministrato, sviluppato al fine di fornire una indicazione, in modo semplice e veloce, ma su basi scientificamente valide, in relazione alla possibilità di successo nell affrontare una dieta nel futuro prossimo (quattro settimane) e su eventuali aree critiche sulle quali lavorare. Il questionario è stato standardizzato su un campione di 340 persone, di cui si fornisce una descrizione delle caratteristiche salienti nelle tabelle che seguono. Dati del campione media deviazione standard Età 44,6 8,63 Peso attuale 77,4 22,9 Body Mass Index 22,8 8,0 Sesso del campione maschi % femmine % Sesso 100 70,6 240 29,4 Il questionario è composto, allo stato attuale, da 14 domande distribuite in diverse aree (fattori). I fattori sono stati individuati (ad eccezione dell area delle intenzioni costituita da un solo item), tramite tecniche statistiche di analisi fattoriale. È stata inoltre validata una soluzione monofattoriale, considerando assieme gli item relativi alle due aree di seguito indicate. Le caratteristiche dei diversi fattori, e della soluzione monofattoriale, sono descritte di seguito. Caratteristiche dei fattori Area Numero di Pct. varianza Alfa di Cronbach domande spiegata Immagine corporea 8 51,5 0,86 Controllo del desiderio 5 55,6 0,77 (Craving) Soluzione monofattoriale 13 43,0 0,87 Intenzioni di mettere in atto una dieta 1

Come noto, l Alfa di Cronbach esprime il grado di fedeltà, nei termini di omogeneità interna, della scala considerata. Valori > 0,70 sono da considerarsi buoni, prendendo in cosiderazione anche il numero degli item. Di seguito vengono riportate le saturazioni in relazione ai fattori estratti, per la soluzione a due fattori e per quella monofattoriale. Le saturazioni indicano quanto l item in questione pesa nell ambito del fattore. Di solito si selezionano item con saturazioni > 0,300. Come visibile, gli item selezionati presentano saturazioni molto alte. Entrambe le soluzioni quindi, a due fattori e monofattoriale, mostrano un buon grado di affidabilità dello strumento. Saturazioni nei fattori Immagine corporea Controllo del desiderio (Craving) Fattore unico Domanda Saturazioni Domanda Saturazioni D1 0,72 D1 0,85 D1 0,98 D2 0,45 D2 0,73 D2 0,60 D3 0,34 D3 0,82 D3 0,52 D4 0,35 D4 0,75 D4 0,47 D5 0,79 D5 0,68 D5 0,82 D6 0,63 D6 0,83 D7 0,92 D7 0,82 D8 0,68 D8 0,63 D9 0,54 D10 0,77 D11 0,91 D12 0,52 D13 0,70 Un altro aspetto importante in ambito testistico è quello relativo alla validità degli strumenti di misura. Per indagarlo sono state studiate le possibili relazioni esistenti tra il QAPD, nelle sue varie articolazioni, ed altri fattori che in letteratura emergono come importanti nel determinare i comportamenti di salute in generale, e quelli alimentari nello specifico. In particolare sono stati utilizzati due strumenti di cui è stata curata la traduzione e l adattamento in lingua italiana, in relazione allo stesso campione utilizzato per standardizzare il QAPD. I due strumenti sono: 1. Diet Readiness Questionnaire, un questionario per l assessment della motivazione e dell atteggiamento verso la dieta e l esercizio fisico. In particolare è stata utilizzata la scala "fame emotiva. Si tratta di una scala di misura di un comportamento alimentare nel quale il cibo è utilizzato allo scopo di stare meglio; e riempire dei vuoti emotivi; 2. Dieting Beliefs Scale, una misura del Locus of Control nell ambito della dieta. La dizione Locus of Control indica la modalità con cui un individuo ritiene che gli eventi della sua vita siano prodotti da suoi comportamenti o azioni (controllo interno), oppure da cause esterne indipendenti dalla sua volontà (controllo esterno). In particolare in questo ambito è stata utilizzata la scala di controllo esterno, per valutare in che misura le persone ritengono che gli eventi della vita, come premi o punizioni, non siano il risultato dell'esercizio diretto di capacità personali, quanto piuttosto il frutto di fattori esterni imprevedibili quali il caso, la fortuna o il destino. Inoltre sono stati rilevate altre variabili che, da un punto di vista logico, si possono immaginare come legate alla misura di comportamenti alimentari, ed in particolare: 1. La differenza tra il peso attuale ed il peso desiderato dalla persona; 2. Il numero di diete fallite in passato; 3. Il Body Mass Index.

La tabella che segue presenta le correlazioni tra le diverse variabili considerate; in giallo sono evidenziate le correlazioni più significative (escluse le correlazioni tra soluzione monofattoriale e singoli fattori che compongono la soluzione, e cioè pensieri e comportamenti). Correlazioni tra le variabili esaminate FATTORE UNICO FATTORE UNICO 1,00 FAME EMOTIVA CONTROLLO ESTERNO DIFFERENZA PESO DIETE FALLITE BMI INTENZIONI IMMAGINE CORPOREA CONTROLLO CRAVING FAME EMOTIVA -0,61 1,00 CONTROLLO ESTERNO DIFFERENZA PESO 0,00-0,32 0,17 1,00 0,00 0,00-0,47 0,32 0,02 1,00 0,00 0,00 0,74 DIETE FALLITE -0,44 0,27 0,08-0,07 1,00 0,00 0,00 0,16 0,19 BMI -0,40 0,29 0,11 0,52 0,33 1,00 0,00 0,00 0,04 0,00 0,00 INTENZIONI -0,54 0,58 0,11 0,15 0,24 0,01 1,00 IMMAGINE CORPOREA CONTROLLO CRAVING 0,00 0,00 0,04 0,01 0,00 0,89 0,89-0,51-0,17-0,32-0,43-0,29-0,56 1,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,74-0,48-0,51-0,51-0,15-0,46-0,26 0,41 1,00 0,00 0,00 0,00 0,00 0,01 0,00 0,00 0,00 Ai fini della discussione sulla validità del QAPD occorre considerare, come detto, le correlazioni con le misure di fame emotiva e controllo esterno. Come visibile, la soluzione monofattoriale presenta correlazioni piuttosto alte e significative, dal punto di vista statistico, con tutte le variabili in oggetto. In particolare, le correlazioni tra fattore unico e fame emotiva e fattore unico e controllo esterno. sono entrambe significative per alfa < 0,001. Le correlazioni indicano che più alto è il punteggio conseguito nel fattore unico e minore quello sulla scala di fame emotiva e controllo esterno. Lo stesso discorso è valido anche per il peso desiderato, il numero di diete fallite ed il body mass index (bmi). Passando a considerare i due fattori in modo distinto, emerge come il punteggio di fame emotiva sia correlato (in senso negativo) sia all immagine corporea, sia al controllo del craving, mentre il controllo esterno in particolare a questo secondo fattore; il numero di diete fallite all immagine corporea; il peso desiderato ad entrambi; il bmi in particolare al controllo del craving. In generale si configura un quadro nel quale più alto è il punteggio monofattoriale o ai singoli fattori, minori sono i punteggi in fattori critici per il successo di una dieta, come la fame emotiva, il peso effettivo e quello che si desidera perdere, il numero di diete fallite in passato, il punteggio di controllo esterno. Anche per le intenzioni di mettere in atto una dieta nelle quattro settimane successive alla somministrazione del questionario vale un discorso simile; più alti i punteggi al QAPD più basso quello al fattore intenzioni. Naturalmente, ed è questo il punto fondamentale che va sottolineato e che verrà illustrato in alcuni suoi aspetti pratici nei casi d uso presentati in seguito, questi dati vanno letti nel loro insieme; ad

esempio le intenzioni di mettersi a dieta vanno lette nel quadro di dati oggettivi come il bmi effettivo. Un valore di bmi che prefigurasse una condizione di obesità unito ad un alto punteggio alle rispettive soluzioni del QAPD configurerebbe una situazione nella quale lavorare, in relazione alle diverse aree dello strumento, alla consapevolezza della condizione effettiva vissuta dal soggetto. Come noto le correlazioni indicano che due variabili sono legate, ma non l eventuale peso di esse nel determinare la configurazione rilevata. Per far questo sono state realizzate delle analisi di regressione (lineare) considerando come variabili bersaglio (dipendenti) le intenzioni ed il bmi (in questo caso è stata considerata, per motivi pratici, la soluzione a due fattori). Analisi di regressione pe il BMI B Beta T Sig. Peso desiderato 0,31 0,38 7,29 <0,001 Controllo del craving -0,66-0,28-5,30 <0,001 Diete fallite 0,00-0,10-2,10 <0,01 R Square 0,33 Adjusted R Square 0,32 Come visibile, tre variabili sono importanti nello spiegare il bmi attuale, e cioè il peso desiderato, il controllo del craving ed il numero di diete fallite in passato. In particolare, più alto il punteggio alla scala del controllo del craving, più probabile sia basso il bmi; questo dato va visto nei termini di quanto la componente comportamenti pesa su quella bmi attuale. La percentuale di varianza spiegata, non altissima (0,32), indica che sono necessari ulteriori studi e sviluppi al fine di determinare in modo più puntuale i fattori che contribuiscono a formare le condizioni per lo sviluppo di una determinata tipologia di bmi. Nella tabella che segue sono presentati i dati relativi alle intenzioni. Analisi di regressione per le intenzioni di mettersi a dieta nelle successive quattro settimane B Beta T Sig. Fame emotiva 0,31 0,49 11,69 <0,001 Immagine corporea -0,07-0,38-8,96 <0,001 BMI -0,05-0,32-8,29 <0,001 Età -0,04-0,32-8,65 <0,001 R Square 0,58 Adjusted R Square 0,57 Come visibile, quattro variabili sembrano essere importanti in questo caso: fame emotiva, immagine corporea, bmi attuale ed età. In particolare, più alto il punteggio alla scala dell immagine corporea (e quindi migliore è l immagine corporea percepita), più probabile sia basso quello legato alle intenzioni. Come detto, questi dati vanno letti in riferimento al quadro generale che una persona presenta. Al fine di verificare se persone con bmi differenziato ottengono punteggi diversi alle differenti scale, ed in particolare a quelle che compongono il QAPD, è stata condotta anche un analisi della varianza, rendendo dicotomica la variabile bmi, considerando, secondo gli standard, un valore < =

24,9 come normale, ed uno superiore come indice di una condizione di eccesso di peso (da sottolineare come nel campione non sono presenti casi classificabili come sottopeso). Analisi della varianza in relazione al bmi per le scale del QAPD CONTROLLO DEL CRAVING BMI N Media Std. Deviation <= 24,9 260 13,35 3,16 >= 25,0 80 9,13 1,91 totale 340 12,35 3,42 P. <0,001 IMMAGINE CORPOREA FATTORE UNICO <= 24,9 260 26,58 5,80 >= 25,0 80 21,63 5,28 totale 340 25,41 6,05 <= 24,9 260 33,69 7,22 >= 25,0 80 23,75 5,44 totale 340 31,35 8,03 <0,001 <0,001 Come visibile, sia nel caso della soluzione monofattoriale, sia nel caso della soluzione a due fattori, sussistono differenze statisticamente significative nei punteggi, in relazione al bmi reso dicotomico, alle diverse scale del QAPD. Coloro che presentano un bmi >= 25 ottengono, in media, punteggi più bassi alle diverse scale e viceversa. Relazioni tra le variabili implicate nella dieta e loro implicazioni pratiche: analisi di modelli di equazioni strutturali Per indagare le relazioni tra le variabili proposte, e le loro implicazioni a livello pratico, sono stati valutati alcuni modelli di equazioni strutturali. Occorre considerare come per questa analisi sono stati considerati solo coloro che hanno dichiarato di non essere attualmente a dieta, separatamente per i soggetti che hanno dichiarato di essere stati almeno una volta a dieta nella loro vita (N=220), e per coloro che hanno dichiarato di non aver mai messo in atto una dieta nella loro vita (N=70). Il modello nel caso di soggetti con esperienze passate relative alla dieta Di seguito viene presentato il modello per coloro che sono stati almeno una vota a dieta nella loro vita, e che quindi hanno avuto modo di sperimentarsi nell affrontare le problematiche ad essa relative (il modello è stato semplificato per ragioni pratiche).

Modello di relazioni per coloro che sono stati a dieta almeno una volta nella propria vita Come noto, i valori associati alle singole relazioni indicano la direzione (negativa o positiva) e la forza di esse. I dati relativi al modello (Chi Quadro, GFI, ecc.) indicano che esso si adatta abbastanza bene ai dati. Le variabili considerate sono le seguenti: Intenzioni: sono le intenzioni di mettere in atto una dieta nelle quattro settimane seguenti la somministrazione del questionario; Controllo del craving (desiderio); Immagine corporea; Fallimento dieta: una misura self report del numero di diete che il soggetto dichiara di non aver portato a termine in passato (in relazione al totale di quelle messe in atto); Peso attuale: una misura self report del peso dichiarato dal soggetto; Peso desiderato: è il peso che il soggetto dichiara desidererebbe avere. Forniremo una descrizione del modello ed alcune riflessioni sulle implicazioni pratiche di esso. Come visibile, il peso attuale, così come viene dichiarato e riportato dal soggetto, ha diverse implicazioni nell ambito del modello proposto. Oltre ad influenzare, come ovvio, la valutazione del peso desiderato, esso ha implicazioni importanti anche sull immagine corporea del soggetto (-0.91), sulla valutazione delle proprie capacità di controllo del craving (-0.51), sulle intenzioni di mettere in atto una dieta (-0.58) e sulla valutazione del numero di diete fallite (0.28). In sostanza, più alto è il peso attuale dichiarato, peggiore sembra essere da una parte la valutazione della propria immagine corporea, della propria capacità di fare fronte al craving, e minore l intenzione di impegnarsi in una dieta (intenzione che esprime un aspetto motivazionale); dall altra parte, maggiore è il numero di diete che il soggetto valuta di non aver portato a termine. Per ciò che riguarda il peso desiderato, esso sembra essere determinato, in modo moderato, dalla valutazione del numero di diete fallite (0.23) e dalla valutazione della propria capacità di fare fronte al craving (0.16), evidenziando un punto interessante: la valutazione di essere capaci di controllare il craving (corretta o meno essa sia), ma di aver fallito nel passato nel terminare una o più diete iniziate, potrebbe condurre ad una certa sovrastima del peso che si desidera e si può ottenere in seguito ad una dieta, in relazione in

particolare al peso di partenza. Si potrebbe, in questo senso, lavorare su una corretta valutazione di questi due aspetti, oltre che ad un rafforzamento, laddove necessario, delle abilità di valutare le proprie capacità di fare fronte al craving, al fine di giungere, eventualmente e dove se ne presenti la necessità, ad una più corretta percezione del peso conseguibile a seguito di una dieta. La valutazione della propria immagine corporea ha a sua volta delle implicazioni molto interessanti; essa sembra avere un impatto determinante rispetto alla valutazione del numero diete fallite (-0.79), ed uno, moderato, sulla valutazione della propria capacità di fare fronte al craving (0.20). In sostanza, una valutazione positiva della propria immagine corporea sembra condurre a stimare un numero minore di diete fallite in passato (che sia corretta o meno questa stima), ed a valutare in una certa misura in modo più positivo le proprie capacità rispetto al craving. Anche in questo caso sono abbastanza evidenti i risvolti pratici di quanto emerge; persone con un bmi elevato (e quindi un peso attuale elevato) ed una immagine corporea positiva potrebbero essere portate ad una valutazione non corretta del craving e delle difficoltà eventualmente incontrate nel passato nel condurre una dieta. La valutazione delle proprie capacità rispetto al craving sembra determinare anche le intenzioni di mettere in atto una dieta (-0.64) e la valutazione del numero di diete fallite in passato (0.36). In termini concreti, una valutazione positiva delle proprie capacità di fare fronte al craving può determinare una decisa mancanza di motivazione nell iniziare una dieta, e, secondariamente, una valutazione non corretta (sovrastima) del numero di diete fallite in passato e quindi delle difficoltà eventualmente incontrate e, come visto in precedenza, del peso effettivamente conseguibile. In altri termini, sembra poter determinare una eventuale situazione di dissonanza in cui si valutano positivamente le proprie capacità rispetto al craving, e più in generale, si valuta come non necessario impegnarsi in una dieta, ma contemporaneamente si valuta negativamente la propria esperienza passata rispetto alla situazione di dieta e si sovrastima in una certa misura il peso eventualmente conseguibile. Ancora una volta, le implicazioni pratiche possono essere importanti; nel caso di una valutazione che sovrastimi in modo errato le proprie capacità rispetto al craving in associazione ad un valore di bmi elevato, l effetto potrebbe essere quello di una mancanza di motivazione nell impegnarsi in una dieta, e di una distorsione della corretta valutazione di parametri importanti come le difficoltà incontrate in passato (sovrastimando tali difficoltà e rinforzando quindi la mancanza di motivazione) ed il peso effettivamente conseguibile con l ausilio di una dieta. Un eventuale intervento potrebbe, in questo caso, essere indirizzato ad insegnare e/o rafforzare la capacità di valutare le proprie abilità di valutare la capacità di fronteggiare il craving. Il modello nel caso di soggetti senza esperienze passate relative alla dieta Di seguito viene presentato il modello per coloro che non sono mai stati a dieta nella loro vita e quindi non hanno avuto modo di sperimentarsi nell affrontare le problematiche ad essa relative (anche in questo caso il modello è stato semplificato per ragioni pratiche).

Modello di relazioni per coloro che non sono mai stati a dieta nella propria vita Come visibile, il modello risulta notevolmente semplificato; solo due variabili sembrano implicate in modo sostanziale in questo caso nel determinare le intenzioni di mettersi a dieta, ovvero la valutazione del proprio peso fatta dal soggetto e la valutazione delle proprie capacità di fare fronte al craving. Entrambi questi fattori sono correlati in senso negativo con le intenzioni di mettere in atto una dieta. In altri termini, più è elevato il peso dichiarato (ed eventualmente valutato) dal soggetto, peggiore sembra essere l immagine corporea di cui esso si fa portatore; nello stesso tempo, peggiore l immagine corporea, maggiore sembra essere l intenzione di mettersi a dieta; e viceversa, migliore l immagine corporea, minore sembra essere l eventuale intenzione di intraprendere una dieta. Risultano di immediata evidenza, in questo caso, le conseguenze pratiche di quanto detto; una valutazione distorta in senso migliorativo del proprio peso corporeo (sottostima del peso corporeo) può portare alla non corretta valutazione della propria immagine corporea, e, come conseguenza, alla non attivazione di quello stato motivazionale che, laddove necessario, può condurre alla decisione di intraprendere una dieta. Ma dall altra parte, una valutazione distorta in senso peggiorativo del proprio peso corporeo (sovrastima del proprio peso corporeo) può portare ad una valutazione negativa della propria immagine corporea ed alla attivazione di uno stato motivazionale favorevole alla dieta (intenzione), anche laddove essa non sia necessaria. In entrambi i casi risulta importante lavorare ad una corretta definizione dei parametri critici, per una corretta valutazione dello stato presente della persona, e quindi l attivazione, dove eventualmente necessario, di interventi miranti ad insegnare abilità relative alla corretta valutazione del proprio peso corporeo e dell immagine corporea. Indicazioni pratiche conclusive In conclusione, emerge come possa essere importante lavorare sulle capacità di valutare in modo corretto la propria immagine corporea, il proprio peso corporeo, sulle capacità di valutare l entità

delle proprie abilità rispetto al controllo del craving e sulla capacità di modulare il peso desiderato in relazione al peso effettivamente conseguibile a seguito di una dieta, per l impatto che queste dimensioni possono avere sulla capacità di mettere in atto una dieta nei suoi aspetti motivazionali (intenzioni), e sulla capacità di valutare la reale necessità di essa. Inoltre si evidenzia per le stesse ragioni l opportunità di indagare, nel caso di persone che hanno già avuto modo di sperimentare nella loro vita in una o più occasioni una situazione di dieta, sul concetto stesso di dieta fallita di cui il soggetto si fa eventualmente portatore, e sulle difficoltà che il soggetto dichiara di aver incontrato in passato nel tentativo di portare a termine una dieta che lo conducono a dichiararla come fallita. Differenze nelle variabili chiave della dieta tra coloro che hanno avuto successo nel passato e coloro che hanno avuto esperienze di fallimento Come visibile dall esame della tabella che segue, che riporta i punteggi medi standardizzati per le tre variabili chiave esaminate (controllo del craving, immagine corporea ed intenzioni), sussistono delle differenze importanti tra coloro che hanno dichiarato di aver portato a termine tutte le diete iniziate nel passato (0 diete fallite), e coloro che hanno dichiarato di averne fallita una o più di una. analisi della varianza per numero di diete fallite (medie su variabili standardizzate) Fattore numero deviazione diete N media standard fallite F/p. Controllo del craving 0 60 0,6 1,1 F=33,48, p.<0.000 >0 160-0,2 0,9 Immagine corporea 0 60 0,7 0,8 F=47,30, p.<0.000 >0 160-0,3 0,9 Intenzioni 0 60-0,7 1,1 F=51,13, p.<0.000 >0 160 0,3 0,8 Nel primo caso, i soggetti presentano un punteggio medio più alto per i fattori controllo del craving ed immagine corporea, ed uno più basso per il fattore intenzioni di mettersi a dieta (colonna media, valori riportati in giallo). In altri termini, coloro che hanno dichiarato di aver portato a termine ognuna delle diete iniziate in passato sembrano presentare un maggiore controllo del craving, una migliore immagine corporea, e sentire meno la necessità di mettersi a dieta. Nel secondo caso la situazione è specularmente opposta. Nessun indicatore di peso tra l altro (peso attuale, peso desiderato, differenza tra peso attuale e peso desiderato, bmi) presenta, in questo senso, differenze statisticamente significative tra i due gruppi. Tuttavia, cambiando livello di analisi e confrontando coloro che presentano un bmi nella norma e coloro che al contrario presentano un bmi più elevato con i due gruppi precedenti, troviamo una differenza che è significativa a livello statistico (come evidenziato dalla tabella che segue).

Bmi Numero diete fallite nella norma > norma Totale 30 30 0 16,36 43,64 60 13,64-13,64 30 130 >0 43,64 116,36 160-13,64 13,64 Totale 60 160 220 Chi quadro= 21,48, df=1, p. <0,000 Come visibile, coloro che hanno un bmi nella norma sono anche coloro che hanno riportato di non aver mai fallito una dieta nella loro vita, e viceversa. Ricordiamo che si tratta comunque di soggetti che hanno sentito nella loro vita la necessità di mettersi a dieta almeno una volta. Naturalmente per spiegare in modo adeguato questo dato sarebbe necessario avere a disposizione altre informazioni, come ad esempio il peso di partenza, per verificare che si tratti di persone che hanno effettivamente perso del peso e non di persone che, pur avendo fatto una o più diete, presentavano comunque un bmi di partenza nella norma. Tuttavia l indicazione importante che se può trarre è nel confermare l importanza dei fattori esposti e l opportunità di un lavoro teso a chiarire a livello personale il loro ruolo nella gestione di una dieta. Illustrazione di casi d uso Per evidenziare l utilità pratica dello strumento, nella tabella che segue viene riportato un estratto di un report relativo a due casistiche relative a diversi valori di bmi (una persona con indice nella norma, ed una classificata come obesa). Vengono indicate in giallo le diverse aree problematiche, che sarebbero da approfondire in un intervento di consulenza. Come detto più volte, i dati andrebbero letti nel loro assieme, considerando in particolare fattori oggettivi come il bmi nella loro relazione con aspetti cognitivi, emotivi e comportamentali. Casi d uso BMI BMI (CLASSE) IMMAGINE CORPOREA INTENZIONI CONTROLLO CRAVING DIFFERENZA PESO FAME EMOTIVA LOCUS OF CONTROL ESTERNO 24,90 NORMALE 96,55 114,40 115,75 104,50 91,60 102,25 34,50 OBESO 98,95 74,80 102,85 127,00 100,00 110,95 I diversi punteggi sono standardizzati, nella forma del QI, e sono quindi anche confrontabili; la media dei punteggi è perciò 100, e la deviazione standard +/- 15. Per esemplificare, un punteggio > 100 indica un punteggio superiore alla media, uno < 100 un punteggio inferiore alla media. Come evidente, la persona alla quale è stato somministrato lo strumento classificata come normale al bmi, avrebbe intenzione di mettersi a dieta e ritiene, nonostante il bmi sia classificabile come normale, anche se al limite (24,9), di avere, nella sostanza, problemi di peso

(punteggio per il fattore immagine corporea = 96,55); inoltre la differenza tra peso attuale e peso desiderato è superiore alla media ed il locus of control è esterno; in altri termini, sembra avere obiettivi abbastanza ambiziosi in termini di perdita di peso, ed una visione problematica del proprio peso corporeo, ma allo stesso tempo non ritenere che pensieri ed azioni necessarie siano sotto il suo controllo, né avere l atteggiamento corretto per affrontarla. La persona classificata come obesa presenta invece aspetti problematici soprattutto di tipo motivazionale; il punteggio relativo alle intenzioni infatti è molto sotto la media; sopra la media è invece quello legato al controllo del craving. Per esemplificare, è possibile affermare che questa persona presenta una consapevolezza cognitiva in relazione alle condizioni necessarie per una dieta (punteggio per il fattore immagine corporea = 98,95), considerando l alto valore del bmi, ma problematiche dal punto di vista motivazionale, ed in parte da quello della consapevolezza del controllo del desiderio, aspetti sui quali un eventuale intervento potrebbe basarsi. Inoltre presenta aspettative non realistiche rispetto al peso desiderato ed un controllo esterno. I diversi aspetti andrebbero approfonditi, anche alla luce dei punteggi alle diverse domande. Conclusioni Il QAPD dimostra doti di affidabilità e validità nella misura di diversi indici legati ai comportamenti alimentari, ed in particolare a quelli legati alla dieta. Dimostra inoltre una certa capacità predittiva rispetto alle intenzioni di mettersi a dieta a breve termine ed al valore di body mass index attuale, e può quindi, a nostro avviso, essere utilizzato con profitto nella valutazione di persone che intendono affrontare una dieta per motivi diversi, compresi coloro che vi sono spinti per la presenza di particolari patologie fisiche. Ulteriori studi e ricerche sono necessari per precisare ulteriormente condizioni di utilizzo e fattori critici non considerati qui.